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Autore: Linktroll    19/02/2010    2 recensioni
Ma lei lo sapeva, lo sapeva bene: ormai era da un po’ di tempo che non faceva che scivolare verso il proprio inferno. [Dedicata a _Rael_89]
Genere: Triste, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Non passò molto prima che si dissolvesse di fronte ai suoi occhi spauriti: come fosse sabbia, incominciò a scomporsi in piccoli puntini infinitesimali, fondendosi con l’aria circostante.
La bionda tentava disperatamente di conservare nel palmo della mano qualche piccola parte di quella polvere, di quella sabbia, di quei piccoli pezzi di Sasuke, ma sgusciavano via troppo velocemente, portando via con sé anche l’ultimo briciolo di felicità di Ino.
Ma lei lo sapeva, lo sapeva bene: ormai era da un po’ di tempo che non faceva che scivolare verso il proprio inferno.

Betato da: ,keiruzumaki.

Capitolo 9: Fra realtà e illusione.

 Sasuke si mise a capo della spedizione, mentre Naruto ed Ino lo seguivano cautamente, attraverso quei corridoi bui che Sasuke sembrava conoscere già. Aveva preso una delle torce nella sala precedente, e con una delle fiammate Uchiha l’aveva accesa, illuminando parzialmente quella matassa di cunicoli sotterranei.
“Allora, Sasuke. Che ci facevi lì? Chi ti aveva catturato?” Chiese la bionda, in modo apprensivo.
“Madara Uchiha.” Rispose lui, a sangue freddo.
“Starai scherzando, spero!” Naruto alzò la voce, sconcertato. Guardò Sasuke con espressione allibita, chiedendo maggiore serietà al suo compagno.
“Ti assicuro che è la verità.”
“Ma è impossibile! Abbiamo visto noi stessi Naruto sconfiggere Madara!” Inveì la bionda, supportando l’altro biondo.
“Richiedo la vostra fiducia. Se mi reputate un vostro compagno, dovreste credermi.”
“Scusa, Sasuke, il fatto è che una cosa così…”
“Sconcertante.” Si intrufolò Naruto, interrompendo la Yamanaka.
“Sasuke, ma allora tu l’hai fatto per…”
“Frena. Non ho agito né per Konoha, né per nessun altro. Solo per me stesso. Avevo i miei motivi, per poter desiderare la morte di quell’individuo. E quando le nostre strade si incrociarono nuovamente, purtroppo ebbi la peggio.”
“Capisco. Eppure sono sicuro che…”
“Era probabilmente un’illusione, Naruto.”
“Un’illusione?” Sboccarono entrambi i biondi, di fronte all’assurdità di quell’affermazione.
“Pare che assorbire dentro di sé gli otto bijuu gli abbia concesso un potere molto grande. Ma ancora mancavi tu, Naruto, alla sua collezione. Che tu ti trovassi qua in un momento del genere, era la peggiore delle cose che potesse capitare. Per questo aveva cercato di attirarti qua inscenando la mia morte. Voleva trovarti e raccogliere anche il tuo bijuu, così che il suo piano fosse completo.”
“Non capisco le sue intenzioni. La tua morte mi avrebbe soltanto reso più agguerrito, non disperato.”
“Proprio per questo mi ha lasciato in vita, Naruto. Pensaci. Se tu fossi arrivato qua, e mi avessi trovato già morto, avresti scatenato davvero un inferno. Farmi morire davanti ai tuoi occhi, invece, per opera di Zyamath, ti avrebbe reso mansueto, rassegnato, disperato. Avresti considerato la tua missione di salvataggio un fallimento, e ti saresti abbandonato a te stesso. Quando Madara predispone qualcosa, lo fa sempre alla grande.”
“Allora qual era il mio ruolo in tutto questo, Sasuke? Perché io?” Chiese agitata la bionda, con una punta di imbarazzo sulle gote.
“Pura e semplice affinità.”
“A… affinità?” Mormorò incredula, aggrappandosi ad una delle braccia del moro. “Affinità tra me e te?”
“E-ehi, frena.” Rispose con imbarazzo, respingendo Ino con lo sguardo, ma senza agire di fatto. “Intendo affinità mentale. Lascia che ti spieghi.”
Le facce di Ino e Naruto si erano fatte vigili e attente, in cerca delle risposte che solo l’Uchiha poteva dar loro in questo momento.
“Naruto, sei a conoscenza del fenomeno di telepatia all’interno della famiglia Yamanaka?”
“Telepatia?” Sboccò nuovamente Naruto, scioccato da una notizia del genere. Tutte quelle scoperte una dopo l’altra, avrebbero fatto impallidire chiunque.
“Ho sfruttato quella. Era l’unico modo che avevo per comunicare. Ino, illustra a Naruto come funziona la telepatia.”
“Ecco…” Rispose lei, più che imbarazzata. E ne aveva ben motivo, visto quello che avrebbe annunciato di lì a poco. “Bisogna concentrarsi interamente su una persona. Pensarla intensamente.”
“E’ un principio semplice, ‘ttebayo.”
“Io ero sempre al centro dei pensieri di Ino, in questi ultimi giorni. Sapevo che sarebbe successo, che avrebbe inscenato la mia morte. Madara ha sempre avuto il brutto vizio di svelare i suoi piani prima di attuarli. Non riesce proprio a tenere per sé i suoi deliri di onnipotenza. Così, tentai continuamente di instaurare un legame con la mente di Ino, e penetrarla. Dopo di che, avrei agito con un genjutsu su di lei, per rendere la cosa il più reale possibile.”
“Ma perché nei sogni?” Chiese la bionda trasalendo, mentre ad ogni pezzo di puzzle che andava a collocarsi, provava un fremito alla schiena.
“Perché la tua mente era meno vigile in quei momenti. Più debole. E quindi più penetrabile. Anche questo è un principio semplice, no?”
“Lo fai apparire così semplice, che quasi non riesco a credere che abbia potuto arrovellarmi così tanto per capire cosa stesse dietro tutto questo casino.”
“Sasuke…” Mormorò freddamente la bionda, mentre stringeva con forza il braccio dell’amato: “Non potevi avvertirmi prima? Dirmi tutto subito?”
“Ero troppo orgoglioso per farlo.”
“E allora, il vento dell’est? Il tuo cadavere?”
“Tutte trappole di Madara. Io volevo attirare qui te, Ino. Non Naruto. Ma ormai che è qui, non vedo perché non debba prendersi la sua rivincita. Se da solo ho fallito, forse in tre riusciremo a fare qualcosa di buono.”
Ino era maledettamente confusa. Era stata usata? Sasuke l’aveva sfruttata solo per i suoi scopi. Però aveva richiesto il suo aiuto. Solo il suo, e quello di nessun altro.
Ma l’aveva fatto solo per via dell’affinità.
Non sapeva nemmeno lei come doveva sentirsi.
Poteva stare di nuovo accanto al suo Sasuke, accanto al suo corpo.
Poteva sentirne la voce e l’alito.
Poteva cingergli il braccio e vederlo abbozzare raramente un qualche minimo sorriso.
Era tutto quello che aveva sempre desiderato.
E allora perché era così -inspiegabilmente- triste?
“Non so dirvi altro. Se qualcosa non vi è chiara, farete prima a chiederla al diretto interessato. Ci sarà sicuramente aspettando nella sala dell’indefinito. Zyamath non è tornato, e Madara avrà già capito che ha avuto la peggio. Ci starà aspettando, e fra qualche minuto lo potrete vedere coi vostri occhi.”
Ino cominciò a ridere, poggiandosi delicatamente una mano sulle labbra, per contenere quelle inappropriate risate.
“Cos… cosa stai facendo?” Chiese il moro, spiazzato.
“E’ una risata nervosa, ‘ttebayo?” Chiese il biondo, spazzolandosi i capelli con la mano.
“Ma no! E’ una risata autentica!”
“Non ne intuisco il motivo.”
“Perché sei cambiato, Sasuke. L’ultima volta che ti ho visto, non avresti mosso la lingua nemmeno a peso d’oro. Mentre adesso parli che è una bellezza.”
“Stavo solo spiegandovi la situazione. Se proprio dobbiamo morire, vorrei che almeno voi moriste conoscendo le cause delle vostre azioni.”
“Sasuke!” Sbraitò la bionda.
“Lascialo perdere, Ino. E’ normale pensare cosa del genere, quando si ha consapevolezza dei propri limiti, e si è certi di non poter nulla contro Madara.” Rispose con vèrve il biondino, ribattendo alla grande le illazioni di Sasuke.
“Falla finita, testa quadra. Siamo arrivati.”
L’oscurità dei cunicoli si diradò, lasciando lo spazio ad una grande sala slanciata verso l’alto, con un piccolo spiraglio nel soffitto che lasciava filtrare una piccola parte di luce che, man mano che scendeva, andava espandendosi, nella forma di cono, illuminando tutta l’ampia stanza rettangolare.
Al centro di essa, una grossa clessidra scolpita in pietra, si ergeva maestosamente. Per il resto, la stanza era completamente spoglia, eccezion fatta per Madara Uchiha che, accanto alla clessidra, fissava gli ospiti appena arrivati.
“Un quadretto interessante. Il Jinchuuriki del Kiiuby!”
“Dovresti circondarti di leccapiedi più capaci. Se perfino due babbei come loro sono riusciti a sc-…”
“Sasuke!” Gli urlarono contro entrambi, irritati.
“Sei sorpreso di vedermi, Naruto?” Chiese con voce suadente l’Uchiha, mentre si liberava dell’ingombrante cappotto dell’Akatsuki.
“Tu saresti dovuto essere morto, ‘ttebayo.” Pronunciò rabbioso, come una volpe, digrignando i denti.
“Naruto… contro chi credi di aver combattuto?”
“Eri tu, ‘ttebayo. Ne sono sicuro.”
“Un uomo che ha assimilato i poteri di otto bijuu può travalicare persino i confini dello spazio e del tempo. Tu, più di tutti gli altri, hai assaggiato la regina di tutte le illusioni: l’illusione reale! (*Vedi nota a fine testo.) Con essa, posso piegare perfino la realtà a mio piacimento!”
“Sta vaneggiando, ‘ttebayo?”
“A me sembra dannatamente serio.” Pronunciò Sasuke inarcando le sopracciglia. Il suo respiro si fece pesante ed irregolare, di fronte ad un tale potere.
“Non capisco dove tu voglia andare a parare.” Proferì Naruto, mantenendo una calma ineguagliabile. Soltanto perché non aveva ancora afferrato la portata di quel che Madara aveva appena pronunciato.
“Pensa al villaggio di Konoha.”
“L’annuncio di Madara!” Squillò Ino, con aria decisa. Un altro tassello del puzzle era andato a collocarsi perfettamente. Man mano che si avvicinava alla verità, la faccenda si faceva molto meno grottesca che in precedenza.
“La ragazza ha capito. Sì, Naruto, quando mi sono infiltrato a Konoha, chiedendo che tutti i cittadini mi ascoltassero, quando chiesi che tu mi fossi consegnato, e poco prima che ci imbarcassimo in quella spietata lotta! Ebbene, proprio in quel momento, operai con la mia illusione reale. Da quel momento in poi, siete stati vittime del mio genjutsu, dal quale era impossibile uscirne fuori.”
“Cosa significa che è impossibile?”
“E’ impossibile perché non è un vero e proprio genjutsu. Agisce sulla realtà in sé. Ciò che voi vedete è reale, ma grazie al mio potere posso piegare la realtà a mio piacimento. Ad esempio facendovi rinvenire un cadavere di qualcuno che non è ancora morto. O il lembo di un vestito che, attraverso un piccolo tornado, venga trasportato in quella stessa radura.”
“Allora era davvero un modo per attirarmi qui, ‘ttebayo.”
“Sì, Naruto. E quando avrò anche te, finalmente potrò mettere in moto il mio piano Occhio di luna. E operare con l’illusione reale, su vasta scala. Su tutte e cinque i regni interi.”
“Non hai perso il vizio di svelare in anticipo i tuoi piani agli avversari, Madara.”
“Tu mi conosci più di tutti, Sasuke. Dovresti saperlo.”
“Ma il poeta?” Chiese la bionda in maniera ardita, chiudendo le mani a pugno e lasciandole scorrere verso il basso, accanto ai fianchi. “Quel Mauda Chiraha! … Oh.”
“Dalla tua faccia ne deduco che tu abbia capito tutto, biondina.”
Naruto si voltava e si rivoltava verso Sasuke ed Ino, con sguardo interrogativo. “Non ho capito, ‘ttebayo…” Abbassò la schiena e il corpo verso il basso, sconsolato.
“Ma-u-da Chi-ra-ha. Leggi le sillabe alternativamente, partendo dalla prima. Un altro gioco per bambini.” Spiegò laconicamente il moro.
“Un’altra illusione reale.” Mormorò a denti stretti Ino, sentendosi così stupida, per non averlo capito prima. Ma come faceva a ricordarselo, se quel poeta non era mai esistito? Madara aveva agito persino sui suoi ricordi? Aveva piegato anche quelli a suo piacimento?
In fondo, non le importava. Le bastava sapere che i suoi ricordi per Sasuke erano autentici. Quelli erano talmente preziosi che nessun genjutsu avrebbe mai potuto modificarli.
“Questa volta nessuna illusione mi potrà ingannare, ‘ttebayo. Ti disintegrerò, ti farò sparire dalla faccia della terra, e ti farò pentire d’aver sfruttato la nostra debolezza e il nostro legame con Sasuke per portarci fin qua. Preparati, Madara! Il team 7 Deluxe compirà la sua prima, unica e più importante missione con successo!”
“Aspetta, Naruto!” La bionda si era aggrappata come una piovra al braccio dell’Uzumaki, bloccandolo. “Non fare di testa tua. E’ un nemico molto forte! Dobbiamo elaborare insieme una strateg…”
Neanche aveva finito di parlare, e si era accorta che Sasuke si era già scagliato contro il nemico finale.
Niisan, guardami!
Impugnando la katana alta sopra di sé, Sasuke si era scagliato contro Madara, con intenzioni di gran lunga poco amichevoli.
Ovviamente Madara non ebbe nemmeno bisogno di schivare. Sasuke lo attraversò come fosse un fantasma, finendo alle sue spalle.
Madara si girò con un ghigno diabolico dipinto in faccia: “Invocare il tuo Itachi non ti aiuterà di certo.”
“Tappati la bocca e non nominarlo! Quello che ho detto a Danzou vale anche per te!”
Un secondo e veloce attacco, era stato scagliato.
Nel momento in cui Madara si trovò nuovamente attraversato, veloce come un fulmine si voltò, divenendo consistente e imprimendo una gran pedata nella schiena del moro.
Il giovane Uchiha venne scagliato a gran velocità verso i due compagni.
“Ino! Pensaci tu!” Le urlò l’Uzumaki, dirigendosi a gran velocità verso il nemico, che aveva cominciato a saltellare sulla statua a forma di clessidra, fermandosi sulla parte centrale nel quale le due sacche di sabbia si congiungevano.
Ino accolse con prontezza Sasuke tra le sue braccia, vittima delle proprie palpitazioni.
Sasuke, tra le sue braccia…
Perché proprio in un momento del genere, si era ritrovata in quella situazione?
“Ino!” Sbraitò Sasuke, stretto tra le braccia della bionda: “Quanto tempo hai intenzione di stare qui a fissare il nemico? Muoviti.”
“Cosa c’entra Itachi in tutto questo, Sasuke?”
“Tsk. E chi ti dice che parlavo di lui? Io mi stavo riferendo a Naruto.
Narutò salto come un forsennato da un punto all’altro della clessidra, appiccicandosi ad essa impastando il chakra sulla pianta dei piedi. Quando cercò di ferire Madara col suo kunai, anche lui lo attraversò senza ferirlo.
Madara si gettò dalla scultura, afferrando Naruto dai piedi e gettandolo a velocità considerevole verso il suolo.
Il biondo era spiazzato, e in volo richiamò a sé un paio di bunshin, lanciandoli a sua volta verso il terreno, uno sopra l’altro, in modo da attutirgli la caduta. Man mano che precipitò su di essi, scomparvero in sequenza uno dopo l’altro, assicurandogli un lento impatto col suolo.
Cadde col culo a terra e mentre teneva la testa rivolta verso l’alto, a scrutare la discesa di Madara, si vide passare due ombre nere sopra la testa, pronte a intercettare al volo la ridiscesa dell’oscuro Uchiha.
“Nessuno può permettersi di far del male al mio Sasuke-kun!” Urlò Ino mentre affondava il suo kunai nell’inconsistente figura di Madara. Fallito il colpo, si attaccò coi piedi alla clessidra, percorrendone per metà il diametro, nascondendosi dietro di essa alla vista dell’avversario.
“Così non va, Sasuke! E’ inconsistente!” Gli urlò il biondo, mentre anche il colpo di Sasuke andava a vuoto, e il moro si attaccava alla statua per non cadere.
“Ma prima mi ha colpito benissimo. Suppongo che per attaccare debba diventare consistente, Naruto!”
“Oh, sono già finiti i giochi?” Pronunciò Madara, poggiando i piedi a terra, di fronte a Naruto. “Hai sempre avuto una mentre brillante, Sasuke. Sei arrivato già alla stessa conclusione cui è pervenuto Naruto, nel nostro precedente combattimento, ma in molto meno tempo.”
“Bene, Sasuke! Attacchiamolo in coppia! Prima o poi dovrà attaccare, se vorrà farci fuori! E allora…”
“Naruto, Naruto. Non è così semplice. Non credere che sarà così semplice come l’ultima volta. Ricordati che il mio obiettivo era assicurarmi che fossi tu, a venirmi a cercare. Da solo. A questo punto, dovrebbe esserti chiaro che mi sono lasciato sconfiggere altrettanto facilmente.”
Sasuke ridiscese dalla statua con un gran salto, portandosi alle spalle di Madara, stringendolo insieme a Naruto in una morsa fatale.
“Preparati, Sasuke!” Lo informò Naruto, pronto a scagliare un attacco su Madara.
Madara non si spostò di un millimetro, lasciando che il colpo lo attraversasse e pervenisse a Sasuke.
Il moro, che era sull’attenti, lo schivò senza problemi, gettandosi lui stesso all’attacco con la katana, dando prima una pacca sulla spalla a Naruto, per dirgli di fare attenzione.
Anche Sasuke fu inconcludente.
Mentre Madara colpiva duramente Naruto, ancora di spalle, scagliandolo contro la statua, dall’entrata della sala, si sentì provenire uno scalmanato rumore di passi.
Madara si voltò come un lampo, pronto a colpire anche Sasuke di spalle, ma mentre il suo pugno colpiva la schiena del giovane Uchiha, un bunshin di Naruto gli fu addosso, puntandogli un kunai alla gola.
“Tecnica dello sconvolgimento spirituale!”
La rocambolesca azione si fermò. Ino si ritrovò Madara davanti, diabolico. La polverizzò con una semplice pedata, alla sprovvista così com’era stata presa anche lei.
“Sconvolgimento spirituale, eh?” Mormorò il nemico, mentre osservava con ampie occhiate la stanza. Naruto e Sasuke erano stati spediti contro le pareti della sala, e aveva giusto un paio di secondi.
“Maledizione… la tecnica ha colpito il bunshin di Naruto che si era scagliato all’attacco… Si è messo sulla traiettoria, prendendo alla sprovvista anche me. Maledizione!” Pensò Ino, mentre il sudore la attraversava in toto, avendo ormai capito che Madara stesse cercando solo lei.
Madara alzò gli occhi al cielo, in direzione verso la quale aveva sentito propagarsi la voce: la trovò subito. Lì, sulla cima della clessidra, Ino, con le mani ancora nella posa necessaria per richiamare la tecnica.
“Trovata!” Madara ghignò in modo terribilmente sinistro, più di quanto i tre avessero mai sentito. Zompettò da una parte all’altra della clessidra, deciso ad arrivare in pochi secondi alla bionda.
Ino si voltò con aria decisa verso il suo bersaglio.
In fondo era destino che fosse sempre un Uchiha a farle del male.

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Alloooooooora! Le cose stanno per concludersi, eh?
Le mi spiegazioni vi hanno soddisfatto?
Cioè, vi aspettavate qualcosa del genere? Vi sembra troppo fantascientifico? Secondo voi non regge? Non avreste saputo trovare spiegazione migliore?
Fatemi sapere i vostri pareri!
Ovviamente l’ultimo capitolo sarà dedicato alla battaglia finale e al triste (Beh? E’ o non è una long fic angst?) epilogo.
Aspettatevi di tutto, anche cose che Kishimoto non ha mai rivelato, e cose interpretate in via del tutto soggettiva da me (per fare un esempio, l’illusione reale di Madara. A proposito, andatevi a leggere la nota a fine testo, perché è una curiosità divertente!).
Che posso dire? Grazie per avermi seguito fin qui e appuntamento con l’ultimo, conclusivo capitolo.
A proposito, potrebbe essere un po’ più lunghetto dei precedenti (questo ad esempio era 5 pagine word rispetto alle consuete 3 pagine o 3 e mezzo).
Appuntamento a fra qualche giorno! <3
P.S. Rileggendola mi sono accorto di una cosa…
“Così, tentai continuamente di instaurare un legame con la mente di Ino, e penetrarla.”
Sa vagamente di porno °-°
NOTA A FINE TESTO: E’ uno sciocco gioco di parole che si fonda sull’aggettivo reale, inteso come nel senso che ha a che fare con un sovrano (Madara la definisce la regina delle illusioni) e come nel senso che ha a che fare con la realtà, quindi reale.
Ditelo, che sono geniale!
*Si pavoneggia, come al solito*

   
 
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