*Guarda
spaventata, poi capisce che non c’è più
nessuno ad aspettarla, non c’è niente
di cui aver paura*
Qualsiasi
insulto, qualsiasi parolaccia, maledizione, imprecazione, me le merito
tutte.
Ammesso che ci sia ancora qualcuno nei paraggi, credo di no, quindi no
problem!
XD
E’
la
scuola, ragazzi, dovrebbero dichiararla illegale, altro che
obbligatoria!
La
mia
sta diventando pure pericolante!
Maaa,
bando alle ciance, vi lascio al capitolo, anche se prima devo fare dei
ringraziamenti:
Angelo,
sei il migliore, ma come fai a sopportarmi?
Carmi,
mia beta, ti ringrazio di tutto, forse mentre scrivo queste cose sarai
arrabbiata con me, ma ci tengo lo stesso a farti sapere che ti voglio
bene!
Eeeeli,
ma mi segui anche qui, che bello (ho gli occhi a cuoricino)
1918:
ricordavo Carlisle che sembrava stesse parlando con
qualcuno. "Ti prego, ti prego, dimmi che non l'ho ucciso, dimmi che non
l'
ho ucciso."
Ricordavo
gli ansiti eccitati di tutte le ragazze, quando
toccavo sapientemente il punto più sensibile di ognuna che
conoscevo
esattamente.
Ricordare
per me era un gesto semplice: era come mettere
in moto una cinepresa e vedere le cose passate con la stessa
intensità e
precisione delle cose presenti. La mia memoria non era come quella
umana,
debole, fragile e corrotta, piena di nebbia e oscurità. La
mia non aveva buchi,
non aveva imperfezioni. Era perfetta.
Tutto
quello che mi era stato donato dopo la
trasformazione era perfetto. E la perfezione non conosce eccezioni. E
allora
perché diavolo non riuscivo a leggere nella mente
dell'umana? In novant'anni di
perfezione, l'eccezione mi turbava.
E,
cosa non proprio matura, mi eccitava. Il conoscere
tutti i languori e gli appetiti delle mie amanti mi aiutava a
soddisfarle ed
appagarmi, ma con il tempo era diventato terribilmente noioso. Il sesso
ormai
era una routine. E io rigettavo categoricamente la monotonia. Questa
ragazza,
imprevedibile e strana, stuzzicava la mia fantasia, la
competitività con me
stesso. Ecco perché mi trovavo davanti la stanza 511, pronto
a tutto per
sedurre Bella. Che ironia, non era mai stato necessario per me aguzzare
l'ingegno per conquistare. Era evidente che questa ragazza costituiva
l'eccezione
all'abitudine che era la mia vita. Provai di nuovo a concentrarmi per
sondare
tutte le menti della gente nei dintorni. C'erano i discorsi
più disparati, i
pensieri più scabrosi, più stupidi. Ma dei suoi,
nessuna traccia. Come per la
mattina, la voce mentale più tartassante era fine, piccola e
insistente. Vedevo
attraverso i suoi occhi le pareti eleganti e sfarzose di color
bordeaux, il
letto a baldacchino, la bellezza indiscutibile dell'appartamento.
Bello
quanto non interessante.
Stavo
per scivolare da quella mente psicopatica, quando
un paio d'occhi, quegl' occhi, attirarono la mia attenzione.
Quelle
iridi, simili a due tazze di cioccolata calda,
erano invitanti per me come lo erano per gli umani quegli intrugli al
cacao.
Era impossibile ignorare il richiamo di rivederli, anche
indirettamente.
Mi
immersi completamente nella mente di quella Alice:
aveva, avevo davanti Bella, la
fronte
corrugata dalla...preoccupazione? Era strano provare ad interpretare le
emozioni di qualcuno, senza avere la certezza scontata di quali fossero.
"Alice!"
Bella stava chiaramente rimproverando
la sua amica. Lo capivo sia dalla sua espressione che dai pensieri di
Alice che
deridevano la ragazza per la sua bacataggine.
"Andiamo,
Bella! Non fare la nonnina!"
Bella
rispose con un tono di voce decisamente isterico.
"Alice!
Tu meglio di me dovresti sapere a cosa mi
riferisco! "
Alice
passò in rassegna il colorito della mia pelle, il
tono della mia voce. E alla fine si soffermò sui miei occhi.
Vidi le mie iridi
falsata di blu cobalto grazie alle lenti. I miei occhi le davano un
senso di
vittoria.
Io,
dal canto mio, ero impietrito. Cosa...?
"La
tua immaginazione corre un po’ troppo, mi sa!
Hai notato gli occhi?"
Bella
la guardò come a…volerla mordere.
“
Io sto parlando proprio degli occhi! Alice, è uno di
loro, riesco a riconoscere i segni che contradd…”
“Bella,
anche io so riconoscere i segni. E
so per certo che un vampiro non ha gli occhi AZZURRI!”
Vampiro?
Come
diavolo facevano quelle stupide…oh.
Vidi
un’immagini familiare passare per la testa di Alice.
Un istante, certo, ma tanto bastava.
Familiare,
tanto familiare.
Elaborai
tutto nello stesso momento in cui accaddero
altre due cose contemporaneamente;
Bella
rispose: “ I vampiri che conosciamo noi, hanno gli
occhi dorati, e non hanno bisogno di nasconderli al mondo. Ma, esistono
anche
gli altri vampiri, Alice. Non sono
tutti buoni come i Cullen, e…” Bella
continuò la sua spiegazione, ma non
serviva.
Alice
aveva già capito.
Nella
manciata di secondi in cui avvenne l’ultima parte
della conversazione, sentii l’odore familiare
di Jasper, e la furia irrefrenabile dei suoi pensieri. Prima
che potessi
anche solo pensare di aprir bocca per parlare, mi aveva già
preso per la gola.
«Non
ti uccido, fratello, perché sento il loro odore
nella stanza e il cuore battere. Ma ti giuro, Edward, ti giuro, che se
le
toccherai in qualsiasi modo, e in qualsiasi senso, niente, nemmeno
l’affetto
che provo per te, l’attaccamento alla nostra famiglia, mi
fermerà
dall’ucciderti.
Loro
sono le persone più importanti di tutta la mia vita.
Sono
la mia vita.»
Avrebbe
potuto tranquillamente far scorrere le parole
nella sua mente, ma aveva parlato, in un modo che, se avessi avuto
ancora la
concezione del freddo, mi avrebbe fatto rabbrividire.
Non
temevo uno scontro con Jasper, sapevo che il mio dono
lo avrebbe danneggiato.
Temevo
lo scontro in sé, temevo di combattere seriamente
con mio fratello. La sua ira era una dimostrazione tangibile che le sue
parole
non erano affatto esagerate.
Tolse
la sua mano dal mio collo, sentendo la mia ansia.
Non
mi avrebbe ascoltato se gli avessi detto che non
avevo paura di lui.
Era
passato un anno e mezzo dall’ultima volta che lo
avevo visto, ed un anno da quando ci eravamo sentiti.
Ovviamente
non era cambiato di una virgola, fisicamente.
Eppure…era
completamente diverso: i suoi pensieri, le sue
emozioni. Era terrorizzato, all’idea che potesse accadere
qualcosa a quelle due
umane l’ha dentro.
Vedere
Jasper spaventato faceva un certo effetto: era
sempre l’immagine della compostezza, della
solidità. Sentirlo, vederlo fragile
in balia dell’affetto incondizionato era davvero
un’esperienza più unica che
rara.
Cercai qualcosa di
sarcastico per mascherare lo sgomento, come se tra di noi ci si potesse
“nascondere” qualcosa.
«Ciao
anche a te, fratello. Anche io ti trovo bene»
Jasper
alzò gli occhi al cielo, ancora per niente calmo.
«Non
voglio neanche pensare a cosa sarebbe successo se…
»
non continuò a voce, ma l’immagine mentale era
talmente limpida che le parole
sarebbero solo state superflue:
c’ero
io, a petto nudo sul letto dell’isola d’Esme,
affiancato da due corpi prosciugati della loro vita.
C’era
così tanto dolore e disperazione in
quell’immagine,
che per un attimo, l’idea di uccidere Bella ed Alice fece
male pure a me.
La
sua mente era così piena di angoscia, da non riuscire
a scorgere neanche il motivo che la causava.
«Jasper,
mi spieghi che cazzo…» di nuovo, altre immagini,
resero le parole inutili.
Lui
e Alice, mentre lei strofinava il suo nasino sottile
appena sotto il suo mento.
O
mentre si…baciavano?
Mio
fratello aveva una relazione con una umana?
Mio
fratello Jasper, quel Jasper?
Non
riuscii neanche concentrarmi sul mio sgomento, preso
com’ero da quelle immagini.
Dalla
dolcezza, la semplicità di cui era intriso quel
bacio.
Le
loro labbra si muovevano delicate, gentili, ma non per
questo meno appassionate. Erano lente perché desiderose di
assaggiarsi,
scoprirsi, attimo per attimo.
Per
una frazione di secondo, comparai quel piccolo,
innocuo contatto, ai migliaia di baci infuocati che avevo dato io nella
mia
ricca carriera. Scoprii che non si poteva operare un paragone, il mio brillante curriculum scompariva, di fronte ad una
tale adorazione. Sempre per
la stessa frazione di secondo, provai invidia per mio fratello, capace
di
provare sensazioni tanto potenti ed uniche.
Forse
fu questo che lo portò a cambiare immagine mentale;
vidi
Jasper abbracciare una figura che in quelle poche
ore avevo imparato a conoscere molto bene. Si notava subito come
l’affetto che
li legava fosse qualcosa di diverso.
Non
c’era nessuna lussuria fisica, solo…amicizia.
Bella
e Jasper, che giocosamente si tiravano i capelli:
lui, con molta attenzione, lei,
con tutta
la forza di cui disponeva.
Non
era molto sensato, ragionevole, normale.
Ma
mi uscì fuori una risatina con cui provai a
smascherare l’ondata di invidia, diecimila volte superiore a
quella di pochi
istanti prima, per quei momenti così…fraterni,
così…intimi.
Jasper
mi guardò male:
“Per
me non sono dei giocattolini, Edward. Non hai motivo di essere
invidioso”
Già,
altro che risatina. Dannazione a lui e al suo
fottuto potere.
«Bè,
mi hai strangolato, minacciato di morte e tutto.
Adesso dovresti presentarmi la tua dolce metà. E, se questo
può rassicurarti,
non ha affatto un odore invitante per me. Altro discorso per Bella, ma
a quanto
sembra non le sto simpatico…».
Mi
prese per la camicia, sentii chiaramente i fili del
cotone staccarsi:
«
Ti uccido, Edward.» non era minaccioso, adirato,
incazzato.
Stava
soltanto facendo una constatazione che per lui era
ovvia.
Sbuffai:
« Jasper, lo capiresti se stessi mentendo. Lo
capisci sempre».
Lasciò
andare la mia camicia, che aveva un buco enorme
all’altezza del colletto.
«Lo
so che dici sul serio, altrimenti saresti già un
cumulo di cenere», finalmente, vidi spuntare
un’ombra di sorriso tra le sue
labbra.
Sbuffai
di nuovo: «Come siamo modesti!».
Ridacchiò:
«Io userei il termine “realisti”.
Vieni fratello, ti devo far conoscere la donna della
mia vita, e la mia migliore amica»
«Sto
per vomitare l’ultimo sangue che ho bevuto. Chi è
che era? –mi finsi pensoso- ah sì, quella biondina
del Michigan…».
Jasper
si irrigidì di colpo, proprio la reazione che mi
aspettavo.
“Ti
prego, non dire una cosa del genere davanti a loro. Alice è
un tipo
tosto, ma Bella si terrorizza, anche se non lo ammette mai, non a voce
almeno,
ma da quando in qua tu non puoi sap…”
«Io
non riesco a leggere la mente di Bella, Jasper» lo
interruppi.
Mi
liquidò con un: «Ah».
Eravamo
davanti la porta della loro stanza, era troppo
ansioso per quello che stava per fare, per pensare ad altro.
«Non
le mordo, non preoccuparti» dissi annoiato.
Quante
cazzo di paranoie per due fottute umane!
Sapevo
perfettamente perché mi voleva presentare a loro,
cercava di mimetizzarlo tra i suoi pensieri, ma non ero tanto stupido
da farmi
incartare così facilmente.
Non
ci teneva più di tanto a far conoscere alle
“ragazze
più importanti della sua vita” il suo caro
fratello vampiro cattivo, voleva più
assicurarsi anzi, che dopo avermi presentato come tale, Alice e Bella
si
sarebbero tenute alla larga da me.
Jasper
bussò alla porta, e sentii la curiosità di Alice
mentre veniva ad aprire, mentre, grazie a Jasper, sentivo il moto
ansioso di
Bella.
Alice
spalancò la porta dopo pochi istanti. I suoi occhi
si dilatarono per la sorpresa, con molta probabilità le
sarebbero usciti fuori
dalle orbite:
«Amore
miooooooo!» come diavolo faceva a gridare così
forte?
Sentii
i pensieri di Jasper prendere il volo, alla sua
vista. Era come se…all’improvviso si sentii
perfetto, completo. Con uno scopo
nella vita.
La
attirò a sé con entrambe le mani, e senza sforzo,
la
sollevò da terra.
Alice
era così piccola in confronto a lui, eppure
apparivano così perfetti, proporzionati.
Non
avrei mai affibbiato questi aggettivi a un vampiro e
un’umana che stavano insieme, non avrei mai neanche pensato
che ci potesse
essere…amore.
Sì,
perché di amore si trattava.
Dopo
quattro minuti e trentasei secondi, in cui Alice
faceva la finta offesa perché aveva chiesto a Jasper di
passare un po’ di tempo
tra ragazze, lui che si scusava e le diceva che troppo tempo lontano da
lei non
riusciva a stare, lei che lo perdonava e diceva che effettivamente
già le
mancava, lo strazio finì.
O
cominciò, perché i pensieri di Jasper mutarono da
euforici a preoccupati.
Alice
non si era ancora accorta della mia presenza, un
po’ perché troppo presa dal suo amore, un
po’ perché mi ero messo in disparte.
«Alice,
ci fai entrare?» indicò anche me per giustificare
il plurale.
La
mente di Alice si fece in un attimo un ricettacolo di
varie emozioni, sensazioni, pensieri.
“
E’ lui. Oh Dio, ho paura. Ma Jasper…Perfetto! Ho
ragione io, Bella i suoi
film dell’orrore può anche metterseli….
E se invece… Scommetto che è qui per
Bella. Sìììì! Potere dello
scettro lunare, vieni a me!! Ecco a voi, Sailor
Cupido! Forse dovrei smetterla di pensare cose tanto stupide, Jasper
potrebbe
accorgersi che mi sto vergognando di me stessa in questo momento. Ah,
che bello
che è il mio Jasper. Ha seguito alla perfezione la lista dei
vestiti che gli ho
detto di mettersi, forse sto divagando. Come mi devo comportare?
Allegra e
solare, professionale e distaccata?
Professionale?
Che diamine c’entr…”
«Ciao,
Edward!» aveva scelto l’opzione “allegra
e simpatica”, e cercai con
tutte le mie forze di non riderle in faccia. Che ragazza ridicola!
Però
su una cosa aveva ragione.
Scommetteva
forte, Alice, scommetteva anche bene.
Jasper
notò il mio divertimento e scosse la testa
sorridente, poi accarezzò la guancia di Alice e disse:
«Tesoro,
ci fai entrare o no?»
«Certo!
Scusate, a volte sono un po’ sbadata. Entrate
pure, anche tu Edward, non fare il timido!» non provai
neanche a sentire tutte
le macchinazioni mentali che c’erano state dietro a quella
frase.
Le
sorrisi, cercando di essere il più cordiale possibile.
Era pur sempre la ragazza, umana, di mio fratello.
«Non
sono timido, ciao, Alice- ero già entrato nella
stanza, e vidi Bella appollaiata nel letto con gli occhi sbarrati- ciao
anche a
te, Bella»
Giuro,
non l’avevo fatto apposta. Ma avevo allargato di
almeno quindici centimetri il mio sorriso quando l’avevo
vista.
Il
suo cuore cominciò a galoppare frenetico, e sempre e
solo grazie a Jasper, sentii che aveva paura. Si girò verso
mio fratello e lo
guardò ad occhi sgranati:
«Jasper,
che ci fai tu qui? Mi spiegate che diavolo sta
succedendo? E’ una delle tue baggianate, vero Alice? Volete
farmi impazzire?
Perché se è così vorrei informarvi che
ci state riuscendo! Diamine se ci state
riuscendo!» Bella era sull’orlo di una crisi di
nervi, non serviva essere bravi
quanto mio fratello per capirlo.
Jasper
le andò incontro e le sorrise comprensivo.
«E’
tutto apposto Bella, calmati» non era un consiglio,
Jasper non dava mai “consigli”
sull’umore, lo cambiava e basta.
Le
pizzicò piano una guancia, come fosse una bambina
spaventata dai tuoni.
La
guardò fisso negli occhi, poi si rivolse ad Alice, e
alla fine, lanciò un’occhiata sprezzante a me:
«Hai
ragione, Bella, vi devo delle spiegazioni»
Il
mio pc è strano. Bè, ora non lo è
più, comunque XD
Scusate
se vi lascio così, ma se non avessi aggiornato
ora, non so quando avrei potuto farlo.
Sapete
che vado a Volterra?
Ok,
non vi interessa, rispondo alle recensioni:
Patapolo:
Grazie *.* Grazie, grazie, grazie, grazie! Ho
già detto grazie? XD
C’ho
messo un secolo a continuarla, mi dispiace, spero tu
mi segua lo stesso ;)
Bacio.
Pinkgirl:
Ciao, membro onorario! Ok, magari non ricordi
neanche a cosa mi riferisco, con tutto il tempo che è
passato, ma va bè =)
Ecco
un nuovo sviluppo, cara.
Ti
prego, seguimi ancora *.*
Carmy18:
guarda che lo capisco quando sei arrabbiata con
me, eh! So già cosa starai pensando, ma devi capire che il
voto di condotta per
me è importante, potrebbe determinare il punto in
più, voi partite già da nove,
io potrò avere massimo otto, non posso permettermi di avere
di meno! Comunque,
ecco il capitolo, che questa volta è semibetato XD
Asfe:Grazie
cara, eeeh già, Edward è così
complicato -.- Perché
legge nel pensiero, e quindi conosce il pensiero di tutti, e addio
effetto
sorpresa >_< . Ma si fa quel che si può XD
Spero
di non averti annoiata, e soprattutto che
continuerai a seguirmi, dopo quest’era glaciale che
è calata sulla storia =D
Elyyyyyy:
Ma grazie grazie =) Che bello sapere che leggi
ancora le mie pazzie XD
Il
periodo di stress per me non è ancora finito -.-
Aspetto con ansia la Toscana, e soprattutto un paesino, mah non so se
ne hai
sentito parlare, Volterra… XDDD
WAAAAAA
Posso gridare? Qui su EFP sììì XD
Un
bacio tesoooo TvB!