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Autore: LadyArtemis    16/02/2010    2 recensioni
La vita è un uragano che ti trascina nella lunga ricerca di noi stessi. Ma i profilers della BAU, in particolare il dottor Spencer Reid, non si resero mai conto di ciò, fino a quando la loro quotidianità venne scompigliata da un nuovo e bizzarro arrivo. Tra casi nuovi da risolvere,paure,ostacoli e rivelazioni,riusciranno a ritrovare loro stessi? Cosa li attenderà? Che l'inizio cominci...
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2

 

“Oggigiorno si conosce il prezzo di tutto ma non si conosce il valore di niente”

                                                                                                                                    O.Wilde

 

“Bruce sono tornata!” - dissi appena che entrai nel locale ma non c’era nessuno. Vidi un biglietto sul tavolo.

 

“Hey Keira,

mi dispiace che non ho aspettato il tuo ritorno ma si era fatto tardi e dovevo tornare a casa. Comunque queste sono le chiavi del tua “stanza” che sta al primo piano del locale. Ci vediamo domani e voglio sapere cosa hai combinato oggi (sperando che avrai fatto una buona figura con i tizi dell’FBI!!).

Buonanotte baby

Bruce”

 

Dopo aver letto il biglietto, andai al primo piano dove si trovava la mia stanza. Appena che aprii la porta rimasi perplessa.

“Credo che Bruce dovrà portare gli occhiali! Questa non è una stanza ma un appartamento vero e proprio!!”

Poi all’improvviso sentii un tonfo. C’era senz’altro qualcuno. Mantenni la calma e cercai di avvicinarmi al corridoio. Presi una scopa come mezzo di difesa. Quando notai un’oscura sagoma di persona, il mio istinto mi diceva di attaccare e così feci.

 

“Ahia! Ma che fai! Bel modo di ringraziare a colei che ha sistemato le tue valigie!” - rispose la proprietaria di quella sagoma. Una ragazza dai lunghi capelli neri, mossi, occhi verdi.

“Ringraziarti? Cioè tu pensi ai ringraziamenti? Non pensi che mi hai fatto venire un colpo?” - risposi.

“Bruce non ti ha detto niente? Dannato! Domani farà i conti con me questo è poco ma sicuro! Comunque piacere io sono Shlainn Wilde. Sarò la tua coinquilina!” - disse la ragazze mentre mi strinse la mano.

“Piacere io mi chiamo Keira Martines. No, purtroppo Bruce non mi ha detto niente su di te. Farà i conti anche con me domani!” - risposi e ridemmo entrambe. “Come mai ti trovi qui?” - le chiesi.

“Beh io aiuto Bruce al locale la sera in quanto lavoro come reporter per il giornale Ellis Bell ; mi occupo anche di una piccola rubrica che riguarda il modo di guardare secondo il nostro punto di vista il mondo e che cosa possiamo creare in futuro. Bruce mi ha ospitato quando seguivo i miei studi all’università e, per ringraziarlo, lo aiuto qui” - rispose Shlainn mentre percorrevamo il corridoio dell’appartamento. “Tu invece? Quale buon vento ti porta qui?” - mi chiese.

“Io lavoro come medico legale per la BAU, cioè Unità Analisi Comportamentale. Sto portando avanti delle ricerche sull’applicazione della psicologia nella medicina legale. Sembra folle ma è il mio unico obiettivo e desidero tanto raggiungerlo” - risposi.

“No, non è folle Keira. Tutti noi abbiamo degli obiettivi e per raggiungerli, occorre un pizzico di follia altrimenti non sarebbe divertente” - disse Shlainn . “Come sono gli agenti della BAU? Mica ti hanno trattato male?”

“Oh, no Shlainn! Anzi sono stati molto gentili e disponibili. Pensavo che fossero delle persone riservate e fredde, invece ho avvertito un calore familiare. E’ stato emozionante svolgere il mio primo caso. Lo desideravo così tanto. Ancora di più quando ero andata all’incontro organizzato dalla BAU, anche se c’è stato uno spiacevole incidente”.

“Incidente? Che hai combinato?” - disse Shlainn curiosa.

“Io niente. Praticamente dovevo avere un colloquio organizzato dal mio professore con l’agente Rossi per entrare nell’unità. Invece mi ritrovai un ragazzo. Anzi un dottore. Si chiama Spencer Reid e credimi non è affatto una persona normale! E’ un genio, ha un Q.I. di 187 e possiede una memoria eidetica. Però queste sue enormi capacità non erano state gradite dalla maggior parte degli aspiranti agenti della BAU. Infatti si erano addormentati tutti e addirittura lo avevano ringraziato per la dormita. Ero rimasta solo io nell’aula. Nel momento in cui mi avvicinai per chiedere informazione sull’agente Rossi, scatenò l’inferno. Con tono irato, mi disse che se avevo così sonno, mi dovevo prendere un caffè! E io, di conseguenza l’ho chiamato ‘Dottor Morfina’ “.

“Oddio! Questo si che è un bel inizio mia cara! Inizio a fare le scommesse per vedere se nascerà qualcosa tra voi due” - scherzò Shlainn.

“Che spiritosa che sei! Se avrai occasione di vederlo, vedrai come cambierai idea!”.

“Staremo a vedere! Ti avverto che ho un fiuto infallibile su queste cose. Comunque sono proprio curiosa di conoscere i tuoi colleghi. Perché non li inviti una volta nel nostro locale?” - chiese maliziosamente Shlainn.

“Ma sei impazzita? Firmerò la mia condanna a morte se facessi una cosa del genere! Mi prenderebbero in giro. Al dire la verità solo a una mia collega le ho rivelato il mio segreto: si chiama Penelope Garcia. Spero con tutto il cuore che lo riesca a mantenere” - risposi mentre entrammo nella camera da letto.

“Io spero tanto di no. Anzi le faccio una statua se ti tradisse e sarebbe la mia migliore amica. E poi ci potrebbero fare buona pubblicità al locale” - disse Shlainn.

“Non fare l’infame calcolatrice, Shlainn! Comunque ho notato che la nostra camera da letto è davvero fantastica. Mi piace il tuo arredamento: hai uno stile davvero stravagante!” - affermai.

“Grazie Keira. Mi fa molto piacere! Allora navighiamo sulla stessa linea d’onda! A proposito Keira ti devo dire una cosa: ti piace cantare?” - mi chiese Shlainn con gli occhi pieni di speranza.

“Certo mia cara! Io e mio fratello Fabio ci divertivamo a strimpellare le nostre chitarre!” - risposi.

“Che bella notizia che mi hai dato Keira! Per migliorare le serate qui al locale, avevo pensato di organizzare dei piccoli concerti. Bruce è d’accordo però non trovavamo mai un cantante. Ci hai salvati!” - rispose Shlainn saltellante.

“Mi piace questa idea! D’accordo sono con voi allora! E’ passato un po’ di tempo che non suonavo una chitarra ma penso di riuscirci ancora” - risposi sorridendo.

“Perfetto. Beh si è fatto tardi. E’ ora della nanna. Buonanotte Keira!”

“Buonanotte Shlainn! Grazie mille e scusami ancora per l’incidente con la scopa!”

“Figurati! Non ci pensiamo più” - rispose Shlainn mentre chiuse le luci della stanza.

 

 

 Ore 8:30AM.

“Keira, svegliati” - disse Shlainn che ce la metteva tutta per svegliarmi.

“Altri cinque minuti” - sussurrai.

“Cinque minuti? Dormigliona sono le otto e mezza del mattino” - urlò Shlainn.

“Cosaa? Stai scherzando?” - esclamai mentre mi alzai immediatamente dal letto.

“Ho la faccia di una che sta scherzando? Muoviti sei in ritardo. Ti beccherai una bella sgridata dal capo!” - rispose Shlainn.

“Aaah Shlainn ti prego! Non farmi la ramanzina, che già una mi aspetta tra un’ora se tutto va liscio!” - risposi mentre mi preparavo.

“E te la meriti! Tu non ti rendi conto con chi hai a che fare! Immagino che i tuoi colleghi saranno lì da un paio di ore e già stanno discutendo su un nuovo caso, mentre tu stai ancora qui con la testa tra le nuvole! E poi prendevi in giro a quel giovane dottore, che come hai detto che si chiama?” - esclamò Shlainn.

“Spencer Reid. Ah ti sei messa dalla sua parte? Bella traditrice!” - risposi.

“Certo che sto dalla sua parte!” - esclamò fiera Shlainn.

“Bando alle ciance, che ne dici sono abbastanza presentabile?” - le chiesi

“Sisi! Ora sbrigati!” - rispose Shlainn superficialmente.

 Chiudemmo la porta e scendemmo giù da Bruce.

“Buon..”

“Bruce dobbiamo scappare!” - rispondemmo entrambe.

“..giorno” - disse Bruce scioccato. “Ragazze almeno prendetevi una tazza di caffè prima di correre via”.

“Ok Bruce però niente domande perché Keira è in ritardo!” - esclamò Shlainn.

“D’accordo! Però voglio sapere solo se è andato tutto bene” - rispose Bruce.

“Si Bruce, è andato tutto bene! Gli agenti sono stati favolosi!” - risposi mentre bevvi velocemente il buon caffè di Bruce.

“Ok il mio tempo è scaduto devo correre al giornale. Muoviti Keira e mi raccomando non tormentare il dottor Reid!” - disse Shlainn mentre usciva dal locale per andare a lavoro.

“Dottor Reid? E chi è? Ti è successo qualcosa Keira? Hai la febbre?” - disse Bruce preoccupato.

“No, no Bruce stai tranquillo! E’ solo il mio collega. Ora devo scappare! Grazie per il caffè! Ah Bruce dimenticavo di dirti una cosa…” e gli diedi un bel ceffone dietro la testa. Piccola vendetta per ieri sera con Shlainn. Lo salutai, uscii fuori da locale e montai sulla mia Phoenix verso Quantico.

 

“Porca miseria! Ma ancora devi arrivare, Keira!” - disse Derek mentre sorseggiava il suo caffè.

“Beh forse non avrà sentito la sveglia o si sarà persa!” - ipotizzò Emily.

“Arriverà a momenti ragazzi. Datele un po’ di fiducia!” - rispose JJ.

“Ma io non vedo l’ora di rivederla perché stamattina ho proprio voglia di divertirmi! Chissà che battuta si inventerà oggi, vero ragazzino?” - scherzò maliziosamente Derek.

“Non lo so e non ci tengo proprio a saperlo! E’ stata un’esperienza estremamente sconvolgente. E statisticamente parlando, avere un altro dibattito con quella ragazza può provocare l’80% di instabilità mentale!” - rispose Spencer.

“Dacci un taglio con le statistiche Reid! Allora perché l’hai così protetta? Oppure dicci cosa vi siete detti ieri prima che salissi sul jet” - chiese curiosamente Emily mentre si sistemava la sua frangetta.

“Semplicemente perché adesso fa parte della squadra e dobbiamo difenderci a vicenda non credi? E poi per quanto riguarda ieri, le ho restituito il casco che aveva dimenticato” - esclamò deciso Spencer ed era sempre più agitato.

“Oh ma che bravo boy-scout il ragazzino! Però non hai l’approccio giusto con le donne. Hai bisogno di consigli da un esperto” - rispose Derek vanitosamente.

“Oh Morgan! Non tentare il mio povero cuore. Ricordati sempre che sono la tua dea!” - salvò la situazione Penelope.

“Bambolina, non ci posso fare niente se ho questo enorme potere!” - rispose Derek maliziosamente.

“Aiuto si salvi chi può!” - ribatté Emily.

“Già sto scappando” - esclamò JJ mentre andava nel suo ufficio a controllare i fascicoli.

“Hey Prentiss che ne dici di fare una bella ispezione nell’ufficio della nostra cara dottoressa?” - propose Derek ridacchiando.

“Assolutamente si, Morgan. Andiamo…andiamo!” - rispose entusiasta Emily mentre si dirigevano verso il loro obiettivo.

“E’ chiuso! Dannazione chi ha osato rovinarmi il divertimento?” - domandò Morgan irritato.

“Cercavate queste?” - rispose Rossi mentre agitava le chiavi dell’ufficio della nuova collega.

“Rossi!?...Ma cosa…!” - disse Emily imbarazzata.

“Il divertimento lo avevate avuto già con me quando ci conoscemmo per la prima volta. Ma la seconda volta non ve la faccio buona! E poi dovreste conversare con lei non con il suo ufficio!!” - rispose Rossi sorridendo, mentre i due colleghi complici si arresero.

 

Appena che arrivai a Quantico, non trovai a nessuno. Già saranno partiti per un nuovo caso? - pensai e l’idea mi rattristava. Poi vidi Spencer che stava sorseggiando il suo caffè dalla sua tazza e ricambiò il mio sguardo.

“Ma che fine hai fatto? Sei in ritardo! Ma devo farci l’abitudine dei tuoi ritardi! Hai programmato bene la sveglia?” - disse Spencer mentre beveva il suo caffè.

“E io devo farci l’abitudine dei tuoi consigli da mammina? E poi se sei così ben attento sui miei ritardi, perché non vieni tu a svegliarmi tanto sai benissimo che ore sono anche senza orologio” - risposi mentre versavo il mio cappuccino nella mia tazza.

“Io lo dico per il tuo interesse considerando che in una sola giornata ho capito che sei una persona nettamente distratta e ritardataria, eccessivamente stravagante e impulsiva!” - rispose Spencer.

“In una sola giornata? Mi deludi dottor Reid! Io in trenta secondi ho capito che sei estremamente logorroide e che pur avendo una conoscenza enciclopedica, i lacci delle scarpe non sono il tuo forte. Che ne dici, sono stata brava?” - chiesi in maniera fiera e soddisfatta.

“Però non mi è mai capitato di mettere un cappotto con l’etichetta fuori…” - rise Spencer assaporando la sua vendetta e io non riuscì a controbatterlo.

“Maledetta Shlainn questa me la paghi!” - urlai mentre tolsi l’etichetta.

“Chi è Shlainn?” - chiese curioso Spencer

Prima di rispondere, il tempismo di JJ mi salvò.

“Buongiorno Keira! Dormito bene? Abbiamo un nuovo caso: tieniti forte per un’altra avventura!” - disse JJ mentre radunava il resto della squadra in sala riunioni.

“Ehilà ragazza! Come stai? Allora come ti trovi qui?” - disse Penelope abbracciandomi.

“Ciao Penelope! Che bello rivederti! Benissimo grazie! Abbiamo un nuovo caso oggi!” - risposi.

“Già ma vedrai che te la caverai benissimo come ieri! Sei stata grandiosa. Emily mi ha raccontato tutto! Sei una forza Keira!” - rispose Penelope dandomi un colpetto sulla mia spalla.

“Grazie Penelope ma mai quanto te!” - risposi e ridemmo contemporaneamente.

“Ragazze che avete da sparlare! Non c’è gusto senza di me!” - si intromise Emily salutandomi amichevolmente.

“Ciao Emily! Non ti preoccupare non era niente di interessante! E’ ora di andare! Ciao Penelope!” - risposi mentre trascinai Emily nella sala.

“Buongiorno Martines” - disse Hotch mentre Rossi mi strinse la mano.

“Hey Keira, ti devo dare il buongiorno o la buonanotte?” - ridacchiò Derek mentre lo ricambiai con un sorriso sarcastico.

“Che caso abbiamo oggi JJ?” - chiese Hotch mentre JJ ci distribuiva i fascicoli.

“Louisville, Kentucky. Josh Barker. 24 anni. Il suo corpo è stato trovato due ore fa in un parco da un passante. Un colpo di pistola alla nuca e una pugnalata al cuore. Stesso modus operandi per Carrie Dobson, 22 anni, ritrovata vicino a un ponte a 2 km dal parco in cui è stata trovata la seconda vittima”.

“Devo consultarmi con il coroner per trovare altre informazioni, però a giudicare dalle foto sembra che la pugnalata sia stata inferta dopo il colpo alla testa; infatti la ferita al petto è ancora fresca, mentre il colpo alla nuca potrebbe risalire a parecchie ore fa” - dissi mentre notavo con attenzioni le foto.

“Queste ferite indicano rabbia e vendetta. In modo particolare la pugnalata al cuore rappresenta un motivo personale. Forse l’S.I. conosceva le sue vittime” - ipotizzò Derek.

“Ragazzi avete notato delle macchie blu sulle mani delle vittime?” - chiese Emily.

“Sembrerebbe pittura. Perché l’S.I. ha usato della pittura sulle sue vittime?” - si domandò Spencer.

“E’ quello che dobbiamo scoprire” - concluse Rossi.

“Prepariamoci che tra un’ora si parte” - disse Hotch e mentre lasciammo la sala riunioni, mi fermò “Martines ho notato le tue potenzialità, però devi essere più prudente. Non voglio pressarti!” - disse  Hotch.

“D’accordo Hotch. Le tue parole sono importanti per me e mi incoraggiano molto. Non ti deluderò” - risposi e arrossivo.

Arrivammo Louisville e ci dirigemmo alla stazione di polizia del posto.

“Agente Hotchner, salve. Detective Abby Brown. Grazie per essere venuti”.

“Dovere, detective. Questa è la mia squadra: gli agenti Rossi, Morgan, Prentiss, Jareau, il dottor Reid e la dottoressa Martines”.

“Caspita! Davvero giovane la dottoressa!” - esclamò la detective.

“Detective Brown, sono già arrivati i risultati dell’autopsia?” - chiesi.

“No, purtroppo. Però abbiamo trovato tracce di pittura sulle mani delle due vittime” - rispose

“Hotch, io vado in obitorio per analizzare le due vittime e trovare qualche indizio che ci possa aiutare con il profilo” - dissi.

“Si, Martines, Prentiss ti accompagna. Mentre Morgan e Reid andate dai familiari di Josh Barker, mentre io e Rossi andiamo da quelli di Carrie Dobson. JJ occupati della stampa e non lasciare ancora dichiarazioni fino al momento del profilo” - rispose Hotch.

“Chiamo Garcia per avere delle informazioni sulle vittime” - disse Derek mentre prese il cellulare e la chiamò.

“Sede del Genio Assoluto, cosa posso fare per voi, mio amato servitore?” - rispose Penelope.

“Ciao bambolina. Ho bisogno che scavi nel passato delle due vittime” - disse Derek.

“Certo zuccherino, mi metto subito all’opera. Qui Penelope Garcia passo e chiudo!” - rispose.

 

Mentre mi diressi verso la mia Phoenix, Emily mi chiese:“Ma mica andiamo all’obitorio in moto?”

“Certo che ci andiamo, facciamo prima! Hai paura, Emily? Non ti preoccupare ce l’ho un altro casco!” -risposi tentando di calmarla.

“Paura? Scherzi! E solo che da quando avevo la tua età che non salivo più su una moto!” - rispose ma poi superò la sua indecisione e montò sulla mia moto. “Mi raccomando non prendere nessun palo!” - disse ironicamente. “Agli ordini Emily. Tieniti forte!” - le dissi e arrivammo in obitorio.

 

“Salve sono il dottor Webb”

“Salve. Io sono l’agente Emily Prentiss e lei è la dottoressa Keira Martines”

“Seguitemi” - disse il dottor e lo seguimmo.

“Dottor Webb cosa dicono i risultati delle analisi?” - chiese Emily

“Per quanto riguarda la prima vittima, Carrie Dobson, abbiamo trovato dei lividi sulle braccia, inferte probabilmente con un bastone. Sono presenti segni di corde sui polsi e sulle dita abbiamo trovato tracce di pittura e di carboncino utilizzato per realizzare schizzi artistici. Invece su Josh Barker, non ci sono né segni né lividi e inoltre la pugnalata sul suo petto è stata inferta con meno pressione rispetto su quello della prima vittima” - spiegò il dottore.

“Ciò indica che il nostro S.I. ha avuto esitazione sulla seconda vittima, mentre nella prima ha ricevuto più soddisfazione. Le mani delle vittime sono consumate per l’uso del carboncino. L’S.I. costringe le sue vittime a disegnare o a dipingere” - risposi mentre continuavo ad analizzare.

“Quindi potrebbe essere un coetaneo delle sue vittime e frequentare un’accademia artistica” - ipotizzò Emily.

“Si, Emily. Dottor Webb sono state trovate impronte sul manico del coltello dell’S.I.?” - chiesi.

“No purtroppo. Evidentemente ha indossato dei guanti di lattice per nascondere le sue tracce” - rispose il dottore.

“Chiamo Garcia per vedere se ha scoperto qualcosa” - disse Emily.

“Dolcezza mia, mi hai letto nel pensiero. Ti stavo giusto per chiamare. Allora le nostre giovani vittime frequentano entrambi l’accademia dell’Arte di Louisville e ti dico anche il nome del loro professore: si chiama Daniel Cox. Ha scritto molti saggi riguarda l’arte contemporanea di cui ha avuto molti riconoscimenti e immagino quanti occhi invidiosi avrà intorno tra cui il nostro S.I.. Ti mando il suo indirizzo, mentre continuo a cercare. Passo e chiudo!” - rispose Penelope.

“Keira, Garcia ha confermato le nostre intuizioni. Avremo senz’altro conferme da Hotch e gli altri” - rispose Emily.

 

 

 

“Una villa molto grande e giardino ben sistemato e decorato” - notò Rossi.

“Possibile che l’S.I. si sentisse inferiore e ha voluto trarre il suo dominio uccidendola” - ipotizzò Hotch mentre bussò alla porta.

“Signora Dobson. FBI. Siamo gli agenti Hotch e Rossi. Vorremo farle qualche domanda su sua figlia Carrie” - disse Hotch.

“Prego, entrate” - rispose la signora Dobson.

“Signora Dobson, vorremo sapere cosa è successo a sua figlia prima del suo omicidio” - chiese Hotch.

“L’ultima volta che ho visto mia figlia, avevamo avuto una discussione perché non voleva frequentare più l’accademia dell’Arte e voleva lavorare come modella. Lei purtroppo aveva questo difetto di considerare ogni cosa in modo superficiale, amava le cose belle. Era molto vanitosa” - disse la signora Dobson.

“Signora, sua figlia aveva avuto problemi con qualcuno, che magari non riusciva a sopportare il suo atteggiamento” - chiese Rossi.

“Non lo so, agente. Mia figlia non mi raccontava molto della sua vita privata, però mi ricordo che una volta discuteva al telefono con il suo professore, che le aveva proposto uno stage in una galleria d’arte ma Carrie non era d’accordo e la assillava finché non accettasse”.

“Saprebbe dire il nome di questo professore?” - esclamò Rossi

“Si. Stava scritto nella rubrica di Carrie: professore Daniel Cox” - rispose la signora Dobson.

“Grazie mille per aver collaborato, signora Dobson” - disse Hotch

“Spero di essere stata utile per le indagini” - rispose la signora mentre accompagnava Rossi e Hotch.

“David, credi che questo professore Cox punisca i suoi allievi per la loro negligenza e superficialità?” - chiese Rossi

“Potrebbe essere ma c’è qualcosa che ci sfugge. Il motivo per cui sono state uccisi questi due ragazzi è qualcosa di molto più profondo. Il fattore stress è la vendetta ma per qualcos’altro” - disse Rossi.

“Chiamo Morgan per sapere cosa hanno detto i familiari della seconda vittima” - disse Hotch mentre fece il numero - “Morgan ci sono novità?”.

“Hotch, io e Reid abbiamo parlato con la sorella di Josh Barker e ci ha detto che suo fratello frequenta un’accademia artistica qui a Louisville, però era molto svogliato: infatti saltava sempre le lezioni oppure non si applicava con i disegni artistici e insultava sempre il suo professore di corso” - disse Derek

“Si chiama Daniel Cox il suo professore?” - chiese Hotch.

“Esatto” - rispose Derek.

“Morgan ci vediamo alla stazione di polizia” - disse Hotch.

“Chiamo Prentiss e Martines così ci raggiungono anche loro” - disse Rossi - “Prentiss abbiamo un sospettato tu e Martines raggiungeteci alla stazione di polizia”.

“E’ Daniel Cox, Rossi” - disse Emily

“Esatto. Avete scoperto qualcosa?” - chiese Rossi.

“Si, Garcia ci ha detto che entrambe le vittime sono studenti in un’accademia dell’Arte e il loro professore è proprio Daniel Cox e dai suoi saggi sembra che ci tenesse molto alla sua materia. Inoltre Keira, dall’analisi dei due corpi, ha notato che sulle mani delle due vittime ci sono segni di carboncino e pittura. Il nostro S.I. le costringe a disegnare. Ti raggiungiamo subito, Rossi” - disse Emily e riattaccò.

 

“Keira, Rossi ci vuole tutti alla stazione di polizia. Credo che il presunto S.I. sia questo Daniel Cox” - disse Emily.

“D’accordo Emily. Che aspettiamo, andiamo” - dissi e uscimmo dall’obitorio. Emily questa volta non era più terrorizzata dall’idea di salire sulla mia moto.

“Emily ti sei calmata adesso!” - le dissi sorridendola.

“Hai visto che non ho paura, ci vuole ben altro per spaventarmi! Dimmi una cosa Keira: cosa ti ha spinto a fare tutto questo?” - mi chiese.

“Beh Emily, sinceramente non lo so ancora. Credo che tutto quello che sto facendo, la mia stessa vita, non sia costruita solamente dall’ambizione, ma anche dalla ricerca di me stessa. Era stato mio padre a farmelo capire” - dissi.

“Ti ammiro molto Keira. Il nostro mestiere, non solo ci porta via il tempo, ma anche noi stessi. Però, nonostante la sofferenza, l’odio e l’orrore che vedo negli uomini, il solo pensiero che ho salvato una vita umana mi dà uno scopo e costruisco pezzo per pezzo me stessa” - rispose Emily.

“Oh Emily. Le tue parole le ricorderò per sempre, come ricorderò la fiducia che mi hai dato nel mio primo caso” - dissi.

“Ne sono onorata, mia cara. Adesso smettiamo di naufragare nei nostri pensieri e raggiungiamo gli altri se no ci daranno per disperse!” - esclamò Emily e raggiungemmo i nostri colleghi.

 

 

“Prentiss, cosa ti è successo?” - chiese Hotch.

“Sto bene, Hotch. Credo che Keira abbia premuto troppo l’acceleratore!” - disse Emily un po’ intontita.

“La nostra dottoressa fa anche le guide spericolate!” - scherzò Derek

“La prossima volta sarai tu il prossimo e in quel momento mi farò delle grosse risate” - esclamai.

“Allora abbiamo un sospettato, Daniel Cox e dobbiamo assolutamente interrogarlo” - disse Hotch.

“Garcia ci ha dato l’indirizzo” - risposi.

All’improvviso arrivò JJ insieme alla detective Brown.

“Ragazzi. Brutte notizie. E’ stato trovato un altro cadavere vicino a una discarica. Stesso modus operandi”

“Dannazione. Martines, tu e Reid andate insieme alla detective Brown alla discarica, mentre Morgan, Rossi e Prentiss venite con me. JJ puoi trattenere ancora un po’ la stampa dopo aver interrogato il sospettato?” - chiese Hotch.

“Non sarà facile, ma ce la metterò tutta” - rispose JJ.

 

“Professore Daniel Cox?” - chiese Derek.

“Si, sono io e voi chi siete?” - domandò l’uomo.

“FBI. Ci deve seguire alla stazione di polizia, le dobbiamo fare delle domande riguardo agli omicidi di Carrie Dobson e Josh Barker” - disse Hotch.

“Ma non c’entro niente, lo giuro. Non li ho uccisi”- rispose terrorizzato Cox.

“Questo lo stabiliremo noi, ora deve venire con noi!” - rispose deciso Derek mentre Rossi notò con attenzione i quadri di Cox.

“Cosa c’è Rossi?” - domandò Emily.

“Il luogo dove sono ambientati questi quadri. Il primo è in un parco, il secondo vicino a un ponte e il terzo in una discarica. Gli omicidi sono una proiezione reale di questi quadri, ma il mio dubbio è il movente: la vendetta cosa centra? - chiese Rossi.

“Voleva dimostrare il valore dell’arte e punire chi la disprezza” - rispose Emily.

“Non mi convince” - disse Rossi mentre pensava.

 

“Agente chi è la vittima?” - chiese la detective Brown

“Si chiama Nick Dixon. 23 anni” - rispose l’agente

“Keira, guarda la mano della vittima: c’è qualcosa che stringe. Sembrerebbe un foglietto di carta” - disse Spencer

“E’ vero. Aspetta cerco di prenderlo. E’ un messaggio: E’ la resa dei conti, Daniel. Che vuol dire?” - risposi mentre squillava il mio palmare. Era Penelope.

“Keira, grosse novità! Ho trovato un articolo di giornale che dice che il professore Cox ebbe una relazione con una sua studentessa, Melanie Shelley, durò per due anni ma poi Cox la lasciò perché si sentiva in colpa di portare avanti questa relazione; infatti la sospese dal suo corso, nonostante fosse una delle sue allieve migliori, per allontanarla e lei non la prese bene”.

“Penelope al mio ritorno, ti farò una scultura!” - dissi e riattaccai - “Spencer, Penelope ha scoperto il mittente del messaggio che abbiamo trovato! A cosa stai pensando?”

“Stavo pensando al profilo geografico: i luoghi dove sono stati trovati i cadaveri sono un parco, una discarica e un ponte. Il killer non deve essere lontano da questi tre luoghi altrimenti avrebbe impiegato più tempo oppure sarebbe stato visto da un testimone. Detective Brown qual è l’edificio più vicino ai luoghi dove sono stati trovati le vittime?” - chiese Spencer.

“L’accademia!” - disse la detective

“Allora Melanie Shelley si trova ancora nell’accademia. Gli omicidi sono soltanto un messaggio: il suo obiettivo è Cox” - dissi scioccata.

“Chiamo Morgan!” - disse Spencer mentre prese il suo cellulare.

“Reid, che avete trovato?” - chiese Derek.

“Morgan, Garcia ha trovato un articolo sul professore Cox: ebbe una relazione con una sua studentessa, Melanie Shelley, ma decise di lasciarla per eventuali scandali. Io e Keira abbiamo trovato un messaggio sulla mano della terza vittima: il suo obiettivo è Cox. Analizzando il profilo geografico, lei potrebbe essere ancora nell’accademia” - spiegò Spencer.

“Quindi Melanie Shelley è l’S.I.. Reid, tu e Keira raggiungeteci insieme ai rinforzi” - rispose Derek e riattaccò.

“Professore Cox, cosa può dirmi di Melanie Shelley?” - chiese Derek.

“Oh! Melanie era stata una delle mie studentesse più brillanti. Lei sapeva apprezzare il valore dell’arte e questa sua ossessione non fu di certa condivisa dai suoi compagni e per questo la deridevano. Si fidava solo di me e decidemmo di stare insieme. Ma mi resi conto che stavo facendo un grande sbaglio e potevo solo farle del male. Lei poteva avere un futuro radioso per il suo talento e doveva solo badare a questo e non a me. Quando la lasciai, decisi di sospenderla dai miei corsi per non farla soffrire, ma lei non lo accettò mai. E’ solo colpa mia se è successo tutto questo. Ho fallito sia come professore che come uomo. Sono responsabile io della morte dei miei studenti” - rispose il professore in lacrime.

“Professore Cox, non deve sentirsi in colpa. Lei ha scelto di fare la cosa giusta anche se era consapevole delle tragiche conseguenze” - lo consolò Emily.

“Era questo il dubbio che mi tormentava. Lei vuole vendicarsi dei soprusi e nello stesso tempo rivivere i suoi ricordi che le davano un senso alla sua vita” - concluse Rossi.

“Professore Cox, siamo convinti che lei sia ancora dentro l’accademia. Secondo lei dove potrebbe essere?” - chiese Derek.

“Credo che sia nell’aula di disegno. Era il nostro rifugio. Seguitemi” - rispose Cox.

“Morgan, tu ed Emily coprite il professore Cox mentre io e Rossi controlliamo il resto dell’edificio aspettando i rinforzi” - ordinò Hotch.

Giunti nell’aula di disegno, Emily trovò alcuni dipinti.

“Morgan, questi credo che siano i quadri che le vittime erano costretti a fare. Ci sono anche tracce di sangue che probabilmente appartengono alle vittime” - esclamò Emily.

“Vanità, odio, vendetta, rancore, indifferenza. Questi sentimenti suggeriscono questi quadri. Teniamo gli occhi aperti. Lei è qui!” - disse Morgan mentre copriva il professore Cox. All’improvviso si sentì un rumore. Un pennello a terra. La distrazione di Morgan e Daniel Cox fu fatale. Melanie aveva preso Emily come ostaggio.

“Ciao Daniel!” - disse Melanie mentre teneva in pugno Emily con il coltello.

“Melanie. Ascoltami. Lasciala lei non centra niente. Sono io quello che ti interessa” - rispose Cox.

“Perché ti preoccupi per questa? Non pensi a me? Io ti amavo Daniel e ti amo ancora. Perché mi hai allontanata? Ero meno importante dei tuoi studenti? Cosa avevano più di me se non ti ascoltavano nemmeno?” - urlò Melanie.

“Ho sbagliato. Io ti ho lasciato perché ti volevo proteggere. Non ero alla tua altezza e sapevo che, se stavi con me, non potevi realizzare le tue aspirazioni e me ne sarei pentito. Ora ti prego lascia l’agente, ti aiuterò te lo prometto. Non scapperò più via!” - rispose Cox.

“Melanie, ti sei sentita sempre da parte. La gente non ti capiva tranne il professore. Metti fine a questo incubo, per iniziare una nuova vita” - disse Derek cercando di farla ragionare.

Melanie si sentì smarrita ma, vedere il suo Daniel di fronte a lei, la rendeva felice e decise di lasciare andare Emily.

“Perdonami Daniel!” - dopo aver pronunciato quelle parole, Melanie prese il coltello e decise di tagliarsi le vene.

“No, Melanie!” - urlò Cox mentre corse da lei.

“Morgan, corri da Hotch e chiama un’ambulanza!” - disse Emily.

“Tu stai bene, Prentiss?” - chiese Derek preoccupato.

“Si sto bene. Non pensare a me adesso corri!” - disse con insistenza Emily e Derek fece come lei disse.

 

“Hotch abbiamo chiamato i rinforzi e stanno per raggiungerci. Dove sono Emily e Derek?” - chiesi.

“Sono dentro insieme al professore Cox per trovare Melanie Shelley” - rispose Hotch.

Poi Derek riuscì a raggiungere Hotch e, nonostante l’affanno, riuscì a parlare.

“Hotch, abbiamo trovato Melanie Shelley ma si è tagliata le vene e ha un’emorragia. Bisogna chiamare un’ambulanza. Prentiss sta con loro” - disse Derek.

“Se aspettiamo l’ambulanza, non credo che se la caverà” - esclamò Rossi.

Ed ero assolutamente d’accordo con l’agente Rossi. Lei potrebbe morire dissanguata. Allora decisi di andare lì di corsa.

“Keira dove stai andando? Aspettami” - esclamò Spencer.

Raggiunsi Emily e vidi il volto del professore disperato.

“Emily come sta lei?” - chiesi.

“Ha perso molto sangue, Keira, però è ancora cosciente” - rispose Emily.

“Professore Cox, ora mi ascolti. Distenda Melanie e cerchi di mantenerle i polsi” - dissi e così fece.

“Spencer vieni qui!” - lo chiamai e lui ,sorpreso, si avvicinò.

“C..che ti serve, Keira?” - mentre cercava di parlarmi, presi velocemente la sua cravatta per tamponare l’emorragia. “Professore ho bisogno anche della sua cravatta per tamponare l’altra” - dissi.

“Si, subito” - rispose Cox e si tolse la sua cravatta e me la diede per tamponare l’altra ferita.

“Emily, adesso tu e Spencer dovete stringere le due cravatte per fermare l’emorragia” - esclamai.

“Vi prego lasciatemi morire!” - sussurrò Melanie.

“Non ti lascerò, Melanie. Tu devi vivere. Ti aiuterò!” - urlò Cox disperato.

Nel frattempo, Derek ci raggiunse con i soccorritori che portarono subito via Melanie. Il professore, prima di accompagnarla non esitò a ringraziarci. Prima che uscimmo fuori, trovai un disegno, che si era sporcato del sangue di Melanie.

“Che rappresenta secondo voi?” - chiesi e lo mostrai a Emily e Spencer.

“Beh sono due ombre che cercano di incontrarsi, probabilmente rappresenterebbero lei e il professore Cox. Lo sapevate che il celebre pittore espressionista Munch diceva che “l’arte di nutre del sangue dell’artista” ? Frase tipicamente esistenzialista in quanto…”

“Oh, Reid, risparmiaci la lezione di storia dell’arte!” - esclamò Emily e io l’appoggiai.

 

Una volta fuori, mentre Hotch, Rossi e Derek si avvicinarono ad Emily per controllare come stesse, lo sguardo di Spencer rimase fisso verso di me.

“Che ti prende? Sei arrabbiato per la cravatta? Guarda te la posso ripagare senza problemi!” - esclamai.

“Grazie mille se mi consideri così ossessivo con le mie cose! Comunque il tuo gesto mi ha riportato alla mente un caso che avevamo un paio di anni fa a Washington. C’era un ragazzo di nome Nathan che aveva dei problemi psichici: riusciva a raggiungere il suo piacere immaginando di uccidere le prostitute. Era frustato per questo suo disturbo e cercò una speranza in me. Una sera ricevetti una chiamata da una sconosciuta e mi riferì che Nathan si era tagliato le vene per porre fine alla sua vita. Quando lo soccorsi, lui mi ripeteva più volte di lasciarlo morire, ma non badai alle sue parole e scelsi di salvarlo” - raccontò Spencer senza togliermi gli occhi di dosso.

“Finalmente ti ho dato una buona impressione, vero dottor Reid?” - risposi mentre gli diedi un colpetto sulla sua fronte. Spencer questa volta non riuscì a rispondere. Perché riesci sempre a sorprendermi? - si chiedeva ripetutamente.

Poi si avvicinò JJ verso di me.

“Keira, ho appena parlato con i paramedici, hanno detto che se non fossi intervenuta, Melanie Shelley non ce l’avrebbe mai fatta. Il professore ti ringrazia dal profondo del suo cuore. Ci tenevo tanto a riferirtelo per tua soddisfazione personale!”

“Grazie, JJ. Ho apprezzato tantissimo il tuo gesto; ciò mi dà una ragione per continuare il mio mestiere. Anche tu sei stata fantastica con la tua azione diplomatica e non hai permesso alla stampa di divulgare panico!” - risposi.

“Grazie, Keira. Nessuno potrà sfuggire al potere di “Super JJ”!” - ridemmo entrambe.

Poi venne Hotch ad avvertirci che il jet era pronto ma non esitò a congratularsi con la squadra per l’ottimo operato.

“Agente Hotchner, grazie mille per la vostra collaborazione!” - disse la detective Brown stringendo la mano ad Hotch.

“Grazie a lei, detective Brown!” - rispose Hotch.

E così salimmo tutti sul jet.

 

“Morgan tu che hai?” - chiese JJ.

“Un bel niente. Tu JJ?” - rispose seccato Derek.

“Idem. Tu Hotch?”

“Assolutamente niente!” - rispose Hotch.

“JJ ti prego non chiederlo al genio perché mi deprimo!” - esclamò Derek.

“Non c’è bisogno di chiedere, basta che guardi, Morgan! Coppia di assi!” - disse Spencer allegramente.

“Dannazione, come ho fatto a batterti quella volta, Spence?” - esclamò JJ affranta.

“Ti ho offerto la possibilità di battermi!” - rispose Spencer.

“Si certo, come no!” - rispose JJ.

“Ma non è possibile che devi sempre vincere! Sai Reid, dovresti sfruttare questo con le donne!” - disse Derek ridendo.

“Lui è già sulla buona strada dato che è nato a Las Vegas!” - rispose Hotch, mostrando uno dei suoi rari sorrisi.

“Sembrate dei vecchietti quando giocate a carte!” - esclamò Emily, mentre si avvicinò verso di me - “Hey Keira, cosa stai scrivendo?” - chiese curiosa.

“Sto scrivendo qualche appunto sul caso di oggi per le mie ricerche. Purtroppo niente gossip!” - scherzai.

“Io credo proprio di andare a sdraiarmi cercando di riposarmi; chiamatemi appena che siamo arrivati a Quantico. E non fate troppa confusione!” - minacciò Emily mentre si appoggiò sullo schienale della poltroncina del jet e si rilassò.

Per un attimo smisi di scrivere e rimasi smarrita tra i miei pensieri. Rossi lo notò.

“Hai fatto un ottimo lavoro oggi. Però questo non è sufficiente a dimenticare quello che stai pensando adesso”.

“Non le si può nascondere nulla, vero agente Rossi?” - risposi.

“Rossi, Martines. Così mi fai invecchiare ancora di più!” - rise Rossi.

“Hai ragione, perdonami. Ho chiamato poi mia madre ma c’era la segreteria. L’ultima volta che l’ho vista abbiamo litigato perché non voleva che io partissi. E ora mi sento in colpa. Sento, nonostante tutto, la sua mancanza!” - dissi mentre posavo i miei appunti.

“Sono convinto che tua madre se fosse riuscita nel suo intento, si sarebbe pentita. Purtroppo ha dovuto fare i conti con le successive conseguenze e non voleva lasciarti. Ma tu non devi abbandonare la tua strada: è la cosa più preziosa che tu possa avere. E lei lo sa benissimo.” - rispose Rossi mentre rimasi rapita dalle sue parole così intense e paterne.

“Sono debitrice delle tue parole, Rossi. Sai, ho avuto l’impressione che mio padre fosse proprio di fronte a me!” - risposi facendo trapelare un po’ di commozione.

“Non avere paura dei tuoi sbagli perché non lo deluderai mai!” - rispose Rossi mentre il jet arrivò a destinazione.

 

“Ragazzi! Abbiamo bisogno di rilassarci con una bella serata. Cosa proponete?” - chiese Derek.

“Colleghi purtroppo devo ritornare a casa. Mi dispiace” - risposi.

“No, Keira! Tu sei l’attrazione principale non puoi appenderci!” - insistette Derek.

“Il divertimento lo avrai la prossima volta, caro Derek!” - risposi mentre salii sulla Phoenix e partii.

“Bentornati miei prodi!” - disse Penelope.

“Ciao, bambolina! Hai qualche idea che possa rendere felice il tuo cavaliere?” - chiese Morgan con un sottile sorriso.

“Zuccherino, ricordati che, anche se sono divina, il mio cuore ha sempre dei limiti per certe proposte!” - rispose Penelope. All’improvviso le tornò in mente le parole di Keira sul locale dove lei alloggiava ed era anche vicino.

Perdonami Keira se sto per tradire la tua fiducia.

“Ragazzi ho saputo di un locale, il “Nirvana” che si trova a Dale City. Potremmo andarci stasera se non avete idee. E’ abbastanza vicino da Quantico ci impiegheremo un paio di ore. Che ne dite?”

“Brava, bambolina! Così ti voglio. Allora è deciso. Ci vediamo stasera tutti lì! Siete d’accordo?” - disse Derek.

“Contaci, Morgan! La stanchezza mi è appena passata!” - rispose pimpante Emily.

“Will ha la serata libera stasera e può occuparsi del piccolo Henry. Quindi contate su di me!” - rispose JJ.

“Hotch tu vieni giusto?” - chiese Derek.

“Beh una serata così mi mancava da un bel po’. David tu vieni con noi?” - chiese Hotch.

“Si, Aaron. Un buon drink è proprio quello che avrei bisogno!” - acconsentì Rossi.

“Ragazzi io credo che…”

“Zitto, ragazzino! Tu vieni e basta! Devi vivere! Hai bisogno di imparare un po’ di cose dal tuo maestro!” - esclamò Derek lasciando senza parole il povero Spencer e lo aveva convinto.

“Bene! Allora ci vediamo al Nirvana alle 9:00pm” - disse Penelope.

 

 

 

“Shlainn sono tornata”- ma mi resi conto che non era ancora tornata. Poi notai qualcosa sulla mia valigia. Una lettera per me. Quando riuscì a dominare la mia agitazione, cominciai a leggerla.

 

“Ciao Keira,

non ho molto talento con le lettere, però spero che con queste semplici parole, riesco a dirti ciò che desidero. Perdonami se ho cercato o cercherò di ostacolare i tuoi sogni. Ormai sei diventata una donna, anche se per me sarai per sempre la mia piccola Keira. Non posso distruggere una parte di te stessa per la paura di perderti. Tu, Massimiliano, Fabio e Clelia avete costruito la mia felicità e devo ringraziare soltanto un uomo: tuo padre. Non avere mai paura di quello che fai o quello che scegli, sarò sempre orgogliosa di te e ti veglierò silenziosa dietro le tue spalle. Perdonami per la lacrima che ha bagnato questa lettera, ma non riesco a nascondere la gioia che mi stai dando e pensare al bene che ti voglio. E’ il momento di percorrere la tua strada verso il tuo mondo”.

 

Ti voglio bene.

Mamma

 

P.S. Mi raccomando non esagerare troppo con la tua vivacità e non farci fare brutte figure! Ah, i tuoi fratelli ci tenevano tanto che io scrivessi i loro pensieri!

Da Maxy: “Sorellina ti verremo a trovare presto, nel frattempo non fare la solita sbadata e pensa anche a noi ogni tanto, soprattutto il tuo fratellone!”.

Da Clelia: “Keiraa, voglio un resoconto dettagliato sugli agenti dell’FBI: sono belli come nei telefilm?

Da Fabio: “Key, ogni tanto, strimpella la chitarra: non ti voglio arrugginita!”

Le lacrime cominciarono a scendere rapidamente. Lacrime di felicità. Rossi aveva ragione. Il mio senso di colpa era svanito lasciando posto a una grande forza d’entusiasmo che mi dà la forza di ritrovare me stessa e costruire il mio futuro.

 

Poi sentì Shlainn entrare nell’appartamento. E subito corse nella mia stanza.

“Keiraaaa!!! Allora, sputa il rospo! Raccontami tutto!” - chiese Shlainn impaziente.

“Se non mi soffochi, riuscirò a dirti qualcosa!” - risposi mentre Shlainn smise di stritolarmi. “Abbiamo risolto brillantemente il caso. Toccante la storia dell’S.I., una giovane studentessa, per riavere l’affetto e l’amore provati dal suo amato professore, uccide tre suoi colleghi, che sono stati puniti per la loro superficialità e per il loro egoismo. Poi quando siamo tornati a Quantico, il mio collega, Derek Morgan, voleva che passassimo tutti insieme, compresa anche io, una serata insieme…”

“E tu naturalmente hai accettato giusto?” - rispose decisa Shlainn.

“No, Shlainn. Ho rifiutato. Non mi sento ancora pronta per condividere con i miei colleghi la mia vita privata!” - risposi.

“Ma sei idiota! Perché hai rifiutato? Potevi conoscere meglio il dottor Spencer Reid! Meriteresti soltanto tanti schiaffi!” - rispose Shlainn irata.

“Non ricominciare, Shlainn! Anche se pregassi che venissero da noi, saresti senza speranza. Penelope non mi tradirà!” - disse con tono fiero.

“Penelopeee, anche se non ti conosco, tradisci questa stupida di Keira!” - urlò Shlainn e io risi, sapendo che stava soltanto sprecando fiato.

“Shlainn, ora ci dobbiamo preparare per stasera. Dobbiamo aiutare Bruce con il locale! E poi dobbiamo decidere che vogliamo suonare stasera” - dissi.

“Mia cara Keira! Me ne occupo tutto io! Questa serata deve essere perfetta. Ora dobbiamo pensare al tuo look e da me non scapperai!” - minacciò Shlainn. Io non potevo fare altro che dirle di si e andammo a prepararci per la serata.

 

Ore 9:00 PM.

Tutti arrivarono puntuali fuori al locale. Emily aveva un vestito nero merlettato con le bretelle grigie; capelli mossi e il suo volto truccato era incorniciato dalla sua perfetta frangetta. JJ un tailleur grigio argento abbinato con un top di seta nero; i meravigliosi capelli biondi raccolti con un nastrino nero. Penelope aveva un meraviglioso vestito color verde acqua con alcune righe nere; aveva le ciocche abbinate con il suo abito. Hotch, giacca nera, camicia bianca un po’ sbottonata all’altezza del collo e pantaloni neri. Lo stesso anche per Rossi, però con cravatta. Derek, jeans scuri, t-shirt molto aderente nera e giubbotto di pelle sempre nero. Spencer, camicia blu con maglione grigio a mezze maniche, pantaloni di colore grigio molto scuro, stesso colore anche la giacca.

“Ragazzi è il momento di entrare! Diamoci da fare!” - spronò Penelope e Derek non vedeva l’ora di mostrare i suoi sensuali balli.

“Non ti agitare troppo tigre!” - rise Emily.

“Dolcezza, non posso deludere il mio pubblico!” - rispose Derek e tutti entrarono.

Era davvero grande il locale. La pista da ballo si era riempita subito. Rossi si avvicinò presso il bancone per prenotare un tavolo. Bruce lasciò tutto per ascoltare il nuovo cliente.

“Desidera?” - chiese gentilmente Bruce.

“Buonasera, vogliamo prenotare un tavolo; c’è ne qualcuno ancora disponibile?” - chiese Rossi.

“Certo. Mi dica il suo nome!”-chiese Bruce.

“David Rossi!”. Quando sentì il suo nome, Bruce si sentì smarrito. Se questa persona è l’agente Rossi, l’intero gruppo sarà la sua squadra. I colleghi di Keira!! Devo avvertirla!

“Si sente bene?” - chiese perplesso Rossi.

Non posso fare brutte figure altrimenti potrei compromettere il lavoro di Keira. Stai calmo, Bruce!  “Certo, non si preoccupi. Prego, seguitemi!” - rispose e accompagnò il gruppo presso il loro tavolo.

“Chiamatemi quando avete deciso cosa volete ordinare!” - disse Bruce e scappò subito.

“Però che tipo strano! Fai questo effetto con le persone, David?” - scherzò Hotch.

“Devo iniziarmi a preoccupare. Forse i miei libri hanno traumatizzato troppo. Devo cambiare genere!” - rise Rossi.

“Oh, bersaglio interessate a ore 12! Reid, segui il maestro!” - esclamò Derek tirando Spencer.

“Morgan, ti prego! Quando eravamo ad Atlanta e tu mi portasti in quella discoteca per trovare l’S.I., le ragazze credevano che fossi io!” - rispose Reid facendo resistenza.

“Ma è logico! Così ci si veste per una serata? Devi essere più sciolto ragazzino!” - esclamò Derek.

“Morgan ha ragione, Reid! Quando andrò a fare shopping, ti porto con me così ti darò una dritta!” - disse Emily.

“Verrò anche io, Spence!” - disse JJ ridacchiando.

“Mio bel genio, con il potere del trio, diventerai davvero un uomo e Morgan dovrà iniziare a tremare!” - esclamò Garcia.

“Bambolina, io non temo la concorrenza! E adesso te ne darò la prova!” - rispose fiero Derek mentre si avvicinava a un gruppetto di ragazze e iniziò a ballare.

 

Nel frattempo, Bruce, appena che vide Shlainn, la raggiunse subito.

“Shlainn dov’è Keira?” - chiese preoccupato.

“Si sta preparando. Tra cinque minuti suoniamo cosa è successo, Bruce?” - chiese Shlainn

“Un guaio grosso. Sono venuti gli agenti della BAU. I colleghi di Keira!!” - rispose Bruce.

“E tu lo chiami guaio? Che bella notizia che mi hai dato Bruce! La nostra Keira avrà una bella sorpresina!” - esclamò Shlainn soddisfatta - “Bruce non dire niente a Keira! Nel frattempo intrattienili, fino a quando noi saliamo sul palco. Intesi?”

“D’accordo, pazza! Keira ha bisogno di aprirsi con quei tizi e conoscerla anche sotto questo aspetto. E poi avevo voglia di divertirmi stasera. Corro da loro! Mi raccomando, dateci dentro!” - disse Bruce.

“Contaci, mio caro!” - rispose Shlainn.

 

“Keira, ci siamo! Sei pronta ad entrare?” - chiese Shlainn entusiasta.

“Si, stavo provando la mia chitarra e le parole della canzone! Come mai sei così pimpante?” - chiesi curiosa.

“Beh…ecco…sai…è una così bella serata! E poi sono così emozionata dall’idea di cantare e suonare in questo locale per la prima volta!” - rispose Shlainn cercando di nascondere la sorpresa.

“Tu mi stai nascondendo qualcosa, non è vero?” - chiesi mentre la fissai negli occhi.

“Chi? Io? Cara, non sono proprio il tipo! Dai, ora è il momento di andare! Le chiacchiere a dopo!” - cambiò argomento Shlainn e mi trascinò verso il palco!”.

 

“Signor Rossi, vi ho portato da bere per voi e per i suoi colleghi! Ve lo offre la casa! Quindi accomodatevi pure!” - disse Bruce mentre porgeva il vassoio sul tavolo.

“Troppo gentile! Non doveva!” - rispose Rossi.

“La ringraziamo dal profondo del nostro cuore!” - disse Penelope.

“Figuratevi, è stato un piacere! E poi ho sentito parlare di voi da una certa persona…” - interruppe il suo discorso e ritornò al suo bancone.

“Che ha voluto dire quel tizio?” - chiese perplessa Emily.

“Non lo so!- rispose JJ.

“C’è qualcosa che ci sfugge!” - esclamò Hotch pensieroso.

“E poi, statisticamente parlando, la probabilità che un proprietario di un locale offra da bere a dei clienti nuovi è pari a zero. O a meno che fa da tramite a qualcuno che noi conosciamo!” - ipotizzò Spencer.

“Dai, ragazzi, troppo dubbi e domande! E poi noi non siamo delle semplici persone. Siamo agenti ed è normale che ci conosca tramite altri suoi clienti!” - sdrammatizzò la situazione Penelope.

“Bambolina, devi dirci qualcosa? Come mai hai preso tu l’iniziativa di venire in questo locale?” - chiese Derek sfoderando un sottile sorriso.

“Nooo, ma come ti viene! E poi…cioè io…come posso dire…” - mentre tutti gli altri fissarono Penelope, si udì la voce di Shlainn.

“Buonasera, gente! Siete pronti per qualcosa di stravolgente? Reggetevi forte!” - appena che Shlainn finì la sua presentazione, salii sul palco e sistemai il microfono.

“Stasera vi canteremo Something Happened On The Way To Heaven di Phil Collins!” - urlò Shlainn e iniziammo a suonarla.

 

We had a life, we had a love,
But you don't know what you've got 'til you lose it….

 

“Dai Penelope dicci qualcosa, almeno a me, alla tua JJ!” - insistette ma Penelope non trovava le parole.

“Che bella questa canzone!” - esclamò Emily.

“E’ una canzone di Phil Collins!” - rispose Hotch mentre la ascoltava.

Ad un tratto lo sguardo di Spencer si perse nel vuoto. Si alzò dalla sedia. Qualcosa lo aveva sconvolto. “Keira!” - disse.

“Eh? Che dici, Reid! Lei non è qui! Per caso hai le visioni?” - rispose Derek divertito.

“Morgan credo che Reid abbia ragione. E’ proprio Martines!” - rispose Hotch.

“Oddio che voce sublime ha quella ragazza! Suona quella chitarra divinamente!” - disse Penelope e i suoi occhi brillavano per la commozione.

“Ah, ecco! Era questo il tuo segreto, Garcia! Però se devo essere sincero, la nostra cara dottoressa se la cava benissimo e poi è irriconoscibile con quel suo look da rock-and-roll!” - esclamò Derek.

 

Ad un tratto smisi di cantare non appena che vidi Spencer. Perché sei qui? Penelope perché mi hai tradito!

Shlainn si fermò anche lei. “Keira, cosa fai? Dai canta!”

“Shlainn ci sono loro. I miei colleghi! C’è anche Spencer Reid!” - dissi e non riuscivo a controllare le mie emozioni.

“Canta per loro, Keira! Canta per lui!” - mi incoraggiò Shlainn.

 

“Forza Keira! Non ti fermare, canta, ragazza mia!” - urlò Penelope avvicinandosi al palco.

“Penelope ha ragione! Dai Keira!” - incitò Emily insieme a JJ.

“Martines, se non canti, ti sospendo!” - esclamò Hotch mentre Rossi batteva le mani.

“Vai Keira, fai divertire il tuo collega Derek. Voglio sentire strimpellare la tua chitarra!” - urlò Derek.

 

“Hai visto, stupida! Ti apprezzano per quello che sei. Non ti devi vergognare! Sii sempre te stessa! Non deluderli.” - disse Shlainn. Ero commossa da tanto incitamento. Soprattutto da parte dei miei colleghi. Della mia squadra. Poi spostai di nuovo il mio sguardo su Spencer. Il suo stupore si trasformò in serenità. Il suo sorriso, i suoi occhi, mi rendevano felice.

 

Nonostante tutto, sono felice che tu sia qui. Naufragando nel tuo sguardo, riuscirò a ritrovare finalmente me stessa?

 

“Shlainn, riattacca!” - urlai e con grande gioia ripresi a cantare, contemplando il sorriso di Spencer

 

You can run and you can hide

But I’m not leaving less you come with me

We’ve had our problems but I’m on your side

You’re all I need, please believe in me…

 

“Spence, come mai quegli occhi da cucciolo?” - scherzò JJ.

“Simpatica,JJ! Le luci mi fanno brillare gli occhi!” - rispose Spencer agitato.

“La prossima volta, trova una scusa più convincente!” - rispose JJ mentre sorseggiava il suo drink con Penelope.

 

Ascoltare la tua voce mi da un senso di pace. Forse riuscirò a trovare veramente me stesso, dato che sei caduta così improvvisamente nei miei pensieri?

 

I only wanted someone to love

But something happened on the way to heaven

It got a hold of me and wouldn’t let go

And I want you back

How many times do I have to say I’m sorry…

 

“Mia divina Garcia, balliamo?” - chiese Derek.

“Certo, zuccherino. Però non te ne approfittare di me. Potrai farlo solo se starò tra le braccia di Morfeo!” - rispose Penelope e ballò con il suo compagno di giochi.

 

“Hey, Spence! Tu vieni con me! Hai bisogno di un paio di lezioni di ballo!” - disse JJ trascinandolo e lui non poté rifiutare.

“Siamo rimasti in tre. Che ne dite vogliamo farci un altro giro?” - propose Emily.

“Fatevelo voi due, vorrei andare a ringraziare il proprietario!” - disse Rossi mentre si alzò dal tavolo.

“Hotch, brindiamo al nostro secondo giro!” - esclamò Emily.

“Sei sicura, Prentiss? Credo che abbia perso il conto!” - scherzò Hotch.

“Alla salute!” - dissero insieme e si godettero il loro drink.

 

Tutti si lasciarono trasportare dalla spensieratezza, evadendo per un attimo dalla dura realtà e varcando i confini della felicità.

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