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Autore: Circe    24/02/2010    5 recensioni
Come nasce una strega oscura? Ultimo anno di scuola. Desideri di poteri misteriosi e affascinanti, riti magici e tempeste amorose... visti dalle pagine del grimorio di Bellatrix. La futura più fedele Mangiamorte.
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Serpeverde | Coppie: Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Eclissi di sole: l'ascesa delle tenebre'
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Dopo essermi ammirata parecchio davanti allo specchio quella notte, la mattina mi sono svegliata piuttosto tardi. Per fortuna era domenica.

Avevo tutto il tempo di sbrigare alcune cose importanti prima di andare a pranzo, perché, ormai, la colazione l’avevo persa.

Le mie compagne erano già tutte andate in sala comune per cui avevo anche pace e tranquillità nella stanza. Ho sfogliato subito il libro che avevo preso nella biblioteca del castello dei Lestrange, era un libro sui tarocchi, ma molto molto antico e molto molto dettagliato.

Avevo urgente bisogno di sapere qualcosa di più sul tempo a cui si riferiva la lettura delle carte che avevo fatto qualche tempo prima. Per cui ho iniziato a leggere attentamente il libro.

Era bellissimo e sapeva di antico e potente, pareva che da un attimo all’altro, potesse svelare ogni segreto e mistero racchiuso in quelle carte magiche.

Mi sono incantata a guardarlo, a percepirne il potere mistico e solo dopo un bel po’ di tempo sono arrivata alla carta del diavolo.

La trovavo bellissima, forse perché mi ricordava lui; non riuscivo a smettere di leggerne il significato, forse perché mi ricordava lui…

“Rappresenta un individuo energico e magnetico, dotato di carisma e poteri, che vive seguendo i propri istinti.”

Ogni volta che leggevo questa frase, mi gettavo sul letto, fra le coperte e le lenzuola e sorridevo. Pensavo a lui, lo immaginavo, mi sentivo felice.

Mi sentivo completamente scema, ma felice. Innamorata.

Solo dopo parecchio tempo, mi sono risolta di leggere per bene i tempi della previsione.

A quanto pare ci sarebbero voluti attorno ai cinque mesi per incontrarlo.

O per avere stabilmente a che fare con lui.

“Bene” mi sono detta “Esattamente attorno alla data di fine scuola.”

Calcolando infatti dal momento in cui avevo letto le carte erano passati circa tre mesi, dunque, fra circa un altro paio di mesi al massimo, saremmo arrivati alla fine di maggio, termine del periodo scolastico.

Allora era davvero destino…

Allora davvero avrei potuto incontrarlo…

Allora davvero sarei potuta diventare mangiamorte…

Mi sentivo più felice che mai, avevo persino voglia di affrontare i M.A.G.O. nonostante l’enorme mole di studio che avrebbero comportato, per poi essere libera, anzi “indipendente” come mi aveva detto lui e iniziare la mia vita vera.

Al suo fianco.

Mentre fantasticavo su queste cose, Cissy ha bussato ed è entrata in camera mia. Sembrava molto triste e assorta, pensavo mi dovesse dire qualcosa di Andromeda, invece ha esordito con: “Hai sentito cosa si dice in giro sorellina?”

“No” ho risposto, mentre lei si sedeva sul mio letto “mi sono svegliata tardi e non sono salita per la colazione, perché Cissy? Cos’ è successo ancora?”

Cissy ha abbassato lo sguardo appoggiando le mani sulla sua gonna azzurra leggera e setosa e mi ha detto, torturandosi le unghie brillantinate: “A quanto pare, Andromeda non sarà la sola a creare problemi. Ho sentito dire che Sirius non vuole tornare a casa per l’estate, dice che andrà a stare dal suo amico. Potter mi pare.”

In quel momento molti sentimenti mi sono sopraggiunti in maniera istantanea.

Non sono mai andata particolarmente d’accordo con mio cugino Sirius, anzi, tutto il contrario. Non è stato come sapere del tradimento di Andromeda, alla quale volevo bene, non sapevo neanche se fosse una delle solite bravate di mio cugino, che ogni tanto si inventa qualcosa per creare casini. Non mi importava quel che faceva, tanto ha sempre fatto a modo suo, ci siamo sempre schierati per parti opposte… fin da bambini litigavamo spesso. Non andavamo d’accordo. Poi a scuola: io a serpeverde e lui a grifondoro, io con la banda dei cattivi, dei violenti, lui con il gruppo dei malandrini, buoni e scherzosi. Non avevamo assolutamente nulla in comune, niente per cui stare legati… eppure… eppure qualcosa provavo.

Non sapevo bene cosa, non voglio pensare che, in verità, mi mancherà. Mi mancherà potermi confrontare con lui, odiare lui, litigare l’uno con l’altra, misurarci con la magia, per farci male veramente. Mi mancherà sentirmi forte e potente quando lo battevo in duello, quando lo zittivo con una cattiveria, una battuta, una frase crudele.

Mi mancherà la rabbia che provavo quando era lui a vincere contro di me, la voglia di rivalsa, di vendetta, il crescere insieme… così opposti e originali. Così contrari.

Sapevo per certo, in cuor mio, che non sarebbe più tornato. Conoscevo troppo bene me stessa per non capire lui, che era uguale opposto a me e avevo capito che aveva preso la sua decisione. Per sempre. Di fare il reietto a vita, di stare dalla parte di mia sorella e con lei di tutti i mezzosangue, di promuovere le idee così dette progressiste di accettare i babbani e mezzi babbani tra noi maghi ereditari.

Inammissibile…

Ma lui aveva scelto, aveva già scelto la sua vita e aveva poco più di quindici anni. Come Andromeda a sedici.

Volevo farlo anch’io. Ormai era la cosa che più desideravo al mondo.

Unirmi ai mangiamorte, a lui, Lord Voldemort.

Sapevo da che parte si sarebbe messo Sirius e che non sarebbe stato lì a guardare: l’avrei affrontato di nuovo, prima o poi, di sicuro.

Questo, non so perché, mi rendeva più contenta. Eravamo nemici, da sempre e lo saremo stati per sempre. C’ era qualcosa di particolare a legarci.

Cominciava a piacermi l’idea di poterlo affrontare di nuovo, in battaglie ben più importanti che gli sciocchi giochetti che avevamo architettato finora io e lui. Lo aspettavo al varco, lui di certo aspettava me. Prima, o poi.

Noi siamo sempre stati i due maghi realmente più potenti e dotati di tutta la famiglia, i più belli, affascinanti, vivi. Ci brucia qualcosa dentro che ci distingue, che ci fa odiare.

Ma che ci lega indissolubilmente e ci costringe ad annientarci prima o poi.

“Vedremo chi vincerà in futuro.” ho detto distrattamente ad alta voce, sdraiandomi sul letto.

Cissy si è voltata a guardarmi senza capire: “Cosa vuol dire Bella?”

“Niente di che, solo che credo che sia perfettamente inutile frenare, o far ragionare nostro cugino, lui è stato da sempre così, non mi va di inseguire tutti coloro che si allontanano solo perché sono della nostra famiglia. Odio gli amici di babbani. Lascia che prendano la loro strada. Un giorno, semplicemente, li ucciderò. Vendicherò il sangue di strega che mi scorre nelle vene.”

Cissy mi ha guardato ancora più sconvolta di prima: “Cosa significa che un giorno li ucciderai? Ti ha dato di volta il cervello?”

“Ti prego sorellina, non fare la degna rappresentante dei Black! Quando si tratta di parlare, sono tutti pronti a dire qualsiasi cosa contro babbani e mezzi babbani, ma poi, quando si tratta di fare qualcosa concretamente, tutti si tirano indietro, si spaventano, si scandalizzano, si limitano a bruciare un arazzo su una parete. Mi dici a cosa serve?” ho detto a Cissy con rabbia, poi l’ho guardata dritto negli occhi, piena di entusiasmo e orgoglio e ho aggiunto: “Io non sono così. Sappilo.”

Lei mi ha restituito uno sguardo pieno di paura da una parte, inquietudine e sospetto e, dall’altra, ammirazione, infinita.

Allora le ho confidato: “Io voglio diventare una mangiamorte.” sorridendole, come faccio di solito, con i capelli davanti agli occhi e lo sguardo cupo, un po' esaltato anche. Poi ho preso dal cassetto del comodino i tarocchi e le ho mostrato la carta raffigurante il diavolo “voglio davvero fare qualcosa davvero. Non solo parlare. Guarda qui, questo mi hanno predetto le carte, lo sai… è lui…”

Quando Cissy ha preso in mano il mazzo per vedere cosa le stessi dicendo, quella carta si è come mossa da sola al suo tocco. Scivolando poi sul pavimento.

Una predizione forse. Quando ci siamo avvicinate entrambe inginocchiandoci sul tappeto, vicine alla carta, piene di curiosità, Cissy l’ha girata.

Era il diavolo ovviamente, ma stavolta capovolto.

 

Bella

……………………………....................................................................................................................

Eccomi col nuovo aggiornamento un po’ più veloce rispetto agli ultimi tempi.

Volevo aggiungere qui il significato della predizione per Cissy, per far capire meglio le cose: la carta capovolta, normalmente, significa che tutti i presagi della carta, simboleggiati da voldie (vedi capitoli precedenti) vengono subiti in maniera passiva dalla persona in questione, ma questa può liberarsene, può lasciare la via indicata dalla carta dritta e cercare la sua strada se diversa.

L’ ho aggiunta perché secondo me spiega bene il futuro di Cissy che accoglierà la vita da mangiamorte fino ad un certo punto, non diventando una di loro, ma stando a stretto contatto con loro e vivendo tutto in maniera più distaccata e passiva. Alla fine poi se ne distaccherà totalmente o quasi

Spero di aver spiegato decentemente la cosa.

Grazie per le recensioni:

Dully: grazie per i complimenti, ho finalmente finito la storia (mancano pochi capitoli ormai) e qualche litigio salta sempre fuori perché i due sono parecchio focosi e litigiosi (ce ne sarà un altro successivamente, ma di entità molto piccola…), comunque diciamo che sanno anche far pace in modo molto piacevole!

AliceRosy: in entrambe le recensioni ho notato che il litigio fra i due è stato gradito! E anche il loro modo di fare pace… Mi fa piacere! Sono anche contentissima che la parte solo su voldie ti sia piaciuta (anche a me piace troppo come personaggio) e mi dà coraggio per scrivere la storia successiva dove di certo comparirà! Per cui grazie ancora!

   
 
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