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Autore: Akanexx87    23/02/2010    5 recensioni
Storia basata sull'evolversi della relazione tra Hermione e Draco. Tutti noi abbiamo delle certezze in base alle quali e grazie alle quali viviamo in armonia, ma se tutto quello in cui noi abbiamo sempre creduto non fosse la realtà ma fossero soltanto delle convinzioni? Cose succederebbe? Forse questa storia ve lo potrà spiegare.
Genere: Generale, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

“Ron! Muoviti o faremo tardi!”

Hermione già di prima mattina inveiva contro un povero Ron ancora mezzo addormentato che stava tentando di chiudere il suo, forse un po’ troppo pieno, baule.

Era l’ultimo giorno del Terzo anno a Hogwarts ed erano le 9.30 di mattina.

Tutti gli studenti dovevano radunarsi in Sala Grande prima di dirigersi verso la Stazione.

Nella stanza del rosso erano rimasti solo lui ed Hermione. Harry era già sceso in Sala Grande per fare colazione, ma soprattutto perchè era stanco di aspettare il suo amico, dato che mai una volta si era presentato puntuale ad un qualsiasi appuntamento. Così aveva delegato l’attesa all’amica, certo che con il caratterino che si ritrovava e la sua smania di arrivare puntuale avrebbe messo fretta a Ron costringendolo, se necessario a scendere in pigiama, in altre parole a presentarsi in Sala Grande in boxer.

Hermione stava sullo stipite della porta, braccia conserte e sguardo furioso nell’attesa che Ron si muovesse a chiudere quel suo maledetto baule.

Ron aveva tentato in tutti i modi di chiuderlo, tranne ovviamente la magia, perchè non conosceva l’incantesimo da utilizzare e prima di sbagliare e magari farlo svanire aveva deciso di usare la forza bruta, ovvero accovacciarsi sopra il baule e spingere con tutto il suo peso.

Hermione a quell’utilizzo poco ortodosso dei muscoli sbuffò irritata.

“Un attimo Herm. Ci sono quasi.”

 Alla fine Ron ce la fece e con un sonoro e un po’ troppo strano clack il baule si chiuse, anche se aveva l’aria di dover esplodere da un momento all’altro.

 

Finalmente Hermione e Ron varcarono la Sala.

Tutti si girarono a guardare chi fosse o fossero i ritardatari, dato che l’ora in qui dovevano essere tutti lì erano le 9.00.

Presero a correre, entrambi rossi in viso, verso il loro tavolo dove un Harry li stava aspettando con aria preoccupata.

 “Finalmente” sogghignò Harry.

Hermione sbuffò arrabbiata, guardando Ron in malo modo. Un ritardo così grande non le era mai successo.

“Tu e il tuo stupido baule mi avete fatto fare una figuraccia davanti a tutta la scuola! Te ne rendi conto?”.

“Eddai... non vorrai tenermi il muso per tutto il viaggio! E poi anche Silente è in ritardo.” Ron cercò di discolparsi.

Hermione fece vagare lo sguardo verso il tavolo dei Professori, oltre a prendersi un’occhiataccia dalla McGranitt costatò che effettivamente il Preside mancava.

“Harry, sai come mai è in ritardo?” chiese curiosa.

Il suo amico scosse la testa.

“No. Prima la McGranitt ha assicurato che sarebbe arrivato con qualche minuto di ritardo, ma non ha spiegato il perchè.”

 

La Sala Grande iniziò a riempirsi di mormorii, tutti ormai avevano notato che il Preside aveva preso ben più di qualche minuto di ritardo. Anche i professori avevano iniziato a parlare fra loro con sguardi un po’ confusi.

 

All’alba delle 10.15 Silente decise di farsi vedere. Entrò dalla porta principale, non da quella laterale che dava subito al tavolo dei professori. Trafelato, con passo svelto si diresse verso la sua postazione.

“Ragazzi, scusate il ritardo. Il Signor Gazza ha avuto qualche problema con alcuni dei vostri bagagli.”

Dal tavolo dei Serpeverde si sentirono dei mormorii d’approvazione verso due studenti che si stavano stringendo la mano per complimentarsi tra loro. Draco e Blaise.

“Dato che siamo in tremendo ritardo, non mi dilungherò troppo nei saluti. Vi auguro, solamente buone vacanze estive, divertiteti ma ricordatevi di studiare soprattutto per coloro che l’anno prossimo avranno gli esami. Bene, ora con calma uscite dal Castello dirigendovi verso le carrozze che vi porteranno alla Stazione.”

 

Un fragoroso applauso salutò il Preside.

 

Quando arrivarono alla Stazione, il treno, di un rosso abbagliante già li aspettava.

“Hermione! Harry! Venite, questa carrozza è libera!” Ginny sbraitava cercando di sovrastare il chiacchiericcio degli altri studenti. Per fortuna Hermione la notò.

“Grazie Ginny per averci tenuto il posto... Non volevo fare tutto il viaggio da sola o con qualche studente che non conosco...” Hermione era davvero grata all’amica.

“Figurati Herm, sono sgattaiolata subito fuori appena il Preside ci ha lasciato così sono riuscita ad arrivare prima e a prendere una carrozza tutta per noi.”

Hermione e Ginny stavano sistemando i loro bagagli a mano, quando lo scompartimento si aprì facendo entrare un trafelato Ron con dietro Harry.

“Ragazzi tutto bene?” Chiese preoccupata Ginny.

“Sì tutto bene... Come sempre è colpa di Ron che, in sostanza è uscito per ultimo così abbiamo dovuto correre per raggiungere appena in tempo il treno.” Harry si era seduto esausto.

“Oh ragazzi... Non è sempre colpa mia...” Ron non sapeva come scusarsi...

Hermione già particolarmente irritata decise di cambiare discorso.

“Avete già programmi per quest’estate?”

“ Penso che andremo a trovare Charlie in Slovenia.” Rispose Ginny.

 “E tu Herm?”

“Nulla di particolare, me ne starò in casa a godermi un po’ di riposo.”

“Oh si, già t’immagino: tu seduta nel giardino all’ombra con in mano un libro più grande di te!” disse scherzoso Ron. Hermione gli lanciò un’occhiataccia.

“Permalosa?”

Hermione stava per colpirlo in testa con la sua borsa, quando la porta del loro scompartimento venne aperta di colpo, lasciando entrare due ragazzi.

“Oh cosa abbiamo qui? Lenticchia 1 e 2, lo Sfregiato e la Mezzosangue!”

Draco, sempre con quel suo tono strafottente entrò nello scompartimento accompagnato da Blaise.

“Malfoy esci immediatamente!” Disse, con voce squillante Ginny.

“Non credo proprio verginella!”

Draco la guardò con aria di sfida.

“Ma come ti permetti!”

Ron si era alzato, adesso stava di fronte al biondo ragazzo con sguardo minaccioso.

“Ron calmati!”

“Si, da bravo segui il consiglio del tuo amichetto.”

Questa volta parlò Blaise, mettendosi tra il suo migliore amico e Ron.

“Ma cosa siete venuti a fare qui?” chiese Hermione.

Il biondo la guardò intensamente negli occhi, per poi inaspettatamente uscire dallo scompartimento seguito a ruota dal moro.

“Ma che gli prende a qui due?” chiese Ron sedendosi al suo posto.

“Non so, ho smesso di dare un significato alle loro azioni.” Confessò Hermione.

“Però devo ammettere che la loro pazzia eguaglia la loro bellezza!” Si permise di dire Ginny, ricevendo uno sguardo non poco rassicurante dai due ragazzi.

“Ginny!” Strillarono all’unisono Harry e Ron.

La rossa li guardò scioccata, in fondo non aveva detto o fatto nulla di male.

“Ma che ho detto? Ok, sono stronzi e insopportabili ma non puoi dire che sono brutti. Vero Herm?” Si discolpò Ginny arrossendo.

L’amica che fino a quel momento era rimasta zitta ed immobile, proprio per non essere tirata in causa, dovette raccogliere le forze ed ammettere che aveva ragione.

“Beh ragazzi... devo darle ragione...” Confessò un po’ titubante.

Ron si vide i suoi sogni infranti. Aveva da sempre una cotta per Hermione, la quale non ricambiava altro se non l’amicizia. Sapeva di non essere particolarmente bello e di non avere chance con l’amica, ma sentirselo dire così direttamente lo aveva fatto stare male, cercò in ogni modo di mascherare il suo turbamento.

“Sarà, ma nel biondo platinato non ci trovo nulla di bello e Zabini è troppo strano! Io penso che sia molto meglio Harry!”

“Ron ma cosa dici?” Harry avvampò lanciando un’occhiata a Ron che se ne stava seduto a guardare il mondo dal finestrino facendo finta di niente.

“No Harry, Ron ha ragione. Ma insomma ragazzi, voi proprio non capite niente. Harry non hai mai notato niente in quest’ultimo anno di scuola?” Ginny stava cercando di far ragionare il suo amico, il quale di pettegolezzi non sapeva proprio niente.

“Che cosa avrei dovuto vedere?” chiese perplesso.

“Oh insomma... hai le fette di salame sugli occhi? Non hai notato che ogni volta che ti aggiri per i corridoi tutte si girano a guardarti e poi iniziano a sparlare fra loro?”

“Si... avevo notato qualcosa di simile, ma pensavo che avessi qualcosa che non andava.. non so: la camicia fuori posto, la zip abbassata cose così...”

Ginny rimase scioccata... davvero non si era reso conto che il corpo femminile di Hogwarts non vedeva l’ora di mettere le mani sul Bambino Sopravvissuto? Non si era mai accorto degli sguardi maliziosi che ogni tanto gli lanciavano?

“Harry, come sempre non hai capito niente... dai Hermione, diglielo.”

Hermione aveva assistito a tutta la conversazione e sperava in cuor suo che l’amica non glie lo chiedesse, ma così non fu. Fece un sospiro ed iniziò a parlare. Harry la guardò incuriosita.

“Beh vedi Harry... noi ragazze facciamo una specie di gioco all’inizio dell’anno, che si conclude alla fine dello stesso. Raccogliamo foto, interviste, e tutto quello che può essere minimamente interessante sul lato fisico e psicologico del ragazzo e stiliamo una lista. Alla fine dell’anno vengono decretati i tre ragazzi più belli dell’anno. Naturalmente per non influenzare i pareri non possiamo raccogliere informazioni provenienti dalla Casa d’appartenenza. Per esempio io e Ginny non potevamo fare il tifo per te.” Hermione fece una pausa, lasciando così il tempo a Harry di assimilare tutto il discorso.

“Ed io cosa c’entro?” chiese temendo la risposta.

“Beh l’anno scolastico è terminato e quindi conosciamo i tre fatidici nomi.” Hermione vedendo Harry ancora in fase ‘non ho capito niente, ma lasciamola parlare’ continuò il discorso.

“Allora al terzo posto ci stai tu Harry, al secondo Zabini e al primo posto Malfoy! Ti è tutto chiaro adesso Harry?” Hermione finì il discorso temendo la reazione di Harry.

“Avete fatto una classifica?” Chiese allibito ancora non capiva bene tutto il meccanismo che aveva portato a quei risultati.

“Hei no! Un momento, e io dove sono?”

Ron, aveva smesso di guardare fuori dal finestrino concentrandosi sulle ragazze che ora si stavano guardando a vicenda in cerca d’appoggio. Dovevano trovare le parole adatte per dirglielo altrimenti avrebbe tenuto il muso per chissà quanto tempo.

“Emm... vedi Ron... veramente il tuo nome non compare nella lista...” Disse Hermione distogliendo lo sguardo.

Ron già preso male, cadde in una crisi depressiva ancora più profonda. Stava per uscire dallo scompartimento, quando sua sorella lo fermò.

“Dai Ron! Non prendertela... Non è solo per la bellezza che stiliamo la classifica. Prendiamo in considerazione anche l’andamento scolastico. Se tu alzassi anche solo di un punto la tua media vedrai che l’anno prossimo comparirai anche tu.” Ginny cercava di confortarlo, anche se già sapeva che se anche avesse preso in tutte le materie il massimo dei voti non sarebbe mai entrato nella lista.

“Magra consolazione... Comunque devo andare in bagno quindi mollami Ginny!” Il suo tono era freddo.

“Ma cosa c’è di così bello nello stilare una lista?” Chiese Harry, mentre si sdraiava sul sedile occupando quello che prima era il posto di Ron.

“E’ abbastanza divertente. Poi come diceva Ginny è molto importante la media scolastica perchè alla fine questa lista va in mano hai professori.” Rispose Hermione con tranquillità.

“COSA?” Harry si era alzato di scatto. “Perchè i professori dovrebbero vederla?”

“Perchè in palio ci sono dei punti che vengono assegnati alle Case. Per il primo posto ci sono 3 punti, per il secondo 2 e per il terzo 1.” Concluse Ginny.

 

Il treno procedette la sua corsa ininterrotto. Il viaggio proseguì abbastanza tranquillo fino alle 15.00, quando con una fragorosa frenata decretò la fine della corsa.

La stazione fu presa d’assalto da tutti gli studenti, troppo euforici per mantenere un minimo di controllo. Si udì a mala pena il fischio di partenza del treno.

Solo i genitori di pochi alunni erano venuti a prendere i propri figli nella stazione magica, la maggior parte di loro, doveva attraversare il portale per arrivare in quella babbana.

 

Harry, Ron, Ginny e Hermione sbucarono dal binario 9/3.

Molly Weasly era già li ad attenderli.  Ad uno ad uno li baciò tutti quanti.

“Oh ragazzi, come sono felice di vedervi. Avete fatto buon viaggio?” Molly era ancor più agitata dei ragazzi ed incominciò a far loro mille domande.

“Si, mamma tutto bene.” Risposte atona Ginny.

Hermione si era messa un attimo da parte. Non le piaceva la madre di Ron. La trovava troppo impicciona e troppo chiacchierona per i suoi standard, quando poi s’impuntava su una cosa dovevi farla per forza altrimenti andava avanti per giorni interni fin quando non la facevi. Le venne in mente quell’anno in cui aveva passato le ultime settimane, prima di ritornare a scuola, in casa Weasly. Non l’aveva lasciata in pace nemmeno un attimo, lei voleva solo un angolo di pace per ripassare le materie prima dell’inizio dell’anno scolastico, mentre la signora Weasly voleva a tutti i costi che uscisse in giardino a giocare con gli altri. Alla fine aveva dovuto abbandonare i suoi libri ed uscire, anche se contro voglia.

Mentre Molly continuava a tormentare i suoi amici, cercò con lo sguardo i suoi genitori, sperando che fossero già arrivati a prenderla. Erano quasi fuori dalla stazione quando li intravide dal lato opposto a dove si trovava. Si stavano aggirando con occhi puntati ovunque alla ricerca della figlia.

“Ragazzi, ho intravisto i miei genitori. Sarà meglio che vada prima che si preoccupino ulteriormente.” 

Ecco trovata una via di fuga a quel calvario.

“Oh certo cara, spero di vederti qualche volta quest’estate.” La salutò calorosamente Molly. La quale, naturalmente, ignorava i veri pensieri di Hermione.

“Ma certo Signora Weasly. Ragazzi fate buone vacanze, spero di rivedervi presto.” Hermione abbracciò i suoi amici e si dileguò tra la folla.

Anche la famiglia Weasly si diresse verso casa, accompagnando Harry alla sua.

 

Hermione riprese la ricerca dei suoi genitori, trovandoli poco più avanti seduti su una panchina, con gli occhi che saettavano da una parte all’altra. Appena i suoi la videro le corsero in contro.

“Ciao Herm.” La salutò sua madre abbracciandola, poi fu il turno del padre.

“Allora com’è andato quest’anno?” Le chiese suo padre salendo in macchina.

“Tutto bene papà, come sempre. Non è successo nulla di particolare. Le lezioni erano fin troppo facili, la maggior parte delle cose le conoscevo già. Non vedo l’ora che arrivi l’anno prossimo, così potrò mostrarvi qualche magia!”

“Non avere fretta tesoro, il tempo passa già troppo velocemente.” L’ammonì suo padre.

 

“Che bello essere a casa.” Disse Hermione varcando la soglia di casa sua.

L’arredamento non era cambiato più di tanto durante la sua assenza. Il soggiorno, ampio e luminoso grazie a due grandi finestre era arredato da un ampio divano ad angolo di un candido bianco, il televisore al plasma stava sopra un mobile di legno anch’esso bianco molto raffinato, ma la cosa che le piaceva di più era il tappeto, situato al centro della stanza occupandone una buona porzione. Era un di quelli con folte setole morbide di color nero piacevole al tatto.

Si diresse in camera sua, notando che le sue valige erano già arrivate. La stanza non aveva nulla a che fare con quella di Hogwarts. Il letto ad una piazza e mezza era rivestito da un copriletto con decorazione floreali tendenti al lilla, quello a scuola invece era a baldacchino con i colori della casa: rosso e oro. I mobili erano molto più nuovi e non avevano quell’aria di vissuto che contraddistingueva quelli a Hogwarts.

Iniziò a disfare i bagagli, riempiendo la sua scrivania di tutti i libri che era riuscita a prendere dalla biblioteca. 

 

La giornata passò tranquillamente. Hermione aveva raccontato ai suoi genitori tutti i vari avvenimenti successi a scuola. Molte cose suo padre e sua madre non riuscivano ancora a capirle, ad esempio non riuscivano a trovare una spiegazione logica sul perchè un Cappello dovesse parlare o sull’utilità di un Platano che faceva solo danni.

 

I genitori di Hermione erano dentisti molto famosi quindi stavano fuori casa quasi tutto il giorno, così lei aveva a disposizione tutta la casa e tutta la tranquillità che le serviva per leggere o fare i compiti.

Un’altra cosa che le piaceva fare durante le giornate più calde, era di andare in piscina, ed era proprio lì che si stava dirigendo.

Era una fin troppo calda giornata di fine Giugno. Si mise il costume, prese la sacca e uscì da casa. Erano le 10.30 di mattina. Il sole, già batteva forte.

La piscina non distava molto da casa sua, giusto due isolati. La struttura non era molto grande, c’erano in totale tre piscine che si univano tra loro attraverso degli stretti o dei ponti sopraelevati, per chi voleva passare da una vasca all’altra senza bagnarsi.

La vasca centrale era predisposta per i bambini quindi non superava i 50cm d’altezza, da questa si formavano due diramazioni una che portava l’acqua ad un massimo di 1.50m e l’altra fino a 3.00m, anche queste ultime due erano collegate da una strettoia che le univa. Il tutto era circondato da un enorme prato, pieno di sedie a sdraio con al centro un chiosco. I lettini erano numerati così che ognuno ne avesse uno personale.

Hermione raggiunse il suo lettino, tolse dalla sacca il telo adagiandolo per tutta la sua lunghezza sulla superficie plastificata. Prese un po’ di crema solare e se la spalmò su tutto il corpo con un po’ di difficoltà, quando arrivò alla schiena.

Si era appena rilassata, quando qualcuno iniziò a chiamarla.

“Herm!”

Hermione, titubante aprì gli occhi, trovandosi di fronte una ragazza mora che le sorrideva.

“Kate! Che bello vederti! Come stai?”

Kate, la sua amica babbana. Era una bella ragazza, forse un po’ troppo bassa, aveva dei lunghi capelli neri che le incorniciavano il viso da bambina, aveva 16 anni, anche se ne dimostrava 14. Abitava nella sua stessa via, erano amiche dall’infanzia, anche se il loro rapporto si era affievolito con l’inizio della scuola.

“Tutto bene Hermione. E te? E’ da un po’ che non ci vediamo, e con la scuola?”

I genitori di Hermione avevano affermato che la loro figlia frequentava una scuola privata nell’Irlanda, per farle ricevere un’istruzione più che buona. Naturalmente tutti gli avevano creduto, dato che problemi economici non ne avevano.

“Tutto bene, anche la scuola. E si, un altro anno scolastico se ne è andato ed eccoci qui come tutte le estati.”

Kate nel frattempo si era seduta sul lettino accanto a quello dell’amica.

“Ma dimmi, ancora nessun ragazzo all’orizzonte? Come sono i ragazzi nella tua scuola?”

“No, niente ragazzi, troppo studio non ne ho il tempo. In generali direi che sono come tutti i ragazzi che ci sono anche qui!”

Kate aveva il chiodo fisso dei ragazzi. Tutte le estati le faceva sempre le stesse domande, come se cambiassero col passare del tempo, certo c’erano i primini ma non gli interessavano, troppo piccoli e stupidi.

“Oh dai vorresti dirmi che non ce n’è nemmeno uno carino?!”

Ad Hermione vennero in mente le parole di Ginny.

“In effetti ce n’è uno. Il più ambito della scuola che è un gran bel ragazzo.”

“Ahh vedi allora che qualcuno c’è... E non ci hai mai provato con lui?”

“NO!” Hermione arrossì. “E’ bello e questo è un dato di fatto ma non è il mio genere di ragazzo... è di quel tipo con la puzza sotto il naso che sanno di essere belli e perciò si sentono in diritto di prenderti in giro...”

Kate, sospirò guardando il cielo.

“E si, il difetto di tutti i bei ragazzi... tanto sono belli, tanto sono stronzi.”

Hermione, stanca di questo discorso decise di tuffarsi in acqua.

“Io mi tuffo. Tu cosa fai?”

Kate guardò l’orologio. Erano le 11.00.

“Io penso di doverti salutare ed andare a casa, è quasi ora di pranzo...”

“Ok, va bene. Ci vediamo presto... ciao ciao.”

“Ciao, mi ha fatto piacere vederti. Ciao”

 

La giornata passò tranquillamente e fin troppo velocemente arrivò l’ora di tornare a casa. Hermione fece un’ultima vasca e poi si avvivò verso l’uscita.

 

I suoi genitori dovevano ancora ritornare dal lavoro, così decise di andare in camera, prendere un libro e leggerlo comodamente sul divano.

Quando arrivò in camera, però trovò un gufo bianco appollaiato sul suo davanzale. Aprì la finestra, lasciandolo entrare. Delicatamente si posò sulla scrivania porgendo una lettera, Hermione la prese, riconoscendo subito lo stemma, un Grifone, un Serpente, un Tasso ed un Corvo. Veniva da Hogwarts.

Il gufo come era entrato uscì, lasciando ad Hermione la lettera, che prese a leggere.

Il Preside la informava di essere stata ammessa alla classe successiva ed allegato c’era la lista dei nuovi libri.

“Bene, prima che inizi la scuola andrò a fare un giro ad Hogsmeade.”  Disse tra se e se.

In lontananza sentì lo sbattere di una portiera, segno che i suoi genitori erano tornati.

Hermione corse giù dalle scale.

“Ciao Hermione” la salutò sua madre. “Che strano vederti a casa. Passato bene il pomeriggio?”

“Si tutto  bene mamma, sono stata in piscina. Sai chi ho incontrato? Kate!”  

“Sta bene? E’ da un po’ che non la vedo?”

“Si tutto bene.”

Continuarono a parlare in cucina mentre preparavano la cena, intanto suo padre stava comodamente seduto sul divano a guardare un po’ di tv.

Finita la cena Hermione fece vedere la lettera ai suoi.

“Sono contento che tu ti sia subito ambientata in questa strana scuola. Mi ricordo ancora quando ti ho accompagnata alla stazione il primo giorno... ed ora eccoti qua, già la quarto anno... ah la mia bambina.”

“Eddai papà!”

“Per i libri, andrai come gli altri anni a Hogsmeade?”

“Si, penso che ci andrò con Harry e Ron.”

 

  
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