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Autore: Sammael    09/03/2010    1 recensioni
Li attraggo, li affascino, li attiro intorno a me come se fossero insetti, e io il fiore. Un fiore che non ha spine, è appena nato, ma crescerà. Obbediscono a tutto ciò che dico, fanno ciò che desidero. Mi seguono correndo nel mercato, ma le mie gambe sono più lunghe, più svelte, più bianche delle loro. Li semino e li riprendo, li scaccio e li accolgo, a mio piacimento.
Ho sette anni, e mi sento il padrone del mondo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Dolore e Desiderio

Adesso ho paura.
Lui è sopra di me, mi sfiora il collo con le labbra, poi la fronte, le spalle, le clavicole. Il suo respiro è caldo sulla mia pelle. Rovente. Mi fa rabbrividire. Le sue mani sono ovunque, mi sento inerme, indifeso, così piccolo sotto il suo corpo di uomo.
Tremo, e lui se ne accorge. Mi sorride, e anch’io mostro i denti di rimando; definirlo sorriso sarebbe una spudorata menzogna.
«Kamal».
Mormora il mio nome, un attimo prima di esplorare la mia bocca con la lingua. Quella stessa lingua che poi passa ad accarezzare le labbra, mentre le sue mani scendono e si fermano sui miei fianchi. Sono così calde.
«Kamal».
Mi sento una bambola di pezza, in balìa dei giochi di una bambina perversa e bellissima. Mi sembra che sia tutto così assurdamente sbagliato e irreale. Quasi non mi accorgo che lui mi ha sollevato i fianchi dalla stuoia, portando il bacino ad appoggiarsi sulle sue ginocchia.
«Kamal».
Il dolore è lancinante. Mi sembra che presto mi strapperà in due. Non posso credere che faccia così male. I battiti del mio cuore sembrano impazziti, troppo veloci. Stringo fra le dita la prima cosa che mi capita, consistente nella coperta ricamata. Ansimo rumorosamente.
«Kamal».
No, no, no! Vattene, togliti, scostati! Non voglio, non voglio! Fa male, per dio, fa maledettamente male. Non voglio, basta. Smettila!”.
Ma le sue mani che mi stringono i fianchi mi ricordano di chi sono, adesso. Questo corpo bianco e tremante non mi appartiene più, e solo ora mi rendo conto di quanto sia orribile tutto questo.
«Kamal».
Un forte gemito di dolore mi sorge spontaneo alle labbra, quando lo sento farsi strada ancora più in profondità. Ho come la sensazione che lo sentirò fino in gola. Ho il respiro affannoso, irregolare, veloce. Brucia da morire, è come se qualcuno mi stesse raschiando dall’interno con uno strigile. Contraggo i muscoli, ma sembra non servire a niente, anzi. Fa solo più male.
«Kamal».
Non mi piace, non voglio, non voglio più. Ti prego, ti prego, ti prego, basta. Non ce la...”.
Un gemito che è dolore ma che insieme è già qualcosa di diverso mi fa riaprire gli occhi. Non ricordavo di averli chiusi. Il suo volto è vicino, sento il suo respiro sulle labbra. Non si muove, è fermo dentro di me. Questo mi permette di ritrovare il respiro. Una sua mano lascia il mio fianco e sale ad accarezzarmi il viso, e sento che la mia bocca si socchiude a quel gesto. Capisco che lui non vuole farmi del male, e quella sensazione strana e nuova che ho sentito prima me ne convince.
«Kamal».
Spinge ancora un po’, e quasi non sento più il dolore. Una scossa mi tocca la spina dorsale e arriva fino alla nuca. Gemo. Non capisco se è piacevole o no, comprendo solo che non fa male e quindi la accetto volentieri. Esce un po’, ritorna, esce, ritorna. Ancora. E ancora. Brucia lo stesso, ma stavolta capisco che presto svanirà, e che posso sopportare se quella sensazione torna di nuovo. E lo fa, ad ogni affondo. Torna e mi fa gemere. Forte.
«Kamal».
Mentre i movimenti si fanno sempre più ampi e più veloci, non riesco a fare a meno di lasciarmi sfuggire un esclamazione di piacere. Sento la sua mano che arriva al mio sesso e comincia a muoversi allo stesso ritmo con cui si fa strada dentro di me, scacciando ogni altra cosa.
Se prima era il dolore ad essere inconcepibile, ora il piacere ha preso il suo posto. Ed è qualcosa di assolutamente indefinito. Mi sento sballottato da una parte all’altra del mio essere, completamente perso, completamente soggiogato.
Le sue labbra sulle mie sono calde, morbide e umide. La sua saliva mi brucia la lingua. Non esiste nulla, oltre questo. I suoi ansiti e i suoi gemiti sembrano arrivare alle mie orecchie quasi attutiti. Seppellisce il viso nel tenero incavo del mio collo, ansimando rumorosamente. È così caldo, così giusto.
Voglio appartenergli. Sono suo. Completamente, nel corpo e nei sensi. Sento quel piacere indescrivibile salire d’intensità, sembra quasi che voglia rompere la barriera delle labbra e riversarsi nella sua bocca, perché è da lui che viene, e a lui deve tornare.
L’orgasmo mi sorprende e fa contrarre ogni muscolo del mio corpo. È assoluto e perfetto, non ha nulla a che fare con tutto ciò che conosco. Mi riempie, sembra farmi scoppiare. E gemo rumorosamente, respirando forte, singhiozzando di piacere, aggrappandomi non più alla coperta di lino, ma alle sue spalle ampie.
Lo sento liberarsi dentro di me, e mi sembra quasi di morire.
Possa io morire altre mille volte.
«...Morad» ansima sulla mia pelle.
E in quel momento capisco che se Kamal appartiene e sempre apparterrà ad Adel, Morad è di proprietà del sovrano di Persia. Ed è felice di esserlo.

Morad significa "desiderio".
Dunque. ^^ Grazie a NemuChan per la sua recensione! ^.^ E, soprattutto, per i suoi complimenti! Ti spiego la questione della brevità dei capitoli, che in effetti è molto semplice e riconducibile al carattere del personaggio. Va ad emozioni. Questo capitolo, appena postato, credo riesca a far intuire bene la questione. Credimi, non potrebbe essere altrimenti! Aspetto con ansia la tua opinione su questo nuovo capitolo! ^.^
  
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