Non passò molto
prima che si
dissolvesse di fronte ai suoi occhi spauriti: come fosse sabbia,
incominciò a
scomporsi in piccoli puntini infinitesimali, fondendosi con l’aria
circostante.
La bionda tentava disperatamente
di conservare nel palmo della mano qualche piccola parte di quella
polvere, di
quella sabbia, di quei piccoli pezzi di Sasuke, ma sgusciavano via
troppo
velocemente, portando via con sé anche l’ultimo briciolo di felicità di
Ino.
Ma lei lo sapeva, lo sapeva bene:
ormai era da un po’ di tempo che non faceva che scivolare
verso il proprio inferno.
Betato
da: ,keiruzumaki.
Capitolo
9: Fra realtà e illusione.
“Allora, Sasuke. Che ci facevi
lì? Chi ti aveva catturato?” Chiese la bionda, in modo apprensivo.
“Madara Uchiha.” Rispose lui, a
sangue freddo.
“Starai scherzando, spero!”
Naruto alzò la voce, sconcertato. Guardò Sasuke con espressione
allibita,
chiedendo maggiore serietà al suo compagno.
“Ti assicuro che è la verità.”
“Ma è impossibile! Abbiamo visto
noi stessi Naruto sconfiggere Madara!” Inveì la bionda, supportando
l’altro
biondo.
“Richiedo la vostra fiducia. Se
mi reputate un vostro compagno, dovreste credermi.”
“Scusa, Sasuke, il fatto è che
una cosa così…”
“Sconcertante.” Si intrufolò
Naruto, interrompendo
“Sasuke, ma allora tu l’hai fatto
per…”
“Frena. Non ho agito né per
Konoha, né per nessun altro. Solo per me stesso. Avevo i
miei motivi, per poter desiderare la morte di quell’individuo. E
quando le nostre strade si incrociarono nuovamente, purtroppo ebbi la
peggio.”
“Capisco. Eppure sono sicuro
che…”
“Era probabilmente un’illusione,
Naruto.”
“Un’illusione?” Sboccarono
entrambi i biondi, di fronte all’assurdità di quell’affermazione.
“Pare che assorbire dentro di sé
gli otto bijuu gli abbia concesso un potere molto grande. Ma ancora
mancavi tu,
Naruto, alla sua collezione. Che tu ti trovassi qua in un momento del
genere,
era la peggiore delle cose che potesse capitare. Per questo aveva
cercato di
attirarti qua inscenando la mia morte. Voleva trovarti e raccogliere
anche il
tuo bijuu, così che il suo piano fosse completo.”
“Non capisco le sue intenzioni.
La tua morte mi avrebbe soltanto reso più agguerrito, non disperato.”
“Proprio per questo mi ha lasciato
in vita, Naruto. Pensaci. Se tu fossi arrivato qua, e mi avessi trovato
già
morto, avresti scatenato davvero un inferno. Farmi morire davanti ai
tuoi
occhi, invece, per opera di Zyamath, ti avrebbe reso mansueto,
rassegnato,
disperato. Avresti considerato la tua missione di salvataggio un
fallimento, e
ti saresti abbandonato a te stesso. Quando Madara predispone qualcosa,
lo fa
sempre alla grande.”
“Allora qual era il mio ruolo in
tutto questo, Sasuke? Perché io?” Chiese agitata la bionda, con una
punta di
imbarazzo sulle gote.
“Pura e semplice affinità.”
“A… affinità?” Mormorò incredula,
aggrappandosi ad una delle braccia del moro. “Affinità tra me e te?”
“E-ehi, frena.” Rispose con
imbarazzo, respingendo Ino con lo sguardo, ma senza agire di fatto.
“Intendo
affinità mentale. Lascia che ti spieghi.”
Le facce di Ino e Naruto si erano
fatte vigili e attente, in cerca delle risposte che solo l’Uchiha
poteva dar
loro in questo momento.
“Naruto, sei a conoscenza del
fenomeno di telepatia all’interno della famiglia Yamanaka?”
“Telepatia?” Sboccò nuovamente
Naruto, scioccato da una notizia del genere. Tutte quelle scoperte una
dopo
l’altra, avrebbero fatto impallidire chiunque.
“Ho sfruttato quella. Era l’unico
modo che avevo per comunicare. Ino, illustra a Naruto come funziona la
telepatia.”
“Ecco…” Rispose lei, più che
imbarazzata. E ne aveva ben motivo, visto quello che avrebbe annunciato
di lì a
poco. “Bisogna concentrarsi interamente su una persona. Pensarla
intensamente.”
“E’ un principio semplice,
‘ttebayo.”
“Io ero sempre al centro dei
pensieri di Ino, in questi ultimi giorni. Sapevo che sarebbe successo,
che
avrebbe inscenato la mia morte. Madara ha sempre avuto il brutto vizio
di
svelare i suoi piani prima di attuarli. Non riesce proprio a tenere per
sé i suoi
deliri di onnipotenza. Così, tentai continuamente di instaurare un
legame con
la mente di Ino, e penetrarla. Dopo di che, avrei agito con un genjutsu
su di
lei, per rendere la cosa il più reale possibile.”
“Ma perché nei sogni?” Chiese la
bionda trasalendo, mentre ad ogni pezzo di puzzle che andava a
collocarsi,
provava un fremito alla schiena.
“Perché la tua mente era meno
vigile in quei momenti. Più debole. E quindi più penetrabile. Anche
questo è un
principio semplice, no?”
“Lo fai apparire così semplice,
che quasi non riesco a credere che abbia potuto arrovellarmi così tanto
per
capire cosa stesse dietro tutto questo casino.”
“Sasuke…” Mormorò freddamente la
bionda, mentre stringeva con forza il braccio dell’amato: “Non potevi
avvertirmi prima? Dirmi tutto subito?”
“Ero troppo orgoglioso per
farlo.”
“E allora, il vento dell’est? Il
tuo cadavere?”
“Tutte trappole di Madara. Io
volevo attirare qui te, Ino. Non Naruto. Ma ormai che è qui, non vedo
perché
non debba prendersi la sua rivincita. Se da solo ho fallito, forse in
tre
riusciremo a fare qualcosa di buono.”
Ino era maledettamente confusa.
Era stata usata? Sasuke l’aveva sfruttata solo per i suoi scopi. Però
aveva
richiesto il suo aiuto. Solo il suo, e quello di nessun altro.
Ma l’aveva fatto solo per via
dell’affinità.
Non sapeva nemmeno lei come
doveva sentirsi.
Poteva stare di nuovo accanto al
suo Sasuke, accanto al suo corpo.
Poteva sentirne la voce e
l’alito.
Poteva cingergli il braccio e
vederlo abbozzare raramente un qualche minimo sorriso.
Era tutto quello che aveva sempre
desiderato.
E allora perché era così
-inspiegabilmente- triste?
“Non so dirvi altro. Se qualcosa
non vi è chiara, farete prima a chiederla al diretto interessato. Ci
sarà
sicuramente aspettando nella sala dell’indefinito. Zyamath non è
tornato, e
Madara avrà già capito che ha avuto la peggio. Ci starà aspettando, e
fra
qualche minuto lo potrete vedere coi vostri occhi.”
Ino cominciò a ridere,
poggiandosi delicatamente una mano sulle labbra, per contenere quelle
inappropriate risate.
“Cos… cosa stai facendo?” Chiese
il moro, spiazzato.
“E’ una risata nervosa,
‘ttebayo?” Chiese il biondo, spazzolandosi i capelli con la mano.
“Ma no! E’ una risata autentica!”
“Non ne intuisco il motivo.”
“Perché sei cambiato, Sasuke.
L’ultima volta che ti ho visto, non avresti mosso la lingua nemmeno a
peso
d’oro. Mentre adesso parli che è una bellezza.”
“Stavo solo spiegandovi la
situazione. Se proprio dobbiamo morire, vorrei che almeno voi moriste
conoscendo le cause delle vostre azioni.”
“Sasuke!” Sbraitò la bionda.
“Lascialo perdere, Ino. E’
normale pensare cosa del genere, quando si ha consapevolezza dei propri
limiti,
e si è certi di non poter nulla contro Madara.” Rispose con vèrve il
biondino,
ribattendo alla grande le illazioni di Sasuke.
“Falla finita, testa quadra.
Siamo arrivati.”
L’oscurità dei cunicoli si
diradò, lasciando lo spazio ad una grande sala slanciata verso l’alto,
con un
piccolo spiraglio nel soffitto che lasciava filtrare una piccola parte
di luce
che, man mano che scendeva, andava espandendosi, nella forma di cono,
illuminando tutta l’ampia stanza rettangolare.
Al centro di essa, una grossa
clessidra scolpita in pietra, si ergeva maestosamente. Per il resto, la
stanza
era completamente spoglia, eccezion fatta per Madara Uchiha che,
accanto alla
clessidra, fissava gli ospiti appena arrivati.
“Un quadretto interessante. Il
Jinchuuriki del Kiiuby!”
“Dovresti circondarti di
leccapiedi più capaci. Se perfino due babbei come loro sono riusciti a
sc-…”
“Sasuke!” Gli urlarono contro
entrambi, irritati.
“Sei sorpreso di vedermi,
Naruto?” Chiese con voce suadente l’Uchiha, mentre si liberava
dell’ingombrante
cappotto dell’Akatsuki.
“Tu saresti dovuto essere morto,
‘ttebayo.” Pronunciò rabbioso, come una volpe, digrignando i denti.
“Naruto… contro chi credi di aver
combattuto?”
“Eri tu, ‘ttebayo. Ne sono
sicuro.”
“Un uomo che ha assimilato i
poteri di otto bijuu può travalicare persino i confini dello spazio e
del
tempo. Tu, più di tutti gli altri, hai assaggiato la regina di tutte le
illusioni:
l’illusione reale! (*Vedi nota a
fine testo.) Con essa, posso piegare perfino la realtà a mio
piacimento!”
“Sta vaneggiando, ‘ttebayo?”
“A me sembra dannatamente serio.”
Pronunciò Sasuke inarcando le sopracciglia. Il suo respiro si fece
pesante ed
irregolare, di fronte ad un tale potere.
“Non capisco dove tu voglia
andare a parare.” Proferì Naruto, mantenendo una calma ineguagliabile.
Soltanto
perché non aveva ancora afferrato la portata di quel che Madara aveva
appena
pronunciato.
“Pensa al villaggio di Konoha.”
“L’annuncio di Madara!” Squillò
Ino, con aria decisa. Un altro tassello del puzzle era andato a
collocarsi
perfettamente. Man mano che si avvicinava alla verità, la faccenda si
faceva
molto meno grottesca che in precedenza.
“La ragazza ha capito. Sì,
Naruto, quando mi sono infiltrato a Konoha, chiedendo che tutti i
cittadini mi
ascoltassero, quando chiesi che tu mi fossi consegnato, e poco prima
che ci
imbarcassimo in quella spietata lotta! Ebbene, proprio in quel momento,
operai
con la mia illusione reale. Da quel momento in poi, siete stati vittime
del mio
genjutsu, dal quale era impossibile uscirne fuori.”
“Cosa significa che è
impossibile?”
“E’ impossibile perché non è un
vero e proprio genjutsu. Agisce sulla realtà in sé. Ciò che voi vedete
è reale,
ma grazie al mio potere posso piegare la realtà a mio piacimento. Ad
esempio
facendovi rinvenire un cadavere di qualcuno che non è ancora morto. O
il lembo
di un vestito che, attraverso un piccolo tornado, venga trasportato in
quella
stessa radura.”
“Allora era davvero un modo per
attirarmi qui, ‘ttebayo.”
“Sì, Naruto. E quando avrò anche
te, finalmente potrò mettere in moto il mio piano Occhio
di luna. E operare con l’illusione reale, su vasta scala. Su
tutte e cinque i regni interi.”
“Non hai perso il vizio di
svelare in anticipo i tuoi piani agli avversari, Madara.”
“Tu mi conosci più di tutti,
Sasuke. Dovresti saperlo.”
“Ma il poeta?” Chiese la bionda
in maniera ardita, chiudendo le mani a pugno e lasciandole scorrere
verso il
basso, accanto ai fianchi. “Quel Mauda Chiraha! … Oh.”
“Dalla tua faccia ne deduco che
tu abbia capito tutto, biondina.”
Naruto si voltava e si rivoltava
verso Sasuke ed Ino, con sguardo interrogativo. “Non ho capito,
‘ttebayo…”
Abbassò la schiena e il corpo verso il basso, sconsolato.
“Ma-u-da Chi-ra-ha. Leggi le
sillabe alternativamente, partendo dalla prima. Un altro gioco per
bambini.”
Spiegò laconicamente il moro.
“Un’altra illusione reale.”
Mormorò a denti stretti Ino, sentendosi così stupida, per non averlo
capito
prima. Ma come faceva a ricordarselo, se quel poeta non era mai
esistito?
Madara aveva agito persino sui suoi ricordi? Aveva piegato anche quelli
a suo
piacimento?
In fondo, non le importava. Le
bastava sapere che i suoi ricordi per Sasuke erano autentici. Quelli
erano
talmente preziosi che nessun genjutsu avrebbe mai potuto modificarli.
“Questa volta nessuna illusione
mi potrà ingannare, ‘ttebayo. Ti disintegrerò, ti farò sparire dalla
faccia
della terra, e ti farò pentire d’aver sfruttato la nostra debolezza e
il nostro
legame con Sasuke per portarci fin qua. Preparati, Madara! Il team 7
Deluxe
compirà la sua prima, unica e più importante missione con successo!”
“Aspetta, Naruto!” La bionda si
era aggrappata come una piovra al braccio dell’Uzumaki, bloccandolo.
“Non fare
di testa tua. E’ un nemico molto forte! Dobbiamo elaborare insieme una
strateg…”
Neanche aveva finito di parlare,
e si era accorta che Sasuke si era già scagliato contro il nemico
finale.
“Niisan, guardami!”
Impugnando la katana alta sopra
di sé, Sasuke si era scagliato contro Madara, con intenzioni di gran
lunga poco
amichevoli.
Ovviamente Madara non ebbe
nemmeno bisogno di schivare. Sasuke lo attraversò come fosse un
fantasma,
finendo alle sue spalle.
Madara si girò con un ghigno
diabolico dipinto in faccia: “Invocare il tuo Itachi non ti aiuterà di
certo.”
“Tappati la bocca e non
nominarlo! Quello che ho detto a Danzou vale anche per te!”
Un secondo e veloce attacco, era
stato scagliato.
Nel momento in cui Madara si
trovò nuovamente attraversato, veloce come un fulmine si voltò,
divenendo
consistente e imprimendo una gran pedata nella schiena del moro.
Il giovane Uchiha venne scagliato
a gran velocità verso i due compagni.
“Ino! Pensaci tu!” Le urlò
l’Uzumaki, dirigendosi a gran velocità verso il nemico, che aveva
cominciato a
saltellare sulla statua a forma di clessidra, fermandosi sulla parte
centrale
nel quale le due sacche di sabbia si congiungevano.
Ino accolse con prontezza Sasuke
tra le sue braccia, vittima delle proprie palpitazioni.
Sasuke, tra le sue braccia…
Perché proprio in un momento del
genere, si era ritrovata in quella situazione?
“Ino!” Sbraitò Sasuke, stretto
tra le braccia della bionda: “Quanto tempo hai intenzione di stare qui
a
fissare il nemico? Muoviti.”
“Cosa c’entra Itachi in tutto
questo, Sasuke?”
“Tsk. E chi ti dice che parlavo
di lui? Io mi stavo riferendo a Naruto.”
Narutò salto come un forsennato
da un punto all’altro della clessidra, appiccicandosi ad essa
impastando il
chakra sulla pianta dei piedi. Quando cercò di ferire Madara col suo
kunai,
anche lui lo attraversò senza ferirlo.
Madara si gettò dalla scultura,
afferrando Naruto dai piedi e gettandolo a velocità considerevole verso
il
suolo.
Il biondo era spiazzato, e in
volo richiamò a sé un paio di bunshin, lanciandoli a sua volta verso il
terreno, uno sopra l’altro, in modo da attutirgli la caduta. Man mano
che
precipitò su di essi, scomparvero in sequenza uno dopo l’altro,
assicurandogli
un lento impatto col suolo.
Cadde col culo a terra e mentre
teneva la testa rivolta verso l’alto, a scrutare la discesa di Madara,
si vide
passare due ombre nere sopra la testa, pronte a intercettare al volo la
ridiscesa dell’oscuro Uchiha.
“Nessuno può permettersi di far
del male al mio Sasuke-kun!” Urlò Ino mentre affondava il suo kunai
nell’inconsistente figura di Madara. Fallito il colpo, si attaccò coi
piedi
alla clessidra, percorrendone per metà il diametro, nascondendosi
dietro di
essa alla vista dell’avversario.
“Così non va, Sasuke! E’
inconsistente!” Gli urlò il biondo, mentre anche il colpo di Sasuke
andava a
vuoto, e il moro si attaccava alla statua per non cadere.
“Ma prima mi ha colpito
benissimo. Suppongo che per attaccare debba diventare consistente,
Naruto!”
“Oh, sono già finiti i giochi?”
Pronunciò Madara, poggiando i piedi a terra, di fronte a Naruto. “Hai
sempre
avuto una mentre brillante, Sasuke. Sei arrivato già alla stessa
conclusione
cui è pervenuto Naruto, nel nostro precedente combattimento, ma in
molto meno
tempo.”
“Bene, Sasuke! Attacchiamolo in coppia!
Prima o poi dovrà attaccare, se vorrà farci fuori! E allora…”
“Naruto, Naruto. Non è così
semplice. Non credere che sarà così semplice come l’ultima volta.
Ricordati che
il mio obiettivo era assicurarmi che fossi tu, a venirmi a cercare. Da
solo. A
questo punto, dovrebbe esserti chiaro che mi sono lasciato sconfiggere
altrettanto facilmente.”
Sasuke ridiscese dalla statua con
un gran salto, portandosi alle spalle di Madara, stringendolo insieme a
Naruto
in una morsa fatale.
“Preparati, Sasuke!” Lo informò
Naruto, pronto a scagliare un attacco su Madara.
Madara non si spostò di un
millimetro, lasciando che il colpo lo attraversasse e pervenisse a
Sasuke.
Il moro, che era sull’attenti, lo
schivò senza problemi, gettandosi lui stesso all’attacco con la katana,
dando
prima una pacca sulla spalla a Naruto, per dirgli di fare attenzione.
Anche Sasuke fu inconcludente.
Mentre Madara colpiva duramente
Naruto, ancora di spalle, scagliandolo contro la statua, dall’entrata
della
sala, si sentì provenire uno scalmanato rumore di passi.
Madara si voltò come un lampo,
pronto a colpire anche Sasuke di spalle, ma mentre il suo pugno colpiva
la
schiena del giovane Uchiha, un bunshin di Naruto gli fu addosso,
puntandogli un
kunai alla gola.
“Tecnica dello sconvolgimento
spirituale!”
La rocambolesca azione si fermò.
Ino si ritrovò Madara davanti, diabolico. La polverizzò con una
semplice
pedata, alla sprovvista così com’era stata presa anche lei.
“Sconvolgimento spirituale, eh?”
Mormorò il nemico, mentre osservava con ampie occhiate la stanza.
Naruto e
Sasuke erano stati spediti contro le pareti della sala, e aveva giusto
un paio
di secondi.
“Maledizione… la tecnica ha
colpito il bunshin di Naruto che si era scagliato all’attacco… Si è
messo sulla
traiettoria, prendendo alla sprovvista anche me. Maledizione!” Pensò
Ino,
mentre il sudore la attraversava in toto, avendo ormai capito che
Madara stesse
cercando solo lei.
Madara alzò gli occhi al cielo,
in direzione verso la quale aveva sentito propagarsi la voce: la trovò
subito.
Lì, sulla cima della clessidra, Ino, con le mani ancora nella posa
necessaria
per richiamare la tecnica.
“Trovata!” Madara ghignò in modo
terribilmente sinistro, più di quanto i tre avessero mai sentito.
Zompettò da
una parte all’altra della clessidra, deciso ad arrivare in pochi
secondi alla
bionda.
Ino si voltò con aria decisa
verso il suo bersaglio.
In fondo era destino che fosse
sempre un Uchiha a farle del male.
---
Alloooooooora!
Le cose stanno per
concludersi, eh?
Le mi spiegazioni vi hanno soddisfatto?
Cioè, vi aspettavate qualcosa del
genere? Vi sembra troppo fantascientifico? Secondo voi non regge? Non
avreste
saputo trovare spiegazione migliore?
Fatemi sapere i vostri pareri!
Ovviamente l’ultimo capitolo sarà
dedicato alla battaglia finale e al triste (Beh? E’ o non è una long
fic
angst?) epilogo.
Aspettatevi di tutto, anche cose
che Kishimoto non ha mai rivelato, e cose interpretate in via del tutto
soggettiva da me (per fare un esempio, l’illusione reale di Madara. A
proposito, andatevi a leggere la nota a fine testo, perché è una
curiosità
divertente!).
Che posso dire? Grazie per avermi
seguito fin qui e appuntamento con l’ultimo, conclusivo capitolo.
A proposito, potrebbe essere un
po’ più lunghetto dei precedenti (questo ad esempio era 5 pagine word
rispetto
alle consuete 3 pagine o 3 e mezzo).
Appuntamento a fra qualche
giorno! <3
P.S. Rileggendola mi sono accorto
di una cosa…
“Così, tentai continuamente di
instaurare un legame con la mente di Ino,
e penetrarla.”
Sa vagamente di porno °-°
NOTA A FINE TESTO: E’ uno sciocco
gioco di parole che si fonda sull’aggettivo reale, inteso come nel
senso che ha
a che fare con un sovrano (Madara la definisce la regina delle
illusioni) e
come nel senso che ha a che fare con la realtà, quindi reale.
Ditelo, che sono geniale!
*Si pavoneggia, come al solito*