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Autore: NikiBeast    18/02/2010    1 recensioni
Eravamo appena tornati dal tour quando la vidi. Era bella, di una bellezza non comune. Sembrava un angelo, anzi forse, lo era.
Genere: Romantico, Triste, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                         ҒιŊ ∂σνӘ αЯяινα ι νӘитσ


Buonasera a tutti! Come vaaa???? *_* Io presto morirò dato che fra un paio di giorni consegnano le pagelle u.u Siamo messi bene u.u Ma comunque andiamo ai soliti ringraziamenti u.u
frei_niahl: Pure io adoro Twilight, ma fra i libri che parlano dei vampiri preferisco “Il diario del vampiro” u.u Comunque mi aggiungi su msn? *-*
Dragona: Beh, non ti ho lasciato sulle spine per molto.. No?? xD
SkyIsSoBlue2: Soreeeee *____* Ma quanto sei stupidaaa? *_*

Capitolo 6

Lo guardai a lungo, percependo l’insicurezza della sua decisione. Capii che avevo sbagliato a porgli quella domanda. Sapevo che non sarebbe stato pronto a diventare un mostro, a diventare come me. Avevo paura pure io. E se l’avessi ucciso? Se non fossi riuscita a fermarmi? Sfiorai il suo viso con le mie mani fredde e marmoree. Le sue guancie erano calde. Mi piaceva da morire quella sensazione. Era come se ghiaccio e fuoco s’incontrassero. Mi avvicinai a lui e baciai dolcemente il suo collo. Sentivo il sangue scorrere sotto la sua calda pelle. Avevo fatto di un ragazzo buono e puro, un ragazzo gelido. Non si comportava più come prima. Litigava continuamente con suo fratello, con sua madre. Mentre con me continuava ad essere quello di sempre. Con suo fratello il rapporto si stava spezzando. I canini si allungarono al battito accelerato del suo cuore. Il “mostro” prese il controllo di me, non potevo far nulla per fermare quella sete. Mi spostai da lui e cercai di non mostrargli i denti. Sentivo i canini pungere l’interno delle mie labbra, provavo uno strano fastidio. Era questo ciò che provava lui quando lo mordevo? Io non ricordavo cosa sentivo quando Gustav beveva da me.
“Se.. Se hai sete, io sono qui..”
Lo guardai. Non potevo farlo, l’avrei ucciso. Mi girai e uscii senza prendere né borsa né telefono.
Il caldo era incredibile, e in Germania era quasi innaturale. Volevo scendere in centro, ma nutrirmi di qualcuno in quel posto sarebbe stato alquanto difficile. Continuavo a pensare a lui. Camminavo a passi piccoli e rapidi. Uno strano senso di sonnolenza s’impadronì di me. Volevo tornare a casa ma mi sentivo disorientata. Non riuscivo più a ragionare, ero debole. Un giramento di testa mi fece cadere. Un signore, molto gentile mi aiutò.
“Signorina, sta bene?”
Lo guardavo senza capire. Ero in uno stato confusionale. Non capivo più nulla. Vedevo girare tutto. Eppure quel viso io l’avevo già visto! Io quel signore lo conoscevo! Non riuscivo però a collegare un nome a quel volto. Mi porse la mano e mi aiutò ad alzarmi. Annuii e lo ringraziai. Me ne andai e cercai un posto all’ombra. Mi rifugiai tra due palazzi. Continuai a camminare nell’ombra. Dopo 15 metri circa, trovai un grande cortile. C’erano dei bambini che giocavano felici. Sorrisi tra me e me e rimasi ad osservarli. Avrei voluto tanto avere un figlio, ma purtroppo sono stata trasformata troppo presto, troppo velocemente… Magari, ora, sarei stata madre di una bellissima bambina. Guardavo quei bambini, ma i miei pensieri erano altrove. Tutta colpa di Gustav! Io non volevo assolutamente diventare così! Io volevo… Ma cosa importa cosa volevo? Non si può tornare indietro, non si può cambiare il passato. Però devo pure ringraziare Gustav, infondo mi ha fatto trovare un ragazzo che mi amava per quella che ero. Sentii delle mani fredde sfiorarmi i fianchi coperti da un sottilissimo strato di cotone. Mi voltai verso quella persona e, in poco tempo mi trovai fra le braccia di Gustav.
“Da quanto tempo non bevi?”
“Tre settimane…”
Gustav mi guardò sbalordito. Era quasi impossibile resistere per così tanto tempo. Io ce l’avevo fatta, ma ora ne subivo le conseguenze. Sentii girare tutto. Di nuovo quel senso di disorientamento, di nuovo quello stato confusionale.
“C…cosa mi s…succede?”

 

  
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