Prima
di iniziare vorrei ringraziare chi mi ha
messo tra i seguiti e chi tra i preferiti ma soprattutto a:
Alexia___18,
Air_Chaos, Volpessa22 e CullenVale. grazie ragazze per aver recensito e
grazie
per i complimenti^^.
In
fine vorrei chiarire un concetto: Ho
preso spunto dal bellissimo film e libro “P.S. I love
you”, la base della mia storia parte proprio da questo ma
ovviamente (come ho
appena detto è solo la base) il resto sarà tutto
frutto della mia immaginazione
xD. Scusate ma era giusto essere chiari perché potete
trovare delle somiglianze,
quindi ho voluto subito spiegare il motivo. Grazie
dell’attenzione^^.
Buona
lettura!!!
Questi personaggi non mi appartengono, ma
sono proprietà di Stephenie Meyer, questa storia
è stata scritta senza alcuno
scopo di lucro.
CAPITOLO
2
Testo
betato
da Air_Chaos
Per settimane
Bella
rimase chiusa in casa. L’idea di scoprire cosa ci fosse
dietro quel misterioso
biglietto non la sfiorò più.
Dopo aver
pensato
svariate volte, arrivò alla conclusione che la sua idea
fosse sciocca: un
desiderio malsano di una vedova ancora affranta per la perdita di suo
marito.
I giorni
passarono
velocemente, la casa poco a poco diventò come un campo di
battaglia. Vestiti
sparsi per casa, bottiglie vuote per terra, piatti sporchi per tutto il
soggiorno: un vero disastro! Non si preoccupava più di
niente. Le sue giornate
le trascorreva per la maggior parte del tempo sul letto e, qualche
volta, presa
da una sfrenata pazzia, accendeva lo stereo e cantava a squarciagola,
con una
spazzola per capelli fra le mani, qualsiasi canzone trasmettessero alla
radio.
Non le importava
cosa
potessero pensare i vicini, non le importava quanto baccano potesse
fare, visto
che le sue pazzie si scatenavano sempre di notte, non le importava di
nessuno.
La disperazione della sua perdita la portò a vivere in modo
infelice e
sbagliato e per lei questa fu l’unica cosa sensata che
potesse fare. A lei
andava bene così, non avrebbe cambiato il suo stato, sarebbe
rimasta l’eterna
infelice: l’unico modo per onorare Edward.
Bella si
svegliò di
soprassalto: qualcuno stava bussando alla porta in modo ostile.
Si
alzò stordita e
assonnata e andò verso l’ingresso. Prima di
aprire, il suo sguardo fu catturato
dall’ora che segnava l’orologio. Erano le sette del
mattino! Chi era
quell’infermo mentale che poteva disturbarla a
quell’ora?
<Bella,
finalmente!
È da un’ora che busso!>
<Ah, ciao
Alice.> salutò scocciata.
<Buongiorno
anche a
te!> ironizzò acida Alice.
Bella
guardò la sua
amica: solo lei poteva venire a quell’ora del mattino.
Erano amiche fin
da
bambine. I loro genitori erano amici da anni, molto prima che loro
nascessero.
Alice era due anni più piccola rispetto a lei, eppure
neanche la differenza di
età interferì nella loro profonda amicizia. Erano
inseparabili, dove si trovava
una, potevi benissimo giurare di trovare pure l’altra.
Avevano condiviso tutto
insieme, a parte ovviamente le lezioni scolastiche: quello era
l’unico momento
di separazione tra le due. La loro amicizia era assoluta, vivevano in
simbiosi.
Potrebbero essere considerate addirittura sorelle, se il loro aspetto
non fosse
totalmente diverso: Alice capelli neri corvini, occhi verdi, vestita
sempre con
le migliori marche; Bella capelli castani, occhi color nocciola e
vestita
sempre non proprio alla moda.
<Pensi
che un
giorno mi farai entrare?>
<Oddio!
Scusami,
entra pure.>
Come una vera
donna di
casa Bella la invitò ad accomodarsi, certo non aveva messo
in conto che la sua
amica sarebbe svenuta da un momento all’altro.
<Oh,
santissima
divinità! Questa è una catastrofe!>
strillò Alice guardando la casa tutta in
subbuglio.
<Emmett,
Jasper.
Venite subito qui!> strillò al vento.
Poco dopo
comparvero
due figure maschili sulla soglia di casa. Erano anch’essi
amici di Bella,
precisamente i migliori amici del suo amato Edward.
Il primo,
Emmett,
l’aveva conosciuto a scuola. Era un anno più
grande di lei, proprio come suo
marito ed era esattamente per questo motivo aveva avuto il piacere di
conoscerlo: frequentata gli stessi corsi di Edward.
La loro amicizia
si
era approfondita negli anni, formando un bellissimo gruppo in cui poco
dopo si
aggiunsero Rosalie e Jasper i fidanzati di Alice e l’orso,
come lo
soprannominava lei. Jasper, infatti, lo conobbe grazie alla sua amica.
Era un
ragazzo molto discreto, ma con il tempo riuscì ad aprirsi a
Bella e a
solidificare un rapporto di grande amicizia che prima era freddo e
costante.
L’amore tra Jasper e la sua migliore amica aveva
dell’incredibile, si erano
conosciuti tramite un viaggio a Miami, per loro doveva essere un
“fidanzamento”
estivo, invece non riuscendo più a fare a meno
dell’altro, si erano ritrovati a
convivere insieme dopo soli tre mesi dalla loro conoscenza. E adesso
dopo sette
anni si ritrovavano più innamorati che mai. Prossimi alle
nozze.
<Caspiterina,
Bella. Hai fatto una festa e non ci hai invitati? Non si fa
così con
gli amici.> ironizzò Emmett guardando
l’area circostante.
<Oddio,
che
disastro!> disse poco dopo Jasper.
<Jasper,
ho bisogno
d’aria. Non mi sento tanto bene.> disse Alice
sventolandosi una mano in
faccia.
<Ragazzi
non fate i
melodrammatici. Sistemerò tutto. Prima o poi.>
rispose subito Bella
diventando paonazza in viso, avendo constatato la brutta figura appena
fatta.
<Sì?!
E quando?
Prima che una bustina di patatine ti divori?> disse sarcastica
l’amica.
<Bella,
tu fatti
una doccia, lavati, vestiti decentemente e poi usciamo a fare
colazione.
Jasper, Emmett, voi ripulite tutto. Io esco fuori a prendere un
po’
d’ossigeno.>
E
così Alice, come
un’ape regina, impose i suoi ordini e uscì
velocemente da quella discarica
puzzolente.
Bella,
d’altro canto,
non poteva che darle ragione e andò a farsi una sana doccia
per poi prepararsi
ad uscire.
Per tutta la
giornata
i tre amici portarono Bella a fare una passeggiata per tutta Seattle,
città che
ormai abitava da tempo.
La fecero girare
per
mille negozi, Alice non poté fare a meno di comprarle
qualche nuovo indumento, “nuova
vita, nuovi abiti” così aveva
detto quando Bella sbuffò contrariata.
Stanchi e
distrutti
dal sano shopping, la portarono a pranzo fuori, dove si aggiunse
Rosalie. Tutti
erano presenti all’appello.
Bella e Rosalie
non
andavano d’amore e d’accordo. Non si era mai
spiegato il motivo del loro
rapporto così distaccato. Presumibilmente era dovuto ai loro
caratteri troppo
diversi. Fatto sta che da questa brutta disgrazia il loro legame si
rafforzò
maggiormente. Rosalie la chiamò tutte le sere da quando il
marito morì e a
questo Bella non dispiacque affatto, anzi, apprezzò
sinceramente il suo gesto.
Alla fine la morte di Edward aveva portato a qualcosa di buono.
<Bella,
sono
passata da tua madre. Mi ha detto di consegnarti questa
lettera.> disse
Alice, tra un boccone e l’altro.
L’amica
le porse la
busta “misteriosa” e Bella tremò dalla
paura mentre la prendeva.
Fino a quel
momento
non ci aveva più pensato, era riuscita anche ad accantonare
il dolore della
perdita. Era stata così bella la giornata trascorsa che
sembrava di essere
ritornata indietro col tempo: felice e spensierata.
Guardò
la busta bianca
tra le sue mani, non sapendo cosa dover fare, poi, quando la
curiosità la
avvolse, prese un profondo respiro e aprì molto
delicatamente la busta.
Quando riconobbe
la
calligrafia, il suo cuore si fermò per una frazione di
secondo.
Era di Edward.
Con il respiro
in gola
e con le lacrime agli occhi, lesse la lettera, toccando con le dita la
calligrafia pulita e ordinata di Edward.
Amore
mio,
non
so quando leggerai queste mie parole.
Poco
tempo fa mi hai dichiarato che non ce l’avresti fatta
senza di me.
Bella,
tu puoi farcela.
Sei
una donna forte e coraggiosa, puoi superare tutto questo.
Se
vuoi aggrapparti ai nostri ricordi, fallo pure, ma vivi la
tua vita.
Io
ti rimarrò sempre accanto, non ti lascerò mai
sola.
Quindi
non avere paura di affrontare i tuoi ostacoli.
Sei
una donna così bella e carismatica… non puoi
rovinarti
inutilmente.
Ti
sarò sempre grato per avermi concesso di far parte della
tua vita.
Ti
amerò per sempre.
Tuo
marito Edward.
P.S.
Ti avevo promesso una lista, tanto tempo fa. Ogni mese
riceverai una lettera, aprila e fai tutto quello che
c’è scritto dentro. Non
barare, ricordati che io ti vedo…
Quello
che devi fare per questo mese è: divertirti.
Fatti
portare a spasso da Alice, sarà divertente un po’
di
sano shopping.
Esci
tutte le sere, vai a ballare, ubriacati, fai qualsiasi
cosa, ma non rimanere sola in casa. Questo è tutto per il
momento…
Ah,
un’ultima cosa: compra una maledetta lampada da mettere
sul comodino!
Non
vorrei che ti facessi male ulteriormente….
Ti
amo!
Bella pianse per
tutto
il tempo. Le sue lacrime non erano di dolore, bensì di
gioia. Gioia di avere
un'altra possibilità di stare accanto a Edward.
Avrebbe fatto
quello
che gli chiedeva il marito. L’avrebbe fatto per lui. Per lei.
Per i suoi amici.
Chiacchierare
per
tutta la mattina con loro l’aveva fatta riflettere, vedendo
la sua disgrazia da
un'altra prospettiva. Aveva notato che anche i suoi amici erano
infelici, i
loro occhi erano spenti come i suoi ed era normale questo loro
cambiamento,
anche per loro era morta una persona cara, soprattutto per Emmett che
era il
suo migliore amico, quasi un fratello. Tuttavia erano riusciti a
mettere da
parte il loro dolore per aiutarla e lei non poteva che essere loro
grata per
questo grande gesto.
Bella si impose
che,
da quel giorno, avrebbe fatto di tutto per ritornare felice,
perché era quello
che voleva Edward per lei.
Ed
ecco finito il
secondo capitolo, cosa ne pensate? Io quando ho scritto la lettera mi
sono
commossa… che dite, ho esagerato?!
Prima
di salutarvi ne
approfitto per ringraziare la mia beta: Air_Chaos. Grazie tesoro! Senza
di te
sarei persa!!!
Ok
cari lettori XD un
grande bacione, grazie e alla prossima!