Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: crazy640    26/02/2010    9 recensioni
Terzo capitolo della saga inziata con "Io e te...per sempre?", seguita da "Forbidden Passions". Incentrata principalmente sui juniors! "Erano felici insieme? Lui era felice? Tutte quelle domande avevano fine,la notizia del matrimonio era lì davanti ai suoi occhi,la prova concreta che lui era andato avanti con la sua vita,che l'aveva dimenticata da tanto tempo e che le sue non erano state paranoie" PERSONAGGI PRINCIPALI:ROSE WEASLEY,JAMES SIRIUS POTTER,RONALD POTTER,REBECCA PACIOCK,LILY POTTER,DANIEL THOMAS,ALBUS SEVERUS POTTER,SCORPIUS MALFOY.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Io e te per sempre'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rimmel

 

 

 

Ebbe appena il tempo di sedersi sul divano e di posare la testa all'indietro sui cuscini in un gesto rilassato che un rumore di passi leggeri arrivò dal corridoio.

-Si sono addormentati?-

Ronald voltò la testa verso la sua sinistra dove,ferma sull'uscio c'era Rebecca che gli rivolse un sorriso lieve prima di muoversi verso di lui.

Osservandola mentre copriva il breve tragitto che li separava,l'uomo si chiese ancora una volta come era possibile che un uomo come lui,con i suoi tanti difetti,avesse avuto il privilegio di vivere accanto ad un angelo come sua moglie.

Sia Ronald che Rebecca erano consapevoli che nessuno,partendo dai loro genitori ai loro fratelli per finire con i loro amici,aveva creduto che quel matrimonio fosse destinato a durare.

C'era chi,come la madre di Ronald, lo aveva considerato un errore,altri un matrimonio riparatore per regolarizzare il "problemino" della gravidanza,e altri ancora che nonostante fossero certi del loro amore,avevano paura che questo non sarebbe bastato a salvare un matrimonio così giovane una volta nato il bambino.

A distanza di dieci anni e dopo due figli erano felici di aver smentito tutti loro.

I due erano soliti dire che il loro matrimonio era iniziato realmente soltanto alla fine di Hogwarts,anche se la loro famiglia si era già formata alla nascita di Lowell.

Il bambino era nato agli inizi di maggio e Rebecca,spaventata dall'improvvisa responsabilità, con la scusa di doversi riprendere dalla gravidanza e dal parto,si era chiusa nel dormitorio femminile di Grifondoro per giorni senza voler vedere il bambino,ma Ronald non si era lasciato spaventare dalla prima avversità e, incurante della possibilità che la ragazza gli lanciasse contro una fattura,era piombato nel dormitorio con Lowell e aveva aiutato Rebecca ad instaurare un legame con il figlio.

Sapeva che quel gesto poteva avere anche l'effetto contrario,ma fortunatamente aveva funzionato.

Durante gli ultimi mesi di scuola,Lowell era stato circondato dall'affetto dei suoi genitori e dei suoi zii che si erano tutti occupati di lui,cercando di dare una mano ai due ragazzi.

Ciò che maggiormente preoccupava Ronald era il futuro:cosa sarebbe successo una volta usciti da Hogwarts?

Non potevano tornare a casa visto che sua madre ancora non lo aveva perdonato per "essersi rovinato la vita",e non potevano chiedere aiuto ai genitori di Rebecca,quindi cosa avrebbero fatto?

Un aiuto inaspettato arrivò dal Quidditch:un mese prima della fine della scuola,la posta del mattino portò una lettera per Ronald da parte degli Owls di Liverpool.

Un loro talent scout era venuto ad Hogwarts e,dopo averlo visto giocare,voleva parlare con lui per un'eventuale futuro nella squadra.

Gli Owls non facevano parte della Major League,ma poteva sempre essere una opportunità.

-Sono stati loro a cercarti,quindi vuol dire che gli interessi sul serio e se proprio dovesse andare male,non perderemmo comunque nulla-gli aveva fatto notare Rebecca cercando di calmarlo durante uno dei suoi soliti attacchi di panico.

Ronald era andato a quell'incontro confortato dalle parole della moglie e aveva sostenuto il provino come se fosse ancora sul campo della scuola,senza grandi preoccupazioni o pressioni.

La risposta al provino era arrivata poche settimane dopo:Ronald era uno degli Owls.

Da allora la sua strada era stata segnata:dopo gli Owls c'erano stati i Bushes e i Warriors finchè non aveva ricevuto la chiamata da una squadra di Major League:i Bears di Londra.

In ognuna di quelle squadre si era fatto onore e si era comportato con lealtà e spirito sportivo, come tante volte gli aveva detto suo padre,riportando sempre dei giudizi positivi da parte degli allenatori,dei giornalisti e dei tifosi,che lo sostenevano ovunque andasse.

Infine lo scorso anno era arrivata la chiamata che aveva sempre sognato,ma che non aveva mai osato sperare nonostante giocasse ormai da anni come professionista:quella da parte dei Cannoni di Chudley.

Lo zio Ron aveva fatto festa per un giorno intero quando aveva saputo la notizia!

Ed ora tutti lo indicavano come il principale artefice dell'anno fortunato della squadra.

Non appena Rebecca fu abbastanza vicino al divano,Ronald allungò un braccio e strinse le dita attorno al polso più vicino,guidandola finchè lei non si fu sistemata sulle sue ginocchia.

-Charlotte si è addormentata fra un racconto e l'altro...Ha avuto una settimana molto movimentata-commentò con un sorriso divertito,cingendole la vita con un braccio.

Se in quegli anni la sua carriera era diventata un successo,lo stesso si poteva dire del suo matrimonio.

Più volte durante un intervista aveva ammesso che doveva gran parte del suo successo a Rebecca,e non soltanto perchè era grazie a lei che aveva deciso di andare all'incontro con l'allenatore degli Owls,ma anche perchè ormai da dieci anni lo sosteneva e supportava, consigliandolo ogni volta che l'uomo doveva prendere una decisione importante.

Era stato grazie alla perseveranza e alla pazienza di Rebecca se alla fine erano riusciti a riallacciare i rapporti con sua madre,e a far si che la donna conoscesse Lowell.

-Questa è la settimana dei compleanni...Siamo andati a ben quattro feste di compleanni- confermò la donna accomodandosi meglio sul divano e riuscendo ad avvicinarsi di più al marito.

-Mi ha portato un pò di torta?-

-Credevo dovessi mantenere la linea-gli ricordò Rebecca.

-E io non pensavo avessi di che lamentarti sul mio fisico-rispose Ronald.

Lei restò qualche istante in silenzio,quasi lo stesse esaminando:no,effettivamente non aveva proprio niente di cui lamentarsi;Ronald non era più il ragazzo timido e impacciato che le aveva fatto perdere la testa a sedici anni,i tratti adolescenziali si erano definiti del tutto lasciando spazio ad un viso affilato e magro su cui a spiccare più di tutti erano i suoi occhi castani così profondi da darle l'impressione di potervi leggere dentro.

E in effetti lei era l'unica ad avere quel potere...

I suoi capelli rosso fuoco in quei mesi erano lunghi a coprire le orecchie,quasi fossero una luminosa corona.

Ed infine il fisico,perfettamente modellato da dieci anni di allenamenti;anche se erano sposati da più di dieci anni,non c'era volta in cui,vedendolo a torso nudo,Rebecca non si trovasse con la salivazione azzerata come le capitava le prime volte che lo vedeva spogliarsi davanti a lei.

-Sei passabile-commentò ironica,sapendo di irritarlo.

-Passabile??-si lamentò Ronald.

Sorridendo divertita,Rebecca si sistemò meglio sulle sue gambe e gli si premette contro in modo da potergli allacciare un braccio attorno al collo.

Per un brevissimo istante,il tempo di un incontro di sguardi,Rebecca si chiese come apparisse ai suoi occhi.

Sapeva di essere cambiata:le due gravidanze avevano conferito un aspetto adulto al suo fisico, anche se il seno era rimasto sodo e la sua vita era tornata stretta subito dopo il parto, soprattutto grazie alla dieta a cui si sottoponeva subito dopo.

Qualche anno prima,per rinnovare il suo look,si era tinta di capelli di nero e aveva deciso di lasciarli crescere oltre le spalle,sua lunghezza limite fin da quando aveva sei anni,ed ora le arrivavano fino a metà schiena.

-Prima ho fatto una chiacchierata con Lowell,lo sapevi che è innamorato?-le domandò Ronald, accarezzandole pigramente la schiena.

-Avevo intuito qualcosa:prima non vedeva l'ora di tornare a casa da scuola,ora invece ha sempre mille scuse per perdere tempo-commentò lei.

L'uomo sorrise divertito.

-Mi sembra si chiami Poppy e che è una sua compagna di classe...Forse avrò la memoria corta,ma io non la ricordo affatto-confessò poi.

-Non hai la memoria corta!E' che ogni volta che ci sono le recite di Lowell,la squadra ha gli allenamenti-gli fece notare la moglie.

-Comunque...-fece lui tagliando corto-Da come ne parlava sembrava davvero preso...Peccato che nel giro di qualche mese avrà dimenticato tutto-aggiunse sinceramente rattristato.

Rebecca sorrise e gli passò una mano fra i capelli folti.

-Da come parli è difficile credere che tu sia un romantico...-disse prendendolo bonariamente in giro.

Ronald le fece una smorfia che la fece ridere,facendo risuonare la sua risata per la stanza silenziosa.

-Tu stai bene?-le domandò poi Ronnie serio quando fu tornato il silenzio.

Lo sguardo fisso nel suo,Rebecca annuì,facendogli scivolare le braccia attorno alle spalle larghe.

-E' tutto a posto,proprio come avevo previsto-

Chiaramente sollevato da quelle poche parole,Ronald si lasciò andare ad un sospiro di sollievo e staccò la schiena dal divano,avvicinandosi maggiormente a lei.

Poggiò la fronte contro quella di sua moglie e le sfiorò il naso con la punta del proprio, facendo incontrare di nuovo i loro sguardi.

-Ora dovremmo dirlo ai ragazzi-

-Credo che Charlotte la prenderà bene,anzi l'aiuterà a superare la partenza di Lowell per Hogwarts-considerò Rebecca,passando una mano fra i capelli folti del marito.

Il silenzio rilassato nella stanza venne interrotto da una serie di colpi sulla porta che li fece sobbalzare entrambi.

Rebecca alzò la testa,puntando con lo sguardo alla porta oltre il muro e proprio in quell'istante un altro paio di colpi vennero battuti sulla porta.

-Chiunque sia finirà per svegliare i bambini!-disse indispettita,alzandosi in piedi e incamminandosi veloce verso la porta.

-Lascia vado io!-disse muovendosi accanto a lei e superandola per arrivare alla porta.

Afferrare la maniglia e aprire la porta fu un unico gesto.

Quando vide James fermo sugli scalini di pietra grigia,una mano poggiata contro lo stipite della porta,chiaramente pronto a bussare di nuovo,Ronald si rabbuiò.

-Hai una vaga idea del casino che stai facendo?-domandò il rosso,facendosi comunque da parte per farlo entrare.

-Ho bisogno di parlare con qualcuno...Io e Rose abbiamo litigato.

Ciao Rebecca-aggiunse poi vedendo la cognata a pochi passi di distanza.

-Ciao Jimmy,la prossima volta che vuoi venire a farci visita,puoi evitare di svegliare i ragazzi?-gli domandò mascherando con la cortesia il suo fastidio.

Il moro annuì meccanicamente prima di tornare a posare lo sguardo sul fratello.

C'erano tante cose a cui Ronnie aveva pensato in quella settimana di ritiro,ma sicuramente nessuna riguardava suo fratello.

Ma era ovvio che fosse sconvolto...

Con un sospiro rassegnato lanciò uno sguardo di scuse a Rebecca per poi guardare di nuovo James.

-Va bene,va bene...Andiamocene in cucina-

 

 

 

-Per oggi è tutto,ci vediamo giovedì-

Gli studenti che frequentavano il suo corso di Letteratura,e che durante il passare dei mesi avevano inziato a conoscerlo bene,invece di alzarsi e di schizzare via verso le altre lezioni,restarono seduti,lo sguardo rivolto verso la cattedra,in attesa che il professore aggiungesse,come sempre,la postilla finale.

-Prima di andare,voglio ricordarvi che la consegna dei saggi su "Il grande Gatsby" è fissata per giovedì,e che la consegna in ritardo influirà sulla votazione.

Ora potete scappare via-finì con un sorriso.

Il rumore di sedie trascinate sul pavimento rimbombò nell'aula e velocemente,più o meno alla spicciolata,tutti i venti studenti che avevano affollato la stanza in quelle ultime due ore,si avviarono verso la porta.

-A giovedì professor Potter-lo salutarono alcuni studenti passando accanto alla cattedra.

Albus alzò lo sguardo dalla cartella ventiquattro ore che si portava sempre dietro e rispose al saluto con un cenno della testa ed un sorriso accennato.

Tornò ad abbassare la testa per infilare in borsa l'ultimo dei libri che si portava sempre dietro,quando una figura si fermò davanti alla cattedra,frapponendosi fra la finestra e la scrivania.

-Professore...-si sentì chiamare.

Al alzò per la seconda volta lo sguardo e posò gli occhi sul volto di Liz Cooper,una delle sue studenti preferite,fissandola per qualche secondo in silenzio,prima di rivolgerle un sorriso di incoraggiamento.

-Posso fare qualcosa per te,Liz?-le domandò cortese.

Solo quando la ragazza portò le mani sul piano della cattedra,vide che le dita della mano sinistra erano strette attorno ad un libro.

Un romanzo che lui conosceva molto bene.

-Non vorrei sembrarle indiscreta o sfacciata,ma potrebbe...-disse la ragazza in tono timido.

-Chiedere a Scorpius un autografo?-concluse lui al suo posto.

Non era la prima volta che gli succedeva,ormai ogni volta che vedeva uno dei ragazzi con il libro sapeva già cosa aspettarsi.

Liz annuì.

Per la terza volta in cinque minuti,Albus sorrise e tese una mano per prendere il libro.

-Da qua,vedrò di riportartelo entro domattina...-le disse.

Il volto di Liz si aprì in un sorriso euforico,neanche le avesse promesso una fetta di cielo,e dopo averlo ringraziato ancora una volta,si avviò verso la porta dell'aula.

Al chiuse la ventiquattro ore e si si voltò,anche lui diretto verso la porta,quando vide che Liz si era fermata sulla soglia e lo stava osservando di sottocchi,incerta se parlare o meno.

-C'è qualcos'altro che posso fare per te?-le domandò lui educatamente.

-E' lei?-gli domandò la ragazza.

Al si ritrovò ad incurvare un sopracciglio,sorpreso da quella domanda inaspettata.

-Come?-

-E' per lei la dedica del libro?-chiarì Liz.

Leggermente a disagio,Al abbassò lo sguardo e si ritrovò ad accennare nuovamente un timido sorriso;tanto bastò alla studentessa per trovare conferma delle sue teorie.

-Lo sapevo!E' davvero un uomo fortunato professore!-commentò la ragazza prima di decidersi ad uscire in corridoio.

Colpito da quelle parole,Al restò immobile,a metà strada fra la porta e la cattedra,non sapendo bene cosa fare.

Lo sguardo ancora basso si posò prima sulle proprie scarpe per poi spostarsi sul libro che ancora stringeva nella mano destra.

Conosceva tutto di quel racconto,ogni parola,ogni frase,ogni virgola...Anche la dedica.

In fondo era stato grazie a lui se quel libro era stato pubblicato;fosse stato per Scorpius sarebbe rimasto su uno scaffale di Privet Drive a prendere polvere.

Ma Al aveva capito fin dalla prima volta in cui aveva letto quelle pagine che quel libro era destinato a diventare un capolavoro.

Così nonostante le rimostranze di Scorpius aveva riscritto tutto al computer e aveva spedito il manoscritto a varie case editrici,sperando di ottenere almeno una risposta positiva.

Quello che non si era aspettato era di riceverne ben quattro!

Per alcune settimane Albus aveva cercato di aiutare Scorpius a destreggiarsi fra le varie proposte,cercando di decidere quale fosse la migliore,e alla fine questi aveva scelto.

Nel giro di tre mesi tutto era stato pronto e,proprio come Albus aveva immaginato fin dalla prima volta,il romanzo era stato un successo.

E così era successo per il secondo...Ed il terzo.

Forse avrebbe dovuto chiedergli una parte dei profitti visto che senza di lui niente si sarebbe realizzato.

Guardò ancora una volta il romanzo,in versione economica,che aveva fra le dita,prima di sospirare rumorosamente e decidersi ad uscire dalla classe.

Aveva un'ora di ricevimento,e l'ultima cosa che voleva era far aspettare i genitori.

Si incamminò verso la sala d'aspetto,quando sentì una voce alle sue spalle fare il suo nome.

-Albus!-

Si voltò e fra gli studenti ritardatari che si muovevano frettolosi verso le classi,scorse Laurie, professore di biologia e suo amico,venirgli incontro insieme ad uno sconosciuto.

Nel breve tempo che questi impiegarono per andargli incontro,Al scrutò il nuovo arrivato, come era solito fare con tutti gli uomini che incontrava per la prima volta:era alto,probabilmente sarebbe stato più alto di lui di una quarantina di centimetri,con un fisico ben modellato dalla palestra senza essere eccessivo.

I capelli erano castani e a spazzola,scompigliati ad arte con il gel,il viso era perfettamente sbarbato e "reduce" da una seduta nel più vicino solarium,con una fronte alta,incorniciata da due sopracciglia castane perfettamente incurvate,che facevano da corona a due occhi color cioccolato che sembrarono attirarlo come due calamite.

Al distolse lo sguardo da quegli occhi e lo fece scendere verso la curva perfetta del naso,dalla punta leggermente in su,e sulle labbra sottili e anche queste perfettamente modellate,neanche fossero state disegnate con una matita.

Finalmente i due uomini furono davanti a lui e Albus riportò lo sguardo su Laurie,che dopo uno sfoggio di tanta perfezione gli sembrò terribilmente scialbo.

-Mi cercavi?-gli chiese sperando di non avere la voce roca.

-Volevo presentarti il nuovo professore di Storia...-

-Ah giusto Sandy è andata in maternità-ricordò Al,annuendo.

-Infatti;comunque lui è Brian Kinney.

Brian,lui è Albus Potter il nostro professore di Letteratura-disse Laurie facendo le presentazioni.

Al tornò a guardare Brian,e per mostrarsi gentile,gli tese la mano.

-Molto piacere-

Sentì lo sguardo veloce con cui Brian lo esaminò da capo a piedi e,nonostante anche lui avesse fatto lo stesso poco prima,si sentì leggermente offeso da quell'attenzione.

-Piacere mio.

Mi hanno detto che le nostre aule sono vicine-gli disse stringendogli saldamente la mano.

-Già...-disse semplicemente Albus non sapendo cos'altro dire.

-Allora potrò venire da lei se avrò bisogno di aiuto-continuò Brian.

-Naturalmente...Ora però scusatemi,ma mi aspettano per il ricevimento insegnanti.

Mi ha fatto davvero piacere conoscerti Brian-ripetè prima di voltarsi e incamminarsi velocemente lungo il corridoio.

Sentendo su di sè due occhi attenti che non lo lasciarono finchè non ebbe voltato l'angolo.

 

 

 

Il velo dell'incoscienza venne squarciato da alcune voci poco lontane dal divano e,nonostante l'intontimento dovuto al post-sbornia,James capì subito che stavano parlando di lui.

-Visto così sembra più vecchio di dieci anni-

-E' tutta colpa delle sei birre che si è scolato ieri sera...Una dopo l'altra,senza neanche un attimo di respiro-sentì dire da suo fratello.

-Hai preparato un pò di caffè?Ne avrà un bisogno disperato-

Il silenzio che seguì gli fece capire che Ronald si era limitato ad annuire.

Nonostante avesse gli occhi chiusi,ormai era abbastanza lucido da riuscire a sentire su di sè lo sguardo congiunto dei due,sentendolo quasi bruciare sulla propria pelle.

Cosa doveva fare?Aprire gli occhi e mettere fine a quella conversazione o aspettare nella speranza di sentire qualcosa di interessante?

Ma del resto cosa potevano dire di  nuovo che lui non sapesse già?In fondo stavano parlando della sua vita...

-Ti ha detto per quale motivo ha litigato con Rose?-chiese poi Rebecca parlando di nuovo.

In risposta Ronald respirò profondamente e James riuscì a vederlo nella propria mente scuotere mestamente la testa.

-No,ma credo di sapere il motivo...-

Dei passi veloci attraversarono il corridoio e in pochi istanti arrivarono in salotto.

-Sveglia sveglia!!!!-

La voce piccola di Charlotte gli rimbombò nel cervello,portandolo involontariamente a corrugare la fronte,prima che il peso leggero della bambina si fermasse accanto ai suoi piedi sul divano.

-Charlotte!-la riprese la madre.

Ormai costretto a svegliarsi,James portò la mano destra al viso e si strofinò gli occhi,cercando di prepararli all'incontro con il Sole.

Quando finalmente si decise ad alzare le palpebre,dovette riabbassarle in fretta ferito dalla luce.

-Ciao zio Jimmy!-lo salutò allegra la bambina,neanche lo vedesse per la prima volta in dieci anni.

Una volta aperti gli occhi,James si tirò leggermente su sul divanoe lanciata un occhiata alla nipotina,le sorrise,o almeno tentò.

-Ehi Cherry...Non sapevo fossi così mattiniera-

-Fai colazione con me zio James?-gli chiese la bambina,fissandolo con i suoi stupendi occhi.

-Certo che sì!Perché intanto tu e io non andiamo in cucina a preparare mentre lo zio e papà tolgono le coperte dal divano?-s'intromise Rebecca parlando direttamente con la figlia.

Charlotte fissò sua madre per qualche istante,chiaramente indecisa se restare con il suo zio preferito o se seguire la madre,prima di annuire e schizzare via dal divano e correre accanto a lei.

Solo quando le due si furono allontanate,James portò il proprio sguardo a contatto con quello del fratello.

-Come va la testa?-gli domandò questi facendo il giro del divano e andando a sedersi sul tavolino di legno proprio di fronte al fratello.

Il moro si passò una mano fra i capelli arruffati e sospirò:aveva una banda rock nel cervello!

-Passerà...Scusami se sono piombato qui in quel modo ieri sera-gli disse poggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia e sporgendosi in avanti.

Ronald scosse la testa.

-Non mi da fastidio,lo sai...Quello che mi preoccupa è che ultimamente le liti fra te e Rose stanno diventando troppo frequenti-disse cercando di introdurre il problema principale.

James,lo sguardo basso,quasi si vergognasse di quello che stava succedendo,intrecciò le dita delle mani al di sopra delle ginocchia e restò qualche secondo in silenzio.

Come al solito,era andato da suo fratello i

-Hai saputo di Lily?-si decise poi a chiedergli.

Ronnie annuì.

Aveva immaginato che fosse quello il motivo della lite,ma ovviamente non poteva esserne sicuro fino all' ultimo.

-Sì,Rebecca me lo ha detto ieri sera...A quanto pare i Potter stanno seguendo l'esempio dei Weasley-tentò di scherzare il rosso.

James accennò un sorriso che sparì velocemente dal suo viso.

-L'ha presa tanto male?-gli domandò Ronald tornando serio.

Con un sospiro rumoroso,James rialzò il viso e incontrò di nuovo gli occhi di suo fratello, restando in silenzio qualche secondo cercando le parole adatte per spiegargli la sensazione che aveva colpito Rose a quella notizia.

-E' già da un pò che le cose non vanno fra di noi,sempre per questa storia del bambino.

Quando abbiamo deciso di stare insieme,anni fa,eravamo entrambi consapevoli della rinuncia che stavamo facendo.

Rose ha costruito la sua carriera su quella rinuncia!

Però ora,essere circondata tutto il giorno da bambini e da neonati,è diventata quasi una tortura per lei,come se avesse sempre davanti agli occhi la prova del suo fallimento...E tu lo sai come la pensa Rose sui fallimenti!

Ed ora la notizia della gravidanza di Lily...-

-Per te non deve essere una situazione facile-commentò semplicemente il fratello,certo che sarebbe bastato quel poco all'altro per continuare nel suo sfogo.

Un sorriso amaro,infatti,si disegnò sul volto dell'altro,prima che questi tornasse di nuovo a strofinarsi gli occhi con una mano.

-A sentire Rose dovrei essere in collera con Lily per la sua gravidanza.

Ti sembra una cosa ragionevole?So che non lo pensava e che ha detto ciò che ha detto in un momento di rabbia,ma...-disse bloccandosi a metà.

-Cosa?-lo esortò ancora Ronald.

Per qualche secondo ci fu silenzio nella stanza,come se James avesse bisogno di ritrovare le parole più adatte.

-Sono stufo di prendermi colpe che non ho.

Non è stata soltanto una mia scelta quella di dare ascolto ai nostri genitori,quindi perché ora mi ritrovo ad essere soltanto io il cattivo della situazione?

Perché sono io il bastardo che non capisce?-domandò sinceramente confuso.

Ronald guardò il viso stanco di suo fratello e ripensò a quante volte,in quegli ultimi mesi,avevano già affrontato quel discorso:non sarebbero mai arrivati ad una soluzione,almeno non finché le cose fossero rimaste com'erano.

E forse quello era il momento migliore per cambiarle.

-Sai penso che dopo tutti questi anni sia venuto il momento di  fregartene-

James alzò di scatto lo sguardo sul fratello e lo fissò con aria incredula.

-Hai capito bene-fece Ronald con un leggero cenno del capo,leggermente divertito nel dover interpretare il ruolo di fratello maggiore,ruolo da sempre ricoperto da James.

-Ma non possiamo...-balbettò confuso James.

-Chi l'ha detto?Solo perché tu e Rose non potete effettivamente concepire un figlio,non vuol dire che non potete valutare altre opzioni:c'è l'adozione,ci sono le madri in affitto o i padri surrogato,c'è addirittura la fecondazione eterologa.

Mi chiedo come avete fatto a non pensarci finora...-si ritrovò a commentare.

Era assurdo pensare che un medico come Rose,si fosse arreso al primo ostacolo,senza neanche pensare a quello che poteva fare per risolvere il problema.

Gli occhi di James ora erano più attenti,più reattivi,come se davanti a sè si fosse aperto un nuovo mondo di cui aveva ignorato fino a quel momento l'esistenza...e probabilmente era davvero così.

Per un lungo istante i due fratelli restarono in silenzio,e fu solo quando lo sguardo di James cercò quello del gemello,che Ronald vide brillarvi dentro una nuova speranza.

-Credi che funzionerà?-gli domandò James,scoprendosi fragile.

Ronnie alzò le spalle.

-Chi può dirlo?Ma almeno potrai dire di aver fatto tutti i tentativi possibili-

 

 

 

 

Era stata una mattinata particolarmente movimentata,il tempo era passato senza che lei se ne accorgesse,impegnata com’era con i vari “clienti”.

Alice aveva passato un paio d’ore con i Jefferson cercando di soddisfare i gusti della coppia,adattando i suoi progetti alle idee dei due:;poi era stata la volta di Samuel Taylor, una specie di artistoide che aveva sentito parlare positivamente di lei e voleva un consulto per il suo loft.

Soltanto verso le due del pomeriggio riuscì ad avere qualche minuto di pausa,per rilassarsi sulla sua poltrona e iniziare ad baloccarsi con l’idea della pausa pranzo.

Chiuse gli occhi,lasciandosi andare ad un sorriso stanco e cercò di svuotare la mente dal lavoro:aveva davvero bisogno di cinque minuti di pausa.

Inevitabilmente,i suoi pensieri tornarono alla notizia che aveva  dato una scossa alla sua vita:il matrimonio di Luke.

Aveva giurato a sé stessa di andare avanti,di accantonare per sempre il suo pensiero e iniziare a vivere la sua vita fingendo che lui non ne avesse mai fatto parte…ma non era così facile.

Per la seconda volta da quando aveva saputo di quel matrimonio,si ritrovò a chiedersi:e se le cose fossero andate diversamente?

Cosa sarebbe successo se al ritorno a scuola Luke si fosse dimostrato attento e premuroso verso di lei?

Oppure se si fosse ribellato ai suoi genitori che lo volevano invischiato a forza in quel fidanzamento con la Greengrass?

La loro storia sarebbe stata simile a quella di Al e Scorpius?

Luke sarebbe venuto a vivere con lei e la sua famiglia,avrebbe aspettato che lei terminasse i suoi studi,cominciando gli studi di legge all’ università della magia,per poi andare a vivere insieme una volta che lei fosse uscita da Hogwarts.

Si sarebbero sposati oppure avrebbero convissuto?Sicuramente il matrimonio,Luke non le sembrava tipo da convivenza.

Avrebbero avuto dei figli,magari non subito,ma con il passare degli anni lei avrebbe voluto dei figli,un bambino  che fosse esattamente uguale al padre,con i suoi stessi riccioli neri e magari le fossette sulle guance.

Però ogni volta che immaginava quel futuro non poteva fare a meno di chiedersi:sarebbero stati felici?

Avrebbero affrontato la vita con positività,convinti ingenuamente che il loro amore poteva superare tutto,oppure lui avrebbe finito per odiarla?

Perché era questo che la preoccupava maggiormente,in quell’ipotetico futuro,ancor più di perdere il suo amore…

Luke avrebbe finito per odiarla,per incolparla di come la sua vita era andata a puttane?

Come sempre,su quella domanda senza risposta,Alice riaprì gli occhi e si fece scappare un sospiro rassegnato.

Non aveva bisogno di una risposta:le cose erano andate in un altro modo,le loro strade si erano divise ed ora erano due estranei.

Due colpi leggeri vennero sferrati sulla porta del suo ufficio facendole alzare lo sguardo davanti a sé.

-Disturbo?-

Un sorriso le nacque spontaneo quando i suoi occhi incontrarono quelli di Eric,che nel frattempo si era staccato dalla porta e aveva fatto un paio di passi nella stanza.

-Sei fortunato,ho un po’ di tempo per te…Sei capitato nell’unico momento tranquillo della mattina-gli disse continuando a sorridere.

Non si vergognava di ammettere che Eric era la sua salvezza.

Se non avesse incontrato lui,sarebbe finita come quelle vecchie zitelle inacidite che passano la vita a raccontare a chiunque ha la sfortuna di avvicinarle del loro amore perduto.

Eric aveva ventotto anni, era originario di Sydney e soltanto per una serie di fortunati eventi le loro strade si erano incontrate:sarebbe bastato che Alice decidesse di restare ad Hogwarts stringendo i denti,incurante della relazione fra Luke e Mandy,o che l’estate sette anni prima avesse scelto una destinazione diversa per le sue vacanze estive da New York,e tutto sarebbe diverso.

Una volta finiti gli studi a Beau Baton aveva deciso di fare una lunga vacanza,di staccare il cervello,per decidere cosa fare della sua vita.

Dopo aver parlato con Justin,si era lasciata convincere ad andare a passare l’estate a New York ed era stato lì che aveva incontrato Eric.

L’uomo era un amico di suo fratello,compagni di scuola al corso di architettura,e nonostante si fossero trovati bene insieme,il suo atteggiamento verso di lei era ancora troppo fraterno perché potesse nascere qualcosa.

Senza contare il fatto che le sue ferite non erano ancora del tutto rimarginate,nonostante fossero passati anni e non avesse più nessuna notizia di Luke…

Tornata a Londra,Alice aveva seguito dei corsi all’università e alla fine si era specializzata in arredamento d’interni,proprio quando Justin,stanco di lavorare per gli altri, era arrivato a Londra con la ferma decisione di aprire uno studio personale.

I due fratelli si erano uniti in quell’impresa,unendo il loro talento e i loro soldi e alla fine erano riusciti a creare la “Lovegood & Johnson Associated”.

Eric era ricomparso nella sua vita la sera dell’inaugurazione dello studio:per tutta la serata avevano parlato,separandosi soltanto quando la presenza di Alice era richiesta altrove.

Da allora avevano iniziato a frequentarsi spesso,andando a pranzo insieme,o per delle lunghe passeggiate per Saint James Park la domenica pomeriggio.

E lentamente quell’amicizia si era trasformata in qualcos’altro…

-Sono abbastanza fortunato da poterti invitare a pranzo?-domandò lui fermandosi poco distante dalla sua scrivania.

Alice staccò la schiena dalla poltrona e si sporse in avanti,verso il mobile,poggiando entrambi i gomiti sul piano della scrivania in un gesto casuale.

-Dipende da qual è la tua offerta-si divertì a stuzzicarlo lei.

Eric sorrise,mettendo in mostra i perfetti denti inferiori,e abbassando per un breve secondo lo sguardo,permettendo così ad Alice di indugiare con lo sguardo su di lui.

Era davvero bello…Dopo quasi quattro anni,i suoi occhi ancora non si erano abituati a quella visione.

Eric poteva essere facilmente scambiato per una statua greca,talmente la sua perfezione:era alto quasi un metro e novanta,un fisico asciutto e muscoloso,senza però essere eccessivo; i capelli biondo sporco erano tagliati corti,fino alle orecchie e pettinati all’indietro con il gel,lasciando libere soltanto alcune ciocche che ricadevano sulla fronte ampia,modellata da due sopracciglia biondo cenere arcuate perfettamente in modo da concentrare l’attenzione sugli occhi.

Questi erano verdi,con minuscole pagliuzze dorate che li facevano risplendere ancora di più.

Il naso era dritto,ma dalla punta all’insù;ed infine le labbra,il cui labbro inferiore era più carnoso  rispetto al superiore.

-Cosa avevo in mente…Vediamo:avevo pensato di portarti a pranzo fuori,magari da Danieli’s-le disse rialzando lo sguardo sul suo.

Alice fece un mugolio di approvazione.

-Adoro quel posto…-si limitò a dire.

-Chissà perché lo avevo intuito-la prese bonariamente in giro-Poi che altro?Abbiamo due possibilità:possiamo pranzare insieme e poi ti riaccompagno qui…-le disse lasciando apposta la frase a metà.

-Oppure?-chiese lei tendendosi leggermente verso l’alto,verso di lui,senza staccare lo sguardo dal suo.

-Oppure puoi cancellare gli appuntamenti del pomeriggio e passare un po’ di tempo con me,magari facendo un giro in centro.

In fondo è venerdì,i tuoi clienti capirebbero se dai loro buca-le fece notare.

Alice sorrise.

-Hai pensato proprio a tutto-commentò.

-Dovevo avere delle proposte interessanti,altrimenti avresti rifiutato- le rivelò Eric.

Ancora una volta lei sorrise.

Se la giornata fosse stata più tranquilla il suo senso del dovere le avrebbe consigliato di ritornare in ufficio subito dopo pranzo ma,come le aveva fatto giustamente notare Eric,era venerdì e tutti avrebbero capito se avesse annullato un appuntamento all’ultimo minuto.

-Vada per la seconda opzione-disse alzandosi e aggirando la scrivania.

-Sapevo che ti avrei convinta…-

-Veramente mi ha convinto il pranzo da Danieli’s…Sto morendo di fame-ribattè lei prontamente.

Eric ridacchiò e le si avvicinò per darle un veloce bacio,in segno di saluto.

Sotto le sue labbra,Alice sorrise prima di ricambiare il bacio, dandosi mentalmente della stupida per i pensieri di pochi minuti prima.

A che serviva chiedersi come sarebbe stato…Lei aveva già tutto quello che una donna poteva desiderare.

 

 

 

 

-Sono tornato!-

Scorpius sentì chiudersi la porta d’ingresso al piano di sotto, seguito da alcuni rumori indistinti che gli fecero capire che Albus si stava togliendo la giacca e le scarpe.

Poi si sarebbe guardato intorno per le stanze vuote del piano terra e avrebbe controllato che tutto fosse in ordine,magari avrebbe anche dato un occhiata alla posta arrivata quella mattina.

Dopodiché sarebbe salito al piano di sopra e,dopo essere passato in camera da letto per togliersi il maglione,sarebbe finalmente andato da lui,nel suo studio.

Lo schema era sempre lo stesso,da otto anni ormai.

Inizialmente Scorpius si indispettiva,arrivava anche ad arrabbiarsi per lo scarso interesse che Al sembrava mostrare verso di lui:non lo vedeva da tutto il giorno e perdeva tempo con tutte quelle azioni inutili invece che andare direttamente da lui e salutarlo come si deve?

Poi,grazie ad alcune frasi che Al aveva detto durante quegli anni, aveva capito.

Al contrario di lui che passava gran parte della sua giornata chiuso nello studio a lavorare al computer,Albus aveva a che fare ogni giorno con tante persone e con i loro problemi:i suoi studenti,i genitori dei ragazzi,addirittura qualche volta anche i suoi colleghi.

Quindi quando tornava a casa aveva bisogno di qualche istante da solo per resettare il cervello da tutto quello che era successo a scuola.

-Così evito di scaricare su di te le frustrazioni del lavoro più di quanto già non faccio-gli aveva detto.

E Scorpius lo aveva accettato.

In fondo  si trattava di un modo ulteriore per Al di dimostrargli il suo amore.

Si sporse leggermente sulla sedia per cogliere un’occhiata del corridoio vuoto prima di tornare a fissare lo schermo davanti a sé.

Provava sempre una strana eccitazione mentre aspettava di sentire il rumore dei suoi passi sulle scale,o il suono del suo respiro tranquillo che lo precedeva lungo il corridoio.

Sapeva che erano piccole abitudini,sapeva anche che probabilmente Albus non se ne sarebbe mai accorto,ma ogni volta quell’ansia,quel senso di disagio lo catturavano portandolo a tamburellare nervosamente con i polpastrelli sul ripiano della scrivania.

Poi finalmente Albus appariva sulla porta e il suo viso si illuminava in un sorriso,facendo sembrare assurde tutte le preoccupazioni di poco prima.

In tutta la sua vita Scorpius aveva provato quelle sensazioni soltanto per lui.

Forse quell’ansia,quel bisogno di contatto era la prova più palese del suo amore per il compagno.

Erano una coppia da quasi undici anni ormai e,anche se non lo avrebbe mai ammesso con l’altro,il suo amore per Al non era stato mai minimamente intaccato.

Certo c’erano stati altri uomini,a volte colleghi a volte gli stessi fan,che  avevano provato a portarselo a letto,ma nessuno aveva retto il confronto con Albus:l’uomo era accanto a lui prima del successo,e Scorpius era sicuro che ci sarebbe stato anche se questo fosse sparito all’improvviso.

Era l’unica persona che lo conosceva veramente,che sapesse tutti i suoi pregi e i suoi difetti,capace di interpretare il suo stato d’animo da un’azione semplice:tante volte non aveva neanche bisogno di aprir bocca che già l’altro aveva già preceduto la sua richiesta.

Era la sua musa,il suo consigliere…era l’amore della sua vita.

Il rumore di passi lo distolse dai suoi pensieri e dopo una veloce occhiata alla porta,tornò a posare lo sguardo sullo schermo del computer,assumendo un’aria impegnata e concentrata.

Nonostante fosse di spalle riuscì a sentire i suoi passi attutititi sul pavimento,il suo respiro leggero che si avvicinava,finché non ci fu il silenzio e,senza bisogno di voltarsi Scorpius seppe che Al era fermo sulla porta,intento ad osservarlo.

Lo faceva tutti i giorni,e tutti i giorni,sotto quella carezza,Scorpius si scopriva a tremare.

Pochi istanti e due braccia gli scivolarono sulle spalle, circondandole,e il mento di Al si posò sulla sua spalla sinistra.

Scorpius alzava una mano e la posava sul braccio di Al più vicino, prima di voltare leggermente la testa ed incontrare finalmente in quella distanza ravvicinata i suoi occhi.

Ogni giorno lo vedeva sorridergli e,ogni volta,quasi seguendo un copione già prestabilito,Scorpius accennava il suo sorriso a metà che sapeva l’altro amava.

-Bentornato- E soltanto da quello Scorpius capiva di non aver bisogno di altro.

 

  

 

 Salve a tutti!!!!E BENTORNATIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!

Ok,scusate il momento di pazzia,ma ormai con alcuni di voi ci conosciamo da anni ed è bello ritrovarvi qui per questa nuova avventura.

Come state?

Che avete fatto in questo periodo di lontananza?

Innanzitutto vorrei ringraziare coloro che hanno recensito,messo la storia fra i seguiti e/o preferiti e anche solo chi l'ha semplicemente letto...GRAZIE!

Spero di meritare la rinnovata fiducia.

Allora...nuova storia,nuovi problemi.

Perchè non dovete farvi ingannare dall'inizio tutto rosa e fiori,quasi tutti,se si escludono Ronald e Rebecca avranno problemi,o nel caso di James e Rose,cercheranno di appianare le cose.

Altra cosa:molti di voi mi hanno chiesto perchè ho scelto un inizio così triste per Jimmy e Rose e il motivo che mi aveva spinta a fare la scelta che ho fatto nell'ultimo capitolo della storia precedente(alias=niente figli).

Come era successo in passato per il cancro di Luna in "Forbidden Passions",anche qui vi dò la stessa risposta:perchè altrimenti come avremmo incasinato le loro vite?

E credetemi,la decisione di avere un figlio avrà ripercussioni non soltanto su Rose e James....

Piccola precisazione:forse qualcuna di voi se ne sarà accorta,ma il nuovo collega di Albus,ha un nome familiare,almeno per chi conosce il telefilm "Queer as Folk".

Infatti,visto il mio amore x la serie e x il personaggio di Brian in particolare,ho pensato di trapiantarlo in questa storia.

Ringrazio ancora tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia o battitura.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Eccomi qui!E' strano che tu nn abbia visto l'avviso che avevo lasciato alla fine di "Forbidden Passions",e pensare che lo avevo lasciato apposta x voi...Bah,cmq:Ronald e Rebecca avranno il ruolo di coppia stabile nella storia,i pilastri che cercheranno di tenere tutto insieme,c'è bisogno di almeno una coppia solida;forse è vero che è stupido pensare al primo fidanzatino dopo 10 anni,ma penso che tt noi abbiamo un'amore lasciato in sospeso,che ci porta a farci mille domande e a chiederci come sarebbe stato...Ed è proprio questo che Alice e la sua storia rappresentano),JC(Bentornato!!!Hai ragione,qui la crisi economica nn è stata avvertita,ma volevo creare un mondo ideale,perfetto,immune da problemi,oltre naturalmente quelli che i personaggi sono capaci di crearsi da soli),Sklupin(Invece vedrai, le cose miglioreranno,almeno per Rose e Jim:sono partiti talmente male che nn può essere altrimenti...E hai ragione qnd parli di Beautiful,in una cosa ci assomiglieremo...),Angel_SG(Grazie x i complimenti!Credevi veramente che avrei lasciato fuori i miei preferiti?Assolutamente no!Anche xkè ne ho in mente davvero molte per Albus e Scorpius...),Manda(Vedrai già dal prossimo capitolo inizierai a capire qualcosa nella situazione Rose/James...Per quanto riguarda i senior,torneranno solo quando il loro intervento sarà necessario,e ti prometto che in quelle occasioni sapremo anche come è finita fra Ron ed Herm),Nefene(  Nn mi succede spesso,ma nel caso di Alice,mentre ancora stavo scrivendo l'altra storia,sapevo già come far concludere la sua relazione con Luke,e quello che sarebbe successo in qst,anzi è stato per lei che ho cominciato questa nuova storia...per lei e per la coppia Al/Scorpius),Kikka15(Eh già,Luke alla fine non ha saputo imporsi ai suoi genitori,ma del resto lo sapevamo che nn era pronto a voltare le spalle alla fortuna di famiglia...Magari le cose sono cambiate adesso...),Luthien 241(Yes I'm back!!!!Ah sì credimi,un pò d'ansia, in senso buono,la metterà...),Elly(BEh un passo avanti lo abbiamo fatto dalla posizione "Nn possiamo avere figli e dobbiamo accontentarci di ciò che abbiamo;magari le cose evolvono ancora,chi lo sa?), GinevraPotter'90(Anche a me piacciono molto Lily e Dan,ma forse è ora di ravvivare un pò le cose,no?In fondo sono stati in pace per dieci anni...),Lotti_(Meno male ,sono arrivata appena in tempo!Anche tu eri una di quelle che nn credeva nel matrimonio fra Ronnie e Rebecca come Ginny?L'idea dell'attico minimal mi piace,ma io li vedo più tipi da casa tradizionale,molto simile a Grimmuald Place...),Littledraghina(Grazie per i complimenti!James e Rose si amano ancora,è solo che Rose ha alzato qst muro fra di loro per via della mancata gravidanza...Devono solo trovare un punto d'incontro.Ah questo posso assicurartelo fin da ora:prima del matrimonio,se poi davvero c sarà,Luke e Alice avranno molte occasioni per parlare e per cambiare le cose...).

 

 

Bene per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

 

"With a little bit of luck"

 

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: crazy640