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Autore: _TattaFede_    21/02/2010    2 recensioni
Bella, Alice e Rosalie si concedono una vacanza in Italia prima dell'inizio dell'università. Tutto cambia dopo l'incontro con Edward e Jasper... Bella tornerà in America profondamente cambiata e la sua vita non sarà più la stessa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Tre giorni erano passati dal nostro atterraggio in Italia e già mi preoccupavo di quando avrei dovuto lasciare quel paradiso terrestre.

Il caldo a volte diventava soffocante nell’ora di punta, ma non era un problema visto che io, Rosalie e Alice ci tuffavamo in quello splendido mare cristallino. Il residence era ancor meglio di come sembrava dal catalogo dell’agenzia di viaggi e tutti erano gentili e disponibili. E le mie amiche non mancavano mai di ricordarmi che quel posto brulicava di “bocconcini niente male”. Ero anche riuscita ad abbronzarmi un pochino, strano ma vero.

Distolsi lo sguardo dal mio libro, per osservare il mare davanti a me. Il sole stava pian piano tramontando, donando la paesaggio un colorito rossastro. Mi alzai dal lettino e andai a prendere il cellulare nella borsa, volevo controllare l’ora. Le sei e un quarto, questo significava un'altra ora di assoluto relax prima del ritorno alla nostra casetta. Tornai al mio posto e mi sistemai gli occhiali sulla testa, prima di rincominciare a leggere Twilight. Ne avevo sentito parlare spesso a scuola, così lo avevo preso, incuriosita. La storia era originale ed era scritto abbastanza bene… ma sarei sempre rimasta fedele ai miei adorati classici.

Immersa nella lettura, mi accorsi solo all’ultimo momento di un pallone che andò a sbattere sulla parte finale del mio lettino. Sobbalzai leggermente per la sorpresa.

- Scusa non volevo spaventarti…

La sagoma del ragazzo che mi aveva parlato entrò nel mio campo visivo, lasciandomi un attimo senza fiato. Ricollegai uno dei miei ultimi neuroni rimasti, per cercare di rispondere.

- N-non ti preoccupare…- ringraziai mentalmente il vocabolario italiano per turisti letto sull’aereo, prima di rivolgergli un sorriso timido.

Si chinò per prendere la palla. – Sei straniera?

Risposi con un cenno affermativo della testa, per poi aggiungere – Americana.

Mi sorrise, sembrava un bambino il giorno di Natale. – Anche io sono americano.

Il mio cervello non ebbe il tempo di recepire quella frase pronunciata in inglese, che un grido dietro di me richiamò l’attenzione del mio interlocutore.

- EHI CASCAMORTO TI VUOI MUOVERE?!?

Arrossii leggermente, imbarazzata.

- Meglio che vada… ci si vede in giro. Ciao.

 Annuii sempre più rossa in viso. - Si…Ciao.

Mi imposi con tutta me stessa di non girarmi a guardare quel ragazzo, che stava andando sicuramente verso il campo da beach volley. Vidi Alice e Rosalie venire verso di me, entrambe con in mano un frullato.

- Ti lasciamo cinque minuti e quando torniamo ti troviamo a flirtare con un…

- Figo pazzesco? – intervenne Rosalie.

La moretta si mise le mani sui fianchi, con fare inquisitorio. – Si, con un figo pazzesco… è possibile?

A volte quelle due esageravano davvero… non sul nomignolo, certo, ma sul fatto che stesse flirtando con me.

- Dai ragazze, ha preso soltanto il pallone e…

- E?!?

Accidenti a me e alla mia linguaccia.

- Mi ha chiesto se sono straniera e dopo lui ha aggiunto che lui è americano…

Alice si portò le mani alla bocca per reprimere un urletto, mentre Rosalie cercava di riprendere aria dopo essersi strozzata con il frullato.

Quando la bionda si fu ripresa, affermò convinta – Scommetto dieci dollari che riparlerai con lui entro ventiquattr’ore!

Tentai di parlare, ma con scarsi risultati, poiché Alice stava lanciando una vera e propria scommessa.

- Io scommetto dieci dollari che si parleranno questa sera!

E così dissi addio per sempre al relax di quella vacanza.

 

 

- Ragazze vi ho mai detto che vi odio? – mugugnai, mentre Alice mi metteva un po’ di matita sulle labbra.

- Si, un centinaio di volte solo stasera… e ora stai zitta o mi fai sbagliare!

Era da un’ora che quel piccolo dittatore mi stava trattando come la sua bambolina personale e il giorno successivo sarebbe stato il turno di Rosalie. Cosa avevo fatto di male per meritarmi quella tortura? Guardai di sfuggita la montagna di panni sopra il mio letto. Già prevedevo che avrei dovuto mette in ordine io.

- Finito! Ora vai allo specchio e dimmi che sono un genio!

Obbedii agli ordini: dovevo ammetterlo, Alice era la migliore quando si parlava di trucco e vestiti. Mi aveva fatto indossare un paio di pantaloncini bianchi, con sopra un top azzurro senza spalline e mi aveva legato i capelli in una coda alta per esaltare la mia temporanea abbronzatura.

La trascinai immediatamente fuori dalla casetta per paura che potesse cambiare idea da un momento all’altro sul mio abbigliamento.

- Finalmente! Stavo mettendo radici qua fuori…ottimo lavoro Aly! – commentò Rosalie, squadrandomi.

- Grazie socia… ora sbrighiamoci, siamo in ritardo! Ho una scommessa da vincere!

Ci avviammo verso il centro del residence, dove c’era un bar e una pista per ballare. Rosalie fu subito invitata dal bagnino, mentre io e Alice preferimmo fare una partita a biliardino. Me la cavavo alla grande secondo i miei standard, eravamo 4 pari e mancava solo una pallina.

- Chi perde offre da bere, ok?

Alzai gli occhi al cielo. – Non vale che tu ti approfitti sempre della mia sfortuna… dai tira…

E, come avevo predetto, dopo una trentina di secondi la pallina entrò nella mia porta.

- Se volessi la rivincita?

- Sarebbe lo stesso, cara mia…

- Lo sai che una rivincita non si nega mai a nessuno? – sentii quella voce melodiosa provenire dietro di me. Alice si illuminò immediatamente, ormai consapevole di aver vinto la scommessa.

Raccolsi tutto il mio autocontrollo e mi girai, sperando di non fare una delle mie solite figuracce. Un ragazzo di un metro e ottanta coi capelli ramati mi sorrideva a meno di cinque passi. Indossava una semplice tshirt bianca e un paio di jeans lunghi, ma faceva comunque la sua figura.

- Ciao, ragazza americana…

Mi appoggiai al biliardino, per non svenire dall’imbarazzo.

- Ciao, giocatore di beach volley… - le parole mi uscirono di bocca senza che me ne accorgessi. Avrei tanto voluto sotterrarmi.

Vidi il suo sorriso allargarsi ancora di più. – Forse è il caso di fare le presentazioni? Io sono Edward Cullen…

Strinsi la mano che mi tendeva. – Isabella Swan, ma preferisco solo Bella…

- E lei è Alice Brandon – aggiunsi, quando il folletto mi affiancò.

- Piacere… dici che devo concederle la rivincita eh?

Il suo sguardo sembrò accendersi. – Certo…

Non riuscì a continuare, poiché un ragazzo biondo lo chiamò.

- Finalmente Ed! ti cercavo da un quarto d’ora!

Edward alzò le spalle, come per dargliene atto e poi rivolse di nuovo la sua attenzione su di noi. – Cugino… ti presento Alice Brandon – e la indicò – E Isabella Swan…ragazze, lui è Jasper Cullen.

Cosa mangiavano da piccoli in quella famiglia per venire su così bene?

Alto poco meno del cugino, aveva anche lui gli occhi verdi, sebbene di una tonalità leggermente più scura.

- Allora, stavo dicendo prima di essere interrotto, è fondamentale concedere la rivincita a Bella… anche perché ci sono due poveri ragazzi, assolutamente incapaci nel ballo, che non sanno dove sbattere la testa e ai quali piacerebbe un sacco giocare a biliardino… - Edward aveva pronunciato la sua filippica con una faccia da bambino indifeso assolutamente adorabile e nel frattempo gesticolava, indicando se stesso e suo cugino.

- In questo caso… come faccio a negare a Bella la rivincita e a voi due la possibilità di giocare?

Mi girai verso Alice, con gli occhi fuori dalle orbite. Mi voleva morta per caso?

Ma lei mi ignorò completamente. – Allora io e Jasper contro Edward e Bella… chi perde paga da bere, va bene?

I ragazzi accettarono volentieri, mentre io diventavo rossa come un peperone.

- Allora socia, difesa o attacco?

Ci pensai un attimo. Già sapevo che avrei fatto un sacco di figuracce, ma preferii andare a porta. I miei neuroni andarono a farsi un bel viaggetto quando Edward si mise alla mia destra per iniziare la partita. Mi sembrava di essere all’interno di una bolla di sapone, completamente estraniata dal mondo. Fortunatamente questa scoppiò quando Alice lanciò la pallina nel biliardino.

Non me la stavo cavando male e poi ci pensava il mio compagno di squadra a rimediare ai miei inevitabili errori. Piano piano ci presi sempre più mano e alla fine cominciai anche a divertirmi, lasciando da parte la concentrazione per ridere e scherzare insieme agli altri. Incredibilmente, la prima partita fu vinta da noi, ma Alice e Jasper chiesero subito la rivincita e questa volta toccò a noi perdere. Si andò inevitabilmente allo spareggio ma, grazie ad un paio di finte di Edward, riuscimmo a portare a casa la vittoria.

- Dammi il cinque socia! E per fortuna non sapevi giocare!

Risi. – Ma se questa è una delle poche volte che ho vinto in vita mia! Edward… all’improvviso non ti è venuta una gran sete?

Alice sbruffò, mi divertivo un mondo a sfotterla… e poi aveva vinto la scommessa con Rosalie, non si poteva lamentare di certo!

- Si hai ragione Bella, ho una sete tremenda… Jazz ci vai a prendere qualcosa da bere per favore?

- Aly accompagnami va, questi due si stanno vantando troppo per i miei gusti.

Li seguimmo con lo sguardo, lei sembrava ancora di più una bambina, poi mi girai verso il mio compagno di squadra e mi resi conto che eravamo rimasti da soli. Forse anche lui pensò la stessa cosa e, per evitare silenzi imbarazzanti, mi fece qualche domanda.

- Allora… da quando sei qui?

Guardai verso la pista da ballo, per evitare di incantarmi. – Questo è il terzo giorno, in totale restiamo due settimane.

Con la coda dell’occhio lo vidi sorridere. – Anche noi la stessa cosa.

Ma tu guarda le coincidenze della vita! Avrei passato il resto della vacanza con la tachicardia in pratica!

- Sei solo con Jasper?

Mi fece no con la testa. – Ci sono anche i miei genitori e quelli di mio cugino… è una storia lunga… - mentre parlava si guardava le punte dei piedi e la sua voce aveva assunto un tono basso, quasi sofferente.

- Vabbè me la racconterai un'altra volta… - alzò di scatto la testa, facendo incrociare i nostri occhi. I suoi erano sorpresi, forse si aspettava ulteriori domande da parte mia. Il verde delle sue iridi mi ipnotizzò completamente e avevo la sensazione che tutte le mie barriere stessero cedendo sotto quello sguardo così magnetico. Una parte di me aveva una paura terribile, voleva nascondersi, mentre l’altra agognava di farsi conoscere da quel ragazzo.

- Bella! Edward! Venire, abbiamo trovato un tavolo libero!

Ci girammo contemporaneamente verso Jasper, il quale ci faceva cenno di avvicinarci.

- Andiamo a riscuotere il nostro premio!

Edward mi tendeva una mano, con il suo solito sorriso stampato in faccia. Appoggiai la mia sul suo palmo e poi feci intrecciare le nostre dita, accompagnando a quel gesto un sorriso timido.

In genere sono un tipo abbastanza introverso con le persone che non conosco, ma con Edward tutto sembrava così maledettamente facile e giusto.

Passammo più di un’ora seduti a quel tavolo, a chiacchierare delle nostre vite e a scherzare, completamente a nostro agio. Rosalie ci aveva raggiunto dopo poco e subito anche lei si era unita a quel clima di allegria e ilarità.

Scoprimmo che Jasper aveva appena frequentato il primo anno di Giurisprudenza a Yale, mentre Edward era un nostro coetaneo e si sarebbe preso un anno sabbatico prima di prendere il corso di Medicina a Harvard.

 - Oh allora caro Jasper tra un mese ci ritroveremo tutti compagni di college!

Alice era particolarmente contenta della notizia, da quel poco che avevo visto sembrava interessata al suo compagno di squadra.

- Davvero?!?

Presi io la parola, per cercare di contenere l’euforia di quel folletto.

- Si… io ho preso Giornalismo, mentre Alice Architettura… Rosalie ci seguirà dall’altra parte del paese, ma frequenterà un corso esterno per diventare maestra d’asilo…

Edward aveva una faccia meravigliata… e anche un po’ delusa?

- Scommetto che avete pianificato tutto quando eravate bambine o qualcosa del genere… peccato, sarò tutto solo ad Harvard… - e detto questo sprofondò nella sua poltroncina con un broncio adorabile.

- Hai sempre un anno di tempo per cambiare idea… c’è il corso di Medicina anche a Yale… - involontariamente avevo parlato sottovoce al diretto interessato, seduto proprio accanto a me. Cazzo! Sembra che stia flirtando!

Avevamo fatto di nuovo intrecciare le nostre iridi, preferivo non avere quel contatto così intimo con lui, ma volevo che in qualche modo capisse l’innocenza della mia frase. Come se gli occhi potessero parlare ad uno sconosciuto…

Di certo Edward era un bel ragazzo e, da quel poco che avevo capito pure simpatico e alla mano, ma ero appena uscita da una relazione e non riuscivo a concepire l’idea di buttarmi in qualcosa di nuovo, anche se destinata a durare il tempo di una semplice vacanza.

- Guarda potrei accettare la tua proposta, solo per dare il tormento a mio cugino!

Rise sommessamente, come per non farsi notare e nascondere quella specie di segreto con me. Possibile che mi avesse capita?

- Povero Jasper, posso solo immaginare quanto deve sopportarti in questi giorni!

- E non pensi a me che devo sopportare lui?

Mi rivolgeva una faccia da cucciolo bastonato, mi sembrava tanto Alice quando mi chiedeva di fare shopping con lei. Presi il bicchiere e bevvi un po’, giusto per tornare lucida e non cadere nella trappola.

- Dettagli trascurabili. – liquidai il discorso così, con una semplice alzata di spalle.

Il resto della serata passò così, tra battute e svariate domande per conoscerci meglio. Solo alle una avevamo deciso di tornare alle nostre casette, in fondo ancora eravamo poco abituati a quel fuso orario.

I ragazzi ci accompagnarono fino alla nostra destinazione con la scusa di non poter lasciare tre ragazze così belle andare in giro da sole.

- Allora, domani che fate? – Alice, senza troppi preamboli, aveva fatto la domanda che probabilmente stavamo pensando tutti.

- Andiamo in spiaggia come al solito… che ne dite se ci vediamo lì? – Jasper aveva indubbiamente preso al volo quella ghiotta occasione per rivedere il folletto. Avevano scherzato tutta la sera, non mi sarei meravigliata se tra loro fosse scoppiata la scintilla.

- Certo! A domani… buonanotte ragazzi!

Anche Rosalie era diventata euforica? La bionda prese fuori le chiavi della casa dalla sua borsetta e un attimo dopo scomparve dietro la porta.

Non sapevo che dire, tanto meno come salutare Edward. Ogni tanto guardavo nella sua direzione e lui faceva lo stesso con me. Quando i nostri occhi si incrociavano lui mi sorrideva e io non potevo fare a meno di rivolgergli timidi sorrisi e di voltare subito lo sguardo, per evitare di rimanere incantata.

- Avanti, andate pure voi due… Bella potrebbe addormentarsi da un momento all’altro.

Effettivamente avevo parecchio sonno, ma, come una bambina, risposi alla provocazione di Edward facendogli la linguaccia e incrociando le braccia.

Tutti risero e alla fine anche io mi aggiunsi a loro. Edward si avvicinò, mi spettinò un po’ i capelli e poi, con mia grande sorpresa, mi prese la mano e ne baciò lievemente il dorso. Non c’era malizia in quel gesto, soltanto semplicità.

- Buonanotte Bella…

- Buonanotte Edward…

 

 

 

 

Ringrazio ChiaraBella (sono tutti umani e per ora Emmett non ci sarà… comparirà tra qualche capitolo) e coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti e le seguite!

  
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