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Autore: kyelenia    18/02/2010    2 recensioni
Assolutamente dracocentrica.. Questa volta è il nostro Malfoy a fare i conti, una volta come tante, con la difficoltà della vita.. Si vede scivolare tra le mani il suo Harry, l'amore della sua vita..
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia latita sul mio pc da circa un mese. E’ costituita da un prologo, tre capitoli, ed epilogo. Triste, tristissima, ma incredibilmente vera. E’ tutta scritta, ricopiata al computer per 3 parti di essa, quando avrò voglia finirò di copiare anche le altre. Io l’ho amata e l’ho sentita davvero mia, forse perché si avvicina leggermente a certi momenti della mia vita. Spero che possiate amarla pure voi!

Prologo

Voi sapete cosa significa essere felici? Io sì! Essere felici significa non avere bisogno di niente, rendersi conto che l’unica cosa che puoi desiderare è al tuo fianco. Essere felici significa svegliarsi ogni giorno con un ragazzo meraviglioso al proprio fianco. Io tredici anni fa ho finalmente scoperto cosa significa la parola FELICITA’. Per tutta la mia infanzia ed adolescenza felicità aveva significato ottenere l’approvazione di mio padre; a diciotto anni furono messe in crisi tutte le certezze su cui avevo fondato la mia vita fino a quel momento. Il momento in cui mi crollò tutto il mondo addosso fu quando fissai, al di sopra di una burrobirra, gli occhi di un certo moretto, vedendoli realmente per la prima volta. Cosa mi aveva spinto ad accettare l’invito di Potter? Non saprei dirlo con certezza neanche ora, a tredici anni di distanza. Forse è stata la mia omosessualità latente, forse era destino che accettassi, o forse, senza esserne cosciente, ero sempre stato follemente ed irrimediabilmente innamorato di Potter. Fatto sta che da quel giorno la mia vita cambiò radicalmente ed altrettanto irrimediabilmente. Riuscireste mai ad immaginare Draco Malfoy ed Harry Potter girare mano nella mano per Diagon Alley? E’ una visione a cui il mondo della magia si dovette abituare in fretta: io ed il mio ragazzo eravamo inseparabili; non importava dove ci trovassimo, io e lui eravamo una coppia ed eravamo fieri di mostrarlo al mondo. Assurdo! Draco Malfoy, re delle relazioni occasionali, si era lasciato incatenare da Harry Potter, e ne era ben felice! Era davvero bello ricevere quelle piccole attenzioni che solo la persona che ti ama ti sa dare, avere qualcuno con cui condividere le gioie e le soddisfazioni, i dolori e le delusioni; qualcuno da stupire superando te stesso e che si impegnava con tutto se stesso per renderti felice.
Eravamo stati in grado di distruggere il muro di odio che ci eravamo volontariamente costruiti intorno, riuscendo finalmente a mettere da parte i rancori ed i pregiudizi che non avevano mai lasciato spazio al nostro reale modo di essere. Ma in realtà insieme potevamo stare veramente bene, ed insieme l’avevamo capito.
Dopo due anni da quel primo appuntamento, in un’occasione vergognosamente romantica, chiesi ad Harry James Potter di diventare mio marito. Così in un’atipica giornata assolata inglese, in presenza di familiari, amici e metà del Mondo della Magia fummo uniti in matrimonio sotto lo sguardo ridente del sole. Sembrava che anche quello volesse essere partecipe di quella felice unione, atipica quanto la sua presenza nel cielo novembrino londinese. Inutile dire che il nostro fu il matrimonio del secolo: sontuoso, inaspettato, imprevedibile. Le redazioni dei giornali si deliziarono a parlare di noi: “L’ex Mangiamorte ed il Salvatore a nozze”, quasi lusinghiero come titolo per la prima pagina! “Risalterà ancora sotto l’abito da cerimonia del neo-sposo Malfoy il marchio nero dei tempi della guerra?”, un po’ meno delicata l’introduzione dell’articolo, che in seguito riportava un’accurata descrizione della cerimonia. In effetti su di noi c’era molto da dire; per evitare fughe di notizie avevamo impedito l’ingresso nella villa delle nozze ai giornalisti; ma si sa: questi trovano sempre il modo per avere le informazioni!
Pettegolezzi? Non ci toccavano minimamente! Per noi quella giornata significava soltanto che il nostro amore sarebbe durato per sempre. Ed anche davanti al giudice di pace avevamo pronunciato quelle parole “in ricchezza ed in povertà, in salute e in malattia, per sempre” perché sapevamo che neanche la morte ci avrebbe potuto separare.
Finalmente, a 21 anni di età, Draco Lucius Malfoy, quasi geneticamente programmato per essere infelice, aveva scoperto di poter essere felice, grazie ad Harry James Potter. Solo con lui ero completo, solo con lui posso essere completo. Per me la parola felicità coincide con un paio di splendidi occhi verde smeraldo, sentire il suo corpo contro il mio prima di addormentarmi, superare le difficoltà grazie alla forza del nostro amore. Ed il nostro amore fu sempre abbastanza forte per superare le difficoltà che ci ostacolavano il cammino cercando di farci capitolare di fronte ad esse. Ma noi non ci lasciavamo fermare da niente a nessuno, appagati l’uno dalla presenza dell’altro.
Passarono circa otto anni dal giorno del nostro matrimonio e noi eravamo più felici che mai.. Sembrerà, probabilmente, una di quelle assurde e sdolcinate favole babbane, ma per la prima volta la mia vita poteva essere definita tale. Il nostro amore era indistruttibile: mai un’incertezza, mai un allontanamento; soltanto qualche litigio. Più per il gusto di fare pace che per un valido motivo che desse inizio alle discussioni.
E una sera di tre anni fa, la sera in cui il mio cuore sembrò spezzarsi per la prima volta, era in corso uno dei soliti litigi. Harry era rimasto deluso dal mio rifiuto di accompagnarlo a comprare un nuovo divano per casa nostra. Io amavo veramente Harry, ma non potevo negarmi anche il più piccolo gesto dettato dal mio orgoglio purosangue, per lui l’avevo ingoiato già troppe volte. Come al solito il mio stupido amore insicuro l’aveva presa come una mancanza d’amore nei suoi confronti e ne era nato un litigio da fine del mondo. Mi stava urlando contro questa gravissima mancanza, quando lo vidi impallidire improvvisamente; devo ringraziare i miei riflessi acuiti da anni di quidditch se riuscii ad afferrarlo prima che cadesse per terra. Ringraziai anche le lezioni babbane di primo soccorso per la prontezza e la velocità con cui riuscii a rianimarlo. Inutile dire che nel momento in cui vidi il suo corpo afflosciarsi tra le mie braccia mi sembrò di morire. Non credevo che il cuore potesse frantumarsi, ma in quel momento dovetti ricredermi. Mi faceva male dentro il petto, come se fosse ridotto in tanti minuscoli frammenti affilati, che mi ferivano all’interno come schegge di vetro. Al momento ancora non avevo idea di cosa mi aspettasse, altrimenti quel dolore sarebbe stato considerato quasi piacevole. Infatti quello svenimento non fu un caso isolato; fu il primo di una lunga seria che segnò la mia condanna. Fu l’inizio della fine della mia vita.

 

   
 
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