beh ringrazio nuovamente tutti coloro che seguono questa storia, la recensiscono o la leggono semplicemente, davvero vi sono davvero grata!
perciò grazie a ...
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Risposta alle Recensioni:
kimartwins18: grazie stella per aver recensito!! sono pienamente d'accordo con te! la piccola Lily, e Scorp che dooolce, ehm ehm...eccoti accontentata con un nuovo capitolo fresco fresco...uuh...sono proprio curiosa si sapere cosa ne pensi, perciò recensisci! ^__^ un bacione**
Troue_xxx : carissima! leggere i tuoi commenti è sempre un piacere! già Rose è un po' inguenua... ma se ne renderà conto a sue spese! eh eh...non sarà proprio piacevole...ok basta non anticipo altro! sono contenta che la storia ti piaccia ^__^ spero ti poter leggere di nuovo una tua recensione in questo capitolo! besos**
kokylinda2: mia cara koky! sono felice che la foto ti sia piaciuta! grazie mille anche per i tuoi bellissimi complimenti! ^__^ eh già Rose ha preso anche questo sua..ehm...fobia dal caro Ron...deve aver pur qualche difettuccio ^__^ sorry se non sono riuscita aggiornare presto! in quanto ai capitoli lunghi, sorry non so se riuscirò sempre a scriverli molto estesi (ho un po' il dono della sintesi...) e certe volte interrompo i capitoli così per far un po' più "scena"...mi raccomando voglio assolutamente sapere cosa ne pensi di questo cappy! kisses**
♠Il Principe delle Serpi e
la Rosa Rossa♠
♥Capitolo Sette♥
~ Vorrei...Ma Non Posso ~
- Stava bene. Il sole era alto e i
suoi raggi filtravano fra le fronde riscaldandola mentre se ne stava sdraiata
sull’erba morbida all’ombra di un enorme quercia.
- Davanti a lei le acque profonde
del Lago Nero.
- «Rose...» sussurrò una voce bassa
e sensuale all’orecchio. La giovane dalla chioma fiammeggiante rafforzò la
presa sulla mano del proprietario della voce e si voltò.
- Due occhi che erano un mix
perfetto tra l’acciaio e il ghiaccio la guardarono con desiderio e un sorriso
gli si dipinse sul volto...
- «Scorpius...»
- «AAAAH!»
Rose si alzò dal letto di scatto spalancando gli occhi sconvolta. Si guardò
intorno nessuno si era accorto che avesse appena cacciato un urlo così potente
che perfino le sirene in fondo al Lago Nero l’avrebbero sentito.
- Si passò
una mano sul viso e si scoprì essere sudata. Chiuse gli occhi e cercò di
calmarsi, da come il respiro le si era accorciato sembrava che stesse per
annaspare.
- Rose si
portò la mani al viso.
- Che cosa è successo? Perché?
Perché c’era lui? Che mi succede? Devo calmarmi...era solo un sogno! Un
maledettissimo sogno, ma che sogno, era un incubo, un incubo sì...
- Anche se l’ho sognato questo non
significa nulla! Niente! Va bene non lo odio...io...no! non posso permetterlo!
- Non succederà! Io sono Rose
Weasley e sono perfettamente padrona di me stessa. Non consentirò che lui mi
sconvolga la vita in questo modo.
- Il suo
cuore accelerò in maniera pazzesca non appena la sua mente riprodusse
l’immagine del bel Serpeverde. La ragazza si premette la mano sul petto e si piegò
in avanti.
- Qualunque
cose le stesse succedendo non avrebbe mai permesso a Scorpius Malfoy di
influenzarla in quel modo.
- Anche se
non lo odiava rimaneva sempre un arrogante, che non si faceva scrupoli a usare
le persone soprattutto le ragazze.
- Non poteva
permettersi di farselo piacere, dopo Nott aveva chiuso con i Serpeverde (fatta
eccezione per suo cugino Al ovviamente).
...nonno Arthur non ti
perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue...
- Rose si
prese la testa fra le mani e poggiò la fronte sulle ginocchia. La sua
famiglia...non l’avrebbe mai accettato. Lei era sempre stata sicura di quello
che voleva, se c’era una cosa che desiderava si rimboccava le maniche e la
prendeva. Ora si trovava davanti a qualcosa che desiderava e temeva allo stesso
tempo...la voleva ma ne aveva paura, non riusciva più a vedersi con chiarezza.
Per la prima volta tutto il suo mondo che con tanta cura aveva costruito
intorno a se vacillava.
- Non
sapeva più che cosa voleva e la cosa la terrorizzava.
- ***
- James
Potter non riusciva a dormire quella notte, qualcosa lo turbava. Evento raro
per lui che era abituato a prendere tutto con la più assoluta calma e
leggerezza. Nemmeno per il Quidditch si agitava così tanto, neppure se si
trattava di una partita contro suo fratello minore Albus.
- Il
ragazzo si girò sul letto, diede qualche pugno al cuscino per dargli una forma
più comoda, chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi. Nulla.
- Il solo
pensiero gli dava i brividi e al contempo gli scaldava il cuore.
- Quel
pensiero che ormai gli ronzava in testa da qualche tempo e che senza nessuna
pietà lo torturava fino a togliergli il sonno.
- Nessuno
sapeva e nessuno doveva sapere.
- Nessuno
avrebbe mai detto che James Potter fosse una persona ansiosa, come sua cugina
Rose per esempio, o lunatica, come sua cugina Molly, ma da quando era iniziato
il suo ultimo anno quelle due caratteristiche che poco avevano a che fare con
il suo carattere scherzoso e sfrontato si erano aggiunte alla sua lista.
- Ma James
non poteva permettersi di cedere a quei sentimenti a lui così estranei o di
mostrare lati del suo carattere che non gli appartenevano, anche se era
costretto a comportarsi come un idiota arrogante davanti a lei...
Lei è proibita...
- Si disse voltandosi dall’altro lato.
- Lui non
l’avrebbe mai avuta. E con questa triste consapevolezza, James Potter si
abbandonò fra le braccia di Morfeo sperando con tutto se stesso di non
sognare il suo dolce tormento, almeno per quella notte...
- ***
-
- Scorpius Malfoy si svegliò stanco con delle orribili occhiaie violacee sotto gli occhi. La notte precedente non aveva chiuso occhio, tutta colpa di una certa Grifondoro dalla chioma scarlatta che si era introdotta nei suoi sogni tormentandolo.
- Si alzò
compiendo gesti lenti, studiati quasi volesse ritardare il più possibile il
momento in cui si sarebbe ritrovato con la realtà di tutti i giorni.
- «ehi
Scorp hai un aspetto orribile!» trillò allegro Albus, dando una pacca
amichevole al giovane Malfoy che sbuffò chiaramente irritato.
- «grazie
Al! Mi chiedo come farei senza di te e i tuoi commenti ogni sacrosanta
mattina!» il moro fece un ampio sorriso come se fosse stato il più lusinghiero
dei complimenti.
- «Per
fortuna ci sono amico mio!» ribatté tranquillo «dai ora basta scherzare,
muoviti che ho fame!» Scorpius alzò gli occhi al cielo, possibile che quel ragazzo avesse perennemente fame?
- «cosa
stai guardando Scorpius?» domandò con voce pacata Edward Zabini seduto accanto
al suo migliore amico intento a fissare un punto preciso dall’altra parte della
Sala Grande.
- «mmh?»
grugnì il biondo distogliendo lo sguardo e rivolgendolo all’amico che lo
fissava attentamente.
- «immagino
che fosse qualcosa di estremamente affascinante per distoglierti dalla tua
colazione» osservò Edward con un sorrisino divertito.
- «non so
di cosa tu stia parlando Ed...» disse prendendo in mano una tazza di caffè nero
fumante e portandosela alle labbra, come a voler dimostrare che nulla era più
importante della sua colazione.
- «allora devo
essermi sbagliato, immagino che il “qualcosa” che stavi guardando con grande
interesse fossero le crepe del muro e non la ragazza che sta parlando amabilmente con
Nott» Scorpius per poco non si soffocò con la bevanda calda, sputacchiando
dappertutto. Come è possibile? l’ho persa
solo per cinque secondi! Pensò infuriato il biondino facendo scorrere lo
sguardo immediatamente verso l’oggetto delle sue attenzioni che in quel momento
stava parlando con...Tristan Thorne e nessun Eric Nott.
- «ma che
cazzo dici Zabini! Rose non sta parlando con Nott!» fissandolo poi con la bocca
semiaperta e l’espressione ebete di chi è stato appena incastrato.
- «Rose...eh?
sì devo essermi sicuramente sbagliato, visto che Eric è appena entrato nella
Sala...» disse facendo un sorriso sornione e riprendendo tranquillamente a bere
il suo caffè mentre sfogliava pigramente la Gazzetta.
«questo
non significa nulla!» borbottò rabbioso il ragazzo mentre si alza e si dirigeva
verso l’esterno non accorgendosi che una ragazza dai grandi occhi blu lo
guardava andarsene.
- La
sigaretta bruciava lenta e la cenere cadeva inesorabilmente seguendo il volere
del vento che lambiva il giardino della scuola.
- Scorpius
si portò nuovamente la sigaretta alle labbra perfette e ben disegnate,
assaporandone il gusto acre e intenso, l’unico vizio babbano che si era
concesso.
- Non significa nulla. Guardarla non
significa niente, osservare la sua pelle alabastrina morbida e profumata non
vuol dire che vorrei toccarla, assaggiarla, disegnando favolosi arabeschi con
la lingua. Desiderare di accarezzarle i capelli come la sera precedente, per
sentirli soffici come la seta e profumati come una rosa selvatica. Si...una
rosa selvatica ecco cos’era...e lui desiderava domarla, distruggere quella sua
finta compostezza, annegare nei suoi occhi fieri, soffocare tra le ciocche
infuocate che le incorniciano il volto...
- Scorpius a che cazzo stai
pensando?
- Una nuova boccata di fumo, seguita rapidamente da un’altra, la mano diafana che scorreva veloce tra i capelli simili a raggi lunari scompigliandoli, per poi spostarsi al nodo della cravatta allentandolo. Un sospiro. Per cancellare tutto. Un sospiro. Per dimenticarla. Un sospiro. Per ritrovarla. Un sospiro. Per desiderarla. Un sospiro rassegnato per la consapevolezza di non poterla avere.
- «Ah
Signor Malfoy, giusto lei cercavo!» disse una voce profonda alle spalle del
ragazzo.
- «Professor
McKinnon...» salutò Scorpius.
- «volevo
avvisarla che la sua punizione come quella della signorina Weasley è terminata!»
proseguì allegro.
- «di già?»
chiese il Serpeverde alzando un sopraciglio scettico.
- «Sì, in
soli due giorni avete fatto un ottimo lavoro, questo vuol dire che avete
cooperato, perciò ho convenuto che fosse il caso di porre fine al castigo.»
continuò assolutamente convinto delle sue parole.
- «Se lo
dite voi...» disse Scorpius con un alzata di spalle.
- «Sì e poi
avete anche lo ronde da fare, ma che non si ripeta più un atto tanto
sconsiderato!» Scorpius annuì col capo, e non appena il professore scomparve
dalla sua vista lanciò un calcio alla colonna a cui era appoggiato, digrignando
i denti si apprestò a raggiungere la serra per Erbologia.
- «Rose non
sei contenta?» esclamò Dominique prendendo posto accanto a Rose durante la
lezione di Pozioni.
- «Altroché
Dom!» rispose facendo un sorriso sforzato alla cugina.
- «Immagino...povera
piccola due sere completa in balia di Scorpius Malfoy!»
- «Già...»
mugugnò lei con il morale a terra. Non capiva perché fosse così triste, insomma
non era quello che voleva? Libera dalla punizione che l’aveva costretta a
passare due intere sere con l’insopportabile Scorpius Malfoy. Eppure perché non
si sentiva soddisfatta? Non appena il professore le aveva dato quella che
doveva essere la più lieta delle notizie a Rose le si era congelato il sorriso
sulle labbra, un peso simile ad un macigno si era formato sullo stomaco e il
gelo aveva invaso indisturbato le sue vene.
- Non
avrebbe più visto Scorpius se non a lezione. Questa notizia invece di darle un
euforia incontrollabile come pensava la faceva sentire stanca e angosciata.
Possibile che in due giorni fosse cambiato tutto?
- Rose era
convinta di no...
- La sua reazione era stupida, doveva essere felice, era quello che voleva, perciò lei era felice, doveva esserlo. Con questo pensiero Rose sorrise e seguì la lezione più volentieri e con maggiore attenzione, cercando con ogni fibra del suo corpo – che quel giorno non ne voleva sapere di collaborare – di non pensare. Nessuno si accorse che però quel sorriso che sfoggiava non aveva coinvolto e riscaldato i suoi occhi che invece parevano vitrei.
- Non
appena finita l’ora Dominique trascinò fuori dall’aula la cugina, che invece
aveva tutta l’aria di voler restare lì dentro per l’eternità a controllare come
minimo di aver preso tutti gli appunti possibili.
- «Ma
guarda parli del diavolo...» bisbigliò la bionda all’orecchio della rossa, la
quale confusa alzò lo sguardo e per un momento credette di avere un infarto.
- Scorpius,
Edward Zabini e suo cugino Albus stavano venendo verso di loro probabilmente
per dirigersi alla loro prossima lezione.
- «Ehilà
Dom! Rosie!» salutò allegro Albus come al solito, mentre Edward faceva un cenno
col capo molto educato Scorpius le superò senza degnarle di una parola, senza
nemmeno guardarla, come se fosse
trasparente, indifferente come l’aria.
- Rose si
pietrificò, non mosse nemmeno un passo mentre lui se ne andava senza nemmeno voltarsi.
- La rossa
non sapeva più se cominciare a correre o rimanere lì per l’eternità ma le
sembrava che il macigno sullo stomaco fosse diventato più pesante di prima
impedendole di muoversi.
- Che cosa
si aspettava dopotutto? Loro due non potevano definirsi nemmeno amici. Pensava
davvero che le cose dopo la notte scorsa avessero potuto cambiare? Adesso lui
non la vedeva nemmeno. Era quello che voleva? No... di nuovo quella vocina infantile. Sta zitta! Urlò mentalmente Rose.
- «Rose ti muovi?» gridò Dominique ormai già avviata. Senza proferire parola la rossa seguì la cugina, sapeva che se avesse aperto bocca avrebbe cominciato ad urlare disperata.
- L’orologio
della Sala Comune dei Grifondoro segnava la nove spaccate, in quel preciso
momento Rose smise di scrivere il saggio per Aritmanzia, depose la piuma sul
tavolo e chiuse gli occhi ascoltando il crepitio del fuoco mentre suonava la
sua personale sinfonia.
- Nonostante
si fosse buttata nei compiti per la restante parte del giorno, Rose non
riusciva a smettere di pensare al comportamento del Serpeverde.
- Non le
aveva rivolto nemmeno una battutina, nemmeno il più insignificante insulto e
con grande sorpresa di Rose questo la faceva star male, in modo che lei non
riusciva a concepire.
- Aveva
bisogno di distrarsi, un bel bagno nel Bagno dei Prefetti era quello che le ci
voleva.
- Il bagno
riservato ai Prefetti era dolcemente illuminato da un magnifico candeliere
acceso, tutto rigorosamente in marmo bianco dal pavimento all’enorme vasca che
somigliava di più ad una piscina olimpionica.
- Rose si
spogliò lasciando incustoditi i vestiti e aprì i rubinetti d’oro sul bordo
della vasca incassata, erano almeno un centinaio, un mix dei suoi bagnoschiuma
preferiti sgorgò da essi.
- La
ragazza si immerse nell’acqua nuotando fra nuvole di vapore variopinte ed
ammirando le lunghe tende di lino bianco che pendevano alle finestre.
- Rose rise
divertita di fronte a quell’enorme piscina fonda immersa fra bolle e colori, si
concesse un paio di vasche.
- Dopo
circa un’ora, ormai aveva le mani lessate, uscì a malincuore dall’acqua,
avvolse il suo corpo sottile in un morbido e profumato asciugamano legandolo
sopra il seno e fece per prendere i suoi abiti.
- «oh no!
Dove sono?» sbottò allarmata, infatti i suoi vestiti si erano semplicemente
volatilizzati. Non poteva certo uscire per i corridoi in asciugamano?! Cercando
di reprimere una crisi isterica si mise a cercarli finché una voce beffarda le
parlò dall’alto.
- «cercavi
questi?»
- «Pix! Per
Morgana! Restituiscimeli!Adesso!» urlò infuriata Rosa al Poltergeist che se la
rideva sguaiatamente.
- «Altrimenti?»
- «Altrimenti
ti affatturo!» lo minacciò, tastandosi per prendere la bacchetta, peccato che
la bacchetta fosse nei suoi abiti ora nelle sudice mani di Pix. Poteva essere
più sfortunata di così? Evidentemente sì.
- Pix si mise a volare per tutto il bagno, rincorso da una sempre più disperata Rose la quale non si accorse di essersi scontrata con qualcosa di duro. Fu un attimo e la rossa si ritrovò con la schiena sul pavimento imprigionata tra esso e un corpo che all’inizio non riconobbe.
- Rose aprì
gli occhi cerulei e guardò la massa di capelli biondi affianco al suo viso, il
ragazzo si tirò su facendo leva sulle braccia per evitare di schiacciarla e fu
il quel momento che la Grifondoro desiderò con tutto il cuore di morire.
- «Tu
guardare mai dove vai?» domandò con voce roca e seria Scorpius Malfoy.
- «Pix...vestiti...»
ansimò lei incredula e troppo imbarazzata per parlare. Si era appena resa conto
che il suo corpo e quello di Malfoy erano divisi da un semplice e sottile
asciugamano avvolto sopra il seno di lei e sulla vita di lui. Rose però non
poté non indugiare sul petto del giovane Serpeverde, così forte e ampio.
- Gli occhi
di Scorpius si erano scuriti come le nubi di una violente tempesta in arrivo,
infatti vedere e sentire il corpo della ragazza così vicino, imprigionato dal
suo lo aveva fatto improvvisamente ardere di desiderio.
- Scorpius
si inumidì le labbra, eppure il suo corpo come l’espressione del suo viso non
tradiva alcuna emozione, al contrario di quello di Rose.
- Un
rossore innocente, imbarazzato le tinse le guancie alabastrine. Il respiro era
corto e rapido, il cuore andava a mille, gli occhi cercavano e al contempo
sfuggivano il contatto con quelli del giovane, che per poco non ruggì
infastidito, voleva, anzi pretendeva che lei lo guardasse negli occhi. E come
se avesse accolto la sua richiesta, il mare calmo e profondo si scontrò,
incatenandosi con quello in tempesta. E Scorpius quasi se ne pentì. L’intensità
dello sguardo di Rose, semplice, puro, ingenuo lo metteva a disagio, lo faceva
sentire irrequieto e al tempo stesso lo irretiva e inteneriva.
- Nemmeno se
ne accorse che con due dita sfiorava la guancia della ragazza, proseguendo
sulla mascella e lungo la linea della spalla facendo sussultare la ragazza.
- Rose
sentiva bruciare ogni centimetro di pelle toccato da Scorpius, non era
sgradevole, non era un calore che feriva, era piacevole, dannatamente
piacevole. Era un tocco leggero ma pieno di significato: desiderio,
passione...e il suo corpo rispondeva per lei rabbrividendo di piacere, facendola
quasi gemere sotto le sue carezze così impalpabili che sembravano prodotte da
un vento invisibile la rendevano smaniosa, voleva di più. Era come una lenta,
inesorabile e deliziosa tortura a cui Rose non si sarebbe per nulla al mondo
sottratta.
- «Rose...»
sussurrò Scorpius, ormai ipnotizzato dalla ragazza, totalmente sottomesso a
lei. Il suo nome pronunciato in quella maniera con la voce completamente roca
per la cupidigia e al tempo stesso dolce e remissiva fu il colpo di grazia per
Rose. Lo voleva, come non aveva mai desiderato nient’altro.
- Un
frastuono pazzesco riecheggiò nel bagno, Pix era ritornato imbronciato perché
nessuno aveva partecipato al suo gioco e più offeso che mai scagliò a terra i
vestiti della Grifondoro andandosene imprecando dato che nessuno l’aveva
minimamente badato.
- Quel
rumore assordante fece rinvenire Rose, spinse via malamente Scorpius, il quale si
ritrovo disteso sulla schiena lo sguardo ancora vacuo. La rossa tremava da capo
a piedi. I suoi occhi erano a metà fra lo spaventato e il furioso.
- Scorpius
si ridestò e si alzò in piedi guardandola confusa. Perché lo trattava così?
Perché si era tirata indietro, era tutto così perfetto...
- «Rose...»
iniziò lui.
- «Sta
zitto!» urlò lei sconvolta, portandosi le mani alle orecchie per non sentirlo.
Lo guardò quasi con disperazione. Cosa mi
hai fatto? Sembrava dire il suo sguardo.
- «Rose...»
tentò lui nuovamente, la ragazza raccolse i suoi vestiti e fece per andarsene
ma venne trattenuta da Scorpius che le aveva afferrato il polso in morsa
ferrea.
- «Perché?»
domandò Scorpius angosciato. Lui doveva sapere...
- «Lasciami!»
gridò lei cercando di divincolarsi «ho detto LASCIAMI MALFOY!» lo sguardo si
Scorpius si indurì «No.» lo sguardo di Rose si fece carico di rabbia.
- «Perché
ti comporti così?» chiese lui con voce altera «pensavo lo volessi...» Rose non
sapeva cosa rispondere, lo voleva, dio solo sapeva quanto lo voleva, ma era
tutto il suo mondo che glielo impediva.
- «Io mi
comporto così?!» purtroppo l’ira non era sfumata benché facesse a gara con la
disperazione «IO! Sei tu che ti comporti come se non esistessi!» Scorpius la
guardò. Colpito e affondato. Rose riuscì a liberarsi e corse fuori, non voleva
che lui sentisse i suoi singhiozzi.
- «pensavo
fosse più semplice...» mormorò lui alla stanza ormai vuota.
- Rose si
chiuse la porta alle spalle, scivolò sul pavimento, si strinse le ginocchia al
petto e cominciò a piangere tutte le sue lacrime.
- Lo aveva
desiderato, lo desiderava ancora. Quello era il vero tormento, sapere di non
poterlo avere, perché quello che aveva costruito intorno a se era diventata una
gabbia, che non le permetteva di amarlo...i suoi amici, la sua famiglia, il suo
cognome, Hogwarts stessa, tutto le imponeva di non innamorarsi di Scorpius
Malfoy.
- Sorrise tristemente
nell’oscurità, forse era meglio quando tra loro due c’era solo odio e rivalità,
capire di desiderarlo era come vedere una luce in mezzo alle tenebre e sapere
di non poterla raggiungere.