Esco trascinando la mia valigia, seguita da Jared che trascina la sua e cerca
di non far cadere la custodia della chitarra dalle spalle. Ha le mani talmente
occupate che tiene fra i denti una borsa con un regalo per Linda comprato al
duty free di Los Angeles. Fra la folla riconosco mia cugina Alice che si sta
sbracciando per farsi notare da noi. Potrebbe anche evitare di saltare, visto
che una bella ragazza come lei non passa certo inosservata. "Ecco
Alice." dico a Jared indicandogli la mia cuginetta. Sento che
bofonchia un "Carina" e mi segue.
Lascio andare la valigia ed abbraccio mia cugina. "Ciao piccolina!"
Alice ha 11 anni meno di me e per me e' come se ne avesse ancora cinque.
"Ciao Laura! Mi sei mancata tantissimo! Stai bene?" mi domanda
accarezzandomi il lieve accenno di pancia. La notizia della mia gravidanza ha
fatto subito il giro fra i parenti più stretti.
Mi giro verso Jared "Amore. Lei e' Alice." parlo in inglese
perché Alice ha frequentato il liceo linguistico ed e' piuttosto ferrata.
"Benvenuto Jared." Alice gli porge la mano per salutarlo.
Jared appoggia per terra le borse e si toglie dalla bocca il sacchetto.
"Grazie. Sono felice di conoscerti."
Bene: finiti i convenevoli possiamo andare. Alice prende una delle borse di
Jared e ci precede al parcheggio.
"Hai trattato bene la mia macchina?" domando.
"Tranquilla. Non le ho fatto neppure un graffio. E l'ho anche portata a
fare il tagliando a marzo." verificheremo subito se ha detto la verità.
Alice guarda un momento Jared e tutte le sue valige. "Mi sa che dovremo
mettere qualche valigia sul sedile posteriore. Poverino: viaggerà un po'
scomodo."
"Però guido io per tornare a casa. Ho voglia di provare l'ebbrezza della
velocità in tangenziale." dico.
"Auguri! C'era un traffico pazzesco all'andata."
"Quando mi vedranno arrivare, il traffico si aprirà come il Mar Rosso con
Mose'." forse sto esagerando un pochino.
Raggiungiamo la mia adorata C3 rossa. Jared, da buon americano, e' abituato
alle auto enormi ed ora sta guardando perplesso il mio piccolo bolide.
"Ma ci stiamo tutti e tre?" mi domanda.
"Certo! Ci si sta anche in cinque." ovviamente lo faccio
sedere dietro con la chitarra sulle ginocchia ed una delle valige di fianco.
Purtroppo, nel bagagliaio ci stanno giusto una valigia ed un borsone. Farà il
viaggio un po' stretto.
Mi piazzo al posto di giuda ed inforco i miei occhiali da sole.
"Non mi hai sprogrammato la radio vero?" domando ad Alice.
"No. Ho lasciato tutto com'era. Le mie sono sulla seconda banda."
"Brava bambina." ed accendo la radio sintonizzando la mia stazione
preferita che trasmette musica rock. Partiamo imboccando il raccordo che mi
porterà sull'autostrada dei laghi e poi verso la tangenziale ovest di Milano,
per poi finire sulla est ed imboccare l'A1 per uscire a Lodi.
Alice mi informa sulle ultime novità, racconta dell'ultimo fidanzatino di sua
sorella e riesco ad estorcerle anche il nome della sua ultima conquista.
Jared e' silenzioso e si guarda intorno, poi ad un certo punto rivolge una
domanda ad Alice "Alice. Quanti anni hai?"
"Amore? Prova in italiano?" gli dico io. Mia cugina sorride
divertita.
"Ah, Ok. Quanti... tu..." sento che sfoglia il dizionarietto che gli
ho dato "anni?"
Alice si gira sorridendo "19. Quasi 20." e poi vedendo la faccia
perplessa di Jay glielo ripete in inglese.
Jared fa una faccia strana e mi pare di sentirlo brontolare "Troppo
giovane per Shannon." Ovviamente, anche Alice lo ha sentito e
scoppiamo a ridere tutte e due.
Jared ritorna silenzioso e si rimette a guardare fuori.
Usciamo dall'autostrada e, dopo una ventina di chilometri, passo a lasciare a
casa Alice.
"Grazie piccola per esserci venuti a prendere." le dico senza
scendere dalla macchina. Per fortuna mia zia e' al lavoro, altrimenti saremmo
dovuti entrare per forza. E' la sorellina di mia madre e sono curiose allo
stesso modo.
Jared prende possesso del sedile anteriore e distende le gambe. "Sembra
di viaggiare in classe turistica con questa macchina."
"Non ti lamentare sempre. Le auto troppo grosse inquinano. Non eri tu
l'ecologista?" glielo dico ridendo.
"Manca molto a casa dei tuoi?" mi domanda.
"Quindici minuti." dico infilandomi nella stretta provinciale
che porta in paese. In provincia di Pavia, le strade sono degne del terzo mondo
e Jared fissa spaventato le rive dei fossi che costeggiano la strada.
"Non rischiamo di finire fuori strada vero?"
"No, tranquillo. Basta andare piano. Qui sono finita fuori strada solo con
il motorino."
"Allora vai piano, per piacere." ha l'aria terrorizzata.
"Sono a 70 all'ora. Mi sorpassano persino le lumache."
"Argh! Trattore!" Jared e' terrorizzato dal trattore che esce da
una strada di campagna a poche centinaia di metri davanti a noi.
"Tranquillo. Vedi quella cascina sulla destra? Girerà lì dentro."
e difatti così succede. Jared si rilassa ed io gli faccio segno di guardare
alla sua sinistra.
"Guarda fra gli alberi. La casa dei miei e' una di quelle. E poi c'e'
la chiesa." il gruppo di case e' parzialmente nascosto dagli alberi,
ma il campanile svetta alto verso il cielo. Sono a casa.
Jared guarda sorridendo finché la visuale non viene oscurata dalle prime case
del paese.
"C'e' molto verde qui. E ci sono un sacco di alberi." osserva.
Chissà come ha fatto a non notare le risaie, che sono parte integrante del
paesaggio, assieme ai campi di mais.
"Benvenuto nel mio piccolo mondo." gli dico sorridendo.
Affronto le due curve che portano in paese. Jared osserva curioso la gente
fuori dai bar e la vetrina dell'unico alimentari rimasto. Mi fermo alla curva
per girare verso casa dei miei ed i ragazzi fuori dal bar mi riconoscono e
qualcuno mi saluta. Io ricambio velocemente il saluto e parto sgommando. In
lontananza si vede il campanile della chiesa. Passo velocemente davanti alla
parrucchiera, all'ufficio postale e all'estetista che e' sulla porta con una
cliente. Rallento un attimo e do' un colpo di clacson per attirare la sua
attenzione ed abbasso il finestrino.
"Ciao Anna!" Anna corre vicino alla macchina appena mi vede.
"Ciao Laura! Sei tornata! Finalmente avrò ancora la mia vicina
preferita." e' felice di vedermi.
"Non so se verrò a casa. Sto qui per un paio di settimane e sarò ospite
dai miei."
"Beh, però vieni a trovarmi. Ho un sacco di cose da raccontarti."
"Ok. Vedrò di passare. Ciao." sollevo nuovamente il finestrino e
Jared saluta con la mano.
Vedo Anna che lo guarda curiosa. Ora avrà qualcosa di nuovo di cui parlare in
negozio.
Proseguo diritta, per quelle poche centinaia di metri che mancano, ed imbocco
la curva a destra per entrare nella mia via. Mi abbasso per cercare il
telecomando e faccio aprire il cancello. Mia madre e' sulla porta che mi
aspetta, probabilmente allertata da una telefonata di Alice. Spengo la macchina
e scendo rapidamente per correre ad abbracciarla sorridendo. Mio padre
spunta dalla porta della sua officina/sala giochi, non vuole darlo a vedere, ma
aspettava trepidante il mio arrivo. Corro ad abbracciare anche lui.
"Ciao Laura. Tutto bene il viaggio?"
"Ciao papà. Sì, e' stato magnifico."
Jared scende dalla macchina e si avvicina a me.
"Papà, mamma, lui è Jared." dico mentre Jared si toglie gli occhiali
e sorride allungando una mano verso mio padre.
"Piacere di conoscere." dice in italiano. Mio padre lo guarda serio e
gli stringe la mano. Nell'imbarazzo generale, e' mia madre a prendere in mano
la situazione.
"Oh! Che bello! Allora parli un po' di italiano." dice sorridendo.
"Dai! Venite in casa. E' pronto il pranzo. Ho fatto gli gnocchi con il ragù
ed il gallo alla cacciatora." dice sorridente.
Porca miseria! Mi sono dimenticata di dire a mia mamma che Jared è vegetariano.
E adesso come rimedio?
"Ehm, mamma."
"Sì? Non ti va il gallo? E' uno dei nostri." mio padre e le sue
maledette galline.
"E' freschissimo! L'ho accoppato con una legnata ieri sera. Mi stava
saltando addosso mentre uscivo dal pollaio. Il bastardo ha avuto quello che si
meritava!" esordisce mio padre.
"Non e' per me. Però Jared è vegetariano." Vedo già l'indice di gradimento
di mio padre calare miseramente.
"Beh. Per lui li condisco con il sugo al pomodoro e verdure che ho fatto
ieri." esordisce mia madre. Poi lo guarda "Sarà meglio che ne faccia
cuocere ancora un po'. Questo ragazzo deve mangiare: e' un po' troppo
magro."
"Mamma. Non l'ho portato qui perché tu lo metta all'ingrasso, ma per
farvelo conoscere." dico.
"Oh, piantala Laura!" poi si gira verso mio padre "Luigi prendi
le valige dei ragazzi!" e trascina in casa me.
Jared da una mano a mio padre con le borse ed afferra la sua chitarra dal
sedile posteriore. Posso sentire mio padre che gli chiede "Suoni la
chitarra?" e Jared che lo guarda senza capire la domanda. Mio padre gli
indica la custodia della chitarra. "Oh, yes guitar. Io ehm...canto."
ok, l'indice di gradimento sta lentamente risalendo.
Ridacchio prima che mio padre mi domandi "Laura, ma al feva mia l'atur
quest chi?" (Trad. Ma non faceva mica l'attore questo qui?)
"Sì, però canta anche. Lui e suo fratello hanno un gruppo rock. Sono
piuttosto famosi." dico.
"Beh, un'altro musicista in famiglia." borbotta mio padre.
Mia madre mi trascina in cucina e mi mette seduta a tavola mentre Jared e mio
padre portano le valige di sopra.
"Mi hai preparato la camera della nonna?" domando mentre accarezzo la
gatta che si sta strusciando sulle mie gambe.
"No. Ho preparato la cameretta. Dormirai nel tuo letto e Jared in
quello di tuo fratello." risponde mia madre mentre butta in pentola quello
che sembra circa un chilo di gnocchi.
"Scusami sai. Ho 31 anni e lui e' il mio ragazzo."
"Eh beh. Tanto quello che dovevate fare mi pare lo abbiate già fatto, o
sbaglio?" colpita e affondata.
"Hai tolto le Barbie almeno?" domando.
"Perché? Sono così carine. Ti ho lasciato anche la papera di peluche sul
letto." ora comincio a capire cosa spinge alcune persone a compiere delle
stragi di famigliari.
"Cosa ne pensi di Jared?" domando per cambiare discorso.
"Bello! Occhi stupendi ed un bel sorriso. Solo i capelli un po'
lunghi..."
"Mamma! Quando hai conosciuto papà lui li aveva più lunghi di Jared e pure
boccolosi."
"Sì, però se ha voluto uscire con me se li e' tagliati." ok: non
posso proprio ribattere.
"A me lui piace così." se lo avesse visto biondo platino o con i
capelli lunghi come in Alexander allora cosa diceva?
Mio padre e Jared arrivano e si siedono a tavola. Mia madre gli mette davanti
un piatto enorme di gnocchi al pomodoro: sicuramente si addormenterà prima di
averli finiti. Ci sarebbe voluto Shannon: lui avrebbe fatto festa alla cucina
di mia madre.
"A me danne meno per piacere. Lo sai che i tuoi gnocchi sono buoni ma
micidiali." brontolo.
"Piantala di borbottare e mangia che siete in due."
"Tuo nipote morirà soffocato con tutti questi gnocchi." allora mi da
una porzione ridotta.
La stessa dose tocca a mio padre che guarda il piatto sconsolato "Oh. Io
non sono mica a dieta." protesta.
"Tu hai il colesterolo alto." lo rimbecca mia madre e gli allontana
la bottiglia del vino avvicinandola a Jared.
Mi scappa una risatina alla solita scena.
Mio padre si rivolge a Jared "Vuoi un goccio di vino?" domanda con la
bottiglia in mano costretto, a malincuore, a spartirla.
Jared pare non capire, allora intervengo io "Ti ha chiesto se vuoi
assaggiare il vino. E' buono. Lo fa un contadino dell'Oltrepo' nostro
amico."
"Oh, tanks ... grazie." e mio padre gli versa il vino nel
bicchiere.
"Prego." borbotta.
Jared assaggia gli gnocchi un po' titubante perché non li conosce, ma pare
gradirli e spazzola il piatto in poco tempo.
"Ne vuoi ancora Jared?" domanda mia madre. Lui annuisce e lei riempie
nuovamente il piatto. Spazzola anche quello in poco tempo e poi si appoggia
allo schienale soddisfatto.
Sorride ed esprime la sua soddisfazione "Magnifico!".
Mia madre e' elettrizzata. "Lo sapevo che ti sarebbero piaciuti. Stasera
ti faccio i ravioli di magro."
Jared sorride ed io mi metto a ridere. Si gira verso di me e mi guarda con aria
interrogativa. "Se continui così, quando torneremo a casa, potrai
girare il sequel di Chapter 27."
Jared mi guarda terrorizzato. "Oggi pomeriggio voglio andare a correre.
C'e' un parco qui?" mi domanda.
"Un parco? Qui e' tutta campagna. Io ti seguo in bicicletta."
gli dico.
Saltiamo a piè pari il povero gallo finito alla cacciatora e ci ritiriamo per
disfare le valige e rinfrescarci un po'.
Appena siamo in camera, Jared si lascia cadere sul letto di mio fratello ed
osserva la stanza e la bandiera del Milan che gli penzola sopra la testa come
un drappo.
"Perché c'e' scritto Milano su quella bandiera?" domanda
curioso.
"Non e' Milano, ma Milan. E' la squadra di calcio di Milano ed io e
Roberto tifiamo per loro."
"Grande. Bei colori."
"Quello appeso al lato dell'armadio e' uno dei suoi mitici capitani:
Franco Baresi." quante lacrime ho versato a San Siro quando ha dato
l'addio al calcio.
"Mi dispiace non poter dormire nel letto con te come a casa."
io mi siedo ed abbraccio il papero di peluche.
"Ma io non dormo sola. Ho Duck che mi tiene compagnia." Jared
si alza e raggiunge il mio letto, mi lancia via il papero e mi bacia.
"Guarda che sono geloso del papero." mi sta ancora
baciando quando mia madre piomba in camera. Ci stacchiamo come due adolescenti
colti sul fatto.
"Oh scusate. Volevo sapere cosa facevate oggi pomeriggio."
"Jared vorrebbe andare a correre. Sai, per digerire i tuoi gnocchi."
"La nonna non vede l'ora di vederti Laura. Perché non la vai a
trovare?"
Oh no! Ci mancava solo questa! Appena arrivata e subito il giro all'ospizio.
"Va bene. Ci vado prima di sera." dico rassegnata.
"Porta anche Jared. Lo sai che e' curiosa di vederlo." e se ne va.
Bel programma della giornata!
Sospiro sconsolata "Ti porto a conoscere mia nonna. Se domattina, al
mio risveglio, non ti dovessi più trovare, credimi, capirei il tuo gesto."
gli dico teatralmente.
Jared ride "Ma dai. Come può una vecchietta essere così terribile da
farmi scappare?"
"Aspettati qualsiasi domanda o commento. Per fortuna non potrai capire
tutto quello che dirà." so' già che mia nonna noterà i capelli lunghi
e tutti i tatuaggi: minimo mi chiederà se e' un drogato.
(Jared POV)
Questo paese e' veramente piccolo. Però c'e' tanto verde e la natura e'
bellissima. Laura mi ha accompagnato a fare una corsa. Appena si esce dalla via
dove vivono i suoi, sei subito in campagna. Abbiamo passato un paio di
cascinali mezzi diroccati. Nel primo c'erano un paio di vecchietti nell'orto
che hanno salutato Laura e lei si e' fermata a scambiare due parole con loro.
Non credo che parlassero in italiano, ma in dialetto perché non capivo proprio
nulla. Sua madre le ha raccomandato di non fare strade sterrate in bicicletta.
Non voleva lasciargliela usare perché le ha detto che in gravidanza non si va
in bicicletta, ma poi ha ceduto. E' una strada tranquilla. Avremo incontrato
si' e no due macchine ed una era una anziana signora bionda che si e' fermata,
anche lei, a salutare Laura. Lei mi ha spiegato che la tizia vive in una grande
cascina qualche chilometro più avanti. Il nonno di Laura lavorava per suo
marito, non come semplice contadino, ma lui aveva il compito di controllare le
acque durante tutto l'anno. Questo posto e' punteggiato di risaie e campi di
mais. Il cielo azzurro di oggi si rispecchia nelle acque ferme e fa brillare
tutto. Arriviamo ad una lieve salita con da parte una cabina dell'elettricità,
e Laura mi fa segno di tornare indietro. Si mette a ridere ed io rimango
perplesso un attimo da questa sua ilarità. Quando si riprende mi chiede scusa e
mi spiega che, lo stesso tragitto che sta facendo adesso con me, lo faceva
sempre in compagnia del suo cane qualche anno prima.
"Ah sì! Mi paragoni al tuo cane?" domando ridendo.
"Adoravo quel cane." mi dice sorridendo con malinconia. Doveva
essere molto affezionata a quell'animale.
Ritorniamo indietro e vedo che si ferma un attimo e si mette a spostare i rami
di un cespuglio sulla riva.
"Cosa cerchi?" domando avvicinadomi.
"More. Questo e' un gelso ed ha sempre fatto i frutti in questo
periodo." ne trova un paio e le raccoglie sporcandosi la mano con il
succo viola. "Assaggia." e mi mette in bocca uno di quei
piccoli frutti. E' molto dolce e succoso e mi lascia un piacevole sapore in
bocca. "Buono." dico io.
"Una volta coltivavano questi alberi per nutrire i bachi da seta con le
loro foglie. In questa zona, all'inizio del '900, erano una delle principali
fonti di reddito per le famiglie contadine." la ascolto estasiato.
Laura sembra una persona semplice, ma ha una cultura piuttosto vasta e sa molte
cose del suo territorio.
Ritorniamo a casa, non prima di aver fatto quella che Laura chiama "la
tappa obbligata". La signora che vive nella prima casa all'inizio della via,
ci ha visti passare ed e' corsa fuori per salutare Laura. Se la vedesse Shannon
non mi direbbe più che parlo così tanto. Dietro di lei, due ragazzini biondi di
circa 7 anni, se le stanno dando di santa ragione. Sembrano due gemelli. Laura
dice qualcosa che sposta l'attenzione della donna sui nipotini che litigano e così
riusciamo a svignarcela salutando velocemente.
Ritorniamo in casa e mi concedo una doccia veloce. Cavoli! Fa veramente caldo!
Laura mi aspetta in macchina e ripercorriamo la stessa strada fatta a piedi
poco prima. Sbuchiamo in un paesino molto piccolo, e Laura si infila con l'auto
in un portone. Parcheggia e posso vedere una struttura che sembra recentemente
ristrutturata: e' la casa di riposo dove sta' la nonna di Laura.
Scendiamo dalla macchina ed un gruppo di vecchietti, seduti sotto un gazebo, ci
osserva curiosi mentre entriamo dalla modernissima porta a vetri automatica.
Laura gira decisa verso destra e da' una rapida occhiata in una grande sala
dove ci sono sedute parecchie persone anziane. Probabilmente non vede sua nonna
perché parla con una delle infermiere e poi si dirige verso la scala per salire
al piano superiore.
"La nonna e' in camera. C'e' anche mia zia, la sorella di mio
padre." annuisco e mi tolgo gli occhiali da sole ed il cappello
dandomi una sistemata ai capelli.
Entriamo in quello che sembra un piccolo mini appartamento arredato in modo
moderno. Laura corre a dare un bacio all'anziana sulla sedia a rotelle che ha
quasi le lacrime agli occhi dalla gioia di vederla. Io rimango un attimo sulla
porta imbarazzato. Laura mi fa segno di avvicinarmi ed io entro sorridendo alle
due donne che mi squadrano da capo a piedi. Per educazione, mi avvicino prima
alla nonna di Laura e mi presento. "Buongiorno. Io sono Jared." ho
pensato molto bene a quello che dovevo dire per non sbagliare.
"Piacere io sono la nonna di Laura." mi risponde la vecchietta.
"Ed io la zia." mi dice l'altra.
Sento che l'anziana dice qualcosa a Laura sicuramente in dialetto e lei sorride
e poi mi parla in inglese "Ha detto che le piaci. Che sei proprio un
bel ragazzo."
Io sorrido, ringrazio e poi mi metto seduto su una sedia ad ascoltare in
silenzio quello che si stanno dicendo le tre donne. Ogni tanto Laura si gira
verso di me e sorride ed io ricambio. Al momento di congedarci mi avvicino
anch'io a sua nonna per salutarla e lei mi fa abbassare e mi da un bacio sulla
guancia. Laura e sua zia le dicono qualcosa che suona come un rimprovero e lei
scrolla le spalle rispondendo e scoppiano tutte e tre a ridere.
Durante il viaggio di ritorno domando a Laura di quell'ultimo scambio di
battute e lei mi risponde "Le abbiamo fatto notare che non era il caso
che ti desse un bacio e lei ci ha risposto che non le sarebbe più capitato di
baciare un così bell'uomo." io sorrido.
"Tua nonna ha veramente buon gusto." non lo dico per vantarmi.
"Certo! Dovevi vedere che bell'uomo era mio nonno. Quando arriviamo a
casa ti faccio vedere una sua foto."
"Perché non mi fai vedere anche le tue di foto?" sono curioso di
sapere tutto della vita di Laura.
Appena arriviamo a casa ci sediamo sul divano del salotto e Laura tira giu' dal
mobile tre album di fotografie. Comincia con quello con la copertina verde.
Nella prima pagina ci sono un paio di foto che ritraggono i suoi genitori
giovanissimi al mare e sulla neve e poi le foto di un battesimo: e' quello di
Laura. Proseguendo ci sono varie foto di Laura da piccola e poi di suo
fratello. Da piccola sembrava un maschietto, poi verso i due anni aveva dei bei
boccoli neri ed i suoi grandi occhioni marroni. Roberto, invece, e' la copia
della piccola Linda, solo meno pacioccone. L'album contiene le foto di Laura
fino ai suoi 18 anni. Negli altri due ci sono foto di varie età in ordine
sparso e nell'ultimo delle foto vecchissime che ritraggono, addirittura, i suoi
bisnonni. Mi stupisco di una foto di suo padre ritratto mentre canta: avrà
avuto circa 20 anni ed aveva i capelli lunghi. In un'altra e' accovacciato
vicino ad una bambina di circa un anno. "Lei e' mia cugina Marina. La
figlia maggiore della sorella di mio padre. Ha la tua stessa età. Stasera le
conoscerai tutte e due, ed anche i loro mariti ed i loro figli."
(Laura POV)
Mio Dio! Con in casa le mie cugine e le loro allegre famigliole, c'e' una
baraonda che neppure in casa di Brad. Come se non bastasse, sono arrivati anche
i miei zii e le altre due cugine: Alice e Gemma. Quando Jared ha avuto a che
fare con la piccola Michela, sembrava più terrorizzato della gatta: quella
bambina e' il diavolo in persona. Alla fine della serata, quando se ne sono
andati tutti, era stremato e si e' addormentato come un sasso. Io ho avuto
problemi a prendere sonno: non mi ricordavo di avere un materasso così duro ed
ho rischiato di cadere dal letto un paio di volte.
E' mattina e sento mia madre che si alza e si muove per casa con la solita
delicatezza di un caterpillar. Ormai il mio sonno e' andato a farsi benedire, così
decido di alzarmi per darle una mano. Jared dorme ancora come un sasso e sembra
che nulla lo possa svegliare.
Scendo in cucina dove trovo mia madre pronta per uscire.
"Dove vai?" domando.
"A prendere Linda. Oggi tocca a me." e' vero! Me ne ero completamente
dimenticata.
"Vengo con te, se non ti spiace."
"Certo che non mi dispiace. Andiamo."
Recuperiamo la piccola e saluto mia cognata che se ne va al lavoro. Linda e'
contenta di stare con mia madre e mio padre, molto di più che con gli altri
nonni. Sembra persino felice di vedere me. Ormai ha quasi un anno e, da circa
un mesetto, cammina e comincia a dire le prime parole. Purtroppo ha preso la
parlantina di mio fratello e, durante il tragitto in macchina, ci fa un
discorso in "bambinese" di cui capisco sì e no due parole. Sarà uno
spasso vederla fare a gara con Jared per chi chiacchiera di più.
Arriviamo a casa e scarico Linda dalla macchina. Per prima cosa intercetta la
gatta e si mette a rincorrerla per prenderla. Mio padre e' in cucina che fa
colazione con un pacchetto di cracker.
"Jared non si e' alzato?" gli domando.
"No. Io non gli ho rotto le scatole."
"Allora ci penso io a svegliarlo. Linda? Vieni con la zia a chiamare
Jay?" domando alla piccola che mi guarda e mi sorride annuendo lasciando
andare la presa sulla coda della gatta.
Apro la porta della scala e Linda si mette a gattoni per salire i gradini. Io
la lascio fare e le sto dietro per evitare che cada. Apro la porta della camera
ed entriamo in silenzio. Linda vede Jared nel letto e cerca di salire. Io
sollevo la tapparella e spalanco la finestra per far cambiare aria. Linda, che
non riesce a salire sul letto perché e' troppo alto, si mette a tirare il
lenzuolo. Visto che non ottiene nessun risultato neppure così, decide di
ricorrere alle maniere forti e caccia un urlo. Jared si sveglia all'istante e
scatta a sedere spaventato. Linda lo guarda, gli sorride e gli dice un dolce
ciao. Ormai sveglio, Jay afferra Linda e se la tira sul letto.
"Linda! Ecco la mia piccola principessa! Urli più di me." le
dice sfregandosi gli occhi ancora cisposi per il sonno.
"Jay!" esclama Linda e si avvicina per stampargli un bavoso bacetto
sulla guancia. Poi comincia a propinargli uno dei suoi interminabili discorsi
che solo lei può capire.
"Abbiamo trovato un altro che parla più di te. Questa bambina farà
strada." dico ridendo. Mi avvicino a Jared e gli do un bacio. "Ora
però alzati e vestiti. Oggi farai il babysitter."
Mentre Jared entra in bagno, arriva mia madre e fa in tempo a vederlo con
addosso solo i boxer. Sembra incantata.
"Mamma? Ci sei?" domando sventolandole la mano davanti alla faccia.
"Eh? Ah sì! Mamma mia che bel pezzo d'uomo." guardo mia madre con
tanto d'occhi e tappo le orecchie a Linda.
"Ohi! Guarda che ha anche lui i suoi difetti come tutti gli altri."
mia madre si riprende.
"Si, ma però e' veramente bello. Adesso capisco come mai ti sei innamorata."
"Non e' solo per l'aspetto fisico. Anche se devo dire che ha giovato
parecchio."
"Sei sempre la solita fortunata."
"Non mi pare di aver avuto tutta 'sta fortuna in vita mia. Comunque: ora
vai giù con Linda che a rifare i letti ci penso io. Almeno mi rendo
utile."
"Va bene. Mi fai un enorme piacere." prende in braccio la piccola e
scende al piano terra.
Rifaccio i letti e riordino le camere. Finalmente il principino e' uscito dal
bagno e si decide a fare la sua radiosa comparsa.
"Buon giorno amore." si avvicina e mi da un bacio.
"Scendi a fare colazione. Mia madre ha fatto una torta."
"Ok. Poi cosa facciamo?" mi domanda.
"Potremmo andare a fare la spesa in paese o una passeggiata con
Linda." propongo.
"Potremmo unire le due cose. Così mi fai conoscere i tuoi amici."
"Credo che siano tutti al lavoro questa mattina. Magari in serata chiamo
qualcuno."
"Va bene. Chiama qualche amica."
"Guarda che Shannon si arrangia benissimo da solo con le donne."
protesto io.
"Però un aiutino non sarebbe male. Se ce ne fosse una disponibile,
potrebbe venire qui per conoscerla." metto una mano sulla schiena di
Jared e lo accompagno verso la scala.
"Va là va. E piantala di dire cavolate. Se ti manca tuo fratello, digli
di prendere il primo aereo e raggiungerci." lo sto accompagnando giù
per la scala, sperando che non dica più cazzate.
"Stasera lo chiamo e gli dico di preparare le valige." poi si
fionda in cucina e si serve circa un quarto di torta. La gatta ormai lo adora e
gli salta sulle gambe. Linda, dalla sua postazione nel box, lo guarda divertita
e cerca di farsi dare un pezzo di torta.
Arrivo con la lista della spesa che mi ha dato mia madre e tolgo Linda dal box.
"Adesso la zia e Jay ti portano a fare spesa." Jared guarda il
passeggino, ma io faccio cenno di no con la testa: Linda ci seguirà con il
triciclo. Tanto e' un modello di quelli con attaccato un manico per poterlo
tenere o spingere. Peccato che la piccola sia talmente testarda da fare solo
quello che vuole ed andare solo dove vuole.
Percorriamo il marciapiede e Jared e' occupato a far andare Linda dalla parte
giusta. "Ancora cento metri e sarò morto a furia di farle cambiare
direzione."
"Se non ci sbrighiamo rischiamo di non trovare più pane. Prendila in
braccio e trascina quel maledetto trabiccolo!" ovviamente Jared e'
felice di eseguire ed afferra Linda. In questo modo riusciamo a raggiungere il
negozio. Lascio Linda e Jared fuori ed io entro.
"Ciao Laura! Mi avevano detto che eri tornata! Come stai?" Marco, il
salumiere, e' sempre molto cordiale.
"Bene. Sto qui un paio di settimane, poi torno in America."
"Come mai te ne vai di già? Non ti piace più il tuo paese, o hai trovato
di meglio?" mi domanda mentre mi affetta il prosciutto ed ammicca verso
Jared fuori dal negozio.
"Sai già tutto vero?" domando. Marco sorride.
"Ovviamente. Lo sai che le belle notizie girano subito. Ti hanno visto
tutti quelli che c'erano fuori dal bar ieri, e poi Anna ha potuto vederlo
abbastanza bene. Come mai non l'hai fatto entrare?" il solito curioso.
"Sta facendo il babysitter." dico indicando Linda.
"Ecco! Neppure la mia Linda hai fatto entrare. Oggi non le posso dare la
caramella."
"Scommetto che ha già imparato a venirsela a prendere da sola." Marco
ride. "Va bene." mi arrendo e faccio segno a Jay di entrare.
Marco sorride e Linda trotterella decisa verso il bancone in cerca di
caramelle. "Vieni piccola." la incita il salumiere dandole l'agognata
caramella.
"Marco, lui e' Jared." Jared fa un cenno di saluto.
"Mi sembra di averlo già visto." esordisce guardandolo perplesso.
Mi guardo intorno, sono entrate un paio di vecchiette che stanno squadrando
Jay. "Fa l'attore ed il cantante." bisbiglio a Marco.
"Magari ho visto qualche suo film." sembra pensarci su un momento
"Ah si'! Ieri sera c'era quello con Nicholas Cage che fa il trafficante
d'armi." lo guarda un momento ancora "Lui e' il fratello
drogato!" Jared capisce solo il nome dell'attore principale, mentre
riprende in braccio Linda che sta puntando all'espositore degli ovetti Kinder.
"Già." ammetto io per poi puntualizzare "Però non si droga
davvero. E' un bravo ragazzo."
Finalmente ha finito di affettarmi quei due etti di prosciutto e sembra aver
avuto abbastanza notizie per poter chiacchierare per una settimana. Dal retro
arriva suo figlio maggiore.
"Oh ciao Laura!"
"Ciao Ezio."
"Allora sei andata in America a farti riempire?" che modo carino per
ricordarmi che mi sono fatta mettere incinta.
"Il colpevole e' qui che si allena con mia nipote." dico indicando
Jared.
Ezio lo guarda un attimo e poi sgrana i suoi bei occhioni blu "Ma questo
qui e' Jared Leto dei 30 Seconds to Mars! Cazzo hai fatto un bel colpo!"
Jared mi guarda "Mi conosce?"
Ezio risponde velocemente in inglese "Certo! Sono stato al vostro
concerto a Milano l'anno scorso."
"Spero ti sia piaciuto."
"Magnifico! Mi autografi il cd?"
"Certo." Ezio scappa in casa e torna rapidamente con un cd dei
Mars e Jared glielo autografa.
Guardo Ezio. "Mi sa che se sei fortunato, fra un paio di giorni arriva
anche suo fratello."
"Davvero? Mi sa che ti vengo a trovare qualche giorno."
"Ci conto." pago la mia spesa, recupero il mio seguito ed
usciamo dal negozio.
Linda e' risalita sul suo adorato triciclo ed ha ricominciato con il solito zig
zag. Arriviamo vicino al cancello dell'oratorio e la piccola e' attirata dalle
voci dei ragazzi e dei bambini che stanno giocando. Il cancello e' aperto e
Linda svolta velocemente al suo interno. Jared la segue di corsa, anche lui
incuriosito dal gruppo di ragazzini che vede. Li seguo sospirando.
Il gruppo degli animatori, capitanati come sempre da Luca, si gira a fissarci.
Basta poco perché riconoscano me e Linda. Luca e' un vecchio amico con cui sono
cresciuta e mi conosce piuttosto bene. Ha due anni più di me e, visto che non
ha potuto seguire la sua vocazione, fa l'insegnante di religione e si occupa
dell'oratorio.
"Laura ciao! Mi avevano detto che eri tornata." mi viene incontro con
addosso la solita maglia della Juve ed il solito berretto della Ferrari.
"Ciao Luca. Scusa l'intrusione, ma la peste non ha resistito." dico
per giustificare la nostra comparsa.
"Ma figurati! Tua mamma la porta qui molto spesso nel pomeriggio."
dice lasciando un buffetto alla piccola che lo ricambia con un sorriso.
"Cosa state facendo di bello?" domando incuriosita "Riunione
degli animatori?" i ragazzi più grandi sono tutti seduti attorno a Luca.
"Ma sì, stiamo cercando un modo per intrattenere i ragazzi." poi mi
bisbiglia "Qui non e' piu' come ai bei tempi quando ero più giovane ed
avevo degli altri collaboratori, capisci?"
"In effetti, da quando facevo parte del gruppo anch'io, i bambini sono
cambiati parecchio. Ti ricordi quanto ci divertivamo noi animatori in teatro?
Tu imitavi sempre Freddy Mercury mentre noi ragazze preparavamo i
balletti."
Luca ridacchia. "Già, bei tempi." poi guarda curioso Jared "E'
lui il tuo nuovo fidanzato Californiano?"
"Sì, lui e' Jared. L'ho portato qui per farlo conoscere ai miei, visto che
e' il padre del loro prossimo nipotino. Sai Californication..." cito
volutamente i Red Hot Chilli Peppers.
Luca sorride alla mia battuta "Ho saputo anche quello. Lo sai che qui le
notizie volano." poi ritorna curioso "Ma e' vero che fa
l'attore?"
"Attore, cantante di un gruppo rock ed anche regista dei loro video
musicali e produttore."
"Mi pare di averlo visto forse in qualche film. Ma in che gruppo
canta?"
"I 30 seconds to mars. Fanno rock, un misto fra Emo e Punk. Lui scrive le
canzoni e suona la chitarra, oltre a cantare."
Luca mi guarda attentamente e poi spara la sua idea "Perché oggi
pomeriggio non venite qui? Potrebbe suonare un po' con me. Sai, fra
chitarristi..."
"Luca, tu suoni durante la messa. Non ti offendere, ma non sei proprio The
Edge degli U2."
"Dai Laura! Che ti costa? Tanto non hai sicuramente niente da fare."
"In effetti. Dall'avvocato ci devo andare domani... Va bene. Oggi lo porto
qui così vi divertite un po'."
"Sarà il caso che me lo presenti almeno." mi ricorda Luca.
"Hai ragione." poi mi giro verso Jared che sta tenendo d'occhio Linda
che gioca con le figlie di mia cugina e le loro amichette. "Jay. Vieni
qui un momento." Jared si gira e si avvicina, senza perdere d'occhio
Linda.
"Lui e' Luca, un mio amico." dico presentandogli Luca.
"Ciao Jared. E' un piacere conoscerti." Luca parla abbastanza
bene l'inglese.
"Anche per me e' un piacere conoscere gli amici di Laura." poi
gli scappa l'occhio alle spalle di Luca e vede la chitarra. "Suoni la
chitarra?" domanda.
"Strimpello. A proposito: Laura mi ha detto che hai un gruppo rock e
che sei un chitarrista. Ti andrebbe di venire qui dopo pranzo per suonare
insieme?"
"Perché no."
Lascio i due ragazzi a discutere dei loro gusti musicali e mi avvicino a mia
nipote. Linda e' molto presa a giocare con le bambine più grandi.
"Ciuci. La nonna ci sta aspettando per la pappa. Quando ti svegli dal
pisolino, la zia ti porta ancora in oratorio." Linda mi guarda con un
faccino implorante, ma io non cedo. La prendo in braccio e richiamo Jared per
tornare a casa: mia madre si starà chiedendo che fine abbiamo fatto.
(Jared POV)
Siamo ritornati in questo posto pieno di bambini. Ho portato la mia chitarra ed
ora sono seduto su una sedia di fianco a Luca e ci stiamo accordando. Quando
Luca ha visto la mia Gibson ha sgranato gli occhi incredulo "La mia
chitarra e' un giocattolo in confronto alla tua. Quella e' veramente
professionale."
"La uso per le performance acustiche. Per i concerti ne ho due
elettriche che mi sono fatto fare apposta. Hanno anche un nome."
Luca esclama qualcosa che non riesco a capire (Sticazzi!). "Cosa ti
andrebbe di suonare?" domando.
"Perché non mi fai sentire una delle tue canzoni?" mi chiede.
Mi ha già detto di non conoscere il mio gruppo.
"Ok. Ti suono "From yesterday." Il video lo trasmetteva
sempre anche MTV". e comincio. Mentre canto un gruppo di ragazzine si
avvicina e si siede intorno a noi sul prato. Laura mi guarda sorridendo.
Finisco il mio pezzo ed i ragazzi applaudono. Ora tocca a Luca. "Tocca
a te. Cosa canti?" gli domando.
"Sono un po' indeciso. Tu sei bravissimo. Quasi mi vergogno." Laura
ride ed interviene.
"Perché non fate qualcosa dei Queen? Se avete problemi per la voce di
Freddy, posso cantare io." Luca la guarda di sbieco e le dice qualcosa
in italiano. Lei si rivolge a me.
"Mi ha detto di stare zitta." mi dice imbronciando le labbra
come una bambina.
"Non te la prendere amore." Consolo Laura che si gira e fa la
linguaccia a Luca. Quando fa così sembra proprio una bambina.
Passiamo un pomeriggio veramente divertente. Laura conosce anche molti dei
bambini, o almeno i loro genitori. Le ragazzine più grandi sono tutte intorno a
noi e qualcuna sembra anche conoscere le mie canzoni. Verso le sei di sera ci
congediamo. Laura e' un po' stanca ed io sono quasi senza voce.
Salutandoci, Luca propone qualcosa a Laura. Lei si gira e mi espone la
questione "Luca vorrebbe fare una serata di canzoni con qualche altro
amico. Ha detto se ti va. Sarebbe una specie di spettacolo di beneficenza per
l'oratorio e la parrocchia."
"Perché no." mi andrebbe veramente, sono dei ragazzi simpatici.
"Potremmo convincere anche Tomo a venire qui assieme a Shan. Verrebbe
uno spettacolo magnifico."
"Prima devi dire a mia madre che ci saranno altri due ospiti." cavoli!
Non avevo pensato che siamo ospiti dai suoi anche noi.
"Potrebbero stare in hotel. Ce ne sarà pure uno qui vicino."
"Scherzo Jay! Sarà felice di conoscere tuo fratello e Tomo. E poi vuoi
mettere Shannon che fa onore alla sua cucina?" Laura sorride.
Arriviamo a casa e chiediamo ai suoi genitori se possiamo far venire qui anche
Shan e Tomo. Sua madre accetta senza problemi. Laura e' raggiante.
"Hai avuto una magnifica idea! Così noi ci trasferiremo nella camera di
mia nonna e dormiremo nello stesso letto." diabolica la ragazza!
Mio fratello ha accettato al volo la mia proposta. Sente così tanto la nostra
nostalgia, che e' persino riuscito a convincere anche Tomo a venire. Siamo all'aeroporto
io ed il padre di Laura. E' stata un'idea di Laura quella di farci andare
assieme. Lui ha la macchina grande ed io conosco i nostri ospiti. Shan e Tomo
sono sbarcati dall'aereo e stanno venendo verso di noi. Guardo Luigi, che ha individuato
mio fratello e Tomo fra la gente in arrivo, fare una faccia perplessa alla
vista dei due e borbottare qualcosa. In effetti non si presentano proprio bene:
sembrano due scampati ad un disastro nucleare da come sono vestiti. Mi faccio
coraggio e presento i due al padre di Laura, cominciando da Shannon.
"Luigi, lui mio fratello Shannon." si stringono la mano. "And
lui is Tomo. Ehm, Tomislav."
"Grazie per avere invitato." non sapevo che Tomo conoscesse
l'italiano: questo ragazzo mi stupisce ogni volta.
Durante il tragitto in macchina stiamo piuttosto in silenzio. Solo quando
arriviamo in prossimità del paese, mi gaso e spiego tutto ai ragazzi: tutto
quello che so, almeno.
Arrivati a casa scarico i loro bagagli e Laura ci corre incontro.
"Ben arrivati!" dice abbracciando Shan che ricambia
soddisfatto ed esclama "Ecco la mia sorellina!". Suo padre le
dice qualcosa e lei lo guarda con aria di rimprovero prima di rispondere.
Accompagniamo i ragazzi in camera. Io e Laura abbiamo preso possesso del letto
matrimoniale di sua nonna, mentre a Tomo e Shan tocca la cameretta. Shannon
entra per primo e si guarda intorno individuando il letto in cui dormirà.
Ovviamente a Tomo tocca il letto di Laura con i peluche e le Barbie: io e Shan
non ci lasciamo sfuggire l'occasione di prenderlo in giro e di chiedere a Laura
se ha un pigiamino rosa da prestargli.
"Lasciatelo stare, poverino." ci rimprovera lei. "Scendiamo
che e' pronto il pranzo, piuttosto."
Alla parola "pranzo", Shan si fionda giù dalla scala. Quando arriviamo
noi e' già seduto a tavola che sorride alla madre di Laura: credo che fra un
paio di giorni cercherà di farsi adottare da lei. Lei, ovviamente, gli mette
davanti delle porzioni enormi che lui apprezza parecchio.
"Oggi li portiamo all'oratorio?" domando a Laura.
"Non senti che silenzio c'e' oggi? E' venerdì: sono andati al
mare." peccato. Avrei fatto conoscere Luca a mio fratello e a Tomo.
"Possiamo fare una passeggiata in campagna, se vi va." propone
ancora Laura.
"Non e' una cattiva idea. Qui e' tutto così bello."
Shannon si sta facendo servire la seconda porzione di pollo, sotto lo sguardo
adorante della madre di Laura, mentre Tomo chiacchiera con suo padre. Sono
quasi invidioso di Tomo: con me non ha mai cercato il dialogo come con lui.
Evidentemente e' per via della lingua.
(Laura POV)
Tomo e Shannon sono qui con noi. Mia madre ha preso subito Shannon in simpatia:
sarà per il fatto che non rifiuta mai nulle di quello che gli mette nel piatto.
Ieri pomeriggio Jared e' andato nell'orto con mio padre, mentre io ero
dall'avvocato per le pratiche della separazione. Non mi ha stupito affatto la
telefonata di mia cugina Alice.
"Laura ciao, sono Alice. Sono a casa dell'Elisa. Non indovinerai mai chi
c'e' nell'orto con lo zio." Elisa e' la migliore amica di mia cugina e
casa sua confina con l'orto di mio padre.
"C'e' Jared?" tiro ad indovinare.
"Come lo sai?" mi domanda.
"L'ho suggerito io a mio padre di portarselo, almeno faranno un tentativo
per conoscersi."
"Direi che lo zio si sta divertendo. La Eli mi ha chiamato perché lo ha
visto dalla finestra mentre inciampava nel tubo dell'acqua e cadeva nel
fango."
"O mio Dio! Ma si e' fatto male?" domando preoccupata.
"No. Però si e' tolto la maglietta." mia cugina ha un tono
compiaciuto. "Quando sono arrivata Elisa stava, praticamente, sbavando sul
davanzale."
Mi scappa una risatina. "Uh! Stanno andando via."
"Fai una cosa: seguili in cascina. Renditi utile e fai da interprete allo
zio."
"Andiamo subito." e mi riaggancia il telefono.
Mia madre mi vede ridacchiare. "Cos'ha combinato tuo padre?" mi
domanda.
"No, niente. Preparati a fare la lavatrice quando arrivano: Jared e'
inciampato nel tubo ed e' finito di faccia in un solco pieno di acqua.
Alice mi ha detto che e' coperto di fango dalla testa ai piedi."
Mia madre ridacchia. "Arriverà a casa in mutande."
Racconto l'accaduto a Shannon e Tomo che si preparano per l'arrivo del loro
leader: vendetta, tremenda vendetta!
Morale: mio padre ha avuto il buon gusto di non portarselo in giro con addosso
solo le mutande, ma gli ha fatto infilare una tuta da lavoro di mio fratello
che, a detta di Jay, pungeva all'inverosimile.
"Non potevo mica lasciarlo girare in mutande con lì Alice ed Elisa che lo
squadravano da capo a piedi." si e' giustificato mio padre.
"Mi sono lavato con l'acqua del pozzo che c'e' in cascina. Era
gelida." si e' lamentato il mio principino. "Mi sa che tuo
padre mi odia."
"Non ti odia. Gli piaci, invece."
"Chissà se non gli piacessi allora." su questo ha ragione: papà
ci sta andando un po' troppo pesante con lui. Sarà meglio che metta in chiaro
le cose.
La serata fra amici all'oratorio, si e' tramutata in un vero e proprio
spettacolo canoro. Luca e' riuscito persino ad infilare dentro un paio di
balletti delle ragazze, ed io e la mia amica Cristina abbiamo fatto un duetto
cantando una canzone degli ABBA con le mie basi musicali. Io e Jared abbiamo
anche cantato assieme "I'll stand by you" che ha riscosso un discreto
successo. I miei genitori sono venuti a sentire e mio padre si e' commosso sentendomi
cantare.
Shannon si e' lasciato trasportare dal motivetto degli ABBA (Take a chance on
me) e ci ha provato con la mia amica. Si e' fatto promettere che ci verrà a
trovare a Los Angeles. Jared sembrava contento di vedere Shannon interessato ad
una ragazza. Io ero contenta per Cristina che si meriterebbe davvero un bravo
ragazzo come Shan. Fa parte anche lei del gruppo "sfigate del '79"
come me. Lei, per sua fortuna, non si e' mai sposata, però ha convissuto con un
imbecille per un paio di anni prima di decidere di rispedirlo a casa dai suoi.
Peccato che fra un paio di giorni ripartiamo. Il mio ex marito ha acconsentito
a velocizzare le pratiche per il divorzio: entro un anno, al massimo, sarò di
nuovo libera e, se Jared lo vorrà, ci potremmo sposare. Intanto però aspettiamo
con ansia l'arrivo del nostro bambino: sarà un maschietto.
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Questo capitolo e' stato un parto difficile ed e' venuto pure molto lungo. Spero che nessuno si sia annoiato a leggerlo. Grazie come sempre a magica_cricchia per il betaggio e a chi legge e a chi commenta. Il paese che descrivo e' veramente quello in cui sono cresciuta e dove vivono i miei. Anche le persone che cito sono tutti miei amici.