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Autore: ghirigoro    10/03/2010    4 recensioni
Cosa succederebbe se, appena orfana, arrivasse da New York la nipote di Slash? -FOTTITIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!- gli urlai. Lo zio era...scandalizzato? -Signorinella! Ma chi ti ha insegnato queste parole?!- -Tu.- Dall'altro capo della stanza, Duff disse, rivolto ad Axl:-50 dollari sulla bimba.-
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dear Uncle Slash'
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Perchè mai si sarebbe dovuto scusare? Mi aveva reso felice. Non felice del tipo "Oh, come sono contenta, mi hai comprato un cagnolino!", ma felice. Corsi giù di nuovo, attraversai a tentoni la sala affollata e raggiunsi la porta. Mi precipitai nel vialetto, dove finalmente lo vidi. -Hey.- lo chiamai da dietro, senza avvicinarmi. -Sono un idiota.- mi rispose. -No, non lo sei.- -Sì invece. Ti ho baciata.- -Sì, lo so. Mi hai resa tanto felice.- -Ma è sbagliato!- Quelle parole mi colpirono come avrebbero potuto fare dei proiettili. -Perchè?- chiesi disperata. -Perchè hai 15 anni e io 22! Io sono maggiorenne, tu no!- -Pensi davvero che me ne importi?- -Dovrebbe.- rispose fissando il prato. Mi avvicinai e gli misi una mano sulla spalla, facendolo voltare. -Ti ricordi quella canzone che fate ogni tanto? Quella che fa "Che m'importa di quel che dice la gente? La mia vita è solo mia e decido io che cosa devo fare, non c'è nessuno che me lo può dire...".- canticchiai. Mi guardò negli occhi con aria interrogativa. -Io ho scelto di fregarmene.- Non avevo una voce dolce, o una voce triste, come quelle nei film. Non volevo obbligarlo a stare con me. -Non posso.- sussurrò. -Non puoi, o non vuoi?- chiesi. -Non voglio che tu sia infelice, e anche se così non fosse, non potrei. Slash è un mio amico, e poi sai che casini con la legge, e la stampa...- -Ma certo, la stampa.- quelle due parole, quelle otto lettere, mi avevano ferita. -No, non hai capito...- Ero veramente arrabbiata. -Oh, sì invece. Il Signor Rose non può fare brutta figura davanti ai giornalisti, lui è una rockstar, deve essere sempre come i fan lo vogliono, non può permettersi di sfigurare. Come ho potuto pensare che tu fossi diverso?! Come ho fatto a credere che...- -Ascoltami!- Mi afferrò i polsi, per tenermi ferma. -Ascoltami, ti prego.- mi supplicò. -...non voglio...-dissi, schiacciando la testa contro il suo petto. -Non voglio che tu sia infelice. Non c'entra niente il fatto che sono famoso, non c'entra la stampa.- mi disse. Le sue mani lasciarono i miei polsi e scivolarono sulla mia schiena. No, non era un abbraccio. Era una gabbia. Mi staccai e indietreggiai di qualche passo. Sbuffò e guardò in alto. -Non fare così...- mi disse. -Non fare così?! Mi stai dicendo di non fare così? Mi baci e poi tiri fuori la scusa del "non posso perchè è mio amico"! Se ti fosse importato davvero non ti saresti nemmeno avvicinato a me!- urlo. Queste immagini passarono nella mia mente mentre ero ancora seduta sul letto. Sarebbe andata così? Non mi restava che scoprirlo. Lentamente poggiai un piede a terra, poi l'altro. Andai alla finestra, per vedere se Axl fosse ancora lì. Sì. Era ancora lì. "Che faccio? Vado? E se poi succede come ho immaginato? ..." Nel dubbio, aprii la finestra. Axl mi vide, e per un po' rimase fermo a guardarmi. -Che fai?- mi chiese una voce da dietro. Mi girai: era lo zio. -Senti... riguardo a quello che hai visto...- cominciò, con un'aria imbarazzata che vi lascio immaginare; - Bè, insomma... diciamo che ad un certo punto... una persona adulta ha bisogno di... un particolare tipo di... affetto, che di solito può ricevere da un persona... dell'altro sesso,... in altri, si opta per persone dello stesso sesso, ma sei troppo piccola per sapere di già certe cose... comunque, in pratica... c'è un'ape, ed un fiore, che... insomma, l'ape vuole il miele del fiore, e quindi deve... ehm... introdurre...- -Oh Mio Dio. Non ci posso credere. Mi stai facendo il discorso dell'ape e del fiore?!- ero super-iper-extra-turboimbarazzatissima, incredula e, lo ammetto, anche un po' disgustata. -Io non stavo facendo niente, comunque... la stavo...- -Te la stavi facendo.- dichiarai fredda. -No!- -Oh, sì. Credimi.- -Io non mi stavo facendo nessuna, e anche se fosse vorrei proprio sapere dove hai impaarto certe cose, perchè non mi sembra che tu abbia l'età giusta per saperle, quindi...- -Scusa zio ma adesso non ho tempo per sentire le tue cazzate; quindi ciao e arrivederci.- dissi e mi precipitai fuori dalla stanza, lasciandolo lì. Corsi giù per le scale, attraverso la folla, fino al vialetto. -Hey.- lo salutai. Axl aprì la bocca per dire qualcosa, ma lo interruppi. -So cosa stai per dire. Non sei un idiota perchè mi hai baciata. Non m'importa se per te è sbagliato. Non m'importa della stampa, nemmeno della legge. Mi hai resa felice. E non è una cosa sbagliata.- Si avvicinò e mi cinse in un abbraccio che non somigliava neanche lontanamente alla gabbia che mi ero immaginata. -Mi dispiace. Non posso veramente. Ho sbagliato. Ho sbagliato terribilmente.- disse, senza sciogliere l'abbraccio. -Cos'ho che non va?- chiesi trattenendo le lacrime. -Niente, assolutamente niente! Cos'ho io, che non va. Ecco il problema.- -Allora, cos'hai che non va?- -Non vado bene per te. Insomma, bevo, fumo, ho problemi con la legge, mi faccio di canne ed anche peggio, e, cosa più importante, ho già la ragazza.- Non riuscivo a crederci. Che si facesse le canne, bevesse e fumasse, lo sapevo già, perchè anche lo zio lo faceva. Ma non riuscivo a credere di essere il terzo incomodo. In un certo senso, ero io quella che non ci doveva essere. E nemmeno lo sapevo! Mi aveva ingannata fino a quel momento, senza preoccuparsi! -Bastardo.- sibilai, staccandomi da lui. Mi voltai appena in tempo per vedere la sua faccia attontita. Poi mi diressi verso la porta, inespressiva, senza dire una parola, richiudendola dietro di me. Lo sentii tirare qualche urlo e qualche bestemmia, ma non me ne curai. Dovevo solo scoprire chi fosse la sua ragazza. Il terzo incomodo si fa sentire, caro!
  
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