Film > Pirati dei caraibi
Segui la storia  |       
Autore: Martyx1988    07/03/2010    3 recensioni
Ho sempre voluto scrivere una fic su questo fandom e, grazie all'ispirazione dai film e da altre storie, eccola qui. L'hanno sempre chiamata Betty, o Miss Betty, ma una lettera che non doveva pervenire a lei mette in dubbio tutte le poche certezze di una ragazza a cui l'alta società londinese va stretta... Una nave la porterà per mari lontani a ricostruire il suo passato e a mettere le fondamenta ad un futuro inaspettato...
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pirati dei Caraibi – Gli eredi del mare
Il Pivello

Gli occhi acquosi dell'Anguilla erano puntati in quelli castani del Pivello, immobili e scrutatori, mai perturbati da un battito di ciglia. Le labbra sottili del marinaio erano tirate a disegnare una perfetta linea orizzontale sul suo volto, in contrasto col sorriso sardonico del ragazzo di fronte a lui. Nella mano dell'Aguilla il bicchiere di legno roteava lentamente e al suo interno i dadi rotolavano e si scontravano, dando una ritmata colonna sonora a quel momento di tensione. Un ultimo tiro e le loro sorti sarebbero state decise una volta per tutte.
"Sette" gracchiò l'Anguilla con tono tagliente.
"Sei" ribattè il Pivello con ostentata sicurezza.
"Bene"
Con un movimento fulmineo l'allampanato pirata rivoltò il bicchiere sulla botte di legno che fungeva loro da tavolo. I dadi al suo interno cozzarono un'ultima volta, quindi vi fu silenzio. Gli sguardi dei due giocatori andarono allora al bicchiere che l'Anguilla stava sollevando con lentezza disarmante. Apparvero alla loro vista i primi puntini neri delle facce laterali, poi lo spigolo smussato e scheggiato del dado, infine i due piccoli cubi furono totalmente scoperti.
"Ahaaaaa!" esultò l'Anguilla nel vedere quel magico quattro più tre sul tavolo "Sette! Il nostro Pivellino dovrà lavare il ponte fino a che faremo porto, che peccato! Uahaaa!"
Ma il Pivello non si scoraggiò. Se c'era una cosa che aveva imparato durante quel mese a bordo della Persefone era che c'era sempre un'occasione per ribaltare le proprie sorti. Infatti, non appena l'Anguilla gli diede la schiena per festeggiare la sua vittoria con un collega marinaio, il Pivello si mosse fulmineo a girare il dado di una faccia, in modo che il tre diventasse un due. Diede poi una fugace occhiata in giro, ma Slim era ancora intento a festeggiare sguaiatamente e gli altri pirati non gli prestavano alcuna attenzione.
"Io aspetterei a festeggiare, Slim" buttò lì con fare innocente "Se non vado errato, è uscito un quattro più due, non un quattro più tre"
Slim smise di agitarsi convulsamente e tornò a guardare il tavolo. Sbattè le palpebre incredulo quando vide che il Pivello aveva ragione.
"Ma...era...io ho visto..." iniziò a balbettare, per poi mettersi a contare con le dita rimuginando tra sè e sè.
"Evidentemente la matematica non è il tuo forte, mastro Slim" constatò il Pivello alzandosi dall'improvvisato sgabello e sistemandosi il bicorno sul capo "Vi auguro un buon lavoro"
Il ragazzo fece per andarsene, ma la mano affusolata di Slim gli agguantò il braccio.
"Hai imbrogliato" lo accusò il marinaio, puntandogli nuovamente gli occhi addosso.
"E in base a cosa affermi ciò?" ribattè il Pivello senza scomporsi.
"Era un quattro più tre, ci metterei la mano sul fuoco. Hai girato i dadi mentre non vedevo"
"Ma non mi hai visto farlo, così come nessun altro sulla nave, perciò non hai prove"
Il Pivello fece per andarsene, ma Slim lo trattenne.
"Solo perchè sei l'attendente del capitano, non credere che non possa tagliarti quella mano lesta che ti ritrovi"
"Forse proprio perchè è lesta, dovresti prestarci attenzione"
Slim si corrucciò per un istante, quindi fece cadere lo sguardo sulle mani del ragazzo. La sinistra non sembrava sul punto di muoversi, ma quando portò gli occhi sulla destra, il Pivello vi ficcò due dita dentro, costringendo il marinaio a mollare la presa sul suo braccio per portarsi le mani agli occhi doloranti.
"Dannatissimo cagnaccio rognoso!" imprecò Slim ancora momentaneamente cieco "Se ti prendo ti faccio finire in pasto agli squali senza darti il tempo di pregare la tua fottutissima madre ignota!"
Ma il Pivello, o meglio, la Pivella, era già a metà della sua scalata lungo la grisella di tribordo e non più a portata d'orecchio. Raggiunse in breve la coffa, dove Botton scrutava l'orizzonte come ogni giorno.
"Bada che, prima o poi, Slim si ricorderà di tutte quelle che gli hai combinato in questo mese" la avvertì la vedetta senza scostare gli occhi dal mare pacifico.
"Confido nella sbronza di questa sera, o in qualche accidentale botta in testa"
Botton rise.
"Certo che sei cambiato dal primo giorno, ragazzo" constatò "Ti arrampichi su quelle griselle come se ti ci avesse appeso tua madre appena ti ha partorito"
"Chissà che non sia vero" ribattè Morgan, prima di tornare a guardare verso il ponte. Slim si stava sciacquando gli occhi con l'acqua della sua borraccia e nel mentre continuava a maledirla. Non le importò più di tanto, la sola cosa che contava era aver raggiunto l'obiettivo: pirata al cinquanta per cento. L'ultima prova a cui Gibbs l'aveva sottoposta era, secondo il capitano, la più difficile. A suo parere, infatti, un pirata, per essere tale, deve essere disonesto e senza coscienza alcuna. Di tutti i suoi marinai il peggiore era Slim e gabbare lui avrebbe significato aver raggiunto un livello accettabile di disonestà, oltre che di scaltrezza. Dopo molti tentativi e molte serate passate a tirare a lucido il ponte a causa delle sconfitte contro Slim, alla fine Morgan aveva dovuto tentare il tutto per tutto a meno di una settimana dall'arrivo nel Mar dei Caraibi. Alla fine ce l'aveva fatta, poteva considerarsi un pirata.
Al momento, però, la presenza di Slim sotto l'albero maestro che l'attendeva come un cane rabbioso le impediva di andare a riferire al capitano il suo successo. Sulla coffa era al sicuro. Al contrario di Slim, infatti, Botton l'aveva presa in simpatia sin dal primo giorno e non aveva mai esitato a scaricare sull'Anguilla o qualsiasi altro marinaio fosse alle calcagna di Morgan una buona dose di piombo. Per questo motivo Morgan non aveva mai ingannato la vedetta, tranne che su un particolare che aveva dovuto tener nascosto a tutta la ciurma.
Per tutti quanti lei era Morgan il Pivello, un ragazzino, un maschio. Per rendere il tutto più credibile si era dovuta stringere una fascia al petto, per rendere le sue forme di donna meno vistose. Per il comportamento non si era dovuta sforzare più di tanto, già Miss Parker le aveva sempre fatto notare quanto il suo atteggiamento fosse poco femminile.
Il ricordo di Miss Parker le sembrò lontano millenni da quello che era diventata durante quel mese di navigazione. Nonostante non fosse la sua vita ideale, fu presa da un po' di malinconia che cercò di scaricare guardando verso il mare, azzurro e limpido sotto i raggi del sole mattutino. Un piccolo difetto, però, non sfuggì al suo occhio. Una macchiolina nera davanti a lei, a stento riconoscibile come una nave a causa della lontananza. Morgan si concentrò su quel punto lontano, lo vide crescere a vista d'occhio e dilinearsi, ne riconobbe la grande vela di maestra, la polena, l'intero scafo. Tutto completamente nero.
"Botton" chiamò senza distogliere lo sguardo, ma il marinaio non le rispose "Botton! Una nave!" ripetè a voce più alta.
"Cosa?" rispose finalmente la vedetta.
"C'è una nave a babordo, con le vele nere" spiegò meglio Morgan, voltandosi verso Botton e indicandogli il punto con l'indice teso.
"Per la barba di Barbanera!" esclamò a bassa voce, prima di gridare a tutta la ciurma dell'avvistamento. "Nave a babordo!"
Subito sul ponte crebbe il fermento, al suono di "Nave a babordo" che ogni marinaio ripeteva come se fosse una cantilena, finchè su tutte una voce si fece largo.
"Che succede, mastro Botton?" domandò il capitano Gibbs, appena uscito dal castello di poppa.
"Una nave con le vele nere, signore. Punta dritto verso di noi e a gran velocità"
"Nessun segnale?"
"Non ancora, signore, e il Jolly Roger non sventola"
Morgan lo prese come un buon presagio, anche se era strano che un vascello pirata ne attaccasse un altro, specialmente di quei tempi.
"Mastro Morgan, a rapporto!" la chiamò Gibbs.
"Sì, capitano" fu la pronta risposta della ragazza, che ridiscese fino al ponte, rapida come un ragno lungo la ragnatela.
"Perdio, ci sembri nato per questa vita!" sorrise il capitano, ormai abituato a considerarla come un maschio. La spinse poi vicino alla porta del castello di poppa, il sorriso completamente scomparso dal volto abbronzato e rugoso del capitano.
"Signore, è la Perla?" domandò Morgan in un misto di preoccupazione ed eccitazione.
"Nessun'altra nave sventola bandiere nere" rispose Gibbs, invece per nulla elettrizzato "Ascoltami bene, ragazzino. E' molto strano che la Perla solchi queste acque e di conseguenza non so che intenzioni abbia Barbossa. In ogni caso, voglio che tu stia nascosto qua dentro finchè non se ne saranno andati"
"Barbossa?" chiese confusa Morgan "Non era Jack Sparrow il capitano?"
"E' una storia troppo lunga che forse un giorno ti racconterò, ma esigo che tu faccia come ti ho ordinato. Intesi?"
Morgan annuì decisa, anche se la cosa non le andava molto a genio. La possibilità di vedere un altro vascello pirata con un altro capitano la mandava in fibrillazione.
"Chiedono di salire a bordo, signor Gibbs!" urlò Botton dalla coffa, dopo aver interpretato i segnali mandati dall'altra nave.
"Signore?" domandò ancora Morgan, sorpresa nel sentire Botton non rivolgersi a Gibbs come capitano.
"Nel Mar dei Caraibi, sono solo il primo ufficiale di questa nave. Ora basta con le domande e dentro"
Gibbs aprì la porta degli alloggi quanto bastava per farci passare il fisico esile di Morgan, quindi la richiuse e si allontanò. Dai vetri opachi la ragazza lo vide appostarsi alla balaustra di babordo, in attesa della barcaccia partita poco prima dalla grande nave nera ancorata lì vicino. Non passarono che pochi minuti, prima che un arcigno pirata con un largo cappello nero dalla piuma spiumata e una scimmietta sulla spalla mettesse piede sul ponte, accolto non troppo calorosamente da Gibbs.
Morgan socchiuse la porta quel poco che le bastò per sentire la conversazione.
"I miei omaggi, signor Gibbs" salutò con eccessiva cortesia Barbossa, sfiorandosi appena la tesa del cappello.
"E' una sorpresa vedervi qui, capitano. Le ultime notizie vi davano per prigioniero e la vostra nave nelle mani della Marina"
"Un aiuto improvviso quanto propizio ha fatto in modo che riacquistassi libertà e imbarcazione, ma la Marina mi è comunque alle calcagna da quel giorno. Non che si sia mai rivelata eccessivamente pericolosa, tuttavia è un sassolino in una scarpa molto fastidioso" spiegò Barbossa senza scendere troppo nei dettagli.
"Quali notizie portate, dunque, dal Mar dei Caraibi?" chiese Gibbs sorridente.
"C'è agitazione. La scomparsa della maggior parte dei Pirati Nobili ha preoccupato non poco i nostri illustri colleghi e sottoposti. Inoltre strane voci iniziano a girare tra le locande"
"Riguardo a cosa, se posso chiedere?" si incuriosì Gibbs.
"Prendetela come la confessione di un vecchio marinaio ubriaco, ma secondo lui e molte altre fonti l'Olandese è tornata a solcare le acque dei vivi"
Al sentir nominare l'Olandese Morgan si fece più attenta alle parole di Barbossa.
"Dopo tutti questi anni? Perchè mai?" indagò il signor Gibbs.
"Ovviamente non con l'assiduità con cui lo faceva Jones, ma sembra che il capitano Turner sfrutti quel poco tempo libero concessogli per cercare qualcosa...o qualcuno"
"E immagino che voi non abbiate idea di chi stia cercando Turner" azzardò Gibbs, lanciando un'impercettibile occhiata verso la porta dietro cui era nascosta Morgan.
"Sappiamo bene entrambi che il nostro povero sovrano, nonchè sua consorte, è morta anni addietro, perciò possiamo restringere il campo a due persone" ribattè Barbossa con fare allusorio, ma Gibbs non si lasciò trarre in inganno.
"Persone che sappiamo perfettamente dove si trovano. Il ragazzo è arruolato e io stesso portai la bambina a Londra"
"Bambina che ormai sarà diventata donna, non credete?"
Morgan arretrò d'istinto di qualche centimetro, silenziosa. Sentì la scimmia sulla spalla di Barbossa gridare e guardare nella sua direzione. Anche il capitano fece altrettanto, ma non prestò molta attenzione al richiamo dell'animale.
"Dubito che una donna londinese si imbarchi per raggiungere questo posto maledetto" riprese Gibbs.
"Forse avete ragione" sorrise bieco Barbossa "Ad ogni modo non sono venuto qui per parlare dei marmocchi dei Turner, ma per darvi un messaggio importante da riferire al vostro capitano, perciò, se non vi dispiace convocarlo"
"Il capitano non è a bordo al momento" lo informò Gibbs "Ma provvederò a riferire il tutto non appena sarà stato reimbarcato"
"Già, ricordo la vostra strana usanza. Un capitano ai Caraibi, un altro lengo le rotte mercantili"
"E' necessario se si vuole che i farfalloni inglesi credano alla storia delle navi omonime"
"La cosiddetta genialità di Jack" commentò ironico Barbossa "Ad ogni modo ditegli che, in quanto Pirata Nobile, secondo il Codice è suo dovere andare in soccorso degli altri Pirati Nobili nell'eventualità in cui questi siano in pericolo o prigionieri, come, guarda caso, è. Siccome non è grazie a lui se adesso sono qui a parlarvi, vi prego, esortatelo ad onorare la chiamata come ventincinque anni fa fecero gli altri, o potremmo dire addio alla nostra nobile professione"
"Mi duole informarvi che Jack, al momento, ha altro per la testa" ribattè Gibbs, ma dall'espressione di Barbossa capì che questi non ammetteva repliche "Ad ogni modo riferirò, come mi avete chiesto"
"Molto bene" sorrise il pirata soddisfatto "Ora andrò alla ricerca dell'Olandese, nel tentativo di portare Will Turner dalla nostra parte"
Morgan si fece nuovamente attenta.
"Turner ha scelto di non prendere alcuna parte venticinque anni fa"
"Sì, lo so, ma penso di avere la leva giusta per smuoverlo" ghignò Barbossa, incuriosendo sia Morgan sia Gibbs. Barbossa non resistette alla tentazione di stuzzicare ulteriormente il suo interlocutore e continuò "Avete presente l'aiuto propizio di cui vi ho parlato poco fa?"
Gibbs sembrò non capire più di prima, ma la mente di Morgan associò quell'affermazione all'ultima lettera che suo fratello le aveva spedito. Era stato Jack a liberare Barbossa! E, da come il pirata si atteggiava, doveva averlo fatto prigioniero subito dopo per poter così ricattare suo padre. In men che non si dica Morgan prese la sua decisione e si avviò verso la finestra. Le doleva lasciare Gibbs e la sua ciurma senza dire niente, ma si era imbarcata per salvare suo padre e suo fratello e ora le si era presentata l'occasione giusta.
"Beh" continuò il capitano, rinunciando a far capire a Gibbs a cosa alludesse "Diciamo che potrebbe rivelarsi ulteriormente utile"
"Spero, allora, che riusciate nel vostro intento" concluse Gibbs, ignaro di ciò che stava succedendo all'interno della cabina "Avere l'Olandese dalla nostra parte sarà sicuramente d'aiuto"
"Esattamente" annuì Barbossa "Ricordatevi del messaggio per il vostro capitano e aggiungete che spero di rivederlo presto...ma non troppo. Ora, se permettete, tornerò alla mia nave, più tempo spreco a parlare con voi, più la Marina si avvicina"
"Non vi trattengo oltre, capitano" ribattè in pieno accordo e notevolmente sollevato Gibbs.
Barbossa si sfiorò nuovamente la tesa del cappello in segno di saluto e ridiscese fino alla scialuppa. Una volta che la barcaccia fu abbastanza lontana, Gibbs si concesse un sospiro di sollievo e andò verso il castello di poppa.
"Esci pure, Pivello!" gridò da dietro la porta "Pericolo scampato"
Quando si accorse che nulla si muoveva all'interno della cabina, vi entrò di persona, per scoprire con amarezza la finestrella di babordo spalancata. fare uno più uno non gli costò molta fatica.
"Diavolo di una Turner!" imprecò, arrivando alla finestra giusto in tempo per vedere la scialuppa che veniva issata fino all'altezza della balaustra della Perla.
"Perchè in quella famiglia devono essere così avventati?!?" domandò al nulla, per poi uscire sul ponte e riprendere ad impartire ordini a gran voce. Urgeva come non mai andare a prendere capitan Jack.







Scusate per l'attesa, ma tra lo studio e la mancanza di ispirazione i tempi si sono fatti più lunghi del previsto...ad ogni modo, vi presento il capitolo 5  e vi auguro buona lettura, sperando che il salto temporale non vi dia troppo fastidio, ma è stato necessario ad evitare la monotonia che altrimenti avrebbe contraddistinto la storia :)
Ringrazio quindi:
-stellysisley: sono contenta che ti sia piaciuto il precedente capitolo, spero di aver replicato con questo :) grazie a presto!
-_Vega: che bello vedere che hai aggiunto la storia tra le preferite, lo considero un onore, nella speranza che questo cap non ti faccia cambiare idea :) grazie del commento, a presto"
-Rebecca Lupin: mi ha fatto piacere vedere che ti è piaciuto il cap precedente, grazie del commento!
e ringrazio anche chi segue, preferisce e solo legge questa storia :)
A presto!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: Martyx1988