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Autore: Bebbe5    08/02/2010    3 recensioni
Watson si trova ad affrontare un momento molto delicato e quale cosa migliore di chiedere l'appoggio del suo migliore amico Sherlock Holmes?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: salve a tutti. In questo giorno così speciale per il fandom di Sherlock Holmes, ho pensato di buttare giù questa shot. Non so da dove mi sia uscita l’idea, però spero di riuscire a strapparvi un sorriso.

 

Testimone

 

“… e così vorrei che foste voi”

 

“Che fossi io cosa?” chiese il detective, lasciando fuoriuscire un po’ di fumo dalla bocca con aria svogliata.

 

Era un ameno pomeriggio di maggio ed i due amici sedevano nel salottino al 221/B di Baker Street, a conversare amabilmente come al solito. In altre parole, Watson parlava ed Holmes, il più delle volte con il bocchino di una delle sue pipe tra i denti, ascoltava, senza davvero assimilare ciò che il suo Boswell diceva. Non che non ci provasse, ovvio, ma il suo cervello si era ormai abituato ad eliminare tutte quelle informazioni che non si sarebbero rivelate utili per le sue esperienze future.

Così, quando il dottore si era messo a parlare del tempo, dei fiori, di luoghi di villeggiatura, aveva automaticamente smesso di incanalare informazioni e si era messo a pensare ad un bellissimo quanto difficile concerto di Shostacoviç che aveva intenzione di studiare nel prossimo futuro.

Quando però Watson aveva concluso il suo discorso con una richiesta, si era trovato improvvisamente spiazzato.

 

“Ma Holmes, mi stavate almeno ascoltando?!?” fu l’esasperata, ma soprattutto giustificata, reazione del dottore.

 

Cercò dunque di sforzarsi per ricordare qualche dettaglio che potesse tornargli utile. Tra i vari movimenti del concerto, gli era parso di udire le parole “Mary”, “fine del mese”, “matrimonio”….

Si bloccò immediatamente, sbarrando gli occhi e perdendo un po’ di colore dal volto.

Watson, che l’aveva osservato attentamente, vedendo il repentino cambiamento d’espressione, seppe che il suo amico aveva ricordato cosa gli era stato chiesto.

Non poté trattenersi dal sorridere, sebbene un’ombra di preoccupazione oscurasse la sua ilarità. Si decise dunque a ripetere la domanda, stavolta con un po’ di esitazione:

 

“Holmes, vorreste essere il mio testimone di nozze?”

 

Il detective si voltò a guardarlo con un’espressione sorpresa, che raramente dipingeva i suoi lineamenti aquilini.

 

“Cosa?”

 

“Avete capito benissimo Holmes, ora non fatemelo ripetere per favore!”

 

Nella stanza cadde il silenzio, interrotto dal ticchettio della pendola posta sul camino.

 

Dopo quella che a Watson parve un’eternità, il detective posò la pipa sul bracciolo della poltrona, congiunse le dita delle mani e lo squadrò, con un mezzo sorriso:

 

“Caro vecchio Watson, non finirete mai di sorprendermi. Vorreste me, un misantropo della peggior specie, nonché intrattabile per la maggior parte del tempo, come vostro testimone di nozze? Siete sicuro di non aver fatto uso della mia soluzione sette per cento?”

 

“Mio caro Holmes!!!” sbottò il dottore indignato.

 

“No, certamente no, la disprezzate troppo. Allora, non riesco davvero a spiegarmi come vi sia potuta venire in mente un’idea del genere. Io? Un testimone di nozze? No, non mi ci vedo.”

 

Watson crollò il capo mortificato, ma lo risollevò quasi immediatamente, deciso a non arrendersi.

 

“Holmes, siete l’unico vero amico che io abbia qui a Londra ed è proprio a questo che mi appello, all’amicizia, nel chiedervi di assistermi in uno dei momenti più importanti della mia vita. So di chiedervi un grande sforzo, so che non apprezzate stare in compagnia, ma, per una volta, sono io a chiedervi di accompagnarmi, quindi, ve ne prego, non rifiutate.”

 

Il detective lo squadrò attentamente dalla poltrona ed il dottore si trovò ancora in trepidante attesa. Alla fine il detective sospirò e disse:

 

 “Mi avete convinto Watson, sarò il vostro testimone di nozze, se tanto lo desiderate.”

 

“Oh, vi ringrazio Holmes, vi ringrazio di cuore.” Rispose il dottore, felice come poteva esserlo un bambino a cui era stato detto che avrebbe passato una settimana al mare.

 

“Su, su, ora non esageriamo. Quando avete detto che si svolgerà la funzione?”

 

“L’ultima domenica del mese.” Rispose prontamente l’interpellato, in preda ad una forte agitazione per la bella risposta appena ricevuta.

 

“Non posso garantirvi nulla. Può darsi che sia dietro ad un caso ed in quel caso è oltremodo probabile che sia irreperibile. Comunque, me ne ricorderò. Forza, scommetto che dovete ancora passare dal prete per informarlo della funzione, poi al negozio di confetti ed infine al ristorante per prenotare i tavoli.”

 

“Vi chiederei come avete fatto a trarre tutte queste deduzioni, se queste non fossero esatte e, di conseguenza, io non mi trovassi in un tremendo ritardo.” Disse il medico, avviandosi alla porta. Poi, voltandosi un’ultima volta, aggiunse:

 

“Grazie Holmes.” e, chiudendo la porta, avrebbe potuto giurare di aver visto un sorriso sul volto del freddo, inflessibile Sherlock Holmes.

 

FINE

Bene, per ora ho finito. Teoricamente dovrebbe essere una one shot, ma chissà che con il tempo non mi decida a fare anche un sequel.

Fatemi sapere cosa ne pensate e… sto forse dimenticando qualcosa? Ah sì, il motivo per cui questa è una giornata speciale. Beh, sappiate dunque che oggi è il compleanno di Bellis.

 

AUGURI CARA COLLEGA.

Bebbe5

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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