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Autore: rei22688    13/02/2010    2 recensioni
Loro due, separati da una sorte ingiusta e beffarda, sono lontani chilometri e chilometri, ma parlano, dialogano l'uno con l'altra, perchè i loro cuori sono vicini, sono ormai una cosa sola... Non possono stare insieme, non è ancora il loro momento, ma loro aspettano, adagio... (Da leggere ascoltando "Adagio" di Laura Fabian)
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Storia di un coniglio che voleva volare

Un consiglio, leggetevi questa song-fic ascoltando la canzone a cui essa si ispira, "Adagio" di Lara Fabian, che potete trovare qui http://www.youtube.com/watch?v=uWCGf1ocobk

Detto questo, buona lettura!

 

 

Attesa…

 

 

Non so dove trovarti
Non so come cercarti
Ma sento una voce che
Nel vento parla di te
Quest' anima senza cuore
Aspetta te

 

Lei, un’anima sola; era circondata da persone che le volevano bene, che si preoccupavano per lei, che volevano starle vicine…

Ma lei si, sentiva sola… Era sola!

Senza di lui la vita non poteva nemmeno dirsi vita…

Lei, sempre intelligente, fredda, calcolatrice, padrona di se stessa e del mondo era là, distesa su quel letto a guardare il cielo nero e la pioggia attraverso il vetro della finestra, appannato dal calore di quella stanza, dove fino ad allora aveva sfogato il suo dolore.

Lui non era più là, al suo fianco, dove avrebbe dovuto stare.

Era naturale, quasi matematico. Loro due erano nati per stare insieme… allora perché il destino li aveva separati? Ora che l’aveva perso, come avrebbe fatto a continuare a vivere? Persino respirare le sembrava una mera operazione meccanica priva di utilità.

Si disgustava, non era più lei, quella carcassa piangente e disperata, buttata sulle lenzuola smesse dalla sua disperazione di poco prima, non aveva in sé più alcuna traccia di quello che era stata, così orgogliosa e sicura di sè.

Eppure sapeva che era giusto così, era normale, la sua era una reazione logica e conseguente. In fondo, dopo tutto quello che era successo, quale donna non avrebbe reagito come lei? L’avevano distrutta, sconfitta, uccisa. Ciò che fino a pochi giorni prima era stato dovuto e normale, per non dire meraviglioso, le era stato strappato da coloro che dicevano di volerle bene.

Dov’era lui? Stava bene? Tutto ciò che poteva renderla felice era il fatto che fosse vivo, che esistesse, ma era una magra consolazione.

Era lontano, troppo, non sapeva nemmeno quanto…

Tutto sembrava parlarle di lui, ogni secondo sentiva dento di sé qualcosa che, confusamente, le diceva il suo nome, che le urlava che lui c’era, che era stato al suo fianco, che ora non c’era più, ma che ancora c’era, da qualche parte…

Non poteva arrendersi, non era da lei!

Doveva trovarlo, in un modo o nell’altro…

 

Adagio…

 

Ma lei non poteva fare niente. Nelle sue condizioni doveva stare tranquilla… e i suoi parenti la controllavano a vista. Doveva aspettare, ma un giorno lui sarebbe tornato da lei, sarebbero stati di nuovo insieme.

Doveva solo aspettare… Adagio…

 

Le notti senza pelle
I sogni senza stelle
Immagini del tuo viso
Che passano all' improvviso
Mi fanno sperare ancora
Che ti trovero

 

Lui, disteso sul letto, aveva sempre amato dormire con le tende scostate, la luce della luna e delle stelle a cullargli il sonno, ma quella sera, in quella stanza che non era la sua, aveva lasciato le persiane sbarrate.

Non voleva vedere le stelle. Quelle stesse stelle che brillavano in cielo la notte in cui loro, in biancheria intima, a mollo nella piscina esterna della scuola, si erano dichiarati l’uno all’altra. Inutile dirlo, era stata lei la prima a parlare, arrivando a battere sul tempo persino uno spavaldo di natura come lui. Un sorriso fugace si dipinse sul suo volto al ricordo di quella notte, sostituito istantaneamente da una gande amarezza. Quello che era stato non c’era più. L’avevano sbattuto via, lontano da tutto, lontano da lei, lei, ormai, era il suo tutto.

Era un tormento, ogni volta che chiudeva gli occhi, anche solo per un breve attimo, il viso di lei gli appariva davanti, in tutto il suo inafferrabile splendore. Un tormento delizioso, una tortura, a suo modo, consolante. Ricordare lei era una pena, gli riportava alla mente la consapevolezza di quello che era successo, di quanto lei aveva sofferto, anche a causa sua. Ma era consolane, appagante, l’immagine di lei, di fronte a lui, così vicina, imprendibile, ma di grande conforto.

Il ricordo di lei, quello non gliel’avevano tolto e, giurò con se stesso, non gli avrebbero sottratto nemmeno il resto.

Lui sarebbe tornato da lei, l’avrebbe ritrovata, a costo di distruggere ogni cosa…

 

Adagio…

 

Strizzò gli occhi per darsi una calmata. Non poteva muoversi adesso; lei era certamente circondata da quei bastardi dei suoi famigliari e da tutti i falsi perbenisti che continuavano a dirle quanto lui fosse sbagliato e quanto tutto ciò che aveva passato fosse colpa sua. Carogne!

Andare da lei ora sarebbe stato un errore, doveva aspettare; ma un giorno l’avrebbe trovata, sarebbero stati di nuovo insieme.

Doveva solo aspettare… Adagio…

 

Chiudo gli occhi e vedo te
Trovo il cammino che
Mi porta via
Dall' agonia
Sento battere in me
Questa musica che
Ho inventato per te

 

Aprì gli occhi di scatto. L’immagine di lui, più viva che mai, le bastava chiudere gli occhi per trovarsela davanti.

“Anche a te succede, vero? Lo so… Ti conosco bene. Ormai siamo empatici… Ciò che pensa uno è anche nella mente dell’altro. Possono esserci anche milioni di chilometri fra noi, ma noi saremo sempre dannatamente uniti. Non è vero?”

Questo pensiero le diede la forza; si alzò a sedere, guardando fuori dalla finestra.

Aveva smesso di piovere.

Doveva solo aspettare, adagio…


Se sai come trovarmi
Se sai dove cercarmi
Abbracciami con la mente
Il sole mi sembra spento
Accendi il tuo nome in cielo
Dimmi che ci sei
Quello che vorrei
Vivere in te

 

Con un colpo secco aprì le persiane. Incurante del freddo, si appoggiò alla ringhiera della finestra. Lei era lontana, ma nessun maledetto vecchio bacchettone gli avrebbe tolto il piacere di guardare il suo stesso cielo; di trovare un parvo collegamento con lei.

“Anche tu lo stai guardando vero? Lo stesso cielo sotto il quale ti ho detto che tu per me sei l’unica! Ora è difficile, ma non è finito nulla! Io ci sono, tu ci sei e questo ci basta. Se poi ci sono dei chilometri a separarci, chi se ne importa! Gli altri possono dire quello che vogliono, ma noi non possiamo essere separati. Io ti sto pensando, sempre! Anche tu lo stai facendo? Mi stai pensando? Certo che si… Io e te ormai siamo come una mente sola, ciò che fa uno, lo fa anche l’altro. Noi saremo sempre dannatamente uniti!”


Il sole mi sembra spento

 

“Ora mi sento tanto sola… Mi manchi, mi manchi da morire! Tutto è sbiadito, scialbo, mi fa schifo!”


Abbracciami con la mente

 

“Non dobbiamo avere paura della lontananza. Basterà pensare l’uno all’altra, sarà come essere vicini, no?”


Smarrita senza di te

 

“Ti prego ritorna… Senza di te non sono più io! Sono disperata!”


Dimmi chi sei e ci credero

 

“Tu sei tu, anche senza di me! Sei la ragazza più forte di questa Terra!”


Musica sei

 

“Io e te ci ritroveremo vero?”

 

“Succederà! Io e te ci ritroveremo!”

 

Adagio

 

Due cuori, due menti, unite, nonostante la lontananza. Ma il loro tempo non era arrivato, dovevano ancora aspettare… Adagio…

 

 

8 ANNI DOPO

 

-Naruto-kun dove sei? Siamo in ritardo…- disse fra sé e sé la ragazza dai lunghi capelli neri torturando la borsa coi libri scolastici. Si asciugò poi una goccia di sudore che le cadeva dalla tempia, quella mattina faceva davvero un caldo insopportabile.

-HINATA! SONO QUI!- in lontananza, una bicicletta sfrecciava a tutta velocità sull’asfalto bollente, trovandosi in meno di dieci secondi ad un passo da lei.

-Servizio taxy della mattina ai suoi ordini principessa! Dove la porto?- il frizzante biondino alla guida della bicicletta si esibì in una pomposa reverenza.

Ridendo timidamente, la ragazza si accostò a lui: -Gradirei andare a scuola per favore!- e fece per salire sul portapacchi.

Il biondo però la bloccò: -Eh no signorina! Pagamento anticipato!- e, con espressione maliziosa, fece per avvicinare il viso a quello di lei.

Per tutta risposta Hinata arrossì lievemente, senza però perdere il suo sorriso: -V-va bene Naruto… Ma sbrighiamoci…- e avvicinò la bocca alla sua, dandogli il primo bacio della giornata, primo di una lunga serie…

-NARUTO! COSA DIAVOLO FAI A MIA SORELLA? E IN MEZZO ALLA STRADA PER GIUNTA! SE TI PRENDO TI FACCIO A PEZZI!- questo l’urlo in lontananza di Neji, fratello maggiore della ragazza, che, dalla finestra, li guardava furibondo.

-Wah tuo fratello si è già infuriato! Diamocela a gambe Hinata!- e, trascinandosi la fidanzata sul portapacchi, partì a tutta velocità.

Cercando di scostarsi i capelli dal viso alla bene meglio, la ragazza si rivolse a Naruto: -Rallenta! Finiremo per farci male!-

Il biondo, per tutta risposta si mise a ridere: -Rilassati! Non è mica la prima volta che lo facciamo! Tanto più che siamo in ritardo… A proposito! Chi abbiamo alla prima ora?-

Facendo mente locale, la ragazza rispose: -Abbiamo inglese con Sabaku-sensei le prime due ore.-

Fu a quel punto che il biondo, allarmato, si mise a pedalare ancora più forte: -Cavolo! Ci conviene sbrigarci! Quella pazza della Sensei è capace di mettermi un’altra nota di demerito se arrivo in ritardo!-

E sfrecciarono come fulmini, in quella afosa mattina estiva.

 

 

 

Questa song-fic nasce come "prequel" di una fiction che sto scrivendo ma che, sinceramente, non so se pubblicherò davvero. Anche se pesno che la cosa sia abbastanza chiara, vorrei specificare il fatto che i due personaggi della prima parte NON SONO gli stessi della seconda, ovvero quella seguente la scritta "8 anni dopo". Ho scelto la canzone "Adagio" perchè si sposa terribilmente bene con l'idea che mi sono fatta di questa storia, a proposito, spero che l'abbiate letta con la musica in sottofondo, perchè rende davvero bene. Se la prima parte sembra un po' confusa e contraddittoria è perchè la sottoscritta ha apposta voluto renderla così, dato che si tratta dei pensieri di due persone distrutte dal dolore della separazione e che, ovviamente, non ragionano in maniera coerente. Per quanto c'entri poco con la prima, la seconda parte ha un suo senso, che verrà fuori quando, e se, verrà pubblicata la fic vera e propria. Spero vi piaccia!

Un bacione, Rei!

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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