Allora..
ciò che è tra i trattini sono i pensieri dei personaggi.
Se
selezionate affianco al testo della canzone (stupenda) qui sotto trovate quella
che credo sia la traduzione (non sono molto brava in inglese^^). Ci vediamo a
fine capitolo!!
_.:*°*:._ Capitolo 2: Strange (Tokio
Hotel & Kerli) °*:._.:*°
I'm not what you want me to
be ( non sono quello che vuoi che io sia)
Sorry(scusa)
Under the radar(sotto il radar)
Out of the system(fuori dal sistema)
Caught in the spotlight(preso dalla ribalte)
That my existance(questa è la mia esistenza)
You want me to change but all I feel
is(vuoi che io cambi ma tutto quello che io provo è)
Strange..(strano..)
“Hello!
The end is near
Hello! We’re still standing here
The future’s just begun
On the darkside of the sun
On the darkside of the sun..”
Erano
le 9:00 in punto quando dal cellulare di Michela partì il ritornello di
!Darkside of the sun”. La sera prima l’aveva impostata come suoneria della
sveglia nella speranza che riuscisse a strapparla dalle braccia di Morfeo cosa
che non era riuscita nemmeno a “her voice reside” dei Bullet for my valentie.
Tirò fuori svogliatamente una mano dalle coperte per spegnere quell’attrezzo
infernale; era riuscita a svegliarsi il che aveva del miracoloso solo che stava
così bene nel letto che accese l’MP3 e si girò dall’altro lato ri-appisolandosi
poco dopo.
La
pace durò circa 2 ore dopodichè entrò la madre in camera urlando come una
sirena perché mentre lei aveva cucinato quasi tutto il pranzo la figlia era
ancora a letto addormentata cosa, secondo lei, inconcepibile.
Madre:
“Su di te non ci si può mai contare! Vai in giro fino all’alba a spendere i
miei soldi ma quando si tratta di meritarteli ed aiutarmi nelle faccende di
casa su di te non ci si può mai fare affidamento! Alzati che sono le 11
passate, così vai pure a fare la spesa!”
Michela
guardò la sveglia del telefono che segnava le 11:15 mentre la madre usciva
dalla stanza dopodichè fece un balzo fuori dal letto rabbrividendo per il
freddo.
Dopo
mezz’ora era in soggiorno vestita con jeans scuri a vita bassa infilati negli
anfibi che gli arrivavano al ginocchio e tenuti fermi da una cintura borchiata
da cui pendevano 2 catene, mentre sopra indossava una t-shirt nera con la
parola “DIE” stampata in rosso sopra ed una felpa con sopra un teschio dallo
sguardo minaccioso.
Nonostante
non si fosse nemmeno messa il solito abbondante strato di matita nera intorno
agli occhi, la madre si lamentò del suo modo di vestire definendolo “orrendo”
da quando la vide entrare in salotto dalla cucina finchè non ne uscì con in
mano i soldi e leggendo la lista della spesa. Uscì in strada dove vide che
durante la notte aveva nevicato e si avviò.
Mi -Cavolo, fa un freddo cane ed il minimarket è a
10 minuti da qui. Per di più quella lagna di mamma ha segnato un mucchio di
cose pesanti.. 3 file di pane e 2 pacchi di farina entrambi da
Troppo immersa nei suoi pensieri iniziò ad
attraversare la strada senza guardare e non vide la macchina che si avvicinava
a tutta velocità. Quando il conducente dell’Audi suonò ripetutamente, con un
balzo risalì il marciapiede mandando con una mano a quel paese l’uomo alla guida.
Mi -La precedenza una volta non era dei pedoni che
camminano sulle strisce come facevo io?? Mah.. certo se era un Kaulitz a
mettermi sotto era un’altra cosa..-
Iniziò così a farsi i suoi filmini mentali e in
poco più di un’ora era fuori dal minimarket con 4 buste di spesa piene di roba
da portare a casa.
Mi -Allora.. adesso chiamo mamma e mi faccio venire
a prendere altrimenti un’ernia non me la toglie nessuno!-
Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei jeans e compose il numero di casa. Dopo
il terzo squillo rispose il padre.
Mi: “Papà sono io. Non è che potresti venire a
prendermi al minimarket? Ho almeno
Pa: “No, non posso. Visto che tu ti sei svegliata
tardi la tua dolce mammina mi stà facendo pulire il bagno mentre lei cucina il
dolce quindi devi tornartene a piedi.”
Mi: “Uff.. và bene cia.. al solito, ha riattaccato
senza salutarmi e senza farmi finire la frase. Ora come la porto tutta questa
roba a casa?”
X: “Col teletrasporto! Brutta idiota ti avrò
chiamato 3.000 volte sul cellulare in questi
2 giorni e tu avessi risposto una volta!”
Michela si girò di scatto per trovarsi faccia a
faccia con una ragazza alta circa 1.74, capelli nero corvino lunghi fino al
fondoschiena con extention blu elettrico, occhi marroni-verdi ed un fisico
abbastanza asciutto il tutto infilato dentro una camicia di pizzo nera con una
gonna dello stesso colore lunga fino alle caviglie copredo così gli stivali
neri che le arrivavano a metà gamba.
Mi: “Chiara tanto per ricordartelo ci siamo viste
ieri sera e poi ho le prove che tra noi due l’idiota sei tu! Ti conosco da 12
anni e posso affermarlo con una certa sicurezza..”
Chiara e Michela si erano conosciute durante il
primo anno di scuola elementare di quest’ultima ed erano andate subito
d’accordo; nonostante Chiara per un certo periodo avesse cercato di usare
l’altra come schiavetta personale Michela non si era fatta mettere i piedi in
testa e l’aveva affrontata tenendogli testa finchè, crescendo, l’altra si era
gradualmente calmata. Per i primi 2 anni avevano passato quasi ogni pomeriggio
insieme a casa dell’una o dell’altra poi a 10 anni Chiara aveva ascoltato per
la prima volta un gruppo metal ed aveva convinto i suoi a regalarle una
chitarra ed a farle prendere lezioni private cosa che i genitori di Michela
trovarono in qualche modo dannosa e cercarono di allontanare la figlia
dall’amica riuscendoci però solo in parte. Le due continuarono a vedersi nel
cortile della scuola che le elementari condividevano con le medie finchè ad 8
anni Michela era già stata contagiata dalla “mania metallara” di Chiara che,
notando la tendenza dell’amica a tenere il ritmo delle canzoni, la spinse a
voler imparare a suonare la batteria. Non fù difficile convincere i suoi che
l’avrebbe suonata come accompagnamento del coro della chiesa anche se si capiva
benissimo che era una scusa inventata con Chiara.
Ora, a distanza di 10 anni, erano entrambe
abbastanza brave da essere chitarrista e batterista di una cover-band.
Ch: “Dì un po’.. hai svaligiato il mini??”
Mi: “In quel caso avrei preso i soldi e non starei
qì a parlare con te! Mamma mi ha mandato a fare spesa e adesso devo pure
tornammene a pie.. per caso hai la macchina?”
Ch: “No, mi sono fatta
Mi: “Ok, danke shon nonna!”
Le due si diressero verso il parcheggio dov’era
parcheggiata l’auto; una volta individuata la citroen saxo rossa la aprirono, sistemarono
le buste nel bagagliaio e vi salirono dopodichè Chiara avviò il motore, mise la
prima e dette un po’ di gas facendo così fischiare la sua scassatissima
macchina di 4° mano.
Ch: “Dannata macchina.. Spero di rottamarti prima
che mi lasci a piedi. Comunque.. come mai tutte quelle buste? Ho il bagagliaio
che chiede pietà!”
Mi: “Oggi abbiamo ospite un’amico di vecchia data di
papà con la moglie ed il figlio. Avevo notato che quest’ultima settimana mia
mamma era più nevrotica del solito ma oggi è al culmine! Gira in cucina come se
fosse posseduta ed ha cucinato per una legione di soldati invece che per 7
persone!!”
Ch: “Povera Micchan.. allora oggi ce la fai a stare
alle 16:30 dietro al tuo palazzo così ti passo a prendere senza dover sentire
tua madre che ripete a manetta ‘vade retro’ rivolta a me?”
Mi: “Credo di sì, al massimo ti mando un messaggio
se faccio in ritardo.”
Chiara fermò la macchina nel parcheggio affianco a
casa dell’amica.
Ch: “Che ore sono?”
Mi: “Le.. 13:15! Puoi restare altri 5 minuti? Non ho
voglia di salire..”
Ch: “Ok ma tra ¼ d’ora al massimo devo andare.
Parliamo di cose serie.. le hai ricomprate le bacchette della batteria?”
Mi: “No, non ho avuto modo. Mi chiedo come cavolo
abbia fatto a spezzarle così di netto..”
Ch: “Era parecchio tempo che le usavi e poi gli dai
troppo forte.. se becchi quel poveraccio di Bill Kaulitz rimandiamo i resti in
Germania in un bicchierino di marsala!”
Michela iniziò a fare la sua risatina malefica,
quando le squillò il cellulare.
Mi: “Che palle! Zitta un attimo che è mamma. Pronto?
No.. Stò dietro l’angolo. Ok arrivo subito” Riattaccò il telefono con aria
seccata e disse all’amica
Mi: “Mi ha chiesto se ero andata in Alaska a far
la spesa ma lei mica ce la freghi ad andare a prendere tutta quella roba a
piedi! Vabbè ti saluto che sono arrivati i famosi ospiti..”
Ch: “Ok ti apro il bagagliaio. A dopo!”
Michela prese la spesa e salutò l’amica mentre
questa partiva sgommando dopodichè aprì il portone del suo condominio e si
avviò per le sei rampe di scale che la separavano da casa.
Cinque minuti dopo apriva a fatica e col fiato
corto il portoncino di casa ed urlò:
Mi: “SONO A CASA! QUALCUNO PUO’ VENIRMI AD AIUTARE
CON
Ci mise qualche secondo prima di rendersi conto di
chi erano gli ospiti che erano seduti coi suoi sul divano che aveva davanti;
secondi in cui i suoi occhi si sbarrarono, la sua bocca si aprì e le sue mani
lasciarono la presa facendo cadere a terra le buste della spesa una delle quali
atterrò con un lieve “crock”. Sicuramente aveva rotto le uova.
…
… … … … … … … …
Angolo
scrittrice:
Eccovi
il secondo capitolo! Spero vi piaccia come il primo. Ancora non si sa chi si
ritrova davanti Michela ma verrà fuori nel prossimo capitolo! Scusate se ci
metto tanto a postare ma prima la scrivo sempre a mano poi la copio su world
quando ho il pc disponibile quindi mi ci vuole un po’.. passo ai
ringraziamenti:
Per Crazy_me:
Sono contenta che l’inizio ti piaccia! Andando avanti succederanno varie cose e
non tutte me le invento! Siccome il tuo nick mi era familiare sono andata a
vedere le tue storie.. ne ho due tra le seguite che mi piacciono molto (quando
continui luxury door?) e mi fa piacere che questa ti piaccia.. fammi sapere
cosa ne pensi del secondo capitolo!!^^
Per Tom_Rockgirl: Curiosità soddisfatta.. ecco il secondo capitolo! Mi piace
il tuo nick! Mi fa venire in mente Tom con la chitarra in mano, la testa
rovesciata all’indietro, tutto sudato.. BASTA! Se inizio a pensarci sbavo sulla
tastiera.. Spero che continui a seguire la fanfic!! ^^