La dodicesima carta.
Sei il mio primo pensiero
Che al mattino mi sveglia
L’ultimo desiderio
Che la notte mi culla.
Sei la ragione più profonda di ogni mio gesto…
Ad
Andrea piaceva questa canzone,ha sempre pensato che lo rappresentasse in pieno.
Finisce
il nodo della corda che ha in mano,la osserva con il sottofondo della sua
canzone preferita.
E’
propria una bella corda per impiccarsi. Andrea studia con la mano la robustezza di quell’oggetto di
morte.
Il
suicidio per Leopardi era un atto egoistico perché aumentava la sofferenza
delle persone che restavano in vita,per Foscolo era la morte dell’eroe pensa
Andrea.
Da
ciò che ha detto Andrea,è facile capire in cosa è laureato:in lettere e
filosofie.
Andrea
non ha mai avuto grandi ambizioni,era sempre stato un ragazzo semplice,voleva
diventare insegnante di letteratura. Andrea ama la letteratura,eppure
stranamente ha sempre avuto insegnanti pessimi:la lettura è bella e lui voleva
diventare professore per condividerla con altre persone.
Si
era spostato anche dal suo piccolo paese per realizzare il suo obiettivo:aveva
detto addio per sempre alle montagne che avevano raffreddato i suoi inverni e
rinfrescato le sue estati.
Non
era partito da solo,questo è vero,la sua amica Elisa l’aveva seguito.
L’ennesima
riforma e Andrea era di nuovo fuori dalla scuola.
Non
capiva,tra i tanti che cacciavano,non ce ne era una che non facesse il suo
lavoro.
Anzi
sembrava che chi fosse intenzionato a fare davvero l’insegnante fosse cacciato
a calci dalla scuola. Andrea sistema davanti alla sedia,dove si impiccherà una
telecamera.
Uno
scenario semplice apparirà agli occhi degli spettatori futuri:una trave,una
corda e una sedia di plastica.
Manca
l’attore.
Andrea
si sistema davanti alla telecamera la
accende,aspetta maniacalmente che passa un minuto,nel frattempo ripete
mentalmente il suo discorso,un discorso che dovrà spiegare perché un uomo di
quasi 31 anni si uccide.
Il
minuto è passato.
Andrea
guarda la telecamera e sorride:
<<
Salve. >> esordisce così il suo discorso di morte.
<<
Sono Andrea Sacco.Italiano.Professione:precario scolastico. >>
Ha
rispettato tutte le pause con la meticolosità che molti medici non hanno.
Si
sente soddisfatto.
<<
Vi starete domandando il perché di questa corda attorno al mio collo,ebbene sto
per uccidermi. Il motivo … >>
Andrea
prende un respiro profondo: << L’amore. >>
Già
si immagina i vari deficiente e cretino detti,di chi guarderà il video,persone
superficiali che non sanno la storia completa.
<<
Non è la storia d’amore che non potrà mai avere fine,un lieto fine,grazie a un
Don Rodrigo moderno:il precariato. >>
Una
luce folle passa negli occhi dell’ uomo.
<<
Ho incontrato la mia dolce Carla in un discount,è una commessa, precaria
proprio come me.
Io
la amo e lei anche,ma non possiamo sposarci. I soldi ci mancano perché entrambi
lavoriamo precariamente. Una cattedra ogni tanto per me,sei mesi per lei e
degli stipendi che arrivano appena a mille euro. L’impossibilità di pagare una
cerimonia classica e costosa non ci importa,ma non possiamo neanche vivere
insieme. I mutui sono tanto alti quindi non possiamo permetterci una
casa,dovremmo andare a vivere con altre persone in un appartamento
subaffittato:addio privacy di coppia. Tutto ciò non è frustante? >>
Andrea
inizia a stringere la corda attorno al suo collo.
<<
I giornali ci accusano di essere mammoni ma se con gli stipendi che abbiamo,non
possiamo permetterci una casa tutta nostra. Come facciamo a dire addio alla
casa materna? Non possiamo permetterci di sposarci. E ancora peggio… >>
Andrea
punta la telecamera verso l’alto e lui si alza in piedi sulla sedia.
<<
…Di avere dei figli. Io e Carla vogliamo un bambino anche quattro se è
possibile. Ma due precari non hanno il diritto di mettere al mondo dei figli
destinati alla fame e in democrazia. >>
Il
mio è un omicidio,non un suicidio. Degli assassini ci sono. Mi rivolgo a chi mi
sta guardando in questo momento,se sapete chi sono questi assassini dovete
stanarli dalle loro tane e arrestarli come nemici dei giovani. >>
Andrea
prende un respiro profondo.
Crash.
Con
un colpo secco cade la sedia,si sente solo un basso gemito di sofferenza,la
corda che resiste al peso.
Li
maledirà dall’inferno i suoi assassini ben vestiti di vanità e scorrettezza.
Silenzio,è
tutto ciò che si sente in quell’appartamento subaffittato,ora è solo lo
scenario della morte di un giovane.
Una
donna apre l’appartamento,le labbra sono colorate di rosso scarlatto. La donna
cammina nel corridoi con passo svelto. L’appartamento del suo amico Andrea è
fin troppo silenzioso. Fortunatamente il coinquilino del uomo non c’è,essere
vista vestita in quel modo squallido infastidisce la donna. Lei si avvicina
alla stanza d’Andrea,lo scenario di morte la colpisse come un pugno. La donna
si immobilizza,vede il corpo del uomo girare lentamente … lentamente.
La
donna cade a terra,sente qualcosa sotto la gamba,la raccoglie quasi
meccanicamente,gli occhi sono fissi su quel corpo appeso.
La
mano tasta qualcosa,la sensazione che prova gli ricorda la carta.
Una
lettera di poche istruzioni e con una sola frase importante- Se vuoi saper il
perché guarda il filmato. Ti voglio bene Elisa-
La
donna si rialza,ancora incapace di non tremare.
Non
deve chiamare la polizia.
Non
è questo ciò che le ha ordinato Andrea. Elisa esce dall’appartamento;non riesce
ad essere veloce,è ancora troppo scossa.
Elisa
incontra un abitante del palazzo,l’anziano Stefanelli:un anziano dal volto
sempre stanco e dai segni di vergogna incancellabili sul volto.
Un
saluto veloce e niente di più.
Elisa
è brava a computer,non ci mette molto a caricare il video-denuncia d’Andrea su
youtube.
Eppure
la donna rimane davanti allo schermo del computer per un tempo infinito,a
rivedere gli ultimi gesti lenti e crudeli del suo amico.
La
tastiera si bagna di lacrime.
Non
si è ucciso.
L’hanno
ucciso.