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Autore: ellii    09/03/2010    0 recensioni
Si tratta di una fic che ho iniziato molto tempo fa, ripresa da qualche tempo. E' il settimo libro. Harry ama Ginny e Ginny ama Harry, ma una Babbana è pronta a sconvolgere completamente il mondo di Potter... no, non mi sono dimenticata di Draco, c'è anche lui! Buona lettura e recensite, mi raccomando!
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dunque, alla fine ce l'ho fatta ad aggiornare!

Mi scuso enormemente per il ritardo e per la lunghezza deprimente del capitolo, e anche per il contenuto. Presto ci sarà una bella riunione di tutti i personaggi più importanti, non temete!

E mi raccomando, non recensite troppo!

Comunque grazie mille a chi ha aggiunto la storia alle Seguite, a chi è solo di passaggio e a chi legge senza scrivermi nulla. E, se avete un pò di cuore, leggete e COMMENTATE anche l'originale, Grigio di materia grigia e di cielo.Milano09

Grazie mille

Ellii



6.RIDERS ON THE STORM

     

Riders on the storm
Riders on the storm
Into this house we're born
Into this world we're thrown
Like a dog without a bone
An actor out alone
Riders on the storm

There's a killer on the road
His brain is squirmin' like a toad
Take a long holiday
Let your children play
If ya give this man a ride
Sweet memory will die
Killer on the road, yeah

(Riders on the storm, The Doors)

Radura appartata

12 agosto

Bel mezzo della notte

Draco addentò un biscotto al burro guardando il divano alzarsi e abbassarsi.

In realtà, sul divano c'era anche Blaise 'Magnifico' Zabini, il quale però sembrava formare un'entità unica con il divano sopracitato.

Circa un'ora prima, avevano deciso di tirare fuori mappe e appunti, profili psicologici e cristalli magici per la ricerca di Potter e dei suoi, ed ecco dov'erano finiti. Con Draco che piagnucolava infelice mangiando biscotti e Blaise impegnato in un coito piuttosto emozionante col divano.

Respirò a sua volta, toccando le pareti instabili della loro piccola tenda da campo – arredata all'interno in stile moderno e spartano, cosa molto da Blaise – e dirigendosi verso la sua camera. L'amico aveva pensato bene di evitare i poster di modelle, per Draco 'Frocio' Malfoy, ma gli aveva anche risparmiato l'orrore di avere un Victor Krum decisamente ritoccato e di malumore appeso al muro. Benedetto ragazzo.

Blaise gli piaceva non perchè fossero particolarmente affini, come caratteri, o perchè avessero idee simili. Anzi.

Zabini era figlio della strega più bella della Gran Bretagna, sposata e rimasta vedova circa venti volte, e arricchitasi enormemente grazie ai numerosi testamenti nei quali risultava essere la maggiore beneficiaria.

Bè, Elle Zabini non era una madre molto affettuosa, sebbene con i suoi mariti si fosse comportata in modo davvero eccellente, e Blaise era cresciuto da solo. Era ovvio, quindi, che Blaise bambino avesse subito il fascino e l'influenza di molte altre idee, culture, credenze. A differenza di Draco – i Malfoy erano leggermente monotematici, con la storia del Purosangue – aveva imparato ad apprezzare l'arte e la musica contemporanea, e – cosa per cui Lucius si sarebbe certo tagliato le vene – possedeva un lettore mp3.

Intendiamoci, Draco non aveva assolutamente idea di che cosa si trattasse e nemmeno aveva intenzione di scoprirlo, dato che si trattava di un oggetto Babbano, ma credeva che ciò rivelasse molto su Blaise in generale.

Un ragazzino bello con la pelle color cioccolatino, allevato – più che da una ventina di padri diversi – dal suo stesso buon senso. Un mago che ascolta musica registrata. Un ottimo Mangiamorte, un carnefice esemplare, lo aveva lodato il Lord. Era raro, certo. Ma non impossibile. La prova era davanti a lui, ormai russante.

Si stese sul letto pensando a quanto la figura di suo padre l'avesse profondamente influenzato. Non erano quelli i pensieri ideali per digerire un intero pacco di New Yorkers*, il gelo delle iridi di Lucius glieli bloccava sullo stomaco.

Il solo pensiero di dover diventare come lui, in teoria, gli attorcigliava qualcosa di indefinito nei dintorni della gola. Lucius era un... assassino fallito, non era abbastanza d'effetto. Nemmeno carne da macello rendeva l'idea del profondo stato di prostrazione in cui versava ora, seppure la scintilla malvagia rimanesse costante nei suoi occhi.

Malfoy Senior era un assassino – fallito, certo – di prima classe. Il suo cervello era stato creato per escogitare mille modi in cui far soffrire gli altri. Sistematicamente, senza fretta né sbavature. Il vecchio Lucius era un perfezionista, e aveva tutta la flemma tipica dei nobili annoiati.

(S)fortunatamente, non era mai riuscito a consegnare Potter al Lord, e per questo era adesso un ferro vecchio. Uno scarto della merda, una nullità.

Prese un respiro profondo e si stropicciò gli occhi.

Potter, dove sei?

Perchè diavolo era già stufo, dopo soltanto qualche ora di spedizione? Infondo, Blaise lo conosceva come le sue tasche e sapeva esattamente come prenderlo. Era una compagnia interessante e stimolante, e sapeva anche starsene in disparte al punto giusto.

Ma a lui, dell'adeguatezza di Zabini, non fregava proprio un cazzo.

Provò, invece, un po' di pena per se stesso, ritrovandosi a pensare disperatamente “Io voglio solo Harry”.

Ma, naturalmente, non poteva cedere alla pietà verso Blaise, o alla tentazione di ricevere onori dal Lord e dagli altri Mangiamorte – e rinunciare così a Potter. A Harry.

Non gli sarebbe stato possibile, per due motivi fondamentali

a) Pensava a Harry negli intervalli tra i respiri, mentre faceva pipì e prima di addormentarsi. Desiderava incontrare le sue iridi smeraldine, stringergli i fianchi magri, toglierli quei fastidiosi occhiali, semplicemente troppo.

b) Un Malfoy mai rinuncia al sesso, alla felicità e ai soldi. E Potter avrebbe potuto portargli sesso e felicità a volontà, se solo avesse avuto un po' di fortuna. Un po' di fascino.

Per quanto riguardava i soldi... bè, e chi ne aveva bisogno?

 

 

Sapphire (NdA nel caso nessuno se lo ricordasse -.- è La Nave)

12 agosto

Ora dello spuntino di mezzanotte

Le passeggiatine notturne non risultavano mai una buona idea, alla fine.

Mel si irritava sempre un mondo, quando la protagonista giovane e ingenua di un film horror si avventurava da sola nella casa dei fantasmi.

Ma quella non era una casa dei fantasmi, giusto? Insomma, va bene maghi e bacchette, ma i fantasmi...

Non era mai stata su una nave come quella, e dopo circa quindici secondi perse l'orientamento. Si trovava, probabilmente, in un ponte secondario. Forse quello delle caldaie, anche se poteva giurare di essere abbastanza in alto, e di solito le caldaie stanno nella chiglia.

Ma erano maghi, quelli. Che cosa poteva saperne, lei?

Aveva davvero fame, la banana che aveva ingurgitato a fatica quella mattina non bastava certo per un'intera giornata!

E poi.. che giornata. Non ricordava praticamente nulla, a parte un forte colpo alla schiena subito dopo aver tentato di oltrepassare la barriera d'aria.

Verso le nove, si era svegliata e aveva trovato Hermione seduta sul suo letto.

Si era sentita molto in colpa per il moto di delusione che aveva provato, non vedendo Harry da nessuna parte. Doveva essere molto arrabbiato. Se in un mesetto aveva imparato a conoscerlo bene, queste cose – essere tenuto all'oscuro di decisioni importanti – lo mandavano al manicomio.

Comunque, Hermione non le aveva portato da mangiare. Soltanto un bicchiere d'acqua che le aveva fatto venire un gran sonno.

Una porta di legno scuro che sembrava più importante e pulita delle altre attirò l'attenzione. Era l'ultima prima di una ripida scaletta molto poco affidabile, che probabilmente l'avrebbe portata all'aperto, a giudicare dallo spiffero che rimandava alla cervicale di Mel.

Spinse il battente, pregando che non fosse chiusa a chiave o che non fosse protetta da qualche altra barriera. Si aprì.

Era buio, completamente buio, e odorava di chiuso e di... rosmarino. E di qualche altra erba che sua madre usava in cucina. Escluso a priori che si trattasse della cucina – dov'era la lucina del forno? E il ronzio del frigorifero? - cercò di orientarsi tentoni.

Il muro era pieno di spine e spuntoni, con i quali si graffiò tutte le mani. Sbattè leggermente contro un grosso tavolo, e sentì il rumore di vetri che si spezzavano?

Ma dove diavolo era finita?

Diede un'altro colpo al tavolo, per sbaglio, e un tremendo clangore metallico e una vibrazione la fecero sobbalzare.

Si gettò a terra, tremando di paura. Forse i fantasmi esistevano davvero, dopotutto, e lei ne aveva appena disturbato uno. Che cosa avrebbe potuto farle? Harry sarebbe venuto a salvarla?

 

Si maledisse in tutte le lingue che conosceva.

Era vestita, e in quanto tale doveva per forza avere addosso almeno un accendino.

Al solo pensiero, sentì una stretta fastidiosa allo stomaco: le sigarette erano esaurite dopo un paio d'ore in casa di Lenticchia, e a quanto pare laggiù erano tutti degli stramaledetti salutisti.

Harry, poi, si limitava a scroccare da lei, ed Hermione aveva la faccia da non-fumatrice-rompipalle. Di quelle che si sventolano con la mano e tossiscono per finta.

Quindi, in totale astinenza da Lucky Strike, continuava a portarsi accendini ovunque. Ripensandoci, chissà che nella stanza misteriosa non ci fosse qualche sigaretta abbandonata da secoli.

Fece luce ed ebbe un sussulto.

Una pentola enorme era stesa esattamente al suo fianco, e a giudicare dal rumore che fece quando la sfiorò con un dito, doveva aver provocato la vibrazione di poco prima.

Non sapeva che i maghi cucinassero in antichi calderoni di ferro, proprio come nei libri illustrati.

Cercò una candela su tutto il tavolo – anche quello era enorme e polveroso – pensando che, diamine, se c'era un calderone non potevano mancare!

E infatti, dopo trenta secondi si tagliò un indice con la superficie arrugginita di un candeliere che sembrava antico. Le candele sembravano più dei mozziconi, ma avrebbe dovuto accontentarsi.

Accese le candele e si guardò intorno. Rimase a bocca aperta.

Il tavolo, in effetti, era davvero enorme e ospitava altri due calderoni più piccoli, con i rispettivi mestoli e fornellini (senza un qualsiasi metodo di accensione. Erano tondini di metallo!). Il suono di vetri infranti proveniva dalle centinaia e centinaia di provette, vuote e piene di polvere o incrostate di misteriose sostanze colorate, che intasavano totalmente ogni anfratto della stanza. Era stata molto fortunata a non caderci sopra e a non morire dissanguata.

A dispetto delle dimensioni del tavolo e della porta, invece, la stanza era più piccola di quanto si aspettasse. O forse era soltanto l'effetto della libreria, che occupava interamente le quattro pareti.

Ecco perchè le era parso un muro così bitorzoluto!

Oltre ai libri, naturalmente, di ogni foggia, dimensione e colore, c'erano altre provette e miliardi di vasetti scuriti dallo sporco. Comunque, le parve di distinguere delle etichette ingiallite su ognuno di essi, scarabocchiate a inchiostro.

Le cadde la mascella, poi sorrise.

Era nella stanza delle pozioni!

 

*Non è assolutamente per fare pubblicità, ma davvero, non avete mai davvero vissuto senza aver assaggiato i FAVOLOSI New Yorkers al cioccolato. Dato il nome suppongo si tratti di biscotti americani, ma Draco è un buongustaio, diamine!

 

 

  
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