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Autore: Annina88    27/02/2010    1 recensioni
“Che c’è?” chiedo nervoso. “Niente è che…i tuoi occhi…hanno un colore particolare, non l’ho mai visto” Dovevo aspettarmi una domanda del genere. Nel mio corpo ci sono troppe stranezze ed è perfettamente normale che Bella, dopo tutte quelle mie domande personali, faccia qualche osservazione sul mio aspetto. Nonostante mi fossi preparato a questa eventualità, ora non so davvero cosa rispondere. Decido di essere vago, di sviare il discorso in modo astuto. “Ti sembrano strani? Brutti…?” Che domanda stupida, Edward! Sono gli occhi di un vampiro, di un mostro. E lei lo ha capito subito. Ha visto che non sono occhi normali, occhi umani. “No, anzi. Sono belli…” E di nuovo, Bella mi sorprende e mi lascia senza parole. Come può pensare che i miei occhi siano belli? Come può essere così tranquilla in mia presenza? In presenza di un assassino, una creatura infernale che potrebbe ucciderla solamente toccandola. Cosa succederebbe se il vampiro Edward incontrasse l'umana Bella all'università? E cosa succederebbe se quella ragazza lo incuriosisse e lo attraesse in modo ossessivo e...pericoloso? Bella non sa nulla di questo splendido e misterioso ragazzo, per il quale dovrebbe nutrire una paura che tuttavia non la sfiora. Cosa si cela dietro a quei suoi occhi ambrati e quel suo alone enigmatico? Tutte le sue domande troveranno una risposta...ma in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare: il peggiore.
Genere: Romantico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo II

“Bene ragazzi. Ora vi mostro la scena più famosa di tutto il cinema italiano e poi lascerò che siate voi a parlare”.

Il professore di storia del cinema si avvicina agli interruttori della luce perché cali il buio. I capelli e la barba bianca gli danno più anni di quelli che ha. Che palle questo film, detesto il cinema italiano! Guardo il ragazzo seduto alla mia sinistra. Tra me e lui ci sono tre posti, eppure sento forte e chiaro i suoi pensieri così fastidiosamente noiosi e superficiali. “La dolce vita” è un capolavoro, e non sopporto chi non ha rispetto per i capolavori. Lo guardo. Ha i capelli quasi a zero e qualche chilo di troppo. Certamente non detesta i cheeseburger…Meno male che ha spento la luce, almeno mi faccio un sonnellino invece di guardarmi questa noia in bianco e nero…Se cedessi alla tentazione con un individuo del genere, non credo che me ne pentirei più di tanto. Di sicuro cesserebbe di essere così insopportabilmente ignorante. Sorrido pensando a quanto sia fortunato di avere accanto a sé un vampiro vegetariano. Talvolta la fortuna accompagna chi davvero non la merita. Si accende il proiettore e sullo schermo bianco appaiono le prime immagini. La scena della fontana di Trevi è splendida, talmente colma di significati, citazioni, sfaccettature che mi chiedo se Fellini le abbia davvero programmate tutte. Mentre ammiro per l’ennesima volta quelle immagini, vengo attratto da un rumore in fondo all’aula. La porta si è aperta ed entra qualcuno. Una ragazza. Una corporatura all’apparenza piuttosto gracile, i lunghi capelli castani tenuti indietro da un cerchietto, gli occhi color cioccolato. Mi colpisce molto il colore della sua pelle: diafana, bianca come il latte, pallida. Ma di un pallido ancora umano. Al contrario del mio, totalmente disumano. Noto subito la sua espressione imbarazzata per quell’ingresso ritardatario. Evito in tutti i modi di pensare all’afflusso di sangue che le fa arrossire le guance. Sale le scale per cercare un posto e, forse per la fretta, forse per il buio, inciampa su un gradino. Oh mamma…che imbranata…però, carina…Di nuovo lui. E non so perché, ma quel commento mi risulta ancora più fastidioso di tutti gli altri che la sua mente pacata mi ha, mio malgrado, proposto. Concentro di nuovo la mia attenzione sulla ragazza che si sta avvicinando alla mia fila. Detesto ammetterlo, ma in fondo quel ragazzo ha ragione. E’ davvero bella. E forse non sa nemmeno di esserlo, perché non indossa nulla di particolarmente alla moda e sul suo viso non c’è traccia di trucco. Ma ciò che mi stupisce davvero è il suo silenzio. Il silenzio della sua mente. E’ talmente imbarazzata che la sua testa dovrebbe urlare. Eppure, niente. Nessun pensiero, nessuna immagine. La cosa mi incuriosisce. Quasi arrancando, nota che alla mia destra ci sono un paio di posti liberi e si siede, lasciando un banco a separarci. La vicinanza non cambia le cose. Silenzio totale. La sua mente è come protetta da uno scudo che non riesco ad abbattere. Quando si siede, in maniera incredibilmente goffa, si volta verso di me. I nostri sguardi si incontrano. I suoi occhi sono di una profondità disarmante, insolita. Un libro aperto in confronto alla barriera impenetrabile della sua mente. Questo un po’ mi irrita…forse perché per la prima volta dopo quasi un secolo mi sento impotente di fronte ad un umano. Che presuntuoso…O forse, per qualche inspiegabile motivo, mi irrita non conoscere i pensieri di quella ragazza. Cerco di cogliere qualcosa di più dal suo sguardo. Per quel paio di secondi riesco a intravedere l’imbarazzo, credo per la caduta, la stanchezza, credo per la corsa che certamente avrà fatto per evitare un ritardo ancora maggiore, e forse la sorpresa mista ad una specie di attrazione. Probabilmente verso di me. Ecco cosa ci rende così pericolosi: le nostre prede sono sempre molto attratte da noi, dalla perfezione dei nostri visi, dalla persuasiva sensualità delle nostri voci e dei nostri sguardi e dall’alone di misteriosità che ci accompagna. E per quel paio di secondi mi sento strano. I suoi occhi mi sembrano due lame che mi infilzano. Anzi, ancora peggio…Quel suo sguardo sembra scavare dentro di me. Non mi sono mai sentito così a disagio. Così…in pericolo. La ragazza arrossisce di nuovo ed abbassa lo sguardo. Con incredibile accuratezza, estrae un quaderno dal suo zainetto rosso e lo sistema sul banco insieme ad una penna. Noto che mi lancia un’occhiata di sbieco. Per tutto il tempo ha tenuto la bocca lievemente dischiusa. Le sue labbra sono piccole e quasi rosse. Oserei dire graziose. Alza lo sguardo e quando riconosce il film, sorride. Lo ha visto e le è piaciuto, o forse semplicemente ne ha sentito parlare e desiderava vederlo. Non lo so, ma mi compiaccio di quella reazione, di quel suo interessamento verso quel capolavoro così snobbato dalla maggior parte degli studenti presenti in aula. I corsi sono iniziati da tre giorni e non ho visto il suo volto in nessuna delle menti in cui mi sono imbattuto. Probabilmente è appena arrivata. Le mie conoscenze sulla “Dolce vita”, e, ammetto, le mie capacità, mi permettono di non dedicarmi alla visione del film e di concentrarmi su questa curiosa ragazza. Continua a fissare lo schermo, con uno sguardo seriamente interessato. Con le mani tiene una matita, che fa rotolare su e giù tra i pollici e gli indici. Le sue mani sono piccole, di quelle che davvero non farebbero del male ad una mosca nemmeno se volessero. Improvvisamente, si sistema dietro l’orecchio la ciocca di capelli che le copriva il lato del viso. Una piccola ondata di profumo mi accarezza e mi stuzzica. E’ buono, particolarmente buono. Ammetto che è una tentazione talmente squisita che un po’ mi scombussola e mi scuote. Ma mi controllo. Devo. L’odore dolce del suo sangue si accompagna ad una fragranza di fragole. Forse lo shampoo che ha usato, forse un profumo che indossa. Non lo so. Ma mi piace. Ignara, o almeno spero, della mia analisi, guarda ammirata Marcello Mastroianni che entra nella fontana per raggiungere Anita Eckberg. Il suo sguardo è intenso, perso in quelle immagini, catturato da quelle immagini. Strabuzza un po’ gli occhi quando termina la proiezione ed il professore accende le luci.

“Allora ragazzi. Voglio sentire i vostri pareri…Cos’avete da dire su questa scena?”

Decido che devo assolutamente trovare un modo per distogliere la mia esagerata ed incomprensibile attenzione da questa ragazza. Senza pensarci più di tanto, inizio a parlare.

“Credo sia evidente l’omaggio che Fellini rende a Botticelli. Anita Eckberg in quella fontana ricorda moltissimo la Venere botticelliana che nasce dall’acqua del mare. Ma soprattutto, credo che la Eckberg rappresenti i due volti della donna: da un lato sembra una dea, una Venere appunto, un angelo…ma dall’altro lei è anche il diavolo, è la tentazione che può portare Mastroianni alla totale perdizione.”

Il professore mi guarda soddisfatto. Finalmente uno studente interessato al cinema italiano, anche bravo.

“Ma io invece non la vedo così…”

Mi volto di scatto. E’ lei a parlare. Finalmente posso sentire la sua voce. Il suo contraddirmi però mi sorprende, perché sono fermamente convinto della correttezza della mia interpretazione.

La guardo e vedo di nuovo il suo imbarazzato. Sembra quasi pentita di aver parlato…ma gli sguardi incuriositi del professore e mio la incoraggiano a proseguire. Capisce che ormai il dado è tratto e non può tirarsi indietro.

“Lei è semplicemente un donna bellissima e Mastroianni è attratto da lei, come lo sarebbe chiunque. Non si può considerare la bellezza come una colpa o cedere ad essa come un peccato. Mastroianni è innamorato e basta, non c’è nulla di male…Se lei rappresenta una tentazione è solo perché è l’uomo che la vede così…”

La sua osservazione mi sorprende. Capisco che quella ragazza è sì intelligente e riflessiva, ma è anche un’inguaribile e ingenua romantica. E quasi provo tenerezza verso di lei, perché ancora non sa quanto la vita possa essere crudele. Non sa che un giorno tutte le convinzioni, tutti i propositi, tutti i progetti, tutti i romanticismi scompaiono. E l’unica cosa che ti rimane è la disillusione. Non puoi nemmeno prenderti il lusso di sognare. Perché hai ceduto ad una tentazione che ti ha privato di tutto.

“No, non è vero. La scena della ballo in quel locale notturna è esemplare di ciò che intendeva Fellini. Sembra in tutto e per tutto un girone degli inferi e la Eckberg ne è la regina. La adorano come se fosse una dea pagana. Lei nella sua prorompente femminilità rappresenta tutti gli aspetti negativi che Fellini descrive nel film: il degrado, l’ossessione verso il divertimento, la perdita di moralità. Per tutto l’episodio lei tenta Mastroianni, che se cedesse tradirebbe la sua compagna e si perderebbe per sempre…Perché se cedi alla tentazione, è la fine…”

E mi rendo conto che in realtà sto parlando di me.

“Ma allora perché il battesimo?” chiede la ragazza, guardandomi negli occhi. Prima era imbarazzata, ora sembra addirittura irritata con me. Tutto ciò mi lascia completamente interdetto. “Lei lascia cadere dell’acqua sulla testa di Mastroianni e quello è chiaramente una sorta di battesimo. Non è il diavolo, anzi, è come se stesse tentando di liberarlo, di salvarlo. Come se volesse espiare le sue colpe…”

“Ma non tutte le colpe possono essere espiate…”

E non capisco come quella frase, così tremendamente personale, mi possa essere uscita dalla bocca. Mi sono lasciato trasportare troppo da quella discussione che spontaneamente è diventata un’analisi della mia vita. E ciò che più mi spaventa è lo sguardo di questa ragazza, uno sguardo sorpreso ed incuriosito. Se la sua mente non fosse impenetrabile, sentirei la sua voce chiedermi “Ma stai ancora parlando del film?”. E allora distolgo lo sguardo, perché non riesco più a sostenere quegli occhi indagatori. E tremendamente intuitivi. Per la prima volta da quando sono un vampiro, mi sento debole.

“Bene ragazzi, mi piacciono questi dibattiti fra voi! Peccato sia finita l’ora…ma riprenderemo la discussione la prossima settimana. Arrivederci a tutti.”

Tutti gli studenti infilano i quaderni nelle borse e si apprestano ad uscire dall’aula. Lo stesso fa lei. Si sistema lo zaino su una spalla e se ne va. Noto che prima di scendere i gradini mi dà un’ultima occhiata. Io rimango seduto, ancora scosso da quanto accaduto. Mi domando come posso essere stato così imprudente in mezzo ad un centinaio di umani. Edward, che ti succede oggi? Da quando quella ragazza è entrata nell’aula ti sei comportato da idiota. E perché? Solo perché non riesci a leggere nella sua mente. Ti sembra un motivo valido? Si…perché in 91 anni non mi è mai capitato. E questa ragazza è tutto tranne che una testa vuota. Ironia del destino: l’unica persona di cui mi piacerebbe conoscere i pensieri è proprio l’unica in grado di celarmeli. Ma forse, i suoi pensieri mi interessano proprio perché mi vengono celati. Non lo so…So solo che i suoi pensieri mi interessano. E voglio capire perché non posso leggerli. Alzo lo sguardo e vedo che è uscita. Con uno scatto mi alzo e in un batter d’occhio sono fuori dall’aula.

  
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