Fumetti/Cartoni europei > Angel's friends
Segui la storia  |       
Autore: Rein94    04/02/2010    4 recensioni
Sulfus si rende conto dei propri sentimenti per Raf,ma lei è innamorata di Raoul, un terreno... La versione a fumetti si è fermata proprio a questo punto,ed è da qui che parte la mia storia!
[Raf/Sulfus ~ FF Ispirata alla Versione a Fumetti]
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 13

 

Raf POV

 

Un grande boato si spande nell’aria. Un penetrante odore di pioggia mi entra nelle narici. Già mi vedo davanti agli occhi case distrutte, persone disperate, alberi sradicati. Già riesco a sentire l’odore del sangue.

La porta della casa si spalanca. Noi usciamo fuori. Ci guardiamo velocemente intorno, aspettandoci di vedere qualche mostro sbucare dal nulla da un momento all’altro.

Ma non c’è niente. Solo strano, improvviso silenzio. Il battito del mio cuore irregolare, il mio respiro affannato; a parte questo, nient’altro. E quando dico nient’altro, intendo proprio che non c’è niente.

Grandi nuvoloni violacei immobili nel cielo,blocchi di mattoni e cemento sospesi a mezz’aria, gocce di pioggia immobili, asciutte.

Incrocio gli sguardi timorosi dei miei compagni, e procediamo. Non sappiamo cosa stiamo cercando, non abbiamo nemmeno parlato. Credo che noi tutti speriamo solo di trovare un segno di vita, uno qualunque.

Le persone, sono anch’esse immobili. Immobili, e grigie. Sembrano statue.

Solo guardandole, sento una stretta al cuore. Fanno impressione, con quelle espressioni terrorizzate stampate immutabili in faccia.

C’è un bambino davanti a me, immobile come tutti gli altri. Avrà 4, al massimo 5 anni. E ride. Un sorriso dolce, candido, caldo, sul suo piccolo viso paffuto. Un sorriso rivolto al nulla. Lentamente, quasi avessi paura che svanisse, allungo la mia mano tremante fino a sfiorare il suo viso. Il contatto con la sua “pelle” è sgradevole. È fredda, dura, e veramente inquietante.

Socchiudo un attimo gli occhi. E sento qualcosa, come sabbia fredda, passare attraverso le dita della mia mano. I miei occhi si spalancano, atterriti. Proprio un istante prima che il bambino si sgretoli completamente davanti a me. L’ultima cosa a diventare cenere, è il suo viso. Vedo il sorriso svanire completamente nel nulla.

Mi guardo le gambe, mi accorgo che sto tremando. Cerco inutilmente di respirare. Mi prendo il visto tra le mani. Mi accascio a terra, poggiandomi sulle ginocchia. Sento l’impatto delle mie gambe contro il catrame ruvido del terreno. Piango, continuando a tremare.

E urlo.

È un urlo freddo, il mio. E si disperde subito nell’aria secca e vuota della città, senza nemmeno un eco.

Dopo 2 secondi, o 2 minuti, o 2 ore, sento qualcosa di caldo sulla mia spalla tremante. È la mano di Miki. Lei non mi sta guardando; il suo sguardo è rivolto al cielo ancora violaceo. Ma è incredibilmente distante, e triste. Volgo lentamente lo sguardo da Uriè a Ang – Lì e Gabi, a Gas, Cabiria, Kabalé, Mefisto, fino a Sulfus. Guardano tutti in basso, e poi verso il cielo; lontano, come a non voler pensare.

Mi asciugo le lacrime, e mi alzo.

Nessuno di noi parla,  ma continuiamo a camminare.

Passo dopo passo, sento le forze che mi abbandonano sempre di più.

Faccio fatica a camminare.

E all’improvviso, dal nulla, sento provenire dei singhiozzi.

Cerco, ansiosa, di capire da dove vengano di preciso.

E, seguita dagli altri, arrivo davanti a un muro di mattoni, già crollato per metà.

Qualcuno piange. Ma più che un pianto, sembra un lamento disperato. Un lamento silenzioso, unito a strani mormorii spaventosi. Chiunque sia dietro a questo muro, è sicuramente pazzo.

Trattengo a stento uno squittio di sorpresa, quando mi trovo davanti Malachia.

È in una posizione strana, accucciata, e si dondola come se stesse cantando una ninnananna. Poi, sporgendomi ancora, capisco. Una statua distesa a terra.

Una statua dai piedini deliziosamente piccoli, e dalle gambe lunghe e slanciate. Vita sottile, braccia appoggiate sul ventre. Sembra stia dormendo.

Malachia continua a sorridere, chiamandola. Chiamandola senza possibilità di risposta.

Trema, come se non si azzardasse a toccarla.

Comincia a ridacchiare fra sé, silenziosamente. E mi sento un nodo in gola, guardandolo. Mi sento dentro una grande pena.

Ehi…svegliati…svegliati, ehi!”

Sembra quasi un bambino che chiama sua madre.

Allunga le mani per scuotere il corpo sottile. E al minimo contatto, questo si dissolve fra le sue mani.

Lui non reagisce. Solo, continua a sorridere, e a chiamare la donna.

“Svegliati…svegliati…ehi, svegliati!”

Raschia la terra con le unghie, cercando di raccogliere la cenere.

Comincia a scavare con più foga, senza mai smettere di ridere.

Una lacrima solitaria scende sul suo viso, fino a terra.

“Svegliati…ehi, ehi! Svegliati…!”

Sbatte i pugni per terra, le lacrime si fanno copiose.

Distolgo con forza lo sguardo, e chiudo gli occhi.

I singhiozzi diventano forti, potenti.

“Svegliati…ehi…svegliati…”

Così ora, con gli occhi serrati, vedo solo buio. E nel centro della mia notte, sento solo un urlo.

 

“VERA…!”

 

Rivolgo il mio sguardo incerto verso i miei compagni. Uriè, in silenzio, mi abbraccia.

“C – cosa facciamo con lui?” Mi rendo conto che la mia voce è poco più che un sussurro roco.

“Andiamo via. Non possiamo fare niente, per lui.” Sento qualcuno rispondermi. Non so neanche chi sia stato. Non so più niente, ormai.

Facciamo pochi passi, per allontanarci da quella scena orribile, e ci guardiamo tutti negli occhi.

“Io credo che dovremmo tornare a scuola” la voce di Sulfus è triste, distante “Se c’è qualcuno che può aiutarci…scommetto che è lì.”

“M – ma…sono tutti come pietrificati!” Cerco di dire senza scoppiare di nuovo a piangere.

“Credo che a scuola stiano bene. A parte i terreni, credo che stiano tutti bene. Noi stiamo bene.”

“E…Malachia? Lui è un terreno, ora!”

“Lui è un neutro. Forse è per questo che…” Non finisce la frase. Credo volesse dire “è per questo che è ancora vivo, ma non sono convinta che lo sia veramente.

…Comunque, Sulfus può avere ragione. Però, in questo caso…c’è ancora qualcosa che non capisco…

“Se noi angeli e diavoli stiamo bene, perché non è ancora venuto nessuno a cercarci? Perché è tutto così calmo?”

È Ang – Lì a continuare per lui.

“Credo…credo che Sulfus abbia ragione. Noi…stiamo bene, è vero. Stiamo bene per ora.” Fa una breve pausa, durante la quale nessuno osa aprir bocca “Non so voi, ma è già da prima che io…insomma io…sento già le forze mancarmi.”

E lo dice con una tale amarezza nella voce, che sento brividi di paura. La mia stanchezza di prima…forse non era un caso. Forse a noi succede più tardi, noi siamo eterni. Forse fra poco anche noi diventeremo…così, come loro.

Sospira lievemente, prima di continuare: “La scuola dovrebbe essere sicura per ora. C’è una forte aura magica intorno all’edificio. Ma è solo questione di tempo: si spezzerà. Per questo – credo - , nessuno si azzarda a uscire. La barriera crollerà. Da un momento all’altro, anche noi cominceremo a…cominceremo a…” Si interrompe. Nessuno di noi vuole che finisca la frase. E rimane in silenzio. Tutti lo facciamo.

Prendo un piccolo respiro, e  dico “Allora…Andiamo.”, prima di cominciare a camminare.

 

 

Sulfus POV

 

Camminare è stancante. Maledettamente, schifosamente stancante. Guardo gli altri, e capisco che non sono messi tanto meglio di me.

Dannazione. Non ricordavo che la scuola fosse tanto lontana. Sono ore che camminiamo, o almeno così mi sembra.

Il mondo intorno a me è così dannatamente strano…diverso…come se non fosse lo stesso di prima. Non riesco a orientarmi qui, proprio come se non ci fossi mai stato. E poi, d’un tratto, noto distrattamente un’ auto alla mia destra. Un’auto schiacciata da un albero. L’auto è vicina ad un marciapiede, e dietro di essa c’è una siepe. E dietro alla siepe, una casa.

Il mio sguardo rimane come incatenato a questi pochi dettagli finché non scompaiono dal mio campo visivo. Chissà perché, poi. Sto proprio impazzendo, in questo periodo.

Sospiro e socchiudo gli occhi, continuando a camminare.

Li riapro lentamente, e mi blocco di colpo.

Davanti a me, una stupida maledettissima auto schiacciata da un albero, con dietro una siepe. La scena è pressoché identica a poco fa, ma non può essere la stessa. Non può, perché non c’è la casa dietro la siepe. Non c’è niente. Come se il mondo aldilà della siepe non esistesse. La cosa, a dire il vero, è un po’ inquietante, ma cerco di non farci caso e riprendo a camminare.

E quando, per la terza volta di fila, mi ritrovo davanti una macchina schiacciata da un albero, circondata da una strana nebbiolina grigia, mi fermo di botto richiamando gli altri.

Li sento corrermi incontro, probabilmente pensano che sia apparsa chissà quale bestia.

Mi guardano preoccupati e io, in silenzio, indico semplicemente l’auto con un dito. E, ovviamente, mi ritrovo immediatamente puntate addosso 9 paia d’occhi che mi scrutano come se fossi pazzo.

Capisco che evidentemente vogliono una spiegazione per l’infarto che ho fatto prendere loro, e mi limito a dire “Guardate. È la terza volta. Non c’è più la casa. Né la siepe.”

L’angelo bassotto con i capelli blu che sembra un eschimese mi si avvicina con aria di chi è deciso a gonfiarmi di botte, e mi fa “Senti Sulfus, non è il momento ok? Falla finita di fare il bambino, non capisci che la situazione è critica?!?” Io sbuffo pesantemente, decidendo che fra tutti gli angeli questa qui è in assoluto quella più stupida.

“Miki, calmati! Almeno lascialo spiegare, no?”

“Ah, certo Raf, mi pare ovvio! Difendilo pure! Non capisco proprio cosa tu ci abbia trovato in lui, sul serio!” Grida prima di tapparsi la bocca con le mani. La vedo alzare lo sguardo dispiaciuto su Raf, che è ammutolita di colpo, e ha abbassato lo sguardo.

“Bel colpo Miki, sul serio!” E ovviamente, il carissimo paladino spennacchiato non perde occasione per difendere la  sua principessa.

“Ehm…io…Scusami Raf,non volevo…” Lei sorride malinconica, rassicurandola con un “Tranquilla, è tutto ok.”

Certo che è tutto ok, Raf è come al solito troppo gentile. Se fossi stato in lei, la sua amichetta non l’avrebbe passata liscia; poco ma sicuro.

“Ehm…Che stavi cercando di dire, prima?” Mi chiede Raf ancora imbarazzata.

Mi volto di nuovo verso l’auto, e comincio a spiegare. “È la terza volta che passiamo di qua.”

“C – cos…? Vuoi dire che stiamo girando in tondo?”

“Non lo so, credo di sì. Ma non è solo questo.” Faccio una piccola pausa. “La prima volta che siamo passati, c’erano una casa e una siepe, dietro all’auto. E quando siamo tornati qui davanti, erano sparite entrambe.”

Mi guardano tutti per qualche secondo, cercando di capire meglio dove voglio arrivare.

“Credo che questo mondo stia svanendo.”

E come se l’intero ecosistema avesse in qualche modo captato le mie parole e volesse mostrarci che erano vere, l’auto e l’albero diventano cenere davanti ai nostri occhi.

Ci guardiamo fra di noi, atterriti. E di colpo, cominciamo a correre. Non credo che qualcuno di noi sappia dove stiamo andando, anche perché con questa strana e uggiosa nebbia che sta calando non si vede un tubo. Credo che potrei tranquillamente andare a sbattere contro un palo e non accorgermene. Considerando poi che sto correndo all’impazzata, le probabilità di andarsi ad ammazzare finendo contro qualsiasi cosa aumentano almeno del 70%.

Cavoli: così non va. Rischiamo davvero grosso a correre così a vuoto, meglio fermarsi e cercare di ragionare. A quanto pare, sembra che io non sia stato l’unico a giungere a questa brillante conclusione, dato che uno dopo l’altro anche gli altri cominciano a rallentare fino a fermarsi.

Il tizio occhialuto comincia a parlare, con il respiro ancora ansante:“Ok. Ci serve un piano.”

Però, perspicace il tipo. “ E sentiamo, quattrocchi, cosa pensavi di fare?” A giudicare dagli sguardi degli altri, che sembrano volermi fucilare, capisco che è meglio lasciar stare il sarcasmo per un po’. Almeno fino alla conclusione di questa faccenda. Resisterò, almeno credo. Non che abbia troppe possibilità di scelta, comunque.

L’angioletto con gli occhiali ignora completamente il mio commentino sarcastico, e continua imperterrito “Io direi di dividerci e cercare un punto di riferimento qualunque, qualcosa che ci permetta di capire dove siamo e soprattutto, come si arriva alla nostra scuola.”

“Ehm…scusami Ang – Lì ma…a me non sembra un’idea tanto geniale…primo perché con questa nebbia non si vede niente…e secondo perché non sappiamo quello che potrebbe succederci, se ci dividiamo…” Sussurra Raf imbarazzata.

“Hai ragione, ma…che altre alternative abbiamo? Non possiamo restare qui…”

“Ok, ma almeno non dividiamoci tutti...Formiamo gruppi da 2, o 3 di noi!”

Il quattrocchi non risponde. La vedo guardarci tutti come per chiederci una risposta. “Allora…? Sta bene a tutti come piano?” Annuiamo in silenzio, non riuscendo in nessun modo a trovare una soluzione alternativa.

Sorride, tranquillizzata. “Per quel che riguarda i gruppi…?”

“…Direi che ci conviene formarne due da 3, e due da 2. Dividersi ulteriormente sarebbe inutilmente rischioso, e dividerci di meno renderebbe vano il nostro scopo.” Comincia a ciarlare lo spennacchiato fissato cogli aggeggini tecnologici. Giuro: tutte le volte che sento parlare mi viene l’orticaria. Ma come diamine fa Raf a sopportarlo?!?

“…Hmm…vediamo…secondo il mio Angel – Detector 3100 i gruppi ideali sarebbero…”

“Buono, fermati un attimo.” Lo interrompo seccato io. “fammi capire meringa alata, tu hai un aggeggio tecnologico e non lo hai usato per capire dove siamo?!?

Mi fulmina con lo sguardo; evidentemente il mio odio è ben ricambiato. “Tranquillo, Sulfus” dice, mettendo una particolare enfasi nel pronunciare il mio nome. “Per fortuna non tutti abbiamo il tuo – scarso – quoziente intellettivo. Ho provato a localizzare la nostra posizione, ma è come se fossimo incastrati da qualche parte. Dovunque siamo ora, non è dov’eravamo stanotte.” Rimane in silenzio per un po’, evidentemente preoccupato, prima di scrollare lievemente la testa e ricominciare con i suoi discorsetti stile seguite – tutti – me – che  - sono – il – genio.

“Dicevo, che secondo il mio Angel – Detector 3100 i gruppi migliori sarebbero…i…ehm…gruppi migliori…” E ora che gli prende? Com’è che il saputello s’è azzittito tutto d’un tratto?

Oh…no. No, non può essere. Sarebbe un classico. Fin troppo classico. Praticamente impossibile. Succede solo nei film!

“Ehm…dicevo che…i gruppi sarebbero…cioè…inserendo tutti i nostri parametri risulta che…i gruppi…”

“Oh insomma zuccherino, ti vuoi muovere?” Sbotta Kabalé.  

“Oh…? Ehm…si…! Kabalé con Mefisto e Uriè, Gas con Ang – Lì, Cabiria con Miki e…”

No. NON. È. POSSIBILE. Dai, sul serio…! È proprio…proprio…

“…e Raf con Sulfus e Gabi…cioè, con me.”

 

…Proprio un maledetto, dannatissimo, classico.

 

FINE 13 capitolo!

Allora? Che ne dite? Com’è il capitolo? Spero non così orribile…comunque continuerò presto, ciao a tutti! ^^

 

Ringraziamenti:

 

X solandia: Sono contenta che la storia ti piaccia, sul serio! E poi le tue recensioni sono sempre graditissime, ti ringrazio tanto ^^ Che ne pensi di questo capitolo?

 

X Lione94: bè, se è Kabalé che vuoi, nei prossimi capitoli cercherò di farla comparire di più! xD

Tu però continua a seguirmi ok? Ci conto ^^

 

E ringrazio ovviamente le 16 persone che hanno aggiunto questa storia alle preferite e le 21 che l’hanno  aggiunta alle seguite. Grazie davvero! Ringrazio anche chi semplicemente, mi segue sempre, è molto importante per me. =3

Ciao a tutti, al prossimo aggiornamento!

 

 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Angel's friends / Vai alla pagina dell'autore: Rein94