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Autore: J a z z    09/03/2010    8 recensioni
Hola carissimi frequentatori di EFP! dopo aver riflettuto, ponderato intesamente ho deciso di pubblicare questa mia terza FANFIC sulla mia coppia preferita: Draco/Hermione. Spero che andrete a darci un'occhiata e che magari mi lascierete un commento!^__^ [dal Secondo Capitolo]"...L’ex Principe dei Serpeverde e l’ex Regina dei Grifondoro stavano combattendo l’uno accanto all’altra, i volti concentrati, gli occhi che si muovevano veloci in direzione degli avversari, quei due inconsapevolmente si stavano proteggendo le spalle a vicenda. Draco muoveva la bacchetta rapida e con eleganza rallentando i Mangiamorte mentre Hermione si muoveva intorno a lui con fluidità ed agilità respingendoli. Con grande sorpresa del moro vedere i due combattere così affiatati era uno spettacolo magnifico e terribile insieme."
Genere: Romantico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1.Corrispondenza via Fenice Hola Carissimi lettori!!! sono tornata con una nuova fanfic! (ci mancava anche questa, eh? -.-) colpevole! so che ho ancora due storie da portare a termine...ma essendo io una fan sfegatata della coppia (più bella del mondo!) Draco/Hermione, non ho saputo resistere!
cosa c'è da dire...mmh...allora questa fic tiene conto degli avvenimenti fino al quinto libro, perciò dimenticatevi del sesto e del settimo! Silente, Piton e tutti gli altri sono ancora vivi e vegeti...questa storia inizia tre anni dopo l'ultimo anno di Hogwarts, perciò il caro e vecchio Voldemort è ancora vivo e semina terrore a destra e a manca e ci saranno dei nuovi personaggi che faranno la loro comparsa!
allora i personaggi come i luoghi appartengono a quella Santa di J.K. Rowling...però questa storia l'ho messa OOC per essere sicuri.
che altro dire...
Buona Lettura, spero che vi invogli a lasciare un commentino!!!!

...Lasciati Salvare...

1. Corrispondenza via Fenice

Cara Signorina Granger,
spero che lì alla Corte tutto proceda per il meglio. Ho saputo che l’ultimo scontro con Lord Voldemort è stato molto duro, ma fortunatamente non ha prodotto vittime e la notizia mi rende sereno.
Ora veniamo al motivo della mia lettera, purtroppo la situazione qui a Londra si è fatta davvero difficile, i suoi amici stanno tutti bene e non smettono un momento di pensarla, ma sono stanchi e provati dalle continue lotte, la vorrei invitare a venire qui a Londra in sede stabile, in quanto credo che il suo ritorno risolleverebbe il loro morale e rinnoverebbe il loro spirito battagliero.
La prego di farmi pervenire la sua risposta attraverso Fanny, temo, immediatamente, così da organizzare il suo rientro.
La prego inoltre di portare i miei più affettuosi saluti a Emeraude rinnovando anche la nostra vecchia amicizia e alleanza.
Spero di poterla rivedere presto al nostro fianco.
Cordiali Saluti
Albus Percival Wulfric Brian Silente 
Capo dell’Ordine della Fenice


Lunghe dita affusolate, ora leggermente tremanti, tenevano delicatamente la lettera scritta su pergamena pregiata, riportante il sigillo dell’Ordine.
 
Due occhi profondi color oro fuso si posarono sulla magnifica Fenice davanti a lei che intonava una melodia piacevole ma con un che di nostalgico.
 
«Hermione cara, qual è la tua decisione?» domandò una voce poco più di un sussurro soave antica, che sembrava uscire direttamente dalla foresta, alle spalle della ragazza china ancora sulla lettera.
 
«Non l’hai già prevista, forse?» rispose la giovane voltandosi in direzione della voce, le labbra piene e vermiglie che accennavano un sorriso. La donna con passo lento e sinuoso avanzò fino a porsi accanto ad Hermione. I suoi occhi dello stesso colore delle fronde degli alberi intorno a loro indagarono gentili ma decisi sul volto della giovane dai lineamenti delicati e fini e dall’incarnato tenue come quello di una rosa.
«Piccola mia, il futuro non è mai certo, tu dovresti saperlo oramai...» il suo tono era materno e dolce come una carezza «leggo ancora dubbi sul tuo volto, la voglia di tornare è forte, ma il dolore che alberga nella tua anima te lo impedisce...» a quelle parole Hermione distolse lo sguardo da quello della creatura.
«Loro hanno bisogno di te...» continuò la donna accarezzando una morbida onda castano scuro della giovane «anche voi avete bisogno di me» mormorò lei, lo sguardo perso nel fitto della foresta lussureggiante.
«Hermione, noi saremmo felici se tu restassi...sei una dei pochi mortali a cui è stato concesso vivere nella nostra Corte, ma nonostante il tempo sia passato, il dolore non si è lenito del tutto, tu soffri ancora; è la vendetta a guidarti e questa non la giusta via lo sai...» Hermione la fissò negli occhi ormai quasi lucidi.
«...qui hai trovato la pace, è vero, ma non dell’anima, tu lotti, sei una guerriera forte ed orgogliosa, ma forse tornando a Londra riuscirai ad affrontare i tuoi demoni e trovare una causa molto più nobile della vendetta per cui combattere...»
«che cosa hanno visto i tuoi occhi? Emeraude...» chiese Hermione confusa, la donna dalla pelle diafana e luminescente le sorrise amorevolmente «...io mi preoccupo sempre per il futuro dei miei figli e tu lo sei diventata... ma il ricorda il futuro è mutevole, ed io non posso decidere per altri, bambina mia...» disse posando un dolce bacio sulla fronte della ragazza. Un ultimo sorriso e la donna scomparve nel folto del bosco lasciando che i suoi cappelli argentei fossero mossi dal vento.
 
Fanny continuava il suo canto e sembrava che i suoi occhi cogliessero le paure della ex Grifondoro. Hermione sorrise debolmente e accarezzò la testa piumata del mitico uccello.
«mi capisci? Mi lasceresti un po’ di tempo per decidere? Sai il paesaggio è molto bello soprattutto se guardato dell’alto» la fenice tubò e si alzò in volo aprendo le magnifiche ali dalle piume fiammeggianti.
La ragazza la guardò volare alto estasiata. Poi senza avere una meta precisa cominciò a camminare fra gli antichi alberi che conoscevano la vita e la morte di ogni singolo essere vivente.
 
Tre anni.
Tre lunghi anni erano trascorsi da quando la sua vita era stata sconvolta e il futuro era diventato un enorme bolla priva di luce.
Nessuno. Nessuno era riuscita a farla rialzare, nemmeno i suoi amici, nemmeno l’Ordine, nemmeno la sete di vendetta. Poi la missione di Silente, la possibilità di fuga, da quelli sguardi dispiaciuti e compassionevoli, fuga dal dolore, dal terribile oblio dei ricordi che la dilaniavano lasciandola priva di energie, solo la morte a farle compagnia.
Non ci aveva pensato un attimo, si era comportata da vigliacca, lo sapeva bene, per nulla un comportamento da Grifondoro, ma l’unico desiderio che animava il suo spirito era quello di scappare il più lontano possibile... e così aveva fatto i bagagli, non aveva salutato nessuno ed era partita, fuggita.
I tre anni passati alla Corte di Emeraude, insieme a quegli esseri trascendenti ed immortali erano stati come vivere un sogno, tutto aveva una nuova luce, malgrado il dolore la rendesse più spenta, si era allenata, aveva appreso, un luogo felice dove riposare e l’oscurità degli incubi e della morte erano solo un pensiero lontano, l’angoscia di vivere un ricordo dimenticato in un angolino remoto. Ma poi...la guerra era arrivata anche lì, la morte era tornata sovrana...tutti sogni finiscono, Hermione ormai l’aveva imparato vivendolo sulla propria pelle, svaniscono come bolle di sapone lasciando solo l’amaro per qualcosa che poteva essere ma non è mai avvenuto, rimpianti e tanto dolore.
 
Hermione salì agile su un ramo forte e nodoso, si sedette e si prese la testa fra le mani ammirando con gli occhi lucidi la maestosità della foresta. Inconsapevolmente sorrise, in tre anni aveva imparato e conoscere quegli esseri magnifici che dimoravano tra quegli alberi muti che tanto avrebbero potuto raccontare, Emeraude le aveva dato un suggerimento, tornare... lo sapeva, tutti i sogni finiscono e il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta.
La ragazza sospirò, sentiva il desiderio della vendetta pulsare nelle sue vene, con forza con rabbia, sarebbe tornare prima o poi per affrontarla.
I volti dei suoi amici le presero a vorticare nella mente, insieme a quelli delle due persone che le avevano dato tutto e che ora riposavano metri sotto la terra bagnata dal sangue di tante altre vittime innocenti morte per un insana guerra spesso senza saperlo.
 
Hermione si alzò di scatto e con un grido musicale Fanny atterrò accanto a lei, la ragazza sorrise. La decisione era stata presa.
 
***
 
«stavolta ti ammazzo Potter!» urlò una voce irata, gli occhi grigi ridotti e spilli.
«certo come no, immagino che Voldemort sia una sciocchezza in confronto a te!» gridò di rimando un ragazzo di vent’anni gli occhi verdi infuocati di rabbia.
«ragazzi per favore, state esagerando...» sospirò sconsolata una ragazza alta e magra dai lunghi capelli rossi, scuotendo esasperata il capo.
«...come al solito, e per una cazzata oltretutto!» convenne un ragazzo alto, dalla pelle ambrata e meravigliosi occhi cobalto che se ne stava seduto elegantemente su una sedia della cucina, lo sguardo che andava dal biondo al moro.
 
Il rumore di una porta aperta violentemente fece voltare tutti tranne i due ragazzi che con le bacchette alla mano erano pronti per uno scontro mortale.
«Malfoy, Potter! Che diavolo state combinando stavolta? Volete far sapere a tutti dov’è il nostro quartier generale?!» abbaiò alterato il vecchio Malocchio Moody, l’occhio magico che roteava da una parte all’altra della stanza, mentre quello buono fissava i due ventenni.
«ha cominciato...» provò a difendersi il moro con la cicatrice sulla fronte, il biondo stava per ribattere quando fu bruscamente interrotto da Moody «ora basta! Abbassate quelle bacchette se non volete che vi affatturi personalmente!» i due le misero via quasi subito «siamo tutti dalla stessa parte, adesso, chiaro? perciò cercate di andare d’accordo una volta tanto...va già abbastanza male senza che ci mettiate anche voi due idioti!» ringhiò uscendo dalla stanza, lasciando un Blaise Zabini soddisfatto che i due avessero smesso finalmente di urlare e tornò a concentrarsi sulle carte che aveva davanti, Ginny andò verso il fidanzato e gli accarezzò il volto dolcemente, mentre questo abbassava gli occhi come per scusarsi. Draco incrociò le braccia sul petto ampio e atletico e si voltò verso Blaise, mal sopportando quelle dimostrazioni, per lui ridicole, di affetto.
«beh, io me ne torno in camera!» disse mentre con passo sicuro ed elegante usciva dalla cucina di Grimmauld Place.
Draco raggiunse la sua camera al primo piano e si distese sul letto, le braccia dietro la testa, gli occhi chiusi. Lasciando che la mente vagasse a briglia sciolta.
 
Era già passato un anno da quando aveva visto l’Oscuro Signore togliere la vita a suo padre facendolo pagare per i suoi troppi insuccessi. Un anno da quando aveva deciso insieme a sua madre ancora più devastata di lui, nel suo decoroso dolore, per la perdita del marito di tradire il loro Signore e i suoi ideali in cui nessuno dei due ormai credeva più, per quanto riguardava Draco non ci aveva mai creduto, e passare dalla parte dell’Ordine. Era un doppiogioco, Voldemort credeva che il giovane Malfoy e la madre facessero le spie per lui, mentre in realtà avveniva l’esatto opposto. Se Voldemort avesse capito il gesto di togliere la vita ad un uomo forse avrebbe due spie tra le sue file in meno.
E così Draco era stato costretto a vivere fra quelle vecchie e antiche mura, impregnate anche loro del nome dei Purosangue e un antico arazzo pronto a ricordaglielo ogni volta e come compagni “d’armi” lo Sfregiato e Lenticchia. Se glielo avessero detto qualche anno fa, probabilmente non ci avrebbe creduto nemmeno per un momento.
Il suo pensiero vagò ancora e si perse nel contemplare l’assenza della Mezzosangue, che fine aveva fatto? Sapeva cosa le era accaduto...oltre a quello l’unica altra cosa che sapeva era che era sparita, in missione per quel vecchio pazzo di Silente. Sorrise. Gli mancavano un po’ le loro scaramucce, molto più divertenti che con quel noioso di San Potter.
 
Perso com’era nei suoi pensieri non si accorse che qualcuno bussava con scortese insistenza alla porta della sua camera. Draco alzò gli occhi al cielo infastidito.
«Che c’è?» domandò brusco. Blaise comparve nella sua camera, l’espressione seria. Draco lo osservò, conosceva Blaise da troppo tempo e il suo sguardo stava a significare una sola cosa: guai.
«Piton e tua madre sono tornati, stiamo per fare la riunione» e senza aspettare una risposta uscì silenzioso, l’ex Serpeverde si concesse un momento di assoluta immobilità e poi anche lui con passo altrettanto silenzioso e felino seguì l’amico.
 
La cucina della vecchia casa dei Black, una volta orgoglio della famiglia, era stipata di persone che mormoravano, e facevano congetture.
Draco prese posto accanto a Blaise e Daphne che più per amore del moro, che della causa si era unita all’Ordine subito finita Hogwarts, era anche un Medimaga, molto utile visto ogni qualvolta tornavano da uno scontro avevano bisogno di essere curati.
 
Il biondo osservò la madre accanto a Piton, bella ed austera come al solito, la donna si accorse dello sguardo del figlio e fece un lieve cenno col capo a cui Draco prontamente rispose.
 
All’entrata in scena di Albus Silente tutti ammutolirono, gli occhi fissi sull’anziano Preside.
«Severus, Narcissa...» esordì posizionandosi accanto a loro «prendete pure la parola.»
Piton si schiarì la voce, per nulla infastidito di trovarsi al centro dell’attenzione, oramai abituato dopo lunghi anni di doppiogioco.
«La faccenda è molto semplice...» iniziò con voce atona «il Lord Oscuro vuole attaccare il Primo Ministro Babbano e tenerlo sotto controllo per mezzo la maledizione Imperius, atto che già sospettavamo volesse compiere dopotutto...»
«è convinto che interverremo?» domandò Lupin, anche se conosceva già la risposta.
«naturalmente, si aspetta che l’Ordine agisca...non è uno sprovveduto, inoltre sarà anche una specie di trappola per voi, due piccioni con una fava, l’Ordine dimezzato e il Primo Ministro sotto il suo controllo» rispose Narcissa.
«l’attacco per quando è previsto?» chiese Silente.
«domani all’imbrunire, non vogliono fare qualcosa di eclatante agiranno nell’ombra...aspetteranno che ci siano meno impiegati possibili...»
«sai già chi parteciperà a questa missione?» domandò Kingsley.
«L’oscuro signore lo deciderà poco prima della missione, perciò non ci sarà modo di avvertirvi, anche se posso dire con sicurezza che ne io ne Narcissa ne Draco parteciperà, anzi mi ha comunicato che vuole che Draco partecipi alla missione affianco dell’Ordine...»
Merda! Disse mentalmente Draco, non ne aveva nessuna voglia.
«certo, vorrà assicurarsi di avere un uomo in più dalla sua se le cose dovessero mettersi male...» rifletté ad alta voce Silente «Draco te la senti?» il biondino indurì lo sguardo carico di sfida «certo.» rispose freddo, Silente annuì soddisfatto, sapeva che non si sarebbe tirato indietro non voleva certo fare la figura del vigliacco, il suo orgoglio glielo impediva.
«molto bene, allora il nostro compito sarà quello di far uscire i Mangiamorte allo scoperto in modo che ci sia abbastanza confusione da farli rinunciare...volontari?»
Harry si alzò subito, seguito a ruota da Ron e Neville. C’era da aspettarselo, figurati se non trovava un’occasione per mettersi in mostra. Pensò annoiato Malfoy. Spocchiosi Grifondoro!
«Bene, Remus? Tonks? Bill, Arthur?» chiese il Preside i quattro annuirono « Preside? Voglio partecipare anch’io!» disse Ginny, la determinazione era tale che nessuno osò fiatare «mi unisco pure io» dichiarò tranquillo Blaise, l’espressione di Daphne era terrorizzata.
«Ricapitolando: il signor Malfoy, Harry, Ronald, il signor Paciock, Bill, Arthur, il signor Zabini, Remus, Tonks e la signorina Ginevra...molto bene avete carta bianca riguardo al piano migliore da adottare» un alto grido musicale annunciò l’arrivo di Fanny, un guizzo illuminò gli occhi del Preside «bene la riunione è finita, andate pure!» disse e si diresse a passo svelto verso la sua fenice ignorando il resto dei maghi che lo guardava stranito.
Alla fine restarono solo le persone che avrebbero preso parte alla missione, il resto si disperse.
 
Silente srotolò la pergamena e la avvicinò ad una fonte luminosa.
Professor Silente,
ho deciso di accettare la sua proposta, sono pronta a tornare, attendo le vostre istruzioni.
Emeraude ricambia i vostri saluti con altrettanto affetto.
Cordiali Saluti

Hermione Jean Granger

Il Preside sorrise, prese pergamena e calamaio scrivendo immediatamente la risposta, un’idea gli balzò alla mente e descrisse dettagliatamente le istruzione che Hermione avrebbe dovuto seguire.
 
***
 
Draco si svegliò il giorno seguente e un pensiero lo fulminò all’improvviso. Oggi devo andare in missione, cazzo. Lo pensò come un comunissimo altro pensiero di una lunga lista delle cose da fare, come svegliarsi alla mattina e dichiarare di dover andare a scuola.
Si perché Draco Malfoy non aveva paura di rimanere ferito, nemmeno di morire, per lui andare in missione era come andare a far la spesa, non contava nulla, nella sua vita non c’era nulla che contasse davvero.
 
Il resto della giornata passò come un lampo durante la tempesta, veloce e silenzioso, la casa era pervasa da una carica di tensione ed elettricità. C’erano alte probabilità che qualcuno non tornasse a casa quella notte, ed ogni persona coinvolta in quella missione cercava di calmarsi e distrarsi come meglio poteva, passando il tempo con la loro dolce metà per esempio o nella totale solitudine a guardare il lento scorrere inesorabile del tempo.
 
Alle 20.30 i dieci maghi si trovarono fuori da Grimmauld Place, non ci furono parole, tutti sapevano cosa fare, parlare era inutile, solo sguardi che cercavano di non lasciar trapelare i veri sentimenti che animavano i loro animi.
 
I maghi si materializzarono di fronte agli uffici pubblici dove lavorava il Primo Ministro, la prima linea sarebbe stata formata da: Draco, Harry, Ron, Remus e Tonks, mentre Ginny, Arthur, Bill, Blaise e Neville li avrebbero coperto le spalle.
Draco fu un po’ rincuorato dal fatto che ci fosse Blaise a parargli il culo. Con un cenno Remus indicò agli altri di seguirlo all’interno.
 
L’interno del Ministero era deserto e buio, l’unica luce accesa proveniva dall’ufficio del Primo Ministro.
Ron e Tonks furono i primi a vedere i Mangiamorte aggirarsi silenziosi verso l’ufficio senza aspettare altro lanciarono i primi incantesimi. E fu l’inizio della battaglia.
 
I Mangiamorte erano più di quanto pensassero, il Primo Ministro era corso fuori non appena aveva cominciato a sentire le urla e gli scoppi, era ancora illeso in quanto Remus e il Signor Weasley lo stavano proteggendo.
Malfoy si ritrovò a dover combattere con due Mangiamorte contemporaneamente, malgrado non dovevano ucciderlo, in quanto era uno di loro o almeno così pensavano, ci stavano andando giù pesante e anche gli altri non erano messi bene, Blaise e Potter ne stavano affrontando altri quattro, Ron era stato ferito ad un braccio ma ancora combatteva strenuamente contro Avery. Era il delirio.
 
Poi una maledizione rivolta contro Bill Weasley, che lui schivò appena in tempo, si diresse verso Draco. Muoio pensò il ragazzo, non aveva paura era una semplice constatazione. Forse quasi una benedizione.
Ma la maledizione si scontrò contro un muro fatto di assoluta luce bianca e rimbalzò indietro verso il mittente.
Draco guardò quella specie di barriera confuso, non aveva evocato nessun incantesimo, lo scontro si era fermato e tutti Ordine e Mangiamorte guardavano quello scudo con curiosità ed apprensione. Poi la barriera cominciò a mutare. E prese delle forme umane.
 
Draco si ritrovò davanti ad una ragazza bellissima e conosciuta.
Di fronte a lui e a tutti i presenti attoniti aveva fatto la sua comparsa dopo tre lunghi anni Hermione Jean Granger.
   
 
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