Note
dell’autrice: salve a tutti. In questo giorno così speciale per il fandom di
Sherlock Holmes, ho pensato di buttare giù questa shot. Non so da dove mi sia
uscita l’idea, però spero di riuscire a strapparvi un sorriso.
Testimone
“… e così
vorrei che foste voi”
“Che fossi io
cosa?” chiese il detective, lasciando fuoriuscire un po’ di fumo dalla bocca con
aria svogliata.
Era un ameno
pomeriggio di maggio ed i due amici sedevano nel salottino al 221/B di Baker
Street, a conversare amabilmente come al solito. In altre parole, Watson parlava
ed Holmes, il più delle volte con il bocchino di una delle sue pipe tra i denti,
ascoltava, senza davvero assimilare ciò che il suo Boswell diceva. Non che non
ci provasse, ovvio, ma il suo cervello si era ormai abituato ad eliminare tutte
quelle informazioni che non si sarebbero rivelate utili per le sue esperienze
future.
Così, quando
il dottore si era messo a parlare del tempo, dei fiori, di luoghi di
villeggiatura, aveva automaticamente smesso di incanalare informazioni e si era
messo a pensare ad un bellissimo quanto difficile concerto di Shostacoviç che
aveva intenzione di studiare nel prossimo futuro.
Quando però
Watson aveva concluso il suo discorso con una richiesta, si era trovato
improvvisamente spiazzato.
“Ma Holmes,
mi stavate almeno ascoltando?!?” fu l’esasperata, ma soprattutto giustificata,
reazione del dottore.
Cercò dunque
di sforzarsi per ricordare qualche dettaglio che potesse tornargli utile. Tra i
vari movimenti del concerto, gli era parso di udire le parole “Mary”, “fine del
mese”, “matrimonio”….
Si bloccò
immediatamente, sbarrando gli occhi e perdendo un po’ di colore dal volto.
Watson, che
l’aveva osservato attentamente, vedendo il repentino cambiamento d’espressione,
seppe che il suo amico aveva ricordato cosa gli era stato
chiesto.
Non poté
trattenersi dal sorridere, sebbene un’ombra di preoccupazione oscurasse la sua
ilarità. Si decise dunque a ripetere la domanda, stavolta con un po’ di
esitazione:
“Holmes,
vorreste essere il mio testimone di nozze?”
Il detective
si voltò a guardarlo con un’espressione sorpresa, che raramente dipingeva i suoi
lineamenti aquilini.
“Cosa?”
“Avete capito
benissimo Holmes, ora non fatemelo ripetere per favore!”
Nella stanza
cadde il silenzio, interrotto dal ticchettio della pendola posta sul
camino.
Dopo quella
che a Watson parve un’eternità, il detective posò la pipa sul bracciolo della
poltrona, congiunse le dita delle mani e lo squadrò, con un mezzo
sorriso:
“Caro vecchio
Watson, non finirete mai di sorprendermi. Vorreste me, un misantropo della
peggior specie, nonché intrattabile per la maggior parte del tempo, come vostro
testimone di nozze? Siete sicuro di non aver fatto uso della mia soluzione sette
per cento?”
“Mio caro
Holmes!!!” sbottò il dottore indignato.
“No,
certamente no, la disprezzate troppo. Allora, non riesco davvero a spiegarmi
come vi sia potuta venire in mente un’idea del genere. Io? Un testimone di
nozze? No, non mi ci vedo.”
Watson crollò
il capo mortificato, ma lo risollevò quasi immediatamente, deciso a non
arrendersi.
“Holmes,
siete l’unico vero amico che io abbia qui a Londra ed è proprio a questo che mi
appello, all’amicizia, nel chiedervi di assistermi in uno dei momenti più
importanti della mia vita. So di chiedervi un grande sforzo, so che non
apprezzate stare in compagnia, ma, per una volta, sono io a chiedervi di
accompagnarmi, quindi, ve ne prego, non rifiutate.”
Il detective
lo squadrò attentamente dalla poltrona ed il dottore si trovò ancora in
trepidante attesa. Alla fine il detective sospirò e disse:
“Mi avete convinto Watson, sarò il vostro
testimone di nozze, se tanto lo desiderate.”
“Oh, vi
ringrazio Holmes, vi ringrazio di cuore.” Rispose il dottore, felice come poteva
esserlo un bambino a cui era stato detto che avrebbe passato una settimana al
mare.
“Su, su, ora
non esageriamo. Quando avete detto che si svolgerà la
funzione?”
“L’ultima
domenica del mese.” Rispose prontamente l’interpellato, in preda ad una forte
agitazione per la bella risposta appena ricevuta.
“Non posso
garantirvi nulla. Può darsi che sia dietro ad un caso ed in quel caso è
oltremodo probabile che sia irreperibile. Comunque, me ne ricorderò. Forza,
scommetto che dovete ancora passare dal prete per informarlo della funzione, poi
al negozio di confetti ed infine al ristorante per prenotare i
tavoli.”
“Vi chiederei
come avete fatto a trarre tutte queste deduzioni, se queste non fossero esatte
e, di conseguenza, io non mi trovassi in un tremendo ritardo.” Disse il medico,
avviandosi alla porta. Poi, voltandosi un’ultima volta,
aggiunse:
“Grazie
Holmes.” e, chiudendo la porta, avrebbe potuto giurare di aver visto un sorriso
sul volto del freddo, inflessibile Sherlock Holmes.
FINE
Bene, per
ora ho finito. Teoricamente dovrebbe essere una one shot, ma chissà che con il
tempo non mi decida a fare anche un sequel.
Fatemi
sapere cosa ne pensate e… sto forse dimenticando qualcosa? Ah sì, il motivo per
cui questa è una giornata speciale. Beh, sappiate dunque che oggi è il
compleanno di Bellis.
AUGURI CARA
COLLEGA.
Bebbe5