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Autore: milly92    21/02/2010    9 recensioni
Seguito di "Dillo Alla Luna". Luna e Marco, finalmente insieme. Nonostante siano insieme da poco, sembrano cresciuti moltissimo e tantissime responsabilità si accavallano addosso a loro: una casa da gestire da sola con sua sorella per Luna, l’ultimo anno di università per Marco, che lo condurrà alla fatidica laurea in architettura. Eppure, come tutti i rapporti, il loro dovrà consolidarsi e superare varie prove, rappresentate soprattutto da Tommaso, affittuario di una stanza in casa di Luna. “Vedi, Tommaso, il fatto è che a pelle non mi hai dato una buona impressione, ed io sono fatta un po’ così, pensa che fino a quasi un anno fa avevo un brutto rapporto con Stella e con Marco stesso… Poi il fatto di averti trovato alla mia porta quando aspettavo Marco…”. “Ma c’è sempre Marco in mezzo? Cioè, voglio capire che state insieme, ma a me sembra quasi che non respiri se non te lo dice lui..!” m’interruppe Tommaso, con un’accentuata vena critica nella voce che non mi piacque affatto. “Ma come ti permetti? Tu non mi conosci…”. “E non ti conoscerò mai se continui a lanciarmi frecciatine in presenza sua e a parlare sempre e solo di lui!” ribattè. Lo guardai furente, alzandomi dal letto. “E dove sta scritto che devi conoscermi per forza? Te lo ha prescritto il medico?”. Tommaso si alzò a sua volta, guardandomi con disprezzo. “E pensare che quando ti vedevo all’Università mi ispiravi simpatia e dolcezza. Sei solo una vipera insicura che non vive senza il suo cagnolino da guardia” disse.
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Odi, Sed Amo'
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Prologo

Un paio di bottiglie vuote per terra, con al loro fianco due bicchieri di vetro inutilizzati. Qualche candela ormai quasi consumata, che continuava a diffondere per la stanza uno strano aroma. La mia borsa con i libri dell’università al fianco delle buste di alcuni negozi di vestiti comprate da lei

Se i signori Solari avessero visto tutto quel disordine nel soggiorno della casa che avevano ristrutturato e lasciato alle loro figlie di sicuro si sarebbero arrabbiati moltissimo, ma al momento non poteva fregarmene di meno visto che la mia sfera sensoriale era occupata da altri pensieri, e nemmeno le urla del signor Solari dovute al modo con cui sua figlia se ne stava addosso a me avrebbero potuto distrarmi.

Ti prego, Luna, non smettere…

Come ho fatto a resistere cinque mesi?

Guai a chi prova a interromperci proprio ora, ce lo meritiamo dopo tanta attesa e aver passato tutti gli esami all’università…

Lentamente, con una pacatezza che non credevo di poter ottenere al momento, feci sì che la mia ragazza si ritrovasse sotto di me prima di continuare a torturarla con una scia di baci dovunque, mentre lei faceva lo stesso con me. Potevo sentire la pelle delle sue gambe a contatto con le mie, e ciò non poteva non mandarmi ancora di più in tilt.

Chi aveva inventato gli shorts? Dovevo fargli un momento, questo era poco ma sicuro.

La fissai per un momento; era bellissima con gli occhi socchiusi e una pura espressione di rilassamento totale dipinta su quel volto che tanto amavo in ogni suo piccolo particolare.

Avevo appena iniziato a sbottonare la sua camicetta bianca che avvertii la sua mano circondare il mio polso e bloccarlo.

“Marco, sai quanto mi piacerebbe ma tra mezz’ora zia Kitty sarà qui, vuole farmi vedere l’album del matrimonio…” sussurrò, tra il seccato e il dispiaciuto. “Credimi, me lo sono ricordato mezzo minuto fa” aggiunse, come se volesse rassicurarmi per il fatto che non dipendesse da lei.

Com’era dolce quando faceva così! Non ce n’era bisogno, sapevo perfettamente che mi desiderava quanto io desideravo lei, me l’aveva fatto capire ogni singolo giorno degli ultimi due mesi, ma tra esami e fratelli rompiscatole non eravamo riusciti a creare l’atmosfera e il momento giusto per un evento simile e importante come la sua prima volta, anzi, la nostra prima volta.

“Va bene, non c’è problema, ma almeno hai visto che non dipende nemmeno da me, mi stavi letteralmente facendo impazzire…” dichiarai a bassa voce contro il suo orecchio, facendola fremere lievemente.

Mi guardò con rimprovero, prima di alzarsi e abbottonarsi l’unico bottone che ero riuscito a sbottonare. “Se fai così mi metti in difficoltà…” mi fece notare, sistemandosi i capelli e sventolandosi con la mani, evidentemente per darsi una calmata, cosa che avrei fatto bene a fare anch’io dal momento che ero ancora parecchio su di giri. Non riuscivo a non guardarla e a soffermarmi sulle sue gambe snelle e sulle sue forme ben proporzionate…. Ormai la desideravo troppo, non potevo negarlo.

Il suono del campanello annunciò la fine della nostra quiete, così Luna mi fece segno di togliere le bottiglie e tutto il resto da terra mentre andava ad aprire.

Obbedii, sorridendo e ripensando al fantastico modo con cui avevamo festeggiato la fine della mia sessione di esami, dopo che lei aveva avuto l’ultima prova due giorni prima, con birra gelata, pasticcini e schifezze varie, e non potei non pensare con una fitta di rimpianto a come avremmo potuto completare l’opera se qualcuno non ci avesse disturbato…

“Buon pomeriggio cognatino!”.

Avevo giusto gettato tutto nella spazzatura che la voce squillante della mia migliore amica Stella, nonché gemella di Luna e ragazza di mio fratello mi risvegliò da quei dolci pensieri.

“Ciao Stella!” la salutai, prima di fare un cenno a mio fratello Mario, alle sue spalle.

“Sono venuta per dirvi la novità del momento” continuò lei, fissando la sua gemella che la guardava attentamente.

“E sarebbe?” domandammo in coro.

“Tra due giorni andiamo a Firenze, mamma e papà ci vogliono parlare e far conoscere una persona, per cui ci soffermeremo qualche giorno lì… Non è fantastico?” dichiarò entusiasta. “Ovviamente siete invitati anche voi due”.

Cercai di non scambiare uno sguardo d’intesa con la mia ragazza, ma fu inutile: entrambi ci guardammo rassegnati, come a dire “ciao ciao, mi sa che riprenderemo quel famoso e sempre incluso discorsetto tra almeno una settimana”. Tutta colpa dei padri troppo possessivi e gelosi di una minima carezza, ma dico io… Possibile che non stesse mai tranquillo al cento per cento con un ragazzo così calmo e rispettoso come me???

*°*°*°*

Ciao a tutti!

Ed eccomi qui con il seguito di “Dillo Alla Luna”, che rappresenta il punto vivo della storia, dato che quella precedente può essere considerata come una storta di parentesi che ha sondato il terreno per gli eventi che succederanno qui. Il titolo è preso dalla canzone di Katy Perry, che vi consiglio di ascoltare e leggere la traduzione se vi và di comprendere un po’ come si evolverà la storia. Chi non ha seguito quella precedente, comunque, non deve farsi problemi visto che comunque spiegherò ogni singola cosa riscontrata nella parte precedente.

Cosa dirvi, spero che questo prologo vi sia piaciuto. Purtroppo per aggiornare ci metterò un po’, anche qualche mese, perché ultimamente sono molto occupata e ho avuto un calo d’ispirazione, ma ci tenevo a pubblicare il prologo come “promessa” di un seguito.

Detto ciò, vi lascio una parte tratta da quel poco che ho scritto del primo capitolo:

Nonostante la casa fosse abitata solo da me e Stella, non avevamo mai un attimo di pace tra pulizie e parenti che spesso venivano a trovarci per controllare se andasse tutto bene, quindi per me staccare la spina e allontanarmi un po’ da tutti loro con un viaggio dai miei era una cosa positiva, comunque sempre c’era qualcuno che rompeva le scatole, tanto valeva che ciò fosse rappresentato dal mio paparino che non vedevo da settimane!

“Fa come vuoi allora” mi arresi infine, conscia del fatto che niente e nessuno avrebbe potuto dissuaderlo dalla sua decisione di organizzare questo viaggio. “Organizza un viaggio dove vuoi, anzi, a questo punto vedi se c’è qualche volo low cost per Spagna, Francia e giù di lì”.

S’illuminò di botto, come se gli avessi detto chissà che, e subito si fiondò sul mio portatile di nuovo, cercando particolari siti su cui speculare.

A presto!

La vostra milly92.

  
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