Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Deviata    03/03/2010    2 recensioni
Stare qui a fissare la mia lapide, ormai a pezzi, è il sogno della mia vita!
Vita? Perdonate. Dimentico sempre che di vivo non ho proprio niente.
Non so se dovrebbe stare proprio in questa categoria. Ma dato che si parla di un Angelo(e non solo) probabilmente è la più adatta. Have Fun.
Genere: Dark, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AngelOfDarkness2 Felicità. L'unica cosa che provavo, tanta felicità, come non succedeva da tanto.
Ma non potevo di certo mettermi a saltellare allegramente per l'Inferno.
Sarebbe stato, diciamo, troppo sospetto.
Presi Frencis per i capelli, o quei pochi che ancora gli rimanevano, e lo misi a sedere un pò più in basso di me.
-Dimmi tutto Frencis, muoviti- dissi, non lasciando trasparire alcuna emozione, ero diventato bravo in quello.
-Beh ecco, allora è molto rischioso, potrebbero sorgere complicazioni, però insomma si può fare- l'ometto,
o almeno quello che ne restava, mi guardava con una nota di puro terrore nella voce.
Ma faccio davvero così paura?
-Lu non lo verrà a sapere vero?- gli chiesi.
L'importante era che il mio amatissimo capo non sapesse niente, almeno fino a che non avessi portato a termine il mio piano.
-Potrebbe accadere- il poveretto stava giocando con il fuoco.
Ops, era pessima.
-Ma non accadrà vero?- dissi con un tono che non ammetteva repliche.
E poi tutto accadde in un attimo, poche parole, una pietra e un dolore fortissimo e poi il nulla.
Era sicuramente la volta buona che ammazzavo Frencis, beh "ammazzavo" per modo di dire.
E invece aprii gli occhi e mi ritrovai proprio qua sopra.
Non lo ringrazierò mai abbastanza Frencis.
Anzi, a pensarci bene è colpa sua se adesso sono qua davanti a fissare la mia lapide,
incerto su cose che davo per scontato, quindi dovrei odiarlo in teoria.
Ma questa è un'altra storia.
Stavo dicendo, mi ritrovai sull'asfalto, con la puzza di piscio che mi riempiva i polmoni e il sapore del sangue in bocca.
Mmh sangue eh?
C'era qualcosa che mi sfuggiva in tutta questa strana, brutta storia.
Ma poi pensai che qualcosa con un senso non vi era proprio in quello che stavo facendo.
Credetti di impazzire quando provai ad alzarmi.
Dolore.Solo dolore.
Faceva uno strano effetto, non lo provavo da così tanto tempo.
Devo avere qualcosa di rotto, pensai.
E riuscì a trascinarmi vicino al muro di un grande palazzo, uno di quei condomini anonimi,
ammasso di cemento come un altro.
Il dolore, ti fa ricordare che sei vivo.
E nel preciso istante che lo percepì, un pò più sotto del ginocchio, e anche probabilmente a quelle dannate costole,
fu come una dolce sensazione.
Pensai a come avessi fatto a ritrovarmi qui di sopra.
E finalmente capii, o almeno lo credetti.
Ero appena diventato un Portatore di Anime, uno di quelli che pigliano le anime e le sbattono all'inferno per intenderci.
Vengono a farsi un giretto nel piano di mezzo passando per comunissime persone, e poi Puff.
Finito il loro lavoro se ne tornano giù.
Frencis mi aveva sicuramente scambiato con qualcuno.
Il poverino deve essere stato proprio un vero sfigato.
Per un nanosecondo mi dispiaque l'aver tolto il privilegio di una fetta di libertà ad un insignificante essere.
Anzi no.

Respirai a pieni polmoni e cercai di rialzarmi.
Fu una fatica incredibile. Ma non potevo certo arrendermi così.
Mi misi un piedi e feci qualche passo.
Era notte fonda.
Giù in strada solo qualche ragazzetto troppo cresciuto con una birra in mano.
Mi voltai e vidi il mio riflesso in una di quelle vetrine di negozi pieni di luci psichedeliche e strani oggetti.
Osservai bene la mia immagine.
Mmh, mi ricordavo più alto.
Aspetta, ma che cazzo?
Me ne accorsi solo dopo.
Come era possibile che fossi tornato?
Intendo, fossi tornato nel mio corpo?
Qui decisamente le cose non andavano bene. Per niente.
Tutti i Portatori di Anime quando si ritrovavano qui di sopra non riassumevano certo lo stesso aspetto!
E certo, metti che incontri qualcuno che ti conosce.
-Ehy scusa, ma tu non eri morto?-.
Non va bene!Se no l'Equilibrio va a farsi fottere.
Ok preoccupiamoci di un problema alla volta.
Giurai che, se ne avessi avuta l'occasione, avrei reso la permanenza di Frencis all'Inferno un vero, diciamo, Inferno!
Vidi che addosso avevo soltanto una maglietta dei Red Devil e un paio di Jeans non propriamente puliti.
E per giunta faceva un freddo cane.
Quindi la prima cosa da fare era trovare qualcosa da mettermi.
I ragazzetti erano ancora in strada. Li osservai per un pò.
Giacca di pelle. Da veri duri.
Sapevo già cosa fare.
Mi avvicinai.
Poi pensai che se dovevo entrare nel Regno dei cieli avrei dovuto comportarmi bene.
Mi fermai.
Naah avrei cominciato il giorno dopo.

Vagavo per le vie di Lake City, la mia vecchia città.
Erano cambiate poche cose.
Gli stessi pub, le stesse troie ai lati della strada.
I drogati nelle vie malfamate. Uno schifo.
Come lo era sempre stato.
Ogni tanto mi fermavo per riprendermi dal dolore.
Di certo non potevo andare all'ospedale.
-Scusi ma lei è già morto! il cimitero? In fondo alla strada a sinistra.Avanti il prossimo.-
L'ultima cosa che mi serviva era gente che andasse a urlare ai quattro venti di avermi visto.
Cosa impossibile dato che io dovevo essere morto da un pezzo.
E poi il tempo non giocava certo a mio favore.
Erano le 5.30 e il sole stava facendo la sua apparizione dietro un negozietto.
Il sole, che bella sensazione.
Se tutti potessero tornare indietro dalla morte, sono certo che starebbero a guardare il sole per ore, non avendone mai abbastanza.
Perchè l'unica cosa che senti all'inferno è il nulla.
Solo urla e il dolore degli altri.
Così quando torni qua sù ti ricordi come è bello essere vivo.
Ah, lasciamo stare questi sentimentalismi.

La mia pancia cominciava a reclamare.
Fame. Troppa fame.
Avrei voluto tanto andare al bar di High Street e farmi portare quelle omelette buonissime che mangiavo ogni mattina.
Quando stavo ancora tra i vivi.
Decisi, però, di andare in uno squallido bar alla periferia di Leyton.
Lì nessuno mi avrebbe riconosciuto.
O almeno lo speravo.
Il bar si chiamava IceBAR.
Mi chiesi perchè cazzo si chiamasse così.
Insomma di Ice o cose simili non aveva proprio niente.
Alla fine decisi che non mi importava.
Entrai e due ragazzetti mi squadrarono dalla testa ai piedi.
Stupidi esserini. Non volevano smetterla di fissarmi.
Irritante.
Ma decisi che dovevo comportarmi bene se dovevo guadagnarmi un posticino in Paradiso il più in fretta possibile.
Vidi che i tavoli erano tutti occupati.
Tutti, da qualche uomo di affari troppo impegnato con il lavoro da accorgersi di essere finito in un basso fondo.
Troppo presi da tutto.
Li vedevo bere il loro caffè, con il giornale aperto sulla pagina finanziaria.
Poi mi accorsi che in fondo al locale c'era una ragazza.
Sola.
La lampadina nella mia testa si accese.
So a cosa state pensando, ma Dio...ops...ma Diavolo sono un ragazzo!
La tipa era intenta a leggere chissà quale libro.
Mi avvicinai. Aveva i capelli castani che le ricadevano sulle spalle.
Lo sguardo basso.
E continuava a tamburellare sul tavolo con le dita.
Mi sedetti di fronte a lei e le dissi:
-Scusa posso?-
Pensai di avere qualcosa fuori posto.
Insomma non è normale che una si spaventi per così poco.
Forse era stata abbagliata dalla mia bellezza.
O forse no.
Mi guardò per bene e poi sussurò
-Nicholas?-
Merda. Come cazzo fa a sapere chi sono?.
Insomma io non la conosco!E mi ricorderei di una così.
La guardai meglio: aveva gli occhi verdissimi e un buffissimo naso all'insù.
Insomma era bella. Come potevo non ricordarmene?
-Ci conosciamo?-.
Perchè glielo chiesi?
Cazzo.
Avrei dovuto alzarmi prima che tutto andasse a puttane.
Mi guardò stralunata.
-La Pulce- mi disse semplicemente.
Non poteva essere. Come dimenticarsi di lei.
-Haley?-












Oh dolci donzelle e incantevoli baldi giovani..non troppe recensioni eh -.-"
Dite che faccio così schifo a scrivere? xD
Basta saperlo!
I'm Waiting.
Buona vita
Lindì
  
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