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Autore: Karma    25/07/2005    2 recensioni
Azkaban. Quattordicesima cella a destra.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suo sogno

 Il suo sogno

 

 

 

Azkaban. Quattordicesima cella a destra.

Una donna con lunghi capelli neri sedeva per terra. Il suo volto, scarno e tenebroso, era illuminato da una cupa soddisfazione.

Faceva freddo, ma la donna non si copriva. Almeno non era quello il momento. Doveva aspettare.

Ma cosa? Cosa doveva aspettare?

Non lo sapeva con certezza. Lo intuiva.

Intuiva che quel giorno ci sarebbe stato un netto cambiamento, se non miglioramento nella sua vita.

Ma nonostante questa prospettiva, non riusciva a non pensare al suo passato.

Perché il cambiamento era relativo al suo passato. Era una conseguenza.

Più volte la donna si era chiesta se ne valeva la pena o no.

E più volte si era risposta che ne valeva la pena.

Non sapeva perché.

 

Strano.

Si sentiva strana.

Tutto era cominciato da quando lui gli impresse quel marchio sull’avambraccio.

Da li aveva cominciato a sentirsi strana. Da quel giorno visse nella totale non curanza di sé.

Con un alone di nebbia che le ingarbugliava la mente, era confusa, non aveva propria capacità di ragionare. Le sue idee si accavallavano l’una sull’atra, volteggiando disordinatamente nel cervello, stanco di questo movimento.

E da quando era finita ad Azkaban era diventato peggio.

Era completamente impazzita.

Era raro per la donna riuscire a comporre un pensiero, senza che la vicinanza di uno di quegli esseri disgustosi le mandasse in fumo tutta la costruzione.

Viveva di sensazioni confuse. Non riusciva ad identificare bene queste ultime.

Era un inferno.

E lei intuiva che stava per finire.

Si addormentò.

 

 

 

***

 

 

 

Ministero della Magia. Ufficio Misteri.

La donna dal volto scarno e cupo era intenta a sfidare l’uomo che odiava di più.

Con lui aveva passato l’infanzia ed erano pure parenti.

Un lampo di luce abbagliante dirottò il corpo dell’avversario verso un velo scuro di seta.

Lo oltrepassò.

Morì.

La donna lanciò un urlo di gioia. Ma dopo un po’ non capì se era gioia.

Non sentiva quell’euforia che le attraversava il corpo. Faceva freddo.

Inconsapevole del motivo, si sentiva abbattuta.

Come se avesse perso qualcosa.

Forse dopotutto voleva bene a quell’uomo. Forse non doveva ammazzarlo.

Ma alla fine l’orgoglio prevalse.

C’era riuscita.

Bellatrix Lestrange aveva realizzato il suo sogno.

 

Almeno così voleva far credere.

 

 

 

Fine

  
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