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Autore: Hairen    09/03/2010    2 recensioni
E se Nadja avesse una sorella, una sorella da cui l’hanno separata alla nascita e di cui solo il nonno, il duca Preminger e pochi altri conoscono l’esistenza…Che è vissuta in una villa lontana, a parte. Colette, sua madre non sa neanche che esiste, ed è convinta di avere solo Nadja, non si rammenta della bambina che nacque insieme a lei quel giorno. Una ragazza allevata severamente dal duca Preminger che nonostante ciò, conserva una voglia di libertà e un sogno che la portasse fuori da quelle mura. Una ragazza che non è stata mai lasciata uscire fuori dal giardino della sua villa, che ha vissuto i suoi 15 anni chiusa, senza conoscere paesi, città…senza conoscere il mondo. Destinata ad ereditare il ducato di Preminger a causa del rifiuto di Nadja, la primogenita nata 3 minuti prima di lei. Avverto: la storia è ambientata un paio d’anni più avanti rispetto a quando finisce il cartone. Non tutti i personaggi e i luoghi sono eguali all’anime anzi alcune parti sono completamente inventate. [Personaggi:Diana Preminger, Nadja Preminger,Colette Preminger, Duca Preminger, Oscar Preminger, Francis Harcout, Keith Harcout] [KeithxDiana] [FrancisxNadja]
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 3

Ri-incontro

 

Diana di scatto alzò la testa verso il ragazzo che la guardava stupito e subito si rese conto che quel ragazzo conosceva sua sorella.

Un attimo dopo il treno si fermò. Erano a Vienna.

Diana non aveva alcuna intenzione di intrattenersi a conversare con uno sconosciuto che credeva di conoscerla quindi presa una valigia e afferrata la mano di Brigitte che nel frattempo aveva preso l’altra, scappò. Dietro  di lei sentiva ancora il ragazzo chiamarla con un nome non suo, e man mano che correva il richiamo diveniva sempre più tenue finché una volta scesa dal treno, circondata dalla folla, non si sentì più.

Trascinò Brigitte fuori dalla stazione e una volta allontanatasi da questa si permise una sosta.

-Che succede Diana, come mai questa fretta?-

-Il ragazzo nel treno!- esclamò Diana ancora sfiancata per la corsa.

-Keith?-

-Come sai il suo nome?-

-Abbiamo avuto una conversazione mentre dormivi…Perché?-

-A quanto pare conosce Nadja…-

-Tua sorella?!? Incredibile!-

-Già mi ha confusa per lei… Comunque è meglio non avere rapporti con le persone che hanno a che fare con la mia vecchia “famiglia”-

-Peccato…- sospirò Brigitte

Diana lanciò un sorrisino a Brigitte che arrossì violentemente.

-Siamo appena scappate e già mi vorresti abbandonare per il primo belloccio che incontri in treno?-

-Non dire sciocchezze è che è un bel ragazzao tutto qui!- esclamò Brigitte diventando sempre più rossa.

-Se lo dici tu- sorrise Diana –Allora, adesso come prima cosa cercheremo un posto per stare qualche giorno…-

-D’accordo.-

-Ah e come ti ho già detto bisogna trovarlo nei borghi della città, posti in cui il duca non passerebbe mai…-

-Va bene.-

Le due ragazze si avviarono verso il centro, ormai era mattina e la città con i suoi abitanti iniziava a svegliarsi, le botteghe dei fornai stavano aprendo e le vie si popolavano di persone che lavoravano.

-Questo posto è veramente stupendo…- esclamò Diana guardandosi attorno

-Già..- concordò Brigitte seguendo lo sguardo di Diana.

Si infilarono nelle viuzze laterali alla città, dove purtroppo abitava la gente povera.

-Come ogni città Vienna ha i suoi lati meravigliosi e i suoi lati poveri…- rifletté Diana

-Purtroppo sì, comunque in questa zona è assicurato che il duca non metta piede!-

-Questo è sicuro.-

Percorsero  le stradine mal lastricate su cui si affacciavano case in rovina e rovinate dal tempo e dal freddo.

-Ecco un albergo!- esclamò Diana avvistando un insegna

-Se così si può definire…- mormorò Brigitte quando si furono avvicinate

-Speriamo ci sia una camera libera…-

-Mi meraviglierei se non ci fosse…-

-Brigitte - sospirò Diana –La vorresti finire di fare commenti? Questo è esattamente il posto che cercavamo…-

-E va bene, a va bene!- sospirò Brigitte

Le due entrarono dalla porta di legno schiarito e rovinato facendo tintinnare una campanella.

-Permesso.- mormorarono in coro, ma non ci fu nessuna risposta.

-C’è nessuno?- urlò Brigitte

-Eccomi!- da dietro un bancone nell’ingresso spuntò un bambino.

-Ciao piccolo stiamo cercando il gestore di questo posto… Sai dirci dov’è?-

-Sono io!-

-Ah sì? E quanti anni hai?- intervenne Diana abbassandosi fino al livello del bambino con un sorriso.

- 9!- esclamò lui aprendosi in un sorriso a cui mancavano due dentini.

-E ti occupi già di un albergo?- chiese Diana continuando a sorridere

-Sì!-

-Ma che bravo ometto! Dimmi, come ti chiami?-

-Johan –

-Bene Johan allora noi vorremmo una stanza con due letti se è disponibile.-

-Guarda caso ne abbiamo proprio una libera con due letti. Però dovete darmi i soldi!-

-Facciamo così, prima ci mostri dov’è e noi poi ti consegniamo i soldi d’accordo?- intervenne Brigitte

-Va bene!- esclamò Johan –Seguitemi.-

Brigitte e Diana seguirono Johan lungo un corridoio e fino ad una porta che aprì con una chiave.

-Ecco la stanza.- annunciò il bambino

La stanza non era molto grande, nel centro c’erano due letti singoli con delle coperte beige affianco un armadio di legno antico e vicino, un tavolo che sembrava instabile era ai piedi dei due letti.

-E’ perfetta Johan. Ecco un i soldi, e se mentre saremo qui farai il bravo e ci darai informazioni quando ce ne andremo te ne daremo altri. D’accordo?-

-Grazie mille.- sorrise ancora il bambino prima di lasciarle e correre a riporre il tesoro.

Tornò poco dopo mentre Diana e Brigitte avevano iniziato a sistemare i vestiti nell’armadio.

-Il bagno se volete è in fondo al corridoio.- disse

-Grazie Johan, stai uscendo?- notò Diana

-Sì!- rispose il bambino soddisfatto

-Posso venire con te?- chiese ancora preoccupandosi per l’incolumità del bambino se fosse uscito da solo.

-Ma Diana…-intervenne  Brigitte

-Non ti preoccupare, faremo in fretta, compro qualcosa da mangiare e torno. Tu resta pure qui e sistema tutto e se vuoi puoi anche cambiarti con uno dei miei vestiti!- sorrise Diana tranquillizzandola

-E va bene, ma fate in fretta.- disse Brigitte contenta al pensiero di levarsi quella maglia che prudeva.

-Va bene!- esclamarono in coro Diana e Johan.

Così Diana e Johan uscirono dalla locanda e si diressero verso il centro

-Cosa devi comprare Johan?-

-Delle medicine per il papà.-

-E’malato?-chiese Diana iniziando a rattristarsi per quel bambino. Ora capiva come mai era solo nella locanda che probabilmente era gestita dal padre.

-Sì.- rispose lui,-Ma con le medicine guarirà!- sorrise contento

Arrivarono alla farmacia e Johan entrò mentre Diana andò nel negozio affianco per comprare del pane, facendosi promettere da Johan che una volta comprate le medicine l’avrebbe aspettata fuori.

Ma quando finì di fare le sue spese vide che Johan non c’era ancora così entrò in farmacia, e appena mise piede dentro il locale udì il pianto di Johan che urlava.

Seguì la il rumore del bambino fino ad arrivare alla cassa, dove un uomo stava fissando Johan piangere senza fare niente.

-Ehi Johan! Cosa succede?- disse Diana avvicinandosi al bambino che vedendola le corse incontro.

-La medicina!.... Due giorni fa costava meno e ora, ora non riesco più a prenderla…!!!- spiegò il bambino singhiozzante.

-Ehi lei! Come mai ha alzato il prezzo?- parlò Diana rivolta all’uomo

-Mi spiace ma il commesso che di solito me le portava si è ammalato e adesso che devo andare a prenderle io mi costa di più e perciò devo alzare il prezzo…- spiegò l’uomo piuttosto a disagio.

-E va bene! Le pagherò io.- disse Diana porgendo all’uomo il denaro

-Grazie mille signorina.- ringraziò consegnandole le medicine.

Johan e Diana uscirono dal locale per tornare a casa.

-Hai visto Johan? Alla fine si è risolto tutto.- sorrise Diana consegna dogli le medicine

Il bambino annuì sorridendo e tirando su con il naso

-Però devi promettermi che non piangerai più e cercherai di trovare sempre una soluzione a qualsiasi ostacolo ti impedisca di proseguire per ciò che vuoi fare. D’accordo?-

Il bambino annuì e strinse al petto le medicine.

-Non ci sarà sempre qualcuno che ti consolerà e ti aiuterà a risolvere i tuoi problemi. Per questo devi diventare forte e riuscire a superare qualsiasi problema!- sorrise Diana prende dolo per mano.

-Va bene!!- esclamò Johan annuendo.

-Molto bene!- esultò Diana –Allora stasera vieni a mangiare con me e Brigitte? Ho comprato tanti dolci da scoppiare!-

-Sì!!!!-

-Ehi Johan, dove stiamo andando? Questa non è la strada che abbiamo fatto all’andata!-

-Stiamo andando dal mio papà per dargli le medicine!- esclamò Johan

-Tuo papà non è nell’albergo?-

-No, se ne sta occupando una signora buona e il suo aiutante magico!-

-C’è anche un aiutante magico…wow!- disse Diana

-Sì!-

-E va bene. Andiamo!-

-Signorina! Qual è il tuo nome?- chiese a un certo punto Johan mentre camminavano

-Non te l’ho ancora detto?-

Il bambino scosse la testa

-Ah scusa sono stata maleducata. Mi chiamo Diana.-

-Diana! E’ un bel nome!-

-Grazie Johan anche a me piace il tuo.-

Giunsero  ad una casa abbastanza grande e messa meglio rispetto a quelle che la circondavano, Johan bussò alla porta quattro volte di seguito.

-Chi è?- sussurrò una voce da dietro

-Johan.- sussurrò a sua volta il bambino

La porta si aprì e Johan trascinò velocemente Diana dentro.

-Johan!!! Come stai piccolo? Stavo per venirti a trovare!- esclamò una donna gigante con i capelli rossi e gli occhi color cioccolata –E lei chi è? Una tua amica?- chiese poi passando l’attenzione su Diana

-Sì! Mi ha aiutato a comprare le medicine per papà!-

-Che brava! Felice di conoscerti io sono Anne.Un’amica di Johan.- sorrise la donna tendendo la mano verso Diana

-Piacere Anne. Io sono Diana, un ospite di Johan.-sorrise Diana a sua volta stringendogliela

-Ma che bella ragazza! Entrate, accomodatevi pure. Johan tuo padre sta dormendo aspettate che si svegli mentre bevete una tazza di thè!-

-Grazie Anne.- dissero Diana e Johan insieme sedendosi sul divano scuro al centro del soggiorno.

-Scusa se non sono passata a trovarti da un po’. Ma le persone qui stanno diventando sempre di più!-

Johan spiegò a Diana che Anne si prendeva cura delle persone malate finché i loro parenti non fossero riusciti a comprare delle medicine per guarirli. Spiegando che ad aiutarla c’era una persona magica.

-Sai io e lui non riusciamo a occuparci di tutto e tutti da soli per questo sono stata molto occupata.-continuò Anne portando in soggiorno due tazze fumanti.

-Non fa niente! Ora che finalmente sono riuscito a prendere le medicine papà guarirà e  tornerà tutto come prima- sorrise il bambino prendendo una tazza

-Ben detto Johan!- rispose la donna

La conversazione però fu interrotta da qualcuno che bussò alla porta.

Anne si avvicinò e come prima sussurrò :-Chi è?-

-Anne aiutalo! Ti prego!- implorò una voce di un uomo fuori dalla porta

La donna aprì subito e fece entrare un uomo con in braccio un bambino pieno di sangue.

-Che gli succede?-

-Non lo so! Credo si sia tagliato pesantemente con qualcosa! L’ho trovato vicino casa così! Curalo ti prego!-

Supplicò l’uomo che doveva essere suo padre

-Adesso non posso. Di solito è il mio aiutante a curare le ferite di questo genere io mi occupo solo di quelle interne. Nel frattempo appoggialo sul divano!-

Diana e Johan si alzarono subito per far spazio al bambino. Il padre lo posò con delicatezza sul divano e gli scopri una ferita profonda sul braccio.

-Oh cielo!- esclamò Anne –E adesso dovremmo aspettare che arrivi il mio aiutante!- disse esasperata

-Non potete, di questo passo l’emorragia aumenterà e il bambino morirà dissanguato.-intervenne Diana che tra i molti studi che aveva fatto c’era anche quello di medicina.

L’attenzione allora si puntò su Diana.

-Tu! Ne sai qualcosa! Ti prego salvalo!- implorò il padre avvicinandosi a Diana

-Io ho studiato solo la teoria non so nulla su come si operi in pratica.-

-Provaci !- esclamò Anne intervenendo.

-Non potrei mai! Se sbagliassi non so cosa potrei fargli!-

-Con i “se” non arriverai mai da nessuna parte ragazza! Provaci!- insistette Anne con voce severa

-Portami del disinfettante, delle fasce, un ago, delle pezze e del filo. Svelta.- ordinò Diana allora, inginocchiandosi vicino al bambino e osservando la ferita.

Poco dopo Anne arrivò con le cose richieste. Diana allora iniziò a pulire la ferita con il disinfettante, disinfettò anche l’ago e ci passò dentro il filo dopo di che si apprestò a cucire la ferita quando alla fine ci ebbe fatto un nodo gli passò attorno la fasciatura e con le pezze pregne del disinfettante pulì tutt’attorno il sangue rimasto. Alla fine sospirò pulendosi il sudore dalla fronte.

-Finito.-mormorò –I punti dovrebbero andare bene, e li dovresti togliere tra circa due settimane, cambiare la fasciatura ogni tre giorni e quando la cambi disinfetta la ferita prima di mettere quella nuova.-

-GRAZIE! Grazie mille veramente non so come fare per sdebitarmi.- esclamò il padre con gli occhi lucidi

-Non c’è di che. A proposito il bambino ha qualche linea di febbre, Anne, perché non gli prepari un bel brodo caldo?- sorrise Diana rivolgendosi alla donna dietro di lei

-Sì signorina! Come comanda!- sorrise quella prima di scomparire dietro una porta.

Tornò dopo qualche minuto con la minestra in mano.

-Ah! Diana! Potresti farmi un favore? Dentro quella porta c’è un armadio con delle coperte ne prenderesti un paio?-

-Sì signora!- disse Diana alzandosi e dirigendosi nello stanzino.

-Che brava ragazza…!- mormorò l’uomo guardando il punto in cui Diana era scomparsa.

-Già! Io la sposerò!- esclamò Johan

-Chi è che sposerai Johan?- disse un uomo entrando in quel momento dalla porta di d’ingresso.

-Aiutante magico!!! Sei tornato!-

-Già, mi sono perso qualcosa?- sorrise

-No ma per fortuna che c’era questa amica di Johan che ci ha aiutato con un incidente.-spiegò Anne

-Che è successo?-

-Maximilian si è tagliato con qualcosa e si è inferto una ferita piuttosto profonda. Fortunatamente è riuscita a curargliela.-

-Scusate ho avuto un piccolo imprevisto.Ed è lei che Johan vuole sposare?- sorrise

-Sì! Quando sarò grande e diventerò forte, la sposerò! E non piangerò più perché glielo ho promesso!- esclamò entusiasmato Johan

-Congratulazioni allora!-

-Ecco le coperte, ne stavo scegliendo qualcuna più pesante e calda…- mormorò Diana entrando con le coperte in braccio.

-TU!!- esclamò “l’aiutante magico” vedendo Diana, che sentendosi chiamare si voltò verso l’uomo sulla soglia.

-Toh! Il ragazzo del treno!!!- esclamò Diana a sua volta

-Nadja!-

-Ancora con questa “Nadja” ?! Lo vuoi capire che ti stai sbagliando?- disse Diana esasperata –Comunque ora devo andare, grazie per l’accoglienza Anne.- sorrise alla donna avviandosi alla porta

-Aspetta. Scusa è che assomigli ad una mia cara amica…-mormorò il ragazzo afferandole il braccio

-Stai qui almeno per pranzo.- disse Anne

-No la mia amica mi sta aspettando!-

-Johan porta qui anche la sua amica!- continuò Anne

-E’ troppo lontana come puoi mandarci un bambino da solo?-

-Veramente la sua locanda è qui a due passi …- intervenne “il ragazzo del treno”

-E va bene.-


FINE TERZO CAPITOLO

Vorrei ringraziare Ramona e Anelin per le recensioni ^^
Vi aspetto nel prossimo capitolo
Baci Irene
  
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