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Autore: Kirby    20/07/2005    2 recensioni
Com'è nata la storia d'amore tra Diana Barry e Fred Wright? Com'è andata avanti la vita per Diana dopo che Anna è andata all'accademia? Leggete e lo saprete. Grazie a chi legge.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivarono dopo poco

Arrivarono dopo poco. A Diana quel breve tragitto era sembrato un’eternità. Teneva la crostata sulle ginocchia, stando bene attenta che nulla rovinasse la sua deliziosa creazione.

Scesero dal calesse e, avvicinandosi alla porta, suonarono.

 

“Sono arrivate! Julia, Katherine! Mi raccomando…” disse apprensiva la signora Wright.

“Sì mamma…” dissero in coro le figlie.

Sapevano quanto la madre tenesse a quell’incontro. Era importante avere buoni rapporti con i vicini. Ed i Barry erano i loro vicini più prossimi.

Fred aveva parlato molto bene dei Barry a casa, ma un conto era sentirne parlare un altro era poterlo appurare personalmente.

La signora Wright osservò le figlie: Katherine indossava uno splendido vestito azzurro cielo ornato con dei nastri di colore blu; mentre Julia indossava un abito lilla dal taglio semplice e senza ornamenti, unico vezzo un fiocco leggermente più scuro appuntato sul petto.

Julia, la terzogenita di casa Wright, aveva sedici anni, era alta ed aveva folti capelli biondi che era solita acconciare in una treccia che scendeva fino a metà schiena, aveva il viso di un ovale perfetto, e profondi occhi azzurri. 

La signora Wright, dopo aver respirato profondamente, aprì la porta sorridente “Ben arrivate. Signora Barry… Signorina Barry… accomodatevi prego…” disse cordialmente la donna “io sono Margareth Wright” continuò facendo accomodare le due ospiti in salotto “queste sono le mie figlie… Julia, la più grande… e Katherine, la più piccola della famiglia…” concluse la donna.

“Molto lieta” disse la signora Barry “io sono Paula Barry e lei è mia figlia Diana” disse indicando la ragazza al suo fianco “Mio marito purtroppo non è potuto venire e neppure mia figlia minore: sono entrambi a casa influenzati” terminò la signora Barry

“Mi dispiace, spero si riprendano presto entrambi” disse la signora Wright con simpatia

Il salotto era una sala molto ampia: le pareti erano rivestite da pannelli in legno di noce chiaro mentre un grande tappeto, con colori che variavano dal giallo chiaro all’oro con qualche disegno rosso sparso qua là, occupava tutto il pavimento. Alle pareti c’erano dei quadri raffiguranti alcuni paesaggi di mare.

Un’ampia finestra permetteva, a chi stava seduto sul divano, di ammirare il giardino ed il fiume che scorreva lì accanto. Un tavolino basso era posto davanti al divano, e due poltrone erano state messe di fronte al divano. La parete a sinistra del divano era riservata ad un caminetto alquanto imponente che rendeva la sala intima. Dei soprammobili erano stati appoggiati nella mensola del camino.

Julia e Katherine salutarono gli ospiti educatamente.

Diana offrì il dolce alla signora Wright “potremmo accompagnarla al the, se siete d’accordo… Sapete, per quell’ora dovrebbero rientrare gli uomini” disse “purtroppo sono dovuti andare a risolvere un problema alla segheria di Charlottetown” informò la padrona di casa.

“Li attenderemo molto volentieri…” disse la signora Barry.

 

Diana parlò molto con le figlie della signora Wright, ed in particolar modo con Julia: trovava la ragazza molto simpatica e divertente.

“Domani ricomincio a lavorare all’asilo di Avonlea. La settimana scorsa mi sono fatta male ad un piede ed il medico mi ha consigliato di riposare per una settimana. Non vedo l’ora di rivedere i bambini. Sai mi sono venuti a trovare molto spesso!” disse Diana con entusiasmo

“Lo vedo che sei felice, ti brillano gli occhi dalla gioia! Sai, io non conosco ancora nessuno qui. Non ho amiche e mi piacerebbe che io e te lo diventassimo… Sempre che a te faccia piacere…” disse Julia, dimostrando di ricambiare la simpatia di Diana.

“Stavo per proportelo io. E quando arriveranno i miei amici dell’accademia ti presenterò anche a loro: sono sicura che li troverai simpatici. Senti… Ti andrebbe di lavorare all’asilo con me? Sai prima con me c’era la signora Allan, la moglie del reverendo, ma adesso sono sola. I bambini li adoro, però… Mi piacerebbe avere qualche adulto con cui ogni tanto scambiare quattro chiacchiere… Cosa ne pensi?” propose Diana trattenendo quasi il respiro.

Julia sembrò pensarci su, poi guardò sua madre “Per me non ci sono problemi” disse l’osservata.

“Allora accetto!” disse felice come una ragazzina.

Diana era doppiamente felice: aveva finalmente trovato qualcuno che l’aiutasse con l’asilo, cosa che la signora Allan non poteva più fare essendo in attesa di un bambino per la prossima primavera; e poteva frequentare casa Wright e vedere Fred… Già il suo Fred… Da quando dico mio? pensò la ragazza arrossendo a colpo.

Sentirono il rumore di un calesse “Sono arrivati gli uomini… Katherine, puoi avvisarli che abbiamo ospiti?” disse la madre accompagnando tale richiesta con un sorriso.

“Certo mamma… con permesso…” disse la ragazzina ed uscì.

“Il the sarà pronto entro breve” disse la signora Wright alle sue ospiti.

 

“Papà! Fred! Abbiamo ospiti…” disse Katherine appena gli uomini scesero dal calesse.

“Ah… I Barry se non ricordo male…” disse il signor Wright pensieroso.

Diana è qui! Pensò Fred al colmo della gioia “Beh… Allora dobbiamo cambiarci d’abito, altrimenti la mamma chi la sente dopo…” disse sornione all’indirizzo del padre.

“Già, figliolo. E dovremmo avvisare tua madre che stasera assieme a James arriverà Alice, con Martin e sua sorella Janet” disse rivolto al figlio che aveva cambiato letteralmente espressione.

“Ma Alice aveva detto che Janet restava a Charlottetown?” disse con un filo di voce il giovane.

“Povero Fred… Braccato da una donna…” scoppiò a ridere Katherine.

“Hai poco da ridere signorina…” disse il fratello inorridendo al solo pensiero della ragazza.

“Avrà cambiato idea” disse il padre “e poi… sapendo che non resti a Charlottetown…” terminò il padre.

“Andiamo dai Barry” disse Fred.

 

Dopo quella che per la signora Wright e Diana fu un’eternità, finalmente gli uomini fecero il loro ingresso in salotto.

Diana osservava di sottecchi Fred: aveva indossato un paio di pantaloni neri ed una camicia bianca che metteva in risalto il fisico del ragazzo.

Continuò a parlare con Julia, per non dare troppo nell’occhio dell’asilo affinché l’amica sapesse cosa aspettarsi e magari cosa cambiare.

 

Anche Fred osservò Diana, colei che deteneva il suo cuore: il vestito che indossava era e le stava benissimo, le metteva in risalto la pelle di porcellana ed i capelli neri come la notte.

Ormai lui ne era sicuro: era amore. Amore con la A maiuscola.

Però temeva, non sapeva come dichiararsi e come lei avrebbe accettato il suo amore.

E se lei non ricambiasse i miei sentimenti? Non so se riuscirei a vederla pur sapendo che lei non ricambia il mio amore… pensò il ragazzo.

 

Venne servito il the e la crostata di fragole.

“Sapete, da lunedì inizierò a lavorare all’asilo con Diana” annunciò Julia rivolta a tutti i presenti.

“Congratulazioni sorellina” disse Fred sorseggiando il the “e complimenti per la crostata mamma!” aggiunse poi.

Diana arrossì “Veramente dovresti ringraziare la signorina Barry…” disse la madre guardando prima l’artefice del dolce e poi il figlio.

Bingo! pensò soddisfatta. Ecco spiegato tutto: era Diana Barry la ragazza che faceva battere il cuore al suo Fred. Però ha buon gusto, come suo padre del resto… pensò senza modestia la donna. E secondo me anche la signorina Diana Barry prova qualcosa… pensò soddisfatta.

“L’hai fatta tu?” chiese sorpreso Fred guardandola.

“Già” disse lei arrossendo.

Entrambi ripensarono al giorno in cui, insieme ai bambini erano andati a fare il picnic e la piccola Mary Anne aveva portato a Diana un mazzo di fiori selvatici dicendole, con l’innocenza dei bambini, che lei era buona come la crostata di fragole. Si sorrisero.

“E’ squisita!” disse il signor Wright.

E quello fu il parere generale dei presenti.

 

Avevano da poco terminato il the, quando il rumore di un calesse attirò l’attenzione dei presenti.

“Devono essere Martin, James, Alice e Janet” disse il signor Wright rispondendo all’occhiata curiosa della moglie.

Qualche minuto dopo fecero il loro ingresso nel salotto Martin con Alice, James e Janet.

“Buonasera” dissero i nuovi arrivati.

I presenti si alzarono in piedi “Fred! Quanto mi sei mancato!” disse Janet correndogli incontro felice.

Diana ci rimase di malissimo: Fred è fidanzato! pensò sconvolta la ragazza. Se prima aveva fatto di tutto per poter visitare più spesso casa Wright, adesso voleva andarsene il più presto ed il più lontano possibile!

“Vi presento i miei due figli: Martin e James” iniziò la donna lanciando un’occhiata colma di disapprovazione all’indirizzo di Fred.

“Mentre la ragazza in azzurro è Alice, la fidanzata di Martin e l’altra è Janet, sua sorella” concluse la donna.

Allora non è la sua fidanzata… pensò Diana.

 

“Janet… mi stai soffocando…” disse Fred educatamente.

La ragazza mollò, a malincuore, la presa, ma si avvinghiò al braccio del giovane guardandolo con occhi adoranti.

Janet era una ragazza di sedici anni, era alta ed aveva i capelli castani. Gli occhi erano azzurri. Era molto carina, ma Fred non provava assolutamente nulla per lei.

Lei però non la pensava allo stesso modo, lo considerava l’uomo della sua vita.

Diana osservò i due fratelli di Fred. Si somigliavano molto.

Martin, il primogenito, visto di schiena era identico a Fred, guardandoli in faccia si notava che il primo aveva occhi azzurri e corti baffi, mentre il secondo aveva occhi nocciola e non aveva ne barba ne baffi.

James, il quartogenito, aveva quattordici anni, come Julia aveva i capelli biondi ed occhi azzurri. Era già molto alto per la sua età, e prometteva di raggiungere la stessa altezza dei fratelli.

Alice, la fidanzata di Martin, aveva diciotto anni, i capelli castani e degli splendidi occhi verdi. Aveva il viso a forma di cuore e la pelle color pesca, segno che le piaceva stare all’aria aperta. Insegnava nella scuola di Charlottetown.

“Ci dispiace avervi disturbato…” disse Alice rivolgendosi ai presenti.

“Non ti preoccupare cara, non disturbate affatto…” disse la signora Wright.

“Penso che sia ora di andare, vi abbiamo trattenuto fin troppo…” disse la signora Barry guardando la pendola del salotto: si erano trattenute fin troppo.

“Grazie dell’ospitalità” disse Diana.

“Siccome si è fatto tardi, posso accompagnarvi?” chiese Fred, sperando che Janet mollasse la presa.

Diana e sua madre si guardarono. “Accettate, vi prego” disse la signora Wright.

“Va bene allora” disse la signora Barry.

 

Ciao a tutti!! Ve l’avevo detto che avevo in mente grandi cose per il caro Fred. Allora, cosa ne pensate??

Questo capitolo sarà un po’ piatto forse però mi serviva per introdurre i personaggi che “complicheranno” questa storia. Devo confessare che pensavo di finire questa fanfiction in pochi capitoli, invece grazie alle vostre recensioni, ho deciso di continuarla, almeno finchè continueranno a venirmi idee.

 

Ringraziamenti (come di consuetudine):

Daphne: grazie infinite stellina dei tuoi commenti. Sono felice che questa storia ti piaccia. Ti dico solo che nel prossimo capitolo capirai perché la crostata è di marmellata e non di fragole fresche, chiamiamole così. Cosa mi dici dei personaggi?? Fammi sapere. Ciao stellina!

Nisi Corvonero: ciao bella, allora cosa te ne pare?? Siccome Josie è all’accademia, mi serviva qualcuno qua… Fammi sapere. Grazie mille per i complimenti che non so se merito, però me li tengo stretti!!

Zebrona: ciao tesoro grazie dei complimenti. Diciamo che per il capitolo precedente mi sono ispirata a me stessa e soprattutto ai miei sentimenti. Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo.

 

Un grazie a chi legge questa fanfiction anche senza commentarla.

 

Alla prossima!!

  
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