Ciaooooooooooo
gente
^^
Oggi mi sento
molto euforica XDXD … cmq ecco il cap nn è niente
di eccezionale ma spero cmq
che possa piacervi^^
Ringrazio ovviamente
tt quelli che hanno aggiunto la storia tra i seguita e i preferiti
Ringrazio i
lettori silenziosi.
E un grazie
speciale a RenesmeeBlack, Austen95,
volpessa22 e Fairy29 per aver recensito lo scorso capitolo^^
(mi dispiace
nn poter rispondere alle vostre recensioni ma vado un po’ di
fretta… lo farò
sicuramente la prossima volta promesso^^)
E un grazie enorme
alla mia betina Fairy29 … grazie tesoro sei sempre tr
gentile con me ^^
BELLA
Com’è possibile? Eppure …
l’età, l’iniziale, tutto coincide.
Che sia solo una coincidenza? Ma quante probabilità ci sono
che sia solo un
puro caso e nulla di più?
Osservo ancora il ciondolo che ho tra le mani, un ovale in oro bianco
dove
incisa in rilievo al suo interno vi è una lettera, questo
ciondolo risale al
primo decennio nel novecento e mi è stato regalato da mia
nonna Marie per il
mio diciassettesimo compleanno.
Settembre
1918
Odiavo
le feste. Ero goffa e tremendamente
scoordinata nei movimenti.
Di solito riuscivo sempre a trovare una
scappatoia, inventandomi a volte scuse assurde per evitare
quell’inferno che
per me rappresentavano le feste dell’alta società.
Questa volta però, non avrei
avuto scampo. Non sarei riuscita a sottrarmi, da
quell’incubo, in alcun modo.
Partecipare per me sarebbe stato un stato un obbligo. Essendo la festa
per i
miei diciassette anni, la mia assenza di sarebbe notata e non poco.
Accidenti!
Sento un lieve bussare alla porta.
“Avanti”
La porta si apre lentamente e da essa sbuca
mia nonna Marie.
“Nonna!”
Le corro in contro e la stritolo in un
abbraccio caloroso. Quanto mi è mancata. Nonna Marie
l’unica che riesce
veramente a capirmi.
“Piccola mia .. guardati come sei diventata
bella”
Dice facendomi fare una giravolta su me
stessa.
“Grazie”
Sussurro diventando tutta rossa.
“Sono molto contenta che siete riuscita a
venire, almeno non sarà l’unica ad odiare questa
festa”
Sorrise a quest’ultima mia frase, mentre si
accomodava sulla poltrona situata all’angolo della mia camera
da letto, vicino
alla finestra.
“Vieni. Siediti vicino a me cara …”
Sorridendole prendo lo gabellino della
specchiera e mi siedo vicino alla poltrona.
“Ho un regalo per te ..”
Mi porge una scatolina quadrata di velluto
rosso.
“Prendi …”
Mi disse sorridendomi come solo lei sapeva
fare, con quell’aria tranquilla che ti infonde calore e
affetto in tutto il
corpo.
“Grazie … ma non dovevate nonna”
“Non dire sciocchezze … piuttosto apri”
Non ero molto incline ai regali. Ammetto
però, ero molto curiosa. Nonna Marie non era solita fare
regali e quando ciò
avveniva, c’era sempre un motivo ben preciso: nascite,
fidanzamenti, matrimoni.
Ed era questo ad incuriosirmi , era tutto
così strano, i compleanni non rientravano nella categoria
eventi particolari o
importanti. Un compleanno d i diciassette anni, poi rendeva tutta la
faccenda
ancora più strana di quanto non fosse già.
Curiosa e impaziente, sotto lo sguardo
vigile della nonna, apro la scatoline di velluto e ne estraggo una
lunga
catenina in oro bianco con appeso un ciondolo ovale.
Guardo la nonna che mi sorride
incoraggiante. Prendo il ciondolo nel palmo della mano. È
molto bello ma …
“Credo vi siate sbagliata nonna … o
quantomeno l’orefice si sarà confuso …
questa non è la mia iniziale … “
La nonna mi guarda a lungo negli occhi,
senza accennare una qualsiasi spiegazione, né tantomeno
controlla l’errore.
Lentamente si alza e si avvia alla porta,
una volta davanti a questa si gira e sorride
“No. Non c’è nessuno sbaglio
… poi capirai
…”
Non rispondo. Non saprei che dirle. Mi
limito a fissarla con la bocca spalancata, incredula e confusa
più di prima.
“Indossala e scendi, la festa sarà già
iniziata Isabella”
Detto questo esce dalla stanza chiudendosi
la porta alle spalle, assieme a tutte le risposte alla mia
perplessità.
Osservo il ciondolo. Non capisco.
Poi
capirai …
cosa? Cosa c’è da capire?
Possibile che non voglia semplicemente
ammettere uno sbaglio?
No… Il suo sorriso, le sue parole.
Sapeva che avrei reagito in quel modo.
Sapeva che non averi capito.
Sapeva quello che stava facendo.
Lei sa il significato di questo ciondolo e
volutamente ha preferito non dirmi niente.
Indosso il regalo così come mi è stato
detto. Mi guardo alla specchiera e osservo ancora il ciondolo.
È davvero
bellissimo. Semplice e delicato. Anche la catenina è bella,
niente di sfarzoso
o di elaborato, proprio come piace a me, sembra quasi sia stato fatta
su misura
per me e non me ne stupirei. I regali di nonna Marie sono
così, perfetti,
creati appositamente per la persona a cui viene regalato, incline
totalmente
alla personalità e modo d’essere della persona in
questione.
È per questo che guardando l’iniziale
incisa in rilievo, sul ciondolo, non esco a comprendere.
Perché?
Perché una “E”?
“Hey!
Erano più di cinquant’anni che non guardavi quel
ciondolo”
La voce di Alice, dalla uscio della porta, mi riporta al presente.
“Nostalgia di nonna Marie” Mormoro.
Ripongo la collana nella sua scatola di velluto rosso, nella cassaforte
in
camera mia. Una volta rinchiusa mi volto verso Alice, che nel frattempo
si è
seduta sul piccolo divanetto vicino alla libreria.
“Non mi pare di averti invitata ad entrare”
“Lo avresti fatto …”
Dice con tono furbo picchiettandosi la fronte con un dito.
Sempre la solita. Ridacchiando mi siedo a gambe incrociate sul letto.
“Sai … me la ricordi molto”
“Chi?”
“Nonna Marie … avete lo stesso sorriso furbo e lo
stesso atteggiamento enigmatico
… quanto sai di questa storia Alice?”
La guardo seria. Ho bisogno di capire. Ho bisogno di risposte. Non so
perché dopo così tanto tempo che non ci pensavo
più, che avevo rinunciato a
capirci qualcosa. Non so. Troppe coincidenze. Voglio capire.
“Parli del ciondolo?”
“Si!”
“Ne so esattamente quanto te … eravamo insieme
quel giorno ricordi?”
New
York 1921
Un
campanello annuncia il nostro ingresso
nella più famosa gioiellerie di New York. Un uomo sulla
sessantina ci viene
incontro sorridendo.
“Buon giorno signorine in
cosa posso esservi utile?”
“Salve … potrebbe essere così gentile
da
dirmi se questa collana è stata acquistata in questo negozio
cortesemente?”
“Certo! Faccia vedere”
Gli porgo la scatolina rossa. Con cura
l’uomo ne tira fuori la collanina e la esamina attentamente.
“Si … questo ciondolo è una mia
creazione …
è un ciondolo gemello, lo sapeva??”
Cosa? Un ciondolo gemello??
“No! Non ne sapevo nulla … cosa
significa?”
“Che esiste un altro ciondolo identico a
questo … il suo gemello appunto …”
Sorrise l’uomo.
Certo il suo gemello. Adesso si che mi è
tutto più chiaro stupido vecchiaccio.
Mi imposi calme e controllo.
“Quindi esiste un altro ciondolo come
questo …”
Il vecchietto annuisce.
“E si ricorda a chi è stato venduto
l’altro
??”
Il vecchio mi guarda perplesso
“Cara … questi sono ciondoli che Vengo
fatti solo su espressa ordinazione e, non si vendono separatamente
… “
“ Io ne possiedo solo uno però
…” Mormoro a
voce talmente bassa, da non essere comprensibile per il vecchietto.
“La ringrazio per l’aiuto … buona
giornata
e arrivederci”
Cosi dicendo io e Alice usciamo
dalla gioielleria.
Alice come al solito sempre contenta.
Io demoralizzata, confusa e triste.
Confusa. Tanto confusa.
Alice si limita a guardarmi mentre io mi perdo ancora nei ricordi.
Rivivo
nella mente, il giorno della morte della nonna ,quando mi
lasciò quella lettera
che ancora conservo gelosamente nella scatola in fondo
all’armadio. Lettera che
racchiude tutto il suo affetto, la sua dolcezza, la sua ironia, tutto
il suo
mistero. Quella lettera che mi ha confuso ancora di più le
idee. Che mi ha
fatto nascere ancora più domande, più dubbi. “cerca
l’altro ciondolo in modo
da compiere il tuo destino, non sottrarti ad esso e conoscerai il vero
significato della felicità”.
L’altro ciondolo l’ho cercato nonna ma non sono
riuscita a trovarlo.
Quale destino?
Che significa nonna. Non capisco.
Cosa devo fare?
E ancora tutto troppo confuso.
La mano gentile di Alice sulla mia spalla mi riporta ancora una volta
al
presente
“Smettila di tormentarti con domande a cui non sai rispondere
, prima o poi
capirai … piuttosto concentrati sul presente bisogna
preparasi per la scuola.
Devi essere super favolosa per far colpo su chi sia tu …
hihihi … su! Su!
Muoversi!”
Detto questo sparisce nell’armadio e inizia la ricerca dei
vestiti che devo
indossare. Santa pazienza.
Dopo pochi secondi esce tutta soddisfatta e mi porge dei panni. Li
afferro
e non dico niente, tanto sarebbe tutto tempo e fiato sprecato. Di
fronte alla
mia arrendevolezza il sorriso della pazza malefica si accentua a
dismisura, ho
quasi paura che gli venga
una paralisi
facciale.
Saltellando come una ninfa dei boschi esce dalla mia camera, mentre io
mi
dirigo in bagno per prepararmi ad un'altra giornata di scuola alla
Forks High School.
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Beh che dire …
spero che il cap vi abbia incuriosito.
Fatemi sapere cosa
ne pensate mi raccomando ;)
Alla prossima
Baci luna^^