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Autore: Ernil    07/02/2010    10 recensioni
Fra il 9 gennaio 1960 e un indeterminato giorno di quasi estate del 1998, Severus Snape è riuscito a infilare una delle vite più meravigliose che siano mai state raccontate.
Questa è la sua storia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Severus Piton, Voldemort
Note: Raccolta, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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La Sala Grande si apriva enorme sopra di loro; Severus alzò la testa, come tutti gli studenti del primo anno, per osservare la cupola di stelle che era il soffitto.
Casa sua avrebbe potuto tranquillamente entrare lì dieci volte.
Ma questa, ora, è casa mia.
La gola gli si strinse al pensiero. La sua nuova casa. Le sue nuove mura. La sua nuova vita.
Lily era in parte a lui. Aveva gli occhi spalancati come se avesse voluto afferrare tutto in una sola occhiata, le pareti altissime, i tavoli, gli stendardi, le lunghe finestre ogivali, i fantasmi semitrasparenti. La sua bocca era aperta in una piccola, perfetta O di meraviglia.
Severus distolse a forza lo sguardo da lei, concentrandosi sugli studenti seduti ai tavoli – tutti gli occhi erano su di loro. 
A Severus non piaceva quella sensazione – quella di essere un animale in mostra, intrappolato e strano, sconfitto e esaminato mentre tutti loro camminavano lentamente, spaventati, in mezzo ai tavoli. Era come tornare ai tempi delle elementari. Quando le maestre gli gettavano sguardi strani, molto strani, prima di decidere cosa fare di lui.
E poi, all’improvviso, mentre Severus stava dando occhiate chiuse tutto intorno e Lily ancora non parlava per lo stupore, il chiacchiericcio costante degli studenti sparì.
Severus si sporse sulle punte dei piedi per vedere cosa accadeva.
La strega dal volto severo che li aveva accolti – la professoressa McGonagall, Trasfigurazione, ricordò Severus a sé stesso – aveva portato davanti al tavolo dei professori un cappello, sopra uno sgabello.
Severus non era mai stato abituato a vestirsi bene, ma anche a lui quel cappello parve malconcio e antico, molto antico. Toppe e pezze ne costellavano la superficie, e vicino al bordo c’era uno strappo che...
Severus sobbalzò, e con lui tutti quelli del primo anno, e la mano di Lily si strinse attorno alla sua, quando il Cappello cominciò a cantare.

C’è stato un tempo, molto lontano,
in cui ero un cappello mondano,
sul capo di Godric io ero posto
mentre questo castello nasceva tosto;
e io ero lì, dritto e bello,
quando Salazar concepiva il modello
su cui con Tassorosso e Corvonero
avrebbe fatto Hogwarts, il miglior maniero!
ne avrebbero fatto la scuola più fiera,
dove avrebbero insegnato in ogni maniera
come la magia si deve governare,
fin dove spingersi, dove non osare!
Da tutto il mondo venivan studenti,
ansiosi di sapere, gli animi ardenti;
Godric si prese quelli di nobile cuore,
che tutto osavano per coraggio e onore;
Cosetta scelse coloro i quali
in mente e saggezza non avevano eguali;
Tassorosso accolse nella sua casa gli equi,
forti d’animo, di lavoro mai quieti;
Serpeverde colse con minuzia
gli ambiziosi, eccelsi in astuzia;
per lungo tempo per Hogwarts gonfiarono i petti,
affinando menti, affilando intelletti;
ma non vollero che alla loro morte,
della scuola venissero chiuse le porte;
perciò mi fecero, senziente e imparziale, 
a continuar la loro opera finché Hogwarts potrà durare;
e io vi dico che in mille anni
cogli studenti non ho mai fatto danni.
Quindi che abbiate destrezza o pazienza,
che siate ricchi in coraggio o intelligenza,
calatemi sulla vostra testa con cuore sincero
e lo Smistamento dirà il vero!

Scoppiò un applauso; il battito di mani sembrò salire fino al soffitto. Perfino i fantasmi applaudivano con entusiasmo.
Severus deglutì. Sapeva dello Smistamento, ma sua madre non gli aveva mai detto del Cappello. L’idea di farsi Smistare da qualcosa del genere gli dava in qualche modo il voltastomaco. Aveva detto che non aveva mai sbagliato, ma la cosa non lo faceva sentire più sicuro, non al pensiero che sarebbe stata una decisione che avrebbe influenzato tutta la sua vita.
Ma lui sarebbe andato a Serpeverde; non era quello che lo preoccupava. Si voltò a guardare Lily, e condivise con lei un sorriso che non si sentiva fino in fondo. Una strana, cupa creatura sembrava aver cominciato a stringergli la bocca dello stomaco, e la sensazione divenne ancora più forte quando la professoressa McGonagall cominciò a chiamare gli studenti.
« Avery, Amarinta! »
Tutti gli studenti del primo anno si sporsero quando la bambina si mise il Cappello sulla testa, in attesa che quel vecchio straccio le mangiasse la testa, o qualcosa di altrettanto terrificante.
Non avvenne; tutto ciò che avvenne fu che ci fu silenzio, per qualche lungo, estenuante attimo, e poi:
« Serpeverde! » urlò il Cappello.
Il tavolo sulla destra esplose in un applauso; Severus si chiese se fosse in un qualche modo di buon auspicio che il primo Smistato fosse della propria casa, ma il pensiero volò via in fretta man mano che seguiva lo Smistamento; vide quel Black diventare Grifondoro all’istante.
Un altro buon motivo per non andarci, assolutamente.
Si era ripromesso, a casa e in treno, di guardare bene i professori, ma ora la stretta allo stomaco era davvero troppo forte, e non alzò lo sguardo neanche una volta dal Cappello.
E poi, accadde.
« Evans, Lily! »
Severus non se l’era aspettato, concentrato sul suo disagio, ma quando alzò lo sguardo Lily stava già andando; la sua presenza calda e sorpresa ed eccitata non era più accanto a lui, ma si era già fatta largo fra i bambini, e ora camminava in mezzo alla Sala, e ora si sedeva e il Cappello calava a coprire i suoi occhi verdi e la sua espressione spaventata; Severus scivolò verso i bordi del gruppo e poté vedere le piccole mani di Lily stringersi attorno ai bordi dello sgabello.
Ti prego, pensò. Non sapeva bene chi stesse pregando, ma lo fece con tutta la concentrazione di cui era capace. Ti prego. Ti prego. Serpeverde. Ti prego.
Lily non rimase seduta per più di un secondo, perché il Cappello aprì la bocca e...
Ti prego.
« Grifondoro! »
L’essere che gli stringeva lo stomaco sembrò incendiarsi; la delusione gli scorse sotto pelle, e gemette; non gliene fregava niente che alcuni bambini si fossero girati a guardarlo: lui guardava Lily.
E Lily scivolò giù dallo sgabello togliendosi il Cappello, e lei gli diede solo un piccolo sorriso prima di dirigersi verso il tavolo dei Grifondoro.
Severus si fece largo a spintoni per vedere dove si fosse seduta; strinse le labbra quando vide Black farle posto, ma Lily gli voltò le spalle.
Una magra rivincita, pensò Severus, ascoltando appena mentre anche quel Potter veniva Smistato, insieme a quello dall’aria malata e quello ansioso.
Severus lasciò scivolare i suoi sguardi su di loro.
Grifondoro.
Era diventata una Grifondoro.
Erano rimasti solo undici o dodici studenti, quando la professoressa McGonagall chiamò il suo nome.
« Snape, Severus! »
Severus non guardò nessuno raggiungendo il Cappello; si sedette e se lo calò sulla testa, e all’improvviso fu buio.
« Uhm » disse una vocina al suo orecchio, e Severus si costrinse a non sobbalzare. « Uhm. Cervello, abilità... un po’ di coraggio ». Severus attese. Il Cappello continuò a parlargli all’orecchio: « Allora, vediamo... ambizione, parecchia. Astuzia da vendere, quindi sì, direi... Serpeverde! »
L’ultima parola fu urlata alla Sala, di improvviso, e prima ancora di rendersene conto Severus si era tolto con gesti automatici il Cappello e stava dirigendosi verso il tavolo di Serpeverde, che stava gridando.
Non si voltò nemmeno una volta per guardare Lily, mentre camminava; il mostro nel suo stomaco sembrava essere scomparso, o dormire, e Severus non aveva idea di cosa pensare.
Forse non farlo sarebbe stato meglio. La decisione era stata presa.
Era andata. Era un Serpeverde.
Era sempre più lontano dal tavolo di Lily. Appena fu vicino, un ragazzo biondo del settimo anno gli diede una pacca sulla spalla; in un attimo, Severus fu seduto accanto a lui. Sulla veste nera gli brillava una spilla da Prefetto.
« Benvenuto nella Casa migliore, Severus. Io sono Lucius Malfoy ». Aveva una parlata ampia e strascicata, e occhi grigi che forse, pensò Severus, spiegavano perché la metà delle ragazze di Serpeverde lo stesse guardando con aria cupida.
Severus contrasse le sopracciglia; guardò la mano che gli veniva tesa, dove brillavano due anelli, e poi guardò di nuovo il ragazzo. Gli stava sorridendo. Severus strinse la mano con aria incerta.
« Severus Snape » disse. Lucius schioccò la lingua.
« Snape. Purosangue? » chiese. « Non avevo mai sentito il tuo cognome ».
Severus gli lanciò un’occhiata storta. Lui sì che aveva sentito parlare dei Malfoy.
« Lo sentirai presto » mormorò, nel momento in cui il vecchio seduto al centro del tavolo delle autorità si alzava.
Severus lo guardò. Aveva una lunga, fluente barba bianca, legata attorno alla vita da un laccetto di un orribile color viola. Indossava un vestito di un blu scuro, costellato di stelle argentee.
Sul naso ricurvo erano appollaiati due occhiali a mezzaluna e, dietro le lenti, due vividi occhi azzurri scrutavano benevoli la Sala Grande.
Severus sapeva chi era. 
Albus Dumbledore, Preside di Hogwarts, eccetera.
« Quello è Albus Dumbledore » gli sussurrò Lucius in un orecchio. « Non farti ingannare dalle apparenze, è un mago molto potente. Il peggior nemico del Signore Oscuro ».
Severus inarcò un sopracciglio. Dumbledore aveva spalancato le braccia come se avesse voluto abbracciarli tutti. Quello che disse fu solamente:
« Benvenuti, tutti voi! Un saluto ai vecchi amici ritrovati e uno ancora più grande ai nuovi arrivati. Parleremo più tardi di cose noiose. Ora tutto quello che mi rimane da dire è solo: pancia mia, fatti capanna! »
Ci furono grida di approvazione, mentre il vecchio tornava a sedersi. Severus si voltò verso il tavolo, e Lucius rise della sua faccia sorpresa quando vide i piatti improvvisamente pieni di cibo.
« Beh » disse Lucius, mentre lo stomaco di Severus tornava a farsi sentire, « benvenuto a Hogwarts, Snape ».

 

Note dell’Autrice:

*la suddetta Autrice arriva arrancando*

Sono tornata meno di un’ora fa da una bellissima, massacrante fiera del fumetto di Milano (*manda amore a Eiden*), ho corretto il capitolo (*manda ancora più amore a Emme*) e adesso rispondo alle vostre stupende recensioni (*manda amore anche ai lettori*), non arrabbiatevi se non sarò pimpante come sempre XD *sviene*

P.S. Oh my god, c’è Dumbledore! *strasviene*

P.P.S. Scrivere la canzone del Cappello Parlante mi ha umiliato tantissimo, dovrei essere una scrittrice, io (ehm ehm), non una cantautrice, quindi... perdono! *in ginocchio*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piccola Vero, grazie, grazie XD Snape è davvero cattivo con  Lupin XD Grazie mille! La mia sorellina è nata, alla fine, proprio domenica! Si chiama Paola ^____^ Un bacio anche a te!

Zippolino, già, povero Sev, proprio i Malandrini si ritrova ç___ç Che sfiga! Pensa che io ho praticamente la tua età XD Non rinunciare ad avere una sorellina, si sa mai XD Un bacio!

Neragufetta, grazie, grazie, grazie! *triplice inchino* Baderemo anche ai Malandrini, non temere XD Remus ci sarà ancora! Grazie mille! Un bacio!

Sklupin, sono felice che, nonostante l’attesa, il capitolo sia stato all’altezza ^___^” Ti ringrazio davvro tanto! Sei guarita o no? XD Un bacio!

Stars Daughter, ooooh, grazie *____* Sono felice che ti piacciano tanto quelle frasi *//* Grazie mille!

Lynx, stupidi Malandrini XD Sono felice che ti sia piaciuto il chap, e sì, Severus era incupito... grazie mille! Un bacio!

Severus, già, troll ç____ç Grazie mille per la fiducia! Un bacio!

Lewis, ehi, ciao! Sono felice che si sia evoluta bene, nella tua assenza, questa fic XD Grazie mille, davvero! Un bacio!

Takemeaway, grazie, e benvenuta! Di solito do un benvenuto migliore, ma sono davvero tanto tanto di fretta ç___ç Sono felice che ti piaccia così tanto! E un grande abbraccio alla neo Snappista! Benvenuta in questa piccola famiglia – XD sono pochi quelli veri! Un bacio!

Lyla, devo scappare anch’io, fratellini che mi chiamano, ma voglio dirti un grande GRAZIE e appena ci sentiamo su msn ti ricoprirò di incenso, oro e mirra! Un bacio!

*fugge*

   
 
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