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Autore: Morgana_82    19/02/2010    2 recensioni
I Mounties gestiscono una allevamento di bovini nel Montana, agli inizi del '900.
Denna, la madre, è una donna d'altri tempi, dura e dalle origini sassoni. Ezechiele, il padre, è un uomo bonario, integerrimo e che viaggia spesso per lavoro.
I loro figli sono sei: Aaron, Devon, Damian, Lobo, Aril e Timothy. 
Sono molto belli, intraprendenti e si cacciano spesso nei guai!
Le avventure di questa famiglia così numerosa e movimentata saranno molte e (spero) talvolta divertenti.
ATTENZIONE: Spanking!
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-Allora Devon, ripetimelo di nuovo. Perché sto facendo tutto il lavoro da solo, mentre tu te ne stai seduto all’ombra?-
-Ma perché io sono invalido, caro fratello. Mi sono slogato un polso-.
Lobo lo guardò, sollevando un sopracciglio e tergendosi il sudore dalla fronte con una manica. Era un ragazzone alto almeno un metro e novantacinque, sollevava sacchi di granaglie da cinquanta chili sulla spalle poderose, come se fossero cuscini di piume. Tra le sue mani gli scatoloni di legno pieni di attrezzatura da ferramente, parevano pacchetti di Natale.
Con i capelli neri e gli occhi verdi era praticamente l’opposto di suo fratello Devon. Meno alto, ma comunque al di sopra della media, con un corpo snello e longilineo, quest’ ultimo sembrava essere l’unico nella famiglia ad avere ereditato gli occhi azzurri e i capelli biondi della madre.
-E come te lo sei slogato, limandoti le unghie?-
-Ah ah ah… Mi sto rotolando dalle risate-, rispose Devon atono, restando mollemente adagiato sulla sedia, all’ombra del portico dell’emporio.
Erano le nove del mattino, ma faceva già molto caldo per strada. Lobo e Devon erano in paese per fare rifornimento di generi di prima necessità: zucchero, farina, lievito, chiodi e altre cose del genere. Lobo all’inizio era stato contento che il fratello si fosse offerto di accompagnarlo, perché pensava che si sarebbero divisi il lavoro di carico della merce. Invece, Devon si era beatamente accomodato lasciandolo a sbrigare tutta la fatica.
-Ma allora perché hai insistito ad accompagnarmi, scusa?-
-Per dimostrarti il mio affetto fraterno, ovviamente! Sapevo che sarebbe stato un lavoro faticoso e noioso, se affrontato da solo, così ti offro la mia inestimabile compagnia per alleggerirti il compito!-
Lobo roteò gli occhi alle maniere affettate di suo fratello, -te ne sono grato, ma potevo fare benissimo da solo. Mi fai soltanto irritare, standotene lì seduto a guardarmi sudare-.
-Se la metti così… penso che andrò alla Damina con l’ombrello per un bicchiere-.
Si alzò e si aggiustò la camicia di cotone bianchissimo, perfettamente stirata, ma prima che potesse muovere un passo Lobo lo afferrò per una spalla e gli ficcò tra le braccia un sacco di zucchero.
-Tu non ti muovi da qui. Ho capito perché hai insistito tanto per venire, lo sapevo che c’era qualcosa sotto. Volevi solo trovare una scusa per poter venire in paese e incontrarti con una delle tue Colombelle. Eh, no! Hai voluto accompagnarmi? E allora mi aiuti. Altrimenti…- cercò di pensare a una minaccia convincente. Sorrise -…sarò costretto a raccontare a mamma come hai speso il tuo ultimo stipendio, e perché le hai chiesto un anticipo. Non credo che le farebbe piacere sapere che tutte le belle ragazze della città si vestono e si improfumano a sue spese!-
-Non oserai fare la spia? Io sono tuo fratello maggiore, tu mi devi rispetto!-
-Partiamo dal fatto che sei tu a dovere qualcosa a me… e non si tratta di rispetto, ma di almeno quindici dollari. E poi non sfidarmi, se facessi la spia-, assunse un’espressione innocente, -sarebbe solo per il tuo bene fratellino. O vuoi fare la fine di quel Billie Bount, che fu costretto a lasciare la contea a causa di almeno otto padri e venti fratelli inferociti?-
-Non facciamo paragoni stupidi, Billie Bount era un idiota. E non aveva nemmeno la metà del mio fascino e del mio carisma-, disse Devon, depositando il sacco di zucchero sul cassone del carro e sistemandosi i polsini della camicia.
Comunque, non protestò più, e si mise docilmente ad aiutare il fratello a caricare le decine di sacchi, pacchetti e involti.
 
Con quattro braccia anziché due finirono molto prima del previsto e decisero, pertanto, di andare davvero alla Damina con l’ombrello per bere qualcosa di fresco.
Dentro al locale, rustico ma tranquillo e ben frequentato, faceva fresco e vi rimasero volentieri sorseggiando una leggera birra ghiacciata. Fecero conversazione con i pochi avventori che a quell’ora cercavano refrigerio e riparo dal sole, e Devon trovò anche il tempo per incontrare la sua Denise, la colombella di turno.
Quando fu ora di rientrare alla fattoria, salutarono Neil, il proprietario e fecero ritorno al carro.
Golia, il cavallo roano da tiro, nitrì leggermente e drizzò le orecchie quando li vide arrivare.
Devon gli diede un paio di pacche sul collo e un biscotto di avena, prima di sciogliere le redini dal palo.
Controllarono per l’ultima volta che la merce fosse ben salda e assicurata sotto lo sbiadito telone protettivo e salirono sul carro: Lobo, seduto al posto di guida, scosse le regini e Golia si mise in movimento. Devon, nel frattempo, parlava incessantemente, -…e allora Kate mi ha detto di no per la terza volta, ma io sapevo che stava per cedere. Così sono andato da sua sorella, Corinne, che è una racchia. L’ho lusingata un po’ e mi sono fatto rivelare tutti i punti deboli di Kate. Quali fiori, quali colori le piacciono e se c’è un dolce in particolare che le piace. È venuto fuori che le piacciono le stesse cose che piacciono a me! Non è incredibile?-
-Stupefacente-, commentò Lobo senza nemmeno guardarlo.
-L’ho detto anche io. E quindi ho potuto comprare tutti i regali giusti che mi servivano per farla crollare definitivamente. Non ti dico quando le ho portato un sacchetto di quelle scorzette d’arancio ricoperte di cioccolato. Quelle che fa la mamma per Natale, hai presente? Quelle che mangiamo solo io e lei, perché non piacciono a nessun altro. Beh, Kate le adora! È letteralmente impazzita e così mi ha abbracciato di slancio, io l’ho cinta con un braccio, l’ho guardata e…-
Il racconto s’interruppe. Devon prese suo fratello per un braccio, -fermati un po’. Credo di avere appena avuto un’allucinazione!-
Lobo lo guardò aggrottando le sopracciglia -Che significa un’allucinazione?-
-Significa-, disse Devon saltando giù dalla cassetta carro ancora in movimento, -che mi è sembrato di vedere qualcosa di molto strano-, si acquattò e camminò con la schiena curva fino al bordo della strada, si schiacciò contro il muro di un palazzo, e guardò Lobo, premendosi il dito indice contro le labbra, intimandogli di fare silenzio. Lobo tirò le redini con gli occhi sbarrati e la fronte aggrottata: suo fratello aveva forse preso un colpo di sole?
Devon sbirciò oltre l’angolo, nel vicolo secondario. Ma non c’era nessuno. Il vicolo era vuoto. Si rimise in posizione eretta e si sistemò i polsini della camicia. Poi tornò al carro e vi risalì guardando pensieroso Lobo, che lo osservava preoccupato.
-Ma che ti è preso?-
Devon distolse lo sguardo e volse la testa verso il vicolo, -ho visto, o almeno mi è parso di vedere, Vin Schneider-, disse con voce assente.
-Ma chi, il proprietario del Gatto nel sacco? Allora capisco perché ti sei sorpreso. Io credevo che fosse una specie di creatura notturna, allergica al sole o che. Non lo avevo mai visto girare in pieno giorno!- Lobo scosse le redini, ridendo di gusto.
-Ma non è questa la cosa più strana-, aggiunse Devon, ed un sorriso felino gli arricciò gli angoli della bocca, -non puoi immaginare con CHI stesse parlando Schneider! Credo che potrebbe essere la notizia dell’anno-.
-Sei più pettegolo di una vecchia comare, te lo giuro. Allora, con chi parlava, con una ragazza? Questo sì mi sorprenderebbe!- Spinse Golia al trotto: si stava facendo tardi.
-No, nessuna ragazza-, Devon continuava a sorridere.
-Allora non ci arrivo, dimmelo tu. Con chi parlava?-
In quel preciso istante un cavallo pezzato a loro ben noto intersecò la strada poche decine di metri più avanti, galoppando a tutto spiano col suo cavaliere sulla groppa. Devon lo guardò allontanarsi in una nuvola di polvere, poi guardò il fratello.
Dapprima Lobo non capì... poi ebbe un lampo di intuizione, e il suo volto divenne una maschera di stupefazione.
-Noooo! Mi stai dicendo che… Non è possibile. DEVI esserti sbagliato-.
-Nessun errore. Era proprio lui. Nostro fratello maggiore, Mr. Aaron ragazzo-savio-e-coscenzioso, per la prima volta a memoria d’uomo si è cacciato in qualche grosso guaio, me lo sento-.
-Tu fai lavorare troppo la fantasia. Sono sicuro che ti sei sbagliato, o comunque che c’è una spiegazione plausibilissima a quello che hai visto. Che motivo avrebbe Aaron di intrattenere qualsiasi tipo di rapporto con un tipo viscido, antipatico e senza scrupoli come Schneider?-
Devon guardò pensieroso il punto in cui il cavallo di Aaron era scomparso in una nuvola di polvere.
-Non ne ho la minima idea, francamente. Ma sapendo come vanno le cose nella nostra famiglia, non dubito che lo sapremo molto, molto presto-, sorrise di nuovo.
Lobo scosse la testa con disapprovazione
  
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