Non cerco di scusarmi. MA queste settimane sono state un vero delirio. Tra i nuovi orari dell'università che mi strozzano e si ingarbugliano con quelli del conservatorio e il... chiamiamolo "virus all'apparato digerente"...
Cioè, sono ancora viva, non vi basta?!
Questo capitolo non sarà il massimo dello wit e della leggerezza... ma è lungo, scritto a pezzi e in condizioni estreme... Mi scoccia dividerlo a metà, ma sta diventando un mostro di capitolo. E io odio le cose lunghe. Ecco, il suo difetto è la lungaggine. Pazienza, non potevo pretendere di più dalle mie meningi.
Capitolo sette- LUCK BE A LADY TONIGHT I
-Mi hai cercato, gioia?-
-Draco.-
Mmh. Ero
talmente tanto in aria che mi sentivo galleggiare (tra le ore in acqua, il
calore nel bagno da bollirci e... beh, l'attività fisica che io e Harry avevamo
fatto... già c'è da stupirsi che non fossi semi svenuto sul letto colla febbre).
Insomma, non ci stavo proprio colla testa. Zero totale, la mia puffola pigmea
era caduta dalla sua ruota.
-Draco. Sei a casa?-
-Mhmh...- E sorridevo! Al
muro, al vuoto. Al deserto dietro le mie meningi.
-Ok. ok.- Quel tono ansioso
da “sta per scoppiare una bomba e non so quale filo tagliare” (e dopo centinaia
di film, non ho ancora capito. Blu o rosso?). E continuavo a sorridere.
-Sei
libero, sei... presentabile? Vengo lì fra dieci minuti, mh? È urgente,
accidenti, maledettamente urgente. Io... ciao, arrivo.-
E mise
giù.
-Eh?-
Guardai il telefono. Aveva attaccato davvero.
Harry arrivò
dalla cucina pimpante come una cocorita. Con tanto di pantaloncini cascanti,
capelli a istrice e asciugamano umido sulle spalle nude. Il solito.
Mi diede
un bacio sulla guancia. Avevo smesso di sorridere.
-Che c'è?-
-Mi ha
chiamato Hermione.-
Harry mi diede una pacca sul sedere e si allontanò.
Cercava il rasoio nuovo. Gli avevo rotto le scatole perché pungeva. Insomma, sul
viso non si sente, peli contro peli... ma ci sono zone più sensibili dove la
pelle... comunque.
-Mmh. Perché?-
-Ha detto che viene qui.-
Harry si
fermò col rasoio acceso a cinque centimetri dal collo.
-Eh?-
Mi girai. -Ha
detto che viene qui.-
-Perché?-
Alzai le spalle. Poi mi ricordai di essere
in mutande, che non è proprio il meglio per accogliere una signorina.
Dieci
minuti. Già ci conosceva bene!
Dieci minuti dopo ero asciugato, vestito e
aspettavo che il caffè resuscitasse le mie cellule grigie.
Grazie al cielo,
si era vestito anche Harry.
Lui aveva una mezza intenzione di non andare alla
festa. Io ero tragicamente diviso tra il bisogno di avere qualcuno che spiasse
Ron e Hermione e la voglia di continuare in un posto più consono quello che
avevamo iniziato nel pomeriggio.
Hermione suonò il campanello.
Andammo ad
aprire insieme.
Solita mise da sono uscita di casa in fretta e i capelli... i
ricci devono essere umorali, erano sparati da tutte le parti come se avesse
preso una scossa.
Aveva con sé solo una borsetta, ma Harry fece
un'espressione strana, quando la vide.
Entrò e mi fissò con uno sguardo
allucinato. -Draco. Puoi fare di me una donna?-
Sentii un sommovimento nel
petto. L'abbracciai stretta. -Honey! I'm so happy!-
-Sì, ok, ok...-
Harry
mi staccò.
Alt alt alt. Perché ero così felice?
Prima di tutto perché
Hermione aveva citato uno dei miei film preferiti.
Poi perché dopo il
discorsetto che avevamo fatto, “donna” dalle sue labbra possedeva tutta una
serie di significati che tra noi tre presenti solo due potevano capirne una
minima parte.
Ad Harry, poi, in quel momento non poteva interessare per
niente. Mi aveva messo una mano sulla fronte, che magari mi era venuta davvero
la febbre. Perché ok aver sviluppato una certa espansività (frequentando
ambienti dove gli amici si salutano baciandosi sulla bocca...), ma abbracciare
Hermione.
Io e lei ci ricomponemmo.
Scrocchiai le dita e mi schiarii la
voce. -Bene. Allora, cosa abbiamo qui?-
Hermione annuì e aprì la sua
borsettina.
…
E io che pensavo che fosse un modo di dire che le donne
riescono a farci stare di tutto!
Iniziò a tirar fuori borsoni di cellophane,
scatole di scarpe, astucci non meglio identificabili... In dieci minuti il
salotto sembrava un magazzino.
Sentii un “ouf”. Era Harry che si accasciava
contro il muro.
Lei mi guardò e aprì le braccia. -Ecco tutto.-
Sì, ma
tutto sul serio.
-Ma... avevamo comprato tutta quella roba...?-
-Oh, no.-
Si aggiustò un ricciolo. -Qualcosa l'ho aggiunto io. E poi, c'è anche quello che
mi hai spedito settimana scorsa.-
-Aah.- Sì, perché ogni mese circa io e
Harry facciamo un giretto per i grandi centri commerciali europei (quelli dove
non ci sono bambini che piangono, ma che parlano al cellulare nel carrello della
spesa a forma di macchinina)... sì, ok, Harry lo mollo da Foot Locker e il giro
me lo faccio da solo. Ma che ci posso fare se al mio ragazzo interessano solo
computer, Quiddich e trainers? E, niente, quel mese avevo comprato anche
qualcosa per lei.
-Quindi?-
-...quindi? Sono nelle tue mani.-
-Nelle
mie...-
-Mani.-
-...cioè, tu vuoi che io...-
-Mmh, Malfoy...! Vestimi,
truccami, sistemami. Guarda che non abbiamo tutto il tempo del mondo.-
Se
avessi avuto uno specchio...! Avrei potuto ammirare quel grande spettacolo che è
un Malfoy che gongola!
Ci sono capitate così poche cose per farlo,
ultimamente... anche se ci accontentiamo di poco, in realtà.
-Se continui a
sorridere così, me ne vado.-
Sì, diciamo che non la stavo proprio mettendo a
suo agio. Cercai di tornare serio QB. -Hai ragione. Ti assicuro che farò del mio
meglio.- dissi compunto.
Ma il mio entusiasmo era incontenibile!
Molleggiandomi al limite del saltello, la raggiunsi e le presi la mano. -Dai,
andiamo in camera!!- Lanciai un incantesimo alle sue cose, rischiando di
coinvolgere anche i copri divano e poltrone, e mi trascinai dietro lei e
loro.
Harry ci seguì. Sentii che roteava gli occhi. -Sì, Herm. Chiamaci Uncle
Harry e Aunt Draco.-
Mi girai e protestai. -Ehi! Sarò io Frank!-
Harry mi
sorrise abbastanza falsamente. -Sì amore.-
Lo chiusi fuori dalla
stanza.
In seguito, Harry paragonò il nostro confabulare (o
quello che del nostro confabulare si sentiva da fuori) al il litigio di due
scoiattoli per una ghianda.
Ma in realtà non stavamo litigando. Anche lei lo
pensa. Eeh, si vede che il nostro rapporto è così particolare che gli altri non
ci possono capire.
Dopo una ventina di minuti circa, misi la testa fuori
dalla porta. -Harry?-
Arrivò dalla zona giorno con un cucchiaino (di Nutella,
presunsi) in bocca.
-Mh?-
Gli sorrisi con malcelata soddisfazione (E
perché mai dovrei nascondere di essere soddisfatto? Non sono quel che si dice
“una persona modesta”). -Sei pronto?-
-Mmh...- si girò il cucchiaio in bocca.
Lo presi per un “sì”.
-Ok...- Tornai dentro un secondo, poi uscii.
Con una
mano sulla maniglia, mi schiarii la voce. -Allora. Il primo abbinamento di oggi
sarà: pantaloni a sigaretta di cotone blu pervinca con maglietta senza maniche
fucsia dell'Hard Rock Café. Quella che le hai regalato tu secoli fa, sì.-
Le
sopracciglia di Harry erano scattate in alto come due atleti di salto con
l'asta. Io Hermione con quella maglia, fino a quel momento, non l'avevo mai
vista. Immagino nemmeno Harry.
Le aprii la porta e lei usci intimidita e
imbarazzata, cogli zigomi appena rossi e un sorrisetto un poco vanitoso.
Fece
la ruota come una bambina, poi si fermò di fronte ad Harry mordicchiandosi le
labbra.
Harry le diede una lunghissima occhiata di apprezzamento.
Probabilmente anche felice di vederla finalmente indossare il suo
regalo.
-Dai...- la esortai. -Fagli vedere il tocco di classe!-
Hermione
alzò gli occhi e rise, poi allungò il piede (calzato dalle mie ciabatte di
scorta) e gli mostrò i calzini in tinta.
Harry fece la faccia di uno che si è
rotto di sentirsi ripetere che scegliere i calzini a caso è un delitto.
Non
che la sua faccia mi fermi dal ricordarglielo tutte le mattine. O dal preparagli
io stesso i calzini da indossare. A mali estremi...
Mh. Forse questa cosa dei
calzini è un po' una fissa. E sì che non ho un particolare fetish per i
piedi.
Ci penserò un'altra volta.
Harry si tolse il cucchiaio di bocca.
-Bella. Esci così?-
-Che fretta!- risposi io. -Abbiamo altre cose da farti
vedere.-
Mi fissò. -Non tutte le altre cose, vero?-
Scossi la testa.
-Certo, non tutte. Abbiamo già messo assieme i vestiti più interessanti.
Insomma, abbiamo solo tre ore, dobbiamo fare le cose un po' di fretta.-
Harry
buttò indietro la testa e sospirò. -Draco... tu hai un'idea tutta tua del
tempo.-
Mi guardai le unghie. -È relativo, Einstein.- Presi Hermione per il
braccio. -Su, ora, damoiselle! Andiamo a cambiarci!-
Entrammo in camera e
Harry fece per seguirci, ma lo chiusi di nuovo fuori. Si appoggiò alla porta e
le chiese: -Herm, ti cambi solo sopra, vero?-
-Non preoccuparti, Harry!- gli
risposi. -Mi giro dall'altra parte!-
Seguirono dieci minuti di intenso
lavorio.
E di “Ahiamistaitirandoicapelli /
porcocanemanonsiriesconoateneretuttidaunaparte”
Buttai Hermione fuori dalla
stanza. Avevo il fiatone.
Lei cercava di abbassare gli orli dei
pantaloncini.
-Io con questi non ci esco!- avvisò.
Peccato che non fosse
ancora pronta, per quelli, perché erano davvero una delizia!
-Allora.-
iniziai quando ebbi fiato. Mi guardai il palmo della mano. -Ehm... top senza
maniche grigio satinato con... collo alto abbottonato e fascia elasticizzata
sotto...- Guardai Hermione, guardai (senza farmi accorgere, eh...!) la mano. Poi
le presi le spalle e la girai. -Eccoli qui. I bottoni del collo...- con i
capelli che erano rimasti impigliati. -E la fascia elasticizzata è questa qua
sui fianchi. Davanti è liscia e non si vede. Già che ci siamo, nota che effetto
CdM* fanno questi cosini qui. Se me li compro anch'io?-
Harry fece un'acuta
osservazione. -Ci sono, da uomo?-
-Ah. Giusto. Comunque.- sbirciai di nuovo
il palmo. -Top grigio... arsenico, direi... e... cetera, con shorts satiné neri
con cintura a nastro piena di paillettes...- Girai di nuovo Hermione. -Che fa
questo bel fiocco davanti. Ovviamente li ho scelti io.-
Harry annuì. Hermione
era vagamente irritata e fremeva per cambiarsi. Harry si passò una mano tra i
capelli.
-Scusa... ma ti sei scritto le cose?-
-Beh! Come faccio a
ricordarmi tutto?!-
Scossi la testa, allibito, e spinsi Hermione in
camera.
Altri dieci minuti di lavorio.
Quando uscii Harry aveva di nuovo
il cucchiaino in bocca.
-Teh, lo sai che la Nutella ti fa
ingrassare.-
-Piantala.- biascicò colla bocca piena. -Lo so che pensavi di
finirla da solo.-
A questa insinuazione non replicai.
Hermione aspettava
sulla soglia.
-Ecco, ecco!- Saltellai. Una volta sola. Diciamo che fu un
fluido molleggiarsi delle mie ginocchia. Devo trovare una soluzione a queste
cose, stanno peggiorando col tempo. Invecchiando, invece di perdere continenza,
perdo contegno.
Per sapere come descrivere quelle robe lì avevo torturato una
commessa. Col mio pessimo francese. Dovrei proprio riprendere in mano i libri.
Beh, comunque per fortuna che mi informo, di solito, quando compro cose di cui
non so il nome. Insomma, non mi piace spiegarmi a gesti (“è così, tipo cade di
qua, fa così...”), usare i termini appropriati è sempre très chic. Poi non è che
me li ero trascritti, ma per fortuna Harry ha un pensatoio in camera. Hermione
si veste da sola, non ha mica bisogno che le infili le cose. Oddio, qualcuna sì.
Ma alcuni vestiti da donna sono pratici come delle tende da
salotto.
Ovviamente le avevo fatto promettere di non dire a Harry come usavo
il suo pensatoio. Ha già abbastanza motivi per ridere di me.
Tornando al
nuovo abbinamento.
Hermione non era così a disagio come coi pantaloncini, ma
quasi.
-Gonna di jeans...-
-Minigonna.- mi corresse.
-No, è una
gonna.-
-Una minigonna.-
-No. È troppo lunga.-
-È troppo
corta.-
-Non è troppo corta!-
-Harry? È troppo corta?-
Lo fissammo. Non
fece una piega. Potevamo competere con draghi e basilischi? Modestamente, io sì,
ma non in quel particolare momento.
-È una gonna. Ed è corta.-
Io e
Hermione ci guardammo male.
-Ok, gonna corta in jeans, nulla di particolare
se non che... è troppo lunga per essere una minigonna, cavolo.-
Hermione
stava per rispondermi, ma Harry sbuffò teatralmente aprendo le braccia (col
cucchiaino in mano che rovinava un po' la scena). -Andate avanti? Altrimenti vi
pianto qua e scegliete da soli.-
Era una minaccia un po' infantile, ma bastò
a calmarci gli animi. Sospirai, diedi un'occhiata ai miei appunti, e continuai.
-E... maglietta a mezze maniche... senti qua: a kimono. Ti rendi
conto?-
Hermione alzò le braccia e ci fece vedere come erano fatte le maniche
a kimono.
Ecco, se uno non sa “maniche a kimono”, come le
descrive?
-Forte, eh? Comunque, con “base ristretta ed elastica” e
conseguente effetto drapé! Cioè cade la stoffa sull'orlo e tu non lo vedi. È
architettura, questa.-
Hermione dondolò la testa. -Adesso non
esagerare.-
-Dai, fai un giro.-
Hermione piroettò.
Harry le fissava le
gambe.
Mi schiarì la voce. Harry continuava a guardarle le gambe! Cos'è, gli
mancava la pelle depilata?! Ma insomma, in mia presenza!
-Su, in
camera!-
Fissai Harry con astio, ma lui fece finta di niente.
Hermione
vide che ero un po' nervoso e si cambiò in silenzio. Per fortuna che ora si
metteva dei pantaloni lunghi.
Ma insomma! Va bene che io non sono la
mascolinità incarnata, ma non si può mica pretendere che io mi depili. Non ne ho
motivo alcuno (tra l'altro, è lui lo sportivo, in casa!). E in più ho i peli
biondi!
Mi da fastidio che Harry guardi le ragazze, OK? Lo ammetto senza
vergogna.
Persino Hermione.
Insomma, lui è stato molto più seriamente
etero di me. E c'erano tutte quelle voci su loro due a scuola...
Non che io
ci abbia mai minimamente creduto.
E... non è che io dubiti di Harry o che
altro (è troppo Grifondoro), ma... insomma!
Le gambe di Hermione le doveva
guardare Ron, non lui!
-Draco?- Hermione mi toccò la spalla, leggerissima
come sanno fare solo le ragazze.
Beh, non ce l'avevo con lei. E non aveva
senso neanche avercela con Harry, in realtà. Se insinuassi per un momento che
lui possa nutrire sentimenti più bassi dell'amicizia nei confronti di una donna
(o di Hermione), mi scoppierebbe a ridere in faccia. Ed è una cosa abbastanza
spiacevole. Anche rassicurante, ma soprattutto spiacevole.
Sospirai e tornai
formalmente allegro come poco prima. Pochissimo prima, perché lei si era
cambiata velocemente e io non mi ero preparato alcun discorso (che era la parte
più lunga di tutto l'affare). Vabbeh, avrei improvvisato.
Le aprii la porta.
Uscì con passo fiero. Ciabattando, navigando nel mio 10½, ma fa niente. Insomma,
sotto aveva un completo rosso cupo (sì, avevo insistito che indossasse anche
l'intimo adeguato. Oh, altrimenti l'effetto si dimezza, e la scelta si
condiziona.), ovviamenrte per la mia “teoria delle mutande”.
Mi chiusi la
porta dietro le spalle e mi godetti l'espressione da leonessa di Hermione e
quella un po' perplessa di Harry. Non parlai.
Indossava dei jeans neri
dilavati, quelli tanto di moda all'epoca, con un top nero abbastanza normale, a
parte forse il taglio dell'orlo e le applicazioni. Che poi erano delle... boh,
catenelle, lisce o con delle pietre nere, che un po' alla lontana richiamavano
quelle che erano attaccate alla tasca dei jeans, anche se era un'accoppiata
fortuita. E sopra aveva una giacca di jeans nera. Era un miscuglio di femminile
e maschile che... non so, mi piaceva abbastanza, ma era anche abbastanza forte.
Poi, io me la immaginavo anche truccata e... la mia vena artistica è abbastanza
fervida, e so benissimo che un trucco scuro Hermione avrebbe graffiato prima di
convincersi a portarlo.
Harry incrociò le braccia e piegò la testa. -Guarda,
sei una bomba. Ma...-
Hermione si guardò e sospirò brevemente. -Sì, forse è
un po' troppo...-
-Sì.-
Guardò lui e guardò me. Sorrise. -Beh, adesso
proviamo l'ultimo. Poi decidiamo.-
Mi scostai dalla porta e la lasciai
entrare. Harry mi si avvicinò, corrucciato, ma non mi chiese nulla. Mi scostò un
ciuffo di capelli dalla fronte, con quel pollice ruvido che mi fa
rabbrividire.
Mi diede un bacio. Chiusi gli occhi e stetti a sentire le sue
labbra che tiravano il mio, per un momento, prima di appoggiarsi alla mia bocca
e premere appena.
Fu breve, ma sufficiente. Ci guardammo, dopo. Per un
momento rimase serio, con quell'espressione che mi fa sentire come se mi stesse
ammirando, poi sorrise. Un sorriso per niente semplice o dolce. Aggressivo,
pieno di quelle parole che si sussurrano nell'orecchio durante il
sesso.
Rimasi un secondo stupito, poi scoppiai a ridere. Harry mi appoggiò la
fronte sulla spalla e si strofinò sul mio collo, poi lo baciò.
Gli accarezzai
la nuca.
Poi ricordai che Hermione aveva bisogno di me.
-Su.- bisbigliai.
Harry si staccò e mi sfiorò ancora una volta le labbra colle sue.
Mi
aggrappai alla maniglia e aprii di poco la porta.
Sorridendo, scivolai
dentro.
Chiusi e aspettai a voltarmi, perché proprio non avevo voglia di
vedere Hermione nuda o in mutande.
Lei mi chiese: -Mi dai una mano sì o no?-
e allora mi girai.
Cosa ho detto riguardo alla praticità dei vestiti
femminili?
Hermione si teneva con una mano o capelli, coll'altra il vestito
attaccato al petto. Ovviamente, o teneva i capelli o tirava la cerniera.
Ma
per fortuna c'era l'addetto allacciature, no problem.
-Wow.-
Poi non disse più niente.
Cioè,
neanch'io avevo niente da dire, perché era così meravigliosamente semplice che
si commentava da sé.
Era Hermione che non era convinta.
Aveva incrociato
le braccia sul seno, come se lo volesse nascondere (e – sì, sono maligno – come
se ci fosse tanto da nascondere. Anche se, con quel famoso bra blu che avevamo
comprato...)
Harry mi guardò. -Ma non potevate tirarlo fuori per primo e
risparmiarci tempo?-
Alzai le spalle. -Secondo te è colpa mia?-
Fissammo
entrambi Hermione. Lei si strinse le spalle e sciolse le braccia. -Beh? A me
sembra un po' eccessivo per una cena tra amici.-
-E chissenefrega.- Ecco,
Harry chiude i discorsi così. Cosa può uno rispondergli?
Hermione alzò le
braccia e le riabbassò, sospirando. Il capo aveva deciso.
Harry si grattò un
momento il mento. -Ma... le spalline?-
-Oh!- Mi avventai con grazia su
Hermione. -Sono quasi sicuro che si possano togliere. Dammi una mano.-
Io da
una parte, Harry dall'altra, Hermione in mezzo che si teneva le mani al
petto.
-Guarda che non ti cade niente.-
-Ragazzi, mi mettete un po'
paura...-
-Ma piantala. Non saremo mica noi ad attentare alla tua
virtù.-
Harry ridacchiò e finalmente ebbe la meglio sui gancetti delle
spalline. Prima di me, che affronto!
Poi ci riuscii anch'io. -Ecco, così è
meglio.-
Hermione sfuggì dalle nostre grinfie.
-Davvero, Hermione.- la
rassicurai. -Non ti cade niente.-
Lentamente, lasciò la presa. Non cadde
niente. Poi si toccò le spalle. -Oddio. Mi sento nuda.-
Feci roteare la
spallina del reggiseno. -Andiamo. Così è molto più elegante.-
Io e Harry ci
avvicinammo. Giuro che non successe apposta, ma capitò che ci muovessimo
assieme. Hermione fece un passo indietro. Noi un passo avanti. Lei uno
indietro.
Harry la guardò da sopra gli occhiali. -Allora?-
Aveva ancora le
mani sulle spalle. Insomma, non proprio una posa signorile.
-Beh... beh...
è... è un po' corto...-
Ah, ma quello era proprio un signor abitino, proprio
da signorina... cavolo. Ecco, vorrei avere una ragazza per poterla vestire
così.
Harry strinse le spalle. -E allora? Se hai freddo, metti le
calze.-
Lo fulminai collo sguardo. -Ma che dici?!-
Alzò le mani. -Non ho
detto “collant”. Non avete un paio di autoreggenti?-
Ci riflettei. Poi vidi
lei che ci fissava colla bocca spalancata.
-Harry!- lo chiamò
sbalordita.
-Che c'è?! Non le sai portare?-
-Non ho intenzione di mettermi
una cosa del genere!-
-Oh, andiamo.- Intervenni io. -L'hai detto per un
mucchio di cose che poi hai indossato.-
Hermione scosse la testa e non
replicò. Tirò fuori la bacchetta da... dal bustino, è possibile? E quando ce
l'aveva messa? Insomma, così mi era sembrato. E incantò una parete del nostro
corridoio per specchiarsi.
Ho già detto che era una meraviglia?
Non era
cortissimo, ma la gonna era voluminosa, bombata. Tipo... beh, tutù, ma non così
esagerata. E poi il colore. Era un blu... blu... blu che non so, ed è una gran
cosa. Elettrico alla luce e navy all'ombra, diciamo? E con tutte le piegoline
che faceva...
Sì, puro sintetico, ma chissene. Insomma, brillava e sembrava
scivoloso come il vinile.
Ma non so, devo essere una specie di dio del senso
estetico. Sono troppo forte. Semplicemente troppo.
Il bustino era tagliato
dritto, poi, e anche se dentro non c'era molto contenuto, faceva quell'effetto
“settecento” così carino...
Insomma, una meraviglia!
Io e Harry aspettammo
dieci minuti, il tempo che Hermione finisse di guardarsi e si convincesse che
avevamo ragione.
Ritrasformò lo specchio in muro e si girò verso di
noi.
-Ok. Ma niente autoreggenti.-
Harry alzò le mani. -Niente
autoreggenti.-
Hermione annuì. Scosse la testa per scostarsi i capelli dal
viso. -Bene. E ora?-
-E ora- risposi ghignando. -Arriva la parte
divertente.-
Ecco, io le foto di questi
abiti non li ho, perché non so se esistono, al contrario di quelli di Venerdì
Casual. O meglio, la maglietta dell'Hard Rock Cafe esiste, l'aveva comprata una
mia amica a Londra... ma non la trovo!! Forse non la tengono più... C'è il
disegno di una ragazza che canta, non do se qualcuno l'ha presente. Beh.
Pazienza.
*!! "CdM" è una "parola in codice" di Harry e
Draco, una cosa che Draco non potrebbe dire ad Hermione senza evitare uno
schiaffo. Ci vuole tanto ad immaginare che significhi qualcosa tipo "Culo da
Mordere"?
Poi. Indovinate voi di che
film si parla!! Dai, dai!!
I
DOMO!
Grazie mille a
cosmopolitan (RICKYMARTINVILLE?!?!
Occielo...)
Liuzza (Mi
perdoni di più se ti dico che in uno ho preso
28?)
hele (-Mele si
sistema i capelli specchiandosi in un cucchiaio.- Mmmh, sì, modestamente... -
Aiuto, qui c'è un caso di Drachite acuta! Chiamate
un'ambulanza!)
Somma
Roh(Ti giuro che le mie intenzioni sono
puramente letterarie. Domenica vado a fare compere, ti va di prendere un treno,
viaggiare per tre ore e alla fine annegare in un centro commerciale con me? Ehm.
... Come perdo pezzi di frasi? Occielo, dove? ...Sai che sono orba! Weh, qui le
latitanze si sprecano! Comunque questa storia è e rimarrà
tua.)