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Autore: Elpis Aldebaran    01/02/2010    4 recensioni
«Sei una sciocca, Yamanaka...» disse infine il ragazzo con un sospiro, affondando il viso in quei fili d'oro. Ino approfittò ancora per parecchi minuti di quel calore che solo Nara sapeva donarle, con semplici e fraterni abbracci. Annusò il suo profumo, un misto di fumo e muschio che le mandava il cervello in tilt. Si scansò lentamente, passandosi un dito sotto l'occhio per arrestare le lacrime.
[Fanfic a quattro mani by Coco Lee e AtegeV]
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara, Un po' tutti | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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XIII

 

 

Angels

 

 

 

“You took my heart
Deceived me right from the start
You showed me dreams
I wished they'd turn to real
You broke the promise
And made me realise
It was all just a lie”

 

[Within Temptation, “Angels”, The Silent Force, 2004]

 

 

 

 

 

 

Shikamaru sedeva su un grosso masso al centro dell’accampamento coperto sulle spalle da un pastrano ruvido e sporco, che avrebbe dovuto tenerlo più caldo, e teneva tra le mani una tazza di tè ormai freddo; secondo Tsunade-hime quell’infuso sarebbe riuscito a «lenire il dolore». Se era così, i suoi effetti erano decisamente lenti ad arrivare, stava bevendo già la seconda tazza senza alcun risultato.

Fissava, ma senza realmente vederlo, il grande portone d’ingresso al campo, trepidante, attendendo l’arrivo di qualcuno. Le ginocchia si muovevano febbrilmente, nervose e scattanti.

Un’ombra piccola si avvicinò a quella del ragazzo, mescolandosi per un breve istante per poi tornare tutte e due nitide sull’erba bruciata e ingiallita. La notte stava lentamente calando mentre il rosso scuro del tramonto illuminava ancora per poco l’accampamento della foglia.

«È due giorni che sei seduto su quel masso a fissare quelle dannate porte. Non credi che sia l’ora di darci un taglio?»

Shikamaru si voltò lentamente verso Temari che lo osservava dall’alto con la sua solita aria da prima donna. La scrutò per parecchi secondi negli occhi, per poi abbassarli ancora più tristemente di quanto già non fossero prima.

«Oooh, guardatemi! Sono Shikamaru Nara, la mia vita è uno schifo! Tutti sono contro di me! Nessuno mi ama!» sbottò Temari in tono melodrammatico, portandosi teatralmente una mano alla fronte e mimando uno svenimento da palcoscenico.

Nara le lanciò un’occhiata colpito: aveva una gran forza interiore quella ragazza, non c’era ombra di dubbio. Abbozzò ad un sorriso triste e tornò alla sua tazza, riprendendo a bere avidamente, beandosi, per la prima volta dopo tempo, del dolce sapore di menta in bocca e del pizzicore zuccherino che gli solleticava la gola infiammata.

Temari notò con piacere l’espressione leggermente più allegra del ragazzo e senza nemmeno chiedergli il permesso si sedette accanto a lui sopra il masso, osservando l’orizzonte.

«Sai che la nostra missione non è andata bene riguardo al nostro rapporto. Non mi pento di ciò che ho detto e non mi scuserò con te del mio comportamento. Ma voglio che tu sappia che prima di tutto questo ero tua amica, e vorrei esserlo ancora.» Temari si fermò un secondo, scrutando il volto del ragazzo alla ricerca di qualche segno d’assenso o di negazione, ma quando vide che niente aveva smosso il suo sguardo fermo, decise di andare avanti.

«Vuoi parlarne? Tranquillo, non te la offendo la biondina…»

«Mi sento immeritatamente preso per il culo» esordì sbuffando, lasciando qualche secondo di pausa per trovare le parole e vedere che effetto quelle appena dette avevano fatto sulla ragazza.

In risposta a questo, Temari scoppiò in una grassa risata e venne presto fulminata da Nara.

«Oh, sì, scusa» disse, cercando di riprendere il controllo di se stessa. «È difficile contenersi quando inizi i discorsi così…»

«Voglio dire» cominciò Shikamaru lanciando una lunga occhiata a Temari per evitare che gli scoppiasse a ridere in faccia un’altra volta. «prima fa la gelosa e mi lascia intendere qualcosa, poi va a farsi consolare da Sai-faccia-da-morto! Io non la capisco. Non riesco a capire cose cavolo pensa sotto quella catasta bionda di capelli!». Per Shikamaru era stato come togliersi un grosso peso dal cuore. Temari lo guardava con gli occhi leggermente spalancati, indecisa se scoppiare di nuovo a ridere o prendersi il volto tra le mani per la disperazione.

Era ovvio che l’allusione alla “lei” era rivolta ad Ino, ma sentirne parlare le sembrava un pugno nello stomaco.

«Bè, se è così» rispose, incrociando le braccia al petto e distogliendo lo sguardo. «Anche io dovrei sentirmi immeritatamente presa per il culo. O… forse no?» aggiunse con meno sicurezza, captando lo sguardo incredulo che le era stato rivolto.

«Non mi pare di averti mai… promesso qualcosa…» rispose Shikamaru, tentando di non ridere a sua volta alla vista dell’espressione confusa di Temari.

«Sì, hai ragione… » ammise la bionda, sbuffando fuori aria dalla bocca. «Comunque sono dell’idea che Ino stia sbagliando. Sai potrà anche essere un ragazzo carino, ma non è quello che vuole. Lo sa lei, lo sa Sai e lo sai anche tu.» concluse, grattandosi la nuca.

Nara la guardava e più la guardava più ora tutta quella situazione gli sembrava solo una dannata scocciatura.

Ed era anche pronto a rivelarlo quando una ragazza, dagli insoliti chignon stile cinese si portò al suo fianco, osservando attentamente il paesaggio che si estendeva davanti a loro.

«Tenten che vuoi?» chiese Nara credendo che la ragazza fosse venuta a riferirgli qualcosa. Ma quella sembrava non ascoltare, continuando imperterrita ad osservare un punto preciso lontano, davanti a lei.

«Tenten?» riprovò Shikamaru con più insistenza, ma ancora una volta la ragazza lo ignorò. Temari osservò anche lei il paesaggio, notando delle sagome nere in lontananza che prima non c’erano.

«Cosa c’è?» chiese più a se stessa che a qualcuno in particolare. Tenten si portò davanti al masso, aguzzando la vista, sempre in assoluto silenzio.

Anche Shikamaru si sporse di più, lasciando cadere il pastrano in terra con un tonfo sordo, alzando un po’ di polvere. Ora vedeva perfettamente chi si stava avvicinando.

Apriva la fila un, a prima vista, indenne Neji Hyuuga, seguito a ruota da Kiba che sorreggeva Hinata, la quale sembrava sconvolta e prostrata. Seguivano Sakura e Naruto, quest’ultimo coperto di tagli e ferite che sembrava si stessero rimarginando. Chiudevano la fila, deglutì sonoramente, Shino, Sai, Akamaru, ed Ino. Sai sembrava ferito superficialmente, zoppicava; Ino era distrutta: quasi denudata, il volto spento, la carnagione pallida, pressoché verdognola. Era in braccio al moro, che le carezzava la guancia con le labbra. Shino li seguiva tranquillo, come una presenza che c’è ma non c’è.

«Neji!» l’urlo disumano di Tenten fece perdere tre anni di vita sia a Nara che a Temari. La ragazza partì di corsa senza preavviso ad una velocità sorprendente, tanto che nemmeno il genio della casata Hyuuga si accorse della sua presenza finché non se la vide piombare addosso facendogli quasi perdere l’equilibrio. Tenten piangeva quasi dalla gioia, stringendo a sé il corpo stanco e affaticato di Neji, come a volersi accertare che quello non fosse un sogno o un’allucinazione. Era tutto reale.

Il ragazzo rimase un tantino sorpreso, dopo il modo non molto allegro con cui si erano lasciati non si aspettava tanta felicità.

«Ehm… ciao?» disse con tono soffocato, battendo un mano sulla spalla della ragazza e facendo una leggera pressione, cercando di non dare a vedere che stesse tentando di allontanarla per non morire strozzato. «Tenten, sarebbe carino se mi lasciassi andare. Dopo che mi sono salvato da tutto, non vorrei morire strangolato da te.»

Tenten in risposta lo strinse ancora di più se possibile. Neji invece sentì distintamente delle risatine di scherno provenire alle sue spalle e voltandosi vide gli occhi di Naruto e Kiba che lo fissavano maliziosi.

«Ehm, sono soli piccoli problemi tecnici.» mormorò arrossendo leggermente. Non vedendo altro modo di fare, Neji circondò con le braccia la vita della ragazza, riuscendo ad alzarla di peso.

«Ora vado a fare rapporto. Stasera dobbiamo parlare, sei d'accordo?» le sussurrò a un orecchio in tono più seducente di quanto in realtà non volesse.

«Uhm» mugugnò Tenten annuendo con la testa, guardando poi al di sopra della sua spalla.

«Adesso, infatti, non mi sembra il caso. Ino…»

«… ha bisogno di te, lo so.» ribatté il giovane. Le sfiorò delicatamente una guancia e si allontanò verso la tenda dell’Hokage.

Intanto il gruppetto era stato circondato da una moltitudine di shinobi preoccupati, tutti che volevano sapere cosa fosse successo là dentro e perché si trovavano con un cadavere da sotterrare, ma i ragazzi erano troppo, troppo stanchi per rispondere e li superarono senza degnarli di attenzione. Passarono davanti a Temari e Shikamaru, e quest’ultimo si portò una mano alla bocca, vedendo le condizioni di Ino.

«Che cazzo le è successo?» esclamò senza nemmeno preoccuparsi del suo linguaggio, afferrando Sai per un braccio e costringendolo a posare il corpo di Ino a terra, ancora del tutto incosciente. Temari bisbigliò soltanto un «Vado a chiamare l’Hokage» prima di correre verso le tende.

Sakura si avvicinò al ragazzo, chino sul corpo della compagna che cercava di capire cosa potesse esser stato a ridurla come uno straccio.

«Le ha violato la mente, Shika. L’ha torturata.»

«Chi?» domandò Shikamaru, cercando di trattenere la sua rabbia e forza distruttiva dal distruggere tutto.

«Orochimaru. E sospettiamo che quel bastardo dell’Uchiha l’abbia…» lasciò la frase in sospeso, ma la conclusione non fu difficile da raggiungere, anzi, arrivò veloce e inarrestabile, fiondandosi nella testa del giovane  senza pietà.

«Ino… la mia Ino. Era così… innocente…» balbettò senza coerenza, assolutamente esterrefatto dalla rivelazione.

Tsunade arrivò dopo qualche secondo, cominciando a esaminare Ino e a pronunciare le prima diagnosi, ma Shikamaru non la stava ad ascoltare. I suoi occhi e la sua mente erano persi nel vuoto, non sapeva più cosa fare, era completamente disorientato. Non si accorse nemmeno quando lo afferrarono da sotto le braccia per portarlo via, in un luogo dove non c’era confusione. Fu fatto sedere per terra, davanti a una tenda che riconobbe come quella di Sakura, mentre tre figure gli stavano davanti.

«Shika ascolta… non siamo sicuri di quello che le hanno fatto in quel buco di posto. Aspetta che Tsunade-sama abbia fatto con precisione la sua visita…» cercò di calmarlo la ragazza in ginocchio davanti a lui.

Ma Shikamaru non la guardava, non l'ascoltava, se ne stava solo seduto senza fare niente. Nella sua testa c'era solo l'immagine devastata di Ino, nient'altro, non riusciva a concentrarsi su niente che non fosse diverso dalla sua compagna di squadra.

«Shikamaru, andiamo…» provò Naruto con un sorriso avvicinandosi, mentre Sakura si guardava intorno non sapendo che fare, del tutto incapace di risollevare l'animo dell'amico. Anche lei ci stava male per Ino, avrebbe voluto aiutarla se solo ne fosse stata in grado, ma in quelle condizioni poteva affidarsi soltanto alla speranza e alla bravura di Tsunade-sama.

«È completamente spossato, che facciamo?» domandò in quel momento Sai. Gli scocciava star dietro a Nara, ma quando Ino era stata portata via dagli altri ninja medici, Sakura lo aveva fulminato con lo sguardo.

«Facciamo che ti uccidiamo, stronzo?» esclamò Shikamaru, con puro disgusto nella voce. La presenza di quell'essere non solo gli faceva ribrezzo, ma lo rendeva anche eccessivamente irritabile.

«Come, scusa?» tentò Sai, fingendo di non aver udito per non peggiorare la situazione.

«Hai capito benissimo, feccia.» sbottò Shikamaru, alzandosi e mostrandogli il pugno serrato. «È tutta colpa tua se Ino è in questo stato! È solo colpa tua! Io… io… io te l'avevo affidata, te l'avevo lasciata e tu…» non terminò la frase, ancora incredulo dello stato in cui si trovasse la SUA Ino.

«Ragazzi, calmatevi.» Sakura si interpose come paciere, nel tentativo di fermare le ostilità. «È inutile che stiate a discutere. Non salverete Ino in questo modo.»

«È vero.» asserì Nara, rilassandosi appena. «Non salverò Ino, ma vedere questo tizio morto mi darebbe una grande soddisfazione.»

Naruto, che fino a quel momento era rimasto in disparte, temette che Shikamaru potesse perdere il lume della ragione e scagliarsi contro Sakura; afferrò il ragazzo da dietro e lo tenne fermo quando cercò di divincolarsi.

«Accidenti a te, Naruto! Mollami!»

«E tu calmati, dannazione!»

«Non starai anche tu dalla parte di quel pezzente!?»

«Noi non stiamo dalla parte di nessuno e-»

Shikamaru dette una gomitata in pieno stomaco al biondo, che mollò immediatamente la presa. Senza preoccuparsi di chiedere scusa, si precipitò addosso a Sai, che distratto, non lo vide nemmeno arrivare; sentì soltanto le nocche del giovane Nara colpire dritto il suo zigomo e poi il suo mento. Fece qualche passo indietro, per non perdere l'equilibrio, mentre la vista dall'occhio destro cominciò a farsi offuscata.

«Ti è dato di volta il cervello?» gli urlò sconvolto. Non si aspettava una reazione del genere, non da uno calmo e pacato come lo era Shikamaru. Non lo conosceva bene come gli altri, ma sapeva che non era tipo da rissa, non avrebbe fatto del male nemmeno a una mosca.

«Sta’ zitto! Lo avevo detto subito che lei non doveva venire in missione con te! Non sei capace nemmeno a difendere la ragazza che ami!»

Shikamaru partì di nuovo all'attacco di Sai, colpendolo al ventre e ancora in viso, accecato da una furia assassina.

Sai tentò di parare quanto poteva, ma la follia del Nara era irrefrenabile. Ben presto si trovò coperto di lividi e con sangue che gocciolava dalle ferite.

«Adesso basta!» intervenne Naruto, trattenendo Shikamaru per la seconda volta. «Sei fuori?!» gridò.

Sakura si parò davanti all'amico e lo guardò dritto negli occhi, seria. Subito si udì il rumore secco di uno schiaffo.

«Mi fate schifo. Tutti e due.» sibilò la rosa, inviperita. «Mentre voi siete qui a scazzottarvi come due cretini, Ino rischia di non riprendersi. Ho intenzione di andare ad assistere all'intervento di Tsunade-hime e ad aiutarla con tutte le mie possibilità per permettere ad Ino di vivere anche solo un giorno in più. Voi dovreste fare lo stesso: dite di amarla tanto, ma poi guardatevi! Dei bambini! Vergognatevi.»

Shikamaru si arrese all'evidenza: Sakura aveva ragione. Si liberò dalla morsa di Naruto e corse via.

Sai si asciugò le ferite con la manica della maglia.

«È completamente impazzito.» commentò, quasi divertito.

Naruto lo fulminò con lo sguardo. «Io credo che ti avrei già ucciso se questa cosa fosse capitata a Sakura.»

Sai guardò stupefatto il biondo, rimanendo in silenzio. Sakura dal canto suo non potè fare a meno di arrossire, pensando che se davvero fosse successo a lei, Naruto avrebbe fatto cascare il mondo, letteralmente. Gli si avvicinò con lentezza, sfiorando con una mano la sua spalla.

«Credo che dovresti andare da Shikamaru: non vorrei che se la prendesse con qualcun'altro e si mettesse a fare a botte con chiunque gli capiti a tiro.»

Il ragazzo annuì, lanciando un'ultima occhiataccia a Sai, prima di incamminarsi nella stessa direzione in cui era scomparso Nara poco prima.

«E tu vieni con me, ti darò qualcosa per quelle ferite.»

Sai seguì Sakura in completo silenzio, tenendosi premuto il labbro con un lembo della maglia. Nonostante le parole di Naruto, non riusciva ancora a capire come e dove aveva sbagliato; quando Ino era stata rapita, lui era a combattere con lei, non si era certamente tirato indietro. Dunque cosa c'era che non era andato nel suo comportamento?

«Non è davvero colpa tua, non scervellarti troppo.» Le parole di Sakura lo risvegliarono dai suoi pensieri. La ragazza si era fermata di botto e lo guardava non più con rimprovero ma con dolcezza, avrebbe osato dire.

«E allora di chi è la colpa?» mormorò, abbassando lo sguardo, mortificato.

Sakura sembrò pensarci su per secoli. «Diciamo che è di Ino.» disse, poi sorrise.

Sai la guardò e si meravigliò di come ella potesse sorridere genuinamente, nonostante la situazione in cui la sua migliore amica si trovava.

«Di Ino, dici?» domandò.

«Sì, di Ino.» continuò, facendolo sedere su una brandina e prendendo il kit di primo soccorso. "Vedi, Ino e Shikamaru sono sempre stati una sorta di… entità a sé. Fin da quando si sono conosciuti, tutti a Konoha potevano percepire la magia che li legava: se quando erano piccoli si chiamava "amicizia", ora che sono grandi possiamo chiamarlo "amore".»

Sai ascoltava attentamente e ogni volta che gli occhi di Sakura incontravano i suoi veniva ferito dalla sua forza.

«Il tuo arrivo, Sai, è stato come un fulmine a ciel sereno. Dopo anni, Shikamaru era riuscito a liberarsi dell'unico ostacolo che lo teneva lontano da Ino: Sasuke.» a quel nome, lo sguardo della rosa si riempì di lacrime. «Poi sei arrivato tu, e subito Ino non ha avuto occhi che per te. Lo faceva per far ingelosire Shikamaru? Non ne sono mai stata certa finché non si è dichiarata a te. Ricorda, Sai, Ino non si dichiara mai. Ino attende, perché l'uomo, in questo caso Shikamaru, deve fare la prima mossa.» sorrise, scacciando la tristezza.

In quel momento, a Sai fu tutto chiaro.

«Sono stato usato?» chiese con un fil di voce.

Sakura imbevette d'alcool un pezzo di cotone e lo passo sul labbro ferito del compagno.

«Usato… usato è una parola grossa. E dimostra anche quanto tu stesso conosca poco Ino: lei non fa del male alle persone di proposito, per quanto possa a volte sembrare il contrario. È prepotente e pretende che il mondo sia ai suoi piedi, è vero, ma usare le persone non le piace, proprio no. Lei ama Shikamaru da una vita, ma come a volte succede, si è sentita attratta da altre persone. Prima Sasuke, adesso tu… insomma, quando si è dichiarata era in parte sincera. Con Sasuke è successa la stessa cosa, palesava il suo amore anche fin troppo, questo solo perchè era attratta da lui, non innamorata. Capisci ciò che voglio dirti, Sai?»

Il ragazzo annuì lentamente, abbassando lo sguardo a terra. Come doveva sentirsi in questo momento? Arrabbiato, geloso, nauseato o comprensivo? Non sapeva quale stato d'animo dovesse scegliere per quella circostanza.

«Vado a prepararmi per l'intervento. Tu dovresti stare alla larga da Shikamaru, credi di farcela?»

«Sì. Grazie, Sakura.» abbozzò ad un sorriso mentre Sakura usciva dalla tenda.

Grazie di che cosa?, si chiedeva. Grazie per averlo distrutto?

Non poteva certamente lasciare le cose così, ora. Avrebbe dovuto vedere Ino, chiarire, lasciare che andasse con Shikamaru e nascondersi, possibilmente il più lontano possibile da loro. Una sensazione disgustosa lo assalì: cos'era, odio?

Si mise le mani tra i capelli e abbassò la testa, stanco. Subito sentì un pizzicore salato invadergli la bocca, mentre le guance si bagnavano e l'acqua cadeva a terra a gocce. Non riuscì a capire che cosa fosse quel liquido che gli colava lungo le gote, ma ciò che provava era un qualcosa di molto, molto sgradevole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Innanzitutto: perdonooooo!!

L’altro giorno stavamo esplorando le vecchie cantine di casa e abbiamo ritrovato questa storia con il capitolo 13 incompleto e bhè… poverino, ci ha fatto pena! Quindi, con un grande sforzo, abbiamo deciso di portare a termine questa fanfic vecchissima.

Qualcuno non ci sperava più, ammettetelo.

 

Sperando di non scomparire di nuovo, ci ribecchiamo tra una settimana (speriamo).

 

 

Lee & Akami

 

   
 
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