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Autore: Julia Weasley    06/03/2010    15 recensioni
Argomento di questa storia è la vita di Regulus Black, dal momento della sua nascita a quello della morte. La crescita in una famiglia Purosangue piena di pregiudizi, il difficile rapporto con il fratello Sirius, i sette anni trascorsi a Hogwarts, la decisione di unirsi ai Mangiamorte fino al suo completo riscatto, tutto raccontato in 50 capitoli.
[ Altri personaggi: Famiglia Black, Kreacher, Barty Crouch jr, Rachel Queen (originale), Severus Piton, i Malandrini, Emmeline Vance, Voldemort, Mangiamorte ]
Storia vincitrice del primo turno dell'Harry Potter Final Contest
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Fandom: Harry Potter

Personaggio: Regulus Black

Prompt: 39: Caldo

Rating: Verde


Disclaimer: Regulus Black e quasi tutti i personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling.

Note: immagine di blacks-bitch

Tabella: http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/


Terzo grado

Photobucket

Dicembre 1978

e per questo motivo, dovresti esaudire la nostra richiesta. Sarebbe gradita una tua risposta di conferma, possibilmente entro breve.
W. B.

Regulus stropicciò la lettera che aveva appena finito di leggere, in preda all'ansia. Si trovava nel dormitorio maschile, seduto sul suo letto, e scorreva di nuovo la grafia elegante e ordinata di sua madre.
Sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, ma sperava che si potesse rimandare: non era tanto sicuro che Rachel avrebbe gradito.
Il ragazzo richiuse la busta, si alzò e la ripose nel baule, senza riuscire a calmarsi.
Ci mancava solo questa, pensò, stizzito. In quel momento, sarebbe stato disposto a combattere contro un esercito di Auror tutto da solo, piuttosto che affrontare una prova come quella. E la cosa peggiore era che non avrebbe potuto temporeggiare: i suoi genitori lo avevano messo con le spalle al muro. Che cosa faccio adesso?
Era una domanda inutile, perché c'era una sola cosa da fare, se non voleva essere buttato giù dalla torre di Astronomia. Più tempo avrebbe aspettato e più Rachel si sarebbe arrabbiata. Perciò era meglio avvisarla il prima possibile.
Sbuffando nervosamente, diede un'occhiata all'orologio: a quell'ora la ragazza sarebbe dovuta essere già in biblioteca. Lui le aveva promesso di studiare insieme, quindi era meglio andare subito.
Dopo essersi inginocchiato e aver chiuso la lettera dentro il proprio baule, si rialzò in piedi e uscì, diretto verso la biblioteca.
Mentre percorreva i corridoi, cercava di rilassarsi, inutilmente. Aveva una paura tremenda di quello che lo aspettava: le cose che potevano andare storte non si contavano sulle punte delle dita.
Ma non doveva pensarci, almeno non in quel momento. Sarebbe stato inutile agitarsi prima di affrontare il discorso. Meglio distrarsi, ascoltando le armature che cantavano Jingle Bells.
Dal momento che mancavano solo due giorni all'inizio delle vacanze di Natale, tutto il castello era stato addobbato da insegnanti e Prefetti, e neanche la biblioteca era stata risparmiata.
Quando vi fu entrato, Regulus passò in mezzo agli scaffali pieni di festoni d'oro, in cerca di Rachel, finché non la trovò.
Era in piedi tra due scaffalature e stava ricopiando in tutta fretta il paragrafo di un libro su un foglio di pergamena.
Nel frattempo, e Regulus non avrebbe mai capito come ne fosse capace, stava ascoltando quello che diceva Emmeline, accanto a lei. La Corvonero sembrava piuttosto irritata ed era chiaro che si stesse lamentando di qualcosa che le era successo.
Regulus sentì uno stralcio di conversazione: la voce di Emmeline era molto agitata.
“... e poi, quando ho finito la lezione di Materializzazione, ha cambiato le carte in tavola e ha detto che non gli andava più. Fin lì ho avuto pazienza, e gli ho detto che, se voleva, potevamo fare una passeggiata nel parco, ma lui ha fatto un'espressione infastidita e ha risposto che preferiva restare da solo, e che sono troppo appiccicosa. Secondo te è vero?”
“Non sei affatto appiccicosa, è lui che si comporta in un modo strano” rispose Rachel, indispettita.
“Infatti...” Emmeline alzò lo sguardo e vide Regulus, che stava fissando con insistenza il soffitto, e si interruppe, inducendo Rachel a voltarsi.
“Eccoti!” esclamò quest'ultima, sorridendogli.
“Ciao” esordì lui, vago.
“Salve...” bofonchiò Emmeline, incupita. “Hai visto Barty, per caso?”
“No”.
“E non sai dov'è?”
Regulus si affrettò ad assumere un atteggiamento impassibile e disinvolto.
“Mi aveva detto di avere delle faccende da sbrigare...”
Emmeline distolse lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore.
“Prima o poi dovrà farsi vivo. Vorrà dire che lo aspetterò e non gli darò pace finché non mi avrà chiesto scusa e non mi avrà detto cosa gli prende” affermò.
“Brava, non farti mettere i piedi in testa”la incoraggiò Rachel.
Emmeline li salutò con un cenno distratto e si diresse verso l'uscita della biblioteca a passo di marcia. Per un attimo, Regulus sentì di compatire Barty: Emmeline era una ragazza molto paziente che di solito non si scomponeva mai, ma quando si arrabbiava erano guai assicurati.
Subito dopo gli tornò in mente il motivo per cui era lì e si rivolse a Rachel, cercando di esordire con delicatezza.
“Che tema stai scrivendo?” le chiese, mentre si avvicinava.
“Quello per Cura delle Creature Magiche” rispose lei allegramente. “Ho lezione alle cinque”.
“Ancora con i compiti svolti all'ultimo minuto?” commentò lui.
“Veramente manca un'ora e mezza! E poi non è colpa mia se gli insegnanti non ci danno neanche il tempo per respirare” rispose Rachel, mettendo l'ultimo punto per poi voltarsi verso di lui. “Stamattina durante l'ora libera mi sono esercitata con l'Incanto Patronus” aggiunse.
“E sei riuscita ad evocarlo?” domandò lui, curioso: nel loro corso di Difesa contro le Arti Oscure non ce l'aveva fatta ancora nessuno. Perciò si stupì parecchio quando lei sorrise e gli rispose:
“Quasi!”
“Davvero?”
“Davvero sì. Non aveva nessuna forma, però ho evocato uno scudo di luce argentea e sono riuscita a mantenerlo per più di un minuto. Vorrei tanto scoprire di che forma è fatto”.
“Hai già fatto tanto per aver iniziato a studiare l'Incanto Patronus una settimana fa” la rassicurò Regulus. “Sei stata brava”.
“Insomma...” disse lei, poco convinta. “In fondo il merito è tutto tuo”.
“Ma io non...” esordì Regulus, ma si interruppe quando vide l'espressione sul viso della ragazza.
Lei lo prese per la mano, portandolo esattamente sotto un ramoscello di vischio che pendeva dal soffitto.
“Siamo in biblioteca” le ricordò lui: le pile di libri impolverati erano i soli spettatori silenziosi, ma Madama Pince poteva piombare lì in ogni momento.
“Se l'hanno messo qui un motivo ci sarà” osservò saggiamente Rachel. “E poi devo esercitarmi per l'Incanto Patronus, no?”
Senza lasciargli altro tempo per parlare, gli prese il viso tra le mani e posò le proprie labbra sulle sue.
Improvvisamente dimentico dei rigidi divieti della bibliotecaria e di quello che le doveva dire, Regulus ricambiò il bacio e si sentì percorrere da un brivido intenso quando Rachel gli andò ad accarezzare la nuca, scompigliandogli i capelli. Lui la attrasse a sé, sfiorandole la schiena.
Presto dimenticò di trovarsi in biblioteca: era scomparso tutto ciò che non riguardasse loro due, con l'unica eccezione del vischio sospeso sopra le loro teste.
In quel momento, tuttavia, l'ultimo neurone rimasto con una briciola di raziocinio fece in modo che Regulus sentisse l'inconfondibile suono dei passi di Madama Pince che si avvicinava. Anche Rachel se ne accorse e si allontanò immediatamente.
Quando la bibliotecaria si affacciò con il solito cipiglio sospettoso, vide soltanto una ragazza che consultava diligentemente un libro e un ragazzo che, girato dall'altra parte, cercava di ordinarsi i capelli, rosso in volto.
“Se n'è andata?” bisbigliò Rachel alcuni secondi più tardi.
“Sì” rispose Regulus, dopo aver lanciato un'occhiata alla propria destra. Poi si voltò verso di lei.
“Forse è il caso che... cominciamo a studiare” disse, cambiando idea a metà frase: ancora non si sentiva pronto per parlarne.
“Uffa...” sbuffò lei. “Non ho nessuna voglia di fare i compiti di Trasfigurazione”.
“Lo so, preferiresti continuare a esercitarti per Difesa contro le Arti Oscure, vero? Anche io” scherzò Regulus, ricevendo per tutta risposta una gomitata sul braccio.
Ma tornò subito serio, rendendosi conto di non potere rimandare.
“C'è una cosa che devo dirti” confessò in fretta, prima di cambiare nuovamente idea.
“Di che si tratta?”
Regulus evitò il suo sguardo, ma non riuscì a nascondere la propria agitazione.
“Ehm...”
Dal momento che si sentiva mancare il fiato per l'ansia, per parecchi istanti non fu in grado di pronunciare una sola sillaba.
“È successo qualcosa?”
“No, è solo che... Senti, non ti arrabbiare se te lo dico solo adesso ma...”
“Regulus Black” lo incalzò lei, perdendo subito la pazienza, le mani sui fianchi. “Sputa il rospo”.
“E va bene, d'accordo” fece lui rassegnato. Prese un bel respiro e rispose: “I miei genitori vogliono conoscerti”.
Lo disse tutto d'un fiato: non vedeva l'ora di togliersi quel peso dallo stomaco.
Rachel rimase immobile per un po': probabilmente non si aspettava una cosa del genere. Dopo alcuni eterni istanti, l'unico commento che le uscì fu un enigmatico: “Ah”.
Regulus non contribuì a portare avanti la conversazione, perciò alla fine fu di nuovo lei a parlare, dopo essersi ripresa dallo stupore iniziale.
“Cavolo, Regulus, credevo che mi stessi per riferire chissà quale disgrazia. Ti sei visto in faccia?” disse, divertita dalla reazione esagerata di lui.
Lui sospirò, un po' imbarazzato e un po' teso. Rachel non poteva capire quanto fosse di vitale importanza che la sua famiglia si facesse un buon concetto di lei.
“In realtà” proseguì Rachel, “non sapevo neanche che glielo avessi detto”.
“Invece sì” rispose Regulus, ritornando con la mente a quel giorno di fine estate.
Suo padre aveva cominciato a fargli degli strani discorsi sulla perpetuazione della stirpe, finché non aveva esplicitato i suoi pensieri.
“Ovviamente è ancora presto per te” aveva detto Orion. “Però è meglio cominciare a pensarci fin da subito, prima che tutte le poche ragazze rimaste Purosangue si uniscano ad altre famiglie”.
“Ma veramente...” lo aveva interrotto Regulus, “io ne ho già trovata una...”
“Ah sì? E quando pensavi di dirmelo?” gli aveva chiesto suo padre, con un sopracciglio inarcato. “Di chi si tratta?”
“Rachel Queen” aveva detto il ragazzo, rigido come un palo.
“Queen, eh? Non è il genere di famiglia che frequentiamo... però sono Purosangue, quindi il problema non dovrebbe porsi. Meglio così”.
Regulus, immensamente sollevato, aveva sperato che la faccenda si concludesse lì, e invece Orion doveva essersi consultato con sua moglie, decidendo di assicurarsi che Rachel facesse al caso loro.
Regulus guardò la ragazza, aggiungendo:
“Per te va bene?”
Lei sospirò a sua volta, ma si vedeva che il sorriso che esibì fosse molto forzato.
“D'accordo. Però fammi un favore. Lo so che siete una famiglia molto tradizionalista, ma non esagerare con le formalità. Mi metterebbero solo a disagio. Per quando sarebbe? Dopo Natale?”
Regulus si tormentò le dita: era giunto il momento che più temeva.
“In realtà... l'hanno deciso loro, io non c'entro... Sarebbe per domani, quando arriviamo a King's Cross...”
Ci fu un tonfo: il libro che Rachel teneva in mano cadde per terra, ma lei non si diede la pena di raccoglierlo, perchè era sbiancata e lo guardava con aria sconvolta.
“Che cosa? Domani?!” strillò.
Ecco, lo sapevo, pensò lui, agitato. Ma perchè la gente doveva creargli tutti quei problemi?
“E me lo dici adesso?” continuò Rachel.
“Veramente l'ho saputo solo poco fa” si giustificò.
“Ma così non ho neanche il tempo di prepararmi psicologicamente!”
“Bè, almeno sarà una cosa più veloce di una cena a casa mia. L'hai detto tu che non vuoi troppe formalità...”
Subito dopo averlo detto, Regulus si rese conto che sarebbe stato meglio tacere. Rachel gli rivolse un'occhiata omicida che lo fece indietreggiare.
“Già, e chissà come mai hanno deciso di farmi un'improvvisata alla stazione! Non ti sembra strano? Di solito le famiglie come la tua organizzano dei ricevimenti fin troppo in grande! Te lo dico io perchè hanno deciso così: prima di farmi mettere piede in casa vostra, vogliono essere sicuri che ne sia degna! Bè, io non ci sto! Credevo di essere presentata ai tuoi genitori, non di ritrovarmi davanti ad una commissione d'esame che mi deve dare il voto!”
Fantastico. L'ha presa peggio di quanto pensassi.
“Non devi fare nessun esame” cercò di convincerla, ma lei lo interruppe subito.
“Non negare l'evidenza, è una cosa che non sopporto!”
“D'accordo, pensa quello che vuoi. Però adesso calmati e parliamone...”
Rachel incrociò le braccia e prese a fissare un albero di Natale all'angolo, con un'espressione strana.
“Sai che c'è? Quest'anno ho voglia di restare a Hogwarts per le vacanze” annunciò.
Regulus si sentì improvvisamente mancare e impallidì.
“Non puoi...”
“Sì che posso”.
“Così mi lasci nei casini!” sbottò lui, cominciando davvero a preoccuparsi.
“E che cosa succederebbe se decidessi di dare buca ai tuoi?”
“C'è bisogno che ti risponda?”
Rachel abbassò lo sguardo, contrariata.
“In parole povere, sono costretta ad accettare, a meno che non voglia compromettermi per sempre ai loro occhi, giusto?”
Lei espirò dalle narici: Regulus non si sarebbe stupito se avesse visto uscirvi del fumo.
“Per favore” mugolò, con un tono forse un po' troppo supplichevole. Pensò di essersi ridotto davvero male se doveva addirittura implorarla. D'altra parte non aveva alternativa: desiderava molto più di quanto non dimostrasse che Rachel fosse accettata dai suoi.
“E se non gli piacessi?” chiese, tesa.
“Ma che dici?”
“Potrebbero non considerarmi alla tua altezza”.
“E perché mai? A loro interessa solo che tu sia Purosangue, e visto che lo sei, non hai motivo di preoccuparti”.
Rachel si raddrizzò. Aveva un'espressione poco convinta.
Sì, ma io non sono come voi. La mia famiglia non vorrebbe vedere i Babbani estinguersi”.
Loro questo non lo sanno. Pensano solo che preferiate il quieto vivere”.
Può darsi, ma in realtà non è così. Io non sono una che incassa e tace, lo sai. Prima o poi lo capiranno, e ti chiederanno di lasciarmi perdere”.
Regulus sentì un'agitazione crescente serrargli lo stomaco mentre delle fitte dolorose gli opprimevano il cuore. Rachel aveva perso tutta l'aggressività di prima: ora sembrava soltanto spaventata.
Non ho nessuna intenzione di lasciarti” disse lui.
E se ti obbligassero? Tu non ti ribelleresti... e non dire il contrario, perché non ti credo” aggiunse lei, prima che lui potesse replicare. “Esegui gli ordini dei tuoi genitori come se fossi un cagnolino, lo so bene”.
Regulus non ebbe la faccia tosta di negare. Tuttavia, vedendola così insolitamente fragile e insicura, cercò di tranquillizzarla, stringendola in un abbraccio.
Andrà tutto bene. Basterà evitare certi argomenti” le disse. “Però dimmi che li incontrerai. Ci sarò anche io, non sarai sola”.
“Bè, non che abbia molta scelta” commentò lei. “E va bene, d'accordo” aggiunse, esasperata.
Regulus tirò un enorme respiro di sollievo. Era salvo, per il momento.
“Ringrazia il cielo che domani non ci saranno i miei alla stazione” gli disse la ragazza. “Loro non mi avrebbero permesso di correre il rischio di essere umiliata”.
“Non c'è nessun motivo perchè succeda” cercò di rassicurarla lui. Si tormentò il labbro con i denti, indeciso su cos'altro dire. “Per me sei perfetta” aggiunse avvampando.
“Sì, una perfetta idiota, visto che sto andando al patibolo per salvare te” lo corresse Rachel, tuttavia senza riuscire a nascondere un sorrisetto compiaciuto.


Il giorno seguente, Regulus e Rachel si riservarono uno scompartimento tutto per loro, dal momento che nessuno dei due aveva molta voglia di parlare con gli altri.
Trascorsero gran parte del viaggio in silenzio, scambiandosi solo qualche parola. Quando il sole iniziò a calare, Rachel afferrò la mano del ragazzo e gliela strinse, nervosa.
“Ehm... ti dispiace?” le chiese lui dopo un po', indicando l'arto che stava cominciando a perdere sensibilità.
“Oh, scusa” rispose lei, lasciandogliela subito.
Lui si voltò a guardarla: non l'aveva mai vista così agitata in vita sua. Rachel cercò di sembrare più spavalda di quanto fosse in realtà, ma non ottenne un gran risultato.
Oggi sono inguardabile” disse, osservando il proprio riflesso sul finestrino.
Sei bellissima, come sempre” la rassicurò lui.
In quel momento il treno iniziò a rallentare, e loro due sobbalzarono: non si aspettavano di arrivare così in fretta. Il viaggio era sembrato brevissimo.
Regulus prese la mano di Rachel, come per farle forza, anche se in realtà era più terrorizzato di lei.
Quando scesero dal treno infatti era sbiancato, mentre lei aveva la mascella serrata e uno sguardo che faceva chiaramente capire che non aveva intenzione di soccombere alla battaglia che la aspettava.
Sei pronta?” le chiese lui.
E tu?”
Regulus scosse la testa, cercando di ricomporsi, e si incamminò, ma Rachel non lo seguì.
Aspetta un attimo” gemette, con un tono un po' isterico. “Sono loro, vero?”
Regulus guardò nella direzione che la ragazza aveva indicato e annuì, notando con dispiacere che sua madre avesse indossato uno dei suoi abiti migliori, con la chiara intenzione di impressionarla.
Rachel chiuse gli occhi inspirò profondamente due o tre volte e, infine, li riaprì.
Va bene, adesso sono pronta” disse, stringendo i pugni.
Mentre si facevano largo tra gli altri studenti, Regulus era alla disperata ricerca di un modo in cui cominciare il discorso. Non sapeva neanche come presentarla, dal momento che non aveva avuto il tempo di prepararsi.
Quando li ebbero raggiunti e dopo averli salutati, Regulus esordì, senza essere in grado di formulare una frase di senso compiuto:
Lei... ehm...”
Rachel Queen, piacere” si presentò lei, prendendo in mano la situazione. Regulus ne fu lieto.
Orion le strinse la mano, mostrando un'espressione impassibile mentre la studiava con attenzione, mentre Walburga la guardava con un'aria intimidatoria. Rachel non batté ciglio, anche se Regulus la vide mordicchiarsi il labbro.
Piacere di conoscert...” esordì Orion, ma cambiò immediatamente tono all'occhiataccia di sua moglie, “... di conoscerla, signorina” si corresse con un atteggiamento estremamente formale.
Walburga rimase in silenzio anche mentre stringeva a sua volta la mano di Rachel. Quest'ultima sostenne fermamente il suo sguardo, arrossendo intorno alla zona delle orecchie.
“Il treno è arrivato più tardi del solito” disse Orion, e Regulus apprezzò quel tentativo di rompere il ghiaccio con un argomento neutro.
“Sì, siamo partiti con un quarto d'ora di ritardo. Hanno fatto molti controlli, prima di farci salire” rispose, ripensando all'Auror che lo aveva perquisito alla partenza.
I due Black non approvavano le nuove misure di sicurezza, a giudicare dalle loro espressioni irritate. Poi Orion tornò a rivolgersi a Rachel.
Lei è la figlia di Perseus Queen o sbaglio?”
Domanda retorica: Regulus era sicuro che i suoi genitori si fossero informati di vita, morte e miracoli di tutti gli antenati di Rachel a partire dai tempi di Merlino.
Sì, infatti” rispose la ragazza con un trillo acuto. “Lo conoscete?” aggiunse, con una nota di ansia.
Soltanto di vista. Quando frequentavo Hogwarts, aveva pochi anni più di me. Mi sembra di ricordare che fosse Prefetto”.
Esatto, Prefetto di Serpeverde” specificò Rachel.
E che cosa fa adesso?”
Ecco, lavora alla Gringott”.
Regulus avrebbe voluto darle una mano, piuttosto che stare lì impalato come uno stoccafisso, ma fino a quel momento gli sembrava che le cose stessero andando bene, pause di silenzio imbarazzato a parte.

Invece” disse Walburga, parlando per la prima volta, “non ho molto presente sua madre”.
Regulus si pentì immediatamente di aver cantato vittoria così presto.

Oh, lei è molto più giovane di mio padre. Forse è per questo che non l'avete mai conosciuta”.
O forse perché apparteneva ad un'altra Casa” osservò Orion, facendo scendere il gelo tra di loro.
Ehm... già”.
Regulus intercettò lo sguardo implorante aiuto della ragazza, e cercò di intervenire.

Rachel però ha seguito le orme del padre, vero?”
Lei annuì, non molto convinta.

Certo, certo...” commentò Walburga, guardandosi intorno per poi rivolgere di nuovo la parola a Rachel. “I suoi genitori non sono venuti alla stazione?”
Rachel cominciava ad irritarsi per il terzo grado che le stavano facendo, ma manteneva ancora abbastanza pazienza per rispondere gentilmente.

No, perché tornerò a casa domani. Una mia amica mi ha invitata a cena” disse, indicando Emmeline Vance, la quale si voltò subito dall'altra parte. Rachel continuò a sostenere lo sguardo di Walburga e, con il tono più gentile e innocente del mondo, aggiunse: “È veramente un peccato che non vi abbia potuto presentare la mia famiglia. Se solo avessi saputo prima di questo incontro, avrei potuto chiedere loro di venire”.
Questa volta fu Walburga a cambiare colore. Il viso della donna assunse una sfumatura rossastra che virò velocemente al verde acido.
Regulus era certo che il proprio cuore avesse cessato di battere, e riuscì a resistere alla tentazione di strapparsi i capelli solo perché si rese conto di essere paralizzato. Perché quella ragazza doveva fare sempre di testa sua? Non sarebbe stato meglio fare finta di niente, invece di esprimere quella critica neanche troppo velata?
Dopo aver valutato per alcuni istanti la possibilità di gettarsi sotto un treno, Regulus decise che fosse meglio tentare di salvare il salvabile.

Bè... sarà per la prossima volta...” borbottò.
Gli occhi della signora Black erano ridotti a due fessure sottilissime; suo marito, per fortuna, finse di non aver colto l'allusione.

Ma certo, ci saranno altre occasioni” convenne, cambiando accuratamente discorso. “Allora, vi state preparando per i M.A.G.O.?”
Il resto della conversazione fu molto meno teso rispetto all'inizio, anche se non mancarono i momenti in cui il malumore di Walburga rischiò di esplodere: la donna aveva molto meno autocontrollo di Orion, il quale in realtà sembrava a sua volta poco entusiasta. Regulus si chiese perché suo padre si sforzasse di essere così paziente: forse la vecchiaia lo rendeva meno rigido, pensò, cupo.
Per fortuna, Rachel ebbe il buonsenso di comportarsi bene, senza altre allusioni o critiche, e riuscì ad evitare che quella conversazione si trasformasse in un vero e proprio interrogatorio mettendosi a parlare del Lumaclub, una delle poche cose che la accomunava ai due mastini che si trovava davanti.
Regulus era molto nervoso perché non aveva la più pallida idea di cosa passasse per la testa dei genitori. Perciò si sentì sollevato quando suo padre invitò Rachel a non fare attendere troppo i Vance.

È stato un vero piacere conoscerla, signorina” sibilò Walburga con un tono estremamente pericoloso, come se pronunciare ogni singola parola le costasse una fatica immensa.
Anche per me” ribatté Rachel, altrettanto rigida.
Le due si fissarono per qualche secondo, con gli occhi che si lanciavano fulmini e saette, poi tornarono a fingere indifferenza.
Regulus deglutì, notando quanto poco si stessero simpatiche.
Finiti gli ultimi convenevoli, il ragazzo si offrì di accompagnare Rachel, ma la fece fermare dietro un pilastro.

Mi è sembrato un esame vero e proprio” sbottò Rachel, sarcastica. “Mi metteranno Accettabile o Scadente?”
Con quell'uscita infelice hai rischiato un Desolante” ribatté Regulus, finalmente libero di parlare. “Ma ti sei impazzita?”
Scusa, ma volevo dare loro una lezione. Anche io ho il diritto di farmi rispettare”.
Regulus sbuffò, agitato.

Non farlo più. Non voglio che ti giudichino male” disse, con la voce rotta dall'angoscia. E se gli avessero detto che non era la ragazza adatta a lui?
Rachel lo vide impallidire, e gli prese le mani nelle sue, senza dire nulla.
Regulus guardò in direzione dei suoi genitori: da quella distanza non poteva sentirli, ma vedeva che stavano discutendo.

Non mi piace” stava dicendo Walburga. “Non mi piace neanche un po'”.
Temo che dovrai fartela piacere per forza” replicò Orion, impassibile.
Sua moglie gli scoccò un'occhiataccia.

Ti sei rammollito, per caso? L'hai sentita, prima? Non sa stare al suo posto”.
Ammetto che abbia la lingua un po' troppo lunga, ma poteva andare molto peggio. Regulus fa sempre quello che gli diciamo, ma su questo preferirei lasciarlo decidere da solo. Dobbiamo essere cauti. È l'ultimo erede maschio e non possiamo permetterci il lusso di perdere anche lui”.
Walburga sul momento non seppe cosa replicare. Suo marito non aveva tutti i torti: sarebbe stato rischioso fare l'ostruzionismo, ma lei non voleva rassegnarsi.

E che cosa mi dici della madre Grifondoro? Non vorrei avere qualche altra brutta sorpresa, quando -e se- nasceranno degli eredi”.
Orion parve molto pensieroso.

Io direi di correre il rischio. In fondo, lei è sempre una Purosangue: con un'educazione adeguata, nessun eventuale erede vorrà rompere la tradizione un'altra volta”.
Walburga non credeva alle proprie orecchie. Non voleva arrendersi così.

Quella ragazza sarà una spina nel fianco. Ha un'aria di sfida...” disse, ma Orion la interruppe, irremovibile.
È la mia ultima parola, Walburga, e anche Phineas sarà d'accordo con me”.
Allora la responsabilità ve la assumerete voi” sbottò lei, furibonda.
Non continuò a protestare perché Regulus era tornato da loro, in evidente disagio.
Il ragazzo aveva i crampi allo stomaco per l'ansia. Era in pieno dicembre e stava nevicando, ma lui sentiva caldo, un caldo che non aveva niente a che fare con il clima: era la paura che lo attanagliava e gli impediva di restare lucido.
Per alcuni eterni istanti ricambiò lo sguardo dei genitori, che erano muti e immobili come statue. Infine, Orion gli rivolse la parola.

Ci tieni proprio a lei?”gli chiese, con un tono alla se-non-hai-niente-di-meglio-da-fare.
Lui non si aspettava una domanda del genere, ma annuì con decisione.

Quand'è così... Ha ancora molto da imparare, ma rimedierà. Devi farle capire chi comanda, chiaro? Quanto a noi, la prossima volta le daremo un preavviso di un mese”.
Regulus non poteva credere alle proprie orecchie; non era neanche tanto sicuro di aver capito bene.

Grazie” disse, immensamente sollevato.
Andiamo, Kreacher ha preparato la cena” tagliò corto Orion, senza rispondergli.
Regulus si voltò verso Rachel e, quando incrociò il suo sguardo, le rivolse un rapido segno di vittoria. Poi si incamminò dietro gli altri due Black, lasciando sul viso di lei un sorriso identico al proprio.


01. Addio. 02. Ricordi. 03. Speranza. 04. Bellezza. 05. Fotografia.
06. Gatto. 07. Cane. 08. Musica. 09. Fuochi d'artificio. 10. Cioccolato.
11. Carta. 12. Paura. 13. Sole. 14. Sangue. 15. Bambola.
16. Ali. 17. Cuscino. 18. Candela. 19. Dolce. 20. Amaro.
21. Pelle. 22. Ghiaccio. 23. Sogno. 24. Incubo. 25. Risveglio.
26. Incontro. 27. Vertigine. 28. Lacrime. 29. Attesa. 30. Noia.
31. Felicità. 32. Dolore. 33. Solitudine. 34. Silenzio. 35. Campanello.
36. Nascosto. 37. Gelosia. 38. Nodo. 39. Caldo. 40. Freddo.
41. Tempo. 42. Bacio. 43. Sorriso. 44. Desiderio. 45. Illusione.
46. Specchio. 47. Latte. 48. Caffè. 49. Potere. 50. Strada.

*Angolo autrice*

Dunque, non ho la più pallida idea di come sia venuto questo capitolo perché scriverlo è stata un'impresa quasi epica: non è che si trovano molto argomenti di conversazione con quei due simpaticoni! Comunque, spero proprio che questa conversazione sia venuta bene... io non so giudicarmi, ora come ora...
Non ho fatto finire tutto a tarallucci e vino perché non ce la vedevo Walburga a dire a Rachel: "Cara, sei adorabile! Ti aspetto domani per il tè delle cinque". Anche no.

Prossimo aggiornamento: 13 marzo, sperando di farcela come questa settimana (sono ricominciate le lezioni, sob)

Perdonate le risposte rapide, ma non ho avuto molto tempo...

Alohomora: tranquilla, la mia pausa di riflessione è già finita, anzi, forse non è mai iniziata! Ho già progettato i prossimi capitoli, devo solo scriverli. Hai visto? Ho deciso di seguire il tuo consiglio, alla fine, e al tempo stesso, a rendere Orion non troppo sottomesso! XD
Mirwen: sì, grazie, gli esami sono andati bene, ma sono contenta soprattutto perché li ho finiti!
Mizar: Barty è il fedelissimo di Voldemort, quindi ho sempre pensato che fosse leale anche come amico (a modo suo!). Nel seguito cambieranno gli eventi, ma i personaggi resteranno gli stessi, quindi la strada di Barty è già segnata, ma di sicuro non lo farò baciare da un Dissennatore...
Gobra1095: bè, anche io sono curiosa di sapere come continuerò, erchè a parte i primi capitoli devo ancora pensare seriamente al seguito!
Pervinca Potter 97: mi hai fatto fare un'indigestione di recensioni, dico sul serio! Non posso rispondere a tutte, ma mi riferirò a quella del capitolo 16: Walburga volere bene a Sirius? Uhm, non so, sicuramente non dopo lo Smistamento. Ma io credo che quella orribile donna veda tutti e due i suoi figli prima di tutto come strumenti per innalzare la gloria della famiglia... e poi magari può scapparci anche qualche raro segno di affetto (per chi si comporta bene, però)
_Mary: meno male, e io che credevo di fare fallire Regulus troppe volte! Sì, in effetti non sarebbe stato il massimo fargli andare tutto liscio, e poi è più divertente così!
979: famosa? *_* Ok, lo ammetto, sto gongolando, però oggettivamente penso di essere nella media, ci sono autrici molto più conosciute! Comunque, grazie, me ne basta uno di complimento così. A proposito, Rabastan ricomparirà tra alcuni capitoli!
malandrina4ever: grazie, credevo di aer fatto tutto troppo velocemente, ma a quanto pare i miei timori erano infondati. Tranquilla, il seguito arriverà, ti chiedo solo di avere pazienza!
lyrapotter: sono sicura che Barty ti starà sempre più antipatico, soprattutto nel prossimo capitolo... Quanto a Rachel, non sa di essere letteralmente circondata da Mangiamorte. Intanto, ringraziamo Lucius per il grande aiuto che ha dato a Harry (ora si mangia le mani! XD)
dirkfelpy89: purtroppo sì, puoi dire addio al Barty che conoscevamo; qui l'ho solo accennato, ma nel prossimo capitolo parlerò di più di lui ed Emmeline.
DubheBlack: in fondo Barty sr se l'è proprio andata a cercare, eccheccavolo! Ho intenzione di scrivere qualche cosa con Sirius, anche se purtroppo non posso dilungarmi quanto vorrei...
deaselene: ciao! Con Rachel andrà avanti ancora per un po', come puoi vedere: Regulus conoscerà anche i genitori di lei (e saranno più simpatici dei Black, te lo assicuro!)
Pepesale: sapevo che quel capitolo ti sarebbe piaciuto! L'ho scritto proprio per dare un minimo di consolazione prima di tutto a me stessa, perché mi facevano troppa pena i due fratelli separati :-(

  
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