Addio
al celibato
Chapter 2
Isabella (musica)
Infilo un guanto in velluto nero.
Un altro. Due grossi
orecchini. Le parigine velate. I tacchi leggeri e forti. Il vestitino.
Le frange
tintinnano impazzite. La collana in perle.
I riccioli lunghi e cioccolattosi
modellano la mia
schiena.
Eyeliner nero. Rossetto bordeaux.
Cipria.
Respiro profondamente. Via Bella,
ecco Ize.
Sono in una delle tante stanze che
i nostri clienti ci
hanno offerto per prepararci prima dell’esibizione. Sono in
una villa
lussuosissima. Dobbiamo fare uno spettacolino per un ragazzo e i suoi
amici. Lui
si sposa. Evviva.
Provo qualche passo per sciogliermi
un po’. Come
sottofondo il respiro pesante e tranquillo della mia bambina.
L’ho portata qui.
Danno cibo gratis e ci sono le mie amiche-colleghe. Ci esibiremo tra
qualche
minuto. Ho lasciato Claire sul letto a due piazze che ho trovato nella
stanza. Si
è addormentata subito.
“Sei
bellissima” sussurra la piccola con la sua dolce
vocina infantile. E’ adorabile. Gli occhioni cioccolato
brillano malgrado l’espressione
un po’ stanca.
“finisco tra un ora al
massimo” la rassicuro e le stampo
un bacio sulla guancia paffuta.
E mi odio ancor di più
per quello che le infliggo ogni
volta per poter ‘lavorare’.
“voglio anche io i
tacchi” cinguetta e sospira. Io ridacchio
e faccio qualche passetto buffo per farla ridere. Improvviso un
balletto con la
musica prodotta personalmente da me. Un can can troppo maldestro.
Lei reagisce come desidero. Scoppia
a ridere e urla
senza senso. Io la seguo e la butto sul letto, sulla trapunta
costosissima. I
suoi boccoli biondo miele si adattano soffici. La strapazzo di coccole
e baci,
passando al solletico e ai massaggini. Lei ride ancora di
più. Poi si appende
al mio petto come farebbe una scimmietta e con le manine mi accarezza
le
guancie. Le do un bacio a fior di labbra e lei sputacchia e si asciuga
con la
manica del vestitino rosso. Per un attimo fa la solita faccia schifata,
poi mi
guarda da sotto le lunghe ciglia chiare.
“ti voglio bene mamma,
anche se sembri tanto pazza!!”
“anch’io ti
voglio bene tesoro”
*
“Bella!! In scena
oraaaaa!!” sibila Alice, mia collega
e amica più cara. Le mando un bacetto scherzoso e lei
risponde facendomi la linguaccia. Abbraccio Claire e le raccomando di
aspettarmi qua. Poi infilo la maschera e la musica parte. E’
una specie di pezzo Jazz molto
languido, senza accompagnamento vocale. Sorrido cameratesca ed entro in
scena.
Ci sono dei ragazzi che in silenzio mi guardano e deglutiscono. I
soliti. E poi
ce n’è uno. E’ in mezzo alla folla e mi
fissa serio e rapito. Ha i capelli alla
rinfusa e castani-ramati. Ha anche le mascelle delineate, le labbra
sottili
come preferisco e gli occhi color oro.
Sono abituata agli sguardi
incessanti di ragazzi in
fibrillazione per l’eccitazione, ma… lui. Non
capisco.
Bella,
sei una bambola. Lavora... Penso.
D’accordo.
Edward
Chi
è? Penso.
Forse una dea. Forse sto sognando.
Ma si muove sinuosa
e lenta. Gli occhi imprigionati nei miei. Un piccolo giro. Ancheggia i
fianchi
e i suoi capelli impazzano tagliando l’atmosfera.
Perché fa così male il cuore?
Perché?
Toglietele quella maschera! Voglio
vederla!!
E’ la mia dea, la mia dea
incantatrice.
“Wow” sussurra
qualcuno. Si, wow.
Sono accecato. Accecato dalla sua
presenza. E il
cuore, oh, lo sento battere vigoroso al suo posto ma credo di poter
scoppiare
prima o poi. E dimentico che domani mi sposo, e che sono uno stronzo.
La dea ha gli occhi cioccolato.
Riservati e misteriosi
continuano a fissarmi.
I suoi capelli volano un'altra
volta. Mostra la lunga
gamba e… le reggicalze. Uccidetemi, ora.
Da un lato sto impazzendo per la
sua sensualità. Dall’altro
vorrei prendere il mio giubbotto, coprirla e portarla al sicuro.
E’ una sorta
di possessività insensata?
Il balletto finisce troppo presto.
E la dea sparisce
tra le ballerine. Tutti schiamazzano e applaudiscono, io la seguo.
Non dovrei farlo, lo so. So che mi
sposo domani, che
lei ha sentimenti e una vita. Senza me. Sono proprio uno stronzo. Devo
proprio
incasinare tutto.
“Ehi, aspetta”
le dico e la fermo prendendola per
mano. E giuro di aver sentito qualcosa, come una rottura dentro me.
Qualcosa di
strano, ma piacevole.
Lei si gira, confusa. Quando mi
riconosce strabuzza
gli occhi e mi fissa.
“Come ti
chiami?” le chiedo. Ma lei non risponde,
indietreggia e cerca di allontanarsi. Allora le stringo la mano e la
porto
nella mia stanza. La dea mi segue.
Accanto a me, i suoi fianchi
ondeggiano come onde,
seguiti dai suoi capelli. Lo sguardo è assente.
Chiudo la porta a chiave e senza
pensarci la bacio. Le
sue labbra sono morbide e calde. Lei cerca di spingermi via con una
mano sul
mio petto, ma non riesco a smettere di baciarla. Alla fine si arrende.
Mi cinge
il collo e si avvicina come una calamita. Ci baciamo per minuti interi,
assaporando il momento.
Lei mi sembra combaciare
esattamente con le mie forme.
Le labbra, il corpo.
Quando una mia mano scende ad
accarezzarle l’addome in
un colpo di frenesia improvvisa s’irrigidisce. Si stacca di
colpo e sussurra:”Claire!”
La sua voce ha un suono melodioso.
E’ perfetta, come
tutto il resto.
Mi spinge via e apre la porta della
mia camera,
uscendone scossa.
“dimmi almeno il tuo
nome!” le dico quando mi sembra
troppo tardi.
“Ize” dice e
corre via.
Si, sono proprio un bastardo.
Me morta, giuro. T.T
Secondo me fa schifo, però fate voi. Ripeto siamo al 2° capitolo. Ne mancano 3 alla fine di Addio al celibato.
Grazie.