Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: baby80    10/02/2010    12 recensioni
Quello che avrei voluto fosse successo dopo la famosa puntata dell'anime "un innamorato respinto"... la mia rivisitazione di ciò che successe dopo "lo strappo della camicia"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oscar si svegliò all'improvviso col cuore che le batteva fortissimo nel petto, si alzò di scatto a sedere sul letto, il lenzuolo le scivolò via e solo in quel momento si rese conto che quello che era accaduto non era un sogno, poche ore prima, il suo amico d'infanzia, il suo migliore amico le aveva confessato d'amarla.
La camicia strappata e le lacrime morte sulle guance ne erano la prova.
Oscar si alzò dal letto e fece appello a tutta la sua forza di volontà per trovare il coraggio di trascinarsi di fronte allo specchio... aveva paura, paura di guardare ciò che Andrè aveva fatto, paura di osservare ciò che lui aveva visto. Ad ogni passo il cuore sembrava scoppiarle, ma finalmente, dopo minuti interminabili si trovò di fronte allo specchio, ma tutto ciò che vedeva ora erano i suoi piedi nudi, le sue gambe lunghissime ed esili... non aveva il coraggio di guardare, si sentiva a disagio, invasa da una sensazione sconosciuta, una sensazione che aveva provato pochissime volte in vita sua, si sentiva in imbarazzo, indifesa, "piccola", lei che "piccola" non lo era mai stata, anche quando la sua età ed il suo corpo avrebbero dovuto esserlo. Sentiva perfettamente il significato della parola "vergogna" sul suo viso, ogni singola lettera marchiata a fuoco sulle guance.
Oscar si fece forza, che diamine, era o non era il capitano delle guardie reali? non era lei che fin da ragazzina aveva dato ordini a gruppi di uomini?
Alzò il viso oltre le gambe, gli occhi passarono velocemente oltre il ventre ed arrivarono decisi al busto, e li vide... vide la camicia stracciata e la pelle nuda, il collo, la spalla e il seno, quel seno pieno e candido che fino a quel momento nessuno aveva potuto vedere, ma che ora gli occhi del suo amico avevano "toccato", ed era così che lei si sentiva, toccata nel profondo.
Oscar sentì gli occhi riempirsi di lacrime, che cercò di trattenere senza riuscirci, guardò il suo viso riflesso nello specchio, guardò i suoi occhi, poggiò le mani sul freddo vetro, le battè un paio di volte e gridò, gridò contro se stessa, contro quell'immagine che le provocava sensazioni che non era in grado di capire, contro quella figura a cui non sapeva dare un nome.

Oscar si tolse la camicia che gli pesava addosso come fosse fatta di ferro, la lasciò cadere sul pavimento, ne indossò un'altra, bianca, leggera, leggera come una maschera invisibile, quel tipo di maschera che aveva portato per tutta la vita e dietro cui nessuno aveva osato guardare fino a quel giorno... indossò gli stivali e passò accanto allo specchio e con un gesto così spontaneo come potrebbe essere una carezza lo fece cadere, come se fosse l'unica cosa sensata da fare in quel momento...
Oscar uscì dalla stanza cercando di fare il meno rumore possibile così da non svegliare suo padre e l'intera servitù, era notte fonda ma aveva bisogno di uscire, aveva bisogno di respirare... attraversò il corridoio, passò prudentemente davanti alla stanza del padre, scese lungo le scale e ancora più prudentemente cercò di passar oltre la stanza della governante, e quando arrivò di fronte alla stanza di Andrè si stupì quando le sue gambe si rifiutarono di fare un altro passo, si fermarono, proprio li, davanti alla stanza del suo amico d'infanzia... volle entrare, spinta da qualcosa che sentiva bruciare sotto la pelle, rabbia? odio? vendetta? non riusciva a capirlo.
Andrè era sul letto, steso sul ventre, la schiena nuda, le gambe avvolte in pantaloni marroni e gli stivali ancora ai piedi, il viso abbandonato sul materasso e i capelli che coprivano parte del viso... stringeva il lenzuolo nella mano, in un pugno... Oscar vedeva chiaramente il torace di Andrè allargarsi per prendere fiato, per respirare, era veloce, quasi convulso... senza far rumore si avvicinò al letto, prese la spada di Andrè che era abbandonata sul pavimento e la alzò sopra di lui e... e le sue mani iniziarono a tremare, non poteva farlo, non avrebbe mai potuto fare una cosa simile, nonostante provasse rabbia per quello che Andrè le aveva fatto poche ore prima, non avrebbe potuto uccidere un uomo inerme, ma avrebbe potuto uccidere un uomo che si fosse battuto con lei ad armi pari...
poggiò la spada a terra e uscì dalla stanza.
 
Il giorno seguente Oscar incontrò Andrè nelle scuderie, non si aspettava di trovarlo ancora li, lo sguardo di lui la fece bloccare, come la sera prima, si fece forza e proseguì verso il suo cavallo, incurante di Andrè, non disse una parola, non lo guardò nemmeno, gli passò accanto come se non esistesse, ma in quel preciso istante si sentì afferrare il polso...
"che cosa stai facendo?" chiese Oscar
Andrè lasciò il polso di Oscar e disse, con una calma innaturale
"quando inizi una cosa dovresti portarla a termine... la prossima volta che entrerai nella mia stanza con l'intenzione di uccidermi dovrai uscire soltanto quando non sentirai più il mio cuore battere, altrimenti non ti permettere più di mettere piede in camera mia. sono stato chiaro?"
Oscar non disse nulla, guardò Andrè negli occhi, alzò la mano e lo schiaffeggiò, lui non reagì, ed Oscar prese a picchiarlo, riversando su di lui tutta la rabbia che aveva covato quell'intera notte... Andrè non si mosse, non reagì, prese ogni singolo schiaffo ogni singolo pugno e attese che lei sfogasse tutta la tensione che aveva in corpo...
"reagisci, avanti, non posso battermi contro un uomo che non si difende! avanti, reagisci!" urlò Oscar
Andrè non disse nulla, guardò Oscar per qualche secondo e poi se ne andò voltandogli le spalle.
"sei un vigliacco Andrè" urlò Oscar con tutto il fiato che aveva in corpo
Andrè si voltò di colpo e si diresse verso Oscar con passo deciso, con le mani strette a pugno... gli era di fronte e si avvicinava sempre di più, il suo naso era a pochi centimetri da quello di lei e non sembrava intenzionato a fermarsi, continuava ad avvicinarsi ed Oscar non poteva far altro che indietreggiare, indietreggiare ed indietreggiare ancora, fino a quando non sentì contro la schiena il legno della parete della scuderia... un sussultò le uscì dalle labbra quando il torace picchiò contro le travi... anche Andrè si fermò, poggiò le mani contro il legno della scuderia, ai lati del viso di Oscar, così da impedirle di scappar via, avvicinò la bocca al suo orecchio e disse
"non mi sfidare Oscar, non sfidare un uomo che non ha più nulla da perdere. Non mi sfidare Oscar... se non sei disposta ad andare fino in fondo." e con queste parole Andrè uscì dalle scuderie, e questa volta non tornò più indietro.

Andrè uscì dalle scuderie senza voltarsi, avrebbe voluto tornare indietro e... non sapeva nemmeno lui cosa avrebbe fatto se avesse ascoltato il suo istinto, amava Oscar, da sempre, e quel sentimento era cresciuto col passare degli anni fino a diventare un amore più consapevole, più maturo, l'amava come non avrebbe mai potuto amare nessun altro, e avrebbe fatto di tutto per lei, ma a volte, solo lei, era capace di fargli nascere dentro una rabbia folle, che era sempre riuscito a controllare, fino a quel giorno...
Il giovane si diresse verso la propria stanza con l'intenzione di mettere in un sacco pochi indumenti ed andarsene da quella casa che ormai non sentiva più sua, e da quella donna che non poteva più guardare da lontano, il suo cuore ed il suo corpo non avevano più freni, non poteva continuare a desiderare Oscar e rimanere indifferente quando lei passandogli accanto sfiorava il suo corpo... no, non poteva rimanere in quella casa, se fosse rimasto sarebbe certamente impazzito.
Andrè entrò nella stanza e gettò qualche vestito in un vecchio sacco marrone, sentiva ancora il sangue pulsargli nelle vene ma cercò di svuotare la mente, doveva solo andarsene il più velocemente possibile...
Uscì dalla stanza col sacco marrone sulla spalla e camminò in fretta lungo il corridoio di casa Jarjayes, sperando di non incrociare la nonna che avrebbe tentato il tutto e per tutto per trattenerlo.

Oscar era ancora poggiata alle travi delle scuderie, immobile, incredula di fronte alla reazione che aveva avuto Andrè, una reazione inaspettata... l'amico di sempre che credeva di conoscere completamente aveva mostrato un lato fino a quel momento rimasto celato, in quell'istante si rese conto che Andrè era un uomo e non solo il suo migliore amico, non era più quel ragazzino che aveva sempre fatto tutto ciò che lei voleva.
Era un uomo, certo, ma le aveva mancato di rispetto e questo non poteva sopportarlo, sarebbe dovuto rimanere e battersi, come è giusto che sia tra due uomini.
Oscar aveva bisogno di bere, si stava dirigendo verso le cucine quando vide in lontananza Andrè con un sacco sulle spalle, gli passò accanto con una freddezza assoluta, e quando fu alla giusta distanza disse...
"scappa, scappare è la cosa migliore che sa fare un vigliacco... e comunque non ho più bisogno del tuo aiuto Andrè. da oggi non dovrai più occuparti di me."
Andrè avrebbe preferito una pugnalata nella schiena piuttosto che sentire quelle parole, lasciò cadere a terra il sacco e corse verso di lei, strinse le mani attorno alle sue braccia e la spinse contro il muro, e mentre le dita continuavano a fare pressione, le disse...
"Sembro un vigliacco Oscar? vuoi batterti? fatti avanti, io non mi tirerò indietro!"
Oscar si liberò della presa di Andrè e lo spinse via, con tutta la forza che aveva in corpo... impugnò la sua spada, pronta a combattere.
Andrè rimase immobile davanti alla spada di Oscar
"non userò armi, combatti come un vero uomo Oscar, a mani nude"
Oscar lasciò cadere la spada a terra guardò Andrè un istante e poi gli fu addosso, senza quasi rendersene conto la sua mano colpì il volto dell'uomo... Andrè girò di scatto il viso, guardò Oscar e fece la stessa cosa, la colpì senza pensare che quella era la donna che amava...
Oscar era così accecata dalla furia da non sentire quasi dolore, respirò profondamente e fu di nuovo contro Andrè, sferrò un pugno e un altro e un altro ancora, e quando vide il giovane barcollare anche le sue mani smisero di colpire...
"mai abbassare la guardia Oscar. mai farsi impietosire." disse Andrè pochi secondi prima di colpire Oscar in viso e gettarla a terra... Oscar questo non se l'aspettava, si ritrovò stesa a terra, con la guancia che le bruciava come fosse stata colpita da un tizzone ardente, e Andrè sopra di lei... cercò di colpirlo, di divincolarsi, ma lui le bloccò le braccia con le mani, esattamente come aveva fatto qualche sera prima, nella sua stanza, poco prima di confessarle il suo amore.
Oscar tentò in ogni modo di liberarsi ma anche le gambe erano bloccate dal corpo di Andrè, era in trappola, aveva perduto...
Andrè poggiò il suo corpo contro quello di Oscar, il più possibile, avvicinò il viso al suo, tanto da sentire il respiro caldo della donna
"Non sono un vigliacco Oscar... e questo non sarebbe mai accaduto ad un uomo. Non sarai mai un uomo Oscar, puoi picchiarmi, puoi perfino uccidermi, ma questo non cambierà quello che sei." e con queste parole Andrè lasciò libera Oscar, raccolse il suo sacco e se ne andò.
Oscar si alzò, si toccò le labbra e guardò il sangue che le macchiava le dita, aveva voglia di piangere ma si trattenne, non poteva farlo, non adesso... si versò un bicchiere di vino, bevve tutto d'un fiato...
"Io sono un uomo, io..." sussurrò a se stessa e poi sparì nel buio del corridoio di casa Jarjayes.
  
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