Titolo del capitolo: Il cerchio si chiude.
Rating: Arancione
Informazioni: Non vi ho fatto aspettare tanto. Eccomi qui. Oggi è il secondo capitolo che posto, il primo è stato Il peccato, l'amore. Ora torniamo a questa storia, wow siamo alla fine, nel vero senso della parola, perché siamo all'epilogo. Non è molto lungo, è conciso e "incolla" i pezzi del puzzle. Spero vi piaccia, non ci ho messo molto a scriverlo e non so se è molto realistico, ma non ho "saputo" fare di meglio. Grazie, davvero grazie a tutti. Non voglio commuovere e annoiare nessuno ma è anche grazie a voi - in minima parte se devo essere sincera - se ho concluso questa storia. Come avevo detto proprio fin dall'inizio, questa storia l'ho scritta principalmente per me e sapere che sono non l'unica che ha provato queste cose - perché i sentimenti, alcune scene e alcune sensazioni sono reali - non li ho provati solo io, Mi spiace di aver "perso" qualche lettrice durante la storia, ma va bene lo stesso. Ripeto: l'ho scritta principalmente per me stessa. Grazie a tutti.
~ E' SOLO PER UNA PROMESSA? ♡ ~
<<. ¢αριтσℓσ иσνє: ιℓ ¢єя¢нισ ѕι ¢нιυ∂є .>>
Bella's Thoughts
Sospirando, spengo l'auto e chiudo gli occhi appoggiando il capo al poggiatesta dell'auto. So che devo scendere e arrivare fino all'entrata del pronto soccorso ma mi è un po' complicato in questo momento. Continuo a prendere dei profondi respiri e mi accarezza la pancia. Aprendo gli occhi, afferro il cellulare e chiamo Edward, sto cercando di rimanere calma, di non cadere nel panico... d'altronde non ce n'é bisogno, devo solo partorire. << Bella lo sai che devi chiamarmi per un'emergenza. E' successo qualcosa? >> E' tranquillo ma parla a bassa voce, evidentemente l'ho trovato proprio in un momento sbagliato. << Tuo figlio sta per nascere, pensi sia abbastanza importante? >> Sospiro e aspetto una sua reazione che non tarda ad arrivare: balbetta, sputa parole senza senso e si sta agitando. Sorrido nel solo immaginarlo. Il travaglio sarà lungo - anche se spero di no - le acque mi si sono rotte due ore fa, e ora incomincio a sentire i primi dolori e le contrazioni lontane che preannunciano il parto. << Edward, sono nel parcheggio dell'ospedale, vieni a prendermi con una sedia a rotelle. Non sono ancora abbastanza dilatata, mi si sono solo rotte le acque. Sbrigati! >> Attacco e attendo mentre respiro profondamente e mi accarezzo la pancia. E' il nostro primo figlio ma tutta questa fermezza ce l'ho solo perché so pienamente cosa accadrà - avendolo fatto tantissime volte. Sono emozionata, ma non voglio farmi prendere dal "panico", basta già Edward. La mia portiera viene aperta e sorrido nel vedere Edward con il fiatone e dei colleghi - agitati quanto lui - aiutarmi a scendere e sedermi sulle due ruote. Sorrido alzando gli occhi al cielo. Al quinto mese ho smesso di lavorare, la vista del sangue mi annebbiava i sensi e mi faceva venire la nausea, per cui sono dovuta stare a riposo e per il mio caro maritino è stato un modo in più per "proibirmi" di fare le cose in modo esagerato. Lo giuro, il prossimo figlio lo fa lui! << Ragazzi? Ragazzi... guardate che devo solo partorire! >> Un urlo strozzato esce dalle gole di tutti e facendo finta di ascoltare Edward mi metto a riempire un modulo che mi è stato consegnato da un'infermiera.
E' così strano fare la paziente invece che il dottore ma ora non ci devo pensare. Devo semplicemente regolare il respiro e non spingere durante una contrazione. Ho la fronte sudata e le contrazioni sono ogni cinque minuti - più o meno. So che non manca molto e so per certo che fuori ci sono le nostre famiglie. Sono due anni che - Edward ed io - siamo sposati, viviamo ancora nella stessa casa e finalmente siamo dei veri medici, non più specializzandi. Il caso ha voluto che Ed diventasse un medico di neurochirurgia e io... un cardiochirurgo. Ho sempre detto no ma con gli anni ho notato in primis l'abilità e il piacere che provavo mentre operavo su un cuore o lì vicino. Beh non ho rinunciato a neonatale ma prenderò la specializzazione più in là, ora voglio solo pensare a far nascere il mio bambino!
<< Sei dilatata, possiamo andare in sala parto. >> Faccio dei piccoli e veloci respiri e cerco di non urlare mentre vengo percossa da una contrazione, stringo la mano di Edward e lo sento gemere per il dolore. Mi spiace per lui ma mi ha messo in questa situazione, beh deve soffrire anche lui! << Tu. Vieni. Dentro. >> Mi è complicato parlare tranquillamente, perciò devo prendere un respiro a ogni parola. Lui, intimorito, annuisce e si va a preparare - non prima di avermi detto di stare tranquillo e che è l'uomo più felice del mondo - per poi entrare in sala parto.
<< D-da questa. Prospettiva, è tutto diverso. >> La dottoressa Montgomery ride e mi allarga maggiormente le gambe. Sono sfinita e il vero parto deve ancora cominciare, ora capisco le mie pazienti! Edward mi affianca e mi stringe la mano, lo osservo; è emozionato, ha gli occhi lucidi ed è pur sempre bellissimo. Anche con quell'orribile cuffietta verde di plastica. Cerco di sorridere ma una contrazione mi sorprende facendomi urlare e gemere di dolore. Seguo - o almeno ci provo - le indicazioni che mi da la dottoressa ma in un momento come questo speri solo che vada tutto bene e che il "dolore" svanisca presto. << Bella, è uscita la testa, ancora un ultimo sforzo. >> Sbuffo e prendo aria, cazzate, quale ultimo sforzo! La testa è il minimo, da lì ci devono ancora uscire le spalle e allora sì, che sarà dolore. Cerco di non pensarci e spingo mentre una contrazione mi sovrasta. Edward è stato piuttosto silenzioso ma non importa non in questo momento e sinceramente m'importa ancora meno quando sento le urla del piccolo. Piango e Edward si volta verso di me accarezzandomi il volto. << Siamo genitori. Ti amo amore, grazie. Grazie. >> Sorrido piangendo e lo afferro per la tutina verde, spingendolo verso di me per baciarlo, mi lascia fare e gliene sono grata. Lo amo.
La dottoressa, dopo averlo lavato e controllato, lo porge a Edward, io cerco di mettermi a sedere ma sono sfinita. << Allora, come lo chiamate? >> Edward mi osserva e mi passa il piccolo. Oddio è un maschio! Sì, non avevamo voluto sapere il sesso del piccolo. Mi scambio un'occhiata con mio marito e insieme annunciamo il nome. << Francesco James Cullen. >> Francesco, come il secondo nome di mio zio e James, beh in memoria del suo migliore amico. Sorrido guardando il piccolo sdraiato sul mio petto che ascolta il battito del mio cuore. E' bellissimo e finalmente mi sento completa, il cerchio si è chiuso e ne sono felice. Una famiglia, ora siamo una vera e propria famiglia.
... The End ...
Un grazie immenso va a chi mi ha sempre seguita, appoggiata e in un certo senso confortata.
Un grazie va a chi ha semplicemente letto questa storia.
A chi ha commentato e creduto in me lusingandomi troppo. Grazie.
Sono state 124 e 134 le persone che hanno seguito e preferito questa storia. Grazie.
In memoria di Corrado Francesco Ligarò.
Nato il 20/09/52 - Mancato il 14/08/09
Ti voglio bene zio, grazie di tutto.
JessikinaCullen