Detto questo... buona lettura!
Dedicata a Shurei.
Perché
mi domando come tu sia riuscita a sopportare i miei scleri.
E perché
ti voglio bene.
<3
Stessa
storia ~
stesso
posto, stesso Bar
Stessa
storia, stesso posto, stesso bar.
Stessa
gente che vien dentro, consuma e poi va.
Non
lo so che faccio qui;
esco
un po',
e
vedo i fari dell'auto che mi guardano e sembrano chiedermi
chi
cerchiamo noi.
Seduto
al banco del bar, un ragazzo divenuto ormai uomo fissa silenzioso il
bicchiere contenente un cocktail di cui non riconosce neppure il
sapore. E' perso nei suoi pensieri, Naruto Uzumaki, vorrebbe
scacciarli ma essi lo assillano, si esibiscono nella sua mente come
una macabra danza, suonano a mò di nenia insopportabile.
Praticamente
tutte le sere si reca in quel locale, il posto ove un tempo
s'incontrava con i suoi amici più cari, che per la maggior
parte ha
perso di vista fra il lavoro e gli amori, corrisposti e non.
Si
stringe nella tuta arancione per contenere i brividi che lo colgono
quando la radio in filo diffusione intona una canzone che sembra
parlare di lui, non sa chi sia a cantarla ma la voce del singer lo
affascina in modo particolare. Egli parla di un anonimo tipo
rinchiuso nella realtà dalla quale vorrebbe tanto fuggire,
trascinato via dall'inesorabile trascorrere del tempo. Quanto fanno
male, quelle parole.
Si
guarda attorno e si rende conto che conosce praticamente tutte le
persone che si trovano lì, eppure nessuno si ferma a far due
chiacchiere con lui; e dire che è simpatico, amichevole, e
sa
allontanare le ombre che ricoprono il suo passato con un dolce
sorriso. Sì, perché lui è orfano e
nessuno sa cosa sia successo ai
suoi genitori e dove e come abbia vissuto fino a divenire uno
spigliato adolescente. Adesso ha superato di un po' i vent'anni, ed
è
conscio del fatto che i suoi amici e conoscenti sono cambiati, tutti,
tutti tranne lui. Lui che è ancora il burlone di sempre, che
ogni
tanto prende le cose con troppa leggerezza, che è rimasto un
po'
bambino.
Abbandona
il drink in un angolo ed esce a prendere una boccata d'aria; fuori il
buio della città è squarciato dalle insistenti
luci dei lampioni
fin troppo potenti, le insegne al neon risaltano sopra le porte dei
negozi e dei pub venuti alla luce nel corso degli anni. E Naruto
ricorda, ricorda il tempo in cui quegli esercizi commerciali non
esistevano ancora e al loro posto v'erano degli enormi garage
lasciati incustoditi. Lì si recava coi coetanei e
soprattutto con la
ragazza che all'epoca faceva battere il suo cuore, e che forse non ha
mai dimenticato; ella si chiama Sakura, chissà dove si trova
adesso.
Chiude
gli occhi color del cielo più limpido e scuote il capo, per
poi
voltarsi verso la propria macchina grigia metalizzata parcheggiata
vicino all'entrata del bar; a quanto pare anch'essa sta invecchiando,
lo dimostrano la vernice consumata sul suo cofano e la fatica che fa
quando deve partire. I suoi fari, che spenti lo scrutano, sembrano
quasi volergli parlare, confidargli chissà qual segreto;
certo è
strano trovare espressiva la parte di un'automobile, ma egli si sente
chiamato in causa proprio da tal particolare.
E'
come se chiedessero perché,
quando e chi sono andati a cercare in quel posto.
Già, belle domande.
Perché?
Forse nostalgia.
Quando?
Forse questa sera, o forse mai.
Chi?
Un amore perduto, un amico scomparso... chi lo sa.
Stessa
storia, stesso posto, stesso bar.
Una
coppia che conosco, c'avran la mia età,
"
Come va? " salutano.
Così
io vedo le fedi alle dita dei due,
che
porco giuda potrei essere io qualche anno fa.
Torna
dentro, in fondo
non ha ancora terminato quel che ha ordinato e per la verità
non lo
ha neppure pagato. Si scusa col gestore che oramai lo conosce bene,
infatti gli fa un sorriso e torna al suo lavoro. Anche Naruto lavora,
ma fare l'operaio è ben diverso da quel che aveva in mente
una
volta. La vita però non è tutta rose e fiori, e
lui se n'è
purtroppo accorto a sue spese.
D'improvviso
entrano altre due persone, due sagome conosciute, fin troppo a dire
il vero; lui è alto, fisico slanciato, capelli scuri e
sguardo
schivo. Lei ha i capelli d'un colore trasgressivo, una curiosa
sfumatura di rosa, e gli occhi di smeraldo brillano sotto i faretti
che illuminano l'interno del locale. E' maledettamente bella,
fasciata con quel vestito così elegante che un tempo indosso
a lei
sarebbe risultato quasi ridicolo, visto il suo modo di fare piuttosto
mascolino. Però gli piace da morire comunque, e vederla con lui
è un tremendo colpo al cuore. Lui, Sasuke Uchiha. Lei,
Sakura
Haruno, la sua ex ragazza, se così la si può
definire.
Lui, bello e
imperturbabile, chi l'avrebbe mai detto che prima o poi avrebbe
ceduto alle avances della ragazza, dal momento che sosteneva che le
donne non gli interessassero affatto. E' proprio vero che la gente
cambia, e nessuno può farci nulla.
" Ciao, come va?
Tutto ok? " domanda lei, sorridendo spontanea.
Naruto le risponde con
un cenno della testa, senza fiatare, perso nelle pieghe del suo abito
e nella sua chioma quasi abbagliante in quel contesto; cazzo, quanto
gli manca. S'immagina al posto del suo rivale e sorride debolmente,
mentre guarda i due salire in pista e abbracciarsi muovendosi a tempo
con il lento appena messo dal dj. Quasi stenta a credere che siano
veramente loro.
Il suo sguardo si
sposta verso le loro mani, più precisamente le sinistre:
all'anulare
un brillante anello d'oro, a simboleggiare l'unione che li
caratterizza.
Il matrimonio.
Davvero uno come Sasuke
ci ha creduto?
Davvero le ha messo
quell'anello recitando le consuete frasi di fronte ad un sacerdote?
Sembra tutto così
surreale.
Come in un sogno, o
meglio, in un incubo.
E fa male, male da
impazzire.
Decide di scostare gli
occhi da quella maledetta visione, posandoli su una figura che seduta
in disparte sembra così piccola, quasi insignificante. E'
una
ragazza, e i suoi occhi sono lucidi, segno che deve aver pianto o che
comunque è sul punto di farlo. Chissà che cosa le
è successo.
E' bella, ha lunghi
capelli corvini e la pelle candida, e indossa un paio di normalissimi
jeans e una maglietta bianca che le mette in evidenza le forme
generose.
Dio, ma lui la conosce!
Stessa
storia, stesso posto, stesso bar.
Stan
quasi chiudendo,
poi
me ne andrò a casa mia,
solo
lei davanti a me.
Cosa
vuoi, il tempo passa per tutti, lo sai.
Nessuno
indietro lo riporterà, neppure noi.
Ella
si chiama Hinata
Hyuuga, ed è una sua coetanea. Era da molto che non la
vedeva, gli
anni hanno mutato il suo aspetto fisico e da carina è
diventata
decisamente desiderabile. Naruto la guarda attentamente, e incontra i
suoi occhi di vetro leggermente arrossati. Chi può aver
fatto
soffrire una tal gentile creatura?
Mentre l'osserva alcune
luci si spengono, la musica cessa, segno che il locale sta per
chiudere. Guarda l'orologio che porta al polso: l'una e mezza.
Non ha sonno, non ha
voglia di bere né di ballare. Pensa che forse dovrebbe
avvicinarsi a
quella bellezza per consolarla, o per lo meno per provarci. Ricorda
che la Hyuuga sembrava avere una cotta per lui una volta, dal momento
che quando lo incontrava non faceva che arrossire e balbettare.
Solo che non se n'era
mai accorto, accecato dalla figura dell'ormai moglie del suo
nemico/amico Sasuke. Non se n'era mai accorto lui, ingenuo, incapace
di guardarsi attorno e di riconoscere le vere pietre preziose e
distinguerle dalle imitazioni.
La
gente comincia ad andarsene, qualcuno lo saluta di sfuggita e lui
ricambia agitando la mano destra, gli occhi sempre fissi su di lei.
C'è solo lei, davanti
a lui.
Hinata e le lacrime che
amare le solcano le guance.
Hinata e la
consapevolezza di poter dare un calcio al destino già
scritto per
stamparci sopra qualcosa di diverso.
Cosa farà, l'indeciso?
Intanto il dj ha
inserito nuovamente quel disco, lo tortura, lo distrugge.
E' vero, il tempo passa
per tutti e nessuno potrà mai riportarlo indietro. E' vero,
ma certo
si può far qualcosa per migliorare il futuro imparando dalle
esperienze passate.
Si avvicina alla
giovane donna e le sorride, lei alza lo sguardo ed arrossisce,
proprio come un tempo; in questo senso, pare non sia cambiata.
Naruto le tende la
mano, rivolgendole un'occhiata rassicurante. Ella così si fa
coraggio e si alza, si asciuga le lacrime in modo un po' maldestro
col polsino della manica e poi nasconde il volto fra le mani,
imbarazzata. Adorabile.
" Sono passati
tanti anni, Naruto-kun " gli dice.
" Già, eppure
siamo sempre qui "
Stessa storia, stesso posto, stesso bar.
"
Dove andiamo
ora? " domanda lei, mentre per ultimi escono dal locale.
E lui le sorride
ancora, quasi incredulo, osservando quel dono del cielo. Certo non
può dire d'amarla, non ancora. In fondo, si sono rincontrati
solo da
pochi minuti.
Però, chi lo sa...
tutto sembra più nitido ora, e la sua auto pare addirittura
più
nuova. Pura illusione, ovvio.
Ma Hinata non è
un'illusione, tutt'altro. E' morbida ed emana calore, tanto gentile
da parere ultraterrena.
" Di certo, non
più in questo bar " risponde.
Si gira, e l'insegna si
spegne. Il tempo passerà anche per esso, prima o poi. Ma
Naruto
vuole abbandonarlo ora, non vuole più la stessa storia,
né lo
stesso posto, né lo stesso bar.
Però, in un certo
senso, si sente in dovere di ringraziarlo.
L'auto
parte
rumorosamente, diretta chissà dove quella notte, ma stavolta
c'è un
perché.
E
questo basta e avanza.
Fine
~