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Autore: ghirigoro    01/03/2010    11 recensioni
Cosa succederebbe se, appena orfana, arrivasse da New York la nipote di Slash? -FOTTITIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!- gli urlai. Lo zio era...scandalizzato? -Signorinella! Ma chi ti ha insegnato queste parole?!- -Tu.- Dall'altro capo della stanza, Duff disse, rivolto ad Axl:-50 dollari sulla bimba.-
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dear Uncle Slash'
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Wow. Mi sento da schifo. Non mi era mai successo... insomma, sono una tipa forte. Ma ora no. Ora non ho più mamma che mi sostiene, o papà che mi protegge. Non ho più nessuno, neanche le mie amiche, dato che mi sto trasferendo da New York. E ora vado a Los Angeles. Sììiiiiiii... evvai... yu... huuu...non vedo l’ora. Non so nemmeno chi cazzo è questo zio che mi deve ospitare! Si chiama... ...Saul? Ma cosa si erano fumati i nonni quando hanno dato i nomi alla mamma e a lui?! Sterco di mucca?! Bene, una , Kerline e l’altro Saul. E poi cosa, Pantofola? Bicchiere? Rido dei miei pensieri stupidi. E’ la prima volta che rido da quando sono morti i miei. Mi ricordo le ore all’ospedale, chiedendomi se la mamma e il papà ce l’avrebbero fatta dopo l’incidente stradale. Ricordo il fumo, le urla, il sangue, il dolore... le lacrime... Poi la notizia che avrebbe sconvolto la mia vita. "Cara, i tuoi genitori non ce l'hanno fatta. Abbiamo contattato i Servizi Sociali... ti trasferisci da uno zio, notevolmente ricco, quindi vivrai come una regina." Facile dare queste notizie, finchè rimani nel tuo involucro di anatomia e medicina, vero? Prova tu a perdere i genitori per un fottutissimo ubriacone che guida contromano e sulla corsia contraria, e poi essere sbattuta da uno zio che non conosci e che quasi sicuramente non ti cagherà per il resto della vita. Poi dimmi a cosa ti serve sapere da che parte sta il cuore o saper suturare una cazzo di ferita. Quanto lo odio, quel... come si chiama? E' buffo, dovrei ricordare il nome dell'assassino dei miei. Quel bastardo mi ha distrutto l’intera vita. Quanti anni saranno? Ancora almeno 60. E lui, per i miei 60 anni di pianti, si è beccato 27 anni di prigione per omicidio colposo, guida in stato di ubriachezza e guida contromano in corsia sbagliata. Che palle... mi si sta offuscando di nuovo la vista... tutta colpa dei sedativi che mi hanno dato per farmi smettere di piangere. L’aereo sta atterrando, l’hostess mi sorride con finta gentilezza, così, un po’ perché la pagano per farlo, un po’ perché ho pianto per tutto il volo. -Hai fatto buon viaggio?- mi chiede. Svegliati, bella. Sono orfana. -Non vedo come avrei potuto. Buongiorno.- le rispondo oltrepassandola coi bagagli in mano. Che cosa me ne frega se sono stata scortese. Tanto, per quel che so, potrei anche morire per strada, se questo Saul non mi accetta in casa. Nella sala d’aspetto, vedo subito un uomo elegante sui 70 anni che regge in mano un cartello con scritto “Samantha Carwell”. Sono io. Aspetta, sono io? Quest’uomo sarebbe zio Saul? E’ più vecchio dei nonni! Si avvicina, sorridendo, questa volta con vera cordialità. Eh sì, sono io. -La signorina Samantha Carwell, suppungo.- -S-sì- balbetto io con un tono di voce stupido. -Bene. Mi segua, la prego. Lasci che Juan prenda le valigie.- -Juan?- Io non vedo nessuno, a dir la verità. Poi arriva correndo un ragazzo… spagnolo, credo. Mi prende le valige con delicatezza e le porta verso l’uscita. -Sono terribilmente dispiaciuto per la scomparsa dei suoi genitori. Le pongo le mie più sentite condoglianze. Se dovesse avere qualche problema, o se desiderasse qualcosa, mi chimi pure. Sono a Sua completa disposizione, giorno e notte, 24 ore su 24.- mi dice con gentilezza. -Grazie. Cercherò di non disturbarla troppo.- rispondo io. Non lo chiamerò mai. Insomma, io non sono quel genere di persona che disturba un anziano (ma nemmeno un giovane) per farsi aprire un barattolo. Quando arrivammo alla macchina, non ci credevo. Una Limousine. Una. Limousine. Ci accomodammo, una di fronte all’altro, sui comodi sedili in pelle. -Ora, il Signor Hudson ha ospiti, a casa. Cercherò di farlo venire il più presto possibile da Lei. Temo che sentirà molto rumore, ma la villa è grande, e la sua camera dovrebbe essere abbastanza lontana da farlo diventare delle voci di sottofondo.- -Aspetti, quindi Sau… il Signor Hudson mi ha accolta a casa sua?- -Signorina, il Signor Hudson può essere un uomo estremamente ribelle, e disordinato, mi creda, ma è assolutamente un uomo di buon cuore. Provvederà ai suoi bisogni e esaudirà i suoi desideri. Stia tranquilla. Oh! Che sbadato! La vecchiaia gioca brutti scherzi! Il mio nome è Alfred Brimingham. Lieto di conoscerla, Signorina Samantha Carwell.- e mi tese la mano. -Lieta di conoscerla, Alfred Brimingham.- dissi stringendogli la mano. Poco dopo arrivammo alla villa. Dio. Era immensa. “No, abbiamo sbagliato. Impossibile.” pensai. Ma poi Alfred, il maggiordomo col nome del maggiordomo di Batman, aprì il cancello e mi fece segno di entrare. La villa era in fondo, in una specie di parco-giardino, con tanto di fontana. Si sentiva la musica altissima e una bella voce che cantava. -Pare che oggi ci sia anche il Signor Rose.- disse tra sé Alfred. -Mi perdoni, Alfred, ma vorrei sapere che genere di uomo è mio zio...- Insomma, se fosse stato uno di quei ricconi che ti snobbano e che prendono tranquillanti per dormire, o uno di quelli che si mettono le cravatte con su le montagne e le caprette e le giacce schifose firmate Ambarabà Ciccì e Coccò e poi criticano i tuoi jeans... oh, sì, avrei voluto saperlo in anticipo. -E' un uomo spontaneo, ribelle, energico, famoso...- cominciò lui. -...n un certo senso è bizzarro- Ecco. Lo sapevo. Bizzarro. Sono fregata. -Non si preoccupi, le piacerà da matti. Piace a tutti quelli della sua età.- mi rassicurò Alfred. Di male in peggio. Pedofilo. -Le piaceranno anche i suoi amici.- Ecco. Satanista e mafioso. -Spero che le piacciano le cose da... come dite voi giovani?...da...duri.- Bene. Spericolato e irresponsabile. -E’ una persona perbene, ma ha alcuni... diciamo vizietti.- Evvai. Drogato ed alcolista. -Come quello di fumare tutto il giorno, ad esempio.- Mi correggo. Estremamente drogato. -Spero che riuscirà a sopportare i paparazzi, tentano spesso di entrare in casa.- Wow. Bersagliato dai paparazzi. Quindi scandaloso, senza il senso della morale o del pudore. La porta si fece sempre più vicina, e io avevo aggiunto alla lista: -zoofilo -pervertito -masochista -scopa come un riccio -poligamo -commercia armi nucleari -è pieno di tatuaggi perchè usa il linguaggio dei gangster. (rosa=ladro, ad esempio) -amante di party sfrenati -effemminato Una bella lista. Non ci tenevo proprio ad incontrare zio Saul. Poi la mano di Alfred aprì la porta ed entrammo. Com'era bella, la casa, all'interno! Elegante ma moderna, con un sacco di cose fighe tipo quadri con illusioni ottichi, chitarre appese ai muri... Sarà masochista e pervertito, ma ci sa fare in fatto di arredamenti. D'un tratto la musica finì, e una voce lontana chiamò Alfred. -Bene, Signorina, direi che questa loro pausa ci capita a fagiuolo!- mi dice, e poi mi conduce verso una porta rossa. Entra prima lui, e gli sento dire: -Signore, la Signorina Samantha è arrivata. Posso suggerirle di incontrarla subito? Ha avuto una giornata molto faticosa, povera piccola.- Che caro. Gli sussurro "Grazie" da dietro la porta. -Chi? Oh! Sì! Mia nipote! Certo, Alfred. Portala pure qui.- Sento dei commenti di sottofondo, tipo "Ehi, amico, adesso fai il bravo zietto?", "Hai una nipote? Non ce ne hai mai parlato, bastardo che non sei altro!!!" e cose così. Arrossisco subito: chissà che commenti faranno quando mi vedranno!!! Arriva Alfred che mi fa entrare. -B-buongiorno...- balbetto io imbarazzata. -Signori, questa bella Signorina è Samantha Carwell.- mi presenta Alfred. Meno male che c'è lui a parlare per me! -Hey!- mi saluta uno. -Come butta?- mi chiede un'altro. Da una poltrona spunta un cilindro di velluto nero (un cilindro? Crede di essere un mago? Altra cosa da aggiungere alla lista), e una massa informe di capelli ricci. Poi una faccia e una sigaretta. -Benvenuta! Io sono Slash!- mi dice. -E' suo zio.- mi sussurra Alfred all'orecchio. -Credevo che mio zio si chiamasse Saul.- dico io ad alta voce, senza volerlo. -Bè, quello è il mio nome di battesimo, ma non c'è più nessuno che mi chiama così.- risponde Sau...Slash. -Oh! Mi scusi, io... non intendevo offenderla!- Meglio tenerselo buono, questa specie di mago afro. -Ma come sei formale! Dammi del tu, sei la mia nipotina!- Alfred sparì oltre la porta, chiamato a gran voce dall'aspirapolvere. Ero sola. Sola con uno zio-mago-stramboide-rockettaro e la sua band. -Va bene...- sbuffai. Guardai attentamente ogni faccia nella stanza. -Hey! Io sono Duff!- mi disse uno con lunghi capelli biondo platino. -Piacere, Duff- gli dissi io. -Io sono Samantha.- -Io sono Izzy- mi disse un'altro. -Come va Izzy?- lo salutai impacciata. -Hei ma dov'è andato Axl?- sbottò lo zio in una sbuffata di fumo. -Permesso.- sussurrò una voce dietro di me. Non era Alfred. "Ho trovato Axl" pensai. Mi girai, e vidi un ragazzo biondo con una bandana nera in testa. Era bellissimo!!!! (Non come lo zio e gli altri... hahahahaha!!!!!!!!!) -Chi è questa ragazza, Slash? Non è gentile da parte tua non presentarmela.- disse, mentre ancora mi fissava. -Giù le mani, bastardo! Quella è mia nipote, porca vacca!!!- rise lo zio. Axl mi guardò incredulo. -Ma come? Questa bella bimba è imparentata con uno scimmione come te?!- E giù un'altra risata collettiva. Mi spostai, irritata. Axl lanciò una lattina a ciascuno dei presenti. -Noooooooooooooooooo!!! Axl porca vacca lo sai che non mi piace l'aranciata, cazzo!- urlò Duff. -Alza il culo e vai a prendertela!- rispose Axl. Poi si rivolse a me: -Allora, come mai sei qui? Nessuna bimba dovrebbe stare in questa casa.- -Uno: non sono una bimba, ho 15 anni....- e mi si smorzò la voce. "Due, sono orfana..." finii nella mente. Una lacrima mi colò lungo la guancia. -Hey, piccola, cosa c'è che non va?- mi chiese lo zio raggiungendomi. -Non... non te l'ha detto nessuno?- gli chiesi incredula tra i singhiozzi. -Che cosa?- mi fissava con quegli occhi da cernia senza capire. -SONO ORFANA, CAZZO!- urlai e corsi via. Sentii pochi commenti, a bassa voce, non più allegri. Trovai Alfred, e asciugandomi le lacrime e cercando di sembrare nomale gli chiesi dov'era la mia stanza. Lui mi portò davanti ad una porta, e ritornò all'aspirapolvere. Mi gettai sul letto. Non riuscivo più a piangere, per fortuna. Poco dopo qualcuno entrò nella mia camera. -So come ti senti.- era la voce di Axl. -Non penso proprio.- dissi io acida. -Già... non sembra, vero? Eppure io ho perso una zia e due nonni all'incirca quando avevo la tua età... fu terrbile.- -Non è la stessa cosa.- -Oh, sì, credimi. Volevo più bene a loro che ai miei.- Alzai la testa, per guardarlo in faccia. Aveva due grandi occhi dolci. Era proprio bello. -Non sembra...- -Cosa?- -Non sembra che tu abbia perso delle persone care.- -Ho superato quelle perdite. Ora sono felice, vivo bene, ma continuo a ricordarmi di loro. E così farai anche tu, te lo prometto.- -Come fai a prometterlo? Non dipende da te...- -Giusta osservazione. Ma, credimi, farò di tutto, anzi faremo di tutto, per renderti felice.- -Se l'è presa? Lo zio, intendo.-gli chiesi sperando che mi dicesse di no. -E' molto, molto triste.- disse. Abbassai gli occhi, colpevole della sua infelicità. -Ma non per colpa ua. Slash non lo sapeva che... sì, bè... insomma...- -Capito...- -E' stato un duro colpo per tutti. Era nostra amica, tua madre.- Nuove lacrime mi scesero sulle guance. Axl me le asciugò con le mani, delicatamente. Mi abbracciò e mi stampò un bacio sulla fronte, poi uscì dalla stanza canticchiando "E il sole domani sorgerà, di nuovooooo... E io e te saremo lìììììììì, a tenerci per manoooooo" -GRAZIE- gli urlai. -DI NIENTE- sentii. Mi abbandonai sul cuscino, esausta ma, un pochino, felice, e mi addormentai. ♥WAAAAAA!!!!! ♥ *w* se siete arrivati fin qui senza cambiar pagina o decretare che sono scema, GRAZIE! fatemi sapere cosa ne pensate!!!!
  
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