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Autore: Iulia_    09/02/2010    8 recensioni
WARNING! TITOLO CAMBIATO DA "FOR HER ONLY" IN "BEAUTY AND THE BEAST"
Da un pò di tempo avevo intenzione di scrivere una ff sulla coppia Draco\Hermione ma non avevo idea da che parte cominciare. Sfogliando il settimo volume di HP il caso ha voluto che mi imbattessi nel capitolo "Villa Malfoy". Eureka! Così è nata la mia ff. Mi sono chiesta: cosa sarebbe successo se Draco Malfoy fosse stato innamorato di Hermione Granger e l'avesse vista in casa sua, prigioniera e in pericolo. Che altro aggiungere? Leggete e recensite :)
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Beauty and the Beast saga'
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Le vacanze di Pasqua erano iniziate da pochissimi giorni ma, purtroppo, non gli stavano dando quel tanto agognato relax. Al contrario, così solo nella sua stanza, non costretto a sopportare la altrui compagnia, aveva molto più tempo per pensare. E le cose sulle quali riflettere non erano per niente poche.
Se però quasi tutti i pensieri che affollavano la sua mente erano normali, uno era decisamente fuori luogo. Tale indesiderato pensiero aveva fattezze femminili, lunghi capelli ricci castani e grandi occhi scuri.
Sì, era decisamente fuori luogo.
Eppure dimorava nella sua mente da un bel po’ ormai e lui aveva imparato a bearsi dei ricordi e delle immaginazioni da lui stesso prodotte poiché possedere la causa di tali pensieri era improponibile. Guardò con occhi disinteressati la sua immensa camera: dal soffitto pendeva un lampadario in oro e cristallo, che illuminava le pareti rivestite in legno e creava strani giochi di luce con gli oggetti sparsi un po’ ovunque. Una parte della parete era tappezzata di poster di squadre di Quiddtch e stemmi della sua Casa ad Hogwarts.
In un angolo, ben protetti da una teca, vi erano piccoli “trofei”, quali boccini autografati, e doni di qualche stella dello sport.
Guardando quanto di prezioso vi era lì dentro- e non era poco- si rese conto che nulla di quanto possedeva lo rendeva felice.
No, la sola cosa che avrebbe forse potuto dargli un po’ di gioia, non avrebbe mai potuto varcare la porta di quella casa.
Battè un pugno con forza sul cuscino, fuori di sé dalla frustrazione. Non aveva già abbastanza problemi? Aveva provato ad allontanare quel chiodo fisso dalla sua mente, ma non aveva avuto successo.
E la notte la situazione non faceva che peggiorare: lei era sempre vicina, stretta a lui, bellissima e, cosa estremamente importante, era sua.
Si svegliava sempre madido di sudore, ansante e irritato dalla consapevolezza che una situazione del genere avrebbe potuto verificarsi solo nei suoi sogni e mai nella realtà.
E pensare che per vederla di nuovo, per poter posare i suoi occhi gelidi sul suo volto stupendo, avrebbe donato tutto ciò che possedeva.
Per lei.
Per lei che mai avrebbe ricambiato tali sentimenti.
Per lei che al solo sentire pronunziare il suo nome storceva la boccuccia in una smorfia di puro disgusto. D’altro canto, come darle torto? Fra i due, lo strano era lui che si era lasciato impossessare da un sentimento che era pura follia anche il solo pensare di provare.
Lei non avrebbe mai potuto essere sua.
Venivano da due mondi completamente diversi che mai avrebbero potuto incontrarsi.
Tali deprimenti pensieri furono riscossi dal trambusto che sentiva provenire dal piano di sotto, il che era un avvenimento più unico che raro in quella casa ove non si sentiva volare una mosca.
Cercò inizialmente di ignorarli, tornando al suo tormentoso e meraviglioso pensiero, ma il rumore non faceva che crescere, pertanto, preoccupato che qualcosa- qualunque cosa- potesse essere andata storta, scese dall’enorme letto a baldacchino e si decise ad andare a scoprire il motivo di tanto baccano.
Lasciò la sua stanza e percorse il corridoio e le scale che lo separavano dal salotto-teatro del rumore- con il cuore martellante nel petto per l’ansia.
Entrò nella sala e i suoi occhi, fra tutti coloro che erano presenti, si posarono subito su lei.
Il sollievo e la gioia di rivederla durarono solo pochi attimi, sostituiti poi dal terrore di saperla lì in casa sua e non certo come ospite gradita.
<< Dicono che hanno preso Potter. Draco vieni qui. >>
La voce di sua madre gli suonò distante: il mondo si era ridotto alla piccola figura tenuta prigioniera.
Quello doveva essere un incubo.
Un terribile, mostruoso incubo.
Non poteva assolutamente essere vero.
Lei non doveva essere lì.
I suoi splendidi occhi, i suoi lunghi capelli, il corpo che aveva visto e rivisto, accarezzato nei suoi pensieri, nulla di tutto ciò avrebbe dovuto essere lì.
Non in quel modo.
<< Allora ragazzo? >>
Quella voce ebbe il potere di riportarlo alla realtà.
Greyback.
No, quello non era un incubo: era la fine del mondo, una tragedia vera e propria.
Greyback era lì.
Lei era lì.
Nella stessa stanza.
Greyback era vicino alla sua piccola, fragile, adorata Mezzosangue.
Cercava di controllarsi, di non guardarla, di frenare l’istinto di strapparla a quelle braccia a lei nemiche e quindi da lui odiate e stringerla fra le sue, sfidando chiunque a provare a portargliela via, a osare farle del male.
<< Allora, Draco. E’ lui? E’ Potter? >>
Solo allora si costrinse a guardare gli altri nella sala.
Sì, l’idiota dalla faccia gonfissima per qualche strana ragione della quale non gliene importava nulla, era San Potter.
Aveva sempre provato un odio profondo nei confronti di Potter, ma ciò che sentiva per lui in quel momento valicava l’impossibile: aveva esposto la sua Mezzosangue ad un pericolo terribile, l’aveva trascinata vicino ad un lupo mannaro, in un covo di Mangiamorte.
Se le fosse successo qualcosa lo avrebbe ucciso con le sue mani.
Al diavolo il Signore Oscuro! Era un piacere che voleva avere solo lui.
Poi avrebbe ucciso quell’inutile di un Weasley, che non sapeva far altro che lanciare sguardi pseudo-minacciosi a destra e manca.
<< Io non…non sono sicuro. >>
Non poteva soddisfare la sua voglia di far fuori Potter senza rischiare di mettere in un pericolo ancora più grande lei.
<< Ma osservalo bene, dai! Avvicinati! >>
Possibile che avrebbe dovuto uccidere tanta gente per salvare lei?
Anche suo padre doveva perire per mano sua?
Sarebbe stato più che lieto di far fuori Lucius Malfoy se ciò avrebbe salvato la sua piccola Mezzosangue.
<< Draco, se saremo noi a consegnare Potter al Signore Oscuro, tutto sarà per… >>
<< Non ci vorremmo dimenticare chi è stato a catturarlo, spero, signor Malfoy. >>
<< Certo che no, certo che no! >>
Bene, era Potter ciò che volevano?
Che lo prendessero pure!
Che lo consegnassero a chi volevano loro, che si tenessero tutta la ricompensa!
Per quello che gli importava avrebbero potuto farlo a pezzettini o buttarlo giù da una torre: lui voleva solo e soltanto lei.
Suo padre, nel frattempo, si era avvicinato al volto di Potter e lo stava studiando.
<< Che cosa gli avete fatto? >> Chiese a Greyback. << Come si è ridotto così? >>
<< Non siamo stati noi. >>
<< A me pare più che altro una Fattura Pungente. >>
Doveva essere stata lei che, cercando di mascherare l’identità di Potter, lo aveva gonfiato come un pallone. Provò pena e tenerezza per il suo tentativo.
Quanto avrebbe voluto dirle che adorava quel suo senso pragmatico che la portava a fare il meglio che poteva anche in situazioni estreme.
<< C’è qualcosa lì, potrebbe essere la cicatrice, molto tirata… >> continuò suo padre sempre chinato, << Draco, vieni qui, guarda bene! Che cosa ne dici? >>
Se avesse potuto parlare avrebbe urlato che sì, quello era Potter, che potevano anche chiamare il Signore Oscuro ma prima avrebbe fatto giurare a tutti i presenti sull’Inferno che nessuno avrebbe osato fare del male alla Mezzosangue.
Con riluttanza e sempre più spaventato per la vita di lei, avvicinò il suo volto a quello del padre e guardò il viso gonfio di Potter.
Scoppiava dalla voglia di prenderlo a schiaffi.
<< Non so. >>
Con tale dichiarazione se ne andò verso il camino, vicino alla madre.
<< E’ meglio essere sicuri, Lucius. Completamente sicuri che sia Potter, prima di convocare il Signore Oscuro… >> Narcissa Malfoy prese una bacchetta e cominciò a studiarla. << Dicono che questa è sua, ma non corrisponde alla descrizione di Olivander… >>
Draco prestava attenzione quel tanto che bastava per capire quanto realmente in pericolo fosse lei.
<< Se ci sbagliamo, >> continuò sua madre, << se chiamiamo il Signore Oscuro per niente…ti ricordi cos’ha fatto a Rowle e Dolohov? >>
Forse avrebbe potuto salvarle la vita.
L’avrebbero sicuramente imprigionata ma lui l’avrebbe liberata.
Solo lei ovviamente.
E se avesse opposto resistenza, se si fosse ostinata a non volersene andare senza quegli idioti dei suoi amici, avrebbe fatto fuggire anche loro.
La sola idea di aiutare Potter lo ripugnava, ma per lei avrebbe fatto questo e altro.
<< E la Nata Babbana, allora? >>
Quelle poche parole ringhiate da Greyback ebbero l’effetto di una pugnalata al cuore.
Vide con la coda dell’occhio che la portavano sotto la luce e potè scorgere la paura nel suo volto.
Avrebbe preferito morire piuttosto che assistere ad una scena del genere.
<< Un momento. Sì…sì, era da Madama McClan con Potter! Ho visto la sua foto sul Profeta! Guarda, Draco, non è quella Granger? >>
Sarebbe volentieri scoppiato in lacrime.
Avrebbe supplicato tutti di risparmiarla, di fare ciò che volevano ma lasciare lei.
<< Io…forse…sì. >>
Se mai fosse sopravvissuto avrebbe dovuto fare ammenda per tutta la vita.
O meglio, se lei fosse sopravvissuta, perché se non fosse uscita viva da quella situazione, era fermamente deciso a seguirla in fretta.
<< Ma allora quello è il ragazzo Weasley! Sono loro, gli amici di Potter…Draco, guardalo, non è il figlio di Arthur Weasley, com’è che si chiama…? >>
Maledetti tutti i Weasley del pianeta!
<< Sì. Può darsi. >>
Non osava voltarsi e guardarla: se lo avesse fatto non sarebbe riuscito a sopportare la vista del suo terrore e avrebbe fatto qualche pazzia.
L’orrore però non era ancora finito: in quel momento la porta del salotto si spalancò di nuovo e fece il suo teatrale ingresso Bellatrix Lestrange la quale, dopo aver chiesto una veloce spiegazione alla sorella, cominciò a passeggiare intorno ai prigionieri.
<< Ma questa è la ragazza Mezzosangue…la Granger? >>
Era la fine.
Se c’era stata una minima speranza di salvarla era definitivamente scomparsa.
Questa sarebbe stata la fine di Hermione Granger e, con lei, quella di Draco Malfoy.
<> Raramente suo padre era stato tanto eccitato, il che rendeva Draco ancora più disperato. <> << Potter? Sei sicuro? Il Signore Oscuro dev’essere immediatamente informato! >>
Mentre sua zia si accingeva a toccare il Marchio Nero, Draco strinse nel pugno la sua bacchetta, conscio che non sarebbe stato capace di vedere la sua Mezzosangue morire e che avrebbe tentato di difenderla fino a morire lui stesso.
Era pronto a sacrificarsi per lei.
<< Stavo per chiamarlo io! Lo chiamerò io, Bella, Potter è stati portato in casa mia, e si trova quindi sotto la mia autorità… >>
<< La tua autorità! Tu hai perso l’autorità insieme alla bacchetta, Lucius! >> Ribattè prontamente Bellatrix.
<< Come osi? Toglimi le mani di dosso! >>
<< Questo non ha nulla a che vedere con te, non sei stata tu a catturare il ragazzo… >>
<< Chiedo perdono, signor Malfoy… >> Grayback si intromise nella lite fra Lucius e la cognata, << ma siamo stati noi a catturare Potter, e spetta a noi l’oro… >>
<< L’oro! Prenditi pure il tuo oro, sudicio avvoltoio, a me non serve l’oro! Io cerco solo l’onore della sua…della… >> Bellatrix si zittì all’improvviso, dando modo a suo padre di poter alzare la manica. << FERMO! Non toccarlo, moriremo tutti se il Signore Oscuro arriva adesso! >>
Draco seguì lo sguardo di sua zia fino ad incontrare quella che gli parve una spada.
<< Cos’è quella? >>
<< Spada. >>
<< Dammela. >>
<< Non è sua, signorina, l’ho trovata io. >>
Senza che Draco riuscisse a capire il perché di tale reazione, Bellatrix schiantò il gruppo di Ghermidori che crollarono a terra svenuti, eccetto Greyback che però rimaneva sotto il suo controllo.
<< Dove hai preso questa spada? >>
Bellatrix sembrava stranamente terrorizzata e la cosa colpì Draco.
<< Come osi? >>
<< Dove hai trovato questa spada? Piton l’ha rinchiusa nella mia camera blindata alla Gringott! >>
<< Era nella loro tenda. Lasciami ho detto! >>
Draco aveva ormai i brividi lungo la schiena: la situazione della sua Mezzosangue peggiorava ogni minuto di più e le speranze che uscisse viva da quella situazione diminuivano vertiginosamente.
<< Draco, porta fuori questa feccia. Se non hai il coraggio di finirli, lasciali in cortile, ci penserò io. >>
Narcissa provò a prendere le difese del figlio, ma venne subito messa a tacere dalla sorella, che urlava impazzita.
<< La situazione è più grave di quanto tu possa immaginare, Cissy! Abbiamo un problema molto serio! >>
Bellatrix guardò i prigionieri provocando terribili brividi al nipote. << Se è davvero Potter non bisogna ferirlo. Il Signore Oscuro desidera provvedere di persona a Potter…ma se scopre…devo…devo sapere… >> Si rivolse di nuovo alla sorella. << Rinchiudete i prigionieri nel sotterraneo mentre rifletto sul da farsi! >>
Le porte della speranza si spalancarono di nuovo: li avrebbe portati lui giù e li avrebbe fatti scappare.
Sì, anche Potter e Weasley, qualsiasi cosa pur di sapere lei lontana da lì.
<< Questa è casa mia, Bella, tu non dai ordini in casa… >>
<< Fai come ti dico! Non hai idea del pericolo in cui ci troviamo! >>
Draco non vedeva l’ora di ubbidire all’ordine della zia: lo giurò sulla sua vita, l’avrebbe salvata.
<< Porta questi prigionieri nel sotterraneo, Greyback. >>
<< Aspetta. Tutti tranne… >> Bellatrix fece una pausa di un millesimo di secondo che bastò per far impazzire il cuore di Draco, << tranne la Mezzosangue. >>
Perché il destino si prendeva così spudoratamente gioco di lui?
Aveva proprio deciso che quel giorno avrebbe dovuto morire?
<< No. Prendete me, tenete me! >>
Per la prima e unica volta in tutta la sua vita, provò ammirazione per Weasley e avrebbe anche assecondato la sua richiesta se Bellatrix non avesse dato a Lenticchia un sonoro schiaffo.
<< Se muore durante l’interrogatorio, tu sarai il prossimo. Un traditore del proprio sangue per me viene subito dopo un Mezzosangue. Portali di sotto, Greyback, e controlla che siano ben rinchiusi, ma non fare altro…non ancora. >>
Mentre il lupo mannaro eseguiva l’ordine con un ghigno, lei tirò fuori un pugnale d’argento, separò la Mezzosangue dagli altri prigionieri e la trascinò al centro della sala tirandola per i capelli.
<< Allora sporca Mezzosangue, dove avete preso quella spada? >> La voce di Bellatrix era tagliente come una lama, ma Draco non riusciva a guardare.
Non poteva stare accadendo una cosa del genere alla sua adorata Mezzosangue.
Non rispose alla domanda di Bellatrix la quale punì la sua impudenza scagliandole contro un Crucio che fece urlare lei di dolore e sanguinare il cuore di Draco.
<< Questo era un avvertimento: dove avete preso quella spada? >> Non rispose di nuovo e di nuovo fu costretta a subire un potente Crucio.
Draco sentiva su di sé lo sguardo della madre, ma non se ne curava: sapeva che molto presto non sarebbe riuscito più a resistere.
<< Te lo chiedo un’altra volta! Dove avete preso quella spada? Dove? >>
<< L’abbiamo trovata…l’abbiamo trovata…PER FAVORE! >>
Urlò di nuovo e stavolta Draco si voltò a guardarla.
Le guance erano rigate dalle lacrime, i begli occhi scuri gonfi e rossi, il corpo stravolto dal dolore.
Doveva salvarla.
Lo aveva giurato a se stesso e lo avrebbe fatto.
Si accorse che sua zia e la sua Mezzosangue erano esattamente sotto il lampadario: se lo avesse fatto cadere Bellatrix si sarebbe spostata lasciando stare la sua povera vittima che, se tutto fosse andato secondo i piani, sarebbe stata portata via prima che un solo cristallo la sfiorasse.
<< Stai mentendo, sudicia Mezzosangue, lo so! Siete stati nella mia camera blindata alla Gringott! Dimmi la verità, la verità! >>
Un altro urlo trafisse il cuore di Draco.
<< Che cos’altro avete rubato? Che cos’altro avete? Dimmi la verità o giuro che ti trapasso con questo pugnale! >>
Non c’era tempo da perdere.
Con un semplice incantesimo il lampadario cominciò a vibrare e poi, con un cigolio e un minaccioso tintinnio, iniziò a cadere.
<< NOOOOOO! >>
Narcissa si era accorta dello slancio del figlio e aveva provato a trattenerlo, ma Draco era deciso a non farsi fermare.
Senza troppe cerimonie, schiantò la madre, ma, quel millesimo di secondo, bastò perché il lampadario si fracassasse sopra la Mezzosangue che cadde a terra svenuta.
Bellatrix si era buttata di lato urlando e, approfittando di quell’attimo di disordine e sentendo qualcuno arrivare dai sotterranei, corse verso la sua Mezzosangue, la strinse fra le braccia e, con un ultimo sforzo si smaterializzò lontano da Villa Malfoy.
Senza lasciarla, poggiò una mano sul cuore della ragazza: batteva.
Era viva.
Era riuscito a salvarla.
   
 
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