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Autore: SonLinaChan    15/07/2005    5 recensioni
Cosa c'entra un eremita maestro armaiolo con il Gran Maestro del Circolo di magia e stregoneria della città di Miilun? E quali strani ricerche si stanno conducendo a Moonearth al di là dei limiti imposti dalla comune etica dei maghi? Lina ed il suo gruppo hanno tutta l'intenzione di scoprirlo, trovandosi ad affrontare eventi sepolti nel loro passato...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una splendida mattina di inizio estate…

Altra fic rimessa sulla rete, seguito del Sigillo del Caos… Spero vi piacerà! ^^ Commenti e suggerimenti sono sempre graditi!

 

Il successore

By Son-Lina-chan

 

Capitolo primo: Alla ricerca del saggio perduto!

 

Una splendida mattina di inizio estate…

La brezza posava le sue ali delicate sulle foglie degli alberi… Il frusciare delle piante, il sommesso mormorare di un ruscello nascosto nel verde… Una melodia arcana, che accompagnava la sacra quiete di quel luogo. Il tempo sembrava essersi fermato in quell’angolo di paradiso… Nulla avrebbe potuto turbarne la pace…

 

“PALLA DI FUOCO!!!!!!”

 

Ok, QUASI nulla…

 

Camminavamo in quel bosco da diversi giorni, ormai. Avevamo seguito una mappa che avevamo trovato in possesso di alcuni banditi… Ora, non biasimatemi per questo… Quei malviventi non avrebbero potuto farsene nulla, no?

 

 

…Bè, almeno non nelle condizioni in cui li avevo lasciati…

 

“Avanti, Lina, non è il caso di prendersela a questo modo, giusto?” Il mio compagno di viaggio cercò inutilmente di calmarmi. “Dopotutto quei banditi sono fuggiti quasi subito, non ci hanno rallentati molto… E pensa che stavolta nessuno ha fatto commenti sul tuo seno piatto, per quanto sia evidente…”

Sentii la vena sulla mia fronte gonfiarsi in modo pericoloso, e a malapena evitai da scagliare un’altra Palla di Fuoco, stavolta contro di lui… Dopotutto, trovandoci in una foresta, era meglio evitarlo il più possibile, come usava ricordare una certa chimera…

 

“NON ti conviene fare certi commenti quando sono così alterata, Gourry, in quattro anni questo dovresti averlo imparato persino tu…”

“Ehi… Cosa vorresti dire… con persino tu…?”

Ignorai la sua domanda. “E poi, non parlare come se la cosa non ti riguardasse… Siamo qui per la tua spada, ricordi?”

Lo spadaccino si grattò la testa. “Sì, sì hai ragione… Però, Lina… Secondo ciò che dice la mappa ormai dovremmo già essere arrivati, no?”

 

Aggrottai le sopracciglia, estraendo la consunta pergamena da una delle tasche del mio mantello e gettandole una breve occhiata. “E’ proprio questo che mi preoccupa… La casa di quel Kentar- sama doveva trovarsi nel mezzo di questa foresta sacra, secondo quanto ci ha detto la popolazione del luogo… Comincio a temere che abbiamo già sorpassato il bivio che avrebbe dovuto portarci da lui… In questo caso non avremmo sufficienti provviste per addentrarci nella foresta nuovamente e cercarlo… Ci toccherebbe uscire dal bosco per procuracene altre, e poi riprendere la ricerca da capo… Una bella seccatura…”

“Cosa ti fa pensare che abbiamo già passato il bivio, scusa?” Il mio amico aveva un’aria decisamente perplessa.

Sospirai. “Gourry… Siamo stati appena attaccati da dei banditi…”

Mi fece un sorriso. “Già, questo me lo ricordo…”

Presi un altro PROFONDO respiro. “Dei banditi, o delle persone animate da cattive intenzioni, non potrebbero addentrarsi in una foresta sacra, almeno non senza sfruttare qualche incantesimo o talismano molto potente, giusto? La magia del luogo li respingerebbe…”

“Lo so, è lo stesso motivo per cui la tua Magia Nera è più debole qui, no? Se fossimo venuti con l’intenzione di compiere qualcosa di male non saremmo riusciti a proseguire oltre un certo confine, giusto?”

Annuii. “E quelli erano ladri comunissimi. E’ improbabile che avessero poteri sufficienti per spezzare un sortilegio di questo tipo…”

Annuì, a sua volta. Stranamente, aveva capito la mia spiegazione…

Ci fu un momento di silenzio…

 

“E quindi… Perché pensi che abbiamo superato il bivio?”

 

“FLARE ARROW!!!!”

 

 

Quella ricerca stava diventando piuttosto esasperante. Sei mesi prima, quando avevamo lasciato Miilun con l’intenzione di trovare un modo per fondere i poteri rimasti della semi distrutta Blast Sword a quelli della Spada di Luce, pensavo che raggiungere il nostro obiettivo sarebbe stata un’impresa relativamente semplice. Incantesimi di quel tipo erano pane per i denti di qualsiasi esperto di armi magiche… Tuttavia, le cose erano state inevitabilmente rese più complesse dal fatto che ci trovavamo di fronte a due fra le armi più potenti che uno spadaccino potesse impugnare. Il potere che racchiudevano era grande, troppo difficile da gestire, a meno di non possedere una tecnica e poteri eccezionali. Ci voleva un armaiolo magico molto esperto, per trattare con oggetti del genere… Senza contare che non potevamo fare affidamento su tecniche sperimentali e poco sicure, forse le uniche che avrebbero potuto sortire qualche risultato… Non potevo permettermi di rischiare di fare qualche danno alla spada di Gourry, soprattutto ora che l’aveva ritrovata dopo tanto tempo…

Lo sapevo benissimo quanto ci teneva…

Oh, ma OVVIAMENTE non era questo che mi interessava… E’ che quella spada apparteneva a me, in realtà… Cercare di non rovinarla era nei MIEI interessi… hm…

In quel momento ci trovavamo a Southern. Ci era giunta voce che in una foresta poco a Sud della capitale vivesse una specie di eremita, esperto d’armi… Si diceva in giro che fosse lui l’uomo a cui duecento anni prima si erano rivolti i maghi della contea di Lookrod… il mitico fabbro che aveva forgiato la lancia sacra che aveva permesso di distruggere il drago che da un millennio infestava le loro terre… La sua esperienza avrebbe potuto essere preziosa per noi… Sempre che riuscissimo a trovarlo…

 

 

Il mio amico era riuscito miracolosamente ad evitare il mio incantesimo (eh, eh, come avrebbe fatto a tenere in allenamento i suoi riflessi, senza di me?), che era andato a schiantarsi contro una grossa roccia, mandandola in frantumi… Per fortuna non avevo fatto incendiare la foresta…

 

Mi parai di fronte allo spadaccino, con un sogghigno. “Vedi? Ecco la spiegazione… Se ci sono i banditi e i miei poteri hanno ripreso a funzionare nel modo che hai appena visto, significa che abbiamo raggiunto il limitare della foresta…”

Il mio amico mi lanciò un’occhiataccia. “Grazie mille, molto esauriente…” Sospirò. “Forse avremmo dovuto prevedere che sarebbe accaduto…”

 

Battei le palpebre. “Di che parli?”

 

Fece spallucce. “Del fatto che non abbiamo raggiunto il cuore della foresta…”

 

Assunsi un’aria interrogativa. “Perché dici… che avremmo dovuto aspettarcelo…?” Forse nel paese dove ci eravamo fermati prima di addentrarci nel bosco gli avevano dato qualche informazione in più rispetto a quelle che io avevo ottenuto, e si era dimenticato di riferirmela…?

 

“Voglio dire… Se i malvagi vengono respinti era prevedibile che ti sarebbe stato impedito di penetrare nella foresta…”

 

“DIRE…”

Il mio amico indietreggiò coprendosi il volto con le braccia… “STOP! Lina, calmati, stavo solo scherzando!!!!!”

“…BRAND!!!!” Il mio incantesimo colpì in pieno i banditi che si stavano avvicinando alle sue spalle.

 

“Oh…” Fece lo spadaccino, guardandoli mentre diventavano puntini lontani nel cielo… “Questa zona è veramente infestata dalle bande di ladri…” Si grattò la testa. “Poveretti… Lasciati dire che ultimamente sei un tantino irascibile…” 

 

Sospirai. “Non prendere le parti dei banditi…” Risposi fiaccamente, lanciandogli un’occhiataccia.

Mi sorrise. “E’ meglio muoversi, o saremo attaccati ancora…”

“Hm…” Ripresi in mano la pergamena, che ormai conoscevo a memoria… “Ma mi piacerebbe sapere in QUALE direzione… Se solo non fosse così poco chiara…” Non si trattava di una vera e propria mappa, era piuttosto un insieme di test ed indovinelli, con scarse indicazioni sui luoghi ed i sentieri da percorrere. Sul bordo superiore spiccava una scritta in caratteri dorati: “Solo i valenti onoreranno la mia dimora”. Vale a dire, ‘se devi proprio venire a disturbarmi, vedi almeno di guadagnartelo’… Mi veniva il dubbio che il nostro armaiolo, sedicente saggio, avesse messo apposta in circolazione quella pergamena per farsi beffe dei malcapitati che avevano intenzione di servirsi per qualche motivo della sua arte… Del resto, senza bisogno di una mappa così sibillina, avrebbe potuto pensarci anche solo la foresta sacra a tenere lontani coloro che ‘non meritavano’ il suo aiuto…

 

Con MOLTA fatica eravamo riusciti a decodificare la pergamena a sufficienza per comprendere di dover seguire il torrente che attraversava la foresta. Il piccolo sentiero che avevamo percorso avrebbe dovuto portarci ad un bivio, che tuttavia non avevamo mai incontrato. Secondo i miei calcoli, a quel punto dovevamo trovarci a meno di un chilometro da limitare della foresta, il che significava che dovevamo avere sbagliato in qualcosa. Era FRUSTRANTE. Desideravo ARDENTEMENTE un po’ di civiltà… Non ne potevo più di vedere solo alberi e rocce attorno a me…

 

“Ehi, Lina, dai un’occhiata laggiù…” Alzai lo sguardo e lo indirizzai nella direzione indicata dal mio amico. A una certa distanza da noi, al di là del ruscello, il sentiero parallelo a quello che stavamo seguendo si biforcava nella forma strana che era indicata nella piantina… Con uno dei due bracci che moriva nell’acqua e l’altro che si allontanava nell’ombra all’interno della foresta… Poteva essere quello che stavamo cercando…? Lanciai una nuova occhiata alla mappa.

“E’ strano… Se si tratta del bivio che ci interessa, perché si trova così lontano dal cuore della foresta…?”

“Bè… La strada che dobbiamo seguire è quella che si addentra di nuovo nel bosco, no? Forse percorrendola torneremo sui nostri passi, verso il centro…” Osservò il mio compagno.

“Già, ma noi siamo partiti a est, dal villaggio di Himit, ricordi? Qui ci troviamo praticamente dalla parte opposta della foresta… Avremmo potuto semplicemente aggirarla, e iniziare le nostre ricerche dal limitare ovest… Se questa è davvero la nostra strada, che senso ha il percorso che la mappa ci ha fatto seguire? Comincia a venirmi il dubbio che quello che ha disegnato la pergamena sia un buffone che si diverte a spese dei visitatori…” E la cosa mi dava piuttosto sui nervi, sinceramente…

 

Il mio amico ed io ci scambiammo una lunga occhiata. Quindi, feci spallucce. “Bè, visto che l’unica alternativa sarebbe tornare a Himit e ricominciare tutto daccapo, direi che vale la pena di andare a dare un’occhiata…”

Lo spadaccino mi batté gentilmente una mano sulla testa. “Ai suoi ordini, madama…” Rivolgendomi un mezzo sorriso, mi superò, in direzione del ruscello.

Lo seguii, mascherando un sorriso. Se non fosse stato per la sua compagnia, con una missione così esasperante, avrei davvero rischiato un esaurimento nervoso…

 

Il sentiero, effettivamente, realizzava una brusca svolta, anche se sembrava più proseguire costeggiando il limitare del bosco, che addentrandovisi. Ma questa era solo una mia impressione, probabilmente, perché ben presto, fra le innumerevoli curve e deviazioni che fummo costretti a seguire, persi completamente l’orientamento. Non so esattamente quanto camminammo… So solo che quando raggiungemmo la nostra meta il sole aveva già percorso buona parte del suo arco nel cielo, e il mio stomaco brontolava in maniera pericolosa…

 

La vegetazione si era fatta gradualmente meno fitta, fino a quando ci eravamo ritrovati in una piccola radura, al cui centro si ergeva una malridotta abitazione, rischiarata dai raggi del sole morente. Sui lati, attrezzi da giardino sparsi, un pittoresco pozzo decorato da incisioni (del resto, dovevamo essere piuttosto lontani dal torrente, da un pezzo non sentivo il suo gorgogliare…) e una strana configurazione magica, formata da pilastri di pietra coperti di rune… L’insieme aveva un’aria di…vissuto… Non comprendevo perché, ma mi sembrava stranamente familiare…

 

“Lina… Sembra che qui in giro non ci sia nessuno…” Il mio amico si guardò attorno, perplesso. Però… dove poteva essere andato un eremita circondato per chilometri solo da alberi e vegetazione?

“Forse il nostro ‘ospite’ si è allontanato nella foresta per cercare ingredienti per i suoi incantesimi… Immagino che la zona qui attorno gli fornisca un bel ‘campionario’ naturale…” Strizzai l’occhio al mio compagno. “Ad ogni modo, proviamo a bussare. Chissà, magari sta solo dormendo… Ho una gran fame e non mi sorride proprio l’idea di starmene qua fuori ad aspettare…” Anche se si trattava di un eremita, avrebbe avuto almeno la buona creanza di offrirci qualcosa da mangiare, no?

 

Mi avvicinai alla porta e solo allora notai un foglietto di carta appeso, in precario equilibrio, alla maniglia…

 

… ‘Torno subito’…

  

 

Emisi un sospiro esasperato. “Ci sta prendendo in giro…???” Staccai il messaggio, e lo gettai nel pozzo con un gesto stizzito.

“Oh… Si vede che è uscito un attimo…” Fece il mio amico, con una alzata di spalle.

“Gourryyyyyyyyy! In quale mondo un eremita che vive isolato da tutto e da tutti scrive sulla sua porta ‘torno subito’? Non è mica un negoziante!!! Questo tizio deve essere veramente strano!”

Lo spadaccino si grattò la testa. “Bè, scusa, ma tu che cosa avresti scritto al suo posto?”

 

Ci fu un momento di silenzio. Dato che non avevo trovato nulla di intelligente da replicare, e che quella conversazione stava scivolando nell’assurdo, decisi di cambiare discorso.

“Bè, ad ogni modo… A prescindere dal fatto che sia logico o meno, immagino che l’unica cosa da fare sia aspettare…” Scaricai per terra la grossa borsa che mi pendeva ormai da tutto il giorno, come un macigno, sulle spalle. Perché i banditi hanno sempre dei bottini così pesanti?

“Gourry, cerca nella boscaglia qualche ramoscello secco per il fuoco, da queste parti anche le serate estive sono fredde…” Presi a cercare fra le mie borse il bricco in cui eravamo soliti far bollire l’acqua quando ci trovavamo sulla strada.

“Cosa fai?… Le provviste sono finite…”

“Lo so, lo so, ma se troviamo qualche erba commestibile potrebbe venirne fuori una zuppa… Vicino a questa stupida radura non c’è nemmeno un torrente per pescare… Ho talmente tanta fame che addenterei il primo essere fatto di carne che mi capita a tiro…”

Non so se consapevolmente, ma il mio amico si fece indietro di qualche passo…

“… comunque, non credo che quello sia andato troppo lontano… Appena torna dovrà offrirci come minimo la cena…”

“Speriamo… E’ da stamattina che non tocchiamo cibo…”

Ci scambiammo un’occhiata… ed entrambi sospirammo. Saremo anche stati dei ‘senza fissa dimora’, ma se c’era una cosa che entrambi detestavamo era restare senza almeno due buoni pasti al giorno…

 

“Ma sei certa che quel Ken –come diavolo si chiama- sama non se la prenderà se gli accendiamo un falò nel bel mezzo del giardino…?”

“Bè, tanto peggio per lui… Avrebbe fatto meglio a restarsene a casa invece che mettersi a gironzolare a quest’ora…”

Il mio amico mi fissò per un po’, inarcando un sopracciglio, quindi sospirò e prese a fare quello che gli avevo detto… Eh, eh, immagino che avesse capito che non è il caso di mettersi a discutere con me, quando ho fame…

 

Mi avvicinai anch’io alla boscaglia. Il sole era ormai quasi del tutto tramontato ed era meglio sbrigarci, per sperare di trovare qualcosa in quella vegetazione così fitta. Le ombre avanzavano rapide e, irrazionalmente, avevo l’impressione che sarebbero state capaci di oscurare anche un mio Lighting… Non so perché, ma quella foresta, anche se si trattava di un bosco sacro, mi inquietava un po’… Per lo meno, quella sera…

 

Ignorando i brividi che mi correvano lungo la schiena, mi strinsi nel mantello e mi addentrai per qualche metro fra le ombre del bosco, infilandomi in tasca un po’ confusamente tutte le erbe che mi sembravano familiari e ripromettendomi di controllarle meglio di fronte al fuoco…

Non mi ero allontanata troppo dalla debole luce che ancora rischiarava la radura… quando li vidi.

 

Due occhi, rossi come il fuoco… e DELIBERATAMENTE  fissi su di me. Anche se il loro proprietario era nascosto nell’ombra, di una cosa potevo essere certa: non avevano NULLA di umano.

 

Normalmente, la mia reazione istintiva sarebbe stata lanciare un paio di Palle di Fuoco, ma, forse per l’atmosfera tetra, lo spavento improvviso mi lasciò completamente paralizzata. Solo una cosa mi venne spontanea in quel momento…

 

“GWAAAAAAAAHHHHH!!!”

 

… Gridare.

 

“LINA! Lina, dove sei?” Al suono della voce del mio compagno, la strana apparizione svanì, all’improvviso, così come era comparsa. Che diavolo…?

 

Lo spadaccino mi raggiunse, con la spada alla mano, e mi trovò che ancora fissavo il vuoto di fronte a me.

“Lina… Cos’è successo…?”

“Mi è… Mi è sembrato di intravedere qualcosa fra gli alberi… Mi sono presa… un colpo…”

“Un… demone?” Chiese il mio amico, perplesso.

Scossi la testa. “Non ne ho idea… Era buio, può anche darsi che io mi sia sbagliata…” Con la scomparsa di quella creatura, era sparito anche l’irrazionale timore che aveva portato con sé… Era strano… Non mi era mai capitato di provare qualcosa di simile di fronte a nessun essere, per quanto spaventoso… Tranne che di fronte a mia sorella, ovviamente…

“Che dici, sarà stata un’allucinazione nata dalla fame…?” Azzardò il mio amico, con un mezzo sorriso… Un sorriso che gli si congelò immediatamente sulle labbra, quando mi vide in volto. Non dovevo avere una bella espressione… “Lina… Sei sicura di stare bene…?”

 

Senza rispondergli, fissai per un altro momento il buio. Nulla… Era stato il nulla… a terrorizzarmi a quel modo…?

 

Insomma! Non era da me lasciarmi spaventare così tanto da qualcosa di cui non conoscevo nemmeno la natura! “Sì… Sì… SI’, sto bene, accidenti! Qualsiasi cosa fosse, non le permetterò di rovinarmi ancora la serata!” Lanciai uno sguardo ai miei piedi. “Guarda che disastro! Per la paura, quella cosa mi ha fatto cadere tutte le erbe che tenevo in mano! Spero proprio per lei che si trattasse di una allucinazione, perché sto cominciando a prenderla in considerazione come ingrediente per la mia cena…”

 

Una goccia di sudore scese lungo la tempia del mio amico. “Uh… Ti riprendi in fretta, eh?”

Gli rivolsi un sogghigno. “Avanti, dammi una mano a raccogliere questa roba, o verremo sorpresi dalla notte senza aver acceso il fuoco… Che strano, però… Kentar-sama non è ancora tornato…”

Lanciai una nuova occhiata nel buio. Qualunque cosa fosse stata, le ombre la avevano divorata…

‘Speriamo solo che ora siano sazie…’ mi trovai, con sorpresa, a pensare…

 

 

Dopo la nostra MISERA (e anche quello avrei fatto pagare al padrone di casa, quando si fosse fatto vivo…) cena, sedemmo per un po’ di fronte al fuoco, in attesa. L’armaiolo, tuttavia, non sembrava accennare a comparire…

 

Con la testa sprofondata fra le ginocchia, riflettevo in silenzio sugli avvenimenti della serata. Se in giro per quel bosco c’era davvero qualche strana creatura, poteva anche darsi che all’uomo che aspettavamo fosse successo qualcosa… Del resto, il fatto che fosse esperto d’armi non significava necessariamente che fosse in grado di difendersi, se attaccato da qualcuno di sufficientemente potente…

 

Ma pensandoci bene, a rigore di logica, qualunque cosa fosse ciò che avevo visto, non avrebbe potuto trattarsi di un essere maligno… Ci trovavamo ancora nel bosco sacro…

Forse, però… un demone abbastanza forte…

 

Scacciai immediatamente dalla mia mente quel pensiero. Doveva essersi trattato di un animale selvatico, ecco tutto. Un animale che era fuggito, più spaventato di me, dopo il mio grido e quello di Gourry…

 

…Ma -mi chiesi- avevo mai visto un animale selvatico fissare a quel modo una persona…?

 

 

“Lina… Ehi, Lina?” Sussultai, quando una mano si posò gentilmente sulla mia spalla…  Le mie riflessioni dovevano essere lentamente scivolate verso un inconsapevole dormiveglia, perché non mi ero assolutamente accorta che si fosse avvicinato… E poi, ormai, quando si trattava di Gourry, i miei sensi lo registravano silenziosamente e la mia mente non subiva la minima allerta…

Alzai lo sguardo, per incontrare il suo. Il mio amico mi sorrise… “Stavi dormendo… Scusa…”

 

“Non importa…” Agitai la mano in segno di noncuranza. “Non siamo venuti qui per riposare, no?” Mi stiracchiai, sbadigliando pigramente. “Uuuuhm… Quanto tempo è passato…?”

“Più di due ore dal tramonto, credo… Ormai deve essere quasi mezzanotte…”

MEZZANOTTE?!?!! Accidenti, dovevo averne, di sonno arretrato, per non essermene accorta…

 

Aggrottai le sopracciglia. “A questo punto, credo che si tratti di qualcosa di più che una passeggiata nel bosco… Comincio a sospettare che, per quanto aspetteremo, il nostro armaiolo non si farà vedere…”

“E allora, cosa facciamo?”

“Mi secca rinunciare quando siamo così vicini ad una soluzione, ma del resto non ho la benché minima voglia di trascorrere giorni e giorni in questo posto… E soprattutto, non ho intenzione di cenare un’altra volta con quelle erbe disgustose… Trascorreremo la notte qui… Poi usciremo da questa dannata foresta e cercheremo qualche altra soluzione per la Spada di Luce, che ne dici?”

Il mio amico annuì.

 

Gli feci un sorriso… “Bene… Che ne dici di fare tu il primo turno di guardia? Io credo di avere troppo sonno per accorgermi di qualsiasi nemico che non sia direttamente sotto al mio naso…”

Lo spadaccino fece spallucce. “Non ti preoccupare, preferisco fare il turno di guardia e affrontare i nemici peggiori che dover affrontare TE quando sei troppo stanca per frenare il tuo hobby di lanciare Palle di Fuoco…” Affermò, convinto.

Gli rivolsi un’occhiataccia. “Questo è uno di quei momenti, sai Gourry…? Ti converrebbe evitare certi commenti e non svegliare il can che dorme…”

Il mio amico fece una risata nervosa… “Eh, eh… Ma io scherzavo… Perché non dormi un po’ ora, eh?” Il suo tono si era volutamente addolcito…

“Che attore…” Fu il mio unico commento, accompagnato da un sogghigno.

 

Feci per sdraiarmi e rimettermi a dormire, quando un rumore nella boscaglia mi fece sussultare… Uno schiocco, duro, come di qualcosa che cade da un albero…

… O di un ramo secco, al suolo, che viene calpestato.

“Gourry… Lo hai sentito anche tu…?”

“Di cosa stai…?”

Prima che lo spadaccino potesse terminare la sua domanda, lo strano rumore si fece nuovamente sentire, stavolta più nitido. Il mio amico mise immediatamente mano alla spada, mentre io mi rimettevo a sedere, ora perfettamente sveglia, richiamando alla mente la formula di un incantesimo. Restammo fermi in attesa, probabilmente per qualche minuto, mentre attorno a noi era calato il silenzio più completo. Gli uccelli notturni non viaggiavano più fra i rami, persino il vento sembrava aver messo a tacere la sua voce sibilante…

 

Fui la prima a rompere il silenzio. “Ci siamo… sbagliati?”

“Può darsi che si trattasse di un coniglio selvatico…”

“Un coniglio selvatico che si aggira vicino ad un fuoco acceso, e a quest’ora?” Chiesi, scettica.

“Qualunque cosa fosse, sembra che se ne sia…” Cominciò il mio amico… senza fare in tempo a terminare.

Un fruscio di cespugli, e la creatura gli era addosso.

 

“Attento!!!” Spingendo il mio compagno di lato, recitai la formula che avevo trattenuto fra le dita. “DIEM WIND!!!” L’essere venne sbattuto, contro un albero che scricchiolò paurosamente sotto al suo peso. Sembrava una via di mezzo fra un orso ed un grosso cane, ma non avevo mai visto niente del genere in natura…

 

L’onda d’urto scaraventò anche me a terra, direttamente addosso al mio compagno… Mi sa che non avevo regolato bene la potenza…

Ohi, ohi, ohi, ohi, ohi..... Che maleeeee!!!” Mi lamentai, cercando con scarso successo di smettere di inciampare sul mio amico e di rialzarmi… “Perché accidenti la tua armatura deve essere così dura?!?”

“Lina… Mi stai piantando il gomito nello stomaco!!! Vuoi alzarti perfavo…..OOOOOOOOH! DANNAZIONE!!!!”

Sollevai il volto, seguendo il suo sguardo terrorizzato e… per poco non svenni per lo spavento. Eravamo circondati!! Una decina di quelle creature ci stringeva attorno al pozzo, con un’aria tutt’altro che amichevole… La strana inquietudine che mi aveva presa qualche ora prima, dopo il mio incontro nella boscaglia, si ripresentò con tutta la sua forza.

 

Fu un attimo. Tutti gli esseri, contemporaneamente, si piegarono sulle zampe e si scagliarono verso di noi!

Però, non avevo la minima intenzione di lasciarmi sorprendere.

Burst Rondo!!!!!”

Parte delle creature venne respinta dal colpo. Gourry, provvidenzialmente, tranciò di netto la testa a due di esse, che erano riuscite ad evitare il mio attacco e si erano avvicinate a sufficienza da minacciarmi con i loro artigli. Sembrava che potessimo tener loro testa… Non riuscivo però a capire di che razza di bestie si potesse trattare. Erano creature magiche, questo è certo… Ma non demoni inferiori… E poi, perché si trovavano lì? Qualcuno le aveva mandate per noi?

 

“Potrebbe trattarsi di chimere!!!” Gridai a Gourry, schivando, contemporaneamente, un artiglio. “Anzi, ne sono quasi sicura! Non ho mai sentito parlare dell’esistenza in natura di mostri di questo tipo…”

 

“LUCE!!!” Un lampo nella notte, e la testa di un’altra creatura volava lontano dal suo proprietario, per finire direttamente dentro al pozzo… Ugh, dubitavo che qualcuno avrebbe voluto prelevare ancora dell’acqua da lì… “Chime… cosa?” Chiese il mio compagno, mentre riguadagnava l’equilibrio, dopo il colpo.

 

Dire Brand!!!!!” Gli coprii le spalle, mentre si preparava a sferrare un altro attacco. “Chimere!!! Le conosci già, cretino! Ricordi Alshifom, ad Atlas? Sono esseri ibridi, creati artificialmente, con la magia!” Con la coda dell’occhio, notai che alcune delle creature che avevamo atterrato accennavano a rialzarsi. Non erano fortissime, ma molto resistenti… Forse erano addestrate a sopportare il dolore e a combattere, come macchine da guerra, fino a che l’ultimo alito di vita non le avesse abbandonate…

“E come si fa a sconfiggerle???” Chiese ancora una volta il mio compagno terminando un affondo, prima di saltare indietro, attaccato in tutte le direzioni.

 

“Dipendeeeeeeeeeeeeeeee…” Uno di quegli esseri era appena riuscito ad afferrarmi per una gamba, e mi aveva sollevata, a testa in giù, avvicinandomi pericolosamente alle sue zanne!

“Lina!” Il mio amico, impegnato con altri tre mostri, non aveva la possibilità di aiutarmi. Ma non c’era alcun problema, per la grande maga-genio Lina Inverse! “Lasciami, bestiaccia!!!” Estrassi un po’ a fatica (il che era comprensibile, vista la mia posizione…) la mia spada corta e, aggrappandomi alla spalla dell’essere, gliela conficcai in profondità nel collo, evitando per un soffio di farmi mordere. La creatura emise un profondo gemito di dolore, e prese ad agitarsi convulsamente, lasciando la presa sulla mia gamba. Mi aggrappai disperatamente alla spada per evitare di essere scagliata lontano e presi a recitare una formula… Ero stata troppo lenta!!! Gli artigli del mostro si conficcarono dolorosamente nella mia gamba sinistra, e a malapena fui capace di resistere all’impulso di gridare. Non potevo interrompere la formula, o sarei stata uccisa! “Mono…” Strinsi i denti, imponendomi di proseguire… Mono Volt!!!” La scarica elettrica attraversò la lama e si trasferì al corpo del mio assalitore. Con un grido la creatura precipitò al suolo, mollando ancora una volta la presa su di me… e scaraventandomi con violenza verso il pozzo!

 

Tuttavia, una presa ferrea mi evitò di precipitare. “Gourry!!!” Il mio amico aveva afferrato all’ultimo momento il mio braccio sinistro, trattenendomi dall’orlo del pozzo. Purtroppo, però, non potevo fare forza sulle gambe per sollevarmi… “Resisti, Lina, ti tiro su io…”

“Stai attento!!!!” Un altro mostro era apparso alle sue spalle, e oscurava con la sua mole l’imboccatura del pozzo. A fatica, sollevai il braccio rimasto libero. “Flare Arrow!!!” La creatura finì abbattuta, mentre Gourry, afferrate entrambe le mie mani, mi trascinava di peso oltre l’imboccatura del pozzo.

 

Quando fummo sul prato sani e salvi, tirammo entrambi un profondo sospiro di sollievo.

“Lina… La tua gamba…”

“Non è nulla…” Gli sorrisi, reprimendo una smorfia di dolore. “Basteranno un semplice incantesimo e un po’ di riposo…”

“Hm…” Il mio amico non mi sembrò troppo convinto…

 

Cercando di ignorare la sua espressione preoccupata, diedi un’occhiata al paesaggio offerto dalla piccola radura che ci circondava… Decisamente, non era più tanto poetico come lo ero stato nel pomeriggio… Per quanto il buio lasciasse un certo spazio all’immaginazione, l’odore di sangue permeava ogni cosa, e i nove cadaveri delle creature che avevamo affrontato troneggiavano alla luce della luna… Nove… cadaveri…

“Gourry! Dov’è finito il decimo di quei mostri?”

 

Quasi in risposta alla mia domanda, un grido si levò nell’oscurità. Per un attimo, pensai che stessimo per essere attaccati, ma mi resi quasi subito conto che la fonte di quel suono agghiacciante proveniva da un luogo ad una certa distanza da noi… Si trovava vicino alla porta principale dell’abitazione.

Nel buio, riuscimmo a intravedere la sagoma del mostro. Furiosamente, continuava a scagliarsi contro la porta in legno massiccio della piccola casa, apparentemente nel tentativo di sfondarla. I suoi colpi, tuttavia, si facevano sempre meno violenti. Non potevo vederlo bene da quella distanza, ma sarei stata pronta a giurare che fosse coperto di sangue. Doveva essere ferito a morte… Nonostante questo, sembrava deciso a non desistere… “Credo… credo che stia concentrando tutte le sue ultime forze nel tentativo di portare a termine la missione che gli era stata assegnata…” Mormorai, fra i denti.

“Vuoi dire… che non eravamo noi il suo obiettivo?”

Scossi la testa. “Non posso esserne sicura… Ma ho l’impressione che quei mostri non ce l’avessero con noi… Certo, eravamo un intralcio da abbattere, ma…” Rivolsi nuovamente lo sguardo al mostro. “… Guarda come si accanisce su quella porta… Forse il loro vero scopo era attaccare l’uomo che vive in questo luogo… E chissà, magari la sua sparizione ha a che fare proprio con questo…”

 

Lo spadaccino al mio fianco annuì e si sollevò in piedi. Lo fissai un momento con aria interrogativa, quindi compresi quello che aveva intenzione di fare. “Fai attenzione.” Lo ammonii, semplicemente. “E’ inferocito…”

“Non ti preoccupare.” Mi guardò per un momento. “Dovresti… fare qualcosa per la gamba…”

“Oh…” I miei ragionamenti mi avevano fatto quasi scordare della ferita. Ma aveva ragione, stavo perdendo molto sangue… Appoggiando delicatamente la mano sulla gamba colpita, evocai un semplice incantesimo e avvertii che il dolore lentamente si attenuava.

 

Gourry fece piuttosto in fretta. Del resto, il mostro non era più in grado di difendersi. Bastò un colpo per abbatterlo, facendolo cadere proprio di fronte alla porta, ormai semidistrutta, che aveva disperatamente cercato di sfondare. Almeno, la sua sofferenza era terminata.

 

“Stava per morire, ma aveva una forza paurosa…” Commentò il mio amico, di ritorno da me… Lanciò uno sguardo preoccupato alla mia gamba ferita. “Quel colpo deve essere stato molto doloroso…”

“Oh, insomma, Gourry, sto BENE!!! Smettila di comportarti come una mamma!” Gli strizzai l’occhio. “Ora, dammi una mano a rialzarmi e a raggiungere quella porta, per favore.”

Lo spadaccino mi fissò con aria interrogativa. “Perché, che cosa vuoi fare…?”

“Se quegli esseri maligni sono riusciti a penetrare così a fondo nella foresta sacra, significa che la persona che li ha evocati dispone di un potere davvero notevole… Mi chiedo perché qualcuno del genere possa avercela tanto con un vecchio eremita… Voglio vederci chiaro in questa faccenda… E credo che un’ispezione in quella casa abbandonata potrebbe essere un buon inizio…”

Il mio amico mi fissò con una strana espressione. “Che c’è?” Domandai, con aria innocente.

“Stiamo… di nuovo per cacciarci in guai che in teoria non ci riguarderebbero…”

“Lo so, lo so, ma, ehi, dopotutto siamo stati coinvolti nostro malgrado giusto? Non dirmi che vorresti lavarti le mani di questa faccenda senza avere prima approfondito i particolari… Dormiresti sonni tranquilli, poi? Non sei un po’ curioso?”

“Bè… Certo… certo…”

“E poi, se trovassimo Kentar-sama ed eventualmente gli dessimo una mano lui potrebbe decidere di fare quel lavoretto alla Spada di Luce GRATUITAMENTE, mi spiego?”

Sospirò. “Hai ragione, hai ragione…” Passò un braccio attorno alla mia vita e mi sollevò piano, cercando di non urtare la gamba ferita. Sospirò nuovamente. “E poi, tenerci lontani dai guai troppo a lungo non è nostra abitudine, giusto?” Tuttavia, aveva un tono… divertito…

“Non fare la vittima.” Gli rivolsi un sogghigno. “Avanti… La porta è praticamente distrutta… Entrare non dovrebbe essere troppo difficile…”

 

L’interno sembrava quello di una abitazione comunissima… Era comprensibile. Probabilmente gli oggetti magici più potenti erano conservati in un laboratorio, o qualcosa del genere… Di certo non li avrebbe tenuti in bella mostra sulla credenza della cucina… C’era anche una buona probabilità che il proprietario li avesse portati con sé, ovunque si trovasse… a meno che non fosse stato costretto ad allontanarsi in tutta fretta. Il che appariva decisamente possibile… La casa, completamente arredata e piena di oggetti ed utensili, dava l’idea che il padrone stesse per tornare da un momento all’altro… Ma forse era anche perché, al centro di un bosco sacro, non doveva preoccuparsi troppo dei furti…

 

“Qualcuno potrebbe chiamarla ‘violazione di domicilio’…” Commentò il mio amico, sospirando.

“Su… Siamo qui per aiutare il proprietario… Scommetto che poi ci sarà grato…” Uhm… Chissà se c’era la possibilità che trovassi ancora qualcosa di valore che avrei potuto rivendere… OVVIAMENTE se avessimo scoperto che Kentar-sama stava bene glielo avrei subito restituito…

“Aiutare… il proprietario, eh?” Lo spadaccino aveva un’aria un po’ scettica… Ogni tanto sembrava che fosse capace di leggermi nel pensiero…

 

Mascherando un sogghigno, cominciai a guardarmi attorno più attentamente. Era meglio fare il più in fretta possibile. Quel luogo sembrava non essere tanto sicuro quanto la sua reputazione avrebbe promesso…

Visto l’accumulo di polvere, sembrava che la casa non fosse abitata da almeno una settimana. Anzi, a dire il vero, alcune cose sembravano intonse da anni… Come la vecchia libreria che occupava l’intera parete a lato dell’ingresso. Libri di cucina, romanzi, un trattato sul ‘perfetto piazzista’, persino un manuale di giardinaggio… Opere del tutto comuni, ma probabilmente le meno utilizzate da un mago di quel livello… Tuttavia… “Gourry, potresti aiutarmi a raggiungere la libreria, per favore…?”

Il mio amico, vestendo un’aria piuttosto perplessa, mi scortò fino al vecchio mobile tarlato.

Un libro… un libro sembrava non essere coperto di polvere come gli altri… Doveva essere stato preso in mano più di recente… Poteva essere che quell’opera mascherasse, come nei migliori romanzi gialli, una leva per l’apertura di un passaggio segreto?

 

Tuttavia, quando estrassi il tomo rilegato ‘La cucina del Nord. Trucchi e ricette, divisi per regioni.’ nulla di notevole accadde… Ma allora perché…? Presi a sfogliare le pagine dell’opera alla ricerca di qualche indizio… E quando raggiunsi la parte centrale, un piccolo foglio di carta, piegato e chiuso da un sigillo, scivolò al suolo.

“E questo, che cos’è…?” Chiese il mio amico, piegandosi a raccoglierlo.

“Sembra una lettera… Vedi? Pare che il sigillo sia già stato spezzato e richiuso…” Presi in mano il foglio e lo aprii… Il messaggio sembrava essere piuttosto laconico…

 

 

Il tuo continuo rifiuto di presentarti comincia a farsi seccante, “Kentar”… Ci sono diverse cose di cui dobbiamo discutere…  Non puoi continuare a  respingere  il nostro  volere… Non puoi continuare a respingere il MIO volere. Non so  esattamente quali siano le tue intenzioni, ma non pensare di metterti contro di noi, o te ne pentirai. Se non ti farai vedere  al prossimo Concilio, sarò costretto a prendere provvedimenti… SERI provvedimenti… e tu sai cosa intendo… Non inviare risposta, libera nella foresta la creatura con cui ti ho inviato la lettera… Non ho bisogno di attirare su di me l’attenzione della gente…

 

 

“Che strano… Chissà che significa…” Commentò il mio amico, grattandosi perplesso la testa.

“Hmmm… Non capisco…” Rilessi brevemente il messaggio, nel tentativo di comprendere di che cosa si trattasse esattamente… quando il mio sguardo cadde sul mittente.

“Non… NON E’ POSSIBILE!!!”

“Cosa? Che è successo?”

“Gourry! Guarda chi ha mandato la lettera!!!”

 

 

Ilmund, il Verde

 

 

“Noi… Lo conosciamo…”

“E’ il Gran Maestro del Circolo di Magia di Miilun, Gourry!!! Ricordi? Quello che ci ha dato informazioni riguardo al Portale…”

“Oh… Certo, hai ragione…”

“Ancora la città di Miilun… Sembra che il Gran Maestro sia coinvolto in qualcosa di strano… Mi chiedo se dipenda da quello che è accaduto sei mesi fa… Di certo aveva fatto molta attenzione a non far venire alla luce tutta la faccenda…”

“Può anche darsi che si tratti semplicemente di qualche questione che riguarda solo lui e questo Kentar-sama…”

“Non so, Gourry… Perché nella lettera parla al plurale, usando il ‘noi’? E perché deve evitare di attirare su di sé l’attenzione della gente? Ci sono troppi interrogativi che restano aperti… E poi… non so perché… ma non mi sento tranquilla… Ho un brutto presentimento…”

“Che cosa pensi di fare?”

“Credo che sia il caso di tornare a vedere la situazione a Miilun… Quella città sembra una calamita per i guai…”

“Un buon motivo per andare a visitarla, eh, Lina?” Il mio amico sogghignò.

Gli rivolsi un’occhiataccia. “Dobbiamo tenere d’occhio quell’uomo, Gourry… Sinceramente, a me non è mai piaciuto… Ma dobbiamo cercare di capire che cosa abbia in mente…”

 

 

Trascorremmo ancora un paio d’ore in quella casa, setacciandone ogni più piccolo angolo, ma non trovammo davvero nulla di interessante. Alcuni trattati sulle armi sacre e qualche pergamena di incantesimi fu quanto di meglio ci offrì la nostra ricerca… Come pensavo, il padrone di casa doveva aver portato al sicuro i propri oggetti, prima di andarsene…

 

“Uff, che perdita di tempo!” Mi lamentai, quando finalmente uscimmo all’aria aperta. Dopo tutto quel vagare per l’abitazione di Kentar-sama, la gamba mi faceva un male pazzesco.

“Lina… Che fine hanno fatto i cadaveri di quegli esseri…?” Chiese il mio compagno, in un tono velato da una sottile inquietudine.

Mi guardai attorno… Erano tutti scomparsi! “Forse… Forse è opera della magia che li aveva creati… Però non è che la cosa mi piaccia più di tanto…”

“Neanche a me…” Commentò, nervosamente. Evidentemente non ero l’unica a cui quel bosco desse i brividi… “Prima che arrivino i loro ‘colleghi’, direi che è proprio il caso di allontanarci…”

Aaaaaaaaaaaah! Aveva ragione! Ma come diavolo avrei fatto con quella gamba, accidenti?

 

Non feci in tempo a dare voce al mio dubbio… Il mio compagno si era già avvicinato a me, e mi aveva caricata sulle spalle! Aspetta un… “Ehi, ehi! Che cosa credi di fare?”

Lo spadaccino mi sorrise. “Lina, non la dai a bere a nessuno facendo finta che non ti faccia più male…”

Sospirai. D’accordo, dato che non avevo molte altre alternative… E poi, dopotutto, non era male… Senza aggiungere altro, lasciai scivolare le braccia attorno al collo del mio amico, per evitare di cadere, e mi appoggiai a lui. Gourry non fece commenti, ma si limitò ad incamminarsi lungo il sentiero che ci aveva condotto in quel luogo. In poco più di un’ora avremmo visto spuntare il sole all’orizzonte… Forse alla luce pallida dell’alba il paesaggio della foresta sarebbe sembrato meno lugubre di quanto era apparso in precedenza…

 

 

…Ma io questo non lo seppi mai, perché quando mi svegliai il sole era già alto nel cielo e la foresta lontana. Ci trovavamo sul sentiero che la costeggiava, diretto a Himit. Da lì, il tragitto verso Moonearth era relativamente breve… Mi faceva una strana impressione tornare in quel regno, dopo tutto quello che era successo solo sei mesi prima…

“Buongiorno!” Mi fece il mio amico in tono allegro, quando sollevai il volto, in precedenza affondato nel suo collo, esponendolo all’aria fresca del mattino.

“Uh… Che ore sono?”

“Devono essere ormai le dieci. Hai dormito un bel po’… Sei crollata quasi subito, ma non ti ho svegliata, perché poi saresti stata insopportabile per tutto il tragitto…”

Umph… Il solito tatto… “Sai, ho tanta voglia di sgranchirmi le articolazioni lanciando qualche incantesimo… ma non ho ancora scelto il mio bersaglio…”

“Ehm… Stavo solo scherzando…” Si schermì.

“Già, già…” Però mi era sembrato molto convinto di quello che diceva… “Non hai avuto problemi durante il viaggio, vero?”

“No, nessun attacco… Credo proprio che avessi ragione tu… Quegli esseri dovevano davvero mirare alla casa, non a noi…”

“Bè, immagino che questa sia una buona notizia…” Gli sorrisi. “Puoi mettermi giù, ora. La gamba è a posto.” Dove in precedenza si trovava la ferita, era rimasto solo un grosso livido che andava lentamente restringendosi, come potevo intravedere dallo strappo nei pantaloni. Forse ci era voluto più tempo del previsto per curarmi, ma, per fortuna, non eravamo stati costretti ad altri combattimenti, nel frattempo. Ora dovevo pensare a procurami qualche nuovo abito da indossare, piuttosto… I pantaloni stracciati davano un tantino troppo nell’occhio…

 

Il mio amico si piegò per lasciarmi scendere, ed entrambi ci stiracchiammo, godendo del calore dei raggi del sole estivo.

“Vuoi fermarti a dormire un po’? Io mi sono riposata, ma tu non chiudi occhio da ieri…” Chiesi, notando un suo ampio sbadiglio.

Scosse la testa. “Himit non è lontana… Ci conviene fermarci quando saremo arrivati là… Sperando di trovare ancora un posto libero alla locanda…”

Battei le palpebre. “Perché non dovremmo? Si tratta pur sempre di un piccolo villaggio… Ci sarà anche una sola locanda, ma non sono molti i visitatori che passano da quelle parti…”

“Hai ragione, ma da quando siamo usciti dalla foresta già tre carovane ci hanno superato… E sembravano tutte viaggiare nella nostra stessa direzione…”

Aggrottai le sopracciglia. “Tre… carovane?”

“Già… E a guidarle erano sempre dei maghi… O almeno, così sembrava dalle vesti che indossavano…”

Gettai un’occhiata in direzione del piccolo villaggio che costituiva la nostra meta per la giornata… Il suo profilo già si stagliava contro la luce accecante dell’orizzonte. “Può darsi… che anche quelle carovane fossero dirette a Miilun…” Commentai, riflettendo. “A questo punto, vale DAVVERO la pena di andare a dare un’occhiata…” Tuttavia, incupirsi e preoccuparsi prima del tempo non sarebbe servito proprio a nulla! Con rinnovata allegria, dopo la lunga dormita, strizzai l’occhio al mio compagno, battendogli veementemente la mano sulla schiena. “In marcia, su!”

Senza altri commenti ci incamminammo verso l’incognita che la sorte aveva voluto proporci.

Poteva anche essersi trattato di una incredibile somma di coincidenze… Poteva essere in ballo qualche questione alla quale noi, e chiunque non fosse direttamente interessato, eravamo del tutto estranei… Ma ficcare un po’ il naso non avrebbe portato nessun danno, giusto?

 

Non aveva alcuna importanza di che natura fosse, solo viverla ce lo avrebbe rivelato… ma una nuova avventura era appena cominciata.

  
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