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Autore: Shannara_810    15/07/2005    7 recensioni
La verità dietro il cuore di ghiaccio di Draco Malfoy.(Nuova versione. è iniziata la revisione di questa fic. alcuni cap saranno semplicemente ritoccati ad altri aggiunte nuove sezioni e tante altre emozioni. Via via che modoficherò i cap li indicherò accanto al loro titolo. Date uno sguardo alle modifiche e buona lettura)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Truth Behind His Frozen Hearth

The Truth Behind His Frozen Hearth

Parte I: Il segreto di Draco

Capitolo 16: The Only thing I Know is... I love you, 1parte

Una tiepida alba faceva capolino tra le bianche tende sella stanza, avvolgendo tutti in una pallida luce rosata. Una donna stringeva tra le braccia un neonato, coccolandolo con tenere parole d'amore, baciandogli il capo biondo mentre lui mangiava avidamente, la bocca stretta al seno della madre, i pugni chiusi intorno alla sua larga camicia candida, abbottonata distrattamente. La felicità che si leggeva in quegli occhi dorati li faceva brillare come preziose gemme dai toni caldi. Una mano forte giocherellava con i folti ricci di lei, un braccio stretto intorno alla vita della sua compagna che fiduciosa restava appoggiata ad un caldo petto muscoloso. Il dolce respiro di lui le solleticava le guance mentre, ormai sazio, il bambino sbadigliò soddisfatto, scivolando in un sogno appagante.

La donna voltò il capo per baciare il suo uomo. Ora sarebbe venuto il tempo anche per loro due.

"Metto Ryan a letto e sono subito da te". Hermione gli sussurrò, sollevandosi lentamente per non svegliare suo, loro figlio e adagiarlo piano nella culla vicina al loro immenso letto. Draco appoggiò il capo alla grande spalliera d'ebano e velluto, osservando le due cose più preziose di tutta la sua vita con gli occhi pieni d'amore. Lei aveva solo la sua bianca camicia addosso, abbottonata ancora a metà, il seno, pieno del dolce latte per loro figlio, che faceva capolino solo per lui. Vederla lì con i suoi vestiti addosso risvegliavano in lui un qualcosa di primitivo. Lei è solo mia, continuava a ripetersi. La ragazza baciò la piccola testolina bionda ponendolo dolcemente nella culla e poi tornò ad accoccolarsi fra le braccia forti del suo compagno, mentre lui le sfiorava il viso in una tenera carezza, scostandole i capelli ribelli. 

"Buon giorno, piccola".

"Buon giorno, mio drago".

Quegli strani, unici, straordinari occhi di tempesta non si decidevano a lasciare quelli del color dell'oro e sembravano riuscire a fondersi in un'unione di anime che andava oltre l'umana comprensione. Amore... passione... ossessione... ciò che li univa aveva superato da tempo ciò che parole banali come queste potevano significare. Erano diventati qualcosa di nuovo, un'unica entità, un unico essere che abitava in due corpi distinti ma uniti.

Lei si scostò dal loro abbraccio e si stese fra le lenzuola ancora calde, che sapevano di loro, la camicia di Draco ancora più aperta. I loro sguardi erano restii a separarsi. Lo stavano desiderando entrambi.

"Mi piace la mia camicia su di te". Le mormorò mentre con una mano le sfiorava i fianchi morbidi. "Ma è ancora più bella quando è sul pavimento". Lei sorrise e la sbottonò del tutto per poi lanciarla lontano.

Draco si chinò a baciarle il collo candido e sudato mentre Hermione si lasciava cullare verso il paradiso dei sensi. Niente era importante quando erano insieme. I suoi occhi, socchiusi al piacere che la stava ancora una volta portando via, intravidero un capo biondo che scivolava sul suo corpo, baciando ed amando ogni centimetro della sua pelle di miele.

"Ah"

"Ti amo". Il ragazzo alzò lo sguardo solo per un attimo, stringendo nella sua grande mano quella più piccola di lei. Era un gesto piccolo eppure carico del significato dell'amore più profondo. Si dice, infatti, che niente sia più intimo dell'abbraccio di due mani... e loro lo sapevano da tanto oramai...

"Allora dimostrami quanto". Rispose sua moglie accogliendolo nel suo ventre caldo e umido. Le parole non erano più necessarie. C'era solo lui, il suo corpo immenso che torreggiava su di lei come una calda coperta, come l'altra metà di sé.

Ancora una volta furono un tutt' uno... un unico corpo, un unico respiro, un unico battito. Deboli gemiti si levarono nell'aria, soffocati da baci roventi per non svegliare il loro tesoro.

******

Un odio senza limiti si stava facendo strada in lui. Vederli lì, insieme, abbracciati come se non esistesse nessun altro al mondo gli faceva andare il sangue alla testa. Lo avrebbe distrutto, annientato e si sarebbe ripreso ciò che di diritto gli spettava. Non gli avrebbe permesso di sporcarla con le sue sudice mani di Mangiamorte. La visione continuava imperterrita a scorrere nell'immenso specchio del bagno dei Grifondoro con l' unico scopo di piegare l'animo di quel ragazzo accecato dalla gelosia.

"NO!!!" Con una forza sovraumana colpì lo specchio mandandolo in frantumi. Le schegge, taglienti come piccole lame gli si conficcarono nel palmo ma Ron non se ne curò. Lo avrebbe distrutto come quello specchio.

Ronald... Una voce suadente, come quella di una sirena ammaliatrice, tornò ad affacciarsi nella sua mente mentre una figura femminile poteva vedere apparire lentamente alle sue spalle, attraverso quei cocci rotti ancora attaccati alla cornice dello specchio.

All'inizio era come fumo, vago, oscuro ma presto sembrò addensarsi in un'immagine a lui conosciuta... Hermione.

Sono un bello spettacolo insieme, vero Ronald?

Gli occhi del ragazzo brillarono di un rosso simile a quello del sangue. Non esistevano più il Bene e il Male... Esisteva la vendetta...

Ma tu non vuoi che questo succeda, non è così? Non vuoi che quello sporco figlio di Mangiamorte te la porti via per sempre...

"Lo spezzerò..." Sibilò il giovane mentre l'odio puro gli anneriva l'animo sempre più..

Sì, Ronald. Dovrai annientarlo e così Hermione sarà di nuovo tua. Sta cercando di portarteli via ma tu non devi permetterglielo. Lei è solo tua...

"Mia!"

Portalo a me, Ronald. Farò in modo che non possa più intralciare il vostro amore...

"Silente starà in guardia. Non sarà facile ingannare quel vecchio idiota. E ora anche quel mezzosangue di Potter sembra essersi interessato a quel viscido verme!"

Sono tutti dei traditori ma non temere. Sarò io ad occuparmene. Tu devi soltanto fidarti di me...

"Sì, maestro". Il volto di Ron Weasley sembrava come trasfigurato mentre un ghigno crudele si dipingeva sul suo viso lentigginoso.

Lascia che sia io a venire ad Hogwarts...

"Sì" Mentre la risata malvagia di quella pallida ombra, che lentamente si stava spogliando delle sue vesti umane, si univa ad una simile, più viva, proveniente dalla gola di Ron una strano oggetto nero si materializzò nella mano del ragazzo: una pietra... una passaporta...

******

"Oh, Hermione!" Ginny stringeva il cuscino dell'amica al viso tentando di ricacciare indietro la tristezza. Non era mai stata così male: Harry aveva già chiesto a Cho di andare al ballo con lui e quella vipera odiosa lo seguiva dappertutto come una sanguisuga, con la scusa dei preparativi della festa. Certo anche lei aveva ricevuto un invito per il ballo, Dean non era male infondo, ma lei voleva Harry!

Sapeva che, in realtà, era un ordine di Silente che i prefetti condividessero tutto ciò che riguardava la vita scolastica degli studenti eppure qualunque cosa facesse, c'era sempre nella sua testa quella vocina carica di dubbio che mandava all'aria tutte le sue certezze: Harry e Cho, Cho e Harry... Con tutto quello che quel ragazzo aveva dovuto penare per la bella Corvonero, se avesse visto questa occasione come una nuova opportunità? Un nuovo inizio?

"Cosa devo fare? Cho, sicuramente ci proverà con lui e non riuscirei a sopportarlo se si mettessero insieme!"

Hermione la guardava impotente. Avrebbe torto il collo ad Harry se avesse potuto. Insomma, la rossina lo amava, lui amava lei, questo era palese, ma continuava a tergiversare e a prenderla per le lunghe. Che nervi!

Ma che poteva fare? Anche lei non era di certo nella posizione di poter criticare. Aveva dovuto ammettere, contro la più solida delle logiche, che le piaceva un certo biondino, che gli voleva un bene dell'anima ma persino lei, che era la più brava fra le studentesse che avevano frequentato Hogwarts almeno dai tempi di Lily Evans, la madre di Harry, diventava una ragazzina alle prese con la sua prima cotta ogni volta che se lo trovava davanti. La bocca le diventava secca, riarsa e le ginocchia molli come un budino di frutta. Non sapeva davvero come affrontare l'argomento con lui. Considerando, naturalmente, che quel certo biondino non si era ancora deciso ad invitarla alla festa. Negli ultimi tempi sembrava aver sempre qualcosa da fare, sempre lontano da lei, e questo non le piaceva neanche un pò.

"Su, calmati ora Gin! Sono sicura che andrà tutto a posto. E poi, sinceramente, non ce lo vedo Harry con Cho. Lo sanno tutti che lei lo considera quasi un rimpiazzo per il povero Cedric!". Brava Hermione... certo che sei proprio bravissima a consolare le persone... SOB!

"Si lo so, però..." Ginny non sembrava tanto convinta.

TOC TOC

Una testa bionda fece capolino dalla porta, un sorriso che non prometteva nulla di buono stampatogli sulla faccia. Se Draco Malfoy era particolarmente su di giri per un qualsiasi motivo, di solito era solo il preludio a qualcosa di molto, molto imbarazzante.

"Buongiorno, bellissime!". Salutò il ragazzo, con un'allegria che Hermione non gli aveva mai visto: stava sicuramente tramando qualcosa... negli ultimi mesi aveva imparato bene a conoscerlo quindi quel suo sorriso a trentadue denti era per lei come un grosso campanello d'allarme, rosso e con tanto di sirena.

"Ciao, Drake". Ricambiò, facendolo accomodare nella stanza, gli occhi che lo fissavano sospettosi. Lui dovette essersene accorto perché seppe bene come distoglierla da quei pensieri. Un piccolo bacio sulle labbra come ogni mattina, il loro saluto rituale, quel loro ti voglio bene che non aveva bisogno di parole per essere pronunciato. I loro occhi presero a brillare di gioia, dimentichi di tutto, del mondo, dei loro problemi... c'era solo il loro bacio, cosa che fece immediatamente scoppiare nuovamente in lacrime la rossa.

La giovane Weasley strinse ancora di più il cuscino, cercando di soffocare i suoi gemiti infelici.

"Fammi indovinare: Potty ne ha combinata un'altra delle sue" Più che una domanda questo era un dato di fatto ed Hermione si limitò ad annuire. Draco non poté che sospirare. Ce la stava mettendo tutta per essere gentile con Potter, anche se non si erano parlati molto da quella sera in infermeria soprattutto con tutto quello che era successo, ma certo che se il ragazzo era talmente stupido da non accorgersi della cosa più ovvia che gli si parava d'avanti aveva i suoi dubbi che il mondo magico sarebbe sopravvissuto all'attacco di Voldemort. Che disastro! Si portò una mano alla nuca, massaggiandosela esasperato.

Gli piaceva Ginny. Non in quel senso, sia chiaro, ma dopo un pò aveva preso a considerarla quasi una sorellina minore. Era sempre gentile con lui, non lo faceva sentire in colpa per il suo passato ma soprattutto cercava sempre di aiutarlo quando si trattava di Mya: aveva avuto anche il coraggio di dirgli in faccia che per lei andava benissimo se loro due si fossero messi insieme, ma se avesse osato far soffrire la sua più cara amica gliela avrebbe fatta pagare cara! Anche lui, era stato costretto ad indietreggiare innanzi a quella furia sovrumana.

Così era diventato una sorta di fratellone di riserva: Draco Malfoy l'amico della donne, chi l'avrebbe mai immaginato...

Si sedette accanto alla ragazza, posandole una mano sulla spalla. Un'ondata di emozioni lo pervase, emozioni molto intense e travolgenti, Melino questa empatia cominciava davvero a tornare utile di tanto in tanto... amore, gelosia, paura del rifiuto... tutti sentimenti che non poteva dire di non riuscire a capire... erano state le stesse emozioni che lo avevano quasi schiacciato quando aveva creduto di aver perso Mya per colpa di Lenticchia...

Quel ragazzo non gli piaceva... intorno a lui aleggiava quasi un'ombra scura che non riusciva a capire. I suoi sentimenti erano contorti, indecifrabili e ogni volta che la sua Grifondoro tornava alla torre dai propri amici aveva come un groppo alla gola. Doveva stare attento...

"Su, su racconta tutto allo zio Draco..." Fece una smorfia talmente buffa, che entrambe le ragazze non poterono non scoppiare a ridere... Negli ultimi tempi aveva sviluppato una filosofia tutta sua: indipendentemente dalle tragedie che possono verificarsi durante il corso della propria vita, che possono considerarsi drammatiche e basta, tutto il resto può essere visto in due modi. O come una grande tragedia o come una grande commedia. Si può arrancare sotto il peso dell'insoddisfazione e del dolore che come un macigno ti schiaccia e ti porta via con sé oppure puoi pensare che la vita sia strana, buffa e a tratti anche stupida. Trovare in sé la forza necessaria per ridere dei propri errori, aggrappandosi anche al più risicato spiraglio di umorismo, è davvero un grande passo avanti. Lo aveva capito da quando Hermione era entrata nella sua vita. Aveva cercato di uccidersi, ma anche dall'inferno in cui la depressione lo aveva gettato ne era venuto fuori qualcosa di buono: la persona che per ben sei anni aveva cercato di raggiungere. Con lui aveva funzionato, chissà forse sarebbe potuto essere utile anche a Wesellette.

"Lo zio Draco?" Hermione sollevò le sopracciglia scettica, in un espressione che voleva davvero ricalcare quella leggendaria del Serpeverde.

"Hey, se non lo hai notato io sono l'unico maschietto qui presente e, anche se nemmeno la mia intelligenza superiore più riuscire a decifrare i ragionamenti assurdi fatti sul pianeta Potty, credo di poter dare una mano a Wesellette!". Arricciò le labbra, convinto. Non riusciva mai ad arrabbiarsi con lei ed Hermione lo sapeva. Gli uomini sono come i cani, le aveva detto una volta sua nonna: o li si addestra oppure li si castra. Draco non ne aveva bisogno. Era già un cucciolone fedele di suo. Dolce e tenero almeno fino a quando non aveva bisogno di mostrare le zanne, ma di solito questo avveniva solo con gli altri.

"Ah, sì?". Ora era davvero curiosa ma mai quanto la rossa che con il tempo aveva preso ad apprezzare la logica sottile e manipolatrice del biondo. Lasciò cadere il cuscino e fissò Malfoy negli occhi.

"Che hai in mente?" Gli chiese, le lacrime dimenticate.

"Anche se la mia prima idea sarebbe quella di afferrare Potty per il bavero della camicia, sbatterlo in un muro e fargli finalmente spifferare tutto, io consiglierei un'azione più perfida e subdola". Scattò in piedi, andandosi a parare proprio di fronte alla ragazza più giovane. In realtà in tutta quella storia non mancava un certo profitto personale: una Ginny felice equivaleva ad una Hermione felice, ed un Hermione felice faceva felice Draco con tante coccole e bacetti in più, cosa che non gli faceva affatto male.

"Con chi dovresti andare al ballo, Wesellette?" Incrociò le braccia al petto, socchiudendo gli occhi mentre le rotelline del suo cervello avevano preso a vorticare freneticamente.

Lei arrossì leggermente. "Me lo ha chiesto Dean, ma non gli ho ancora risposto". Ammise, quasi imbarazzata. Per quanto fossero amici, parlare della sua vita sentimentale con quello che considerava praticamente il ragazzo della sua migliore amica la metteva a disagio.

Draco si portò una mano alle labbra, pensieroso. "No, Thomas non va bene. Passereste il resto della serata a parlare di Quidditch". Un'ideuzza niente male stava prendendo forma. "Nah, facciamo così il cavaliere te lo trovo io. Hai già un vestito?"

La ragazza scosse la testa. Aveva passato quasi tutta la settimana a piangere che se lo era dimenticato.

"Ok, questo è un problema facilmente risolvibile. Dammi solo un paio d'ore per sistemare qualche faccenda e vedremo se Il-Ragazzo-Cieco-Come-Una-Talpa potrà restarti ancora indifferente". Si strofinò le mani eccitato. "Ah, sì ci sarà da divertirsi!". Vederlo così sicuro di sé fece riprendere anche la rossina. Se c'era qualcuno che poteva fare capire a quella strega di Cho Chang di stare lontana da cose che non la riguardavano era di certo Draco Malfoy. I due ragazzi si sorrisero complici e la mora tutto un tratto si sentì esclusa. Esclusa e...

Gelosa. Hermione Granger era gelosa di tutte le attenzioni che Draco, il suo Draco stava dimostrando alla sua migliore amica. Era assurdo, lo sapeva ma non poteva farci niente. Era felice che il ragazzo si fosse ripreso, dopo le rivelazioni di Silente, le aveva confidato più volte le sue paure di perdersi nuovamente nel lato oscuro della magia, ma allo stesso tempo non poteva scacciare dalla sua testa un pensiero che era diventato quasi un chiodo fisso... non voleva dividere quel ragazzo con nessuno. Era un desiderio molto egoistico eppure non riusciva a razionalizzarlo. La faceva sentire meschina. Draco doveva averlo percepito perché ogni volta che erano soli le ripeteva sempre quanto avesse bisogno di lei. Di quanto era preziosa per lui. Era la sua migliore amica, ma avrebbe tanto desiderato essere qualcosa in più... Oramai lo aveva capito: lo amava, di un amore talmente puro e profondo quasi da farle male al cuore... Non aveva mai provato nulla di simile. Era una sensazione unica, straordinaria.

Ma un'ombra la turbava. Un dubbio che le rodeva il cervello. Trovarsi stretta nel suo abbraccio era un qualcosa di meraviglioso, speciale ma allo stesso tempo familiare, era come se lei avesse già vissuto quell'esperienza... trovarsi fra le braccia di Draco era come stare tra le braccia di Ryu, di quell'amore senza volto che per anni aveva riempito i suoi sogni ma che era scomparso nel giorno in cui lei aveva incrociato il suo destino con quello del biondo Serpeverde. All'inizio se ne era sentita in colpa, possibile che il suo animo potesse essere tanto volubile? Possibile che avesse potuto dimenticare l'amore di quel ragazzo tanto in fretta? Ma ogni volta che guardava negli occhi Draco rivedeva gli occhi che per tanto avevano tormentato i suoi sogni. Possibile che fossero... Allora, perché lui non le aveva mai rivelato questo suo segreto... Perché non aveva fiducia in lei...

"Mya" Sentirgli pronunciare il suo nome la riportò sulla terra. "Volevo dirti che non scenderò a colazione con te. Devo occuparmi di una cosa. Ti raggiungerò più tardi. Poi andremo ad Hogsmesde per le ultime cose". La ragazza si limitò ad annuire diffidando della propria voce che avrebbe potuto tradirla.

Draco la fissò e per un attimo la ragazza si sentì come svuotata. I loro sguardi si incrociarono e tutta la sua delusione lo pervase. Mille domande si affollavano dentro di lei. Perché non la invitava al ballo? Non voleva farsi vedere con una mezzosangue?

Quando questo pensiero lo raggiunse fu come una pugnalata al cuore: certo che voleva portarla al ballo ma voleva fare in modo che tutto fosse perfetto per lei, per loro. Un modo per ripagarla di tutto ciò che stava facendo per lui... per ringraziarla e ...

Sarebbe stata una serata speciale, che avrebbe per sempre cambiato le loro vite. Ma nemmeno i suoi poteri potevano immaginare quanto quella serata sarebbe stata solo l'inizio delle loro sofferenze.

"Non devi dirmi nient'altro?" Un groppo alla gola le strozzava la voce ma il ragazzo tentò di ignorare quell'espressione di disappunto che le si dipinse sul viso, dovendo ferire se stesso per non mandare all'aria il suo piano. Deglutì a fatica e scosse la testa, un finto sorriso sul suo volto che stava quasi per tradirlo.

"Noi, perché, devi parlarmi di qualcosa?". Quando lei scosse nuovamente il capo decise per l'azione più logica: la ritirata. Le diede un altro piccolo bacio e corse via. Un altro minuto e sarebbe stato tutto vano. Un altro minuto e non avrebbe più potuto nascondere ciò che provava per lei.

"Herm, stai bene?" Ginny li aveva osservati attentamente. Aveva visto la gelosia negli occhi di Hermione e le pareva assurdo che la sua amica non si fosse accorta di quanto lei contasse per quel giovane. I sentimenti negli occhi del ragazzo che nell'ultimo mese era diventato uno dei suoi più cari amici erano sinceri come pochi.

"Mi sa che siamo sulla stessa barca, Gin". La voce della Grifondoro più grande era malferma. Si voltò verso la rossa gli occhi grandi e colmi di lacrime che l'orgoglio non voleva versare. "Anche io sono innamorata di un ragazzo che non si decide a vedermi".

"Oh, Hermione". Ginny l'abbracciò forte. "Certo che ti vede! Sono sicura che starà aspettando solo il momento giusto per dirti cosa prova per te..."

L'altra ragazza la ricambiò, poggiando il capo fra i suoi capelli di rame. "Io lo amo Ginny. Lo amo tanto." Lo aveva detto finalmente. Aveva ammesso ciò che si portava nel cuore dal giorno in cui si erano incontrati sul treno.

"Lo so, 'Mione. Ed è per questo che andrà a finire tutto bene! I sentimenti raggiungono sempre il cuore delle persone. Lo raggiungeranno. Raggiungeranno il cuore di Draco!"

******

Mi spiace ferirti piccola. Ma, per te, tutto deve essere perfetto. Sarà una serata che non dimenticherai mai, te lo prometto e poi staremo sempre insieme. Te lo giuro!

Blaise Zabini lo stava aspettando ai piedi della statua della strega orba, un grosso libro sotto il braccio. Draco lo raggiunse e si scambiarono un cenno del capo.

"Ehi, Zab". Il moro lo fissò curioso. "Mi serve un altro favore"

******

La sala grande era gremita. Questo ballo aveva messo tutti in uno stato di profonda eccitazione che aveva coinvolto anche molti degli insegnanti. Tutti loro si erano messi a disposizione degli studenti ed anche il recalcitrante Piton non si era potuto sottrarre a quella tortura. Silente ne era davvero soddisfatto. Caposcuola e prefetti stavano lavorando alacremente e il risultato sarebbe stato decisamente splendido.

Harry era finalmente riuscito a sbarazzarsi di Cho. Le sue attenzioni lo mettevano in imbarazzo e non sapeva davvero come farle capire una volta per tutte che i suoi sentimenti erano cambiati: adesso per lui esisteva solo la sua Ginny. Aveva visto il loro futuro e non poteva aspettare di vederlo realizzato. E ammettiamolo, avrebbe fatto di tutto affinché si fosse avverato specie senza l'aiuto di Draco...

Draco... gli veniva facile ora chiamarlo così e doveva ammetterlo: aveva provato una sorta di sollievo quando avevano forgiato quella loro strana amicizia. Era come se all'improvviso si fosse sentito intero.

Si era seduto al tavolo accanto a Neville, commentando insieme agli altri le ultime novità sulla squadra irlandese anche se la sua mente vagava altrove. Ron e le ragazze non erano ancora arrivate.

Proprio in quel momento il portiere dei Grifondoro fece il suo ingresso, il suo braccio sulle spalle di Lavanda Brown. Lavanda gli faceva un pò pena. Era talmente innamorata da non accorgersi del cambiamento di Ron. Aveva tentato di parlargli ma sembrava che il ragazzo facesse di tutto per evitarlo.

Mentre il cibo iniziava ad apparire sui tavoli, Ginny ed Hermione arrivarono di corsa per poi sedersi davanti a lui. Gli occhi della leonessa erano arrossati e sembrava che la ragazza avesse pianto anche se faceva di tutto per nasconderlo. La Weasley la teneva per mano e la Grifondoro più grande abbozzò un piccolo sorriso. Il suo sguardo si posò lentamente di fronte a lei ma di Draco neanche l'ombra.

Anche dei freddi occhi blu avevano scorto il rossore di quello sguardo dorato e ne avevano ricavato quasi un senso di forza. Ronald Weasley strinse ancora di più la sua ragazza a sé, una mano sotto il mento di Lavanda, mentre con fare sprezzante le poneva la fatidica domanda.

"Lavanda. Tu verrai al ballo con me, vero?" Non aspettò nemmeno la sua risposta perché subito un'espressione di sfida era stata rivolta alla bella leonessa che non se ne lasciò sconfiggere. Sostenne lo sguardo di quello che era stato il suo migliore amico senza mai cedere. Harry era fiero di come la sua amica si stava comportando, anche se avrebbe voluto capire cosa frullava nella testa di quello che considerava praticamente suo fratello.

Il richiamo dei gufi segnalò l'arrivo della posta. Centinaia di uccelli presero a volteggiare nell'aria, portando pacchi, doni o semplicemente delle lettere. Senza che nessuno se ne accorgesse, due figure silenziose erano scivolate all'interno della sala grande, andandosi a sedere silenziosamente alla fine del tavolo della casa di Salazar Serpeverde.

Mentre ogni animale recapitava con grazia il suo incarico al proprio padrone, una civetta nera si staccò dagli altri. Con spirale sempre più strette atterrò davanti ad Hermione, fissandola con i suoi straordinari occhi di giada. Lei conosceva quella civetta, dalla personalità davvero molto particolare, molto simile a quella del suo proprietario.

"Hades?" Sussurrò.

Hades portava nel becco una busta che sembrava tremare. Non era una strillettera perché era di uno straordinario colore verde smeraldo ma non riusciva davvero a capire cosa fosse.

"Hermione faresti meglio ad aprirla subito. Credo sia sul punto di esplodere". Ginny le sussurrò un pò preoccupata. 'Mione comunque era troppo shockata per poterle rispondere. La sua bocca sembrava paralizzata. Prima che avesse il tempo di reagire, la lettera fece proprio quello che Ginny aveva preannunciato, non appena fu lasciata cadere sul grembo del suo destinatario: esplose.

Milioni di scintille d'oro e argento si sparsero sulle teste dei Grifondoro. Tutto era illuminato. Man mano che le scintille raggiungevano il tavolo si tramutavano in petali colorati che volteggiarono intorno alla ragazza come un squarcio di primavera in quel freddo inverno. Uno spettacolo che lasciava senza parole.

La lettera color smeraldo era stata sostituita da una pergamena d'argento inscritta in lettere d'oro.

Hermione Jane Granger mi concederebbe il grande privilegio di accompagnarla al ballo di Halloween.

Stavolta quelle gocce di sale che le inumidirono l'oro dello sguardo furono di gioia ed eccitazione.

La prego di concedermi quest'onore altrimenti, a questo suo povero servo fedele e riconoscente, non resterà che accettare il suo destino di solitudine e lasciarsi divorare dal gigantesco mostro del lago.

Non poté trattenere quel sorriso che fece capolino sul suo volto. Ma la lettera continuava.

Lo so che sono stato un idiota cercando di ignorarti ma volevo che tutto fosse speciale. Dimmi di sì ti prego. Tuo, Draco.

Sollevò lo sguardo e i suoi occhi d'oro incontrarono quelli di tempesta di lui. Draco le strizzò l'occhio mentre Hades lo aveva raggiunto, lasciandosi coccolare per l'ottimo compito che aveva eseguito.

P.S: non preoccuparti dei vestiti. Ho già pensato a tutto io. Ti piaceranno sicuramente.

Nuove lacrime le rigarono il volto ma gli rivolse il sorriso più bello che Draco avesse mai visto. Annuì entusiasta ed, allora, fu come su un grosso peso gli avessero tolto dal cuore.

Proprio in quel momento la lettera si dissolse e il suo posto fu preso da un bellissimo fiore d'argento, un fiore vero, dai petali morbidi, ma che non sarebbe appassito mai lasciando Hermione senza parole.

"Sembra proprio che il signor Malfoy abbia fatto le cose in grande, non trovi Severus?" Gli occhi di Albus Silente scintillavano per l'eccitazione.

"Già". Anche lo stoico Piton non riuscì a trovare qualcosa di cattivo da ribattere. Il gesto del biondo Serpeverde aveva commosso tutti.

Hagrid si soffiò rumorosamente il naso. Quando il biondino gli aveva chiesto di aiutarlo a trovare un fiore di luna era rimasto un pò sorpreso da quella richiesta. Sapeva perfettamente che quel ragazzo detestava addentarsi nella Foresta Proibita ma ne era rimasto sinceramente incuriosito. Quando, poi, aveva saputo che era per una persona speciale, non aveva saputo dirgli di no. E si era dimostrata davvero una persona speciale colei alla quale il biondino aveva rivolto tutte le sue fatiche, anzi specialissima!

******

Il tavolo dei Grifondoro era stato letteralmente messo sottosopra. Le ragazze avevano sommerso Hermione di mille domande, cercando di scoprire come avesse fatto a convincere il Sex God di tutta Hogwarts ad uscire con lei. Il nuovo Draco, quello schivo e taciturno, gentile anche con i ragazzi più giovani, aveva riscosso un enorme successo fra la popolazione femminile della scuola.

"Sono disgustosi!" Era stato il commento di Ron. Per un breve attimo i suoi occhi brillarono di rosso mentre la gelosia gli offuscava la mente. Come si permetteva quella viscida serpe! Ma presto gliela avrebbe fatta pagare. Ma sì, che il Mangiamorte si godesse la vita finché poteva: tanto ormai era un uomo morto. I suoi giorni erano contati.

Di fronte al portiere, Harry sorrideva. Non aveva mai visto Hermione così felice. La ragazza era raggiante.

Pansy Parkinson, invece, era sul punto di esplodere. Strappò il tovagliolo che aveva in mano, ringhiando come un bulldog rabbioso. Come si permetteva quella sporca mezzosangue di provarci con il suo Draki-poo. Anche se aveva smesso di stargli attaccato come una pulce, lui continuava ad appartenerle. Theodore Nott, il nuovo Principe dei Serpeverdi, era altrettanto livido. Malfoy continuava ad esercitare un grande potere specie sui ragazzi più giovani, nonostante questa sua nuova e insopportabile aria da bravo ragazzo.

Blaise Zabini, d'altro canto, stava ridendo a crepapelle. Le facce della Parkinson e di Nott erano uno spettacolo impagabile. Osservò il suo amico biondo ancora perso nel contemplare la sua bella principessa e rise ancora di più. Cielo quel ragazzo era davvero un caso irrecuperabile, l'amore lo aveva rincitrullito del tutto. Meglio per lui! Con una fortissima pacca sulla spalla lo fece tornare con i piedi per terra, un sorriso soddisfatto sul suo viso.

"E bravo il mio Romeo. Sembra proprio che l'operazione "Il grande appuntamento" stia procedendo con i fiocchi!". A quest'affermazione il biondo arrossì di colpo, grattandosi una guancia per smorzare la tensione.

"Già speriamo solo in bene!". Sospirò. Il suo sesto senso gli diceva che qualcosa non andava, ma non riusciva a capire cosa.

"Non lo sai che il pessimismo attira la sfortuna?" Gli chiese Zabini.

"No, questa mi è nuova". Ammise l'altro ma i suoi occhi si rabbuiarono d'improvviso. "Non sei riuscito a vedere nient'altro, piuttosto?"

Blaise scosse la testa. "Mi spiace. Ma non sempre le mie visioni sono chiare. Posso dirti solo che so. Presto un leone aprirà la strada all'ombra. Ma non capisco davvero cosa voglia dire".

"Io lo so". Lo sguardo di Draco ricadde su una figura tozza che gli dava le spalle. Il suo istinto non si era mai sbagliato e se gli diceva che Lenticchia aveva qualcosa a che fare con la premonizione di Blaise allora era tutto vero. "Ma se prova a colpire Mya per ferire me, nessuno mi fermerà dall'impartirgli una lezione!" Sibilò, tornando per un breve istante ad essere quasi il vecchio Draco.

L'aura del Dark Warrior prese a vorticare come un tornado, una furia naturale visibile solo per pochi. I suoi occhi mercuri sembravano trapassare il corpo di Weasley come una lastra di vetro sottile e il Grifondoro sentì d'improvviso essere abbandonato dal suo stesso calore corporeo.

Blaise capì. Rapidamente pose una mano sulla spalla del ragazzo che gli stava accanto, rallentando quel suo respiro, ora aspro e carico d'ira. "Hey, amico, sta calmo. Ricorda cosa è successo l'ultima volta che hai perso il controllo della tue emozioni!" Sebbene sorridesse, sapeva che il giovane dagli occhi d'ametista non stava affatto scherzando. "Finché non avrai raggiunto l'equilibrio, niente mosse avventate. Se hai ragione, abbiamo altro di cui preoccuparci per ora".

Draco trasse un lungo respiro e questo sembrò calmarlo, almeno un pò. Il vecchio sorriso Malfoy tornò ad affacciarsi sul suo viso. "Com'è che riesci sempre a calmarmi tu?" Gli chiese.

"è il mio lavoro". Gli rispose l'altro. "Precario e mal retribuito ma è il mio lavoro. Tu combatti, io ti tengo in vita"

"A volte mi chiedo chi te lo fa fare!"

"A volte me lo chiedo anch'io. Fosse per le ragazze, ma non ne ho di certo bisogno. Chissà: devo controllare l'albero genealogico. Se c'è un De Sade fra i miei antenati, questo spiega tutto".

Il biondo rise. "Mi togli una curiosità?".

"Se posso".

"Se sei un veggente, perché non segui il corso della Cooman? Ti osannerebbe come un dio se sapesse delle tue doti".

"Per ascoltare le idiozie di quel vecchio pipistrello? No, grazie!"

Draco storse il naso. "Hai ragione. Piuttosto, cosa hai intenzione di fare per l'altro favore che ti ho chiesto?"

"Aspetta la fine della colazione e vedrai!"

I ragazzi tornarono al loro pane e burro, soddisfatti di come stessero procedendo i loro piani.

******

Gli studenti iniziarono a lasciare la sala, euforici. Era un giorno speciale quello. Si sarebbero tutti diretti a Hogsmeade per trovare un vestito adatto alla grande occasione. Draco ed Hermione erano sulla bocca di ogni singolo studente. La piccola ragazza perfetta, acqua e sapone, e il grande ragazzo cattivo, molto romantico. Quasi tutta l'intera popolazione femminile di Hogwarts avrebbe voluto essere al posto della bella Grifondoro, la secchiona So-Tutto-Io che era diventata la più invidiata di tutta la scuola.

Ginny la teneva a braccetto mentre uscivano dalla sala. La rossa era rimasta commossa dal gesto del biondo che ora le aspettava appoggiato alla grande statua del corridoio.

"Hai visto che voleva portarti alla festa? Se questo era solo l'invito, figuriamoci come sarà il ballo!". Esclamò entusiasta.

Hermione annuì, ancora troppo emozionata per aggiungere altro. D'un tratto i suoi occhi dorati incrociarono quelli di tempesta ed allora fu come se al mondo ancora una volta esistessero solo loro due. Facendosi strada fra i tanti ragazzi che affollavano il corridoio lo raggiunse e lo strinse forte. Lui ricambiò quel gesto, stampandole un bel bacio sulla fronte.

"Piaciuta la sorpresa?" I suoi occhi brillavano d'eccitazione.

"Nemmeno immagini quanto!". Gli rispose senza decidersi a lasciarlo.

"Bene, mia principessa, allora sarà meglio che ci avviamo. Mancano gli ultimi CD per il ballo e vorrei tanto trovare l'ultimo disco di Eminem. Mi piacciono le sue canzoni".

Hermione si strinse ancora di più al suo petto. Era davvero felice. Alzò gli occhi verso di lui, in un'espressione furbetta. "Ma, non è che potrei vedere il mio vestito?" Gli chiese speranzosa.

"No!" replicò lui deciso. "Dovrai aspettare il ballo per quello!".

Era talmente presa da lui che si era dimenticata di Ginny. Poverina, ma che razza di amica era diventata! Solo perché il suo ragazzo... beh, no, non ancora cioè... anche se sì, insomma, era da un pò che si comportavano come una coppia... ma questo non voleva dire che stavano insieme... oh, no?

"E Ginny?" Gli chiese curiosa.

"Sta a guardare!"

La rossina era rimasta un pò indietro lasciando ai suoi amici il proprio spazio. Erano un sogno insieme. Non sia accorse che un bellissimo ragazzo moro dagli occhi d'ametista le si era avvicinato, un enorme mazzo di rose rosse tra le mani.

Blaise Zabini le fece un profondo inchino, porgendole i fiori scarlatti. "Signorina Weasley, mi concederebbe l'onore di accompagnarla al ballo?". I suoi occhi erano magnetici.

Ginny arrossì violentemente. Harry, poco d'istante, divenne livido dalla gelosia. Ma come si permetteva quel brutto Serpeverde della malora... Cho, intanto, continuava a tenerlo per un braccio, ridacchiando civettuola... "Harry, sembra proprio che la piccola Ginny si sia finalmente decisa a dimenticarsi della sua cotta infantile e lasciarti in pace, non ne sei contento?"

No, che non ne era contento. Lui non voleva di certo che Ginny lo lasciasse in pace! Anzi! Lui voleva trovare il coraggio di chiederle apertamente di uscire insieme come aveva fatto Draco! E ora, chi era questo Zabini per tentare di portargliela via! Dannazione!

Intorno alla Grifondoro e al Serpeverde, intanto, si era formato un un piccolo gruppo di spettatori, che trepidanti attendevano la risposta della ragazza.

Blaise sollevò lo sguardo verso un Grifondoro che si trovava proprio alle spalle della bella rossa. "A te non dispiace, vero Thomas?" I suoi occhi d'ametista non ammettevano repliche. L'altro si ritrovò a deglutire a fatica, scuotendo la testa con forza.

"A questo punto, accetto volentieri, Zabini". Rispose la ragazza, entusiasta, cercando di frenare quel brivido d'eccitazione che la stava scuotendo tutta. Il moro Serpeverde le prese la mano e la baciò con riverenza.

"Per te, sono Blaise, mia visione".

"Allora, puoi chiamarmi Ginny, Blaise".

Ginny sollevò lo sguardo per vedere Draco ed Hermione ridere divertiti. Il biondo sollevò le dita in segno di vittoria. La ragazza annuì soddisfatta. Zabini la prese per mano dirigendosi verso i loro amici mentre la folla si divideva, tutte le ragazze sospiranti al loro passaggio.

"Mia cara Wesellette, ti farà piacere sapere che il buon vecchio Potty era sul punto di farsi venire un ulcera per la gelosia". Affermò Malfoy con una risata, Hermione che gli dava una gomitata allo stomaco.

"Ma non dovevate essere amici?" Lo fissò contrariata.

"Certo! Ma nessun uomo può permettersi di far soffrire una donna, senza aspettarsi delle conseguenze!" Esclamò convinto.

"Sono d'accordo!" Rincarò la ragazza più giovane attirando su di se un imperscrutabile sguardo d'ametista.

"Sai, se non sapessi che sei una Grifondoro, saresti una Serpeverde perfetta"

"Grazie!" Ribatté la rossa mentre Hermione intrecciava le sue dita con quelle del ragazzo biondo.

"Non so voi, ma credo che quest'oggi abbiate fatto la fortuna dei Serpeverdi. Ho sentito tantissime ragazze che volevano per il ballo qualcuno della vostra casa!". Li informò la Grifondoro più grande risvegliando lo scetticismo di Zabini.

"Beh, almeno Tiger e Goyle troveranno qualcuno anche loro! Piuttosto, ho sentito dire che la signorina qui presente non ha un abito. Sarà, allora, il caso di provvedere. Non vorrà di certo lasciarmi solo in compagnia di questi due piccioncini, non è vero?"

I due ragazzi in questioni arrossirono di colpo, borbottando parole incomprensibili.

"Con piacere. Ma toglimi una curiosità: voi prefetti non dovevate andare al ballo insieme?". La domanda era totalmente innocente ma il ragazzo dagli occhi d'ametista s'irrigidì di colpo. Stavolta fu il turno di Draco ed Hermione di ridere.

"Il piano era quello" Iniziò il Serpeverde biondo. "Ma dopo che lui e la Guerin hanno cercato di scannarsi per una questione di fronzoli e merletti" Continuò trattenendo a stento le risate " Distruggendo quasi tutta la sala e le decorazioni, Roger li ha praticamente implorati in ginocchio di trovarsi un altro accompagnatore prima di dover essere rinchiuso a San Mungo per un esaurimento nervoso!"

Il viso di Blaise si rabbuiò. "Quella vipera non ha il minimo senso estetico. Il velluto è passato di moda da almeno due anni, ma come si fa!"

S'avviarono verso le carrozze per Hogsmeade, i deliri del moro che li accompagnavano, deliri che per Ginny avevano perfettamente senso.

"Lo sai sono felice che ci siamo conosciuti, mon amour"

"Il piacere è stato mio, Blaise, davvero".

******

Gli ultimi giorni prima del ballo sembrarono volare. Ogni sera i prefetti tornavano nelle loro camere distrutte ed ogni sera Draco ed Hermione si trascinavano sul divano della loro sala comune per poi addormentarsi l'una tra le braccia dell'altro. Avevano scelto per la festa musica babbana e la ragazza si stupì ancora una volta di quanto ignorasse del biondino. La sua conoscenza in fatto di musica era immensa: spaziava da quella classica al metal addirittura. Al ballo ci sarebbero state canzoni per tutti i gusti: Eminem, Evanescence, Simple Plan, Gwen Stefani e anche qualche artista italiano. Il suo vestito tuttavia continuava ad essere un mistero.

Due ore prima del ballo, dopo essersi accertati nuovamente che tutto fosse a posto si separarono per andarsi a preparare. Ginny l'avrebbe aiutata con il trucco... Aveva deciso: quella sera gli avrebbe confessato cosa provava per lui...

******

"Hey, 'Mione posso entrare? Ho port..." La giovane Weasley aprì la porta della stanza della sua amica e quello che vide la fece rimanere senza fiato... Hermione Granger aveva indosso l'abito più bello che avesse mai visto. Sembrava il vestito di una principessa.

Lungo, dorato, quell'abito le lasciava scoperte le spalle mettendo in risalto tutta la sua femminilità. La seta di cui era fatto la faceva apparire quasi una fata eterea. Sul suo petto, proprio sopra la scollatura quel fiore di luna le fungeva da spilla.

 I capelli erano raccolti verso l'alto, lasciandole cadere solo qualche ricciolo sulle guance. Due gocce di diamante le pendevano dai lobi delicati.

Ai piedi delle scarpette, anch'esse di seta, completavano quella che per la ragazza più giovane sembrava una visione.

"Merlino! Sei bellissima!" Ginny era rimasta senza fiato. Hermione tornò a voltarsi verso lo specchio: sembrava brillare di luce propria. Il cuore le martellava in petto come un forsennato. Se ne era ricordato. Se ne era ricordato...

"Ha scelto il personaggio di Belle". Spiegò alla sua amica, che la guardava sorridente. "è la protagonista della mia fiaba preferita. Una ragazza comune che si innamora di un principe, che per la sua crudeltà era stato tramutato in un mostro da una fata. Solo l'amore sincero avrebbe potuto spezzare il maleficio e riportare la gioia e la pace sul suo regno".

Ginny si era seduta sul suo letto e la ascoltava rapita. "Una volta abbiamo letto quella fiaba insieme e Draco mi ha chiesto se avrei mai potuto amare una bestia come lui. Non posso crederci che abbia pensato a quella storia!" Nuove lacrime si facevano strada sul suo volto candido ma fece di tutto per trattenerle. Ancora una volta le aveva dato una prova di tutto l'affetto che provava per lei.

"Allora, ha scelto bene". Lo sguardo di Ginny era ricolmo d'affetto. "Sei davvero la sua Belle, Hermione. Su, su, ora pensiamo al trucco!" Alle volte quella ragazza dai capelli rossi sembrava davvero una copia in miniatura di sua madre Molly. La Grifondoro più grande annuì prima di osservare la sua amica incuriosita. "Ma tu da cosa sei vestita?"

La ragazza, infatti, indossava un completino molto attillato, di pelle, costituito da un top marrone e un paio di pantaloni neri. Alla cintura portava delle strane pistole, che sembravano essere state riprese da un film di fantascienza babbano. Ma non riusciva a ricordare bene quale. I suoi capelli erano raccolti in lunghe trecce, fissate intorno al capo, ma non erano più rosse... sembravano castane...

"Padme Amidala. Blaise ha insistito. Continuava a ripetermi che le era piaciuta tanto in un film, si dice così, che aveva visto una volta!"

"Ah, Star Wars! E lui chi sarebbe, scusa? Anakin Skywalker?". Stavolta doveva trattenersi dal gran ridere.

"Già, se non sbaglio ha detto una cosa del genere! E non sai il bello. Ha Silente è piaciuta tanto l'idea di fare la festa introducendo degli elementi babbani che ha costretto anche gli insegnanti a travestirsi. Piton è un certo Darth qualcosa!"

Stavolta Hermione non riuscì più a trattenersi. Piton non avrebbe potuto scegliere di meglio! Darth Vader!

******

"Si può sapere perché i tuoi capelli sono biondi?"

Draco Malfoy continuava a far su e giù per l'ingresso al loro dormitorio come un animale in gabbia. Indossava un bellissimo vestito di velluto blu, dai bottoni dorati e ai piedi della statua di Merlino aveva appoggiato la sua maschera. Lui era la Bestia!

Blaise lo guardava piuttosto spazientito. Se le ragazze non si decidevano ad uscire da quella stanza il suo amico avrebbe rischiato un attacco cardiaco.

"Perché Anakin era biondo e, dopotutto, il biondo mi dona e tu non ne hai l'esclusiva!". Gli ripeté per la millesima volta. "La vuoi smettere di fare su e giù! Mi stai facendo venire il mal di mare!"

"Scusa" bofonchiò l'altro sedendosi accanto all'ex moro, per poi scattare nuovamente in piedi cinque secondi dopo e riesumare il suo continuo andirivieni. "E chi sarebbe questo Anakin?"

"Un giovane forte e affascinante che si fa corrompere dal lato oscuro, ammazza la moglie e diventa una sorta di Voldemort con un grande mascherone nero!"

"Bene!" Si fermò d'un tratto. "Non è che farai qualcosa alla Wesellette, vero? é un pò petulante ma, infondo, mi ci sono un tantino affezionato". Il ragazzo era decisamente sull'orlo di un collasso.

"Ti vuoi rilassare! Andrà bene, ormai il più lo hai fatto, ti manca solo il colpo finale!"

"E se poi succede qualcosa?". Cavolo, non si era mai sentito così. Come se tutta la sua vita sarebbe dipesa da quel singolo monosillabo di risposta che Hermione avrebbe dato alla fatidica domanda. Oh, cielo, in realtà tutta la sua vita dipendeva da quel singolo monosillabo: due parole per decidere del suo futuro, due parole per decidere fra l'Inferno o il Paradiso eterno.

"Tipo?" In realtà Blaise iniziava a prenderci gusto. Mr. Nervi d'acciaio aveva un che di umano, dopotutto. "Un terremoto, una qualche altra calamità naturale, lei che ti scoppia a ridere in faccia o peggio di risponde che è meglio se restiate solo amici. Non capisco davvero cosa tu voglia dire". Quell'aria innocente che il moro aveva adottato, lo rendeva ancora più odioso agli occhio del biondo che aveva preso a digrignare i denti come una tigre inferocita.

"STA-ZITTO-BLAISE".

Tutta la sua rabbia evaporò come neve al sole non appena le porte del dormitorio si spalancarono. Come una sogno, Hermione discese le scale che la separavano dal suo principe, gli occhi bassi e le guance arrossate. Draco ne rimase completamente rapito. Le si avvicinò lentamente, scivolando sul pavimento di pietra scura quasi fosse sospinto da un vento invisibile.

Le prese una mano tra le sue e se la portò alle labbra con riverenza, posandovi sopra un tenero bacio.

"Sei bellissima, mia Belle".

"Io... io mi sento così sciocca... non sono abituata a tutto questo... il vestito, il trucco... io..." Draco le portò un dito alle labbra, facendole capire che ora le parole non occorrevano. Avrebbero parlato, ma non adesso. Ora era arrivato il suo momento di mettere le cose apposto.

"Allora, non dire niente. Questa serata è solo per noi." Quel noi fu pronunciato con così tanto trasporto che per un breve singolo istante Hermione si sentì venir meno.

Come un corpo privo di volontà si lasciò condurre verso la sala da ballo, tutta la sua fiducia risposta nelle grandi mani della sua Bestia.

Un sorriso furbetto illuminò il viso di Blaise. "Era ora". Sospirò, con un tono un tantino melodrammatico.

"Già". Aggiunse Ginny nel medesimo modo. Quel ragazzo era divertente. Sembrava riuscire sempre a trovare anche il più pallido spiraglio di ottimismo in qualsiasi situazione e questa era una qualità che non si incontrava spesso.

"Te ne sei accorta anche tu, eh?" Le chiese, sarcastico.

"Che l'amore li ha completamente rimbecilliti, oh di sicuro!"

"Come ti ho già detto, saresti stata una Serpeverde straordinaria mia cara". Il moro prese la bella Grifondoro per mano per condurla nella sala. Stava per iniziare l'ultimo atto di Draco e Hermione, e non voleva di certo perderselo.

******

                                                      Windimill, Windimill

                                                           for the land

                                                           Turn forever

                                                            hand in hand

La festa era entrata nel vivo. L'ingresso di Draco ed Hermione era stato accolto con un silenzio quasi spaventoso, subito seguito da mille e più commenti. I due rivali, le due menti più brillanti dell'intera scuola erano entrati a braccetto, con un sentimento di pura adorazione negli occhi.

Lei era bellissima. Non c'erano parole a sufficienza per descrivere la luce che sembrava avvolgerla. Chiunque non se ne fosse mai accorto prima, ora lanciava al bel Serpeverde sguardi a dir poco avvelenati, chiedendosi come fosse stato possibile lasciarsi sfuggire la donna stupenda nella quale Hermione Jane Granger era maturata. In prima fila c'erano proprio i Grifondoro, che si domandavano smarriti dove fosse finita quella ragazzina dai capelli arruffati e gli incisivi un pò sporgenti... Beato Malfoy...

                                                                   Take it all

                                                               in on your stride

                                                                   It is sinking,

                                                                   falling down

Dean Thomas e Seamus Finnighan si erano lanciati in una gara di karaoke dal vivo alla quale si era aggiunto anche il vocione di Hagrid. Dopo aver adattato due tavoli a mò di palco, vi erano saliti sopra e avevano preso a ballare come forsennati mentre la McGranitt tentava inutilmente di convincerli a scendere.

Justin aveva preso a suonarsi le costole come una sorta di tamburo scatenando l'ilarità generale. Il professor Lupin riusciva a stento a trattenersi. Solo l'ombra di Darth Vader, ovvero di Piton, sembrava riuscire a riportare un pò d'ordine ma non appena il suo mantello scompariva dalla vista degli studenti, Neville aveva sviluppato una sorta di radar per il professore di pozioni, il caos ricominciava.

In realtà, quello che sembrava divertirsi di più era proprio il preside Silente che pareva non aver la minima intenzione di porre un freno al divertimento dei suoi ragazzi.

Pansy Parkinson era sull'orlo di una crisi isterica. Come si permetteva quella... quella... GRRRR... Anche lei come le altre ragazze presenti erano rimaste senza fiato innanzi alla bellezza e all'amore che quei due si stavano dimostrando ed ora la gelosia rischiava di consumarla. I suoi occhi erano verdi scintillanti, come un mostro assatanato del sangue della Grifondoro.

                                                            Love forever love is free

                                                                 Let's turn forever

                                                                      you and me

                                                              Windimill, Windimill

                                                                    for the land

                                                                   is everybody in?

"Hey, Ginny". Lavanda Brown, in quel turbinio di stati d'animo diversi, sembrava preoccupata. Alla vista di Malfoy, Ron era scomparso, lo sguardo vacuo, cantilenando frasi senza senso, e non riusciva più a ritrovarlo. Non poteva ricacciare indietro quel brivido che le percorreva la schiena. Ron non stava bene, sembrava come prigioniero di una rabbia che non lasciava via di scampo e questo le faceva paura. Paura che potesse commettere qualcosa di rischioso. "Hai visto tuo fratello?"

"No". Ma la rossina non sembrava aver dato molto peso a quelle parole, persa com'era in quelle due pozze d'ametista.

******

Blaise e Ginny avevano danzato per quasi tutta la sera e per la prima volta da molto tempo, la mente della ragazza si era liberata dell'immagine sempre presente del Bambino Sopravvissuto. Rideva, scherza, si divertiva, tutto per merito di quello strano Serpeverde. Si sentiva bene.

Harry li osservava nell'ombra, sconfitto. Ginny non aveva mai sorriso così quando era con lui. Si sentiva quasi un mostro. Lui le voleva bene, certo, ma questo suo affetto era abbastanza per renderla felice? Harry questo non lo sapeva.

"Tieni". Qualcuno gli passò una tazza con del succo di zucca e il ragazzo lo bevve d'un fiato. Strano... quel succo aveva un sapore quasi speziato...

"L'ho corretto con un pò di vodka dalla fiaschetta di McMillan. Pensavo ti sarebbe servito". Con sorpresa del Grifondoro, Draco Malfoy gli era arrivato di fianco senza nemmeno che se ne rendesse conto. Non sorrideva sarcastico come suo solito, anzi aveva un'espressione molto seria in viso.

"Andiamo a fare due chiacchiere". Gli disse ed Harry annuì. Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno e, strano ma vero, sapeva che l'unico che avrebbe capito era solo lui.

La terrazza che dava sul Platano Picchiatore era deserta e semiriparata dalla candida neve che aveva preso a cadere in notte di Halloween apparentemente tranquilla. In realtà era proprio questa strana calma a far innescare qualcosa nell'animo dei due ragazzi... come se un qualcosa di innaturale si fosse risvegliato nella notte e loro non ne avessero alcun controllo.

Si sedettero l'uno accanto all'altro e di nuovo, come quella sera nell'infermeria, fu come se riuscissero a percepire ogni singolo stato d'animo della persona che gli sedeva di fianco. Era una sensazione strana ma allo stesso tempo molto familiare e confortante.

Draco prese ad osservare le stelle che, tra piccoli scorci tra i lembi nuvolosi, brillavano pallide in quel manto celeste che sembrava nero come il nulla. Harry, invece, era chino sulla tazza che stringeva tra le mani, fissando con la coda nell'occhio il biondo che sembrava quasi essersi dimenticato di lui.

"Com'è che non sei con 'Mione?" Gli chiese tanto per rompere il ghiaccio.

"Mya è impegnata: stava cercando di convincere Roger a smettere di piangere prima che Katie perda completamente la calma e lo pesti una volta per tutte". Gli risposi, quasi stesse parlando del tempo.

"Piangere?" Il Grifondoro era piuttosto sorpreso. I due caposcuola sembravano possedere personalità invertite: lei era Terminator, lui uno dei Puffi.

"La festa procede alla grande e nessuno è ancora morto o completamente ubriaco da richiedere una sospensione di massa. Buffo visto che la vodka era la cosa più leggera che ho visto passarsi fra quelli del quarto anno".

"Ah" Fu tutto quello che Harry riuscì a rispondere.

"è tutto quello che hai da dirmi? Non so: tutta una strana storia di Dark e Light Warrior, di strambe profezie con leggendarie spade mistiche o del perché Wesellette, che tutti considerano la prossima signora Potter, in questo momento è tra le braccia di Blaise Zabini. Tu che dici: vogliamo continuare a parlare del tempo?" Sarcasmo Malfoy: la vendetta.

"Ma tu come..."

Non riuscì nemmeno a terminare la frase che subito le parole gli morirono in gola, gelate dallo sguardo magnetico del biondo.

"Diciamo che ho avuto un incontro ravvicinato con la mente di Silente. Allora?"

"Oh, avanti!" Harry balzò in piedi, a metà tra l'esasperato e l'arrabbiato. "Come se mi avessi creduto se te lo avessi raccontato! Abbiamo fatto questa sorta di tregua, che non so nemmeno bene cosa sia, e tutto un tratto vieni qui, nemmeno fossimo amici sul serio, e tenti di farmi la predica perché non ti ho detto niente! è da ipocriti! Tu non sai niente di me: della solitudine, della mia vita con i Dursley, del dolore per la morte dei miei genitori e di Sirius!!!"

Nel medesimo istante in cui pronunciò quel nome sentì una morsa attanagliargli lo stomaco. Davanti a sé aveva il figlio del suo padrino, che non conosceva nemmeno la verità. Aveva esagerato.

"Tu pensi che io non ne sappia niente". Aveva esordito il Serpeverde con una calma che fece gelare il sangue nelle vene del Bambino Sopravvissuto." L'ho visto: quando ci siamo stretti la mano, ho visto la tua vita ma sai una cosa Harry, va al diavolo! Cosa posso saperne io! Dopotutto ho solo visto mia madre essere uccisa davanti ai miei occhi senza che potessi fare nulla, in un di quei rari momenti in cui lei poteva dimostrarmi il suo amore senza che quel bastardo di Lucius ci spedisse nuovamente all'Inferno! Come osi lamentarti, tu che sei stato protetto fin da quando era in fasce mentre tutti gli altri avevano abbandonato me e mia madre al nostro destino". La furia che lo aveva animato scemò così come era comparsa. "Hai ragione. Io non so quello che hai passato. Ma sai una cosa? Mentre stai qui a piangerti addosso, lì dentro" Una mano scattò ad indicare l'interno della sala dalla quale la musica li raggiungeva fioca. "C'è una ragazza che ti ama alla follia, che si getterebbe anche nel fuoco per te ma che ha talmente paura di non essere alla tua altezza, dall'avere quasi rinunciato alla propria felicità pur di rimanere nell'ombra ma comunque al tuo fianco".

I suoi occhi grigi, scintillanti come due gemme preziose, s'addolcirono. "Non puoi continuare a nasconderti per paura di soffrire e poi pretendere che lei resti ad aspettarti fino alla fine dei suoi giorni. Se l'ami allora combatti. Voldmort non aspetta altro che vederti debole e in preda al dubbio per colpire. E tanto per la cronaca ho chiesto io a Zabini di portare la Wesellette al ballo". Quest'ultima parte fu detta quasi in un sussurro ma Harry l'udì ugualmente.

"Cosa?!"

"Beh, speravo che magari di davi una svegliata e ti dichiarassi!" Draco si passò una mano sul collo tentando di non ridere all'espressione di puro shock di Potter.

"Ripeto: cosa?!" Urlò il moro, preso completamente in contropiede dalla nuova e pazzesca sincerità del biondo.

"Hey! La Wesellette ha passato l'intera settimana chiusa nel nostro dormitorio a piangere per colpa tua e della Chang e io ed Hermione non abbiamo potuto... cioè..." Non era ancora pronto a parlare di certe cose con Potty, insomma!

"Non avete potuto..." Harry gli fece cenno di continuare ma l'altro si limitò ad alzare un sopracciglio.

"Non abbiamo potuto. E poi, non sono affari che ti riguardano". Gli rispose cocciuto.

"Allora, com'è che tu sai tutto della mia vita sentimentale?" Tentò di controbattere il Grifondoro ma l'altro non si fece cogliere in contropiede.

"Si da il caso che sono diventato il nuovo confidente della tua quasi-ragazza. Quindi anche se preferirei di cuore stare lontano dal pianeta Potty mi ci trovi coinvolto uguale!"

Questo riuscì a far tacere completamente il moro che non seppe davvero cosa rispondergli.

"Ora se non ti dispiace". Aggiunse Draco avviandosi verso la porta finestra che immetteva nella Sala da Ballo. "Tocca a me venire allo scoperto con una persona che mi sta molto a cuore. Non c'è più molto tempo".

"Hermione è davvero una ragazza fortunata". Sorrise Harry.

"Ad uscire con un Sex God come me, di sicuro! Io sono il meglio per lei!". Esclamò con orgoglio l'altro facendo scuotere la testa al Grifondoro.

"Che razza di fratello!"

"Ah, non dirlo a me. Parente di San Potter! Se nonna Black lo sapesse si rivolterebbe nella tomba!". Rise il Serpeverde prima che il suo viso fosse oscurato da un'ombra di preoccupazione. Posò una mano sullo stipite della porta e lentamente si voltò verso il Grifondoro.

"Hey, Harry?". Potter rimase completamente paralizzato al sentirsi chiamare per nome dal biondo per la prima volta ma non disse nulla.

Quando i loro sguardi s'incontrarono, quello strano vortice magico che li aveva uniti in infermeria tornò, più forte che mai.

"Sta attento a Weasley. C'è qualcosa di malvagio in quel ragazzo". Prima che Harry potesse replicare, Draco era già sparito nel corridoio buio, lasciando il Bambino Sopravvissuto solo con i suoi pensieri.

******

Una dolce melodia iniziò a diffondersi nell'aria mentre sulla posta da ballo le coppie avevano prese a danzare, strette, illuminate dalla pallida luce della candele.

Hermione Jane Granger era appena riuscita a sventare l'omicidio di Roger quando quelle note la raggiunsero. Conosceva quella canzone... sì la conosceva...

Come in un sogno, le varie coppie smisero di ballare, i loro sguardi fissi su un affascinante cavaliere vestito di blu che aveva preso ad avanzare verso la sua principessa. Il tempo sembrava essersi fermato.

Draco le porse la mano e lei la prese fiduciosa. Non avrebbe potuto negargli niente.

"Mi concedi questo ballo, mia Belle?" Le chiese dolcemente.

"Si, mio drago". Gli rispose in un sussurro.

                                                      è una storia sai vera più che mai,

                                                         una poesia piena di perché

                                                                        e di verità

Persa nel suo sguardo di tempesta, senza nemmeno rendersene conto, Hermione aveva preso a danzare, stretta al suo cavaliere, la pista solo per loro. Il cuore le batteva a mille ma una strana calma si era impossessata di lei. Come se non stesse aspettando altro. Tanto aveva vissuto in attesa di questo momento, mille vite trascorse ad aspettarlo, ed ora la sua pazienza era stata premiata.

                                                Quel che non si può neanche immaginar

                                                             è una realtà che succede già

                                                                   e spaventa un pò

Le cingeva la vita come la sua sola ancora di salvezza, la mano di lei posata sul suo cuore impazzito. Come una raffica di vento incontrollabile tutto in lui aveva preso a vorticare, mescolandosi in sensazioni che non aveva mai provato prima. Sentimenti che erano suoi, ricordi che non gli appartenevano ma che allo stesso tempo sentiva di possedere lo stavano travolgendo, ma in quel momento non gliene importava. C'era solo lei.

                                                      Ti sorprenderà come il sole ad est

                                                      quando sale su e spalanca il blu

                                                                     dell'immensità

Nessuno, intorno a loro, s'azzardava ad avvicinarsi quasi fossero di fronte ad uno spettacolo sacro, che non si sarebbe più ripetuto nelle loro esistenze. Luci soffuse rischiaravano intorno, luci soffuse che illuminavano la vera essenza dell'amore puro.

                                                      Stessa melodia, un'altra armonia

                                                       semplice magia che ti cambierà

                                                                       ti riscalderà

Harry li osservava rapito, appena rientrato dalla terrazza, e senza rendersene conto il suo sguardo cadde su Ginny. Ti amo. Lo sapeva, l'aveva sempre saputo ma solo adesso era riuscito ad ammettere la profondità di questo suo sentimento. Gli venne quasi da sorridere. Potter aveva avuto ragione: non l'avrebbe mai capito senza suo fratello.     

                                                   C'è una bestia che s'addormenterà,

                                                         ogni volta che bella come sei

                                                                      le sorriderai

Ginny Weasley stava piangendo. Non si era mai sentita così. Vederli lì, ballare stretti l'una tra le braccia dell'altro, era come vivere in una favola. Quella che sai che terminerà sicuramente con quel felici e contenti che, sebbene possa essere quasi scontato, non può essere altrimenti. Perché il loro amore era così grande e forte e puro, da poter resistere a qualsiasi cosa... anche la morte. Perché niente dura per sempre, nemmeno la morte. Perché niente dura per sempre, eccetto l'amore.

                                                      Ti sorprenderà come il sole ad est

                                                      quando sale su e spalanca il blu

                                                                     dell'immensità

Blaise le porse un fazzolettino, una piccola lacrime che s'asciugò prontamente. Avevano fatto questo effetto anche a lui. Le si avvicinò lentamente, posandole un lieve bacio sulla guancia. "Non preoccuparti, piccola Ginny. Anche tu vivrai felice e contenta con il tuo bianco cavaliere". Le sussurrò, una consapevolezza nata dentro di lui, che niente avrebbe potuto ingannare.

                                                      Stessa melodia, un'altra armonia

                                                       semplice magia che ti cambierà

                                                                       ti riscalderà

Mentre le note scemavano in lontananza, loro non se ne erano nemmeno accorti. Era sulla melodia della loro canzone che adesso stavano danzando, un'armonia nuova scandita dai battiti dei loro cuori, dai respiri di quelle anime così simili da confondersi e mutarsi in un qualcosa di più grande. I loro occhi non s'erano mai lasciati e mentre l'ultima nota si perdeva nell'aria i loro volti si avvicinarono.

Ed allora, fu come un'esplosione di scintille, una girandola dai mille colori dell'iride. Un intero universo era rinchiuso nell'anima di Draco, milioni di stelle e soli e comete e buchi neri che si perdevano nell'infinità del suo cuore, trasparente come il cristallo. Immagini di orrori e sangue e morte presero a vorticare intorno a lei, visti attraverso lo sguardo di un bambino costretto a crescere troppo in fretta. Attraverso gli occhi di chi era stato spogliato della propria innocenza proprio da colui che, invece, avrebbe dovuto proteggerlo.

Però, al centro di tutto questo, del dolore e della gioia, dell'amore e dell'odio, una stella brillava più di tutte come se le altre fossero solo un pallido riflesso della luce che questa sapeva emanare. E questa stella era lei.

Hermione sentì il respiro mancarle mentre l'amore di quel giovane dagli occhi di tempesta la sommergeva, facendola perdere in un mare caldo ed infinito. Infinito come il sentimento che Draco provava per lei. Che sei anni di dolore, di disperazione e amarezza non avevano potuto né annientare né scalfire. La considerava la sua dea. Il centro della sua esistenza...

******

Prima fu un semplice applauso, poi un boato esplose nella sala, risvegliandoli da quel sogno che avevano condiviso. Il primo era stato proprio Silente seguito da tutti gli altri, inneggiando e festeggiano alla felicità che quei due giovani avevano raggiunto.

Mya indietreggiò lentamente, senza fiato. L'amore di Draco continuava a pulsarle nelle vene, immagini di morte le annebbiavano la mente, con una forza spaventosa, annientando tutto ciò che incontrava sul suo cammino. Divisa, spezzata si sentiva, come se mente e cuore andassero in due direzioni diverse.

Doveva andare via! Non sapeva bene perché, infondo non era da lei fuggire davanti ad una prova, ma tutto ciò che sapeva era che doveva correre, respirare e calmare questo suo cuore impazzito che minacciava di balzarle fuori dal petto.

Corse, sotto gli occhi costernati di tutti, corse con tutta la forza che le era rimasta. Nessuno tentò di fermarla.

******

Senza nemmeno rendersene conto, era giunta alla terrazza. Le sue mani candide, stringevano il davanzale di pietra, gelido, coperto da una soffice coltre di neve. L'aria sembrava aver abbandonato per sempre i suoi polmoni. Ma non era sola.

"Io ti amo, Hermione Jane Granger". Una voce gentile sussurrò alle sue spalle. I suoi occhi le si spalancarono per la sorpresa ma non si voltò. Non era ancora pronta a vedere nuovamente nei meandri della sua anima.

"Ti amo di un amore quasi folle, che mi uccide ogni volta che mi sei lontana, ma allo stesso tempo mi salva dalle tenebre che sembrano maledirmi dalla nascita". Draco le si avvicinò lentamente, le mani tremanti ma la voce ferma e determinata.

"Non so che cosa io sia, Hermione. Se un demone sputato dall'Inferno che non ne ha più memoria. Se una qualche sorta di scherzo della natura il cui unico scopo è quello di combattere e uccidere. Non ho risposte a queste domande".

Hermione si voltò lentamente, il viso inondato da calde lacrime che presero a brillare come tante piccole gocce di cristallo. Il ragazzo le si avvicinò ancora di più e le prese la mano, posandola all'altezza del suo cuore. I loro visi erano nuovamente pronti a sfiorarsi ma una cosa ancora restava da dire.

"Tutto ciò che so è che ti amo. Sempre e per sempre. Nella buona e nella cattiva sorte. Fino alla fine di questa mia vita e oltre. Niente potrà tenermi lontano da te, qualsiasi cosa succeda. Tu viene prima di tutto. Darei la mia vita per te, perché senza di te io non sarei niente. Sei l'unica ragione per la quale io continuo a vivere, ma non posso costringerti a condividere il mio futuro se non è questo che desideri. Quindi te lo chiedo ancora una volta: potrai tu mai amarmi, conoscendo le tenebre che albergano dentro di me?"

La sincerità in quegli occhi e l'amore in quelle parole era tutto ciò di cui aveva bisogno. Lo avrebbe seguito anche in capo al mondo. Anche per lei, lui era tutto. Eppure, nessun suono voleva uscire dalle sue labbra. Ma non ne ebbe bisogno.

Lo abbracciò come non aveva mai fatto, stringendolo a sé per proteggerlo, se non dal freddo, da tutto e tutti. Nessuno gli avrebbe più fatto del male, giurò. Avrebbero sconfitto quelle tenebre insieme, sopportato il peso di quel destino molto più grande di loro.

Draco si perse nel profumo di Hermione, nel suo caldo respiro, nell'amore che gli stava trasmettendo. Era a casa. Era finalmente tornato a casa e non aveva bisogno di parole o fatti per saperlo perché lo sentiva, come un qualcosa di viscerale che gli attanagliava lo stomaco. Semplicemente a casa.

Si persero in quell'abbraccio per un tempo che parve infinito senza accorgersi delle tenebre che con furia avevano preso a discendere su di loro.

"AHH!"

Draco cadde al suolo stringendosi il petto, conficcando le unghie attraverso la stoffa del vestito. Il dolore era atroce, lancinante. Come se qualcuno gli stesse strappando il cuore, stringendolo fra artigli acuminati.

"DRACO!"

Hermione si chinò accanto a lui, terrorizzata, paralizzata, ma il ragazzo la spinse via, un rivolo di sangue che gli usciva dalla bocca e che ben presto la inondò.

"é qui!" Riuscì a sibilare mentre il dolore si acuiva sempre di più, diffondendosi a tutto il suo corpo, come una morsa dalla quale non poteva liberarsi. Non ora, pensò, non adesso che la felicità e così vicina! Quell'incubo non poteva ricominciare... non poteva...

"Chi è qui?" Gli chiese lei atterrita, inerme davanti a quel dolore che lo stava spezzando.

"Lucius" Fu la risposta prima che tutto intorno a loro diventasse buio.

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Note: finalmente ecco il 16° cap. Evvai. Ho impiegato quasi un mese a scriverlo ma finalmente è finito. Non temete la seconda parte richiederà un minor tempo di stesura. Ho finito la maturità. Sì! E fra qualche giorno potrò conoscerne i risultati. Non vedo l'ora. Sempre meglio che continuare a continuare con la mia nevrosi per la scelta dell'università. ma comunque. No ho più la forza per scrivere altro, quindi subito coi brevi chiarimenti.

Chiamatemi anche bastarda, ma come avete notato, Hermione non ha ancora pronunciato le due paroline magiche. HAHAHAHA quelle mi serviranno per dopo. Sono malvagia! Carino Draco, però, vero? Ah, la prima parte è una sorta di visione. Draco e Hermione hanno... avete capito, no? Ma non temete, lo faranno sul serio... prima o poi...

Ron è sparito durante la festa, chissà dov'è qualcuno qualche idea? Comunque, mi conservo la possibilità di modificarlo un pò ma scelgo lo stesso di pubblicarlo altrimenti finireste per aspettare l'anno nuovo.

Blaise è un veggente, chi l'avrebbe mai immaginato. Avrà anche altri poteri? E cosa lo lega a Draco. Stiamo per giungere alla fine ragazzi e molte risposte vi attendono nella seconda parte. Ma non posso aggiungere altro. Sono in pieno delirio da allergia e antistaminici. Cavolo quanto ho scritto!

Cominciano i guai... Contenti? E, allora, recensite, recensite, recensite...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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