Personaggio: Regulus Black
Prompt: 39: Caldo
Rating: Verde
Disclaimer: Regulus Black e quasi tutti i personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Note: immagine di blacks-bitch
Tabella: http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/
Terzo grado
Dicembre 1978
Regulus
stropicciò la
lettera che aveva appena finito di leggere, in preda all'ansia. Si
trovava nel dormitorio maschile, seduto sul suo letto, e scorreva di
nuovo la grafia elegante e ordinata di sua madre.
Sapeva che
prima o poi
quel momento sarebbe arrivato, ma sperava che si potesse rimandare:
non era tanto sicuro che Rachel avrebbe gradito.
Il ragazzo
richiuse la
busta, si alzò e la ripose nel baule, senza riuscire a
calmarsi.
Ci
mancava solo
questa, pensò, stizzito. In quel momento, sarebbe
stato disposto
a combattere contro un esercito di Auror tutto da solo, piuttosto che
affrontare una prova come quella. E la cosa peggiore era che non
avrebbe potuto temporeggiare: i suoi genitori lo avevano messo con le
spalle al muro. Che cosa faccio adesso?
Era una domanda
inutile,
perché c'era una sola cosa da fare, se non voleva essere
buttato giù
dalla torre di Astronomia. Più tempo avrebbe aspettato e
più Rachel
si sarebbe arrabbiata. Perciò era meglio avvisarla il prima
possibile.
Sbuffando
nervosamente,
diede un'occhiata all'orologio: a quell'ora la ragazza sarebbe dovuta
essere già in biblioteca. Lui le aveva promesso di studiare
insieme,
quindi era meglio andare subito.
Dopo essersi
inginocchiato e aver chiuso la lettera dentro il proprio baule, si
rialzò in piedi e uscì, diretto verso la
biblioteca.
Mentre
percorreva i
corridoi, cercava di rilassarsi, inutilmente. Aveva una paura
tremenda di quello che lo aspettava: le cose che potevano andare
storte non si contavano sulle punte delle dita.
Ma non doveva
pensarci,
almeno non in quel momento. Sarebbe stato inutile agitarsi prima di
affrontare il discorso. Meglio distrarsi, ascoltando le armature che
cantavano Jingle Bells.
Dal momento che
mancavano
solo due giorni all'inizio delle vacanze di Natale, tutto il castello
era stato addobbato da insegnanti e Prefetti, e neanche la biblioteca
era stata risparmiata.
Quando vi fu
entrato,
Regulus passò in mezzo agli scaffali pieni di festoni d'oro,
in
cerca di Rachel, finché non la trovò.
Era in piedi
tra due
scaffalature e stava ricopiando in tutta fretta il paragrafo di un
libro su un foglio di pergamena.
Nel frattempo,
e Regulus
non avrebbe mai capito come ne fosse capace, stava ascoltando quello
che diceva Emmeline, accanto a lei. La Corvonero sembrava piuttosto
irritata ed era chiaro che si stesse lamentando di qualcosa che le
era successo.
Regulus
sentì uno
stralcio di conversazione: la voce di Emmeline era molto agitata.
“...
e poi, quando ho
finito la lezione di Materializzazione, ha cambiato le carte in
tavola e ha detto che non gli andava più. Fin lì
ho avuto pazienza,
e gli ho detto che, se voleva, potevamo fare una passeggiata nel
parco, ma lui ha fatto un'espressione infastidita e ha risposto che
preferiva restare da solo, e che sono troppo appiccicosa. Secondo te
è vero?”
“Non
sei affatto
appiccicosa, è lui che si comporta in un modo
strano” rispose
Rachel, indispettita.
“Infatti...”
Emmeline
alzò lo sguardo e vide Regulus, che stava fissando con
insistenza il
soffitto, e si interruppe, inducendo Rachel a voltarsi.
“Eccoti!”
esclamò
quest'ultima, sorridendogli.
“Ciao”
esordì lui,
vago.
“Salve...”
bofonchiò
Emmeline, incupita. “Hai visto Barty, per caso?”
“No”.
“E
non sai dov'è?”
Regulus si
affrettò ad
assumere un atteggiamento impassibile e disinvolto.
“Mi
aveva detto di
avere delle faccende da sbrigare...”
Emmeline
distolse lo
sguardo, mordendosi il labbro inferiore.
“Prima
o poi dovrà
farsi vivo. Vorrà dire che lo aspetterò e non gli
darò pace finché
non mi avrà chiesto scusa e non mi avrà detto
cosa gli prende”
affermò.
“Brava,
non farti
mettere i piedi in testa”la incoraggiò Rachel.
Emmeline li
salutò con
un cenno distratto e si diresse verso l'uscita della biblioteca a
passo di marcia. Per un attimo, Regulus sentì di compatire
Barty:
Emmeline era una ragazza molto paziente che di solito non si
scomponeva mai, ma quando si arrabbiava erano guai assicurati.
Subito dopo gli
tornò in
mente il motivo per cui era lì e si rivolse a Rachel,
cercando di
esordire con delicatezza.
“Che
tema stai
scrivendo?” le chiese, mentre si avvicinava.
“Quello
per Cura delle
Creature Magiche” rispose lei allegramente. “Ho
lezione alle
cinque”.
“Ancora
con i compiti
svolti all'ultimo minuto?” commentò lui.
“Veramente
manca un'ora
e mezza! E poi non è colpa mia se gli insegnanti non ci
danno
neanche il tempo per respirare” rispose Rachel, mettendo
l'ultimo
punto per poi voltarsi verso di lui. “Stamattina durante
l'ora
libera mi sono esercitata con l'Incanto Patronus” aggiunse.
“E
sei riuscita ad
evocarlo?” domandò lui, curioso: nel loro corso di
Difesa contro
le Arti Oscure non ce l'aveva fatta ancora nessuno. Perciò
si stupì
parecchio quando lei sorrise e gli rispose:
“Quasi!”
“Davvero?”
“Davvero
sì. Non aveva
nessuna forma, però ho evocato uno scudo di luce argentea e
sono
riuscita a mantenerlo per più di un minuto. Vorrei tanto
scoprire
di che forma è fatto”.
“Hai
già fatto tanto
per aver iniziato a studiare l'Incanto Patronus una settimana
fa”
la rassicurò Regulus. “Sei stata brava”.
“Insomma...”
disse
lei, poco convinta. “In fondo il merito è tutto
tuo”.
“Ma
io non...” esordì
Regulus, ma si interruppe quando vide l'espressione sul viso della
ragazza.
Lei lo prese
per la mano,
portandolo esattamente sotto un ramoscello di vischio che pendeva dal
soffitto.
“Siamo
in biblioteca”
le ricordò lui: le pile di libri impolverati erano i soli
spettatori
silenziosi, ma Madama Pince poteva piombare lì in ogni
momento.
“Se
l'hanno messo qui
un motivo ci sarà” osservò saggiamente
Rachel. “E poi devo
esercitarmi per l'Incanto Patronus, no?”
Senza
lasciargli altro
tempo per parlare, gli prese il viso tra le mani e posò le
proprie
labbra sulle sue.
Improvvisamente
dimentico
dei rigidi divieti della bibliotecaria e di quello che le doveva
dire, Regulus ricambiò il bacio e si sentì
percorrere da un brivido
intenso quando Rachel gli andò ad accarezzare la nuca,
scompigliandogli i capelli. Lui la attrasse a sé,
sfiorandole la
schiena.
Presto
dimenticò di
trovarsi in biblioteca: era scomparso tutto ciò che non
riguardasse
loro due, con l'unica eccezione del vischio sospeso sopra le loro
teste.
In quel
momento,
tuttavia, l'ultimo neurone rimasto con una briciola di raziocinio
fece in modo che Regulus sentisse l'inconfondibile suono dei passi di
Madama Pince che si avvicinava. Anche Rachel se ne accorse e si
allontanò immediatamente.
Quando la
bibliotecaria
si affacciò con il solito cipiglio sospettoso, vide soltanto
una
ragazza che consultava diligentemente un libro e un ragazzo che,
girato dall'altra parte, cercava di ordinarsi i capelli, rosso in
volto.
“Se
n'è andata?”
bisbigliò Rachel alcuni secondi più tardi.
“Sì”
rispose
Regulus, dopo aver lanciato un'occhiata alla propria destra. Poi si
voltò verso di lei.
“Forse
è il caso che... cominciamo a studiare” disse,
cambiando
idea a metà frase: ancora non si sentiva pronto per parlarne.
“Uffa...”
sbuffò
lei. “Non ho nessuna voglia di fare i compiti di
Trasfigurazione”.
“Lo
so, preferiresti
continuare a esercitarti per Difesa contro le Arti Oscure, vero?
Anche io” scherzò Regulus, ricevendo per tutta
risposta una
gomitata sul braccio.
Ma
tornò subito serio,
rendendosi conto di non potere rimandare.
“C'è
una cosa che devo
dirti” confessò in fretta, prima di cambiare
nuovamente idea.
“Di
che si tratta?”
Regulus
evitò il suo
sguardo, ma non riuscì a nascondere la propria agitazione.
“Ehm...”
Dal momento che
si
sentiva mancare il fiato per l'ansia, per parecchi istanti non fu in
grado di pronunciare una sola sillaba.
“È
successo qualcosa?”
“No,
è solo che...
Senti, non ti arrabbiare se te lo dico solo adesso ma...”
“Regulus
Black” lo
incalzò lei, perdendo subito la pazienza, le mani sui
fianchi.
“Sputa il rospo”.
“E va
bene, d'accordo”
fece lui rassegnato. Prese un bel respiro e rispose: “I miei
genitori vogliono conoscerti”.
Lo disse tutto
d'un
fiato: non vedeva l'ora di togliersi quel peso dallo stomaco.
Rachel rimase
immobile
per un po': probabilmente non si aspettava una cosa del genere. Dopo
alcuni eterni istanti, l'unico commento che le uscì fu un
enigmatico: “Ah”.
Regulus non
contribuì a
portare avanti la conversazione, perciò alla fine fu di
nuovo lei a
parlare, dopo essersi ripresa dallo stupore iniziale.
“Cavolo,
Regulus,
credevo che mi stessi per riferire chissà quale disgrazia.
Ti sei
visto in faccia?” disse, divertita dalla reazione esagerata
di lui.
Lui
sospirò, un po'
imbarazzato e un po' teso. Rachel non poteva capire quanto fosse di
vitale importanza che la sua famiglia si facesse un buon concetto di
lei.
“In
realtà” proseguì
Rachel, “non sapevo neanche che glielo avessi
detto”.
“Invece
sì” rispose
Regulus, ritornando con la mente a quel giorno di fine estate.
Suo padre aveva
cominciato a fargli degli strani discorsi sulla perpetuazione della
stirpe, finché non aveva esplicitato i suoi pensieri.
“Ovviamente
è ancora
presto per te” aveva detto Orion. “Però
è meglio cominciare a
pensarci fin da subito, prima che tutte le poche ragazze rimaste
Purosangue si uniscano ad altre famiglie”.
“Ma
veramente...” lo
aveva interrotto Regulus, “io ne ho già trovata
una...”
“Ah
sì? E quando
pensavi di dirmelo?” gli aveva chiesto suo padre, con un
sopracciglio inarcato. “Di chi si tratta?”
“Rachel
Queen” aveva
detto il ragazzo, rigido come un palo.
“Queen,
eh? Non è il
genere di famiglia che frequentiamo... però sono Purosangue,
quindi
il problema non dovrebbe porsi. Meglio così”.
Regulus,
immensamente
sollevato, aveva sperato che la faccenda si concludesse lì,
e invece
Orion doveva essersi consultato con sua moglie, decidendo di
assicurarsi che Rachel facesse al caso loro.
Regulus
guardò la
ragazza, aggiungendo:
“Per
te va bene?”
Lei
sospirò a sua volta,
ma si vedeva che il sorriso che esibì fosse molto forzato.
“D'accordo.
Però fammi
un favore. Lo so che siete una famiglia molto tradizionalista, ma non
esagerare con le formalità. Mi metterebbero solo a disagio.
Per
quando sarebbe? Dopo Natale?”
Regulus si
tormentò le
dita: era giunto il momento che più temeva.
“In
realtà... l'hanno
deciso loro, io non c'entro... Sarebbe per domani, quando arriviamo a
King's Cross...”
Ci fu un tonfo:
il libro
che Rachel teneva in mano cadde per terra, ma lei non si diede la
pena di raccoglierlo, perchè era sbiancata e lo guardava con
aria
sconvolta.
“Che
cosa? Domani?!”
strillò.
Ecco,
lo sapevo,
pensò lui, agitato. Ma perchè la gente doveva
creargli tutti quei
problemi?
“E me
lo dici adesso?”
continuò Rachel.
“Veramente
l'ho saputo
solo poco fa” si giustificò.
“Ma
così non ho
neanche il tempo di prepararmi psicologicamente!”
“Bè,
almeno sarà una
cosa più veloce di una cena a casa mia. L'hai detto tu che
non vuoi
troppe formalità...”
Subito dopo
averlo detto,
Regulus si rese conto che sarebbe stato meglio tacere. Rachel gli
rivolse un'occhiata omicida che lo fece indietreggiare.
“Già,
e chissà come
mai hanno deciso di farmi un'improvvisata alla stazione! Non ti
sembra strano? Di solito le famiglie come la tua organizzano dei
ricevimenti fin troppo in grande! Te lo dico io perchè hanno
deciso
così: prima di farmi mettere piede in casa vostra, vogliono
essere
sicuri che ne sia degna! Bè, io non ci sto! Credevo di
essere
presentata ai tuoi genitori, non di ritrovarmi davanti ad una
commissione d'esame che mi deve dare il voto!”
Fantastico.
L'ha presa peggio di quanto pensassi.
“Non
devi fare nessun
esame” cercò di convincerla, ma lei lo interruppe
subito.
“Non
negare l'evidenza,
è una cosa che non sopporto!”
“D'accordo,
pensa
quello che vuoi. Però adesso calmati e
parliamone...”
Rachel
incrociò le
braccia e prese a fissare un albero di Natale all'angolo, con
un'espressione strana.
“Sai
che c'è?
Quest'anno ho voglia di restare a Hogwarts per le vacanze”
annunciò.
Regulus si
sentì
improvvisamente mancare e impallidì.
“Non
puoi...”
“Sì
che posso”.
“Così
mi lasci nei
casini!” sbottò lui, cominciando davvero a
preoccuparsi.
“E
che cosa
succederebbe se decidessi di dare buca ai tuoi?”
“C'è
bisogno che ti
risponda?”
Rachel
abbassò lo
sguardo, contrariata.
“In
parole povere, sono
costretta ad accettare, a meno che non voglia compromettermi per
sempre ai loro occhi, giusto?”
Lei
espirò dalle narici:
Regulus non si sarebbe stupito se avesse visto uscirvi del fumo.
“Per
favore” mugolò,
con un tono forse un po' troppo supplichevole. Pensò di
essersi
ridotto davvero male se doveva addirittura implorarla. D'altra parte
non aveva alternativa: desiderava molto più di quanto non
dimostrasse che Rachel fosse accettata dai suoi.
“E se
non gli
piacessi?” chiese, tesa.
“Ma
che dici?”
“Potrebbero
non
considerarmi alla tua altezza”.
“E
perché mai? A loro
interessa solo che tu sia Purosangue, e visto che lo sei, non hai
motivo di preoccuparti”.
Rachel si
raddrizzò.
Aveva un'espressione poco convinta.
“Sì,
ma io non sono come voi. La mia famiglia non vorrebbe vedere i
Babbani estinguersi”.
“Loro
questo non lo sanno. Pensano solo che preferiate il quieto
vivere”.
“Può
darsi, ma in realtà non è così. Io non
sono una che incassa e
tace, lo sai. Prima o poi lo capiranno, e ti chiederanno di lasciarmi
perdere”.
Regulus
sentì un'agitazione crescente serrargli lo stomaco mentre
delle
fitte dolorose gli opprimevano il cuore. Rachel aveva perso tutta
l'aggressività di prima: ora sembrava soltanto spaventata.
“Non
ho nessuna intenzione di lasciarti” disse lui.
“E
se ti obbligassero? Tu non ti ribelleresti... e non dire il
contrario, perché non ti credo” aggiunse lei,
prima che lui
potesse replicare. “Esegui gli ordini dei tuoi genitori come
se
fossi un cagnolino, lo so bene”.
Regulus
non ebbe la faccia tosta di negare. Tuttavia, vedendola così
insolitamente fragile e insicura, cercò di tranquillizzarla,
stringendola in un abbraccio.
“Andrà
tutto bene. Basterà evitare certi argomenti” le
disse. “Però
dimmi che li incontrerai. Ci sarò anche io, non sarai
sola”.
“Bè,
non che abbia
molta scelta” commentò lei. “E va bene,
d'accordo” aggiunse,
esasperata.
Regulus
tirò un enorme
respiro di sollievo. Era salvo, per il momento.
“Ringrazia
il cielo che
domani non ci saranno i miei alla stazione” gli disse la
ragazza.
“Loro non mi avrebbero permesso di correre
il rischio di
essere umiliata”.
“Non
c'è nessun motivo
perchè succeda” cercò di rassicurarla
lui. Si tormentò il labbro
con i denti, indeciso su cos'altro dire. “Per me sei
perfetta”
aggiunse avvampando.
“Sì,
una perfetta
idiota, visto che sto andando al patibolo per salvare te” lo
corresse Rachel, tuttavia senza riuscire a nascondere un sorrisetto
compiaciuto.
Il giorno
seguente,
Regulus e Rachel si riservarono uno scompartimento tutto per loro,
dal momento che nessuno dei due aveva molta voglia di parlare con gli
altri.
Trascorsero
gran parte
del viaggio in silenzio, scambiandosi solo qualche parola. Quando il
sole iniziò a calare, Rachel afferrò la mano del
ragazzo e gliela
strinse, nervosa.
“Ehm...
ti dispiace?”
le chiese lui dopo un po', indicando l'arto che stava cominciando a
perdere sensibilità.
“Oh,
scusa” rispose
lei, lasciandogliela subito.
Lui si
voltò a
guardarla: non l'aveva mai vista così agitata in vita sua.
Rachel
cercò di sembrare più spavalda di quanto fosse in
realtà, ma non
ottenne un gran risultato.
“Oggi
sono inguardabile” disse, osservando il proprio riflesso sul
finestrino.
“Sei
bellissima, come sempre” la rassicurò lui.
In
quel momento il treno iniziò a rallentare, e loro due
sobbalzarono:
non si aspettavano di arrivare così in fretta. Il viaggio
era
sembrato brevissimo.
Regulus
prese la mano di Rachel, come per farle forza, anche se in
realtà
era più terrorizzato di lei.
Quando
scesero dal treno infatti era sbiancato, mentre lei aveva la mascella
serrata e uno sguardo che faceva chiaramente capire che non aveva
intenzione di soccombere alla battaglia che la aspettava.
“Sei
pronta?” le chiese lui.
“E
tu?”
Regulus
scosse la testa, cercando di ricomporsi, e si incamminò, ma
Rachel
non lo seguì.
“Aspetta
un attimo” gemette, con un tono un po' isterico.
“Sono loro,
vero?”
Regulus
guardò nella direzione che la ragazza aveva indicato e
annuì,
notando con dispiacere che sua madre avesse indossato uno dei suoi
abiti migliori, con la chiara intenzione di impressionarla.
Rachel
chiuse gli occhi inspirò profondamente due o tre volte e,
infine, li
riaprì.
“Va
bene, adesso sono pronta” disse, stringendo i pugni.
Mentre
si facevano largo tra gli altri studenti, Regulus era alla disperata
ricerca di un modo in cui cominciare il discorso. Non sapeva neanche
come presentarla, dal momento che non aveva avuto il tempo di
prepararsi.
Quando
li ebbero raggiunti e dopo averli salutati, Regulus esordì,
senza
essere in grado di formulare una frase di senso compiuto:
“Lei...
ehm...”
“Rachel
Queen, piacere” si presentò lei, prendendo in mano
la situazione.
Regulus ne fu lieto.
Orion
le strinse la mano, mostrando un'espressione impassibile mentre la
studiava con attenzione, mentre Walburga la guardava con un'aria
intimidatoria. Rachel non batté ciglio, anche se Regulus la
vide
mordicchiarsi il labbro.
“Piacere
di conoscert...” esordì Orion, ma
cambiò immediatamente tono
all'occhiataccia di sua moglie, “... di conoscerla,
signorina” si
corresse con un atteggiamento estremamente formale.
Walburga
rimase in silenzio anche mentre stringeva a sua volta la mano di
Rachel. Quest'ultima sostenne fermamente il suo sguardo, arrossendo
intorno alla zona delle orecchie.
“Il
treno è arrivato più tardi del solito”
disse Orion, e Regulus
apprezzò quel tentativo di rompere il ghiaccio con un
argomento
neutro.
“Sì,
siamo partiti con un quarto d'ora di ritardo. Hanno fatto molti
controlli, prima di farci salire” rispose, ripensando
all'Auror che
lo aveva perquisito alla partenza.
I due
Black non approvavano le nuove misure di sicurezza, a giudicare dalle
loro espressioni irritate. Poi Orion tornò a rivolgersi a
Rachel.
“Lei
è la figlia di Perseus Queen o sbaglio?”
Domanda
retorica: Regulus era sicuro che i suoi genitori si fossero informati
di vita, morte e miracoli di tutti gli antenati di Rachel a partire
dai tempi di Merlino.
“Sì,
infatti” rispose la ragazza con un trillo acuto.
“Lo conoscete?”
aggiunse, con una nota di ansia.
“Soltanto
di vista. Quando frequentavo Hogwarts, aveva pochi anni più
di me.
Mi sembra di ricordare che fosse Prefetto”.
“Esatto,
Prefetto di Serpeverde” specificò Rachel.
“E
che cosa fa adesso?”
“Ecco,
lavora alla Gringott”.
Regulus
avrebbe voluto darle una mano, piuttosto che stare lì
impalato come
uno stoccafisso, ma fino a quel momento gli sembrava che le cose
stessero andando bene, pause di silenzio imbarazzato a parte.
“Invece”
disse Walburga, parlando per la prima volta, “non ho molto
presente
sua madre”.
Regulus
si pentì immediatamente di aver cantato vittoria
così presto.
“Oh,
lei è molto più giovane di mio padre. Forse
è per questo che non
l'avete mai conosciuta”.
“O
forse perché apparteneva ad un'altra Casa”
osservò Orion, facendo
scendere il gelo tra di loro.
“Ehm...
già”.
Regulus
intercettò lo sguardo implorante aiuto della ragazza, e
cercò di
intervenire.
“Rachel
però ha seguito le orme del padre, vero?”
Lei
annuì, non molto convinta.
“Certo,
certo...” commentò Walburga, guardandosi intorno
per poi rivolgere
di nuovo la parola a Rachel. “I suoi genitori non sono venuti
alla
stazione?”
Rachel
cominciava ad irritarsi per il terzo grado che le stavano facendo, ma
manteneva ancora abbastanza pazienza per rispondere gentilmente.
“No,
perché tornerò a casa domani. Una mia amica mi ha
invitata a cena”
disse, indicando Emmeline Vance, la quale si voltò subito
dall'altra
parte. Rachel continuò a sostenere lo sguardo di Walburga e,
con il
tono più gentile e innocente del mondo, aggiunse: “È
veramente un peccato che non vi abbia potuto presentare la mia
famiglia. Se solo avessi saputo prima di questo incontro, avrei
potuto chiedere loro di venire”.
Questa
volta fu Walburga a cambiare colore. Il viso della donna assunse una
sfumatura rossastra che virò velocemente al verde acido.
Regulus
era certo che il proprio cuore avesse cessato di battere, e
riuscì a
resistere alla tentazione di strapparsi i capelli solo
perché si
rese conto di essere paralizzato. Perché quella ragazza
doveva fare
sempre di testa sua? Non sarebbe stato meglio fare finta di niente,
invece di esprimere quella critica neanche troppo velata?
Dopo
aver valutato per alcuni istanti la possibilità di gettarsi
sotto un
treno, Regulus decise che fosse meglio tentare di salvare il
salvabile.
“Bè...
sarà per la prossima volta...” borbottò.
Gli
occhi della signora Black erano ridotti a due fessure sottilissime;
suo marito, per fortuna, finse di non aver colto l'allusione.
“Ma
certo, ci saranno altre occasioni” convenne, cambiando
accuratamente discorso. “Allora, vi state preparando per i
M.A.G.O.?”
Il
resto della conversazione fu molto meno teso rispetto all'inizio,
anche se non mancarono i momenti in cui il malumore di Walburga
rischiò di esplodere: la donna aveva molto meno
autocontrollo di
Orion, il quale in realtà sembrava a sua volta poco
entusiasta.
Regulus si chiese perché suo padre si sforzasse di essere
così
paziente: forse la vecchiaia lo rendeva meno rigido, pensò,
cupo.
Per
fortuna, Rachel ebbe il buonsenso di comportarsi bene, senza altre
allusioni o critiche, e riuscì ad evitare che quella
conversazione
si trasformasse in un vero e proprio interrogatorio mettendosi a
parlare del Lumaclub, una delle poche cose che la accomunava ai due
mastini che si trovava davanti.
Regulus
era molto nervoso perché non aveva la più pallida
idea di cosa
passasse per la testa dei genitori. Perciò si
sentì sollevato
quando suo padre invitò Rachel a non fare attendere troppo i
Vance.
“È
stato un vero piacere conoscerla, signorina”
sibilò Walburga con
un tono estremamente pericoloso, come se pronunciare ogni singola
parola le costasse una fatica immensa.
“Anche
per me” ribatté Rachel, altrettanto rigida.
Le
due si fissarono per qualche secondo, con gli occhi che si lanciavano
fulmini e saette, poi tornarono a fingere indifferenza.
Regulus
deglutì, notando quanto poco si stessero simpatiche.
Finiti
gli ultimi convenevoli, il ragazzo si offrì di accompagnare
Rachel,
ma la fece fermare dietro un pilastro.
“Mi
è sembrato un esame vero e proprio”
sbottò Rachel, sarcastica.
“Mi metteranno Accettabile o Scadente?”
“Con
quell'uscita infelice hai rischiato un Desolante”
ribatté Regulus,
finalmente libero di parlare. “Ma ti sei impazzita?”
“Scusa,
ma volevo dare loro una lezione. Anche io ho il diritto di farmi
rispettare”.
Regulus
sbuffò, agitato.
“Non
farlo più. Non voglio che ti giudichino male”
disse, con la voce
rotta dall'angoscia. E se gli avessero detto che non era la ragazza
adatta a lui?
Rachel
lo vide impallidire, e gli prese le mani nelle sue, senza dire nulla.
Regulus
guardò in direzione dei suoi genitori: da quella distanza
non poteva
sentirli, ma vedeva che stavano discutendo.
“Non
mi piace” stava dicendo Walburga. “Non mi piace
neanche un po'”.
“Temo
che dovrai fartela piacere per forza” replicò
Orion, impassibile.
Sua
moglie gli scoccò un'occhiataccia.
“Ti
sei rammollito, per caso? L'hai sentita, prima? Non sa stare al suo
posto”.
“Ammetto
che abbia la lingua un po' troppo lunga, ma poteva andare molto
peggio. Regulus fa sempre quello che gli diciamo, ma su questo
preferirei lasciarlo decidere da solo. Dobbiamo essere cauti.
È
l'ultimo erede maschio e non possiamo permetterci il lusso di perdere
anche lui”.
Walburga
sul momento non seppe cosa replicare. Suo marito non aveva tutti i
torti: sarebbe stato rischioso fare l'ostruzionismo, ma lei non
voleva rassegnarsi.
“E
che cosa mi dici della madre Grifondoro? Non vorrei avere qualche
altra brutta sorpresa, quando -e se- nasceranno degli eredi”.
Orion
parve molto pensieroso.
“Io
direi di correre il rischio. In fondo, lei è sempre una
Purosangue:
con un'educazione adeguata, nessun eventuale erede vorrà
rompere la
tradizione un'altra volta”.
Walburga
non credeva alle proprie orecchie. Non voleva arrendersi
così.
“Quella
ragazza sarà una spina nel fianco. Ha un'aria di
sfida...” disse,
ma Orion la interruppe, irremovibile.
“È
la mia ultima parola, Walburga, e anche Phineas sarà
d'accordo
con me”.
“Allora
la responsabilità ve la assumerete voi”
sbottò lei, furibonda.
Non
continuò a protestare perché Regulus era tornato
da loro, in
evidente disagio.
Il
ragazzo aveva i crampi allo stomaco per l'ansia. Era in pieno
dicembre e stava nevicando, ma lui sentiva caldo, un caldo che non
aveva niente a che fare con il clima: era la paura che lo
attanagliava e gli impediva di restare lucido.
Per
alcuni eterni istanti ricambiò lo sguardo dei genitori, che
erano
muti e immobili come statue. Infine, Orion gli rivolse la parola.
“Ci
tieni proprio a lei?”gli chiese, con un tono alla
se-non-hai-niente-di-meglio-da-fare.
Lui
non si aspettava una domanda del genere, ma annuì con
decisione.
“Quand'è
così... Ha ancora molto da imparare, ma
rimedierà. Devi farle
capire chi comanda, chiaro? Quanto a noi, la prossima volta le daremo
un preavviso di un mese”.
Regulus
non poteva credere alle proprie orecchie; non era neanche tanto
sicuro di aver capito bene.
“Grazie”
disse, immensamente sollevato.
“Andiamo,
Kreacher ha preparato la cena” tagliò corto Orion,
senza
rispondergli.
Regulus
si voltò verso Rachel e, quando incrociò il suo
sguardo, le rivolse
un rapido segno di vittoria. Poi si incamminò dietro gli
altri due
Black, lasciando sul viso di lei un sorriso identico al proprio.
01. | Addio. | 02. | Ricordi. | 03. | Speranza. | 04. | Bellezza. | 05. | Fotografia. |
06. | Gatto. | 07. | Cane. | 08. | Musica. | 09. | Fuochi d'artificio. | 10. | Cioccolato. |
11. | Carta. | 12. | Paura. | 13. | Sole. | 14. | Sangue. | 15. | Bambola. |
16. | Ali. | 17. | Cuscino. | 18. | Candela. | 19. | Dolce. | 20. | Amaro. |
21. | Pelle. | 22. | Ghiaccio. | 23. | Sogno. | 24. | Incubo. | 25. | Risveglio. |
26. | Incontro. | 27. | Vertigine. | 28. | Lacrime. | 29. | Attesa. | 30. | Noia. |
31. | Felicità. | 32. | Dolore. | 33. | Solitudine. | 34. | Silenzio. | 35. | Campanello. |
36. | Nascosto. | 37. | Gelosia. | 38. | Nodo. | 39. | Caldo. | 40. | Freddo. |
41. | Tempo. | 42. | Bacio. | 43. | Sorriso. | 44. | Desiderio. | 45. | Illusione. |
46. | Specchio. | 47. | Latte. | 48. | Caffè. | 49. | Potere. | 50. | Strada. |
*Angolo autrice*
Dunque, non ho la più pallida idea di come sia venuto questo
capitolo perché scriverlo è stata
un'impresa quasi epica: non è che si trovano molto
argomenti di conversazione con quei due simpaticoni! Comunque, spero
proprio che questa conversazione sia venuta bene... io non so
giudicarmi, ora come ora...
Non ho fatto finire tutto a tarallucci e vino
perché non ce
la vedevo Walburga a dire a Rachel: "Cara, sei adorabile! Ti aspetto
domani per il tè delle cinque". Anche no.
Prossimo aggiornamento: 13 marzo, sperando di farcela come questa settimana (sono ricominciate le lezioni, sob)
Perdonate le risposte rapide,
ma non ho avuto molto tempo...
Alohomora:
tranquilla, la mia pausa di riflessione è già
finita,
anzi, forse non è mai iniziata! Ho già progettato
i
prossimi capitoli, devo solo scriverli. Hai visto? Ho deciso di seguire
il tuo consiglio, alla fine, e al tempo stesso, a rendere Orion non
troppo sottomesso! XD
Mirwen:
sì, grazie, gli esami sono andati bene, ma sono contenta
soprattutto perché li ho finiti!
Mizar:
Barty è il fedelissimo di Voldemort, quindi ho sempre
pensato
che fosse leale anche come amico (a modo suo!). Nel seguito cambieranno
gli eventi, ma i personaggi resteranno gli stessi, quindi la strada di
Barty è già segnata, ma di sicuro non lo
farò
baciare da un Dissennatore...
Gobra1095:
bè, anche io sono curiosa di sapere come
continuerò,
erchè a parte i primi capitoli devo ancora pensare
seriamente al
seguito!
Pervinca
Potter 97:
mi hai fatto fare un'indigestione di recensioni, dico sul serio! Non
posso rispondere a tutte, ma mi riferirò a quella del
capitolo
16: Walburga volere bene a Sirius? Uhm, non so, sicuramente non dopo lo
Smistamento. Ma io credo che quella orribile donna veda tutti e due i
suoi figli prima di tutto come strumenti per innalzare la gloria della
famiglia... e poi magari può scapparci anche qualche raro
segno
di affetto (per chi si comporta bene, però)
_Mary:
meno male, e io che credevo di fare fallire Regulus troppe volte!
Sì, in effetti non sarebbe stato il massimo fargli andare
tutto
liscio, e poi è più divertente così!
979:
famosa? *_* Ok, lo ammetto, sto gongolando, però
oggettivamente
penso di essere nella media, ci sono autrici molto più
conosciute! Comunque, grazie, me ne basta uno di complimento
così. A proposito, Rabastan ricomparirà tra
alcuni
capitoli!
malandrina4ever:
grazie, credevo di aer fatto tutto troppo velocemente, ma a quanto pare
i miei timori erano infondati. Tranquilla, il seguito
arriverà,
ti chiedo solo di avere pazienza!
lyrapotter:
sono sicura che Barty ti starà sempre più
antipatico,
soprattutto nel prossimo capitolo... Quanto a Rachel, non sa di essere
letteralmente circondata da Mangiamorte. Intanto, ringraziamo Lucius
per il grande aiuto che ha dato a Harry (ora si mangia le mani! XD)
dirkfelpy89:
purtroppo sì, puoi dire addio al Barty che conoscevamo; qui
l'ho
solo accennato, ma nel prossimo capitolo parlerò di
più
di lui ed Emmeline.
DubheBlack:
in fondo Barty sr se l'è proprio andata a cercare,
eccheccavolo!
Ho intenzione di scrivere qualche cosa con Sirius, anche se purtroppo
non posso dilungarmi quanto vorrei...
deaselene:
ciao! Con Rachel andrà avanti ancora per un po', come puoi
vedere: Regulus conoscerà anche i genitori di lei (e saranno
più simpatici dei Black, te lo assicuro!)
Pepesale:
sapevo che quel capitolo ti sarebbe piaciuto! L'ho scritto proprio per
dare un minimo di consolazione prima di tutto a me stessa,
perché mi facevano troppa pena i due fratelli separati :-(