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Autore: Haruko    26/07/2005    4 recensioni
E’ solo la mia prima FF e vi chiedo di essere clementi nel giudicarla, va bene?! Alcune cose le ho inventate un po’ (i referti medici, l’arma ignota e altre cosine qua e là, penso!)…spero che riuscirete a capire ciò che vi ho voluto trasmettere scrivendo questo aberrante primo capitolo! Non uccidetemi se vi fa veramente pena!!
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dal profondo del cuore

Dal profondo del cuore

 

1-una vita per una vita

 

Personaggi: Jin, Kazuya, Heiachi e Xiaoyu.

Genere: FF triste…

Commenti dell’autore: E’ solo la mia prima FF e vi chiedo di essere clementi nel giudicarla, va bene?! Alcune cose le ho inventate un po’ (i referti medici, l’arma ignota e altre cosine qua e là, penso!)…spero che riuscirete a capire ciò che vi ho voluto trasmettere scrivendo questo aberrante primo capitolo! Non uccidetemi se vi fa veramente pena!!

 

Era successo qualcosa di davvero molto strano, solo poche ore prima, un’arma mai vista prima aveva colpito Kazuya e gli aveva procurato una ferita quasi mortale, in più il proiettile era scomparso al contatto con il corpo. L’uomo si trovava in una gelida stanzetta di uno squallido ospedale di Tokyo, era in uno stato confusionale, sapeva descrivere l’arma che gli aveva procurato quel lacerante squarcio, ma non aveva idea di chi fosse stato l’artefice di quello, anche se i sospetti non mancavano di certo. La ferita di Kazuya era stata cucita e sistemata ma lui sentiva che qualcosa non andava ed era la verità. Due medici sulla porta della sua stanza stavano discutendo a bassa voce –Non ho idea del perché, il corpo del paziente rifiuti il sangue che gli abbiamo somministrato!- disse uno dei due, il più basso –Non lo so nemmeno io…va bene che AB positivo è un gruppo sanguineo molto raro, ma non è mai successo un rifiuto da parte del corpo stesso!- commentò il medico più alto –Tra l’altro nel sangue del paziente è stato rilevato uno strano anticorpo di natura sconosciuta!- esclamò il medico basso leggendo una cartelletta che teneva in mano –Dovremo provare a contattare un parente che abbia un legame di sangue diretto con lui…magari un fratello, il padre o dei figli! Se uno di loro ha lo stesso anticorpo nel sangue riusciremo a salvarlo e potremo anche fare una piccola analisi su questa forma sconosciuta!- propose il medico alto –Dalla cartella personale risulta che il paziente si chiami Kazuya Mishima…le infermiere hanno provato a contattare il padre del paziente…ma non è reperibile, di fratelli consanguinei non ne ha…c’è scritto solo che ha un figlio; Jin Kazama…non ho idea del perché abbia un diverso cognome. Ho preferito non farlo chiamare per adesso ma…se l’anticorpo era presente nel padre…può essere stato trasmesso anche al figlio, che ha lo stesso gruppo sanguineo.

Erano già le ventitre e trenta, Jin aveva appena terminato i suoi allenamenti quotidiani. Dopo essersi fatto una doccia si buttò a peso morto sul divano e accese la televisione per vedere un notiziario della notte. Appena si fermò su un canale squillò il telefono. Il ragazzo si alzò e rispose –Pronto?- disse con voce stanca –Pronto, lei è il signor Jin Kazama?- chiese una voce femminile,  il ragazzo non aveva idea di chi potesse essere –Si…sono io. Lei chi è?- la donna non esitò a rispondere

–Sono un’infermiera del Memorial Hospital di Tokyo…mi dispiace disturbarla a quest’ora, ma, il dottor Takezawa mi ha pregato di telefonarle…si tratta di Kazuya Mishima.- Jin ebbe un colpo al petto nel sentire quel nome e non disse nulla, fu la donna a parlare di nuovo –Signor Kazama?! Tutto bene?- lui cercò di togliersi dalla mente quel pensiero –Si. Perché chiamate me?- chiese sorpreso dalla notizia –Mi dispiace dirglielo proprio adesso ma…il signor Mishima è in condizioni gravose…lei  è il suo figlio naturale, vero?- Jin avrebbe tanto voluto rispondere il falso ma la sua buona natura glielo impedì –Si, lo sono.- la donna cambiò tono di voce, passò dal triste e cauto al pacato e sull’allerta –Il dottore vorrebbe chiederle qualcosa relativo a suo padre. La prego di venire il prima possibile, è urgente!- il giovane accettò –Si…va bene, arrivo.- riattaccò la cornetta e si infilò una camicia bianca e un paio di jeans più in fretta che poteva, non gli andava affatto andare da suo padre  dopo tutto quello che c’era fra di loro, ma non era da lui non farlo. Impiegò circa un quarto d’ora ad arrivare all’ospedale. Appena arrivato andò all’accettazione e chiese informazioni a una giovane infermiera dai lunghi capelli castani –Salve. Sono Jin Kazama…una di voi mi ha telefonato prima per…- la ragazza gli fece cenno di non dire altro –Si, lo so! L’ho chiamata io signor Kazama. Venga, la accompagno da suo padre. E’ nella stanza 12. La ragazza, andò da Jin per accompagnarlo, era piuttosto bassa e magra, avrà avuto all’incirca ventuno anni, sulla targhetta appuntata al camice rosa c’era scritto “Arumi” doveva essere il nome della ragazza. Arrivati alla stanza l’infermiera bussò poi entrò. Kazuya era seduto con la schiena appoggiata alla spalliera del letto, non si aspettava che Jin andasse da lui –Bene, io vado a chiamare il dottore, arriva subito…intanto potete…parlare.- la ragazza di fretta si allontanò dalla stanza chiudendo la porta. Jin rimase all’ingresso non si avvicinò al padre e non disse nulla, nemmeno Kazuya disse niente. Jin lo guardò bene in viso, notò che il suo colorito era piuttosto pallido e aveva davvero un’aria malata, una condizione che Jin non aveva mai visto sul viso di suo padre –Hai intenzione di restartene lì?!- chiese Kazuya interrompendo il silenzio –Kazuya, se questo è un altro dei tuoi giochetti per manipolarmi la mente e poi cercare di farmi fuori…ti assicuro che non ti risparmierò alcuna pena.- Kazuya scosse il capo –No Jin. Ma non mi vedi?! Sono qui immobile, non ho nemmeno la forza di tirarti uno schiaffo! Non credere che la cosa mi diverta o che me la sia scelta.- Jin alzò le spalle –Da uno come te devo aspettarmi di tutto…- Kazuya  stortò la bocca –Uno come me?!- Jin annuì –Uno schifoso stronzo, bastardo…- in quel momento entrò la giovane infermiera con il dottore interrompendo Jin –Salve signor Mishima!- disse porgendo la mano a Jin che la strinse –Kazama, Jin Kazama.- l’uomo si corresse –Mi scusi, Kazama. Io sono il dottor Takezawa, mi occupo di suo padre. E’ un caso piuttosto insolito…nel sangue del signor Mishima è stato rilevato uno strano anticorpo, si pensa sia di natura genetica …sappiamo che lei e suo padre avete lo stesso gruppo sanguineo, per questo abbiamo motivo di credere che anche lei abbia nel sangue quella specie di anticorpo…trasmessole al concepimento.- Jin sapeva benissimo che si trattava del Devil Gene ma non disse nulla al riguardo –Ed io cosa centrerei in questa faccenda?- il dottore si mise sotto la spalla la cartella con i referti medici –Dovrebbe farsi prelevare una modesta quantità di sangue…da dare a suo padre…solo in questo modo siamo sicuri di salvarlo.- Jin non sapeva veramente cosa dire –Lei mi sta dicendo che posso decidere se salvare o meno Kazuya Mishima?!- il dottore confermò la domanda, trovando strano che Jin si fosse riferito a suo padre con il nome completo –Esatto. Io dovrei assentarmi un minuto, lei ne parli con suo…padre nel frattempo.- il dottore appoggiò la cartella sul comodino accanto al letto e se ne andò. Jin sapeva già cosa avrebbe fatto –Qualcuno mi ha ferito Jin…niente è stato fatto da me. Quella cosa che mi ha ferito è riuscita a ferire anche il mio demone…ora sta morendo…come me…- Jin sentì una strana sensazione nel petto dopo le ultime due parole pronunciate dal padre –Mi è stato chiesto di darti il mio sangue perché abbiamo lo stesso gene… è l’unico modo per salvarti.- Kazuya lo aveva immaginato –Sarai buono con me, vero?- Jin scosse il capo –Tu lo sei mai stato con me?! Hai pensato a me quando hai ucciso mia madre?! Rispondi, lo hai fatto?- prima che Kazuya rispondesse il medico entrò nella stanza –Eccomi. Prepariamo la sala per la trasfusione?- Jin disse di no –No. Io non…me la sento. Mi spiace.- il dottore rimase esterrefatto alla risposta datagli –Sta scherzando spero?!- Jin scosse il capo –No, affatto. Pane al pane e vino al vino.- si allontanò dalla stanza lasciando il dottore stupito, Kazuya invece in parte se lo aspettava.

Jin, dopo aver lasciato l’ospedale, non se ne andò subito a casa, si diresse alla Mishima Zaibatsu, per sapere se Heiachi centrasse in qualche modo, era già la una meno venti, ma a Jin importava poco che ora fosse, infondo dopo la sua vittoria al King of Iron first tournament 5, l’azienda era sua, anche se aveva deciso di lasciare Heiachi a condurla perché lui non si intendeva affatto di quelle pratiche. Le guardie all’ingresso non esitarono a farlo entrare, lui si diresse dritto alla sala d’aspetto dove fece chiamare Heiachi che arrivò dopo dieci minuti, era già andato a letto. Appena vide il ragazzo fece una strana smorfia –Oh, Jin Kazama…qual buon vento ti porta qui?- Jin si alzò dalla poltroncina rossa dove era seduto –Evitiamo questo, per piacere!- Heiachi alzò le spalle –Come preferisci. A cosa devo questa irruzione?- Jin sapeva che il vecchio era a conoscenza di tutto –Lo sai. Kazuya è stato ferito, ora sta per morire.- Heiachi cominciò a ridere malignamente –Ma non mi dire!- Jin gli spiegò come stessero le cose –Te lo dico invece. Io sono l’unico che ha la possibilità di salvarlo, in quanto possegga il Devil gene come lui, i dottori credono che sia una cosa tramandata...- Heiachi ascoltò con interesse –Quindi tu lo salverai…- Jin scosse il capo –No, affatto.- Heiachi ebbe la stessa reazione del dottore all’ospedale –Non farai nulla?- Jin confermò –Esattamente.- Heiachi rise nuovamente –Caro Jin Kazama, tu dici tanto di non voler essere come lui, vuoi che la vostra somiglianza sia puramente fisica, ma ti sbagli di grosso…lui ti riserverebbe lo stesso trattamento se tu ti trovassi nelle sue condizioni…- Jin non ci aveva affatto pensato –Sei tu quello a sbagliarsi…questa è l’unica occasione che ho per liberarmi di lui…non ho intenzione di fare nulla. Poi la diversità fra noi due è notevole. Comunque, ora tolgo il disturbo.- con quelle parole Jin se andò dalla Mishima Zaibatsu. Una guardia della Zaibatsu che aveva sentito il discorso si avvicinò al vecchio –Signore, credo che dovremmo intervenire.- Heiachi dissentì –No. E’ solo l’inizio, aspetta e vedrai…-.

Cominciò a imperversare un violento temporale, Jin si stava dirigendo verso casa, la sua auto sbandò facendolo finire su una stradina fuori dalla città che portava in campagna. Non sapendo dove si trovasse spense il motore e scese dalla macchina, furioso, per come si erano svolti i fatti, tirò un calciò all’automobile facendole una grande ammaccatura (E dire che ho voluto farti guidare una bella Mercedes nera…sigh!n.d.H). Pioveva fortissimo e il ragazzo diventò in pochi minuti fradicio. La camicia bianca che indossava era diventata trasparente facendo intravedere del tutto i suoi bellissimi pettorali scultorei. In verità era più furioso per quello che il vecchio gli aveva detto che per il fatto che la macchina lo avesse portato fuori strada, così cominciò a gridare

–Perché?! Perchè questo?!- era in aperta campagna e non aveva la più pallida idea di dove si trovasse in quel preciso istante. Cadde a terra in ginocchio, mentre la pioggia gli scorreva veloce sul corpo perfetto. Qualche istante dopo una strana e sgradevole sensazione lo colse, si trasformò infatti nel demone in cui temeva.

La mattina dopo Jin si risvegliò, era sdraiato su un campo di grano, i suoi vestiti erano ridotti in brandelli, era sporco di fango e non aveva la minima idea di che cosa fosse successo, si ricordava solo di essere uscito di strada con la macchina la sera prima –E’ successo di nuovo…- commentò guardandosi attorno dove la campagna era quasi stata distrutta. Si alzò da terra e andò a cercare la sua auto, che era per metà distrutta, a qualche metrò dalla macchina era stato scaraventato il suo cellulare che per metà funzionava ancora, con quel poco telefonò un carro attrezzi, si fece portare in città e fece sistemare la sua auto. Arrivato a casa sua vide Xiaoyu che lo stava aspettando –Ciao Jin! Ti aspettavo…ma, cosa ti è successo?- gli chiese riferita ai vestiti strappati e al corpo completamente coperto di terra –Niente, sono uscito fuori strada con la macchina. Tu cosa ci fai qui?!- domandò lui mentre prendeva le chiavi di scorta da sotto lo zerbino di casa –Ero passata per salutarti, visto che sono appena tornata in Giappone…- Jin aprì la serratura –Ah si?!- lei annuì –Si.- lui non la fece nemmeno entrare in casa –Beh, adesso non ho proprio tempo di parlare, mi spiace Xiaoyu…ripassa magari nel pomeriggio o stasera. Ciao.- disse chiudendole la porta in faccia –Che modi!- disse la ragazzina offesa mentre se ne andava via. A Jin dispiaceva di certo averla mandata via, ma aveva bisogno del tempo per starsene da solo e riflettere. La frase che gli aveva detto Heiachi era ancora la prima cosa che gli scorreva in mente “Lui ti riserverebbe lo stesso trattamento se tu ti trovassi nelle sue condizioni” aveva in sé il terribile sospetto che quelle accuse fossero la più reale verità e che in quel momento stesse agendo come Kazuya stesso avrebbe fatto al suo posto. Jin si sdraiò sul divano e si addormentò, non ne poteva più di pensare alle stesse cose. Fu svegliato solo alle sei e mezza di pomeriggio quando gli suonò il telefono, fece uno scatto improvviso e si alzò andando a rispondere al telefono con voce rauca –Pronto?!- la voce dall’altra parte era la stessa della sera prima –Signor Kazama?! Qui è il Memorial Hospital che le parla, il dottor Takezawa la prega di venire immediatamente in quanto le condizioni di suo padre si sono ulteriormente aggravate!- Jin a suo malgrado accettò –Va bene, arriverò tra poco.- essendo sprovvisto di macchina, a Jin toccò andare all’ospedale in autobus e ci mise un’ora e mezza per arrivarci. Appena arrivato andò dritto nella stanza del padre, entrò subito, voleva vederlo già morto anche se non sapeva come avrebbe reagito se davvero non ci fosse stato più. Il problema non sussistette perché Kazuya era ancora vivo, ma non se la passava affatto bene, sul viso ormai scarno vi era un’espressione di dolore e sofferenza, a Jin faceva quasi pena –Non te la passi troppo bene vedo…- disse Jin senza allontanarsi dall’uscio della porta –No, per niente…lui è già morto…a me non mancherà poi molto.- anche il tono di voce di Kazuya era cambiato e Jin lo notò subito –Lui è morto?!- Kazuya annuì –Si. Per adesso ci sono solo io. Non resisterò ancora per molto.- Jin non disse nulla –Non restartene lì, vieni qui…vicino a me.- Jin era sospettoso al riguardo –No.- rispose secco –Non temermi…io non ho alcuna intenzione di farti del male. Avvicinati.- Jin non era del tutto convinto ma si sarebbe potuto difendere nel caso gli avesse voluto fare qualcosa, si avvicinò al padre che gli prese la mano, il ragazzo diffidente alzò subito l’altro braccio come per tirare un pugno ma si fermò quando vide che Kazuya aveva solo stretto la mano di Jin nella sua, cosa che non gli era mai capitata, ne rimase piuttosto male –Non ti preoccupare…- disse l’uomo al figlio capendo i suoi timori –Kazuya, senti, io…- Kazuya scosse il capo –No, non dire niente, ti prego. Lascia solo che per una volta ti guardi con gli occhi di un padre, non con quelli di un assassino…- quelle parole colpirono il cuore di Jin che però non abbassò la guardia –Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.- disse il giovane –Hai ragione. E’ giusto così. Quanto mi assomigli…hai il viso simile al mio solo vent’anni fa…tranne per gli occhi, quelli sono di tua madre.- Jin si era sentito dire quelle cose sempre da quando era nato, ma da suo padre non aveva mai udito quelle parole, tanto da sembrargli nuove –Me lo dicono tutti.- rimarcò voltando lo sguardo verso la macchina alla quale era collegato l’uomo –Ed è la verità…oh Jin…ho amato davvero tua madre, voglio che tu lo sappia.- per Jin fu spontaneo rispondergli –Allora perché l’hai uccisa?- Kazuya se la aspettava quella domanda ed era sicuro di meritarsela –Non sono stato io…è stato lui…io non avrei mai osato nemmeno torcerle un capello…mi illuminava le giornate, con quel suo sorriso incondizionato e la sua ingenuità infantile…l’unico errore che ha fatto nella sua vita è stato quello di mettersi con me e difendermi fino a quando a potuto…- c’era una punta di amarezza in quelle parole e Jin la percepì

–Io quindi sono un errore…- dedusse Jin –No. Non lo direi mai. Tu sei l’unica cosa buona che io sia riuscito a fare in tutta la mia vita…- puntualizzò Kazuya sorridendo come mai aveva fatto prima di allora –Se è la verità ti ringrazio…- Kazuya lo ripeté –E’ la verità…non sono mai stato così sincero. Vorrei chiederti solo una cosa…- Jin non sapeva cosa rispondere –Sarebbe?- Kazuya si mise a sedere appoggiandosi alla spalliera del letto –Lasciati abbracciare…solo per una volta, ora che ci sono solo io…- Jin non lo voleva affatto fare –No. Io non mi fido di te, mi spiace.- Kazuya glielo richiese –Ti prego, voglio provare la sensazione di farti da padre, anche solo per pochi secondi.- Jin rimase a bocca aperta, da quando era entrato in quella stanza suo padre non aveva fatto altro se non fargli dei complimenti e lui ancora non riusciva a fidarsi…sentiva di dovergli un abbraccio, ma era una cosa troppo nuova per lui, esitò per qualche secondo ma poi si avvicinò al padre ulteriormente e si fece abbracciare. Era una sensazione sconosciuta per entrambi, Jin non era mai stato abbracciato, non aveva mai appoggiato il capo sul petto di un padre, sentì quel suo calore sul petto, un calore umano quasi rassicurante e gli era così vicino da sentirgli il battito del cuore, Kazuya invece non era mai riuscito a stare così vicino a suo figlio, in quel momento sembrava quasi che fossero una famiglia normale, una delle tante, anche se la realtà era ben diversa –Sono davvero fiero di te figlio mio... Fai bene a non volermi salvare, morendo io muore anche lui, porrai fine alle tue sofferenze ed io potrò raggiungere tua madre, anche se non andrò certo in paradiso…potrò vederla spero, il mio dolce angelo…se fossi in te non  mi salverei  neanch’io.- Jin a quella parole si staccò dall’abbraccio –Io devo andare assolutamente…- si allontanò dal padre –Va bene, allora addio Jin…un’ultima cosa…solo questa volta, che potrebbe essere l’ultima, mi piacerebbe se tu…- Jin capì cosa volesse dire –Si…addio…papà…- quella parola mai pronunciata prima da Jin fece sorridere di gioia l’uomo. Jin se andò in fretta prima di pentirsi della strada che stava percorrendo. Uscito dall’ospedale mentre aspettava il pullman per tornarsene a casa, continuava a pensare a tutte quelle bellissime parole che suo padre gli aveva detto, parole venute dal profondo del cuore. In quella stanza, per una manciata di minuti, Jin aveva avuto un padre e aveva sentito l’affetto paterno, non negava che gli fosse piaciuto anche solo per quel poco.

Arrivato a casa Jin vide ancora Xiaoyu che lo stava aspettando sugli scalini di legno sulla veranda per entrare in casa, aveva una borsa in mano –Ciao Jin! Sono venuta a trovarti e non accetto rifiuti!Ho portato anche del gelato- Jin non disse nulla –Allora?!- richiese lei prendendo dal sacchetto,che teneva in mano, una vaschetta di gelato –Puoi restare…- accettò il ragazzo sedendosi accanto a lei sugli scalini –Ho saputo di papà Kazuya…- disse la ragazza aprendo la vaschetta di gelato –Ah…come lo sai?- chiese Jin –Beh, nonno Heiachi l’ha detto al telegiornale proprio oggi!- Jin annuì –Beh si…- Xiaoyu notò un’espressione malinconica sul bel viso del ragazzo –C’è qualcosa che non va, vero?! Dai dillo a me!- Jin cercò di essere meno espressivo possibile –Solo io ho la possibilità di salvarlo per…una cosa che c’è sia nel mio che nel suo sangue, ma io per ovvie ragioni ho deciso di non fare la trasfusione…- Xiaoyu non ci credeva –Eh?! Ma stai scherzando spero?!- Jin dissentì –Affatto. Lui mi ha tolto mia madre ed è giusto che paghi con la vita. Perché dovrei essere clemente con lui?! Tu non hai idea di come ci si sentiva quando alla festa del papà da bambino, tutti preparavano il bigliettino per il papà ed io, che non ce l’avevo un padre, me ne stavo in un angolo a sentire tutte le belle frasi d’affetto che scrivevano gli altri. Oppure a tutte le feste dello sport, dove non ho mai potuto partecipare perché erano esclusivamente gare fra padri e figli o ancora al mio diciottesimo compleanno dove non avevo un padre che mi dicesse “Complimenti Jin, sei diventato un uomo adesso”.- Xiaoyu gli diede ragione –Non posso darti torto Jin…lui cosa ti ha detto?- Jin dubitò a risponderle –Lui…lui…lui…lui mi ha detto che era fiero di me, che sono l’unica cosa buona della sua vita e…che amava mia madre, poi mi ha abbracciato…però non era lui quello che parlava! Era lui, si, quello vero, però…- Xiaoyu aveva capito –Senti, non ti sembra che ti abbia detto delle belle parole?!- Jin annuì –Infatti, quello che parlava era il vero Kazuya Mishima, non Devil…- Jin non aveva idea di come facesse a sapere anche quello –Come lo sai?- lei sorrise

–Lo so tramite mio nonno…comunque non ti preoccupare, non dico niente su nessuno di voi due!- Jin si fidava della ragazza –Ricapitolando, lui quelle cose te le ha dette perché le pensava veramente, Jin non è colpa sua se c’è un demone dentro di sé, come non è colpa tua che ce l’abbia anche tu…probabilmente non ti dirà mai più quelle parole d’affetto, però, tu le hai sentite almeno una volta ed è tanto, lo sai bene.- anche Jin l’aveva pensata in quel modo pochi secondi dopo che era uscito dall’ospedale –Hai ragione, quindi io devo salvarlo?!- Xiaoyu gli sorrise –Io non ti dico cosa devi fare…ti dico solo di seguire il tuo cuore…qualunque cosa lui ti suggerirà, sarà quella giusta…- Jin accettò –Va bene, grazie, grazie davvero.- dopo quelle parole si avvicinò e diede un delicato bacio sulla guancia alla ragazza che arrossì, dopodichè lei se ne tornò a casa e lui si preparò per fare “la cosa giusta”. Più in fretta che poteva corse alla fermata dei pullman, sperò davvero che non fosse troppo tardi, arrivato all’ospedale andò dall’infermiera delle telefonate –Salve. Devo fare un prelievo per…mio padre.- l’infermiera sorrise –Le chiamo subito il dottore!- pochi istanti dopo arrivò il dottore –Signor Kazama! Sono felice faccia la scelta giusta!- lui annuì –Si. Ma sia chiaro, il mio sangue non dovrà essere esaminato!- il dottore annuì –Farò quello che posso per evitarlo…venga. -. Dopo essersi fatto prelevare il sangue andò con il dottore nella stanza del padre –Signor Mishima, abbiamo il sangue per lei!- Jin entrò poco dopo –Jin…tu…- il ragazzo mostrò gli avambracci coperti con dei cerotti, dopo i due prelievi –Non devi salvarmi Jin! Salverai anche lui! Perché l’hai fatto?- Jin annuì -Lo so. Tu hai permesso che io venissi al mondo e io ti do il mio sangue per farti continuare a vivere…la mia vita per la tua vita, così ho saldato il mio debito.- Kazuya non capì a cosa dovesse quel cambiamento improvviso –Perché, Jin?!- Jin stava per uscire dalla stanza poi si girò verso il padre –Perché io sono diverso da te…- uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Kazuya lo trovò un gesto di grande valore “Lo so che sei diverso da me…e sono felice che sia così.”.

Alla Mishima Zaibatsu, Heiachi stava seduto a leggere delle pratiche quando entrò una delle sue guardie –Signor Mishima, Jin Kazama ha dato il sangue, Kazuya Mishima è salvo.- Heiachi fece un ghigno malefico –Molto bene…sapevo come sarebbe finita…o meglio dire come sarebbe iniziata. Brindiamo alla mia parziale vittoria Ito!- la guardia si avvicinò e prese il bicchiere di vino –A lei signor Mishima!- disse la guardia –E alla mia vittoria su Jin Kazama e Kazuya!- Heiachi cominciò a ridere maleficamente facendo rimbombare le sue risa in tutta la stanza.

Jin era appena tornato a casa, se ne stava sul suo balcone a vedere la luna, era grandissima quella sera –C’è una parte buona in te…questo ti salva…papà…- disse Jin pensieroso mentre osservava il cielo.

***Fine primo capitolo!***

                                                                            

àFinito! Voglio prima di tutto scusarmi se il gruppo sanguineo di Kazuya non è AB come quello di Jin, perché (non mi uccidete, vi prego!) non me lo ricordo affatto!! Mi scuso anche se ho fatto errori di qualsiasi tipo o genere (comprensione, sintassi, grammatica ecc…)! mi auguro che nonostante gli errori (Che avrò sicuramente fatto!!) vi sia piaciuto questo mio primo capitolo! Spero mi direte se ne volente un secondo o se è meglio cancellare tutto!!

Aspetto commenti il più presto possibile!!(anche direttamente al mio indirizzo di posta elettronica!!)ß

 

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Haruko --m(^0^)m--

  
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