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Autore: cloe cullen    17/02/2010    21 recensioni
"Ma stanotte ho deciso di accontentarti...farò l'amore con te Bella..." Ambientata dopo che Edward lascia Bella in New Moon...ma se prima di lasciarla avessero condiviso un'esperienza che avrebbe cambiato le loro vite per sempre? come reagirà Bella? Edward tornerà da lei...? Leggete in molti!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolino hihi Ciao!! Ehm ehm ehm...giù i forconi please!! =) Lo so merito..merito ..la dannazione eterna! Su questo siamo d'accordo. Hhihihihi. Ho avuto un pò da fare con l'uni e con una bimba di nome Joy in questi giorni e così...sono in ritardo. Scusate. Mi prostro implorando pietà... ma voi mi perdonate perchè mi amate tanto. Hhihihi..vero? Ok forse dovrei aspettare a chiedervelo perchè arrivate in fondo..ehm ehm..forse vorrete di nuovo fucilarmi.. ovviamente vi ringrazio per le numerosissime recensioni come sempre *.*  *.* me commossa, davvero. Ogni volta vi mando benedizioni a bizzeffe per la gioia che mi date recensendo! LOL. Al prossimo rispondo singolarmente!  Allora adesso vi parlo di 1 cosa molto importante.
Sto scrivendo un'altra ff a 4 mani con una mia amica. E' sulla coppia Robsten e ne siamo davvero davvero entusiaste. Se a qualcuna di voi piace qst splendida coppia (*.*) vi invito a farci un salto e dare un'occhiata. Ne vale la pena ve lo posso assicurare!!!!! Vi lascio il link, o comunque se guardate tra le mie storie la trovate. Il titolo è "Qui dove batte il cuore". Vi ringrazio in anticipo girls.
altra cosa. La ragazza con cui scrivo la storia ne pubblica anche un'altra sempre Robsten. Magari la conoscete ma vi metto comunque il suo link, perchè è fantastica e amerete il suo modo di scrivere. Trasmette le emozioni dal cuore..e secondo me caratterizza i personaggi davvero bene. passate a farci un salto! 
"Nothing like you and I"


BELLA

Quella mattina aprii gli occhi con una strana sensazione. Era un qualcosa allo stomaco...non sapevo neppure io come definirla. Forse era solo  perché anche oggi, come il giorno del mio matrimonio,stavo per dire addio a qualcosa.

Il giorno del mio diploma.
Oggi era il giorno del mio diploma.
Del nostro diploma, adire la verità. Mio, di Edward e di Alice.
Ma per loro era diverso. Non era veramente la prima volta.
Per me invece era...era il momento che aspettavo da tutta la vita. La scuola era sempre stata una cosa importantissima per me: i libri erano...l'unico luogo in cui mi fossi sempre sentita me stessa, a mio agio prima di incontrare Edward e ora...
Forse era un ragionamento stupido. In fondo in autunno avrei continuato dei corsi all'università ma...ma era come se quel giorno rappresentasse una nuova ennesima svolta nella mia vita.
Non che non fossi felice del corso che aveva preso la mia esistenza: presto sarei stata una mamma e tutto sarebbe stato nuovo e diverso. Ed ero contenta ed emozionata di questo. Quello che invece davvero non amavo erano gli addii, le cose che si concludevano. Non ero mai stata una grande fan del liceo e di gran parte della popolazione studentesca ma...potevo essere felice di aver trovato dei buoni amici, in fondo.
Mi alzai prendendo un bel respiro e sedendomi sul davanzale della finestra. La aprii per far entrare un pò del venticello del mattino. Per fortuna il sole oggi non si vedeva in cielo e, a detta della mia sorellina veggente, avrebbe continuato così per tutta la giornata. Era una vera e propria benedizione, o avremmo dovuto trovare il modo di giustificare l'assenza di tutti i Cullen dalla cerimonia a scuola.
Mi sventolai con la mano cercando, inutilmente, un pò di sollievo. L'afa era ancora opprimente e se non fosse stato per le braccia fresche di Edward non credo che sarei stata mai capace di prendere sonno la notte.
D'un tratto sentii il cellulare vibrare e lo afferrai, prima che cadesse dal comodino.
Sorrisi vedendo il numero.
"Ciao mamma"
"Bella amore mio! Sei emozionata? Oh sicuramente sì ma se ti conosco abbastanza non lo darai mai a vedere. Chissà come sarai carina con quella tunica! A proposito devi fare tantissime foto o mi sentirò ancora più in colpa di non essere lì con te. Proprio non me la sono sentita di lasciare solo Phil e devo essere la peggiore madre del mondo credo e.."
"Mamma. Mamma, per favore rilassati" Cercai di bloccare il suo flusso senza senso prima che fosse troppo tardi. Purtroppo mia madre era dovuta rimanere a Jacksonville insieme a Phil che si era rotto una gamba in una partita di campionato. L'avevo convinta a restare a casa con lui a forza. Conoscendola sapevo che avrebbe sentito terribilmente la sua mancanza e si sarebbe preoccupata per tutto il tempo.
"Mamma. E' tutto ok. Sarà una semplicissima cerimonia. Sul serio. E papà farà milioni di foto. Sarà come se tu fossi quì"
Borbottò qualcosa di indistinto mentre sentii Edward entrare in camera con un vassoio in mano. "Mamma, ora scappo. C'è Edward con la colazione. La cerimonia è alle dieci, non voglio fare tardi"
"Sì sì, tesoro vai" rispose  "E non stancarti troppo."
La salutai rassicurandola e chiusi la conversazione.
"Ti ho portato da mangiare" sussurrò Edward avvicinandosi a me con un cornetto caldo.
Gli feci spazio tra le mie gambe attirandolo di più al mio corpo. "Non ho fame..."
"Bella.." protestò "Per i bambini..."
Provai ad assaggiarne un morso ma non andai avanti oltre. La sensazione che avevo da quando mi ero svegliata non accennava a sparire.
Avevo lo stomaco chiuso in una morsa.
"Sicura di sentirti bene?" domandò lui sfiorandomi il viso.
Sbuffai, improvvisamente infastidita. Proprio quella mattina non avevo voglia di sorbirmi prediche o paranoie assillanti.
"Edward..che palle!" sbottai senza controllarmi. Vidi un lampo di sorpresa attraversargli il volto e mi sentii in colpa. Lui voleva solo aiutarmi ed essere carino e io...
"Scusa scusa amore" balbettai "Io..io non volevo..tu sei perfetto e io..io"
Mi prese il volto tra le mani e mi impedì di proseguire. "Bella non devi mai chiedermi scusa per qualcosa. Mai. Non me la sono mica presa. Io voglio solo che tu sia serena e felice. Mi importa solo di questo, amore mio"
Annuii, ipnotizzata dai suoi occhi fissi nei miei e dalle sue labbra che sia avvicinavano con una lentezza estenuante alle mie. Quando finalmente si posarono gelate sulla mia pelle mi sentii ribollire il sangue in ogni parte del corpo.
Avevo una voglia spasmodica di lui. Di sentire la sua pelle contro la mia.
 Erano almeno due settimane che non facevamo l'amore; un pò il pancione, un pò la stanchezza e lo stress per gli esami, un pò Edward che sosteneva che non dovessimo esagerare ora che il parto era vicino.
Approfondii languida il bacio giocando con la sua lingua, mentre le mie dita si impossessavano dei suoi capelli.
Mi strusciai leggermente su di lui allentandogli il nodo della cravatta. Aveva fatto male a vestirsi già quella mattina..molto presto non avrebbe avuto più nulla addosso. Eccetto me, ovvio.
All'improvviso, però, sentii il vuoto tra me e lui e mi resi conto che si era staccato, il respiro affannato.
"Bella" sospirò "Non..non fare così..non adesso"
Sentii qualcosa incrinarsi dentro di me. Mi stava rifiutando. Mi stava dicendo no. Di nuovo.
Mi scostai da lui e mi diressi verso il bagno. Avevo bisogno di una doccia e di stargli lontana  per qualche minuto.
Ovviamente non me lo permise. La sua mano fu sul mio braccio in meno di mezzo secondo.
"Bella...sai che vorrei.."
"Sì sì, come no" tagliai corto levandomi velocemente il pigiama e gettandolo a terra "Vado a fare la doccia e sono pronta."
Mi infilai sotto il getto di acqua potente, massaggiandomi il ventre nel tentativo di calmare i piccoli, anche loro piuttosto nervosi oggi. Cercai di non pensare a quello che era appena successo.
Ma non vi riuscii quando, indossando l'intimo, mi ritrovai a fissarmi nell'enorme specchio.
Certo il pancione era davvero enorme ma...per il resto non ero cambiata molto.
Forse mi si erano ingrossati un pò i fianchi e il seno.
Sì, il seno decisamente sì. Ero passata da una seconda a praticamente una quarta, ma non pensavo fosse un male.
Però...forse...forse a mio marito così non piacevo.
Sentii le lacrime pungermi gli angoli degli occhi.
Forse era per questo che mi respingeva...
Mi sentii umiliata come mai prima. Sapevo di non essere mai stata bellissima ma avevo sempre creduto di piacere a Edward così com'ero. Invece probabilmente ora non era così e non aveva il coraggio di dirmelo.
Uscii dal bagno prendendo molto coraggio e maledicendomi per non aver portato i vestiti dentro  con me. Adesso mi toccava stare davanti a lui mezza nuda e...grassa.
Una grassona che non piaceva a suo marito. Ecco cos'ero.
Mi ritrovai a camminare spedita verso la cabina armadio con gli occhi bassi. Ovviamente aveva capito le mie intenzioni e se ne stava appoggiato allo stipite, impedendomi di entrare.
"Bella ti prego. Che succede oggi?" domandò accarezzandomi i capelli.
Mi ritrassi e, improvvisamente imbarazzata davanti a lui, mi coprii il petto con le braccia.
"Ti vergogni di me?" mi fissò sconvolto "Perchè?"
Mi torturai il labbro con i denti nel tentativo di non scoppiare a piangere. "Non..non ti piaccio? Non ..non..non mi trovi attraente..o..non…"
Benissimo, tentativo fallito.
Sentii le lacrime calde scorrere giù dalle guance senza poterle fermare.
Edward mi attirò a sè e portò il suo viso a diretto contatto col mio, tanto che i nostri nasi si sfioravano.
"Bella ..guardami" chiese mentre con i pollici allontanava le gocce dal mio viso.
Aprii gli occhi e mi ritrovai persa nell'oro liquido dei suoi.
"Tu sei bellissima. Sempre. E da quando porti dentro di te i nostri bimbi lo sei ancora di più. E' come se risplendessi...costantemente."
"Davvero? Non pensi che sia grassa?" mugugnai
Borbottò qualcosa di indistinto anche se riuscii a carpire la parola assurda prima di posare le sue labbra sulle mie in un bacio decisamente poco casto. Le nostre lingue si incontrarono nuovamente e come ogni volta il suo sapore  mi diede al cervello finche non fui costretta a staccarmi un poco per respirare.
"Credimi è solo per i bimbi che non ti faccio mia contro questa porta adesso" sussurrò roco facendomi rabbrividire.
"Scusa...scusami tanto. Oggi, non  so che mi prende" biascicai.
"Ti ho detto di non  chiedermi mai scusa. Mai. I tuoi problemi sono anche miei..lo sai."
Gli baciai la mano con cui mi aveva carezzata la guancia e il mio sguardo si posò sul suo orologio.
"Merda Edward!" urlai fiondandomi sull'abito rosa pallido che Alice aveva scelto il giorno prima "Sono le nove! E devo ancora vestirmi. E la cerimonia inizia alle dieci!!"
Mi infilai il vestito dai piedi, saltellando per sistemarlo, cosa che quasi mi provocò un volo dritta sul pavimento se le braccia di mio marito non mi avessero afferrata in tempo.
"Bella rilassati." disse sorridendo “Abbiamo tutto il tempo del mondo.”
Non sapevo come faceva a restare così tranquillo. Io ero un fascio di nervi. Forse perchè continuavo a sentire qualcosa di strano allo stomaco, la sensazione che sarebbe successo qualcosa a breve...
Edward mi abbracciò da dietro mentre mi sistemavo i capelli davanti allo specchio. Vidi la sua espressione accigliata riflessa nel vetro.
"Che c'è?" domandai
"Il vestito." rispose fissandomi serio.
"No!!!"  mi sentii sbiancare disperata "Ti prego non dirmi che l'ho sporcato. Alice mi uccide e non ne ho un altro pronto ora! C'è una macchia?"
"No Bella. Intendevo la scollatura. Non ti faccio uscire vestita così."
Lo fissai confusa. Che diavolo aveva la scollatura? Cioè, era effettivamente un po’.. scollato, ma era uno tra i più comodi che mi aveva proposto Alice e potevo abbinarlo con un paio di sandali bassi e non con i trampolini che mi aveva consigliato lei.
"Hai idea dei pensieri di Mike Newton?" domandò. "L'altro giorno quando ti sei rovesciata l'acqua sulla camicetta aveva certe fantasie che..beh gliela avrei staccata a morsi la testa"
"Edward" risposi trattenendo a stento le risa "Avrò la toga sopra. Non si vedrà niente comunque. Anche se prima pensavo proprio a quanto mi mancherà Mike quando andrà in Florida per il college. Mike..o Mike!" sospirai teatralmente.
Lo vidi alzare gli occhi al cielo e ringhiare piano.
"Tu sei solo mia...solo mia..."  Le sue labbra mordicchiarono il lobo del mio orecchio e poi scesero lentamente fin sul collo, iniziando a succhiare piano e ad assaporare la mia pelle.
Chiusi gli occhi abbandonandomi al suo tocco.
"Mmmm…sono morta e questo è il paradiso?" domandai dopo alcuni minuti di quella dolce tortura.
"No" rispose facendomi sentire il suo fiato fresco sul collo "ma ti posso dire con sicurezza che sono le 9 e 20"
Le sue parole mi traversarono il cervello in un istante. Schizzai nell'armadio e mi infilai la toga prendendo la borsetta. Quando tornai in camera anche lui era pronto.
Lo fissai sconsolata. Non c'era neppure bisogno di dire che lui sembrava un angelo illuminato dal sole e io...beh, più che altro una papera che aveva mangiato troppo.
"Sei.." iniziò ma lo zittii con una mano.
"Ti prego, se ci tieni alla mia salute mentale non dire che sono bellissima"
Sbuffò sogghignando mentre lo trascinavo, o meglio, mentre si faceva trascinare fuori di casa.
E devo dire che la guida super veloce di Edward fu davvero utile. Alle 9 e 30 eravamo nel parcheggio.
Intravidi subito i Cullen vestiti di tutto punto venirci incontro. Erano bellissimi. Ancora più belli del solito. Anche Alice, malgrado indossasse la nostra orribile toga gialla, era…perfetta.
L’unica papera ero io..bene.
“Alla buon ora!” strillò Alice “Bella, metti questo fermaglio nei capelli o morirai di caldo. Sono lunghissimi, dovresti tagliarli un po’”
Mi agguantò e li sollevò prima che potessi capire che si era davvero mossa.
“Ops…forse è meglio sciolti” disse scoppiando a ridere “Edward potevi essere meno focoso!”
Tutti quanti ridacchiarono guardandomi il collo, persino Carlisle.
E allora capii.
Il punto dove Edward mi aveva baciato davanti allo specchio…
Sentii la faccia andarmi a fuoco come se stessi bruciando.
“Oh, smettetela” Esme interruppe qualsiasi commento inopportuno avvicinandosi e sistemandomi il cappello “sei splendida tesoro. E appena arriviamo a casa lo attacchiamo insieme a tutti gli altri per la collezione.”
“Davvero?” chiesi emozionata senza pensarci. Quella era una loro tradizione da decenni ed esserne partecipe mi faceva sentire così…così in famiglia “Grazie Esme. Grazie tante.”
Mentre camminavamo nel parcheggio vidi tutti i miei compagni. Angela, Ben, Mike, Jessica..beh, non li avevo di certo amati tutti ma ora…non so mi sentivo emozionata in un certo senso.
“Bella!” Mi voltai quando sentii una voce chiamarmi.
“Papà!” Lo abbraccia forte. Mi era mancato tantissimo in quelle ultime settimane. Era proprio vero: non ci accorgiamo di ciò che abbiamo finchè non lo perdiamo.
“Sei splendida Bells”
“Ah…figurati” borbottai in imbarazzo.
“Hai visto chi è venuto?” domandò indicando alle sue spalle.
“Jake!!!” strillai avvicinandomi. Era enorme, esattamente come l’ultima volta che l’avevo visto. Se ne stava in piedi vicino alla carrozzella di suo padre e mi sorrideva.
Lanciai una rapida occhiata a Edward e lo vidi fissare truce il mio amico.
“Ehi” disse Jacob “Bells sei..una balenottera ormai!”
“Hahahaah” protestai “Sempre gentile. Anche tu mi sei mancato eh!”
“Scusa, lo sai che è così”
“Sì” annuii “Mi sei mancato anche tu. Le nostre chiacchierate…davvero.”
“E i nostri spericolati giri in moto, non dimenticarlo.” Continuò.
Non potei trattenere un risolino. Sembrava una vita fa.
In quel momento Edward mi strinse la mano e  disse “Bella dobbiamo prendere posto.”
Notai che non smettevano di guardarsi. Sembrava stessero facendo una gara a chi cedeva prima.
“Ok..ok..andiamo” presi Edward e lo portai lontano dal mio amico, prima che accadesse qualcosa di male. Ricordavo perfettamente lo scontro che c’era stato a casa Cullen e non volevo di certo che si ripetesse.
“Voleva solo salutarmi” sussurrai mentre mi aiutava a sedermi in fila.
“Non mi piacciono i suoi pensieri”
“E allora non li ascoltare, per favore.”
Annuì, prendendomi la mano e baciandone il dorso.
Rimanemmo così, con la mano intrecciata mentre il preside Turner  e Eric facevano i loro discorsi un po’ retorici sul futuro che ci si apriva davanti e sulle nostre possibilità di successo.
Io ero tranquilla. Avevo già la più grande felicità che potessi desiderare. Anzi…addirittura c’era una doppia dose in arrivo.
Mi carezzai la pancia.
Andava tutto bene.
Anche se…quella strana sensazione non si decideva a sparire. E non sapevo perché.


EDWARD POV
Bella si alzò prendendo un lungo respiro e io la aiutai ad uscire dalla fila in cui eravamo seduti. Non mi sentivo affatto tranquillo a lasciarla andare da sola.
Vedevo che il pancione la sbilanciava in avanti ma, sapevo anche che non mi avrebbe mai permesso di scortarla fin sul palco al sicuro tra le mie braccia.
Voleva farcela da sola.
“Stai attenta”
Mi sorrise alzando gli occhi al cielo”Sei paranoico. Non penso che partorirò sul palco”
Era costretta a stare dietro di me mentre ci avviavamo a ritirare il diploma, ma, almeno, era vicina ora che anche lei faceva Cullen di cognome.
Cercai di non immaginare  le tragedie che sarebbero potute capitare se fosse stata lontana da me…in fondo alla fila. Avrebbe potuto perdere l’equilibrio, inciampare nella toga, scivolare sul gradino…
“Edward” sentii Alice chiamarmi mentalmente “Scusa. Non riesco a vedere nulla con loro…”
Mi girai e fissai Jacob, seduto nelle ultime file.
Non si accorse neppure del mio sguardo: contemplava Bella in un modo che non mi piacque affatto.
Come se fosse il suo sole.
Come se fosse sua moglie.
Come se fosse sua..
Strinsi i pugni e mi costrinsi a non leggere i suoi pensieri.  Era già abbastanza difficile trattenere l’istinto di spaccargli di nuovo la mascella…
Tornai a concentrarmi su Bella. Era arrivata sana e salva a destinazione. Ormai era quasi il nostro turno. Il preside Turner aveva già iniziato a chiamare la lettera “C”.
Quando venne fatto il suo nome, Alice si alzò e volteggiò sul palco con leggiadria, a piccoli passetti, come una ballerina.
Ammiccò sorridente ai nostri genitori, abbagliando tutta la platea…
Sorrisi. Non poteva evitare di mettersi in mostra a un evento mondano.
Quando fu il mio turno me la sbrigai piuttosto velocemente. Volevo fare presto e arrivare dall’altra parte del palco così da poter accogliere la mia piccolina al sicuro contro il mio petto, una volta che avesse finito.
Il preside rabbrividì al contatto gelato della mia mano, ma ignorai la sua mente.
Ridiscesi dall’altra parte e osservai mia moglie avanzare per ritirare il suo diploma. Era un traguardo importante per lei. Doveva godersi la giornata ed essere felice.
Sperai che apprezzasse anche la piccola festicciola che la spettava a casa. Dopotutto fermare Alice era impossibile.
La osservai attentamente mentre avanzava: era splendida. E la toga gialla che indossava la faceva assomigliare ad un sole.
Il mio sole.
La luce che avrebbe riscaldato la mia eternità.
Si muoveva lentamente, a passi misurati.
Strinse la mano del preside Turner leggermente rossa in viso e , con l’altra, ritirò la sua pergamena.
In quell’istante qualcosa cambiò.
L’espressione sul suo viso cambiò.
Impallidì di colpo, il respiro le si fermò in gola, gli occhi sgranati.
Non capivo cosa stesse accadendo. Ero paralizzato.
Sentii Alice irrigidirsi al mio fianco.
Bella, allora, alzò lo sguardo, cercando il mio, mentre il preside e i ragazzi attorno a lei la fissavano confusi, inconsapevoli.
La musica che aveva accompagnato la cerimonia si fermò. Tutta la platea la fissava, senza capire il motivo dell’interruzione.
Mi riscossi immediatamente e cercai di avvicinarmi a lei cercando di scansare tutti quanti, costretto a muovermi ad una odiosissima velocità umana.
Quando la raggiunsi le sfiorai delicatamente il braccio. Avevo paura di toccarla,di farle male
“Isabella…si sente bene?” domandò il preside confuso.
Bella strinse la manica della mia toga con forza e mi fissò sconvolta. Le labbra tremanti, le guance di nuovo color porpora.
“Bella…”
“Edward “ mi interruppe lei “E’ ora. Mi…mi…mi si sono rotte le acque…”
Ehm ehm ehm...niente forconi ricordate il bene che mi volete. Okokkokok ...inizio a correre!!!!!!!!
   
 
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