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Autore: Sokew86    13/02/2010    0 recensioni
Se ne fa un gran baccano sul discorso del precariato. Tante leggi si fanno servono solo ad aumentarlo. Persone sull’orlo della pazzia collettiva ecco che cos’è il precariato.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La dodicesima carta.

 

 

Sei il mio primo pensiero

Che al mattino mi sveglia

L’ultimo desiderio

Che la notte mi culla.

Sei la ragione più profonda di ogni mio gesto…

 

 

Ad Andrea piaceva questa canzone,ha sempre pensato che lo rappresentasse in pieno.

Finisce il nodo della corda che ha in mano,la osserva con il sottofondo della sua canzone preferita.

E’ propria una bella corda per impiccarsi. Andrea studia  con la mano la robustezza di quell’oggetto di morte.

Il suicidio per Leopardi era un atto egoistico perché aumentava la sofferenza delle persone che restavano in vita,per Foscolo era la morte dell’eroe pensa Andrea.

Da ciò che ha detto Andrea,è facile capire in cosa è laureato:in lettere e filosofie.

Andrea non ha mai avuto grandi ambizioni,era sempre stato un ragazzo semplice,voleva diventare insegnante di letteratura. Andrea ama la letteratura,eppure stranamente ha sempre avuto insegnanti pessimi:la lettura è bella e lui voleva diventare professore per condividerla con altre persone.

Si era spostato anche dal suo piccolo paese per realizzare il suo obiettivo:aveva detto addio per sempre alle montagne che avevano raffreddato i suoi inverni e rinfrescato le sue estati.

Non era partito da solo,questo è vero,la sua amica Elisa l’aveva seguito.

L’ennesima riforma e Andrea era di nuovo fuori dalla scuola.

Non capiva,tra i tanti che cacciavano,non ce ne era una che non facesse il suo lavoro.

Anzi sembrava che chi fosse intenzionato a fare davvero l’insegnante fosse cacciato a calci dalla scuola. Andrea sistema davanti alla sedia,dove si impiccherà una telecamera.

Uno scenario semplice apparirà agli occhi degli spettatori futuri:una trave,una corda e una sedia di plastica.

Manca l’attore.

Andrea si sistema davanti  alla telecamera la accende,aspetta maniacalmente che passa un minuto,nel frattempo ripete mentalmente il suo discorso,un discorso che dovrà spiegare perché un uomo di quasi 31 anni si uccide.

Il minuto è passato.

Andrea guarda la telecamera e sorride:

<< Salve. >> esordisce così il suo discorso di morte.

<< Sono Andrea Sacco.Italiano.Professione:precario scolastico. >>

Ha rispettato tutte le pause con la meticolosità che molti medici non hanno.

Si sente soddisfatto.

<< Vi starete domandando il perché di questa corda attorno al mio collo,ebbene sto per uccidermi. Il motivo … >>

Andrea prende un respiro profondo: << L’amore. >>

Già si immagina i vari deficiente e cretino detti,di chi guarderà il video,persone superficiali che non sanno la storia completa.

<< Non è la storia d’amore che non potrà mai avere fine,un lieto fine,grazie a un Don Rodrigo moderno:il precariato. >>

Una luce folle passa negli occhi dell’ uomo.

 <<  Ho incontrato la mia dolce Carla in un discount,è una commessa, precaria proprio come me.

Io la amo e lei anche,ma non possiamo sposarci. I soldi ci mancano perché entrambi lavoriamo precariamente. Una   cattedra ogni tanto per me,sei mesi per lei e degli stipendi che arrivano appena a mille euro. L’impossibilità di pagare una cerimonia classica e costosa non ci importa,ma non possiamo neanche vivere insieme. I mutui sono tanto alti quindi non possiamo permetterci una casa,dovremmo andare a vivere con altre persone in un appartamento subaffittato:addio privacy di coppia. Tutto ciò non è frustante? >>

Andrea inizia a stringere la corda attorno al suo collo.

<< I giornali ci accusano di essere mammoni ma se con gli stipendi che abbiamo,non possiamo permetterci una casa tutta nostra. Come facciamo a dire addio alla casa materna? Non possiamo permetterci di sposarci. E ancora peggio… >>

Andrea punta la telecamera verso l’alto e lui si alza in piedi sulla sedia.

<< …Di avere dei figli. Io e Carla vogliamo un bambino anche quattro se è possibile. Ma due precari non hanno il diritto di mettere al mondo dei figli destinati alla fame e in democrazia. >>

Il mio è un omicidio,non un suicidio. Degli assassini ci sono. Mi rivolgo a chi mi sta guardando in questo momento,se sapete chi sono questi assassini dovete stanarli dalle loro tane e arrestarli come nemici dei giovani. >>

Andrea prende un respiro profondo.

Crash.

Con un colpo secco cade la sedia,si sente solo un basso gemito di sofferenza,la corda che resiste al peso.

Li maledirà dall’inferno i suoi assassini ben vestiti di vanità e scorrettezza.

Silenzio,è tutto ciò che si sente in quell’appartamento subaffittato,ora è solo lo scenario della morte di un giovane.

Una donna apre l’appartamento,le labbra sono colorate di rosso scarlatto. La donna cammina nel corridoi con passo svelto. L’appartamento del suo amico Andrea è fin troppo silenzioso. Fortunatamente il coinquilino del uomo non c’è,essere vista vestita in quel modo squallido infastidisce la donna. Lei si avvicina alla stanza d’Andrea,lo scenario di morte la colpisse come un pugno. La donna si immobilizza,vede il corpo del uomo girare lentamente … lentamente.

La donna cade a terra,sente qualcosa sotto la gamba,la raccoglie quasi meccanicamente,gli occhi sono fissi su quel corpo appeso.

La mano tasta qualcosa,la sensazione che prova gli ricorda la carta.

Una lettera di poche istruzioni e con una sola frase importante- Se vuoi saper il perché guarda il filmato. Ti voglio bene Elisa-    

La donna si rialza,ancora incapace di non tremare.

Non deve chiamare la polizia.

Non è questo ciò che le ha ordinato Andrea. Elisa esce dall’appartamento;non riesce ad essere veloce,è ancora troppo scossa.

Elisa incontra un abitante del palazzo,l’anziano Stefanelli:un anziano dal volto sempre stanco e dai segni di vergogna incancellabili  sul volto.

Un saluto veloce e niente di più.

Elisa è brava a computer,non ci mette molto a caricare il video-denuncia d’Andrea su youtube.

Eppure la donna rimane davanti allo schermo del computer per un tempo infinito,a rivedere gli ultimi gesti lenti e crudeli del suo amico.

La tastiera si bagna di lacrime.

Non si è ucciso.

L’hanno ucciso.

 

 

   
 
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