Arrivai a casa e mi fiondai in camera mia senza nemmeno salutare.
Quella ragazza. Quel viso. Quegli occhi. 
Respirai profondandamente nel tentativo di calmarmi; fu tutto vano.
Sentivo più ossigeno nei miei polmoni, la mente era una nuova mente, il cuore batteva…
Mi alzai in piedi incapace di stare fermo e camminai avanti e indietro per la stanza sette, otto volte.
Nella mente rimbombavano i pensieri di Carlisle: “è lei, Lei. Guardala. Cyriac, è lei. ”
Avevo osservato bene il suo viso, un viso elfico, piccolo e dai lineamenti delicatissimi. Avevo percepito la sua forte emicrania e avevo fatto il possibile per attenuarle il dolore. 
Non appena i suoi occhi, scuri e lucidi avevo incontrato i miei, un fuoco mi percorse. Il suo fuoco, aveva sciolto il gelo, il ghiaccio dal mio corpo e dai miei pensieri.
L’amavo e l’odiavo. L’odiavo perché le era bastato un minuto per gettarmi nella confusione più nera, per farmi sentire inquieto, ma l’amavo perché non ne potevo fare a meno.
La calma e la sicurezza che avevo aquisito in anni e anni di meditazione, il Cyriac che avevo forgiato con la solitudine e la danza erano stati sostituiti da Lei.
…Poi avevo visto quell’uomo avvicinarsi a lei, parlarle, ed ero stato divorato dalla gelosia.
Lei era mia. Come osava quel verme? Rivolgere la parola a lei! 
…E il piacere di sentire la sua voce…così melodiosa e delicata rivolta a me.
…e il suo sangue. L’odore del suo sangue era un misto di miele, lavanda, fresia, mare e lamponi. Un vero elisir per il mio corpo arido.
Dovevo rivederla. 
Alice entrò in camera saltellando.
- Ehi fratellino, cosa ti è preso?-
Entrò anche Edward, concentrato sui miei pensieri.
-L’ha trovata.- Edward pronunciò quelle parole con fermezza. Alice portò una mano alla bocca, stupita, poi si mise a saltellare.
-Oh, Cyriac! Sono così felice! Ma è la lei delle mie visioni?-
Edward annuì alla piccola Alice.
Sospirai. – Sei triste perché noi sai come rivederla?- Azzardò Alice. La mia sorellina ci prendeva sempre. Per tutta risposta, annuii. Alice sorrise ad Edward. –Be’…noi…abbiamo fatto un po’ di ricerche e…abbiamo scoperto un po’ di cosette…tipo che scuola frequenta e dove abita.-
Cosa?? Mi alzai in piedi di scatto, furibondo.- Cosa? Perché? Non avevate alcun diritto! E poi non mi avete detto niente! Non sapevo che oggi l’avrei incontrata! Perchè non l’ho letto nei vostri pensieri?-
Mi rispose Edward questa volta.- Pensi che saresti andato da Carlisle, sapendo di incontrarla? Dopotutto quello che vuoi di meno è uno sconvolgimento, e lei lo è. Sapevamo che sarebbe accaduto, quindi abbiamo preferito prepararci adeguatamente.E poi…per quanto riguarda i pensieri…non ci abbiamo pensato in tua presenza.-
Intervenne Alice. -Stasera lei è da un’amica, quindi possiamo andare a casa sua!-
- Oh. No, no, no Alice. Non se ne parla nemmeno.-
-Dai Cyriac! Non vuoi scoprire qualcosa in più su di lei?-
-Ci vado da solo.- Alice fece una smorfia di disapprovazione, Edward sorrise. Uscirono insieme, e mi lasciarono ai pensieri.
Io stesso avevo visto le visioni di Alice su lei. Saremmo stati felici, avrei trovato la pace. Dopo anni di dissidi, uno sconvolgimento e poi la pace…sembrava assurdo. Eppure stava accadendo.
Avevo visto lei urlare e dimenarsi nel dolore straziante della trasformazione, avevo visto Alice cercare di confortarla e mi ero visto impotente. L’avevo vista dormire accanto a me, l’avevo vista tra le mie braccia.
Avevo visto che ci saremmo amati ogni giorno per l’eternità…
Era la realtà, era un sogno? Avevo bisogno di sapere che quel visino era vero, che lei esisteva, e che poteva essere mia. 
Mia, mia per l’eternità.