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Autore: J a z z    17/02/2010    4 recensioni
[dal capitolo Uno]...era proprio da suo padre, ogni anno la stessa frase “stai lontano da Malfoy”, come se fosse stato necessario ricordarglielo, non c’era alcuna possibilità che Rose e quell’essere potessero essere qualcosa di più che rivali, ormai era così da sei anni, perché stavolta doveva essere diverso?
altra mia fanfic! dateci un'occhiata!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: James Sirius/Dominique, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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7 ok! vi prego non uccidetemi!!!lo so lo so che sono no in ritardo, ma in mega ultra ritardo! ma cercate di capirmi T__T tra scuola guida, lo stage, e il blocco dello scrittore (o quel che è) ho avuto seri problemi!!! perdono! vi ho portato un uovo capitolo, questo basta? ^__^
beh ringrazio nuovamente tutti coloro che seguono questa storia, la recensiscono o la leggono semplicemente, davvero vi sono davvero grata!
perciò grazie a ...

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Risposta alle Recensioni:
kimartwins18: grazie stella per aver recensito!! sono pienamente d'accordo con te! la piccola Lily, e Scorp che dooolce, ehm ehm...eccoti accontentata con un nuovo capitolo fresco fresco...uuh...sono proprio curiosa si sapere cosa ne pensi, perciò recensisci! ^__^ un bacione**
Troue_xxx : carissima! leggere i tuoi commenti è sempre un piacere! già Rose è un po' inguenua... ma se ne renderà conto a sue spese! eh eh...non sarà proprio piacevole...ok basta non anticipo altro! sono contenta che la storia ti piaccia ^__^ spero ti poter leggere di nuovo una tua recensione in questo capitolo! besos**
kokylinda2: mia cara koky! sono felice che la foto ti sia piaciuta! grazie mille anche per i tuoi bellissimi complimenti! ^__^ eh già Rose ha preso anche questo sua..ehm...fobia dal caro Ron...deve aver pur qualche difettuccio ^__^  sorry se non sono riuscita aggiornare presto! in quanto ai capitoli lunghi, sorry non so se riuscirò sempre a scriverli molto estesi (ho un po' il dono della sintesi...) e certe volte interrompo i capitoli così per far un po' più "scena"...mi raccomando voglio assolutamente sapere cosa ne pensi di questo cappy! kisses**


Il Principe delle Serpi e la Rosa Rossa

http://i837.photobucket.com/albums/zz294/jazz211_photods/IlprinciperdelleSerpielaRosaRossa.jpg


♥Capitolo Sette

~ Vorrei...Ma Non Posso  ~

Stava bene. Il sole era alto e i suoi raggi filtravano fra le fronde riscaldandola mentre se ne stava sdraiata sull’erba morbida all’ombra di un enorme quercia.
Davanti a lei le acque profonde del Lago Nero.
«Rose...» sussurrò una voce bassa e sensuale all’orecchio. La giovane dalla chioma fiammeggiante rafforzò la presa sulla mano del proprietario della voce e si voltò.
Due occhi che erano un mix perfetto tra l’acciaio e il ghiaccio la guardarono con desiderio e un sorriso gli si dipinse sul volto...
«Scorpius...»
«AAAAH!» Rose si alzò dal letto di scatto spalancando gli occhi sconvolta. Si guardò intorno nessuno si era accorto che avesse appena cacciato un urlo così potente che perfino le sirene in fondo al Lago Nero l’avrebbero sentito.
Si passò una mano sul viso e si scoprì essere sudata. Chiuse gli occhi e cercò di calmarsi, da come il respiro le si era accorciato sembrava che stesse per annaspare.
Rose si portò la mani al viso.
Che cosa è successo? Perché? Perché c’era lui? Che mi succede? Devo calmarmi...era solo un sogno! Un maledettissimo sogno, ma che sogno, era un incubo, un incubo sì...
Anche se l’ho sognato questo non significa nulla! Niente! Va bene non lo odio...io...no! non posso permetterlo!
Non succederà! Io sono Rose Weasley e sono perfettamente padrona di me stessa. Non consentirò che lui mi sconvolga la vita in questo modo.
Il suo cuore accelerò in maniera pazzesca non appena la sua mente riprodusse l’immagine del bel Serpeverde. La ragazza si premette la mano sul petto e si piegò in avanti.
Qualunque cose le stesse succedendo non avrebbe mai permesso a Scorpius Malfoy di influenzarla in quel modo.
Anche se non lo odiava rimaneva sempre un arrogante, che non si faceva scrupoli a usare le persone soprattutto le ragazze.
Non poteva permettersi di farselo piacere, dopo Nott aveva chiuso con i Serpeverde (fatta eccezione per suo cugino Al ovviamente).

...nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue...

Rose si prese la testa fra le mani e poggiò la fronte sulle ginocchia. La sua famiglia...non l’avrebbe mai accettato. Lei era sempre stata sicura di quello che voleva, se c’era una cosa che desiderava si rimboccava le maniche e la prendeva. Ora si trovava davanti a qualcosa che desiderava e temeva allo stesso tempo...la voleva ma ne aveva paura, non riusciva più a vedersi con chiarezza. Per la prima volta tutto il suo mondo che con tanta cura aveva costruito intorno a se vacillava.
Non sapeva più che cosa voleva e la cosa la terrorizzava.
 
***
 
James Potter non riusciva a dormire quella notte, qualcosa lo turbava. Evento raro per lui che era abituato a prendere tutto con la più assoluta calma e leggerezza. Nemmeno per il Quidditch si agitava così tanto, neppure se si trattava di una partita contro suo fratello minore Albus.
 
Il ragazzo si girò sul letto, diede qualche pugno al cuscino per dargli una forma più comoda, chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi. Nulla.
Il solo pensiero gli dava i brividi e al contempo gli scaldava il cuore.
 
Quel pensiero che ormai gli ronzava in testa da qualche tempo e che senza nessuna pietà lo torturava fino a togliergli il sonno.
Nessuno sapeva e nessuno doveva sapere.
 
Nessuno avrebbe mai detto che James Potter fosse una persona ansiosa, come sua cugina Rose per esempio, o lunatica, come sua cugina Molly, ma da quando era iniziato il suo ultimo anno quelle due caratteristiche che poco avevano a che fare con il suo carattere scherzoso e sfrontato si erano aggiunte alla sua lista.
 
Ma James non poteva permettersi di cedere a quei sentimenti a lui così estranei o di mostrare lati del suo carattere che non gli appartenevano, anche se era costretto a comportarsi come un idiota arrogante davanti a lei...

Lei è proibita...

Si disse voltandosi dall’altro lato.
Lui non l’avrebbe mai avuta. E con questa triste consapevolezza, James Potter si abbandonò fra le braccia di Morfeo sperando con tutto se stesso di non sognare il suo dolce tormento, almeno per quella notte...
 
***
 
Scorpius Malfoy si svegliò stanco con delle orribili occhiaie violacee sotto gli occhi. La notte precedente non aveva chiuso occhio, tutta colpa di una certa Grifondoro dalla chioma scarlatta che si era introdotta nei suoi sogni tormentandolo.
Si alzò compiendo gesti lenti, studiati quasi volesse ritardare il più possibile il momento in cui si sarebbe ritrovato con la realtà di tutti i giorni.
«ehi Scorp hai un aspetto orribile!» trillò allegro Albus, dando una pacca amichevole al giovane Malfoy che sbuffò chiaramente irritato.
«grazie Al! Mi chiedo come farei senza di te e i tuoi commenti ogni sacrosanta mattina!» il moro fece un ampio sorriso come se fosse stato il più lusinghiero dei complimenti.
«Per fortuna ci sono amico mio!» ribatté tranquillo «dai ora basta scherzare, muoviti che ho fame!» Scorpius alzò gli occhi al cielo, possibile che quel ragazzo avesse perennemente fame?
«cosa stai guardando Scorpius?» domandò con voce pacata Edward Zabini seduto accanto al suo migliore amico intento a fissare un punto preciso dall’altra parte della Sala Grande.
«mmh?» grugnì il biondo distogliendo lo sguardo e rivolgendolo all’amico che lo fissava attentamente.
«immagino che fosse qualcosa di estremamente affascinante per distoglierti dalla tua colazione» osservò Edward con un sorrisino divertito.
«non so di cosa tu stia parlando Ed...» disse prendendo in mano una tazza di caffè nero fumante e portandosela alle labbra, come a voler dimostrare che nulla era più importante della sua colazione.
«allora devo essermi sbagliato, immagino che il “qualcosa” che stavi guardando con grande interesse fossero le crepe del muro e non la ragazza che sta parlando amabilmente con Nott» Scorpius per poco non si soffocò con la bevanda calda, sputacchiando dappertutto. Come è possibile? l’ho persa solo per cinque secondi! Pensò infuriato il biondino facendo scorrere lo sguardo immediatamente verso l’oggetto delle sue attenzioni che in quel momento stava parlando con...Tristan Thorne e nessun Eric Nott.
«ma che cazzo dici Zabini! Rose non sta parlando con Nott!» fissandolo poi con la bocca semiaperta e l’espressione ebete di chi è stato appena incastrato.
«Rose...eh? sì devo essermi sicuramente sbagliato, visto che Eric è appena entrato nella Sala...» disse facendo un sorriso sornione e riprendendo tranquillamente a bere il suo caffè mentre sfogliava pigramente la Gazzetta.

«questo non significa nulla!» borbottò rabbioso il ragazzo mentre si alza e si dirigeva verso l’esterno non accorgendosi che una ragazza dai grandi occhi blu lo guardava andarsene.

La sigaretta bruciava lenta e la cenere cadeva inesorabilmente seguendo il volere del vento che lambiva il giardino della scuola.
Scorpius si portò nuovamente la sigaretta alle labbra perfette e ben disegnate, assaporandone il gusto acre e intenso, l’unico vizio babbano che si era concesso.
Non significa nulla. Guardarla non significa niente, osservare la sua pelle alabastrina morbida e profumata non vuol dire che vorrei toccarla, assaggiarla, disegnando favolosi arabeschi con la lingua. Desiderare di accarezzarle i capelli come la sera precedente, per sentirli soffici come la seta e profumati come una rosa selvatica. Si...una rosa selvatica ecco cos’era...e lui desiderava domarla, distruggere quella sua finta compostezza, annegare nei suoi occhi fieri, soffocare tra le ciocche infuocate che le incorniciano il volto...
Scorpius a che cazzo stai pensando?
Una nuova boccata di fumo, seguita rapidamente da un’altra, la mano diafana che scorreva veloce tra i capelli simili a raggi lunari scompigliandoli, per poi spostarsi al nodo della cravatta allentandolo. Un sospiro. Per cancellare tutto. Un sospiro. Per dimenticarla. Un sospiro. Per ritrovarla. Un sospiro. Per desiderarla. Un sospiro rassegnato per la consapevolezza di non poterla avere.
«Ah Signor Malfoy, giusto lei cercavo!» disse una voce profonda alle spalle del ragazzo.
«Professor McKinnon...» salutò Scorpius.
«volevo avvisarla che la sua punizione come quella della signorina Weasley è terminata!» proseguì allegro.
«di già?» chiese il Serpeverde alzando un sopraciglio scettico.
«Sì, in soli due giorni avete fatto un ottimo lavoro, questo vuol dire che avete cooperato, perciò ho convenuto che fosse il caso di porre fine al castigo.» continuò assolutamente convinto delle sue parole.
«Se lo dite voi...» disse Scorpius con un alzata di spalle.
«Sì e poi avete anche lo ronde da fare, ma che non si ripeta più un atto tanto sconsiderato!» Scorpius annuì col capo, e non appena il professore scomparve dalla sua vista lanciò un calcio alla colonna a cui era appoggiato, digrignando i denti si apprestò a raggiungere la serra per Erbologia.
«Rose non sei contenta?» esclamò Dominique prendendo posto accanto a Rose durante la lezione di Pozioni.
«Altroché Dom!» rispose facendo un sorriso sforzato alla cugina.
«Immagino...povera piccola due sere completa in balia di Scorpius Malfoy!»
«Già...» mugugnò lei con il morale a terra. Non capiva perché fosse così triste, insomma non era quello che voleva? Libera dalla punizione che l’aveva costretta a passare due intere sere con l’insopportabile Scorpius Malfoy. Eppure perché non si sentiva soddisfatta? Non appena il professore le aveva dato quella che doveva essere la più lieta delle notizie a Rose le si era congelato il sorriso sulle labbra, un peso simile ad un macigno si era formato sullo stomaco e il gelo aveva invaso indisturbato le sue vene.
Non avrebbe più visto Scorpius se non a lezione. Questa notizia invece di darle un euforia incontrollabile come pensava la faceva sentire stanca e angosciata. Possibile che in due giorni fosse cambiato tutto?
Rose era convinta di no...
La sua reazione era stupida, doveva essere felice, era quello che voleva, perciò lei era felice, doveva esserlo. Con questo pensiero Rose sorrise e seguì la lezione più volentieri e con maggiore attenzione, cercando con ogni fibra del suo corpo – che quel giorno non ne voleva sapere di collaborare – di non pensare. Nessuno si accorse che però quel sorriso che sfoggiava non aveva coinvolto e riscaldato i suoi occhi che invece parevano vitrei.
Non appena finita l’ora Dominique trascinò fuori dall’aula la cugina, che invece aveva tutta l’aria di voler restare lì dentro per l’eternità a controllare come minimo di aver preso tutti gli appunti possibili.
«Ma guarda parli del diavolo...» bisbigliò la bionda all’orecchio della rossa, la quale confusa alzò lo sguardo e per un momento credette di avere un infarto.
Scorpius, Edward Zabini e suo cugino Albus stavano venendo verso di loro probabilmente per dirigersi alla loro prossima lezione.
«Ehilà Dom! Rosie!» salutò allegro Albus come al solito, mentre Edward faceva un cenno col capo molto educato Scorpius le superò senza degnarle di una parola, senza nemmeno guardarla, come se fosse trasparente, indifferente come l’aria.
Rose si pietrificò, non mosse nemmeno un passo mentre lui se ne andava senza nemmeno voltarsi.
La rossa non sapeva più se cominciare a correre o rimanere lì per l’eternità ma le sembrava che il macigno sullo stomaco fosse diventato più pesante di prima impedendole di muoversi.
Che cosa si aspettava dopotutto? Loro due non potevano definirsi nemmeno amici. Pensava davvero che le cose dopo la notte scorsa avessero potuto cambiare? Adesso lui non la vedeva nemmeno. Era quello che voleva? No...   di nuovo quella vocina infantile. Sta zitta! Urlò mentalmente Rose.
 
«Rose ti muovi?» gridò Dominique ormai già avviata. Senza proferire parola la rossa seguì la cugina, sapeva che se avesse aperto bocca avrebbe cominciato ad urlare disperata.
L’orologio della Sala Comune dei Grifondoro segnava la nove spaccate, in quel preciso momento Rose smise di scrivere il saggio per Aritmanzia, depose la piuma sul tavolo e chiuse gli occhi ascoltando il crepitio del fuoco mentre suonava la sua personale sinfonia.
Nonostante si fosse buttata nei compiti per la restante parte del giorno, Rose non riusciva a smettere di pensare al comportamento del Serpeverde.
Non le aveva rivolto nemmeno una battutina, nemmeno il più insignificante insulto e con grande sorpresa di Rose questo la faceva star male, in modo che lei non riusciva a concepire.
Aveva bisogno di distrarsi, un bel bagno nel Bagno dei Prefetti era quello che le ci voleva.
 
Il bagno riservato ai Prefetti era dolcemente illuminato da un magnifico candeliere acceso, tutto rigorosamente in marmo bianco dal pavimento all’enorme vasca che somigliava di più ad una piscina olimpionica.
Rose si spogliò lasciando incustoditi i vestiti e aprì i rubinetti d’oro sul bordo della vasca incassata, erano almeno un centinaio, un mix dei suoi bagnoschiuma preferiti sgorgò da essi.
La ragazza si immerse nell’acqua nuotando fra nuvole di vapore variopinte ed ammirando le lunghe tende di lino bianco che pendevano alle finestre.
Rose rise divertita di fronte a quell’enorme piscina fonda immersa fra bolle e colori, si concesse un paio di vasche.
Dopo circa un’ora, ormai aveva le mani lessate, uscì a malincuore dall’acqua, avvolse il suo corpo sottile in un morbido e profumato asciugamano legandolo sopra il seno e fece per prendere i suoi abiti.
«oh no! Dove sono?» sbottò allarmata, infatti i suoi vestiti si erano semplicemente volatilizzati. Non poteva certo uscire per i corridoi in asciugamano?! Cercando di reprimere una crisi isterica si mise a cercarli finché una voce beffarda le parlò dall’alto.
«cercavi questi?»
«Pix! Per Morgana! Restituiscimeli!Adesso!» urlò infuriata Rosa al Poltergeist che se la rideva sguaiatamente.
«Altrimenti?»
«Altrimenti ti affatturo!» lo minacciò, tastandosi per prendere la bacchetta, peccato che la bacchetta fosse nei suoi abiti ora nelle sudice mani di Pix. Poteva essere più sfortunata di così? Evidentemente sì.
Pix si mise a volare per tutto il bagno, rincorso da una sempre più disperata Rose la quale non si accorse di essersi scontrata con qualcosa di duro. Fu un attimo e la rossa si ritrovò con la schiena sul pavimento imprigionata tra esso e un corpo che all’inizio non riconobbe.
Rose aprì gli occhi cerulei e guardò la massa di capelli biondi affianco al suo viso, il ragazzo si tirò su facendo leva sulle braccia per evitare di schiacciarla e fu il quel momento che la Grifondoro desiderò con tutto il cuore di morire.
«Tu guardare mai dove vai?» domandò con voce roca e seria Scorpius Malfoy.
«Pix...vestiti...» ansimò lei incredula e troppo imbarazzata per parlare. Si era appena resa conto che il suo corpo e quello di Malfoy erano divisi da un semplice e sottile asciugamano avvolto sopra il seno di lei e sulla vita di lui. Rose però non poté non indugiare sul petto del giovane Serpeverde, così forte e ampio.
Gli occhi di Scorpius si erano scuriti come le nubi di una violente tempesta in arrivo, infatti vedere e sentire il corpo della ragazza così vicino, imprigionato dal suo lo aveva fatto improvvisamente ardere di desiderio.
Scorpius si inumidì le labbra, eppure il suo corpo come l’espressione del suo viso non tradiva alcuna emozione, al contrario di quello di Rose.
Un rossore innocente, imbarazzato le tinse le guancie alabastrine. Il respiro era corto e rapido, il cuore andava a mille, gli occhi cercavano e al contempo sfuggivano il contatto con quelli del giovane, che per poco non ruggì infastidito, voleva, anzi pretendeva che lei lo guardasse negli occhi. E come se avesse accolto la sua richiesta, il mare calmo e profondo si scontrò, incatenandosi con quello in tempesta. E Scorpius quasi se ne pentì. L’intensità dello sguardo di Rose, semplice, puro, ingenuo lo metteva a disagio, lo faceva sentire irrequieto e al tempo stesso lo irretiva e inteneriva. 
Nemmeno se ne accorse che con due dita sfiorava la guancia della ragazza, proseguendo sulla mascella e lungo la linea della spalla facendo sussultare la ragazza.
Rose sentiva bruciare ogni centimetro di pelle toccato da Scorpius, non era sgradevole, non era un calore che feriva, era piacevole, dannatamente piacevole. Era un tocco leggero ma pieno di significato: desiderio, passione...e il suo corpo rispondeva per lei rabbrividendo di piacere, facendola quasi gemere sotto le sue carezze così impalpabili che sembravano prodotte da un vento invisibile la rendevano smaniosa, voleva di più. Era come una lenta, inesorabile e deliziosa tortura a cui Rose non si sarebbe per nulla al mondo sottratta.
«Rose...» sussurrò Scorpius, ormai ipnotizzato dalla ragazza, totalmente sottomesso a lei. Il suo nome pronunciato in quella maniera con la voce completamente roca per la cupidigia e al tempo stesso dolce e remissiva fu il colpo di grazia per Rose. Lo voleva, come non aveva mai desiderato nient’altro.
Un frastuono pazzesco riecheggiò nel bagno, Pix era ritornato imbronciato perché nessuno aveva partecipato al suo gioco e più offeso che mai scagliò a terra i vestiti della Grifondoro andandosene imprecando dato che nessuno l’aveva minimamente badato.
 
Quel rumore assordante fece rinvenire Rose, spinse via malamente Scorpius, il quale si ritrovo disteso sulla schiena lo sguardo ancora vacuo. La rossa tremava da capo a piedi. I suoi occhi erano a metà fra lo spaventato e il furioso.
Scorpius si ridestò e si alzò in piedi guardandola confusa. Perché lo trattava così? Perché si era tirata indietro, era tutto così perfetto...
«Rose...» iniziò lui.
«Sta zitto!» urlò lei sconvolta, portandosi le mani alle orecchie per non sentirlo. Lo guardò quasi con disperazione. Cosa mi hai fatto? Sembrava dire il suo sguardo.
«Rose...» tentò lui nuovamente, la ragazza raccolse i suoi vestiti e fece per andarsene ma venne trattenuta da Scorpius che le aveva afferrato il polso in morsa ferrea.
«Perché?» domandò Scorpius angosciato. Lui doveva sapere...
«Lasciami!» gridò lei cercando di divincolarsi «ho detto LASCIAMI MALFOY!» lo sguardo si Scorpius si indurì «No.» lo sguardo di Rose si fece carico di rabbia.
«Perché ti comporti così?» chiese lui con voce altera «pensavo lo volessi...» Rose non sapeva cosa rispondere, lo voleva, dio solo sapeva quanto lo voleva, ma era tutto il suo mondo che glielo impediva.
«Io mi comporto così?!» purtroppo l’ira non era sfumata benché facesse a gara con la disperazione «IO! Sei tu che ti comporti come se non esistessi!» Scorpius la guardò. Colpito e affondato. Rose riuscì a liberarsi e corse fuori, non voleva che lui sentisse i suoi singhiozzi.
«pensavo fosse più semplice...» mormorò lui alla stanza ormai vuota.
 
Rose si chiuse la porta alle spalle, scivolò sul pavimento, si strinse le ginocchia al petto e cominciò a piangere tutte le sue lacrime.
Lo aveva desiderato, lo desiderava ancora. Quello era il vero tormento, sapere di non poterlo avere, perché quello che aveva costruito intorno a se era diventata una gabbia, che non le permetteva di amarlo...i suoi amici, la sua famiglia, il suo cognome, Hogwarts stessa, tutto le imponeva di non innamorarsi di Scorpius Malfoy.
Sorrise tristemente nell’oscurità, forse era meglio quando tra loro due c’era solo odio e rivalità, capire di desiderarlo era come vedere una luce in mezzo alle tenebre e sapere di non poterla raggiungere.









   
 
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