Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: camelow    07/02/2010    3 recensioni
Questa storia vede un Sirius Black alle prese con un sentimento del tutto nuovo e inaspettato, qualcosa che lo confonde e al tempo stesso lo intriga. Riuscirà il bell'animagus, grazie anche all'aiuto di un'amica impicciona e pure lei confusa, ad ammettere e dichiarare il suo amore a Remus? O si tirerà indietro?
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: I Malandrini, Peter Minus | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Incolla qui il testo.

-CAPITOLO UNO-

 

 

 

 

Sirius Black se ne stava seduto sulla riva del Lago Nero, il vento che gli scompigliava i capelli, lo sguardo perso verso l’orizzonte.

Contemplava quel silenzio innaturale di un soleggiato pomeriggio di inizio ottobre, conscio del fatto che probabilmente quella avrebbe potuto essere una delle ultime occasioni per riflettere in un posto tranquillo e immerso nella natura prima dell’inverno.

Rare volte nella sua carriera scolastica aveva sentito il bisogno di allontanarsi dai suoi amici per lasciare fluire i suoi pensieri liberamente, ed ogni volta i motivi erano stati più che seri: lo aveva fatto l’anno prima, quando era stato così irresponsabile da suggerire a Piton di percorrere il tunnel per la Stamberga Strillante, provocando così l’ira di Remus, che non gli aveva rivolto parola per le due settimane successive. Quell’occasione aveva visto per la prima volta nella storia l’orgoglioso ragazzo seriamente pentito e preoccupato per  una ragione, e gli ci erano volute innumerevoli sedute in quel luogo solitario per lenire i suoi sensi di colpa.

La cosa strana era che in quel momento non c’era un motivo se si trovava lì. Semplicemente…

Aveva voglia di stare un po’ solo, in pace con sé stesso. Dubitava che i suoi amici avrebbero creduto che dietro questo suo improvviso bisogno di isolarsi non ci fosse una valida ragione: Peter avrebbe di sicuro pensato che si trattava di una scusa per imboscarsi da qualche parte con una ragazza; James dal canto suo era in assoluto la persona che lo conosceva meglio al mondo, ma l’immagine di un Sirius pensatore sarebbe stata per lui nuova quanto per Peter. Forse, l’unico che avrebbe potuto credergli senza fare troppe domande era…

- Ehilà –

 …Tu guarda. Neanche a volerlo.

Remus Lupin camminava lento verso di lui, la solita aria calma, il suo sorriso rassicurante stampato in volto.

- Ci chiedevamo dove fossi finito – disse, mentre prendeva posto accanto a lui.

Sirius di rimando esibì un ghigno.

- Ho sempre saputo che senza di me non siete niente, ma addirittura venirmi a cercare dall’altra parte della scuola…-

- Non ti esaltare. Sei sparito con i miei appunti di Incantesimi e con la pergamena contenente il nuovo piano di James su non so che scherzo da fare ai Serpeverde. Ovvio che ti sono venuto a cercare –

Sirius sorrise: - Non cercare scuse, Moony…la verità è che non riesci a fare a meno di me –

Remus ridacchiò:- Sarà…ma non sono certo io quello che prega l’altro di passargli gli appunti di tutte le materie pallose, alla fine di ogni settimana – fece una pausa. – Ad ogni modo…cosa c’è che non va?-

Sirius chiuse gli occhi. Lo sapeva.

- Niente-

- Non dire cavolate. Ultimamente sei strano: fai poco casino e soprattutto tendi ad isolarti. Credi forse che non l’abbia notato?-

Sirius tacque. Remus tra i suoi amici era quello con più spirito di osservazione, ma mai avrebbe immaginato che questi fosse in grado di carpire un così impercettibile cambiamento. Specie perché lui stesso non se n’era accorto.

Ora però che aveva modo di rifletterci meglio, si rese conto che era vero: c’era qualcosa che lo tormentava, più o meno da settembre, ma non riusciva a dare un nome a quel suo stato d’animo.

Forse…iniziando a parlare, pur non avendo la minima idea su dove il discorso sarebbe andato a parare, avrebbe finalmente trovato le parole per definire quel malessere…

- E’ che…mi annoio – bofonchiò.

- James ora passa tutto il suo tempo con Lily… Sono felicissimo per lui, non fraintendermi Moony… solo che sono secoli che io e lui non facciamo una chiacchierata come si deve. Gli unici momenti in cui abbiamo modo di scambiare 4 parole sono le lezioni, e li sprechiamo tentando di pensare ad una qualche cazzata in grado di far parlare di noi, mentre noi di fatto non parliamo. Non come una volta, almeno.-

Remus tacque un attimo. Poi sorrise.

-Finalmente ammetti che quelle che pensate sono pure cazzate. Non hai più 14 anni, Padfoot. Non puoi sperare che tutto resti sempre lo stesso. La gente cresce…-

- Ma…ma James…- boccheggiò Sirius. Forse aveva effettivamente centrato il problema: il sottile senso di vuoto che sentiva da all’incirca l’inizio della scuola, quando aveva saputo che il suo migliore amico e la ragazza dei suoi sogni si erano scritti per tutta l’estate e che ora, nonostante ufficialmente non lo fossero, si comportavano di fatto come una vera coppia.

- James niente, Sirius – ribattè l’altro – James è cotto di Lily da quando aveva 12 anni. E’ ovvio che le sue attenzioni ora siano tutte rivolte a lei! Dagli un po’ di tempo. Appena capirà che non rischia di perderla se anche la trascura un po’ per stare con i suoi amici… tornerete a parlare delle cazzate di una volta.-

Sirius sorrise. Amava e odiava quel ragazzo. Lo odiava perché aveva sempre ragione, e lo amava perché, anche quando tutto sembrava andare storto, aveva la facoltà di farlo sentire meglio.

Tornò a volgere lo sguardo verso il lago. Il sole stava tramontando, e di lì a poco si sarebbe fatto buio.

In quel momento il bel malandrino si sentì legato a quel luogo come non mai:pareva quasi essersi di colpo reso conto che aveva 17 anni, e che quello sarebbe stato il suo ultimo anno a Hogwarts.

Ultimo anno di scherzi, risate, amici. L’ultimo anno a casa.

-Sai Moony…una parte di me vorrebbe restare qui per sempre.-

Non era riuscito a trattenersi. Avvertì lo sguardo stupito dell’amico su di sé. Poteva capirlo: non era da lui fare discorsi del genere. C’era un pizzico di malinconia nella sua voce che non si sentiva spesso, tanto meno senza una causa apparente…  

- Ci pensi? Una vita senza problemi, in cui l’unica preoccupazione è “quale castigo sarebbe più appropriato per Mocciosus, dopo l’insulto che ha rivolto a Prongs?” e giù a elencare le soluzioni più svariate, e ridere, ridere… solo noi 4. Così. Per sempre.-

Sapeva che doveva avere un’aria estremamente ebete in quell’istante, ma sapeva anche che Remus non lo avrebbe preso in giro per questo. Lo sentì quasi subito mormorare:

- Non sarebbe male, Sirius…ma io, e credo anche gli altri… vogliamo andare avanti. Personalmente non vedo l’ora di mettermi alla prova nella vita vera, e se ti conosco bene…so che anche tu non sei da meno. Insomma, mi hai parlato per tutto l’anno scorso dell’Accademia Auror!...-

 - So di cosa ho parlato per tutto l’anno scorso… – lo interruppe l’altro -…e credimi…la penso ancora così, ma…-

- Ma cosa? –

Sirius sospirò. Già, “ma cosa”? Cosa c’era che lo turbava tanto?...

-Ci perderemo.- Di nuovo, quasi non si era accorto di quelle parole ingombranti che senza alcun preavviso avevano deciso di uscirgli di bocca. Abbassò d’istinto lo sguardo, e si vergognò: si stava mostrando debole, e Sirius Black odiava mostrarsi nella sua debolezza…

-Ma cosa stai dicendo?- riprese l’altro, dopo una breve pausa.        

-Oh, andiamo, Moony! Chi vogliamo imbrogliare?! Magari nei primi anni da indipendenti ci vedremo anche spesso, ma sta’ pur certo che più tempo passerà e meno ci sentiremo. Sarà involontario, ovvio…ma il lavoro, la famiglia…chissà, magari anche il trasferimento in un’altra città…ci faremo lentamente assorbire dalle nostre nuove vite. E ci dimenticheremo gli uni degli altri.-

Non aveva quasi respirato per tutta la durata del discorso. Non osava voltarsi per guardare in faccia l’amico…

-…Lo pensi veramente?- La voce calma di Remus pareva essere carica di un intrico tale di sentimenti che nemmeno il miglior psicanalista babbano sarebbe riuscito a capire cosa passava per la testa del licantropo in quel momento.

Alla sua domanda, Sirius avrebbe tanto voluto rispondere di sì. Ma sarebbe stata un’enorme bugia, perché sapeva benissimo che nemmeno il più potente incantesimo di memoria avrebbe potuto fargli dimenticare i suoi amici.

-No - si ritrovò a dire -…voi vi dimenticherete di me. Io no.-

Remus sospirò. Sirius credette di avvertire un sorriso sollevato.

-Negli anni non sei cambiato affatto, Sirius. Pochi minuti fa ho pensato che tu fossi maturato almeno un po’, ma ero molto ottimista. Sei lo stesso individuo egocentrico arrogante con manie di protagonismo che ho conosciuto sull’espresso di Hogwarts, 6 anni fa. E non osare interrompermi!- aggiunse, puntando il dito contro l’amico che aveva aperto bocca per ribattere.

- Ti credi più forte di noi? Sei dell’idea che butteremo all’aria tutti questi anni nel momento esatto in cui usciremo da quel cancello…- alzò il braccio in direzione dell’imponente accesso alla scuola, che però non era visibile dalla loro postazione-…per l’ultima volta?-

Sirius era rimasto di sasso di fronte alla reazione decisa dell’amico. Raramente aveva visto Remus alzare la voce, e sapeva che in quelle occasioni non conveniva parlare a sproposito.

-Quando avete scoperto il mio segreto, anziché ripudiarmi, come avrebbe fatto chiunque altro al vostro posto, avete scelto di rimanermi vicino. Addirittura di diventare Animagi… per me. Come puoi anche solo lontanamente pensare che mi dimenticherò di tutto questo con il passare del tempo?...O magari mi sbaglio…magari in realtà mi siete diventati amici solo perché era l’unico modo per star sicuri che non vi avrei sbranati nel sonno, in un momento di inconscia follia…-

- Ora sei tu che spari delle cazzate, Moony.-

Remus sorrise. Anzi, ghignò.

-Ecco, appunto-

Seguì un lungo silenzio, durante il quale Sirius ripensò alle parole che aveva appena udito…e si rese conto che quella specie di morsa che gli stringeva lo stomaco da quasi l’inizio dell’anno ora si era decisamente allentata. Incrociò lo sguardo di Remus e gli rivolse un sorriso lieve: non voleva dargli troppe soddisfazioni.

-Io mi avvio, è ora di cena…- disse Remus, alzandosi-…vieni?-

-Tra un minuto. Tu vai, intanto-

L’altro annuì e si voltò; aveva mosso pochi passi quando Sirius si ricordò si una cosa:

-Ah, Remus…-

L’altro si girò:- Dimmi-

Sirius volse prima lo sguardo a terra, poi di nuovo sull’amico. Infine pronunciò una semplice parola, nei cui confronti in passato aveva sempre avuto una certa reticenza, ma che 6 anni  di amicizia e valori morali ritrovati lo avevano portato ad usare sempre più spesso…

-Grazie-

 Il volto di Remus si illuminò. Nel vero senso della parola, perché in quell’istante il sole, ormai morente, riversò su di lui gli ultimi flebili raggi della giornata, andando così a sottolineare in una maniera che pareva quasi studiata il sorriso radioso che aveva preso il posto dei suoi normali tratti gentili.

-Ma ti pare?- ribatté, socchiudendo lievemente gli occhi per ripararsi dalla luce del sole.

 E fu quello il momento.

Sirius avvertì una nuova sensazione di fastidio presso il basso ventre, un dolore acuto ma diverso da tutti quelli fino ad allora provati. Era tuttavia piacevole per certi versi: era simile a quel miscuglio di eccitazione e adrenalina che sentiva quando stava per fare sesso, solo più dolce…che diavolo poteva significare?

 

                                                                             

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: camelow