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Autore: giuliacullen95    23/02/2010    5 recensioni
Giulia è una ragazza realista, spesso cinica con il mondo e con l'amore, ma che succederà quando incontrora Alec, il più affascinante, stronzo e misterioso vampiro di Volterra??
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Volturi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO AUTRICE; Questa storia è nata da una riflessione su Edward/Bella e mi è venuto in mente in modo in cui avrebbe reagito a tutto questo una ragazza italiana che, però, si dovrà confrontare con un vero duro dal posibile cuore tenero. buona lettura .


 

Giulia pov

 

 Mi ero invaghita di quell’affascinante ragazzo dagli incantevoli occhi color vinaccia, un colore insolito, ma così attraente. L’avevo visto per la prima volta all’Antico Bar, un locale in stile lussuoso-barocco molto costoso, dove mi avevano assunta come cameriera. Avevo un abitino a balze stile Maria Antonietta d’Austria, ma molto corto, succinto e abbastanza imbarazzante. Era color rosa antico e ci avevano abbinato dei tacchi vertiginosi nero vernice. Sembravo un po’ una accompagnatrice, lo ammetto, ma quel lavoro mi serviva e anche tanto. Tutto sommato non era proprio diabolico, forse un po’ peccaminoso, ma nel complesso ero davvero bella e anche molto sexy.Era finito il periodo di prova e mi avevano assunta. Tutti i camerieri maschi mi guardavano sbavando, come se non avessero mai visto una ragazza, e indugiavano sul mio sedere. Solo il capo cameriere mi guardava come una persona. Avevo imparato a capire a quali clienti dare confidenza e a quali non darla, grazie alle altre ragazze, e anche tutti i trucchetti del mestiere. Una sera Sara era malata, andai a servire nel privè e lo vidi per la prima volta. Sembrava una scultura vivente, i suoi capelli erano castano scuro e il suo fisico…Dio mio, sembrava un dio greco!Al suo tavolo c’erano anche due ragazze, una aveva l’aria di una bambina maliziosa e l’altra sembrava una di quelle top-model di intimo, e due ragazzi, due armadi a quattro ante da far paura ai nostri buttafuori. Tutti avevano ordinato del vino rosso, sembrava quasi sangue. Mi avvicinai al loro tavolo, silenziosamente, appoggiai i bicchieri, ma lui mi guardò negli occhi come se mi volesse entrare nell’anima, per fortuna avevo messo sul tavolo tutti i bicchieri. Lui continuò a fissarmi e disse: -Molto carina…- il mio cuore perse un battito e lui, non so come se ne accorse, mi regalò un sorriso malizioso, quasi diabolico e ricominciò a guardare la cantante che manovrava abilmente una canzone di Celine Dion arrivando quasi a toccare le stesse note della cantante. Andai in cucina, appoggiai il vassoio e corsi in bagno, mi chiusi dentro e scivolai lentamente a terra. Non so perché quello sguardo mi aveva fatto quell’effetto, mi sentivo nuda, per quanto quegli abiti fossero stretti mi coprivano le parti giuste, ma io ero stata spogliata da quello sguardo che mi aveva tolto ogni barriera. Ma quegli occhi avevano qualcosa di strano, un segreto misterioso, qualcosa di così affascinante e pericoloso.Mi ricomposi e uscii dal bagno in tutta fretta, avevo un ordinazione che aveva preso Mike al mio posto, vorrà sicuramente un ricompensa… col cavolo! Tornai al privè con due Vodka Lemon per i signori a bordo terrazza che guardavano la cantante come lupi assatanati. Posai i due drink e, mentre me ne andavo, uno di quei due mi mise una mano sul sedere e con un forte accento russo mi dice:- tosto tuo sedere!hahaha!!!- lo guardai atterrita e allo stesso tempo infuriata, ma come si permetteva. Alle mie spalle sentii una presenza molto imponente dire qualcosa in russo, almeno credo. Il porco fissa la persona alle mie spalle con aria terrorizzata, mi giro ed è uno di quei armadi a quattro ante seduti vicino a Zeus sceso in terra. Mi sorride e mi dice:-Tutto apposto, non ti preoccupare, non lo faranno più…-poi guarda quei due e aggiunge: - Giusto? -Da, Da. Noi no fare più!!-e i loro sguardi confermavano le parole.Erano le quattro del mattino e il locale aveva chiuso, Zeus e la sua corte erano andati via e avevamo pulito tutto il locale. Ero stanca, quei tacchi uccidevano, ma era stata una serata strana, speravo di rivedere ancora quell’angelo dannato e di ricevere ancora uno dei suoi sguardi profondi cacciatori d’anime.

   
 
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