Salve!
Rieccomi qui dp un’eternità ad aggiornare questa
storia … spero
sl che qualcuno se la ricordi ancora^^
Sinceramente nn so perché sto aggiornando dal momento che
nn sono per niente convinta di quello che ho scritto. Nn so neanche
cosa dirvi
riguardo a questo cap … forse sl che si potrebbe definire il
solito capitolo di
passaggio.
Mi scuso per nn aver aggiornato prima ma mi sn dedicata
di più all’altra ff (se qualcuno vuole andare a
darci un’occhiata mi farebbe
molto piacere ^^), gennaio febbraio è stato periodo di esami
… e poi odio
febbrai con tutto il cuore , troppi ricordi, troppo dolore, quindi sn
stata un po’
depressa …è lo sono ancora tutt’ora, ma
nn sto qui a raccontare i miei problemi
…mi scuso
anche per questo piccolo sfogo
insignificante.
Ringrazio infinitamente ALy_Cullen , patapolo, sessyli,
volpessa22, Luisa98, nanerottola, Rebussiii per aver lasciato una
recensione…
grazie^^
E ringrazio ultimi ma nn meno importanti i lettori
silenziosi che contro ogni mia aspettativa sn stati numerosi
…grazie^^
Pen
friend – Amica
di penna
Pov
Bella
È che cavolo!
Odio il suono di questa maledetta sveglia.
Odio tutte le sveglie in verità.
Di malavoglia tiro fuori la testa da sotto il caldo
piumone per vedere l’ora.
Cosa? È presto. Sono ancora le sette. Posso dormire altri
cinque minuti …
Mi allungo stiracchiando i muscoli delle gambe e delle
braccia. Lentamente apro gli occhi e guardo l’ora.
Sono le otto e un quarto …
Mi giro dall’altra parte affondando il viso nel cuscino.
COSA? LE OTTO E UN QUARTO?
Merda! Sono in ritardo.
Come un fulmine scatto giù dal letto e mi precipito in
bagno.
Veloce mi lavo,mi vesto senza neanche guardare cosa
indosso e mi do una sistemata veloce ai capelli.
Oddio questi non sono capelli ma un nido di uccelli. Sarà
megli legarli se non voglio che qualcuno si spaventi appena mi vede.
Una volta legati, quelli che dovrebbero essere dei
capelli, afferro la tracolla e mi precipito giù per le
scale, arrivando
miracolosamente senza rompermi l’osso del collo in cucina.
Entro come una furia,
apro l’anta dell’armadietto sopra il lavello
prendendo una tazza per il caffè.
“Buon giorno scoiattolina!”
Non ho tempo per questi convenevoli. Sono in un ritardo
mostruoso.
“Scoiattolina?”
È questa da dove è uscita mo?
Lui alza le spalle indifferente e ritorna a leggere il
suo amato giornale.
Bevo un’abbondante sorsata di caffè bollente,
maledicendomi, per questo mio gesto avventato, un secondo dopo.
Cavolo mi sono bruciata tutta la gola.
Questa mattina non è proprio giornata.
Mentre esco dalla cucina, vado a sbattere contro mio
padre.
“Hei! Dove vai così di fretta?”
“E’ tardi! Devo andare a lezione”
“Sei sempre la solita …
comunque siediti è fai colazione”
Guardo mio padre con occhi sgranati. Cosa?
“Ha ragione tuo padre … siediti è fai
una colazione
decente. Non lo sai che questo è il pasto più
importante delle giornata?”
COSA? Non bastava mio padre,adesso ci si doveva mettere
anche mio nonno?!
“Non ho tempo”
“Siediti!”
Esclamano insieme.
Mi trascino a passo pesante verso il tavolo, manifestando
apertamente il mio nervosismo. Mi siedo è afferro un
cornetto. Cerco di
mangiare il più velocemente possibile e, per poco non mi
strozzo. Per fortuna,
prontamente, mio nonno mi passa un bicchiere di succo
d’arancia.
Ok sono salva.
I due uomini di casa Swan, che questa mattina sembrano
essere in combutta contro la sottoscritta, scoppiano a ridere senza
ritegno.
Sbuffando mi alzo e senza degnarli di un saluto mi dirigo
in garage.
Mentre aspetto che la porta del garage di sollevi, prego
di non trovare traffico.
Come non detto. Tempo cinque minuti e mi ritrovo bloccata
in un traffico assurdo.
È che cavolo!
Guardo l’ora sul cruscotto. Un’ora di ritardo.
Chissà
quanto tempo rimarrò bloccata qui? Tanto vale non andare
proprio a lezione
oggi.
Cosa potrei fare?? … mmm … trovato!
Afferro la borsa dal sedile del passeggero, e parto alla
ricerca del cellulare.
Dove diavolo si è nascosto? Eccolo!
Cerco il numero. Schiaccio il tasto verde e parte la
chiamata.
Uno squillo.
Due squilli
Tre squilli.
“Hei ciao! Senti non vado più a lezione
… si certo … e
proprio quello che volevo fare …
bene
allora a tra poco”
Con una manovra faccio inversione e a tutta velocità mi
dirigo verso la mia nuova meta.
Ancora non ci posso credere. È qui. La mia amica di penna
è qui. Nella mia città. Sembra incredibile. E
pensare che tutto è iniziato per
uno stupido progetto di classe. Chi lo avrebbe mai detto che la nostra
sarebbe
stata una vera amicizia. Nessuno ci credeva. Eppure eccoci qui, ancora
amiche,
ancora a scambiarci lettere tristi, allegre, spensierate, arrabbiate.
Lettere
che parlano di noi, che racchiudono momenti della nostra vita, momenti
fermarti
nel tempo e nella memoria come in vecchie fotografie.
Pov
Edward
Sempre
il solito esagerato … cosa avrai mai fatto di
così
faticoso??
No!
Ti prego. Già di prima mattina no.
Buon
giorno principino
Sparisci!
Sbuffando mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno, ormai
il sonno è completamente passato, chissà di chi
sia la colpa …
Stai
per caso parlando di me??
No
di mia nonna …
Ah!
Ecco … perché io non ho fatto niente …
=)
Mi
passo una mano sul viso, imponendomi di mantenere la
calma. Agitarsi già di prima mattina non va affatto bene.
Mi guardo allo specchio e decido che una bella doccia e
proprio quello che mi ci vuole.
Mi spoglio di tutti i vestiti e mi butto sotto il getto
d’acqua ancora freddo, che mi scuote e mi risveglia dal
torpore della notte.
Sento l’acqua scorrere su tutto il corpo.
Fresca. Rigenerante. Pulita.
Non so perché ma mi viene in mente la ragazza senza nome
( ancora per poco ne sono più che sicuro) che ho incontrato
ieri.
Penso al frenetico gesticolare delle sua mani mentre si
scusava.
Penso alla sua bocca.
Penso ai suoi occhi cioccolato, così puliti.
Si puliti. Limpidi. Cristallini. Puri.
Ripenso ai suoi occhi è una strano brivido mi corre lungo
tutta la spina dorsale.
È impossibile!
Mi rifiuto di credere che sia dovuto a quella ragazza.
Non so neanche come si chiama. Quanti anni ha. Cosa fa. Dove abita.
Cosa le
piace. Cosa non le piace. Non so niente di lei. Niente. Non
può farmi questo
effetto.
Eppure ieri quando le ho toccato la mano ho avvertito lo
stesso brivido.
Scuoto energicamente la testa, come a voler mandar via
con la forza questi assurdi pensieri.
E ancora tutti i
pensieri corrono a lei.
Ho come la sensazione di conoscerla da sempre.
E come sei lei fosse un lontano ricordo. Uno di quelli
sbiaditi, confusi nel tempo. Un ricordo che non sai bene dove
collocarlo.
Ricordo i suoi occhi anche se so di non averli mai visto
prima di ieri.
È una
strana
sensazione, difficile da poter descrivere perché troppo
confusa, astratta,
strana.
Appunto strana, perché è
quasi impensabile poter provare certe emozioni cosi
famigliari e calde
per qualcosa di sconosciuto.
Finita la doccia, mi vesto e vado in cucina.
“Buon giorno mamma”
La saluto schioccandole un sonoro bacio sulla guancia.
“Buon giorno anche a te tesoro”
Le sorrido. Sempre dolcissima la mia mamma.
Prendo una tazza e mi verso del caffè
“Gli altri?”
“Tuo padre è andato in ospedale, sai come
è fatto, tuo
fratello sta ancora dormendo e tua sorella è a telefono con
la sua amica di
penna”
A questa ultima frase drizzo le orecchie.
Mia sorella è a telefono con la sua amica di penna.
Potrei alzare il ricevitore della cucina e poter
ascoltare la sua voce per la prima volta.
È
cosa pensi di dire a tua madre?! … scusa mamma voglio
solo origliare la loro conversazione per sentire finalmente la voce
della mia
ossessione? … beh potrebbe
sempre
funzionare … non si sa mai … hihih …
Mi
fa strano dirlo, ma hai ragione, non è fattibile come
cosa con mia madre qui, ma lo sarebbe dal telefono delle mia stanza.
Mi alzo di scatto e corro verso le scale … con la coda
dell’occhi vedo mia sorella seduta sul divano che parla
… è no! … che parla con
il cellulare … ma che palle
Ahahahahah…
Ma
sta zitto.
Arrabbiato ritorno in cucina.
“Edward?”
Alzo gli occhi verso mia mamma, ma evito di parlare, sono troppo
arrabbiato e
non voglio risponderle male, quindi mi limito a guardarla come chiaro
invito a
proseguire.
“Andresti gentilmente al supermarket? Mi servirebbero
alcune cose per un dolce che vorrei fare per questo pomeriggio
… sai ci viene a
trovare l’amica di tua sorella?”
Cosa?
Lei viene qui? Perché io non ne sapevo niente? Quando
è
stato deciso? Perché sono sempre l’ultimo a sapere
le cose in questa casa??
Calmati
…
Calmarmi?
Lei viene qui. A casa mia.
Lei viene a casa mia.
Solo adesso il mio cervello sembra aver elaborato a pieno
la notizia.
Lei a casa mia … e questo significa che potrò
finalmente
conoscerla.
Mia madre mi osserva come se fossi pazzo aspettando una
mia risposta.
Beh!
Avrebbe anche ragione sei passato dall’arrabbiato,
al sorpreso, all’euforico alla velocità della luce.
Evito
accuratamente, ancora una volta, di rispondere a
quella vocina petulante impertinente nonché
fastidiosa
Hei!
“Cosa devo prendere?”
Vedo mia mamma
sussultare,
mi sa che ci ho messo un po’ troppo entusiasmo nella domanda.
“Ecco prendi … ti ho scritto una lista
…”
“Ok … allora vado … a dopo”
Tutto contento mi dirigo in garage per prendere la
macchina, ci manca poco che mi metta a saltellare come fa di solito la
pazza.
Salgo in auto, metto in modo ed esco a tutta velocità.
Prima di svoltare l’angolo dallo specchietto retrovisore
vedo una Volvo grigia entrare
nel nostro
vialetto.
Chi sarà?
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Spero con tutto il cuore che qualcuno sia riuscito ad
arrivare fino alla fine … se si mi farebbe tanto piacerebbe
se lasciaste un
piccolissimo commentino … potete tranquillamente scrivere
che fa skifo …dato
che lo fa davvero, tanto non sono il tipo che si offende …
anzi le critiche
fanno bn …
Cmq mi impegno solennemente ad aggiornare prima … mi
scuso ancora per nn averlo fatto prima ma come già detto
è stato un periodo
allucinante …
Beh allora alla prossima
Bacibaci luna^^