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Autore: Stateira    23/02/2010    11 recensioni
Quel che Trafalgar Law non poteva sapere, era che Kidd amava fare una lunga ed appagante doccia calda prima dell’ora di cena e che, durante quel lasso di tempo, l’intero equipaggio della sua nave tendeva a volatilizzarsi.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Oooooohuooooh

Io non ce la faccio.

Questa cosa mi ammazzerà, so già di non essere forte abbastanza per portarla avanti.

Mi ammazzerà, mi ammazzerà.

I Kiss.

No, no, non ce la faccio, non ne verrò fuori, me lo sento.

C’è troppo rossetto, e troppe borchie, e troppe zeppone improbabili, e troppi capelli vaporosi.

Il Glam Rock.

Il. Glam. Rock.

God Save the Kiss!

 

 

 

 

 

 

It All Started with a Kiss

 

 

 

 

Oh, quando Trafalgar Law elaborava qualche piano dei suoi, erano dolori. Di solito Bepo si faceva prudentemente da parte, mentre Casquette provava a dissuaderlo, ma con troppa poca convinzione e per troppo poco tempo.

Che fosse cattivo, era risaputo.

Che fosse il peggior sadico che l’inferno avesse mai sputato fuori dalle sue fauci sanguinolente, anche. Lo dicevano tutti i giornali, un giorno sì ed uno anche.

Che avesse una passione viscerale per Eustass Kidd era cosa forse meno nota, ma non impossibile da osservare, visto il poco impegno che il capitano degli Heart Pirates ci metteva per nasconderlo, e viceversa la quantità che ne impiegava per dargli la caccia. O fargli la corte, a seconda del punto di vista.

Perciò…

- Ti prego, Capitano. –

- Tranquillo, Casquette. –

- Lo farai infuriare sul serio, uno di questi giorni. E se quello si scatena, per noi è la fine! Non siamo mica tutti forti come te! –

- Ma dov’è il mio cappello? –

- Insomma! –

- Casquette. – mormorò Law, sospirando. Il suo sottoposto si irrigidì in automatico, aspettandosi come minimo di finire affettato a regola d’arte. – Rilassati. Eustass me lo gestisco senza problemi. –

 

Fuori, l’aria era frizzante e piena di sole. Kidd aveva – chissà come mai – spostato la sua nave in un Grove lontanissimo dal suo. E dire che all’attracco si erano trovati affiancati. Povero, tenero Kidd, pensava che la prospettiva di una passeggiata l’avrebbe fermato?

Si ficcò le mani nelle tasche dei jeans lisi e tirò dritto fino al Grove quello-dove-ha-parcheggiato-Kidd. 

 

Naturalmente, non sapeva a che cosa stava andando incontro. Certo, nutrire un entusiasmo infaticabile e dai risvolti fin troppo esplicitamente sessuali per un potenziale nemico mortale comportava dei rischi, e Law lo sapeva bene. Quel che non poteva sapere, però, era che Kidd amava fare una lunga ed appagante doccia calda prima dell’ora di cena e che, durante quel lasso di tempo, l’intero equipaggio della sua nave tendeva a volatilizzarsi.

 

Quando riuscì ad individuare l’inconfondibile nave della ciurma di Kidd, intuì subito che qualcosa non quadrava: troppo silenzio, troppa calma. Si issò a bordo e scavalcò il parapetto senza che nessuno intervenisse a fermalo – o quantomeno, ad individuarlo e ad andare ad avvisare il capitano che quello là era tornato a fargli visita –. Arrivò fino alla cabina del capitano, perciò, che era già preoccupato, e anche di brutto: neanche per una testa di cazzo come Kidd era normale che non ci fossero uomini di guardia sul ponte, o sottocoperta. Se fossero scesi tutti quanti a terra, avrebbero assicurato meglio le cime di attracco della nave, levato la scaletta e chiuso le porte di accesso agli alloggi, e alla cambusa, no? Qualcuno doveva pur esserci.

A quel punto, ogni ipotesi era buona: che avessero subìto un attacco a sorpresa? Ma per piacere, sorprendere gli uomini di Captain Kidd? Sorprendere Killer? Sorprendere Kidd stesso? Che cos’era, uno scherzo? Beh, perché se non lo era, lui avrebbe fatto meglio a tornare di corsa alla sua nave e a prepararsi ad affrontare un qualche mostro con i controcazzi.

 

- Durudurudururuduru durudurudurudu. -

 

… Un mostro con i controcazzi che cantava.

Mh.

Law superò l’ingresso della cabina, rimasto spalancato, senza sapere se augurarsi o meno che il suo sospetto fosse fondato. Esaminò con attenzione quella che sapeva essere la porta del bagno privato di Kidd, perché gli era capitato più di una volta di doverci fare un salto, dopo aver giocato al dottore con il suo nasino alla francese preferito. Da dentro, proveniva il classico scroscio di una doccia, e il molto meno classico vociare di – wow, questa è proprio epocale.

 

- I was made for lovin’you baby, you were made for lovin’me. –

 

Eustass Kidd stava cantando a squarciagola mentre faceva la doccia, e Law decise che avrebbe anche potuto morire felice, a quel punto. Una vertiginosa quantità di materiale da ricatto gli veniva offerta così semplicemente che non c’era nemmeno gusto.

No, naturalmente era uno scherzo, il gusto c’era eccome. Lo avrebbe avuto in pugno per tutti i secoli a venire, lui e le sue sopracciglia rasate. Riusciva a figurarsi l’esatto modo in cui le inarcava e poi le rizzava all’indietro, preso dal panico, appena avesse saputo che il suo piccolo segreto era finito nelle sbagliatissime mani del suo miglior nemico.

Oh sublime sensazione di esclusività, oh intenso godimento da ebbrezza di potere, oh benedette fantasie perverse.

 

- And I can’t get enough of you baby, can you get enough of me. –

 

Se lo immaginò sotto il getto d’acqua che si esibiva inconsapevolmente per lui. Probabilmente si agitava anche, in chissà quale maniera ridicola, brandendo una saponetta a mò di microfono, o qualche altra cosa ugualmente spettacolare. Anche solo saperlo completamente nudo era abbastanza da fargli venire l’acquolina in bocca.

Che poi, Kidd stava da dio con i capelli in giù, appiccicati alla faccia dall’acqua. Se solo gli avesse dato retta, qualche volta, tzk; era sexy da impazzire, meglio ancora se cercava di sistemarseli passandoci in mezzo le mani. Roba che se lo sarebbe mangiato anche solo per quel particolare così trascurabile per chiunque fosse stato meno psicotico di lui. Lui lo chiamava buongusto, di solito.

 

- I can’t get enough. –

 

“Ah no?” pensò distrattamente, senza perdere un solo grammo della concentrazione che stava dedicando all’uscio chiuso.

Perché lui ne aveva, eh. Qualsiasi fosse questa cosa di cui Kidd non riusciva a saziarsi, lui ce l’aveva. A volontà.

E se le cose continuavano così, sarebbe entrato in quel bagno e avrebbe fatto fare un po’ di scintille a quel suo corpo gocciolante. Anzi, per un momento Law valutò il da farsi: creare una Room che lo imprigionasse, oppure entrare semplicemente, schiacciarlo contro la parete della doccia sfruttando l’effetto sorpresa e sfondargli quel bel sedere rotondo che si ritrovava prima che avesse anche solo il tempo per maledirlo? Una missione non facile, certo, ma vogliamo mettere la ricompensa?

 

- Oooooohuooooh. –

 

Certo che era un vero strazio, il buon Eustass.

 

- I CAN’T GET ENOUGH! –

 

Trafalgar Law aggrottò le sopracciglia per sopportare meglio il fatto che Kidd fosse semplicemente troppo stonato per essere vero.

Poco ci mancava che facesse il giro completo e diventasse bravo.

Andava più o meno a tempo, benché la sua voce andasse e venisse sotto il getto dell’acqua, ma quanto a intonazione, era quanto di più vicino al concetto di veleno acustico Law avesse mai sentito.

Quando cercava di falsettare, però, era sublime, doveva ammetterlo.

Appunto mentale per la prima occasione utile: vedere di farlo strillare in quel modo stupefacente anche durante il sesso; strizzandogli le palle, se necessario. 

 

- I CAAAAAAN’T GET ENOUGH! –

 

Porca miseria. Che qualcuno facesse qualcosa per zittirlo, e alla svelta, oppure tutti i vetri della nave sarebbero esplosi, e il capitano della ciurma rivale sarebbe stato trovato morto dal ridere fuori dalla porta del bagno, non appena la sua ciurma fosse tornata alla nave. Quei ragazzi, ecco perché si erano dati alla fuga in massa; Killer era davvero un grande vicecapitano, onore al merito.

Rumore di bottiglie di bagnoschiuma che vengono buttate sul piatto della doccia, altri versi sconclusionati di quella povera canzone stuprata, un acuto, e poi il clangare delle ante della doccia che si aprono.

Avrebbe aspettato di sentir frusciare un asciugamano, prima di fare la sua entrata in scena, per dargli almeno una parvenza di vantaggio che rendesse il tutto ancora più spassoso.

Oh sì. Il mondo è dei pervertiti.

 

Fece scattare la maniglia il più silenziosamente possibile, certo del fatto che Kidd non se l’aspettasse, una retata del nemico in un simile frangente. Ma quando l’aprì, lo fece con un gesto rapido e piuttosto plateale del polso, praticamente introducendosi sul palco.

- Mister Eustass… - esordì, graffiante.

 

Kidd era esattamente nelle condizioni in cui si era aspettato di trovarlo, con l’asciugamano malfermo attorno ai lombi, e la faccia di uno che è reduce da una lunga doccia canterina, e non ha un solo problema al mondo.

Si paralizzò così come si trovava, a contemplarlo. A contemplarlo proprio, perché aveva gli occhi spalancati e assolutamente increduli di chi si trova davanti il One Piece e scopre che non è altro che una fotografia autografata di Gold Roger. Vestito da donna.

Lo stick di rossetto gli pendeva da una mano (che diamine, ma si truccava prima di rivestirsi?) assieme ad un capo di biancheria intima davvero molto, molto vistoso.

- Che diavolo ci fai tu qui. – sciorinò, tetro.

Oh, beh, a dirla tutta anche Law lo stava contemplando. Aveva una carnagione pallida da far ridere, però aveva anche dei muscoli strabilianti che, invece, rendevano la questione molto, molto seria.

- Tu, piuttosto. Dimmi che puoi giustificare quel delizioso paio di mutandine – umh – glitterate? – ribatté indicandole con un cenno completamente dominato.

La faccia di Kidd si incendiò all’istante, senza nemmeno lasciare a Law il tempo tecnico per trovarlo prelibato.

–  Impara a farti i cazzi tuoi e vedi di sparire da qui! –

- Oh, ma non mi dire, è porporina, quella? –

- Brutto pezzo di… -

- Quindi, se ti schiaffeggio il sedere, mi resterà una traccia rossa sulla mano? –

Kidd emise un ringhio che non prometteva nulla buono, e, diavolo, se lo ricordava, vero, che il suo fenomenale potere magnetico funzionava anche quand’era completamente nudo? Magari non nel modo che avrebbe inteso lui, almeno secondo Law, ma funzionava eccome. Tutta la zona fra il suo ombelico e le sue ginocchia, per dirne una, era irresistibilmente attratta da lui.

Trafalgar Law, che possedeva un qualche talento di attore consumato, mise su un muso afflitto. – Tu ti rendi conto, vero, che questo mi manda assolutamente fuori di testa, e che se ora tu non mi permetterai di sculacciare il suo incomparabile sedere, la mia erezione qui non mi darà tregua? – si indicò il cavallo del pantaloni, e con tono del tutto amabile aggiunse: – E credimi, mio buon Eustass, io da parte mia ti renderò la vita un vero inferno. Quindi su, da bravo, vieni da paparino. –

 

Che, poi, ci sarebbe da scriverci un trattato, sulle caratteristiche fisiche degli asciugamani che, dotati di volontà propria, decidono di slacciarsi e cadere a terra con un fruscio compiaciuto orchestrato al solo scopo di prenderti in giro.

Grazie tante, asciugamano.

Grazie tante, Room.

Grazie tante, enorme katana di Trafalgar Law.

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLINO

 

 

Non ho frignato a sproposito, nella premessa.

L’avete capito anche voi che non è finita, vero? Adesso Law scoprirà i Kiss, e visto che è pazzo non ho dubbi che gli piaceranno da matti, e Kidd si esibirà in tutto il loro repertorio, e questa cosa non farà che diventare ignobilmente porno, e infine il demone del Glam Rock si impossesserà di tutti noi.

Insomma, non so nemmeno io che ruolo dovrebbe rivestire questa shot. Diciamo, non esattamente un prologo, ma più una spin off anticipata di ciò che verrà, ovverosia un perverso delirio a più capitoli su questi due. Se mi riesce, volevo ficcarci dentro anche Drake e Hawkins, ma confesso di essere un po’ in imbarazzo a pensare di inserire due persone serie e posate come loro in una storia che verterà principalmente sul sedere di Kidd. U_U

  
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