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Autore: angiiie    18/02/2010    4 recensioni
Allora, innanzitutto bisogna specificare che questo non è altro che un esperimento. Una prova. Non  ho mai scritto una storia su Twilight, quindi spero di non farmi uccidere. Non ho visto storie del genere in giro, almeno mi pare, ma se qualcuno vede che la mia storia sta in qualche modo plagiando la sua me lo dica subito, che mi metto direttamente da parte ^^. Questa storia parte da un capovolgimento essenziale: e se Edward non accettasse la morale bizzarra dei vampiri vegetariani? Se scegliesse di diventare il protagonista di una delle leggende più spaventosi della tribù dei Ticune? Vi ricordate Breaking Dawn, quando Edward parla a Bella del Lobishomen, un vampiro che si nutre di belle donne, e se Edward, non avendo ancora incontrato Bella, facesse suo questo personaggio? Cosa succederà quando incontrerà Bella Swan?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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*Guarda spaventata, poi capisce che non c’è più nessuno ad aspettarla, non c’è niente di cui aver paura*

Qualsiasi insulto, qualsiasi parolaccia, maledizione, imprecazione, me le merito tutte. Ammesso che ci sia ancora qualcuno nei paraggi, credo di no, quindi no problem! XD

E’ la scuola, ragazzi, dovrebbero dichiararla illegale, altro che obbligatoria!

La mia sta diventando pure pericolante!

Maaa, bando alle ciance, vi lascio al capitolo, anche se prima devo fare dei ringraziamenti:

Angelo, sei il migliore, ma come fai a sopportarmi?

Carmi, mia beta, ti ringrazio di tutto, forse mentre scrivo queste cose sarai arrabbiata con me, ma ci tengo lo stesso a farti sapere che ti voglio bene!

Eeeeli, ma mi segui anche qui, che bello (ho gli occhi a cuoricino)

 

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1918: ricordavo Carlisle che sembrava stesse parlando con qualcuno. "Ti prego, ti prego, dimmi che non l'ho ucciso, dimmi che non l' ho ucciso."

Ricordavo gli ansiti eccitati di tutte le ragazze, quando toccavo sapientemente il punto più sensibile di ognuna che conoscevo esattamente.

Ricordare per me era un gesto semplice: era come mettere in moto una cinepresa e vedere le cose passate con la stessa intensità e precisione delle cose presenti. La mia memoria non era come quella umana, debole, fragile e corrotta, piena di nebbia e oscurità. La mia non aveva buchi, non aveva imperfezioni. Era perfetta.

Tutto quello che mi era stato donato dopo la trasformazione era perfetto. E la perfezione non conosce eccezioni. E allora perché diavolo non riuscivo a leggere nella mente dell'umana? In novant'anni di perfezione, l'eccezione mi turbava.

E, cosa non proprio matura, mi eccitava. Il conoscere tutti i languori e gli appetiti delle mie amanti mi aiutava a soddisfarle ed appagarmi, ma con il tempo era diventato terribilmente noioso. Il sesso ormai era una routine. E io rigettavo categoricamente la monotonia. Questa ragazza, imprevedibile e strana, stuzzicava la mia fantasia, la competitività con me stesso. Ecco perché mi trovavo davanti la stanza 511, pronto a tutto per sedurre Bella. Che ironia, non era mai stato necessario per me aguzzare l'ingegno per conquistare. Era evidente che questa ragazza costituiva l'eccezione all'abitudine che era la mia vita. Provai di nuovo a concentrarmi per sondare tutte le menti della gente nei dintorni. C'erano i discorsi più disparati, i pensieri più scabrosi, più stupidi. Ma dei suoi, nessuna traccia. Come per la mattina, la voce mentale più tartassante era fine, piccola e insistente. Vedevo attraverso i suoi occhi le pareti eleganti e sfarzose di color bordeaux, il letto a baldacchino, la bellezza indiscutibile dell'appartamento.

Bello quanto non interessante.

Stavo per scivolare da quella mente psicopatica, quando un paio d'occhi, quegl' occhi, attirarono la mia attenzione.

Quelle iridi, simili a due tazze di cioccolata calda, erano invitanti per me come lo erano per gli umani quegli intrugli al cacao. Era impossibile ignorare il richiamo di rivederli, anche indirettamente.

Mi immersi completamente nella mente di quella Alice: aveva, avevo davanti Bella, la fronte corrugata dalla...preoccupazione? Era strano provare ad interpretare le emozioni di qualcuno, senza avere la certezza scontata di quali fossero.

"Alice!" Bella stava chiaramente rimproverando la sua amica. Lo capivo sia dalla sua espressione che dai pensieri di Alice che deridevano la ragazza per la sua bacataggine.

"Andiamo, Bella! Non fare la nonnina!"

Bella rispose con un tono di voce decisamente isterico.

"Alice! Tu meglio di me dovresti sapere a cosa mi riferisco! "

Alice passò in rassegna il colorito della mia pelle, il tono della mia voce. E alla fine si soffermò sui miei occhi. Vidi le mie iridi falsata di blu cobalto grazie alle lenti. I miei occhi le davano un senso di vittoria.

Io, dal canto mio, ero impietrito. Cosa...?

"La tua immaginazione corre un po’ troppo, mi sa! Hai notato gli occhi?"

Bella la guardò come a…volerla mordere.

“ Io sto parlando proprio degli occhi! Alice, è uno di loro, riesco a riconoscere i segni che contradd…”

“Bella, anche io so riconoscere i segni. E so per certo che un vampiro non ha gli occhi AZZURRI!”

Vampiro?

Come diavolo facevano quelle stupide…oh.

Vidi un’immagini familiare passare per la testa di Alice. Un istante, certo, ma tanto bastava.

Familiare, tanto familiare.

Elaborai tutto nello stesso momento in cui accaddero altre due cose contemporaneamente;

Bella rispose: “ I vampiri che conosciamo noi, hanno gli occhi dorati, e non hanno bisogno di nasconderli al mondo. Ma, esistono anche gli altri vampiri, Alice. Non sono tutti buoni come i Cullen, e…” Bella continuò la sua spiegazione, ma non serviva.

Alice aveva già capito.

Nella manciata di secondi in cui avvenne l’ultima parte della conversazione, sentii l’odore familiare di Jasper, e la furia irrefrenabile dei suoi pensieri. Prima che potessi anche solo pensare di aprir bocca per parlare, mi aveva già preso per la gola.

«Non ti uccido, fratello, perché sento il loro odore nella stanza e il cuore battere. Ma ti giuro, Edward, ti giuro, che se le toccherai in qualsiasi modo, e in qualsiasi senso, niente, nemmeno l’affetto che provo per te, l’attaccamento alla nostra famiglia, mi fermerà dall’ucciderti.

Loro sono le persone più importanti di tutta la mia vita.

Sono la mia vita.»

Avrebbe potuto tranquillamente far scorrere le parole nella sua mente, ma aveva parlato, in un modo che, se avessi avuto ancora la concezione del freddo, mi avrebbe fatto rabbrividire.

Non temevo uno scontro con Jasper, sapevo che il mio dono lo avrebbe danneggiato.

Temevo lo scontro in sé, temevo di combattere seriamente con mio fratello. La sua ira era una dimostrazione tangibile che le sue parole non erano affatto esagerate.

Tolse la sua mano dal mio collo, sentendo la mia ansia.

Non mi avrebbe ascoltato se gli avessi detto che non avevo paura di lui.

Era passato un anno e mezzo dall’ultima volta che lo avevo visto, ed un anno da quando ci eravamo sentiti.

Ovviamente non era cambiato di una virgola, fisicamente.

Eppure…era completamente diverso: i suoi pensieri, le sue emozioni. Era terrorizzato, all’idea che potesse accadere qualcosa a quelle due umane l’ha dentro.

Vedere Jasper spaventato faceva un certo effetto: era sempre l’immagine della compostezza, della solidità. Sentirlo, vederlo fragile in balia dell’affetto incondizionato era davvero un’esperienza più unica che rara.

Cercai  qualcosa di sarcastico per mascherare lo sgomento, come se tra di noi ci si potesse “nascondere” qualcosa.

«Ciao anche a te, fratello. Anche io ti trovo bene»

Jasper alzò gli occhi al cielo, ancora per niente calmo.

«Non voglio neanche pensare a cosa sarebbe successo se… » non continuò a voce, ma l’immagine mentale era talmente limpida che le parole sarebbero solo state superflue:

c’ero io, a petto nudo sul letto dell’isola d’Esme, affiancato da due corpi prosciugati della loro vita.

C’era così tanto dolore e disperazione in quell’immagine, che per un attimo, l’idea di uccidere Bella ed Alice fece male pure a me.

La sua mente era così piena di angoscia, da non riuscire a scorgere neanche il motivo che la causava.

«Jasper, mi spieghi che cazzo…» di nuovo, altre immagini, resero le parole inutili.

Lui e Alice, mentre lei strofinava il suo nasino sottile appena sotto il suo mento.

O mentre si…baciavano?

Mio fratello aveva una relazione con una umana?

Mio fratello Jasper, quel Jasper?

Non riuscii neanche concentrarmi sul mio sgomento, preso com’ero da quelle immagini.

Dalla dolcezza, la semplicità di cui era intriso quel bacio.

Le loro labbra si muovevano delicate, gentili, ma non per questo meno appassionate. Erano lente perché desiderose di assaggiarsi, scoprirsi, attimo per attimo.

Per una frazione di secondo, comparai quel piccolo, innocuo contatto, ai migliaia di baci infuocati che avevo dato io nella mia ricca carriera. Scoprii che non si poteva operare un paragone,  il mio brillante curriculum scompariva, di fronte ad una tale adorazione. Sempre per la stessa frazione di secondo, provai invidia per mio fratello, capace di provare sensazioni tanto potenti ed uniche.

Forse fu questo che lo portò a cambiare immagine mentale;

vidi Jasper abbracciare una figura che in quelle poche ore avevo imparato a conoscere molto bene. Si notava subito come l’affetto che li legava fosse qualcosa di diverso.

Non c’era nessuna lussuria fisica, solo…amicizia.

Bella e Jasper, che giocosamente si tiravano i capelli: lui, con molta attenzione, lei, con tutta la forza di cui disponeva.

Non era molto sensato, ragionevole, normale.

Ma mi uscì fuori una risatina con cui provai a smascherare l’ondata di invidia, diecimila volte superiore a quella di pochi istanti prima, per quei momenti così…fraterni, così…intimi.

Jasper mi guardò male:

“Per me non sono dei giocattolini, Edward. Non hai motivo di essere invidioso”

Già, altro che risatina. Dannazione a lui e al suo fottuto potere.

«Bè, mi hai strangolato, minacciato di morte e tutto. Adesso dovresti presentarmi la tua dolce metà. E, se questo può rassicurarti, non ha affatto un odore invitante per me. Altro discorso per Bella, ma a quanto sembra non le sto simpatico…».

Mi prese per la camicia, sentii chiaramente i fili del cotone staccarsi:

« Ti uccido, Edward.» non era minaccioso, adirato, incazzato.

Stava soltanto facendo una constatazione che per lui era ovvia.

Sbuffai: « Jasper, lo capiresti se stessi mentendo. Lo capisci sempre».

Lasciò andare la mia camicia, che aveva un buco enorme all’altezza del colletto.

«Lo so che dici sul serio, altrimenti saresti già un cumulo di cenere», finalmente, vidi spuntare un’ombra di sorriso tra le sue labbra.

Sbuffai di nuovo: «Come siamo modesti!».

Ridacchiò: «Io userei il termine “realisti”. Vieni fratello, ti devo far conoscere la donna della mia vita, e la mia migliore amica»

«Sto per vomitare l’ultimo sangue che ho bevuto. Chi è che era? –mi finsi pensoso- ah sì, quella biondina del Michigan…».

Jasper si irrigidì di colpo, proprio la reazione che mi aspettavo.

“Ti prego, non dire una cosa del genere davanti a loro. Alice è un tipo tosto, ma Bella si terrorizza, anche se non lo ammette mai, non a voce almeno, ma da quando in qua tu non puoi sap…”

«Io non riesco a leggere la mente di Bella, Jasper» lo interruppi.

Mi liquidò con un: «Ah».

Eravamo davanti la porta della loro stanza, era troppo ansioso per quello che stava per fare, per pensare ad altro.

«Non le mordo, non preoccuparti» dissi annoiato.

Quante cazzo di paranoie per due fottute umane!

Sapevo perfettamente perché mi voleva presentare a loro, cercava di mimetizzarlo tra i suoi pensieri, ma non ero tanto stupido da farmi incartare così facilmente.

Non ci teneva più di tanto a far conoscere alle “ragazze più importanti della sua vita” il suo caro fratello vampiro cattivo, voleva più assicurarsi anzi, che dopo avermi presentato come tale, Alice e Bella si sarebbero tenute alla larga da me.

Jasper bussò alla porta, e sentii la curiosità di Alice mentre veniva ad aprire, mentre, grazie a Jasper, sentivo il moto ansioso di Bella.

Alice spalancò la porta dopo pochi istanti. I suoi occhi si dilatarono per la sorpresa, con molta probabilità le sarebbero usciti fuori dalle orbite:

«Amore miooooooo!» come diavolo faceva a gridare così forte?

Sentii i pensieri di Jasper prendere il volo, alla sua vista. Era come se…all’improvviso si sentii perfetto, completo. Con uno scopo nella vita.

La attirò a sé con entrambe le mani, e senza sforzo, la sollevò da terra.

Alice era così piccola in confronto a lui, eppure apparivano così perfetti, proporzionati.

Non avrei mai affibbiato questi aggettivi a un vampiro e un’umana che stavano insieme, non avrei mai neanche pensato che ci potesse essere…amore.

Sì, perché di amore si trattava.

Dopo quattro minuti e trentasei secondi, in cui Alice faceva la finta offesa perché aveva chiesto a Jasper di passare un po’ di tempo tra ragazze, lui che si scusava e le diceva che troppo tempo lontano da lei non riusciva a stare, lei che lo perdonava e diceva che effettivamente già le mancava, lo strazio finì.

O cominciò, perché i pensieri di Jasper mutarono da euforici a preoccupati.

Alice non si era ancora accorta della mia presenza, un po’ perché troppo presa dal suo amore, un po’ perché mi ero messo in disparte.

«Alice, ci fai entrare?» indicò anche me per giustificare il plurale.

La mente di Alice si fece in un attimo un ricettacolo di varie emozioni, sensazioni, pensieri.

“ E’ lui. Oh Dio, ho paura. Ma Jasper…Perfetto! Ho ragione io, Bella i suoi film dell’orrore può anche metterseli…. E se invece… Scommetto che è qui per Bella. Sìììì! Potere dello scettro lunare, vieni a me!! Ecco a voi, Sailor Cupido! Forse dovrei smetterla di pensare cose tanto stupide, Jasper potrebbe accorgersi che mi sto vergognando di me stessa in questo momento. Ah, che bello che è il mio Jasper. Ha seguito alla perfezione la lista dei vestiti che gli ho detto di mettersi, forse sto divagando. Come mi devo comportare? Allegra e solare, professionale e distaccata?

Professionale? Che diamine c’entr…”

«Ciao, Edward!» aveva scelto l’opzione “allegra e simpatica”, e cercai con tutte le mie forze di non riderle in faccia. Che ragazza ridicola!

Però su una cosa aveva ragione.

Scommetteva forte, Alice, scommetteva anche bene.

Jasper notò il mio divertimento e scosse la testa sorridente, poi accarezzò la guancia di Alice e disse:

«Tesoro, ci fai entrare o no?»

«Certo! Scusate, a volte sono un po’ sbadata. Entrate pure, anche tu Edward, non fare il timido!» non provai neanche a sentire tutte le macchinazioni mentali che c’erano state dietro a quella frase.

Le sorrisi, cercando di essere il più cordiale possibile. Era pur sempre la ragazza, umana, di mio fratello.

«Non sono timido, ciao, Alice- ero già entrato nella stanza, e vidi Bella appollaiata nel letto con gli occhi sbarrati- ciao anche a te, Bella»

Giuro, non l’avevo fatto apposta. Ma avevo allargato di almeno quindici centimetri il mio sorriso quando l’avevo vista.

Il suo cuore cominciò a galoppare frenetico, e sempre e solo grazie a Jasper, sentii che aveva paura. Si girò verso mio fratello e lo guardò ad occhi sgranati:

«Jasper, che ci fai tu qui? Mi spiegate che diavolo sta succedendo? E’ una delle tue baggianate, vero Alice? Volete farmi impazzire? Perché se è così vorrei informarvi che ci state riuscendo! Diamine se ci state riuscendo!» Bella era sull’orlo di una crisi di nervi, non serviva essere bravi quanto mio fratello per capirlo.

Jasper le andò incontro e le sorrise comprensivo.

«E’ tutto apposto Bella, calmati» non era un consiglio, Jasper non dava mai “consigli” sull’umore, lo cambiava e basta.

Le pizzicò piano una guancia, come fosse una bambina spaventata dai tuoni.

La guardò fisso negli occhi, poi si rivolse ad Alice, e alla fine, lanciò un’occhiata sprezzante a me:

«Hai ragione, Bella, vi devo delle spiegazioni»

 ****************************************

Il mio pc è strano. Bè, ora non lo è più, comunque XD

Scusate se vi lascio così, ma se non avessi aggiornato ora, non so quando avrei potuto farlo.

Sapete che vado a Volterra?

Ok, non vi interessa, rispondo alle recensioni:

Patapolo: Grazie *.* Grazie, grazie, grazie, grazie! Ho già detto grazie? XD

C’ho messo un secolo a continuarla, mi dispiace, spero tu mi segua lo stesso ;)

Bacio.

Pinkgirl: Ciao, membro onorario! Ok, magari non ricordi neanche a cosa mi riferisco, con tutto il tempo che è passato, ma va bè =)

Ecco un nuovo sviluppo, cara.

Ti prego, seguimi ancora *.*

Carmy18: guarda che lo capisco quando sei arrabbiata con me, eh! So già cosa starai pensando, ma devi capire che il voto di condotta per me è importante, potrebbe determinare il punto in più, voi partite già da nove, io potrò avere massimo otto, non posso permettermi di avere di meno! Comunque, ecco il capitolo, che questa volta è semibetato XD

Asfe:Grazie cara, eeeh già, Edward è così complicato -.- Perché legge nel pensiero, e quindi conosce il pensiero di tutti, e addio effetto sorpresa >_< . Ma si fa quel che si può XD

Spero di non averti annoiata, e soprattutto che continuerai a seguirmi, dopo quest’era glaciale che è calata sulla storia =D

Elyyyyyy: Ma grazie grazie =) Che bello sapere che leggi ancora le mie pazzie XD

Il periodo di stress per me non è ancora finito -.- Aspetto con ansia la Toscana, e soprattutto un paesino, mah non so se ne hai sentito parlare, Volterra… XDDD

WAAAAAA Posso gridare? Qui su EFP sììì XD

Un bacio tesoooo TvB!

  
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