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Autore: Yu_Kanda    11/03/2010    4 recensioni
In seguito ad un'incidente d'auto, Kanda si ritrova ossessionato da un misterioso giovane con i capelli rossi. Senza comprendere il perchè cercherà di rintracciarlo ad ogni costo, ritrovandosi coinvolto nel passato del giovane, combattuto tra il desiderio di riavere indietro la sua vita tranquilla ma patetica e quello di avere al proprio fianco il giovane.
[AU, YAOI, ANGST, LaviYuu]
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D.Gray-man, è tutto in mano ad Hoshino sensei... Se fosse stato altrimenti... Lavi e Kanda sarebbero assieme da un bel pezzo!

ATTENZIONE YAOI: se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!


ALL'IMPROVVISO, TU...



CHAPTER 3 -
Incertezza



Quell'intrusione improvvisa ebbe l'effetto di irritare notevolmente Kanda, soprattutto quando Lavi mostrò di conoscere molto bene il nuovo arrivato. Quest'ultimo era piuttosto basso, corporatura esile e un viso imberbe da bambino, incorniciato da vistosi capelli bianchi che contrastavano con i suoi occhi azzurro/grigi ed i lineamenti così fanciulleschi. Era senz'altro albino, concluse Kanda, rivolgendogli uno sguardo astioso.

- Allen? Che ci fai qui? Credevo non vivessi più in città. - esclamò Lavi vedendoselo comparire davanti, preso alla sprovvista dall'arrivo dell'amico.

Questi riprese fiato, spostando lo sguardo dall'uno all'altro giovane, soffermandosi un istante su quello dai lineamenti orientali che lo fissava con aria truce, per poi tornare a rivolgersi a Lavi; non l'aveva mai visto prima in sua compagnia.

- Come, il tuo vecchio non ti ha detto niente? - chiese, realizzando di non essere affatto atteso, anzi, di aver interrotto la conversazione fra i due; Lavi scosse il capo. Sembrava stupito della cosa tanto quanto lo era lui, giudicò Allen. - Mi ha chiamato lui, dicendo che eri tornato a vivere qui, e che eri completamente solo. Credevo ti avesse avvisato di avermi invitato alla mostra. - spiegò. - Oh bé, ormai sono qui. - si strinse nelle spalle, notando solo allora l'estrema irritazione dell'altro giovane, ed incontrandone lo sguardo feroce. Fece subito un passo indietro, intimorito, voltandosi verso Lavi con espressione spaesata.

- L-Lui è un tuo amico? - balbettò.

- Niente affatto moyashi, ci siamo incontrati qui. - mise in chiaro freddamente il giovane in questione (i cui tratti, ora che lo guardava meglio, alla vittima di quell'insulto parvero chiaramente Giapponesi), quasi sputandogli le parole in faccia, chiaramente molto seccato della sua intrusione.

- C-Che significa? Il mio nome è Allen! - protestò detta vittima con veemenza; ora fu la volta di Kanda a stringersi nelle spalle.

- Quel che è. - ribatté secco.

- Ehi, signor puzza-sotto-il-naso, non fare tanto il superiore con me solo perché frequenti questo posto pieno di snob, trattando me e il mio amico come nullità! - l'apostrofò allora Allen incurante di poter scatenare una violenta lite in un ricevimento di classe come quello, includendo Lavi nel pacchetto dell'offesa senza che questi avesse voce in capitolo.

Kanda si trattenne a stento dal mettergli le mani addosso, per quanto quel commento lo fece infuriare, ben conscio delle ripercussioni che la cosa avrebbe potuto avere sul suo neonato 'rapporto' con Lavi. Non rinunciò tuttavia agli insulti, con quelli era assai bravo a colpire, tanto quanto era abile con la spada che gli aveva lasciato il padre naturale.

- Tu, piccolo bastardo... - sibilò velenoso, quasi sputando le parole addosso ad Allen, e i loro sguardi si incontrarono, quasi facendo scintille.

- Su, su, non litigate ancora prima di esservi presentati! - supplicò Lavi, posando una mano sulla spalla di entrambi i giovani. - Questo è Allen, eravamo insieme al college, prima che mi trasferissi in un'altra città. - disse quindi pizzicando la guancia dell'amico.

- CHE. - fu il commento insofferente di Kanda, ma Lavi continuò la sua requisitoria, ignorandolo.

- E lui è Kanda, il figlio dell'autore che ha indetto questa esposizione. - rivelò, indicando il giovane orientale con l'atteggiamento di chi sta dando una notizia sensazionale; Allen sgranò gli occhi, completamente colto alla sprovvista.

- Non sono suo figlio. Lui è solo il mio tutore. - precisò subito Kanda, seccato.

Lavi fu molto colpito da quella reazione tanto aspra e si chiese cosa mai fosse accaduto fra i due per scatenare in Kanda tanto risentimento verso il patrigno, sperando ardentemente che il motivo non fossero abusi di qualche sorta.

Avrebbe tanto voluto domandargliene la ragione, ma di certo sarebbe stato mandato direttamente al Diavolo, considerato che aveva conosciuto il giovane appena quella sera; doveva entrare in confidenza con lui, se voleva avere una qualche speranza di scoprire cosa nascondeva sotto la corazza fredda e l'atteggiamento scostante che ostentava.

- Oh, sì, perdonami, non pensavo ti desse fastidio se mi riferivo a te come suo figlio. - si scusò quindi con quella sua aria innocente e un sorriso così disarmante, che Kanda sentì un tuffo al cuore.

- Non importa. - borbottò a disagio. - Ti lascio con lui allora.

Non aveva altre scuse per voler rimanere e insistere avrebbe tradito il suo interesse. Fece per allontanarsi; se Lavi non lo tratteneva di sua spontanea volontà, per loro la serata insieme era già finita.

- No! - risuonò nella sala, facendo voltare più di un ospite.

Il giovane Bookman lo afferrò per il braccio, facendolo trasalire appena, e Kanda gli rivolse per un istante uno sguardo stupito, prima di ripristinare la sua facciata stoica. - Avevamo... una cosa importante da discutere, ricordi?

- Non credo sia questo il posto più adatto. - rispose Kanda, lottando per rimanere gelido, a dispetto del suo cuore che sembrava volergli sfondare il petto tanto batteva all'impazzata; lanciò un'occhiata significativa al ragazzetto albino, e Lavi capì al volo.

Lasciò andare il braccio di Kanda e si portò una mano a tormentare quei suoi scarmigliati capelli rossi, con gesto imbarazzato, quasi volesse scusarsi con Allen per il malinteso che l'avrebbe fatto rimanere completamente solo a quell'esposizione, cui probabilmente non sarebbe mai venuto, se non fosse stato per lui.

- Allen, ho preso un impegno con lui per visitare la mostra, mi dispiace, davvero. Sono sicuro che ti divertirai anche senza di me, no? - disse; l'aria ingenua che Lavi era in grado di assumere in un istante era sorprendente, ma Allen ormai ne era immune. Fissò l'amico con espressione dubbiosa, sollevando un sopracciglio e lanciando un'occhiata sospettosa verso Kanda.

- Affari da discutere in privato, eh? Sei il solito Lavi, ti caccerai di nuovo nei guai... - commentò quindi, esprimendo il suo scetticismo ad alta voce.

L'allusione fece correre un brivido gelido lungo la schiena di Lavi, il quale temette seriamente che il giovane stesse per rivelare informazioni compromettenti sul suo turbolento passato, di cui lui desiderava ardentemente che Kanda non venisse a conoscenza.

- Ehi, ho abbandonato le cattive compagnie, non farti strane idee Allen! Kanda è una persona per bene. - protestò, assumendo un'espressione ferita, facendo il broncio ed incrociando le braccia al petto. A volte Allen tendeva ad impicciarsi un po' troppo della vita di coloro che considerava i suoi migliori amici...

- Come vuoi, vi lascio allora. - acconsentì Allen, mostrandosi tuttavia ancora poco convinto. - Ci vediamo domani, così ci mettiamo d'accordo per la scuola. Bookman ha detto che verrai al campus Universitario.

- Oh, sì, in effetti ci pensavo. Fare avanti e indietro dalla città è troppo oneroso, così il vecchio ha suggerito di stare al dormitorio della scuola. Ti farò sapere. - Lavi salutò il compagno con un cenno della mano, girandosi poi di nuovo verso Kanda, che aveva assistito in silenzio all'intero scambio.

- Devi scusarlo, ha paura che ricada nel mio burrascoso passato. - si giustificò quindi, molto imbarazzato che la cosa fosse venuta fuori con qualcuno che aveva appena conosciuto.

- CHE. - fu però l'unico commento di Kanda, assieme ad una scrollata di spalle.

Non sembrava dare importanza all'accaduto, e Lavi, sollevato, cercò di riprendere il discorso interrotto dall'arrivo di Allen.

- Dove eravamo rimasti? - chiese con voce suadente, rivolgendo di nuovo al giovane quel suo sorriso disarmante.

- Preferirei... non parlarne qui. - ribadì Kanda, sempre più a disagio sotto quell'occhio indagatore, soprattutto ora che sentiva concretamente avvicinarsi il momento della verità, in cui avrebbe svelato a Lavi il vero motivo per cui aveva chiesto al patrigno di dipingere quel ritratto che tanto gli somigliava.

- Nessun problema, se non ti disturba possiamo andare a bere qualcosa dopo, in santa pace. - propose Lavi, e l'altro giovane annuì. - Ti lascio anche il mio telefono. Nel caso ci fosse impossibile andare stasera, vorrei che mi facessi sapere quando sarai libero di nuovo.

- Non capisco. - disse Kanda guardandolo sospettoso.

- Il mio vecchio... - il giovane si mosse, piuttosto imbarazzato, passandosi di nuovo la mano tra quei capelli rossi come fuoco, mentre pensava a come spiegare il problema. Pareva essere un gesto inconscio per lui, il grattarsi la nuca, quando era in qualche modo in soggezione. - Lo considero come il mio vero nonno e gli voglio bene, ma a volte è un dannato bastardo. Potrebbe portarmi via da qui su due piedi senza ascoltare le mie ragioni.

- Ah. - Kanda segnò il numero sul suo cellulare, fornendo il proprio. Non credeva di ottenere tanto al primo tentativo, gli sembrava quasi di vivere uno dei suoi sogni, ma non poteva darsi un pizzico per sincerarsi di essere sveglio, l'altro l'avrebbe certo notato...

Lavi gli posò di nuovo una mano sulla spalla, sempre sorridendo, e a Kanda sembrò di perdersi nel suo sguardo, così limpido, quasi ipnotico. Per un lungo attimo dimenticò dove si trovava.

All'improvviso, nei miei pensieri: e il mio cuore batte solo per te...

- Continuiamo il giro? - chiese il giovane; la voce di lui lo riscosse, e Kanda annuì, ma non fece in tempo a muovere un passo che un'altra familiare voce lo chiamò da un punto imprecisato della sala. Il suo patrigno.

- Yuu-kun!

Per Kanda fu come una doccia gelata, d'improvviso la temperatura della sala parve precipitare di quindici gradi; sarebbe stato costretto a presentargli Lavi, lui avrebbe fatto delle congetture su di loro e lo avrebbe messo di certo in imbarazzo con le sue stupide considerazioni...

- Maledizione, ci ha visti! - esclamò contrariato. - Ora siamo incastrati, ci annoierà per il resto della sera con le sue storie assurde.

- E' il tuo patrigno? - chiese Lavi, davvero incuriosito dall'insofferenza del giovane verso il tutore. Finalmente aveva occasione di conoscerlo e scambiare qualche parola con lui per capire cosa in quell'uomo dall'aspetto tanto pacioso indispettiva Kanda a tal punto.

- Sì, proprio lui. - confermò questi con una smorfia seccata.

- Dannazione! Non è davvero serata... - borbottò immediatamente dopo Lavi.

- Che altro c'è? - Kanda seguì con gli occhi la direzione verso cui il giovane cui si accompagnava era rivolto, visibilmente contrariato.

- L'uomo accanto a lui, quello basso e anziano. E' Bookman, mio nonno. - lo informò questi a bassa voce. - Sembra che non abbiamo scelta, dobbiamo andare da loro. - concluse quindi in tono rassegnato.

Kanda trasecolò, e inconsciamente si aggrappò alla maglia di Lavi, che ancora gli teneva la mano sulla spalla.

- Già... - mormorò, prendendo un profondo respiro prima di muoversi verso il patrigno, seguito dall'oggetto delle sue ricerche, il quale stava di nuovo sorridendo come un idiota.

- Yuu è un diminutivo? O un nomignolo? - chiese d'un tratto il suddetto idiota mentre andavano incontro ai rispettivi tutori; lo sguardo rovente che ricevette in risposta gli fece rimangiare l'ultima affermazione. - OK, OK, non intendevo offenderti, ritiro quel che ho detto.

- Yuu è il mio nome. Yuu Kanda. - rivelò infine il giovane Giapponese. - Ma preferisco che mi si chiami Kanda.

Lavi conosceva perfettamente i costumi del paese da cui Kanda proveniva, quindi intuiva e comprendeva le motivazioni dietro quella sua richiesta, eppure qualcosa in lui si rifiutava di rinunciare a pronunciarne il nome.

- Oh, ma perché, Yuu ha un suono così bello! - esclamò, estremamente dispiaciuto di dover sottostare ad una simile imposizione.

- Non dirlo. Mai. - ribadì Kanda, cercando di racchiudere nel tono mortale della sua voce quanto serie fossero le sue intenzioni, e tuttavia certo che quello fosse l'inizio di una catastrofe e che ogni suo avvertimento sarebbe stato ignorato.

- Ma Yuu, è così freddo chiamare la gente per cognome... - si lamentò ancora Lavi, rivolgendogli uno sguardo implorante.

Ecco, il suo patrigno aveva appena fatto un altro danno, ora quest'idiota avrebbe continuato ad usare il suo nome. Ma non era quello il problema, il vero, grave problema era che gli piaceva sentirglielo pronunciare.

 


Aggirarono un paio di gruppetti che bevevano allegramente champagne, raggiungendo infine i rispettivi tutori, i quali non avevano smesso di guardare nella loro direzione finché non si erano avvicinati. Uno dei due sembrava particolarmente felice di vederli insieme, mentre il volto dell'altro mostrava un'espressione tetra, come se presagisse un qualche evento infausto.

- Yuu-kun, sembra che il tuo ragazzo misterioso esistesse dopotutto! - esclamò Tiedoll raggiante non appena gli furono vicino.

- Già... - mormorò Kanda distogliendo lo sguardo, terribilmente in imbarazzo che il patrigno stesse per rivelare così il suo segreto.

Tiedoll sembrò rendersi conto d'un tratto della gaffe che stava per fare, e non continuò il discorso, passando invece alle presentazioni.

- Questo signore è Bookman, un mio carissimo amico e sostenitore, ed è incredibile che il ragazzo del quadro somigli così tanto a suo nipote, Lavi. Ma vedo che lo hai già conosciuto da solo. - l'uomo annuì, soddisfatto che le cose stessero andando per il verso giusto; aveva davvero temuto che Yuu facesse qualche sciocchezza appena di fronte al giovane del ritratto, ma lui non era mai stato un tipo emotivo, doveva saperlo che invece non avrebbe aperto bocca, al contrario di quel che la sua di boccaccia stava per combinare. Aveva davvero rischiato di svergognare Yuu davanti a Lavi, cosa per la quale lui non l'avrebbe mai perdonato.

I due giovani si guardarono, sorpresi di apprendere che i loro tutori fossero amici da così tanto tempo, e di non essersi mai incontrati prima di allora.

- Molto piacere. - disse Kanda in tono piatto ma cortese, ed il vecchio annuì di rimando.

- Lei è un artista fantastico, davvero! - si complimentò Lavi sorridendo ammirato a Tiedoll, porgendogli la mano con trasporto. - E' davvero un onore conoscerla!

- Oh, mi metti in imbarazzo figliolo, non devi adularmi così. - si schermì l'uomo, stringendogliela con estrema cordialità ed assestandogli una pacca sul braccio.

Espletati i convenevoli, il giovane non si perse in preamboli, affrontando subito l'argomento che gli premeva con Bookman Senior.

- Nonno, ti secca se io e Yuu andiamo a bere qualcosa assieme? Ormai ho girato tutta la mostra, e qui inizia ad esserci troppa confusione. - Lavi azzardò di chiedere, e l'anziano uomo gli rivolse un'occhiata penetrante, scuro in volto, tanto che lui ne fu spaventato.

Kanda poteva percepire distintamente l'ostilità del vecchio nei suoi confronti, ma non ne capiva la ragione. Certo, essendo il tutore di Lavi lo conosceva meglio di chiunque altro, per cui se il patrigno, come sospettava, lo aveva messo a parte dei motivi che si celavano dietro tutta la storia del ritratto, magari temeva che lui avesse intenzione di circuire il nipote...

- Qualcosa non va? - chiese Tiedoll all'amico. - Che male c'è se vanno a divertirsi un po', sono giovani dopotutto.

- Non lo ho portato qui per trastullarsi. - precisò Bookman in tono di rimprovero. - Ma visto che dice di aver esaminato tutti i dipinti, farò un'eccezione. Puoi andare Lavi, abbi però la decenza di non tornare a casa ubriaco fradicio.

- Oh, nonno! E' successo soltanto una volta, e non intendo rifarlo, lo sai. - si lamentò Lavi, imbarazzato che il tutore mettesse in piazza i suoi errori passati. - Sarò morigerato, promesso!

 

 

Daysha si aggirava inquieto per la sala, preoccupato che il patrigno potesse tenere al guinzaglio Kanda per tutta la sera vanificando il suo incontro col misterioso giovane dai capelli rossi. Doveva sapere quanto in confidenza fossero entrati i due giovani, e c'era un unico modo.

- Ehi! Albino! - chiamò, gesticolando in direzione del ragazzo con i capelli bianchi che aveva pescato un attimo prima a litigare col fratellastro; questi gli rivolse un'occhiata perplessa (oltre che alquanto risentita per il nomignolo), fermando la sua corsa verso l'uscita e voltandosi. - Sei stato liquidato, eh?

- Daysha, piantala! - lo apostrofò ancora una volta Marie, stanco delle interferenze del fratello nei fatti di Kanda.

A volte la curiosità del fratellastro rasentava l'assurdo, se insisteva a spiare Kanda sarebbero tutti finiti in un mare di guai.

- Marie ha ragione. - si intromise Lenalee, spalleggiandolo. - Non dovresti farti gioco così di tuo fratello, soprattutto in mia presenza. Il giovane più alto e massiccio che rispondeva al nome di Marie annuì, completamente d'accordo con la ragazza.

- Su, Lenalee, si fa per scherzare... - sdrammatizzò Daysha agitando la mano con aria innocente.

La ragazza sospirò; non c'era verso di farlo ragionare, per certi versi si dimostrava più cocciuto di Kanda, il che era tutto dire. In realtà però... Bé, doveva ammettere che il motivo per cui voleva che la smettesse era quell'entusiasmo malato che dimostrava per l'eventuale sbandata che Kanda pareva aver preso per quel giovane con i capelli rossi. Le sue allusioni sul fatto che i due stessero flirtando la facevano star male, si sentiva così impotente... Lanciò a Daysha un'occhiataccia.

- Sai bene che a Kanda non piace. - sottolineò in tono severo.

- Voi conoscete quel tizio? - chiese Allen, che intanto si era avvicinato, attratto dalla ragazza di cui era in compagnia chi lo aveva chiamato.

- Oh sì! E' il nostro fratellastro! - rivelò Daysha, sbirciando per la sala alla sua ricerca. Il nuovo arrivato lo guardò stupito. - Kanda ti ha preso in antipatia, eh? - affermò poi dando di gomito ad Allen.

- Non capisco dove vuoi arrivare. - rispose quest'ultimo, confuso. Daysha rise di gusto.

Il ragazzino era un tipo a posto, gli andava a genio; fingeva di essere un ingenuo ma a suo avviso lo era solo in parte, per cui decise di agganciarlo. Avrebbe di certo raccontato cose molto interessanti sul 'rosso' e allo stesso tempo avrebbe distratto Lenalee dai suoi pensieri. Sì, doveva tirarselo dietro in qualche modo.

- Io sono Daysha, quel musone lì è Marie, e la graziosa signorina qui presente ha nome Lenalee! - disse, presentando tutto il gruppo; puntava sull'avvenenza di Lenalee perché si sentisse incentivato ad unirsi a loro.

- Allen, piacere. - il giovane strinse la mano a tutti, ancora spiazzato dall'atteggiamento di quello che aveva detto di chiamarsi Daysha.

Lenalee non sapeva cosa frullasse per la testa del fratellastro di Kanda, ma era assolutamente certa che intendesse sfruttare Allen per arrivare al suo amico con i capelli rossi, e la cosa la terrorizzava; per quanto le fosse doloroso, a quel punto era meglio che facesse lei le domande per prima.

- Non farci caso, lui è sempre così, specie se può prendere in giro il suo serissimo fratellastro. - disse, lanciando a Daysha un'altra occhiata rovente. - Tu sei un amico del ragazzo con i capelli rossi? - chiese quindi, una luce triste negli occhi, ed Allen la fissò rapito, annuendo.

- P-Perché me lo chiedi? - balbettò imbarazzato.

- Niente. Ero... curiosa di sapere che tipo è. - ammise la ragazza, stropicciandosi le dita con aria nervosa.

- Lenalee era la fidanzata di Kanda, ma lui l'ha lasciata, e lei crede che il tuo amico ne sia il responsabile. - si intromise ancora il più basso dei due giovani, quello che si era presentato come Daysha. Allen lo fissò a bocca aperta, cogliendo la portata dell'intera faccenda e il perché di tanto interesse attorno a Lavi; non aveva alcun senso che incolpassero lui, aveva incontrato quel Kanda soltanto qualche ora prima!

- Daysha! - Marie questa volta prese il fratellastro per l'orecchio, torcendoglielo dolorosamente. - Adesso basta! Farai piangere Lenalee!

Come poteva essere così insensibile, rivelando cose personali riguardanti qualcun altro solo per saziare la propria curiosità? Lenalee però non pareva essere arrabbiata per il suo comportamento, si avvicinò al giovane massiccio, posandogli una mano sul braccio per trattenerlo.

- Lascia stare Marie, ha ragione lui. - disse, accennando un sorriso mesto. - Il tuo amico ha vinto ed io ho perso...

- C-Come? - Allen era sempre più confuso, e spostava lo sguardo dall'una all'altra delle sue nuove conoscenze. Lavi non aveva fatto nulla del genere! - Non credo di...

- Lui... Dice di averlo sognato. E ne ha fatto fare il ritratto, per cercarlo. - spiegò Lenalee con un filo di voce. - Ora che l'ha trovato, io... - due lacrime le scesero lungo le gote arrossate.

Allen restò senza parole a quella rivelazione, ma soprattutto gli si strinse il cuore nel vedere il profondo dolore di Lenalee, e non sapere cosa fare per consolarla.

- Hai visto? Sei un idiota! - tuonò Marie, assestando al fratello un pugno sul braccio.

- Non è colpa mia! - si lamentò Daysha, protestando la sua innocenza.

A quel punto Allen ne aveva avuto abbastanza di battibecchi e litigi, tanto più se come conseguenza facevano piangere qualcuno.

- Fate silenzio tutti e due! - zittì entrambi a sorpresa, esasperato. Ora aveva occhi solo per la ragazza dai tratti orientali, desideroso di fare qualcosa per consolarla. - Lenalee... vuoi che andiamo a prendere aria? Io... Mi dispiace, ma io non credo a queste cose fantasiose. Certo, la somiglianza con Lavi è impressionante, ma è solo un caso.

- Lo so, ma lui... Kanda... l'ha trovato, e non credo gli importi molto se è stata solo fortuna. - mormorò Lenalee con voce incerta, trattenendo i singhiozzi e cercando di eliminare con le dita le lacrime dal volto affranto; Allen la fissò sgranando gli occhi: finalmente comprendeva la situazione, e purtroppo dovette concedere che Lenalee aveva perfettamente ragione.

- Oh. Tu... credi che ne sia innamorato? - chiese, e la ragazza annuì. - Eh, questo potrebbe essere un guaio. - ammise; lei lo fissò, timorosa di saperne la ragione. Allen colse il guizzo nello sguardo di lei e scosse la testa. - Lavi, lui è, bé, un tipo molto libero. - spiegò.

Lenalee sbuffò seccata. Odiava quando tutti cercavano di indorarle la pillola usando eufemismi per nasconderle verità che secondo loro potevano ferirla.

- Non sono una bambina, smettete subito tutti di avere paura di dirmi le cose come stanno! - esclamò amareggiata.

- Bé, Lavi è BI. Quindi è possibile che Kanda gli piaccia, tutto qui. - cercò di minimizzare Allen, sentendosi in colpa per aver urtato i sentimenti di Lenalee.

In quel momento notarono Tiedoll accomiatarsi da Kanda, e Lavi seguire il giovane, salutando a sua volta.

- Vanno via insieme! - esclamò Daysha trionfante.

- Ma da che parte stai? - lo accusò Marie, esasperato dal suo comportamento così infantile.

- Da quella di Kanda. Se lui lo vuole, perché no? - sostenne Daysha, annuendo convinto.

Già, pensò Allen, se lui lo vuole. Il problema era che essendo in due a volerlo, se aveva interpretato bene il comportamento di Lavi, la cosa aveva buone probabilità di accadere... E a lui spiaceva molto per la povera Lenalee.

- Ragazzi, che ne dite di andare anche noi a bere qualcosa? - propose Daysha con un sorriso smagliante, dando per scontato che anche Kanda e la sua nuova fiamma avessero lo stesso programma.

Allen soppesò la proposta: bé, poteva essere un diversivo, Lenalee si sarebbe distratta un po' dai suoi pensieri, e lui avrebbe potuto conoscerla meglio. Valeva la pena di sopportare le chiacchiere di quel tizio strambo se poteva ottenere il numero di una ragazza tanto adorabile.

- Buona idea, conosco io un bel posto! - si offrì subito, applaudito da Daysha.

Poco dopo, anche il quartetto lasciò la mostra, nonostante la disapprovazione di Marie.

 

 

Bookman e Tiedoll osservarono con aria scettica i loro due pupilli andar via insieme.

- Theodore. - esordì il primo; l'uomo si voltò a guardarlo, e la sua preoccupazione incontrò quella dell'amico. - Che ne pensi di questa storia?

Tiedoll scosse mestamente il capo. Era felice e combattuto allo stesso tempo riguardo gli eventi e le possibili ripercussioni per la vita del suo amato figliolo.

- Che è un bel guaio. Yuu è... impreparato ad accettare i suoi attuali sentimenti, e... - esitò nel continuare e il suo interlocutore lo anticipò.

- Tu credi sia innamorato di un qualcuno che fino a qualche ora fa era solo l'immagine di un sogno? - chiese senza tanti giri di parole.

Bella domanda; no, non ne poteva essere sicuro, erano solo congetture basate sul comportamento di Yuu dopo l'incidente. Per lui era insolito cercare così insistentemente qualcuno, in special modo un giovane che nemmeno conosceva e che a suo dire gli era apparso in sogno. Qualcuno che non era reale, insomma. Ma lui ci credeva a tal punto da accogliere Lavi a braccia aperte. O così sembrava.

- Già, per noi due è così, ma Yuu è sempre stato certo che quella persona esistesse, e credo sia ora convinto che si tratti proprio di Lavi. - rispose Tiedoll, emettendo un lungo sospiro e strofinandosi il mento con fare pensoso. Bookman gli rivolse un'occhiata in tralice.

- E' molto bravo a nascondere le sue emozioni, non credo che mio nipote lo capirà, se non sarà lui a confidarsi. - asserì quindi come fosse un dato di fatto.

- Non accadrà. Yuu non ammette nemmeno con sé stesso quello che prova per Lavi. Se davvero prova qualcosa. - Tiedoll sospirò di nuovo, e Bookman scosse la testa, preoccupato.

- Mio nipote è sempre stato un giovane irrequieto, uno spirito libero. Mi è tuttora difficile educarlo, ma è un bravo ragazzo. - disse; quindi fece una pausa, fissando l'amico dritto negli occhi con espressione grave. - E mi preoccupa la luce che aveva il suo sguardo quando mi ha chiesto di poter uscire, perché se anche lui prova interesse per tuo figlio non si farà problemi a dirglielo. - aggiunse con l'aria di chi vuole preparare qualcuno ad un evento spiacevole.

Tiedoll assunse un'espressione bonaria, posando una mano sulla spalla dell'amico come a volerlo rassicurare sulle sue intenzioni.

Era molto contento che Yuu avesse incontrato Lavi, anche se si trattava chiaramente di un caso che somigliasse al ritratto, e allo stesso tempo era preoccupato delle conseguenze, spaventato per la condizione mentale del figlio... Combattuto fra pro e contro dell'intera faccenda, che poteva finire in un clamoroso disastro come in una di quelle commedie romantiche d'altri tempi; perché Yuu era imprevedibile, e con il trauma, la convalescenza e la comparsa di quei sogni... Bé, di certo non poteva essere obiettivo, soprattutto con l'oggetto dei suoi desideri a portata di mano che sembrava assecondarlo di buon grado.

Tuttavia, Tiedoll aveva preso la sua decisione: avrebbe aiutato Yuu. L'avrebbe sostenuto qualunque fosse stato il risultato di quel pasticcio.

- Oh, non fraintendermi, io non intendo ostacolare Yuu, se lui è felice così non vedo perché non lasciarlo amare chi desidera. - rispose. - E' solo che, bé... ne sembra tormentato.

- Immagino sia normale, specie se lui è cresciuto pensando che sia sbagliato; ora si sentirà in colpa per ciò che sente nel cuore. - concluse l'anziano studioso, sulla base delle informazioni che aveva appreso riguardo Kanda. - Lavi è l'esatto contrario. Spero tanto che non combini guai.

- Oh, sono sicuro che andrà tutto bene. - affermò Tiedoll sorridendo.

L'uomo era sempre troppo fiducioso. Bookman gli rivolse un altro sguardo scuro, augurandosi dal profondo del cuore che l'amico avesse ragione ad essere così ottimista.







@Namidachan: Sappi che è soprattutto grazie a te che questo terzo capitolo ha visto la luce^^”” Il tuo commento mi ha ricordato che qualcuno che desiderava leggere questa storia e stava aspettando il nuovo capitolo ancora c'era. Ti ringrazio molto per le tue parole di apprezzamento, e spero che gli sviluppi della storia non ti abbiano deluso.

@Valerya90:
Grazie ^^ Sai che apprezzo sempre il tuo giudizio, e sono davvero contenta che anche questa storia ti sia piaciuta. Mi dispiace molto per la lunga attesa di questo aggiornamento.

@NemuChan: * fa occhioni sbrilluccicosi * Grazie per le bellissime cose che dici, mi fa davvero piacere che trovi interessante sia la storia che l'atteggiamento di Kanda XD

In realtà io non mi ero nemmeno posta il problema, perché santo cielo se anche quando è solo con sé stesso si comportasse in stile pezzo di ghiaccio come fa in pubblico non sarebbe un essere umano... Se non c'è nessuno che lo osserva può lasciarsi andare anche lui, almeno un minimo!


Ringrazio molto voi tre che mi avete detto il vostro parere sul mio lavoro, e devo confessarvi che a causa del disinteresse generale per le mie storie avevo deciso di non continuare più niente. Il commento di Namidachan mi ha però ricordato che almeno tre persone che aspettavano fiduciose c'erano, e mi scuso molto per avervi deluso. Come avete visto però alla fine il nuovo capitolo è qui.

So che ho fatto aspettare tutti quanti una vita, ma davvero, se nessuno si degna di dirmi se come porto avanti la storia gli piace o no, e cosa ha apprezzato di più io proprio non ho stimoli a continuare.

   
 
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